pc 6 gennaio - La repressione di questo Stato non ferma le lotte. Solidarietà ai disoccupati di Napoli

URGENTE. FACCIAMO GIRARE

POLIZIA DAI DISOCCUPATI.

LA REPRESSIONE NON CI FERMERÀ!

Sono in corso operazioni di notifiche da parte della polizia a casa e nelle nostre sedi rivolte a tantissimi disoccupati/e e compagni/e per la giornata di lotta del 19 Dicembre a Napoli.

Che velocità! Poco più di due settimane per mandare carte e sfogliatelle. 

Se le istituzioni avessero la stessa velocità per produrre la documentazione per avviare formazione e lavoro sarebbe fantastico!

Diversi capi d'imputazione da resistenza, oltraggio, getto pericoloso di cose, manifestazione non autorizzata fino ad organizzatori e concorso tra persone.

Un altro comunicato specifico e congiunto articolerà meglio la questione.

Chiediamo la massima solidarietà!

#Napoli #7nov #Lavoro

mercoledì 4 gennaio 2023

pc 4 gennaio - Palestina - la parte più sionista e nazista del nuovo governo di Netanyau provoca le masse palestinesi

Lo scopo è chiaro: rispondere alle giuste proteste popolari con una nuova fase di azione genocida.

Massima solidarietà e massima mobilitazione

pc 4 gennaio: SEMPRE BENVENUTI! La nave della Ong Medici Senza Frontiere è arrivata stamane a Taranto. Dal blog tarantocontro

 Da Corriere di Taranto

Redazione 04 Gennaio 2023, 10:36


La nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere, con a bordo 85 migranti, è arrivata a Taranto stamane. Degli 85 migranti, nove i minori non accompagnati, mentre quattro i migranti portati in ospedale, ma le loro condizioni non sono gravi.

Come sempre, il team di Medici senza frontiere ha fornito ai migranti, durante la navigazione, tutti i materiali dell’Unhcr per presentare domanda d’asilo. Sull’argomento Juan Matias Gil, capo missione di Medici Senza Frontiere, ha dichiarato ai cronisti presenti che “non è stata firmata alcuna richiesta di asilo politico, perché sulla barca non si compila alcuna richiesta. I profughi sono stati informati su quali sono i loro diritti e loro dopo decidono se farlo e se presentare una richiesta alla Questura, poi si vedrà l’esito“. La nave è la prima di una Ong ad aver operato un salvataggio dopo l’entrata in vigore del decreto che stabilisce un nuovo codice di condotta sulle attività di salvataggio in mare da parte delle

pc 4 gennaio: Inflazione, salari, pensioni, adeguamenti al costo della vita: il pasticciaccio del Governo e delle politiche di austerità. Un contribuito

Da Delegati lavoratori indipendenti Pisa. Inviato all'Assemblea proletaria anticapitalista

gennaio 04, 2023

Sul finire dell'anno 2022 i dati della inflazione erano implacabili viaggiando sopra l'11 per cento con piccole oscillazioni tra Ottobre e Novembre. Crescendo l'inflazione si sa che il potere di acquisto di salari e pensioni diminuisce. La spinta inflazionistica è una delle conseguenze della guerra in corso in Ucraina e di tutte le politiche economiche, sanzioni e nuove rotte energetiche incluse, determinatesi in questi ultimi mesi.

Il contenimento della inflazione con le politiche di austerità non ha tuttavia preservato i salari dalla

pc 4 gennaio: A proposito delle elezioni regionali del Lazio. Un commento

RISCHIA DI ESSERE UNA SCELTA CATASTROFICA

L’edizione di venerdì ventitre dicembre di Contropiano – giornale telematico della Rete dei Comunisti – contiene una dichiarazione, firmata da Unione Popolare Lazio, nella quale si annuncia la propria presenza alle elezioni regionali che avranno luogo il dodici e tredici febbraio del 2023.

Secondo gli accoliti territoriali di Luigi De Magistris, la candidatura della lista sarebbe indispensabile a fronte delle «conseguenze delle scelte antipopolari prodotte dalla giunta Zingaretti, sostenuta dal PD e dal M5S» ed alla proposta, da parte dei sedicenti democratici, dell’assessore Alessio D’Amato come ipotetico successore del fratello del commissario Montalbano.

