Un report da un compagno di proletari comunisti nella manifestazione.
Una grande grande manifestazione, non è una esagerazione dire che eravamo forse più di 10.000, di stampo proletaria/popolare, in prevalenza di origine egiziana (1° 2° 3° generazione e principalmente giovani e interi nuclei familiari), molto decisi nel gridare slogan e incitare; presenti anche quelli provenienti da Marocco, Tunisia, Algeria, e chiaramente la comunità palestinese, tutta attorno alle loro associazioni e convocatori del corteo, che hanno gridato slogan e fatto interventi al microfono del camion di denuncia anche del nostro governo (diversamente da altre occasioni).
Noi siamo stati nel "vortice del popolo" palestinese con tutte le sue declinazioni (filo Hamas-filo fratelli musulmani- anti loro governo rispetto alla questione palestinese, ecc) e questo è stato un bene perché ci ha permesso una interlocuzione e condivisione con le varie tendenze.
Molti hanno preso i nostri cartelli con la locandina, l'hanno portata per tutto il corteo e se la sono portata a casa; molti giovani, meglio dire le giovani ragazze, hanno retto il nostro striscione e insieme si sono fatti gli slogan. Si sono uniti anche nuclei familiari, coi bambini in prima fila a reggere lo striscione, incitati e guidati dai genitori, e uno ha voluto reggere per un po la nostra bandiera.
L'aver negato il corteo in centro è stato poi un boomerang per la controparte perchè averlo fatto attraversando via Padova ha permesso una solidarietà e partecipazione dei proletari immigrati del quartiere, anche di altre nazioni. A fine corteo nel ritorno abbiamo visto anche qualche negozio di arabi che avevano messo la bandiera palestinese in vetrina e tra le mercanzie (abbiamo fatto lo slogan "free palestine" a cui hanno risposto).
è stata respinta dal governo la richiesta di istituire per legge un salario minimo garantito. E lo hanno fatto i tecnici, i burocrati del Cnel che guadagnano decine di migliaia di euro al mese e arrivano sicuramente a 100.000 € all'anno, perché si tratta di persone che, oltre ad avere questa carica, ne hanno molte altre, siedono in maniera diretta o indiretta nei consigli d'amministrazione delle grandi aziende e sono parte dell'apparato burocratico di alto livello dello Stato borghese. (vedi nota)
Costoro dicono che non si può fare una legge per istituire il salario minimo garantito. E colpiscono frontalmente, insultano di fatto, i milioni - si parla da 3 ai 5 milioni - di lavoratori che hanno tutti salari minimi al di sotto di 8 €, e non solo hanno salari minimi al di sotto, ma li hanno facendo un numero di ore che certe volte è ridicolo, e sicuramente con i soldi che prendono in questi lavori non possono mantenere né se stessi né le proprie famiglie. Tantissimi di questi lavoratori sono in realtà lavoratrici, una gran massa di lavoratrici povere, delle ditte di pulizia, dei servizi, degli appalti pubblici, statali e comunali, a cui viene negato il salario minimo garantito per legge. Certo si può stabilire a 10 a 12 €, come sarebbe anche più giusto. Non è tanto la misura esatta di questo aumento, ma quanto che ci sia un punto di riferimento che impedisca l'appalto al massimo ribasso, che impedisca la divisione tra i
Mentre nel mondo, in tutto il mondo,
da New York a Washington, da Berlino a Londra, da Istanbul alle
principali città del Pakistan, da Milano a Sidney, si stanno svolgendo manifestazioni di solidarietà a sostegno del popolo palestinese
e della sua lotta di liberazione; ... in Israele, dopo l’uso del fosforo bianco contro Gaza, dopo il
bombardamento su un mercato e le prime centinaia di morti, dopo la
distruzione della università islamica, dopo la decisione del governo di
tagliare acqua, luce e viveri alla popolazione di Gaza, qualificata al
livello di “animali umani” dal ministro israeliano della guerra; ecco
arrivare dalla deputata del Likud Tally Gotliv, una “giurista”,
l’invocazione, neppure tanto velata, della “soluzione finale”.
Bisogna fermare l’apocalittica
rappresaglia che si sta preparando in Israele e punta a realizzare un
massacro di massa senza precedenti, degno coronamento di 75 anni di
oppressione coloniale, razziale, di classe, di vero e proprio apartheid,
di sofferenze inenarrabili imposte ai palestinesi! In questo momento di
massima debolezza dello stato di Israele e dei suoi protettori
occidentali, tra cui l’Italia è sempre in prima fila, si deve levare
potente qui il grido di solidarietà di classe con le masse oppresse
palestinesi ed arabe – un grido che chiama allo schieramento attivo
contro il proprio governo e il proprio esercito quei settori della
società israeliana che non condividono questa prospettiva criminale.
Qui un altro messaggio della stessa deputata:
“Solo un’esplosione che scuoterà il Medio
Oriente ripristinerà la dignità, la forza e la sicurezza di questo
Paese! È tempo di pronunciare il giudizio finale. Sparare missili
potenti senza limiti. Non radere al suolo soltanto un quartiere.
Schiaccia e devasta Gaza. Altrimenti “Noi non avremo fatto nulla”. Con
bombe penetranti. Nessuna pietà! Nessuna pietà!”
