sabato 24 dicembre 2022

pc 24 dicembre: Nel cuore delle grandi fabbriche, il nostro lavoro

Dall'intervento a Mirafiori

Alle Carrozzerie di Mirafiori, uno dei centri storici della classe operaia, la disponibilità degli operai, soprattutto delle operaie a raccontarsi, a parlare delle condizioni di lavoro e di vita, sempre più pesanti, colpisce.

Il settore auto in crisi è al centro della crisi generale del sistema capitalista aggravata dalla pandemia, dalla guerra e dai suoi effetti sull’economia. Mirafiori, è uno stabilimento del gruppo Stellantis colpito da anni dal progressivo svuotamento di una enorme area industriale dal perimetro di 11 kilometri, tanto che viene analizzata per la contraddizione esistente tra le ridotte attività produttive e i grandi spazi dismessi, per una Mirafiori da industriale a immobiliare.

Ma la produzione di auto continua, va avanti pur sotto il peso della ristrutturazione e senza un piano che dia una prospettiva occupazionale nel tempo.

Tutto ciò richiede l’unità e la lotta operaia a livello di singoli complessi industriale e tra i diversi comparti della classe operaia, sia a livello nazionale che a livello internazionale. Questa lotta richiede l’unità del sindacalismo classista e combattivo, l’unità operai in produzione e operai cassintegrati, l’unità operai disoccupati.

In questo contesto si inserisce il nostro lavoro a Mirafiori, perché i posti di lavoro nelle grandi fabbriche vanno difesi, per la forza, l’organizzazione e il ruolo centrale degli operai, indispensabile per ridefinire prospettive e rapporti di forza nello scontro con il capitale.

Le crisi, che governi e padroni scaricano sugli operai e sulle masse popolari per il gruppo Stellantis vogliono dire piani aziendali differenziati per sito, tagli ed investimenti mirati per mettere in concorrenza gli operai tra una fabbrica e l’altra.

Siamo intervenuti affiggendo per primo uno striscione davanti alla portineria, condiviso dagli operai con cui si è potuto parlare, e su cui era scritto: ‘Manovra Meloni soldi ai padroni, alle partite Iva, alla guerra. Risposta dei lavoratori unità e lotta per salario lavoro salute diritti per tutti'. Ad indicare la necessaria mobilitazione contro il nuovo governo Meloni, impegnato a ‘non ostacolare chi produce’. E Stellantis ancora chiede finanziamenti pubblici alla maniera di Agnelli per i prepensionamenti e nella versione moderna dei fondi PNRR come per la giga factory di Termoli. 

Abbiamo diffuso un volantino con la posizione di unità e lotta, in fabbrica, tra gli stabilimenti del gruppo e per il contratto aziendale; indicando come strumenti necessari in questa fase, le Assemblee Operaie.

Abbiamo inoltre distribuito la Mozione Contro la Guerra, per una presa di posizione e di mobilitazione internazionalista degli operai, che non possono parteggiare nella guerra inter-imperialista tra gli Stati ma schierarsi con le masse proletarie dei paesi in conflitto, contro il nostro governo, contro l'imperialismo italiano.

Dentro non funziona niente” fa il paio con “nessuno ci ascolta”.

A Mirafiori, di recente, è stata presentata la rivoluzione green delle «Quattro R»: riparazione, riutilizzo,

venerdì 23 dicembre 2022

pc 23 dicembre - Parigi attacco razzista al Centro culturale kurdo Ahmet-kaia nel quartiere di Strasburg-St Denis - 3 morti, feriti, uno grave

Fermata una persona già protagonista di altri due attacchi omicidi contro migranti

Al grido di "Erdogan assassino" si vanno concentrando nella zona centinaia di Kurdi

giovedì 22 dicembre 2022

pc 22 dicembre - Governo e Legge di bilancio - antipopolare e reazionaria - una prima nota