E’ noto che in questo territorio si è consumata la rottura tra i piddini ed i pentastellati che giudicano il

martedì 3 gennaio 2023

pc 3 gennaio - Proletari Comunisti-PCm Italia si unisce al saluto rosso dei compagni indiani al Compagno Jose Mario Sison

16 gennaio - International Memoria Day 

per l'italia info pcro.red@gmail.com

 

P ARTITO COMUNISTA D’INDIA (MAOISTA)

Comitato Centrale

Comunicato

28 Dicembre 2022

Saluto rosso al presidente fondatore del Partito Comunista delle Filippine Compagno Jose Mario Sison!

Moltiplichiamo gli sforzi per realizzare la
rivoluzione socialista mondiale!
 

La morte del dirigente della Rivoluzione Socialista Mondiale e presidente fondatore del Partito Comunista delle Filippine, compagno José Maria Sison, è una perdita incolmabile per il movimento rivoluzionario mondiale. Il Comitato centrale del Partito Comunista D’India (maoista) rende umile omaggio rivoluzionario al compagno Sison, chiama tutto il proletariato mondiale a fare ancora più sforzi per la vittoria della rivoluzione socialista mondiale, con lo spirito degli ideali del compagno Sison, esprime profonde condoglianze a tutti i quadri di CPP, NPA e NDF, al popolo rivoluzionario delle Filippine e ai suoi parenti e amici. Ka Joma, in esilio nei Paesi Bassi, agonizzava da 15 giorni ed è spirato in un ospedale di Utrecht nella notte del 16 dicembre 2022, all'età di 83 anni.

Il compagno Sison è stato uno dei maoisti di prima generazione che riconobbero il marxismo-leninismo, che il compagno Mao Tse-tung ha poi sviluppato in marxismo-leninismo-maoismo, come la teoria guida della rivoluzione socialista mondiale. Ha applicato il MLM alle Filippine e mezzo secolo fa formò il CPP. Ha assunto la responsabilità

pc 3 gennaio: Come le diseguaglianze sociali influenzano il rischio di cancro in Europa. Un contributo inviatoci dal ricercatore Fabrizio Chiodo

di Salvatore Vaccarella, Paolo Vineis

Come si riflettono le diseguaglianze socio-economiche e di genere nella mortalità per cancro? Un recente studio presenta una mappatura europea, con una valutazione comparativa di diversi aspetti delle disuguaglianze socioeconomiche tra paesi e all’interno dei paesi.

Le disuguaglianze socioeconomiche hanno un impatto molto importante sul rischio di ammalarsi e di morire di tumore. E questo vale dappertutto e per quasi tutti i tipi di questo ampio ed eterogeneo gruppo di patologie. Le persone con livello socioeconomico più basso hanno una probabilità più elevata di morire di tumore, rispetto ai loro concittadini di livello socioeconomico superiore. Inoltre il rischio di morire di tumore segue un gradiente sociale, cioè aumenta progressivamente al diminuire del livello socioeconomico, e questo implica che le disuguaglianze hanno un effetto su tutti i cittadini, non solo su quelli particolarmente svantaggiati. Nei prossimi paragrafi cercheremo di spiegare come lo studio delle disuguaglianze sociali nei tumori è importante non solo dal punto di vista della giustizia sociale ma anche perché permette di identificare soluzioni di concreta utilità per i decisori di salute pubblica su come ridurre il fardello del cancro.

Una mappatura europea

In uno studio recente, basato su una collaborazione tra IARC, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, Erasmus Medical Center di Rotterdam, Imperial College di Londra e altre istituzioni europee e

pc 3 gennaio - Il governo Meloni al servizio dei padroni… papale papale… per le aziende 10 miliardi nella finanziaria

Quando diciamo che i governi sono al servizio dei padroni sembra qualcosa che ogni volta si debba “dimostrare” con frasi, ma soprattutto con dati e cifre, mentre la Meloni, a capo del governo moderno fascista, lo ha detto chiaramente fin dall’inizio (al Parlamento, ai padroni della Confagricoltura, a quelli della Confesercenti…) con il motto “non disturbare chi produce” (intendendo appunto i padroni e non certo gli operai) e in questi giorni lo ha ripetuto.

Parole ma soprattutto i “fatti” interessano alla Meloni, come ha voluto ribadire in occasione della conferenza stampa di fine anno appunto, rispondendo ad una domanda di uno dei giornalisti presenti, che prima le ha ricordato le sue parole su “una politica industriale efficace. Lei ha detto che la crescita la fanno le industrie, le attività produttive”, ma poi le ha anche ricordato la “critica” del presidente di Confindustria, Bonomi che: “sembra leggermente critico sulla Legge di bilancio, critico quindi sulla linea di politica economica del suo governo … Che cosa si sente di dire alla platea produttiva del nostro Paese e agli industriali, al di là di quello che pensa il presidente Bonomi…”

Ecco prima la risposta che tranquillizza tutta la classe dei padroni: “Penso che gli industriali lo abbiamo ampiamento compreso. Se devo giudicare dalle interlocuzioni che ho avuto, dalle iniziative a cui ho partecipato nelle quali erano rappresentati imprenditori o industriali, mi pare che ci sia la piena consapevolezza di un governo che è amico di chi produce. Un governo amico delle aziende che vuole fare del suo meglio per dare una mano.”

E subito dopo arriva la risposta, un po’ seccata e un po’ da maestrina, per Bonomi, ricordandogli che il governo deve pensare agli interessi di tutta la classe borghese: “Per quanto riguarda Carlo Bonomi, io penso che le sue valutazioni, le valutazioni che arrivano da queste associazioni rappresentative di interessi particolari, piuttosto che dai sindacati, ecc. siano sempre molto utili. E bisogna saperle ascoltare, ma bisogna anche sapere che loro sono portatori di un interesse: legittimo, particolare. E noi dobbiamo tenere insieme il quadro. Nel senso che, quando Carlo Bonomi dice ‘non c’è niente sulle aziende’, intende che i quasi 10 mld spesi sui crediti di imposta non erano necessari? …

Bonomi si lamenta perché per i padroni i soldi, accumulati grazie allo sfruttamento della classe operaia, non bastano mai! E come si vede, può dormire sonni tranquilli, visto che dal governo amico dei padroni stanno per arrivare altre montagne di soldi… a cominciare dai 150 milioni per gli “incentivi” per l’auto (630 milioni complessivi), mentre per le masse popolari l’anno si apre con la “stangata”, con un altro aumento dei prezzi di tutti i beni necessari.

pc 3 gennaio - Sicilia: a Vittoria un giovane “ucciso a sprangate per un complimento”, fermati tre ragazzi...

È questo il titolo di un trafiletto che il quotidiano la Repubblica nazionale di oggi dedica alla notizia della morte di un trentenne (tunisino, precisa il giornale) per mano di alcuni giovani (romeni) la sera di Capodanno a Vittoria, grosso centro agricolo in provincia di Ragusa.

Il giornale, che da qualche anno è passato nelle mani della famiglia Agnelli/Elkann, non entra “naturalmente” nel merito del contesto perché risulta scomodo andare alla radice di questi problemi, di questi comportamenti che vengono inseriti negli articoli di “cronaca”.

Il “complimento” alla ragazza che secondo i giornali sarebbe stato il motivo scatenante della lite, riportata anche come scontro tra immigrati, è solo la miccia di ciò che fa esplodere quello che cova appunto nel contesto delle vite di tutti questi giovani, che sono lavoratori agricoli delle campagne, dice, infatti il Gds: “Il delitto è maturato in un contesto di grande marginalità sociale. Quasi tutti i ragazzi lavoravano come operai nelle serre della zona. Le ore da trascorrere a La Dolce Vita (così si chiama la discoteca!, ndr) sono spesso l’unico diversivo di giornate grame e faticose.” Altro che grame e faticose, qui si tratta di un vero e proprio inferno, come riportato da infinite denunce e inchieste di diverse organizzazioni, e perfino da resoconti governativi. Un inferno dove la vita questi giovani se la giocano ogni giorno per arricchire i padroni e i loro caporali, mentre le loro vite degradano in maniera bestiale.

E il sindaco di Vittoria che fa? Invece di chiedere provvedimenti immediati contro lo sfruttamento selvaggio e di tipo schiavistico e il caporalato di tutta la zona che lasciano poco spazio alla vita e che porta al degrado in tutti i sensi, chiede più repressione: “invoca la misura del Daspo urbano ed annuncia che il Comune farà dei controlli amministrativi nella struttura.”

Queste affermazioni reazionarie e insensate del sindaco fanno parte del contesto degradato e marcio di un paese imperialista, in cui si trovano a “vivere” le lavoratrici i lavoratori immigrati!

L’organizzazione di questi lavoratori è una necessità per la lotta contro lo sfruttamento e il caporalato, per i documenti, i contratti, per le case, la sanità…

pc 2 gennaio - Onore e gloria ai compagni uccisi a Parigi per mano fascista e responsabilità imperialismo francese e regime di Erdogan

 

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il comunicato di proletari comunisti

 L’odioso, selvaggio omicida attacco razzista di Parigi che ha provocato la morte di tre militanti del Centro culturale curdo il ferimento grave di altri, è l’ultimo episodio di un’azione costante dell’imperialismo francese, del regime di Erdogan, della mano nera delle forze fasciste, accettate e tollerate dal sistema parlamentare e sedicente democratico francese e dal governo del Pres. Macron.


E’ giusta e sacrosanta la rabbia, la collera, la protesta di tutta la comunita’ curda a Parigi, sostenuta dalle forze comuniste rivoluzionarie della Turchia operanti a Parigi e in Europa e chiaramente dalle organizzazioni comuniste antimperialiste presenti in Francia.


Non possiamo che esprimere la massima vicinanza, solidarieta’, fratellanza di classe, internazionalismo proletario ai compagni e alle compagne uccise, a tutta la comunita’ curda e alle organizzazioni impegnate nella lotta di liberazione del popolo curdo.


Siamo perchè la lotta e la rivolta continui, si estenda a Parigi come in tutti i paesi d’Europa in cui la presenza turca e curda è rilevante e attiva.

Siamo perchè si pretenda lo scioglimento delle organizzazioni fasciste, razziste, naziste, xenofobe, in Francia come in tutti i paesi imperialisti.

Siamo perchè noi comunisti, noi proletari in questi paesi alziamo il tiro contro i governi imperialisti alleati stretti del regime fascista e genocida, nei confronti del popolo curdo. di Erdogan.


Proletari comunisti/PCm Italia

25.12.22



pc 2 gennaio - Contro il decreto anti ONG - Emergency

Tutto quello che non torna nelle nuove regole contro le Ong: intervista al vicepresidente di Emergency

In un’intervista a Fanpage.it Alessandro Bertani, vicepresidente di Emergency, spiega perché l’ong continuerà a effettuare soccorsi nel Mediterraneo, nonostante il nuovo decreto del governo.

A cura di Annalisa Cangemi

Il testo definitivo del decreto contro le Ong, che è stato approvato il 28 dicembre in Consiglio dei ministri, non è ancora disponibile, ma dalle bozze che sono circolate è evidente l'intento di ostacolare il più possibile il lavoro delle navi da soccorso che salvano i migranti nel Mediterraneo centrale.

Proprio ieri Emergency, che ha da poco messo in mare una propria nave, la Life Support, che dovrebbe tornare operativa per una nuova missione il prossimo 10 gennaio, ha fatto sapere che rispetterà il nuovo codice di condotta solo se questo non entrerà in contrasto con le leggi internazionali che impongono e regolano il soccorso in mare. Il decreto Sicurezza votato dal Consiglio dei ministri "riduce drasticamente le possibilità di salvare vite in mare, limitando l'operatività delle navi umanitarie e

pc 2 gennaio - Storie di ordinario fascismo in clima di governo Meloni

Torino, distrutta la lapide del partigiano Martinetti. L'Anpi: «I soliti imbecilli»

Ennesimo atto vandalico contro simboli antifascisti: era affissa all’angolo tra corso Ferrucci e corso Vittorio Emanuele II

Nuovo atto vandalico a Torino dove la lapide di marmo che ricorda il partigiano Giovanni Martinetti è stata divelta e spezzata. 

Era affissa all’angolo tra corso Ferrucci e corso Vittorio Emanuele II. «Distrutta dai soliti imbecilli che non riescono a trovare un altro modo per passare il loro inutile tempo. La rimetteremo a posto come sempre -commenta il presidente provinciale dell’Anpi Nino Boeti -. Continuano con assiduità gli atti vandalici nei confronti dei monumenti che ricordano gli uomini e le donne che hanno combattuto per

pc 2 gennaio - Sentenza razzista e sessista in clima governo Meloni

Novi Ligure, subì a 12 anni un tentato stupro. Il ministero: no al risarcimento perché atto non grave

Un ragazza di origini arabe che ora ha 23 anni, aveva subito a 12 anni un’aggressione da parte di un vicino di casa di 40 anni che la trascinò con violenza nel tentativo di abusare sessualmente di lei in un garage. Fu il padre della ragazza a fermare il tentato stupro.

Il carnefice fu condannato solo a 5 anni di reclusione perché non ci fu atto sessuale ma non poteva

domenica 1 gennaio 2023

pc 1 gennaio - Report dall'Iran - Red Road of Iran(maoist)

L'Iran è tornato ad essere teatro di una grande battaglia. La battaglia del popolo contro i nemici del popolo, la battaglia delle classi sfruttate e oppresse contro sfruttatori e gli oppressori, la battaglia della libertà e della democrazia contro tirannia e dittatura, la battaglia della scienza contro il dominio dell'ignoranza. La si può definre una grande rivolta o una rivoluzione. Rivoluzione democratica e antimperialista. Ma, per qualche ragione, l’aspetto democratico è molto più forte di quello antimperialista.

L’assassinio di Mehsa Amini da parte della polizia

Mercoledì 23 Shahrivar 1401 (14 settembre 2022), Mehsa Amini, una ragazza curda di 22 anni, è arrestata da una pattuglia dell'Irshad, che giustamente donne e masse popolari del paese chiamano "pattuglia assassina", il con l’accusa di "abbigliamento improprio". Dopo poche ore il suo corpo viene trasferito all'ospedale Kasri di Teheran, non dà più segni di vita, e muore dopo un coma durato due giorni.

Zina (il nome curdo Mehsa, che significa vita) era una ragazza Kurda (una delle nazionalità oppresse in Iran). Un popolo che per quarant'anni è stato simbolo di resistenza e lotta contro la Repubblica islamica e il regime dittatoriale di Khomeini e Khamenei e ha lottato contro la loro teocrazia.

Il funerale di Mehsa innesca un grande movimento.

Il funerale di Mehsa si è tenuto a Saqez, dove Mehsa viveva, una delle città del Kurdistan Iraniano. Durante la cerimonia, le donne si sono tolte il velo e nella città di Tudeh ci sono stati raduni, cortei e manifestazioni di massa al grido lo slogan "donna, vita, libertà" per protestare contro questo crimine del regime.

Il movimento si è esteso a tutto l'Iran

In tutte le città dell'Iran masse di uomini e donne hanno dato vita a un grande movimento a sostegno

pc 1 gennaio - Dichiarazione congiunta dei comunisti marxisti-leninisti-maoisti sulla guerra - italiano/inglese/spagnolo

DIAMO IMPULSO ALLA LOTTA RIVOLUZIONARIA CONTRO I PREPARATIVI

 DI GUERRA IMPERIALISTA!

Tutti i paesi imperialisti si proclamano difensori della libertà, della democrazia e della pace mondiale. Tutti prendono a pretesto di combattere le dittature e il terrorismo internazionale. Ma in realtà sono loro i peggiori dittatori terroristi del mondo. Parlano di pace ma si preparano febbrilmente a una nuova guerra mondiale di rapina. Rafforzano l'industria bellica. Ingigantiscono i loro arsenali. Mobilitano enormi macchine da guerra principalmente verso l'Europa orientale. Fomentano annose guerre contro i popoli di Palestina, Siria, Yemen. Incitano lo scoppio di nuove guerre reazionarie nello Stretto di Taiwan, nella penisola coreana, nel Mar Cinese Orientale, al confine ucraino con la Bielorussia, al confine marino tra Grecia e Turchia. La NATO, comandata dall'imperialismo yankee, in Ucraina attraverso il regime fantoccio di Kiev, contrappone i suoi eserciti mercenari, armi e capi militari, alla forza militare dell'imperialismo russo. L’una e l'altra parte paventano pretesti per usare armi nucleari. Le contraddizioni inter-imperialiste sono esacerbate al punto che una nuova guerra mondiale con armi nucleari non è più solo un pericolo latente, ma un rischio imminente per l'esistenza della società mondiale e del suo habitat.

Fondamentalmente, le guerre per interposta persona e quelle commerciali in corso, gli emergenti blocchi commerciali e militari, lo stanziamento di ingenti spese militari, la produzione di gigantesche armi di distruzione di massa, la modernizzazione delle forze armate e i vari tipi di preparativi per la guerra mondiale, perfino nello spazio, dimostrano l’accanita competizione per le risorse economiche e il controllo politico sui paesi di Asia, Africa e America Latina, inclusi diversi paesi dell'Europa orientale. Tutto ciò indica l'intensificarsi delle contraddizioni inter-imperialiste e la corsa per la divisione dei mercati e l'egemonia mondiale.

Il sistema imperialista mondiale, decadente e putrefatto, in arrestabile marcia senza ritorno verso la sepoltura, ha scaricato le terribili conseguenze della sua sempre più acuta crisi economica sulla società mondiale, e con essa si ha esteso e approfondito in tutti i continenti le crisi sociale, sanitaria e ambientale. Per gli insaziabili imperialisti, la monopolizzazione e l'accumulazione del capitale, al costo dello sfruttamento del lavoro sociale mondiale, dell'esportazione usuraria del capitale finanziario, della distruzione della natura, del saccheggio dei paesi oppressi, non bastano. Le crisi del loro sistema, principalmente quella economico, spingono gli imperialisti a perseguire una nuova spartizione del mondo già diviso. Una nuova spartizione che può essere realizzata solo dalla forza economica, finanziaria, militare, dalla forza della guerra mondiale tra alcuni paesi imperialisti che rotolano verso il declino e altri che combattono per l'egemonia mondiale, come risultato dell'inesorabile legge economico dello sviluppo ineguale dei paesi imperialisti.

Ma le stesse cause economiche e sociali che spingono gli imperialisti a guerre di rapina, diventano condizioni materiali invivibili, insopportabili per gli schiavi del capitale, condizioni materiali per la ribellione dei proletari, dei popoli, delle nazioni e dei paesi sfruttati e oppressi dai monopoli e dai paesi imperialisti. Spetta al Movimento Comunista Internazionale portare loro la coscienza rivoluzionaria, organizzare e trasformare le ribellioni in lotta rivoluzionaria contro il nemico comune: il sistema capitalista mondiale di oppressione e sfruttamento.

Il Compagno Mao diceva: “Potrebbe scoppiare la guerra mondiale, e ne conseguirebbero delle rivoluzioni, oppure potrebbero scoppiare ovunque rivoluzioni e, destinando la sua forza a resistere contro di esse, per l'imperialismo diventerebbe impossibile intraprendere un'altra guerra mondiale, comunque vada, questa è un'era di rivoluzioni”.

Spetta ai comunisti dare un esempio di unità e lotta internazionalista contro i preparativi per una nuova carneficina mondiale imperialista; unire e coordinare gli sforzi per promuovere in tutti i paesi la lotta rivoluzionaria degli eserciti proletari contro la mobilitazione delle truppe e delle armi per le guerre reazionarie; fare fronte comune con tutte le forze rivoluzionarie, antimperialiste, democratiche e ambientaliste che si oppongono alla guerra e al sostegno militare dei regimi lacchè ai loro padroni imperialisti in tutto il mondo, specie nei paesi semi-coloniali e semi-feudali; respingere e denunciare come traditori i satrapi opportunisti che, in nome del proletariato e dei popoli, appoggiano una delle fazioni imperialiste, perché sono tutte nemici mortali degli oppressi e degli sfruttati del mondo; sostenere incessantemente la lotta rivoluzionaria guidata dagli autentici comunisti marxisti-leninisti-maoisti, principalmente la guerra popolare in India accanto alle altre guerre popolari nelle Filippine, Turchia, Perù, che sono oggi l'avanguardia della Rivoluzione Proletaria Mondiale contro l'imperialismo e i reazionari suoi cani da guardia nazionali.

Il capitalismo imperialista è in crisi! Viva il socialismo e il comunismo!

O la rivoluzione ferma la guerra o la guerra scatenerà la rivoluzione!

Proletari e popoli del mondo, uniamoci contro l'imperialismo!


Communist Worker Union (mlm) Colombia

Construction Committee of the Maoist Communist Party of Galicia

Maoist Communist Party – Italy

Communist(maoist) Party of Afghanistan

Communist Party of India (Maoist)

Communist Party of Nepal (Majority)

Red Road of Iran (maoist group)


LET’S DEVELOPE THE REVOLUTIONARY STRUGGLE AGAINST THE

 IMPERIALIST WORLD WAR PREPARATIONS!

DECLARATION—

All the imperialist countries proclaim to be defenders of freedom, democracy and world peace. They all pretext to fight against dictatorships and international terrorism. But, indeed, they are the worst te\rrorist dictators in the world. They speak about peace but frantically prepare for a new war of global robbery. They strengthen the arms industry. They increase their arsenals. They mobilize huge war machines mainly towards Eastern Europe. They sponsor the already prolonged wars against the peoples of Palestine, Syria, Yemen. They are inciting the outbreak of new reactionary wars in the Taiwan Strait, on