sabato 11 febbraio 2023

pc 11 febbraio: I 100 giorni del governo Meloni e il nostro che fare


Il bilancio dei 100 giorni del governo Meloni mostra cosa è questo governo, la sua continuita' con i governi precedenti, e in particolare col governo Draghi e la sua specificita', differenza.

Sulla guerra le armi inviate, i fondi stanziati e sottratti alla sanita', alla scuola, al lavoro, ai sostegni sociali sono arrivati a cifre altissime; Draghi sicuramente aveva iniziato, ma il governo Meloni nella sua misera smania di mostrarsi fedele e più "realista del re" verso gli Usa/Nato e di non farsi mettere da parte dagli altri paesi in Europa, è andata avanti come un treno, Alle armi ci ha aggiunto il segno identitario fascista arrivando a proporre l'addestramento all'uso delle armi nelle scuole e La Russa il ripristino della leva obbligatoria;

Meloni e suoi ministri, in primis Crosetto, sono diventati dei viaggiatori/piazzisti indefessi, per scambiare armi, sostegno ai regimi, come la Libia, e le vite dei migrati con affari, e profitti nel nord Africa, soprattutto per l'ENI.

In economia c'è stata continuità nello scaricamento della crisi economica, degli effetti della guerra imperialista in Ucraina e crisi energetica sui proletari e le masse popolari, con ulteriori attacchi sui salari, condizioni di lavoro, posti di lavoro e disoccupazione, scuola, sanità, servizi sociali; continuita' nel dare soldi, miliardi alle aziende, soprattutto alle grandi e medie, mentre queste continuano a mettere in cassintegrazione, a licenziare, a sfruttare al massimo la vita, i corpi degli operai e delle operaie, e mentre i salari non bastano neanche per le necessita' vitali, e aumentano i nuovi poveri. 
Ma questo governo è andato chiaramente oltre: riducendo al massimo la miseria del Reddito di cittadinanza, attaccando volgarmente i disoccupati, i poveri, e liberalizzando ogni peggioramento dei rapporti di lavoro voluto e fatto dai padroni 

Ma la caratteristica di questo governo non è l’economia, ma sono le azioni, le concezioni da moderno fascismo. 

Se la Meloni deve ogni tanto" trattenersi" (ma fino ad un certo punto) per il suo ruolo istituzionale

pc 11 febbraio - Elezione regionali nella Lombardia fabbrica di armi e sede dell'arsenale Nato

La Lombardia della borghesia imperialista quella della pandemia trasformata in strage, della crisi dove aumentano i profitti e le persone sotto la soglia di povertà, che ora si aggrava con l’economia di guerra scaricata sui proletari con lavoro precario, morti sul lavoro, sanità privata, aumento dello sfruttamento e del caporalato, inquinamento e devastazione del territorio.

Con Fontana/Salvini che annunciano pure la possibilità di una centrale nucleare per dare energia e difendere l’economia dei padroni.

Mentre il PD da un lato difende l’invio di armi del governo Meloni come “dolorosa necessità” e dall’altro parla di aprire una via diplomatica usata come propaganda elettorale per la ricostruzione.

Nonostante quanto affermano le belle anime ex Cgil come Mario Agostinelli (porto Alegre-social forum), non è con il voto a Majorino che si mette un granello nell’ingranaggio della guerra e secondo noi neanche Unione popolare con la sua candidata alle regionali Ghidorzi che si professa "Radicale, ma non ideologica”, quando il problema è proprio ideologico: anche perchè non ci può essere pace e giustizia sociale senza “distruggere le classi ed edificare il socialismo” e quindi senza la guerra degli oppressi contro gli oppressori, per cui il problema non è solo no alla Nato. 

Il problema non è la difesa o il miglioramento del sistema "democratico" Europeo ma la mobilitazione operaia e popolare contro il governo della guerra che difende gli interessi dei padroni imperialisti italiani, Leonardo, Eni, etc.

Per questo serve rafforzare la strada per un fronte unico di classe contro guerra e carovita, alternativo alle illusioni riformiste, pacifiste e elettorali. Ne parliamo sabato all’assemblea proletaria Anticapitalista del 18 febbraio a Roma.