Non si può non essere d'accordo con Marco Travaglio: una manovra, questa della Legge di bilancio, da "discarica", in cui ognuno ha inserito qualcosa per accontentare i propri elettori; una legge che è l'inverso dell'azione di Robin Hood, toglie ai poveri per dare ai ricchi: una Legge vessatoria per i disoccupati, proletari, masse popolari più povere e liberatoria per padroni medi e grandi (ma questi ultimi vogliono molto di più) e per medi borghesi, professionisti, partite Iva; una legge che per lemasse popolari, per i lavoratori, per i giovani non solo non prevede niente, ma toglie o fa le norme giusto perchè sia impossibile percepire anche un bonus; una legge che è pure contraria ad ogni norma di legge economica delle stesse istituzioni borghesi perchè mette insieme misure che non c'azzeccano proprio con una legge di bilancio.

Non è serio neanche fare un'analisi dettagliata, approfondita dei vari provvedimenti. Dovremmo analizzare, insieme a cose cosi' platealmente negative per proletari e masse popolari che si spiegano da sole, cose da "chiacchiere da bar", da "fuori di testa", fuori da ogni logica, ecc.; cose in cui ciò che è evidente è che da un lato sono espressione, in una versione grezza, di misure prospettate dal precedente governo Draghi (un copia e incolla venuto anche male); dall'altro che vogliono servire vari loro "padroni" e sono il frutto dell'humus che ogni ministro, sottosegretario, partito di maggioranza vi ha portato. 

E' un "humus fascista" che muove i loro passi, le loro azioni, le loro dichiarazioni. Qualcuno cerca di camuffarlo (la stessa Meloni, per evidenti ragioni istituzionali/politiche). Altri non ce la fanno a non dargli voce, come il Ministro dell'Agricoltura e della sovranita' alimentare, Lollobrigida, che ha detto "papale papale": 'Chi dice che non c'è lavoro? Ma ce n'è tanto, quello che ora fanno gli immigrati...'. C'è il lavoro schiavista e chi non lo vuole fare vuol dire che vuole stare in poltrona e allora niente Reddito di cittadinanza. 
Ma questa considerazione che può sembrare un'esternazione in libera uscita, di fatto si vuole infilare nel 'Decreto flussi' che deve prevedere che" il datore di lavoro che voglia assumere dall'estero un cittadino

pc 22 dicembre - omicidio padronale razzista? dov'è Dauda Diane?



InfoAut

Daouda Diane: punta il dito contro il padrone e poi scompare

mercoledì 21 dicembre 2022

Non si sa più nulla di lui dallo scorso 2 luglio. Si chiamava Daouda Diane: quella mattina è partito di casa per andare al cementificio dove lavorava, Sgv ad Acate, in provincia di Ragusa.


Non è stato più visto né ad Acate né in Costa D’Avorio, dove avrebbe dovuto ritornare per visitare la famiglia che non vedeva da anni.

Da qualche giorno l’attenzione sul suo caso si è riaccesa, perché è comparso un video su Facebook, postato dall’operaio poco prima della sua scomparsa, in cui venivano denunciate le dure condizioni di lavoro nel cementificio


Daouda Diane ad Acate era punto di riferimento per la comunità di braccianti africani che ci vive e la sua scomparsa ha suscitato molto clamore. La procura indaga per omicidio e occultamento di cadavere.

Non è certo la prima volta che un lavoratore scomodo e immigrato scompare.

L’ennesimo desaparecido nella guerra del lavoro.

Gli amici di Daouda Diane hanno scritto sui loro siti: “Noi siamo neri anche quando moriamo nessuno ci vede”


Ne abbiamo parlato con Pippo Gurrieri


Ascolta la diretta:

da Radio Blackouthttps://radioblackout.org/2022/12/punta-il-dito-contro-il-padrone-e-poi-scompare/





pc 22 dicembre - Iran, dalle prigioni l'appello a continuare la lotta di piazza contro il regime. Uccisa stuprata una ragazza di 14 anni

Rivolgiamo le nostre proteste, manifestazioni contro il governo, lo Stato italiano, complice delle uccisioni del regime iraniano. 
Basta con le parole ipocrite! 