In questi giorni, ore, i giornali vomitano pagine su pagine su quello che avviene in Palestina come se tutto fosse cominciato con l'attacco di sabato 7 ottobre (finalmente!) di settori della resistenza palestinese nel cuore di Israele, per riprendersi la loro terra, per mettere fine a un regime di prigione a cielo aperto sul loro territorio, per riprendersi una parte, o perlomeno, per dire a tutti coloro che l'hanno occupato, non ci sarà tregua finché non ci riprenderemo le nostre terre, il nostro diritto alla vita.
Sembra che tutto sia cominciato con l'attacco di Hamas e non con 75 anni di occupazione israeliana, 75 anni di vessazioni senza fine, in cui sono morte centinaia di migliaia di palestinesi direttamente per mano di Israele e dell'imperialismo, altre volte per effetto delle condizioni di vita invivibili che lo Stato di Israele ha creato per tutti i palestinesi, un popolo con 5 milioni di profughi che aspira a tornare sulla propria terra e che non vive neanche attualmente né a Gaza né in Cisgiordania, e chi vive a Gaza e Cisgiordania si misura quotidianamente con uno Stato che ha un solo paragone: gli Stati nazisti. U o Stato in cui i palestinesi sono considerati “bestie”. Uno dei rappresentanti del governo israeliano ha detto che i palestinesi sono “animali in veste umana”. Questo è il governo di Netanyahu, sono i suoi ministri che lo dicono, oltre che far parte della cultura storica, di un'ideologia reazionaria che si chiama sionismo, che somiglia in forme religiose in molti aspetti al nazismo, all'idea delle razze, dei popoli eletti, della religione che viene trasformata in legge di Stato, in ideologia di Stato, per cui se non sei ebreo, non sei cittadino. In nessuno dei regimi musulmani - che sicuramente sono reazionari e li combattiamo - esiste una Costituzione che dice che chi non è musulmano non è cittadino.
Quindi lo Stato d'Israele è il peggiore Stato al mondo, oltre che essere il più armato, dotato di nucleare e usato come gendarme dall'imperialismo, principalmente USA, contro tutte le masse, non solo palestinesi, ma di tutto il mondo arabo, il mondo musulmano, in cui l'imperialismo rapina, con la complicità delle classi dominanti, petrolio, risorse energetiche, e fa di quell'area un'area permanente di guerra, oppressione, in cui alla ricchezza strepitosa dei monarchi sauditi corrisponde la povertà estrema, la vita in prigioni a cielo aperto, come per i palestinesi.
La stampa ha riempito i suoi giornali della cosiddetta “strage dei bambini”. Si sono sprecati titoli, tutti i giornali, i direttori di questi giornali, Molinari della Repubblica, Sallusti del Giornale, il direttore del Corriere della Sera, di buona parte della stampa, hanno pubblicato delle menzogne, falsità le hanno messe, spiaccicate in prima pagina proprio per cercare di giustificare quella strage dei bambini che
Siamo incondizionatamente con la risposta del popolo
palestinese, lotta e resistenza armata e questa solidarietà deve esprimersi nelle nostre giornate di lotta.
Per noi il 20 ottobre è giornata nazionale di mobilitazione verso un
vero sciopero generale, che deve bloccare le fabbriche che ora non
siamo ancora in grado di farlo. Quindi è uno sciopero anche per
rafforzarsi.
Alla Tenaris Dalmine la Cisl già è in campo a sostegno dei padroni,
la uilm e la fiom portano avanti un falso movimento. Sulla sicurezza, vedi Brandizzo, non hanno emesso neanche un
comunicato. Per loro va bene il taglio del cuneo fiscale, quando invece servono
forti aumenti salariali.
Servono iniziative, scontro di classe, prima di tutto nelle fabbriche
contro padroni e il governo Meloni.
Questo governo non è uguale, non fa le stesse cose degli altri. Occupa e usa
il potere governativo e statale in forme moderno fasciste per schiacciare i proletari.
Sulle manifestazioni del 21, giornata contro la guerra imperialista in Ucraina,
chiamiamo a partecipare in particolare le avanguardie operaie,
proletarie che hanno chiaro cos'è questa guerra imperialista.
Dobbiamo lavorare nel tempo per uno sciopero nelle
fabbriche contro la guerra e il ruolo del nostro governo
imperialista che sta portando ad un enorme aumento delle spese
militari Occorrerebbero nuove forme di lotta in fabbrica.
La guerra imperialista si può combattere se i lavoratori prendono posizione e diventano protagonisti e dirigenti di questa battaglia.
Mercoledì 11 ottobre si è tenuta a piazza Foroni, nel quartiere Barriera di Milano a Torino, un presidio in sostegno alla resistenza palestinese e contro gli attacchi alla Striscia di Gaza. Il presidio è stato fatto in uno dei quartieri con più presenza di immigrati, soprattutto arabofoni, e questo è stato un elemento importante del presidio che poi si è sviluppato in corteo.
All'inizio c'erano poco più di 200 persone in presidio, con uno striscione che sosteneva la controffensiva all'occupante israeliano con scritto “la Palestina vive contro la controffensiva d'Israele”. Via via il presidio si è riempito e quindi ci si è potuti muovere in corteo. Un corteo che è girato andando sì verso il centro, ma continuando a girare nella zone e nei quartieri nord di Torino con più presenza di immigrati. Questo ha fatto sì che via via cambiasse in maniera netta la composizione del corteo che si è andato sempre più ingrandendo, è cambiata anche la componente anagrafica, è diventato un corteo estremamente più giovane, con i tanti che si sono aggregati durante il percorso, riempiendosi di immigrati delle seconde generazioni e di abitanti più in generale di questi quartieri. E questo è stato
proletari comunisti per quella giornata aderisce e partecipa anche alle manifestazioni di Pisa e Palermo e organizza una manifestazione a Taranto - allegata locandina nazionale
Uniamo le nostre forze contro le loro guerre. Sabato 21 ottobre corteo base militare di Ghedi (BS)
UNIAMO LE NOSTRE FORZE CONTRO LE LORO GUERRE
SABATO 21 OTTOBRE CORTEO A GHEDI
Concentramento piazza Roma ore 14.00, Ghedi (BS) - Comizio conclusivo: piazzale di ingresso della base.
Nuove adesioni alla manifestazione di Ghedi:
Comitato 23 settembre, Potere al Popolo, Fronte della
gioventù comunista, Fronte comunista, Collettivo Occhio di classe, FIR,
IMA (International Migrants Alliance), USB Brescia., Proletari comunisti
Prime adesioni:
Brescia anticapitalista, Collettivo NN Brescia, Collettivo
Linea Rossa della bassa bresciana, Centro di documentazione contro la
guerra, Milano, Comitato internazionalista, Como, Comitato permanente
contro le guerre e il razzismo, Marghera, Controtendenza Piacenza,
Controvento, Laboratorio politico Iskra, Movimento di lotta per il
lavoro 7 novembre, Napoli, Plat Bologna, Rete dei comitati e dei
collettivi di lotta Roma e Viterbo, SI Cobas, Tendenza internazionalista
rivoluzionaria
Controinformazione,
perché le cose che diciamo non sono quelle che si leggono nei
normali giornali di informazione. Molto spesso dobbiamo fare addirittura
informazione, visto che la gran massa dei lavoratori viene tenuta
all'oscuro dalla stampa, dalla televisione, e anche dalle loro
associazioni e sindacati, di molti fatti che avvengono e che per la
grande stampa e televisioni risultano inesistenti o non successi o
quando ne parlano, li deformano.
Rossoperaia, perché
il rosso è il colore della lotta, e quindi uno strumento che vuole
informare e controinformare non può che essere uno strumento che fa
appello alla lotta, perché è la lotta che cambia le cose. Si sa, le
parole sono importanti, ma quando si uniscono all'azione dei proletari e delle masse che pesano. Diciamo lotta nella forma più scientifica di lotta di classe, ma ogni lotta fatta da lavoratori precari e
disoccupati è in generale uno strumento che mette in discussione le
verità rivelate, che poi sono le grandi menzogne della stampa dei
padroni. Negli anni ‘70 grande attività fu fatta dalle
organizzazioni studentesche e dei lavoratori e dalle loro
organizzazioni di orientamento comunista, rivoluzionario, contro la
grande stampa, e si può dire che la lotta contro la stampa è parte
della lotta contro lo Stato e il sistema ed è parte di quella
battaglia per un vero cambiamento che ci ostiniamo a chiamare
Rivoluzione proletaria e popolare.
Trattenere
chi chiede protezione senza effettuare una valutazione su base
individuale e chiedendo una garanzia economica come alternativa alla
detenzione è illegittimo. Lo afferma il Tribunale di Catania alla luce
della giurisprudenza e della normativa europea e dell’art. 10 della
Costituzione italiana.
Si
tratta di una delle prime applicazioni delle norme introdotte in Italia
nei giorni scorsi, di cui viene confermata la mancata coerenza ai
principi statuiti dalla nostra Costituzione e dalla Direttiva UE 2013, come già denunciato dall’ASGI e da diverse associazioni ed esponenti della società civile.
In primo luogo la Giudice ha ricordato che la normativa interna in
vigore da una settimana, sulla
Mentre in tutt’Italia, soprattutto grazie alla pronta
iniziativa dei collettivi studenteschi e di forze realmente solidali con il
popolo palestinese, si è cominciati a scendere in piazza a sostegno della
resistenza palestinese e contro l’indegna campagna dello Stato sionista di
Israele, appoggiata da tutti gli Stati imperialisti, Biden e Meloni in testa, che
criminalizza il popolo palestinese e sostiene, quasi incita, il regime di Netanyahu e gli estremisti
di destra israeliani a procedere con bombardamenti e massacri di un intero
popolo, puntando alla cacciata della popolazione dall’intera striscia di Gaza e
al suo annientamento, ai limiti del genocidio;
mentre a Bari i collettivi studenteschi, Osa e Cambiare
rotta chiamano a manifestare, nella giornata di sabato 16 ottobre;
viene promossa nella stessa giornata una manifestazione
regionale che non esitiamo a definire una sorta di “contromanifestazione”,
fatta da forze che almeno a parole pensavamo essere al fianco del popolo
palestinese.
Ma l’appello partorito da queste forze dimostra che non è affatto
così.
Nell’appello scrivono: “Fermiamo la violenza e
riprendiamo in mano la pace”. Perfino il papa ha detto cose differenti… Parlare
di fermare ogni violenza, in una situazione in cui lo Stato sionista e gli imperialisti
da 75 anni hanno edificato sul sopruso e la violenza un’occupazione e un
dominio di un intero popolo, è davvero il massimo dell’ipocrisia e dell’equidistanza,
non
[COMUNICATO] Israele semina guerra e raccoglie tempesta… Oggi come ieri, al fianco della resistenza del popolo palestinese
Ottobre 10, 20230
L’offensiva a sorpresa condotta in queste ore dalla resistenza
palestinese nei territori occupati da Israele in prossimità della
striscia di Gaza non ha precedenti in quasi un secolo di conflitto che
insanguina quei territori.
Per quanto inattesa nelle forme e nelle dimensioni, questa imponente e
spettacolare rivolta è tutt’altro che “incomprensibile” e men che meno
“ingiustificata”… come vorrebbero farci crede i media occidentali proni
al regime sionista.
In questi ultimi anni, l’occupazione unilaterale e arbitraria dei
territori palestinesi, che dura ininterrottamente dal 1948 – a dispetto
delle innumerevoli risoluzioni, accordi e raccomandazioni della stessa
comunità internazionale e in barba agli stessi ambigui accordi di Oslo
del lontano 1992 – lungi
"Trattenuti e trattamenti", l'erosione del diritto
È la storia di un’emergenza permanente quella ricostruita e raccontata dall’interno da Matteo Buffa, nel libro Trattenuti e trattamenti. Esistenze e spazi nella nemesi del diritto (ombre corte, pp. 333, euro 25). Ed è anche il resoconto di un’erosione progressiva dello stato di diritto operata dalle stesse istituzioni che, invece, dovrebbero sostenerlo e rafforzarlo. Al tempo stesso, è un libro che entra nei luoghi, che mostra, anche attraverso le vicende e i resoconti di una serie di diretti protagonisti, che cosa accade nei centri per i rimpatri e in altri centri di trattenimento degli stranieri...
...la prima parte è quella che guarda ai trattenuti: due capitoli in cui si mostra come sia stata prodotta una specifica umanità, quella caratterizzata da una «visibile invisibilità», rinchiusa in «spazi di esclusione globale tra penale e non penale». Persone straniere costrette in una condizione di detenzione, in «luoghi privi di uno statuto giuridico di riferimento chiaro», «dove, tra l’altro, le persone diventano cose», secondo quanto scrive Mauro Palma, presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, nella prefazione al testo.
La seconda parte è quella che si concentra sui trattenimenti. Essa viene sviluppata in due capitoli, nei quali si ricostruiscono la storia normativa e politica dei vari centri di trattenimento implementati in
Alcunə giovani di Livorno sono stati violentemente repressi per aver
mostrato una bandiera e aver gridato “Palestina libera e indipendente”
davanti al presidio pro-Israele, convocato dall’associazione Italia
Israele Livorno.
Lə giovani hanno espresso il loro dissenso contro la posizione presa
dall’Amministrazione e soprattutto contro il revisionismo storico
sionista. Hanno esposto due striscioni uno che menzionava il confronto
tra i civili uccisi in Palestina e quelli in Israele tra il 2008 e il
2020, l’altro titolava “Né con Israele né con Hamas: Palestina libera e
indipendente”. Le forze dell’ordine hanno imposto di togliere gli
striscioni e le bandiere palestinesi mentre il presidio pro-Israele ha
inneggiato insulti razzisti. Le forze di polizia hanno aggredito lə
studenti e alcunə sono statə portati in questura.
"Giovedì 12 ottobre alcuni militanti hanno partecipato a un presidio
autonomo in contrapposizione alla manifestazione sionista Pro-Isreale.
La repressione razzista è stata inizialmente verbale da parte delle
forze dell’ordine e di alcuni membri dell’organizzazione Italia Israele,
il tutto è sfociato in un tentativo di repressione fisica dove al
solito abbiamo assistito ad abusi di potere violenti. Abbiamo bisogno di massima condivisione, sostegno, e denuncia del
fatto. Questa non è Livorno, questi comportamenti non ci rappresentano".
Apprendiamo dal Corriere Fiorentino (ed regionale del Corriere della Sera) del 8 ottobre che la sera del 7 ottobre il cosiddetto «coordinamento delle forze di polizia presieduta dal Prefetto Francesca Ferrandino» ha stabilito di aumentare la sorveglianza sugli «obiettivi israeliani sensibili» in città.
A l coordinamento erano presenti anche «il
console onorario di Israele, il presidente della Comunità ebraica di
Firenze e il responsabile alla sicurezza della Comunità ebraica di
Firenze».
Il sindaco Dario Nardella, e non c’era da dubitarne, ha dichiarato che loro sono «vicini al popolo israeliano». Ha detto anche che «Questi attacchi rappresentano una pericolosa escalation del conflitto israelo-palestinese».
Ha detto la sua anche il console onorario di Israele per Toscana, Emilia e Lombardia, a suo tempo generoso mecenate di Matteo Renzi, quel Marco Carrai – per poco, nel 2016, proprio grazie ai legami
Il presidente de Les Republicans, Éric Ciotti, chiede che venga tolta l’immunità parlamentare ai deputati insoumis per le loro posizioni politiche, mentre il senatore Stéphane Le Rudulier arriva a reclamare espressamente lo scioglimento de La France Insoumise per “apologia di terrorismo”.
Qualche giorno fa, il ministro degli Interni Gérald Darmanin ha annunciato che il Nouveau parti anticapitaliste (NPA) è indagato per apologia di terrorismo per il comunicato in cui ribadiva il suo “sostegno ai palestinesi e ai mezzi di resistenza che hanno scelto”.
Si
tratta di un “salto qualitativo” nella strategia di repressione del
dissenso politico e sociale da parte del
“L'ULTIMO GIORNO D'OCCUPAZIONE SARA' IL PRIMO GIORNO DI PACE"
Marwan Barghouti prigioniero politico palestinese
SABATO 14 ottobre ore 15,30 tutt@
concentramento in Piazza Duca d'Aosta
per il diritto all'esistenza, alla resistenza e all'autodeterminazione del popolo palestinese.
PALESTINA LIBERA - BASTA OCCUPAZIONE MILITARE SIONISTA!
Quello che segue non è un semplice volantino e anzi abbiamo lavorato a queste riflessioni con il presupposto di evitare slogan o semplificazioni.
Abbiamo messo da parte la rabbia che proviamo per utilizzare invece un linguaggio e ragionamenti il più possibile comprensibili.
La spinta maggiore, infatti, proprio in questo momento così difficile dal punto di vista della criminalizzazione del popolo Palestinese, è stata quella di motivare il più possibile la nostra solidarietà e sostenere la nostra decisa scelta di campo.
Non ci vogliamo girare intorno e vogliamo dire chiaramente che la guerra è tragicamente sempre un fatto orribile con un carico di disumanità insopportabile. Siamo, da sabato scorso, subissati e intossicati, per 24 ore al giorno dalle foto di cadaveri israeliani, immagini di naturale disperazione e accorate interviste intrise di paura e dolore per le perdite subite.
Noi lo comprendiamo e ne siamo umanamente colpiti ma proviamo anche un moto di rabbia nel vedere santificato un ufficiale israeliano che si lamenta di morti civili e, nello stesso momento, ci chiediamo come mai nessuno di questi media si ponga una domanda sul perché di tutto questo.
Un doveroso e razionale interrogarsi sulle cause strutturali di questo conflitto uscendo dalla ipocrita e strumentale reazione di chi fa finta di cadere dalle nuvole come se tutto questo, questa guerra, fosse iniziata sabato 7 ottobre e se fossimo all' "anno zero" e che ancora
20 ottobre - Lo Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto aderisce allo sciopero generale di Acciaierie d'Italia e Appalto su una propria piattaforma.
Una delegazione partecipa autonomamente alla manifestazione nazionale di Roma.
Agli operai serve uno sciopero e una lotta autonoma, prolungata e generale, su una propria
piattaforma contro Acciaierie di Morselli, governo e padroni e padroncini dell’appalto per
la difesa del lavoro, del salario, condizioni di lavoro e sicurezza, per il contratto unico
metalmeccanico con clausola sociale nell’appalto.
Questa lotta deve essere dura, vera, organizzata per ottenere risultati concreti, immediati
e in prospettiva. La lotta deve essere per la piattaforma operaia, approvata e sostenuta dalle
assemblee generali dei lavoratori .
Lo Slai cobas aveva già lanciato lo sciopero per il 20 ottobre inserito nello sciopero
nazionale indetto dai sindacati di base per forti aumenti salariali, lavoro stabile e sicuro,
salario minimo garantito, salute e sicurezza...
*****
La piattaforma operaia presentata dallo Slai cobas e firmata da 600 operai di Acciaierie e appalto
Integrazione alla indennità di Cig per tutti Nessun esubero - Rientro dei cassintegrati AS Contratto unico metalmeccanico con clausola sociale nell'appalto Ambientalizzazione della fabbrica con utilizzo degli operai in Cigs Prepensionamenti, utilizzando tutti gli strumenti
(amianto, lavori usauranti) anche come risarcimento
per l’attacco alla salute - 25 anni bastano Postazione ispettiva permanente per salute e sicurezza
SLAI COBAS per il sindacato di classe
WA 3519575628 - slaicobasta@gmail.com -
Taranto via Livio Andronico, 47
L'Etat imperialiste et le gouvernement Macron/Darmanin apres la repression des travailleurs en lutte contre la reforme des retraite, apres l'Etat de la violence de la police contre la revolte des jeunes dans le quartier populaires, veut interdire les manifestations propalestioniennes
Gérald Darmanin demande l’interdiction de toutes les « manifestations propalestiniennes », dans un télégramme adressé aux préfets
Les autorités redoutent plus que jamais l’émergence de tensions liées au conflit en France. En cinq jours, la plate-forme Pharos a enregistré le quart des signalements pour provocations à la discrimination raciale, ethnique ou religieuse enregistrés pour l’ensemble de l’année 2022.
Jeudi 12 octobre, dans un télégramme adressé à l’ensemble des préfets, le ministre de l’intérieur, Gérald
Bisogna avere una mente devastata da un
odio feroce per ogni forma di vita, essere marci fino alle midolla, per
concepire senza impazzire l’idea della decapitazione di bambini, fatta
per giunta in serie. Ebbene, per screditare e demonizzare l’irruzione
armata di militanti della resistenza palestinese in 18 residenze di
coloni israeliani al confine con la striscia di Gaza, è stata spacciata,
anzi: gridata in tutto il mondo, prima dal ministro degli esteri di
Israele e poi da Biden, proprio la notizia della decapitazione di 40
bambini israeliani che sarebbe avvenuta nel kibbutz Kfar Aza – la
notizia è stata diffusa dalla giornalista Nicole Zedeck sul canale
televisivo i24News, notoriamente un megafono del governo Netanyahu. La
fonte? La fonte di costei sarebbero stati dei soldati che avrebbero
visto “bambini con le teste mozzate”. In realtà si è trattato di un
soldato della riserva, infine identificato: tale David Ben Zion, leader
dell’ala oltranzista dei coloni, che incita alla pulizia etnica contro i
palestinesi e a farli fuori “senza pietà” (parole sue). Se volete
vederne la faccia sorridente e avere qualche altra informazione su
questo brav’uomo e sulle sue attività umanitarie, andate qui:
Secondo altri giornalisti la fonte sarebbe
stata invece l’organizzazione Zaka, composta di volontari
(ultrasionisti, si capisce, ma è un puro dettaglio, eh) che si occupa
della sepoltura degli israeliani morti per mano dei “terroristi”
palestinesi, secondo le regole della religione ebraica.
Fatto
sta che, inevitabilmente, è cominciato il “tour” dei giornalisti
israeliani sui luoghi dell’orrore – un “tour” del genere non si
prenderanno mai la briga di farlo a Gaza o a Jenin, dove abitano solo
“animali con sembianze umane” secondo l’espressione di stampo nazista
del ministro israeliano Yoav Gallant. Ebbene in questo “tour” hanno
visto corpi di uccisi, sia coloni che palestinesi, ma nessuna traccia di
bambini decapitati.
Questo, per esempio, è un giornalista
israeliano che dice di non avere visto nulla del genere [nella visita al
kibbutz Kfar Aza], e ammette che portavoce e comandanti dell’esercito
con loro, con i giornalisti andati lì in pellegrinaggio, non hanno fatto
alcun riferimento all’efferato delitto – inesistente, ma spacciato come vero.
Ancora più importante è la smentita ufficiale
dell’esercito israeliano all’agenzia di stampa turca Anadolou –
attenzione!, l’agenzia di stampa ufficiale del governo, obbligata,
quindi, a misurare le informazioni che dà quando sono in causa stati e
governi amici, o piuttosto amici, della Turchia com’è nel caso di
Israele – che aveva posto espressamente questo interrogativo ai comandi
dell’esercito di Israele. Con l’odiosa ipocrisia propria delle
comunicazioni ufficiali borghesi, specie di quelle militari, una
portavoce dell’esercito ha dichiarato: “Abbiamo visto la notizia, ma non
abbiamo alcun dettaglio o conferma su questo”. Chiaro, no? Si tratta di un falso totale.
Dunque, tutto falso. Nonostante questo,
non solo i titoli dei giornali della destra (“Decapitano i bambini”, è
stato il minimo), anche esponenti della cosiddetta sinistra, incluso
l’ANPI, si sono fatti immediati amplificatori di questa menzogna di
guerra. Quando si dice: l’islamofobia – un veleno contro cui siamo stati tra i pochissimi a mettere in guardia!
La cosa che più sconcerta, però, è vedere
che anche compagni/e che stimiamo hanno mostrato di essere scoperti/e da
questo lato, molto scoperti. Ci interrogano su cosa pensiamo di Hamas,
dell’Iran, etc. – temi su cui ci siamo già espressi con chiarezza ai
tempi in cui furoreggiava la guerra all’Isis e l’essere Charlie Hebdo (noi non siamo Charlie Hebdo!,
seppur senza aver nulla a che spartire con l’ideologia, la politica, la
pratica islamiste in tutte le loro forme, dalle più moderate alle più
estreme). Torneremo a farlo, visto che ci si deve occupare anche del
quadro geo-politico degli attuali avvenimenti di Palestina, d’accordo;
questo è giusto per completare la nostra analisi e ragionare su come i
diversi poteri capitalistici dell’area (e non) cercano di usare ai
propri fini, tutt’altro che liberatori per gli oppressi, l’eroica
capacità di resistere e di battersi dei palestinesi. E, come sempre, la
nostra analisi non farà sconti a nessuno. Ma anzitutto, ora!, si tratta di prendere posizione, una posizione non semplicemente chiara, adamantina, su da che parte stare
tra lo stato colonialista e razzista di Israele che si prepara ad un
pogrom cento volte più sanguinario di Sabra e Chatila, con l’avallo e
l’aiuto di tutti i governi occidentali, a cominciare dal “nostro” infame
governo Meloni, e le masse palestinesi di Gaza e di altrove che si
difenderanno come potranno. Noi detestiamo i ciarlatani imbevuti di
occidentalismo, proni al pensiero mainstream del “Fuck Israel, Fuck
Hamas”, non meno dei mascalzoni che scambiano Putin per Lenin. E non
abbiamo nessuna esitazione nel ribadire il nostro pieno sostegno alla
causa della liberazione nazionale e sociale delle masse oppresse
palestinesi dallo stato colonialista e stragista di Israele, e da tutti i
loro nemici, inclusi gli oppressori arabi e i collaborazionisti
palestinesi. Il vero internazionalismo è questo!
Post-scriptum
Per buon peso, ecco la smentita del Los Angeles Times sullo stupro di donne dei kibbutz
The Los Angeles Times retracts rape allegations against Palestinian freedom fighters, concluding that such reports have not been substantiated
– cioè queste informazioni che avete letto su questo giornale non sono
state confermate. Intanto, però, facendo con il massimo scrupolo il loro
mestiere, le hanno sparate in grande evidenza, poi procedono ad una
non-convalida così in piccolo che ci vuole la lente di ingrandimento per
accorgersene. L’inquinamento delle menti è fatto – evviva il
giornalismo di guerra!
Riportiamo dall'agenzia AGI alcune cronache, che smentiscono le false notizie, amplificazioni di giornali e TV che stanno dalla parte di Israele. Coloro che propagandano queste notizie non sono giornalisti, ma servi al servizio di Israele e dell'imperialismo.
*****
L'annuncio di Hamas, liberati i primi ostaggi. Netanyahu, "Ogni membro dell'organizzazione è un uomo morto". Le forze israeliane continuano a martellare la Striscia con raid aeri: oltre cento nella notte, colpite l'università e 16 scuole. Israele circonda Gaza con 300.000 soldati
L'esercito israeliano non conferma la notizia sui bambini decapitati da Hamas.L'esercito israeliano non ha informazioni che confermino il fatto che Hamas abbia decapitato bambini: lo ha detto un portavoce dell'esercito israeliano all'agenzia turca Anadolou.
Ore 23:59 Hamas ha liberato una donna e i suoi due bambini, i primi ostaggi a tornare in libertà. Lo ha dichiarato lo stesso movimento islamista. "Una donna israeliana e i suoi due bambini sono stati liberati dopo essere stati catturati durante gli scontri dei giorni scorsi.
Ore 22:15 Netanyahu, ogni membro di Hamas è un uomo morto. In occasione dell'annuncio ufficiale della formazione di un governo di emergenza con l'opposizione, Netanyahu ha definito "fondamentale" il sostegno degli Stati Uniti.
Ore 21:54 media, Zelensky programma una visita di solidarietà in Israele. Oggi a Bruxelles il presidente ucraino aveva detto "Siamo in uno stato di guerra e sappiamo cosa significa essere sotto un attacco terroristico. Raccomando ai leader mondiali di volare in Israele e sostenere le persone che hanno subito un attacco terroristico"
Ore 19:44 I soldati israeliani morti per gli attacchi di Hamas sono finora 189. Lo scrive 'Times of Israel' che cita le Forze Armate. Ore 19:32 Almeno 1.100 persone sono state uccise e 5.339 ferite a Gaza da sabato. Lo ha detto questa sera il Ministero della Salute palestinese.
Il Ministero della Salute ha anche avvertito che le interruzioni di elettricita' porteranno alla sospensione dei servizi di laboratorio e delle banche del sangue in almeno 58 centri, minacciando la vita di migliaia di persone che hanno bisogno di cure. Israele ha anche ordinato un "assedio completo" sull'enclave, tra cui l'interruzione delle forniture di elettricita', cibo, acqua e carburante.
Ore 16:10 L'ospedale di Ashkelon colpito da un razzo di Hamas - Un ospedale di Ashkelon, nel sud di Israele, è stato colpito da un razzo sparato da Gaza, enclave palestinese controllata dal movimento islamista palestinese Hamas, secondo un comunicato dell'ospedale. "Un razzo ha colpito direttamente il Centro di sviluppo infantile", un edificio appartenente all'ospedale Barzilai, si legge nel comunicato. Una portavoce ha dichiarato che "il centro è stato danneggiato ma non ci sono stati feriti".
Ore 15:54 Anadolu, accuse a Israele, usa fosforo bianco - L'esercito israeliano ha utilizzato bombe al
Il Min. Valditara - che ha minacciato ispezioni nei licei Setti Carraro e Manzoni di Milano e denunce alla Procura della Repubblica per odio razziale, fino ad auspicare che gli studenti che giustamente e legittimamente si mobilitano e manifestino il loro pensiero di appoggio alla resistenza del popolo palestinese e di condanna di Israel, vadano in prigione - ha avuto come risposta l'estensione della mobilitazione di scuole in tutta Italia, dal nord al sud.
Alle minacce di Valditara gli studenti di Milano hanno risposto: "le violenze e i bombardamenti che i palestinesi subiscono da decenni vengono troppo spesso ignorati dalla stampa occidentale”.
Il Collettivo autorganizzato universitario ha esposto su Palazzo Giusso, sede dell’Università L’Orientale di Napoli, la bandiera della Palestina, scrivendo: “Mostrare la bandiera palestinese dall’Università è un modo per riaccendere il dibattito e far luce sulle cause reali di ciò che sta accadendo in Palestina da più di 75 anni e denunciare l’opera di pulizia etnica e occupazione militare posta in essere da Israele”.
Studenti dell'Osa hanno scritto: "Apprendiamo che il ministro Valditara vorrebbe perseguire legalmente e vedere finire in prigione i membri dei "collettivi studenteschi che inneggiano Hamas". Le dichiarazioni di Valditara sono false e pretestuose e dimostrano la volontà di attaccare e criminalizzare chi denuncia i crimini di Israele ed è per la libertà della Palestina... Osa denuncia i tentativi repressivi del Ministro Valditara, ribadisce che terrorista è Israele e che si batterà nelle scuole per la libertà della Palestina. Dichiariamo per questa settimana l'agitazione studentesca nelle scuole di tutta Italia in solidarietà al popolo palestinese", aggiungono gli studenti.
A Torino ieri si sono mobilitati in centinaia. Lo stesso a Palermo. Sabato a Bari gli studenti hanno chiamato ad una manifestazione, respingendo i tentativi di negarla, ecc, ecc. via via in tutte le città.
Questa di Valditara è in realtà una reazione isterica, perchè Valditara e il suo governo sanno bene che la maggioranza dei giovani, studenti, come dei lavoratori e masse popolari italiane, sono dalla parte dei palestinesi che per decenni sono stati oppressi, assediati, imprigionati, case bombardate e rase al suolo, negata la terra, la circolazione, massacrati, con migliaia e migliaia di ragazzi, bambini palestinesi uccisi.
Per questi "esaltati di Israele" sarebbero da denunciare e imprigionare gli studenti che hanno
Protesta ieri pomeriggio a Palermo dei precari Coop Sociali a Palazzo Comitini
Uno schieramento di polizia tra agenti e camionette esagerato a difesa del palazzo ma le precarie e i precari hanno manifestato combattivi denunciando la politica repressiva dei governi dal nazionale Meloni ai locali contro chi lotta per diritti basilari come il lavoro
La manifestazione si è aperta con un megafonaggio solidale al popolo e a tutti i lavoratori, donne della Palestina che resistono e lottano più che giustamente contro il regine nazisionista di Israele.
Per tutta la manifestazione si è tenuta la bandiera palestinese che peraltro ha suscitato diversi momenti di condivisione da parte di immigrati e giovani che si sono avvicinati ai precari in lotta
La digos durante il comizio in solidarietà al popolo palestinese ha filmato tutto il tempo i precari che hanno rimandato al mittente i tentativi di intimidire esprimendo solidarietà di classe
La lotta continua... assemblea pubblica lunedì 16 in vista dello sciopero del 20 e della manifestazione contro la guerra del 21 e nuova iniziativa martedì.
"Migranti nel Cpr di Pozzallo, altri 4 trattenimenti non convalidati dalla giudice Apostolico Scatta il secondo provvedimento del magistrato contro la decisione di non far sbarcare i profughi. Domenica non erano stati convalidati altri sei ordini di permanenza. Il ministro dell'Interno Piantedosi: "valuteremo e impugneremo i nuovi provvedimenti". In uno dei quattro provvedimenti che negano la convalida del trattenimento, Apostolico scrive: "Il richiedente non può essere trattenuto al solo fine di esaminare la sua domanda e, come già affermato da precedenti decisioni di questo Tribunale, il trattenimento di un richiedente protezione internazionale per le direttive europee, costituendo una misura di privazione della libertà personale, è legittimamente realizzabile soltanto in presenza delle condizioni giustificative previste dalla legge". E ancora, Apostolico rileva che la norma del decreto Cutro che prevede il pagamento di una somma a garanzia come mezzo per evitare il trattenimento è "incompatibile con la direttiva Ue del 2013", come interpretata dalla giurisprudenza, secondo cui "il trattenimento può avere luogo soltanto ove necessario, sulla base di una valutazione caso per caso, salvo che non siano applicabili efficacemente misure alternative meno coercitive".
Noi ribadiamo la solidarietà alla magistrata Apostolico di Catania.
Le misure varate col decreto Cutro sono in larga parte anche in violazione di diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione.
La campagna scatenata da Salvini e dal suo governo, dai suoi organi di stampa contro la magistrata è parte della campagna fascista, razzista con cui questo governo vuole imporre una dittatura aperta, che utilizza anche la questione dei migranti per estenderla a tutti i campi della società, e in particolare l'attacco alla magistratura è una delle caratteristiche fondamentali di questo governo e riguarda anche tutti i magistrati che emettono condanne per i reati di corruzione politica, corruzione economica, per non parlare di tutti quei reati che attaccano le condizioni dei lavoratori.
Il presidio di martedì 10 ottobre a Milano voluto dai giovani palestinesi è stato giusto farlo subito e come si vede dai Video1 ha portato come risultato una bella manifestazione di piazza anche grossa che è stata positiva sia perchè ha permesso di cominciare ad alimentare la voce della resistenza palestinese anche nel nostro paese contro tutti quelli che la vorrebbero zittire, sia per condividere gli elementi di denuncia anche contro il governo Meloni, sostenitore della politica genocida di Netanyahu, che in questi giorni tramite il ministro dell’istruzione Valditara ha invocato l’intervento della polizia e la galera contro gli studenti e i collettivi che nelle scuole esprimevano la solidarietà al popolo palestinese (come liceo Manzoni e altri).
E' un punto centrale anche per le prossime manifestazioni come quella che si terrà sabato 14 a Milano, perchè la repressione del governo imperialista italiano, è al servizio del governo israeliano, nel tentativo di frenare la nascita di un forte movimento di solidarietà internazionalista in Italia, e usa la propaganda della maggioranza e dei media di regime, per stravolgere la realtà tra oppressi e oppressori, osando infangare la giusta resistenza palestinese, usando strumentalmente le donne (vedi sotto video NS intervento)
Dal presidio parte anche la provocazione al ministro dell’Istruzione Valditara agli studenti, che in risposta fanno appello: «Mettete bandiere palestinesi ai balconi, non è reato»
Ieri il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara ha condannato con fermezza le dichiarazioni pro-Hamas apparse sui social da parte di due collettivi studenteschi milanesi, tra cui il gruppo “Curva Manzoni Antifa” del liceo Manzoni che aveva esultato sui propri canali scrivendo: «Quant’è bello quando brucia Tel Aviv». Per questo motivo, il ministro ha disposto ufficialmente l’invio di ispettori nelle scuole dove è stata esaltata la strage di civili israeliani. Una decisione da cui i manifestanti di oggi prendono le distanze e a cui fanno seguire anche una chiara richiesta: «Esponete alle finestre e ai balconi la bandiera palestinese, non è un reato come vuole far credere il ministro dell’Istruzione che manda ispettori nelle scuole dove i ragazzi solidarizzano con la Palestina».