Dalla stampa:

L'Ucraina, l'Europa e la lobby degli armamenti di Pierfrancesco Majorino

Credo si debba insistere sulla strada politica e diplomatica come quel tentativo esplicitamente “disperato” per guadagnare una tregua, avviare un processo di pace e procedere, un giorno, verso la ricostruzione

La guerra di Putin sta producendo morte e distruzione. L’invasione a cui si assiste è molto di più un

pc 11 febbraio: Borgo Mezzanone: "Sappiamo chi è Stato...". Comunicati del Comitato Lavoratori delle Campagne


Ennesimo incendio a Borgo Mezzanone

Dopo la morte di Queen e Ibrahim la notte del 23 gennaio, giorni fa a Borgo Mezzanone è divampato un incendio che ha distrutto una baracca. Nonostante gli abitanti dell'ex pista abbiano chiamato i soccorsi, questi non sono mai arrivati. La persona che ci viveva ha perso la casa e i documenti che lì custodiva ed è attualmente in ospedale perché si è bruciata la mano e ferita una parte del volto. Questa è la quotidianità per chi vive in queste condizioni, soprattutto in inverno dove nell'insediamento di Borgo Mezzanone l'elettricità salta ogni due ore ed è impossibile trovare un modo per scaldarsi. Ma questo è noto a tutti da un po', nonostante le sfilate istituzionali e para-istituzionali arrivino soltanto quando ci scappa il morto. 

La soluzione perché nessuno viva e muoia in queste condizioni è permettere che tutt abbiano i documenti e di conseguenza possano anche avere una casa. Non è difficile capirlo, e chi silenzia e reprime le lotte di chi chiede questo da anni è complice di questo sistema di morte e sfruttamento. Adesso basta

Comitato Lavoratori delle Campagne

Borgo Mezzanone: Sappiamo chi è Stato, giù le mani da chi vive nei ghetti.

Come sempre accade in questi casi, le prime reazioni alla notizia dell’ennesima morte in un ghetto sono

pc 11 febbraio: Dalla ex Fca di Pomigliano una buona notizia

 ANNULLATI I TRASFERIMENTI DI 316 OPERAI, IN PREVALENZA ISCRITTI SLAI COBAS, NEL REPARTO CONFINO DI NOLA



pc 11 febbraio: Il Governo Meloni precarizza il lavoro: liberalizzazioni dei contratti a termine e straordinari non pagati

Da Assembleaproletariaanticapitalista 

febbraio 11, 2023

 delegati e lavoratori indipendenti Pisa

Il Governo Meloni, passato il Festival di San Remo che da decenni ha effetti catalizzanti sull'opinione pubblica, porterà in Parlamento un decreto sul lavoro.

Alcune anticipazioni le abbiamo avute nei decreti già approvati  con il ritorno del voucher, ora con un apposito emendamento al Milleproproghe veniamo a conoscenza della volontà di andare oltre i 24 mesi per gli interinali.

Il Governo Conte aveva avuto almeno il merito, nella prima stagione governativa del grillismo, di introdurre non solo il RdC, pur con mille limiti e imperfezioni che non abbiamo per altro mai occultato,

venerdì 10 febbraio 2023

pc 10 febbraio - Venezia, occupata la facoltà di Lettere dell'Università Ca' Foscari in solidarietà al Alfredo Cospito

Venezia, dopo una partecipata assemblea, nella serata di ieri, è stata occupata la sede di San Sebastiano (Lettere) contro il 41 bis in solidarietà ad Alfredo.

pc 10 febbraio - Anche all'Università Statale occupazione a fianco di Alfredo e contro la repressione


Occupata la Statale di Milano in solidarietà ad Alfredo Cospito

Ieri mattina una cinquantina di studenti dell’Università Statale di Milano hanno occupato una parte dell’edificio di via Festa del Perdono in solidarietà alla lotta di Alfredo Cospito contro il 41bis e l’ergastolo ostativo.

Dopo varie mobilitazioni cittadine – ultima sotto il carcere di Opera dov’è recluso Alfredo – anche l’università insorge in solidarietà alla lotta di Alfredo che ormai da più di cento giorni sta portando avanti lo sciopero della fame per chiedere l’immediata abolizione del regime del 41 bis e dell’ergastolo ostativo.
Il 41bis è una vera e propria tortura, perché le condizioni di detenzione che impone sono inutili vessazioni contro i detenuti che la subiscono, volte ad annichilire queste persone sia da un punto di vista fisico che psicologico.
Per questo motivo come studenti della Statale abbiamo deciso di non restare in silenzio e dar vita a una

pc 10 febbraio: Continua la mobilitazione per Alfredo Cospito, Taranto. L'intervento di proletari comunisti. Alfredo: "Hanno deciso di tumularmi in un sarcofago".