"...i bossoli prodotti e marchiati Cheddite possono essere venduti da società estere ad aziende iraniane e da queste ultime utilizzati per la produzione di cartucce complete. Tale ipotesi viene avvalorata dal fatto che sui 13 bossoli rinvenuti, oltre al marchio Cheddite, appare la stampigliatura di aziende iraniane...".


Si allarga la protesta contro il regime fascio-islamico degli Ayatollah. Dal carcere di Rajaeeshahr a Karaj, dove sabato scorso un detenuto è stato ucciso e più di 100 sono stati feriti da percosse e colpi di arma da fuoco durante la rivolta scoppiata nel penitenziario per protestare contro l'imminente esecuzione di un prigioniero, Saeed Eqbali, attivista per i diritti umani e prigioniero politico, in una telefonata alla famiglia fa appello a non svuotare le strade, a continuare a lottare per fermare l'esecuzione dei manifestanti in Iran.

Saeed Eqbali dal carcere Rajaei Shahr a Karaj (traduzione in italiano):

Iqbali ha anche informato della custodia di un certo numero di donne arrestate di recente nell'8° reparto della prigione di Rajaei Shahr a Karaj, noto come il centro di detenzione del Ministero dell'Informazione, e ha espresso preoccupazione per le loro condizioni.

Le donne infatti vengono torturate e stuprate fino alla morte, come è successo di recente a una ragazza di 14 anni di un quartiere povero di Teheran che ha protestato togliendosi il velo a scuola. La ragazza, di nome Masoomeh, è stata identificata dalle telecamere della scuola e arrestata; non molto tempo dopo, è stata portata in ospedale con gravi lacerazioni vaginali. La ragazza è morta e la madre, dopo aver dichiarato di voler rendere pubblico il caso della figlia, è scomparsa. Di casi come questo ce ne sono purtroppo tanti, troppi, ed è veramente osceno e vergognoso il modo in cui i media italiani ne diano notizia. "Iran: 14enne muore dopo arresto perché non portava il velo", ecco quello che ha da dire l'ANSA dopo oltre 500 morti, 30000 imprigionati, le esecuzioni per chi protesta ed ogni tipo di brutale violenza sui prigionieri, comprese le violenze sessuali a morte.

Dalle prigioni la protesta si allarga alle mobilitazioni che proseguono in tante città, alle lotte dei lavoratori, con gli scioperi che sono in aumento e che uniscono alla solidarietà, alle proteste contro il regime, le rivendicazioni economiche e contro il sistema di lavoro.

Anche in Italia proseguono le manifestazioni di solidarietà con la rivoluzione del popolo iraniano, contro lo stato e il governo italiano che continuano a collaborare con il regime reazionario fascista degli Ayatollah.

A Bergamo anche domenica scorsa si è manifestato contro le esecuzioni, contro il regime fascio-islamico iraniano, per una ribellione popolare che non può fermarsi, perché l'unica soluzione è la rivoluzione.





pc 22 dicembre - Reddito di cittadinanza attacco ideologico antiproletario del governo fascista Meloni

prime mobilitazioni a Napoli disoccupati 7 novembre e altre città del sud

Alcune prese di posizione stampa e di intellettuali contro












Enrica Morlicchio (Federico II Napoli): «Tagliano ancora il reddito di cittadinanza per sfruttare di più il lavoro»

Così facendo sarà eliminata l’ultima possibilità di opporsi al lavoro servile?

Non sarebbe la prima volta. Ho studiato a lungo le politiche dei poveri dalle leggi inglesi del Seicento a oggi. Di fatto sono forme di regolazione del mercato del lavoro che stabiliscono, mediante un intervento statale, chi ha diritto a stare fuori dal mercato del lavoro e chi deve essere spinto ad entrarvi con «la gogna e con la forca» diceva Marx. Anche in questo caso il taglio al «reddito» serve a parlare a nuora perché suocera intenda: l’idea è spingere le persone ad accettare qualsiasi tipo di lavoro a qualsiasi salario.

Chiara Saraceno: «Tagliano il reddito di cittadinanza perché disprezzano i poveri»

 "Dal governo Meloni una manovra confusa tecnicamente, ma ideologicamente molto chiara. E chi perderà il sussidio si indebiterà e sarà ancora più ricattabile. Togliere il «reddito di cittadinanza» non significa trovare un lavoro, servono tempo e investimenti"


Manovra, le scelte del governo – Reddito di cittadinanza demolito e regalo alla serie A: si prende ai poveri per dare ai ricchi

Da 'Il fatto quotidiano": Con l'approvazione dell'emendamento Lupi che elimina il requisito di

mercoledì 21 dicembre 2022

pc 21 dicembre: Parma: Polizia carica i lavoratori in sciopero del magazzino kamila

 Da Osservatorio Repressione

dicembre 20, 2022

La celere in assetto antisommossa ha attaccato a freddo i lavoratori in sciopero del magazzino Kamila di Parma che serve i punti vendita della Coop. La polizia ha effettuato diverse cariche, un lavoratore è stato ferito ed è ricoverato all’Ospedale Maggiore. Un nuovo attacco è avvenuto verso le 10,20, una compagna dell’ADL-Cobas è stata colpita da una manganellata alla testa subendo una ferita sanguinante.

“I lavoratori sono in sciopero per ottenere il corretto inquadramento del contratto collettivo logistica per le attività di preparazione degli ordini” – spiega Stefano dell’Adl Cobas Parma-Emilia Romagna – perchè questi lavoratori da tre anni sono sotto inquadrati, che significa essere sottopagati, avere almeno una somma pari ad una mensilità in meno all’anno.”

martedì 20 dicembre 2022

pc 20 dicembre - Onore e Gloria al compagno Jose Maria Sison - Dichiarazione del CC del Partito Comunista delle Filippine

 proletari comunisti/PCm Italia pubblica e diffonde ai proletari, ai comunisti, ai rivoluzionari la dichiarazione del PCF per la morte del leader storico e presidente fondatore

un tributo a questo compagno e alla sua grande opera sarà reso il 5 gennaio e sarà pubblicata su questo blog nei giorni successivi


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Dare il più alto tributo possibile al nostro amato Ka Joma

KA JOMA VIVE

Comitato Centrale |  Partito Comunista delle Filippine

17 dicembre 2022

Il Comitato Centrale e l'intero Partito Comunista delle Filippine (PCF) piangono la scomparsa del compagno José Maria Sison (Amado Guerrero), il suo presidente fondatore. Ka Joma è morto pacificamente dopo un periodo di degenza in un ospedale di Utrecht, nei Paesi Bassi, la scorsa notte intorno alle 20:40 (ora delle Filippine). Aveva 83 anni.

Con la morte di Ka Joma, il Partito ha perso un grande leader. In effetti, è tra i più grandi filippini del secolo scorso per aver magistralmente e creativamente applicato il marxismo-leninismo-maoismo alle Filippine e alla rivoluzione filippina, e dando al popolo filippino la forza di tracciare il futuro del paese e raggiungere le sue aspirazioni per la libertà nazionale e la democrazia.

Il Comitato Centrale e l'intero Partito saranno per sempre guidati e ispirati dall'immortale spirito rivoluzionario di Ka Joma. Manteniamo per sempre la sua memoria e la sua eredità e rafforziamo la nostra determinazione a continuare e portare avanti la rivoluzione che ha acceso insieme ad altri grandi dirigenti del Comitato Centrale e del suo Ufficio Politico e Comitato Esecutivo.

Attraverso i suoi scritti, Ka Joma ha posto le basi teoriche della rivoluzione filippina. Ci ha anche lasciato un ricco e profondo tesoro marxista-leninista-maoista che servirà da guida per la continua crescita del Partito nella prossima fase delle lotte rivoluzionarie del popolo filippino.

Affermiamo anche l'importante ruolo che Ka Joma ha svolto come figura preminente marxista-leninista-maoista che ha contribuito a ispirare il proletariato in tutto il mondo e a mantenere vive le braci del movimento comunista internazionale mentre questo entra in una nuova fase di rinascita.

Nel 2016, il Secondo Congresso del Partito Comunista delle Filippine ha rilasciato una dichiarazione completa dando a Ka Joma il più alto tributo del Partito e tracciando i suoi contributi alla crescita della rivoluzione filippina.

Dichiariamo i prossimi dieci giorni come periodo di lutto per tutto il Partito al fine di rendere il più alto tributo possibile a Ka Joma. Dedichiamo il prossimo 54° anniversario del Partito alla memoria di Ka Joma, per celebrare la sua vita e tutte le vittorie che abbiamo ottenuto sotto la sua guida e direzione.

Ordiniamo a tutte le unità del Nuovo Esercito Popolare (NEP) di stare in formazione all'alba del 26 dicembre ed eseguire in silenzio un saluto di 21 colpi di fucile per dare il più alto tributo e dire addio al nostro amato leader. Durante questo periodo di lutto, il NEP può organizzare offensive tattiche contro la furia delle forze fasciste per difendere il popolo.

Il Partito e tutte le forze rivoluzionarie attendono il ritorno a casa dei resti o delle ceneri di Ka Joma, un desiderio che aveva espresso in passato. Questo darà alle grandi masse di operai e contadini l'opportunità di rendere l'ultimo saluto e di rendere onore al leader rivoluzionario che ha dedicato tutta la sua vita alla causa della liberazione.

Oggi dichiariamo Ka Joma come il più grande eroe del popolo filippino nel suo ultimo secolo di resistenza contro l'imperialismo. I suoi immensi contributi nel plasmare la coscienza patriottica e rivoluzionaria del popolo filippino e aprire la strada verso la liberazione nazionale e sociale, non saranno mai cancellati.

pc 20 dicembre - Alcuni elementi per lo sviluppo delle lotte nelle fabbriche compito, essenziale degli operai comunisti per mobilitare la classe operaia contro padroni e governo


“L’arrivo alla lotta politica della classe non può che nascere da due elementi: dalle condizioni oggettive in cui la classe si trova a vivere e dallo stadio delle condizioni soggettive.”

Le condizioni oggettive della classe operaia sono chiare: vanno dall’attacco al salario con il carovita (IlSole24Ore – organo di Confindustria calcola che la perdita di reddito medio viaggia ormai sopra i 2.000 euro l’anno. Mentre a novembre l’inflazione resta sui livelli altissimi raggiunti già in ottobre +11,9%), alla salute e sicurezza con gli infortuni che aumentano (Non va disturbato chi produce, dice la presidente del consiglio Meloni. 790 morti sul lavoro informa l’Inail-dati aggiornati al 29-10-2022), alle ristrutturazioni-delocalizzazioni con taglio dei diritti e lavoro sempre più precario e schiavista alimentato dalle contraddizioni crisi-guerra interimperialista che si acuiscono ogni giorno.

Tutti ne parlano ma in sostanza, in un modo o nell’altro, lo fanno per deviare la classe operaia dalla lotta necessaria ieri come oggi che è la lotta rivoluzionaria per il potere operaio. 

Molti le agitano e le usano come ad esempio i sindacati confederali e gli ex sindacalisti come Cremaschi di potere al popolo per i loro fini: i primi, per mettere al centro le vie d’uscita per la borghesia da potenziali rischi di crisi sociali mettendo al centro l’economia nazionale come problema-soluzione (vedi articolo sotto COMMENTO DATI ISTAT PROSPETTIVE PER L’ECONOMIA ITALIANA 2022-2023 07 Dicembre 2022 fondazione Di Vittorio Cgil), e quindi riperpetuando il sistema imperialista attraverso le briciole dei padroni all’aristocrazia operaia che ne è puntello,


Il secondo, da aspirante partito di sinistra riformista nell’illusione che attraverso la via elettorale e il

pc 20 dicembre - Persecuzione contro Alfredo Cospito: confermato il 41bis. La lotta continuare deve continuare su tutti i piani

RIPORTIAMO DI SEGUITO UN FUMETTO DI "ZEROCALCARE": COSA SIGNIFICA IL 41BIS

"Alfredo Cospito deve rimanere al 41-bis. Lo ha stabilito ieri il Tribunale di sorveglianza, regime di carcere duro che gli è stato assegnato per quattro anni. Contemporaneamente, però, la Corte d’Assise d’appello di Torino ha accolto la richiesta dei legali dell’uomo nel processo che lo vede imputato, dopo la riformulazione imposta dalla Cassazione, per «strage politica»: gli atti saranno trasmessi alla Consulta. La procura generale ha chiesto l’ergastolo, ma adesso i giudici passano la palla alla Consulta: chiedono di intervenire sulla norma che impedisce di concedere l’attenuante del fatto di lieve entità se l’imputato è considerato recidivo. La Corte torinese riconosce dunque che l’attentato contestato al militante anarchico, all’interno del processo «Scripta manent», va considerato di lieve entità. Peraltro, ricordano i giudici di Torino, analoga interpretazione era stata fornita dalle stesse procure nei processi precedenti. Se la Consulta accogliesse le eccezioni la pena potrebbe ridursi a un periodo compreso tra 21 e 24 anni di carcere.

Cospito, 55 anni, è in sciopero della fame nel carcere di Sassari dal 20 ottobre scorso. La protesta estrema è contro il regime del 41bis, in genere riservato ai mafiosi. Ha già perso molti chili e il suo stato di salute si sta deteriorando. «È determinato ad andare avanti – ha fatto sapere l’avvocato Flavio Rossi Albertini – Secondo il nostro medico, è arrivato al limite».

In solidarietà ci sono state manifestazioni e azioni di protesta e sabotaggio in diverse città italiane ed europee."










pc 20 dicembre - migranti in rivolta al CPR restinco - uno di essi muore nell'incendio

Brindisi, migrante morto nell'incendio al CPR, appiccato per protesta 

"I Cpr? Spesso delle polveriere pronte ad esplodere". Si esprime così l'avvocato Cosimo Castrignanò, legale di diversi migranti del Centro di permanenza temporanea Restinco e Presidente del Cidu (Centro internazionale dei diritti umani). "La prima cosa che mi viene in mente - spiega - è che il sistema antincendio non ha funzionato come doveva, altrimenti non saremmo arrivati ad avere una persona morta e un'altra ferita. Non è la prima volta che gli ospiti incendiano i materassi. Alcune volte lo fanno per protesta, altre per atti di autolesionismo e siccome sono episodi che avvengono frequentemente un'adeguata prevenzione avrebbe potuto evitare questa tragedia". Nella serata di lunedì molti ospiti hanno contattato l'avvocato per raccontare quanto stava accadendo all'interno del centro. "Mi hanno chiamato in tanti spaventati e preoccupati. Molti di loro - dice -  avrebbero voluto fare qualcosa in più ma le condizioni erano impraticabili per via del fumo denso e acre. Più di qualcuno si è rammaricato per non aver salvato il compagno".


La tragedia ripropone l'emergenza Cpr a livello nazionale nonostante "la situazione di Brindisi si debba ritenere una delle migliori d'Italia. La struttura - fa sapere l'avvocato - è suddivisa in tre grandi lotti dove le persone vivono in una sorta di comunità: circa 15-20 persone per lotto di nazionalità diversa con una convivenza spesso complessa. In molti arrivano dal carcere dopo aver espiato la pena in attesa di essere rimpatriati. Chi torna in libertà si lamenta perché dice di vivere meglio dietro le sbarre piuttosto che in questi cpr e non vede l'ora di andare via e di essere espatriato. Ed è normale che certe situazioni esplodano quando si potrebbero adottare soluzioni diverse e alternative".


Nel centro di Restinco ci sono storie di vita paradossali che si mescolano l'una con l'altra. "C'è un cittadino di nazionalità montenegrina nato a Pontedera (in provincia di Pisa) da genitori che vivono in Italia. Ebbene - racconta l'avvocato Castrignanò - quest'uomo, padre di cinque bambini, si è trasferito a Roma e nonostante non sia mai stato in Montenegro è stato raggiunto da un decreto di espulsione dal Prefetto di Roma. E ora dovrebbe rientrare. Da circa un mese si trova nel Cpr di Brindisi e poiché i giudici ordinari si allineano molto spesso con l'ufficio immigrazione senza considerare le nostre doglianze ricorreremo alla Commissione Europea dei Diritti dell'Uomo affinché intervenga per regolarizzare la posizione di questo ospite".

lunedì 19 dicembre 2022

pc 19 dicembre - In piazza gli antifascisti a La Spezia

"Anche nella provincia della Spezia - ribadisce una rappresentante di OSA e volontaria dell'ARCI Canaletto - si stanno verificando aggressioni ed atti intimidatori che si richiamano esplicitamente al fascismo e, ad un anno dall'attacco alla sede della CGIL a Roma, abbiamo subito un vero e proprio agguato fascista al Circolo Arci del Canaletto, durante la festa dell'organizzazione studentesca OSA. Il silenzio con cui sono stati accolti tanti episodi di questo genere non è che una ulteriore rappresentazione dell'inerzia decennale delle istituzioni, che hanno permesso a gruppi neofascisti di radicarsi e rendersi protagonisti di violenze quotidiane. Esprimere solidarietà è un dovere al quale è ora necessario affiancare una protesta esplicita e visibile per riportare nelle strade i valori alla base della nostra Costituzione antifascista. Il fascismo è la negazione della vita democratica. La nostra provincia ha una storia che affonda le proprie radici nell'antifascismo e continuerà a combattere contro il fascismo". I partecipanti alla manifestazione, circa 300, si sono ritrovati sotto la Prefettura ed una delegazione è stata ricevuta dal Vicario.

pc 19 dicembre - Continua il lavoro proletario e comunista nelle grandi fabbriche, nel cuore centrale della classe: Carrozzerie Mirafiori Torino


Report dalla squadra intervenuta a Mirafiori
L'intervento del 13 dicembre alla portineria Mirafiori è stato fatto con affissione di uno striscione, diffusione volantini. Lo striscione, condiviso dagli operai con cui è stato possibile parlare, ha avuto anche l’effetto di stabilire il confine con i delegati Fiom che in più di una decina stavano volantinando per lo sciopero del 15. 

Vi sono state varie discussioni con operai, soprattutto operaie che più denunciavano le pesanti condizioni dentro lo stabilimento e di lavoro nell’incertezza delle prospettive produttive, dando elementi diretti di conoscenza sulla attuale situazione della fabbrica, a cui abbiamo portato la nostra posizione verso le Assemblee proletarie, nel lavoro di prospettiva alle fabbriche.

Il freddo e i ritmi di lavoro, sono stati una costante nelle parole degli operai delle carrozzerie: "mai visti ritmi così alti". "Ci fanno fare dieci ore nel reparto", hanno detto operai della finitura, non tanto come denuncia degli straordinari in se, che non sono utilizzati su larga scala "...c’è la cassa non gli straordinari", ma come forma specifica di flessibilità, di modifica degli orari per far fronte alla

pc 19 dicembre - Taranto Base strategica per la Nato e la guerra / Campagna "tarantocontroguerra"

 

Nel silenzio della città, si stanno costruendo le condizioni perchè la Base navale di Taranto sia protagonista di prima fila nella guerra nell'area Ucraina e nel Medio Oriente, nel Mediterraneo.

E' in atto una trasformazione di Taranto tappa tappa in città di guerra, con la complicità di tutte le forze politiche istituzionali di questa citta'; e dove l'altra trasformazione di Taranto, che sta perseguendo tenacemente l'amministrazione comunale, in citta' del turismo, "giochi del mediterraneo", ecc, non è una controtendenza ma l'altra faccia della medaglia.

Taranto, quindi, è una delle capitali della tendenza ad una guerra mondiale. La Base navale, il Mar grande, le isole sono diventate zone di esercitazioni di guerra, di simulazione di invasione, di sperimentazione del nuovo armamentario di guerra. E, ultimo, la Nato vuole fare di Taranto il "Comando marittimo del Sud".

Così, mentre si vuole demolire l'industria siderurgica, si sta ampliando a tappe forzate l'industria

pc 19 dicembre - La manifestazione di Roma del 17 - info

La manifestazione di sabato 17 a Roma: "Quando c'è tutto c'è la salute" ha visto una buona e rappresentativa presenza oltre che da Roma anche da altre città - le delegazioni da Napoli dei disoccupati '7 novembre' e Sicobas Genova erano importanti. 

Centinaia di manifestanti, tra questi la componente di proletari immigrati era preponderante e rappresentata soprattutto dai blocchi precari metropolitani - movimento di lotta per la casa; buona e folta la presenza dei compagni di 'classe contro classe', 'nido di vespe', 'comitato contro l' inceneritore di Albano', 'lavoratori/lavoratrici Aci informatica', raccolti anche dal coordinamento regionale sanità, lavoratori e lavoratrici dello Spallanzani, che oltre a denunciare lo smantellamento della sanità pubblica hanno denunciato, con slogans, ma anche con interventi al microfono la repressione delle lotte proletarie, rivendicando la libertà per tutti i prigionieri politici, la fine della tortura del 41 bis e dell'ergastolo ostativo per Alfredo e per tutti. 

Slogans ricorrenti sono stati "Cosa vogliamo? Vogliamo tutto, lo Stato borghese dev'essere distrutto", "pace sociale vince il capitale, lotta di classe vincono le masse", "Per una vera sanità ci vuole un altro modello di società", "il proletariato non ha nazione internazionalismo rivoluzione". Lo spezzone più bello e vivace però era quello delle donne proletarie dei blocchi precari metropolitani, che cantavano in romanesco contro lo Stato e la polizia. 

Molti  Gli interventi al microfono Tra l'altro questi sono iniziati a corteo avviato, perché fino alle 15,30-16 non ci si è mossi perché la polizia aveva autorizzato soltanto un presidio statico in piazza Aldo Moro, poi ha autorizzato il corteo fino a piazza della Repubblica, evitando, però, ogni contatto con i Ministeri. Comunque il corteo è stato una conquista rispetto ai rapporti di forza, come hanno detto alcuni compagni verso la fine. 

È stato un corteo proletario, come hanno sottolineato in molti, e un altro passo verso il coordinamento e l'unità delle lotte che riguardano tutta la nostra vita, dalla salute, alla casa, al lavoro, al salario garantito lavoro-non lavoro, alla scuola. Una lotta unitaria che deve continuare nelle città e sui territori, e in tal senso è stato raccolto l'appello dei blocchi precari metropolitani a partecipare a un presidio contro il carovita per mercoledì prossimo a piazza Venezia sotto l'albero di natale che il sindaco di Roma ha fatto istallare per incentivare lo shopping natalizio...

dalla compagna de L'Aquila Slai cobas sc/Mfpr/Srp




domenica 18 dicembre 2022

pc 18 dicembre - Il compagno Jose Maria Sison, leader storico marxista-leninista-maoista del Partito Comunista delle Filippine. è morto. Onore e gloria!

 dal blog Maoistroad

Honour and Glory to comrade Jose Maria Sison (Ka Joma) historic marxist-leninist-maoist leader of Communist Party of Philippines !

Jose Maria Sison, the founding chairman
of the Communist Party of the Philippines, passed away at the age of 83 after a two-week stay in a hospital in Utrech, Netherlands.



The Filipino proletariat and toiling people grieve the death of their teacher and guiding light,”

“Even as we mourn, we vow (to) continue to give all our strength and determination to carry the revolution forward guided by the memory and teachings of the people’s beloved Ka Joma,” 

Statement of Communist Party of Philippines