Taranto: nuovo presidio alla Prefettura per Alfredo Cospito, contro la decisione di Nordio di mantenere la tortura del 41bis

Presidio rappresentativo e combattivo questa mattina sotto la prefettura, in continuità della intensa campagna in corso a Taranto con iniziative al Tribunale e al carcere nei giorni scorsi e come prima risposta all’infame decisione ‘assassina’ del ministro Nordio di rigettare la richiesta di annullamento del 41bis per Alfredo.

L ‘obiettivo oggi era imporre un incontro in Prefettura per portare fin dentro i palazzi la campagna - l’incontro c’è stato con una delegazione dei rappresentanti dell’assemblea autoconvocata a cui si è aggiunta Amnesty International. Sono state consegnate le firme raccolte al Tribunale, l’appello nazionale degli intellettuali in circolazione a livello nazionale:"fuori Cospito dal 41bis abolizione del 41bis e dell’ergastolo ostativo", mentre sotto di
susseguivano gli interventi di denuncia dei partecipanti.

A ogni presidio stanno crescendo le realtà organizzate che si uniscono alla campagna.

Per fare il punto e decidere nuove iniziative riunione autoconvocata per martedì 14 dalle ore 17,30 alla sede Slai cobas via Livio Andronico 47 - riunione sempre aperta a tutti. Da Soccorso rosso proletario
Slai cobas per il sindacato di classe

L'intervento di proletari comunisti al carcere di Taranto

Alfredo: "Hanno deciso di tumularmi in un sarcofago"

Da Repubblica

Carcere di Milano Opera, Alfredo Cospito legge le sei pagine del provvedimento del ministro Carlo Nordio e dice: "Me lo aspettavo. Hanno deciso di tumularmi in questo sarcofago di cemento". In una Montecitorio deserta lo racconta il suo avvocato Flavio Rossi Albertini che aggiunge: "La fine di Alfredo è quasi scontata". 

Secondo Rossi Albertini, "da Nordio arriva una motivazione debole perché non affronta la qualità

pc 10 febbraio: Detenuti picchiati e legati nel carcere di Biella, indagati 28 agenti

Dal Quotidiano piemontese

"La Procura ha aperto un’inchiesta nei confronti di 28 agenti della polizia penitenziaria del carcere di Biella per il reato di tortura. Secondo le prime informazioni sembrerebbe che i 28  (un commissario e 27 agenti) in diverse occasioni abbiano legato e picchiato alcuni detenuti.

Nello specifico la procura contesta ai 28 tre episodi avvenuti la scorsa estate. Secondo quanto si apprende gli episodi sarebbero stati ripresi dalle telecamere di video sorveglianza.

Al momento il commissario è stato arrestato mentre gli altri 27 agenti sono ai domiciliari. Per loro il pm ha chiesto la sospensione dal servizio".

Per questi delinquenti c'è la pena lieve dei domiciliari

Per Alfredo Cospito che non ha ferito nessuno, il 41bis, e per Meloni/Nordio... può morire

pc 10 febbraio: Travaglio/Il Fatto Quotidiano al servizio dell'imbroglio di Stato

 CARO MARCO TRAVAGLIO, QUESTA VOLTA HAI TOPPATO


Marco Travaglio in relazione alla vicenda che vede coinvolto l’anarchico Alfredo Cospito, e la sua richiesta di abolizione del regime di carcere duro conosciuto come 41 bis, rilascia una dichiarazione niente affatto condivisibile.
«Domani Matteo Messina Denaro e gli altri boss possono iniziare l’ennesimo sciopero della fame, visto che ne hanno fatti tanti contro il 41-bis e non se li è mai filati nessuno giustamente. Ci mancherebbe che lo Stato cedesse adesso che fa lo sciopero della fame. Non sta male perché lo torturano, sta male perché rifiuta il cibo e lo rifiuterà anche se glielo togliessero a lui il 41-bis, lui lo vuole abolito».
Ed ancora: «C’è una somma ipocrisia in coloro che vogliono il 41-bis, tranne che per Cospito, e nello stesso tempo dicono che Cospito sta male e non dobbiamo farne un martire. Domani sono pronti a dire che se Messina Denaro sciopera contro il 41-bis dobbiamo accontentarlo per non farne un martire? È un’ipocrisia che non si capisce».

Eh no, caro Travaglio, questa volta, al contrario di quanto ci capita il più delle volte, non possiamo dirci d’accordo con te: non si può mettere sullo stesso piano un attivista politico che non ha mai ammazzato nessuno – l’attentato, del 2006, alla caserma della Scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo) fu progettato proprio per evitare morti – ed esponenti della malavita organizzata che di omicidi se ne intendono, avendone fatti o fatti fare in quantità.

Bosio (Al), 10 febbraio 2023
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova