sabato 10 dicembre 2022

pc 10 dicembre - Morte operaia nei magazzini della logistica in provincia di Cesena - la risposta è lo sciopero! Massimo sostegno

Presidio lunedì mattina a partire dalle ore 10 all'ingresso della fabbrica.

In provincia di Cesena, operaio muore cadendo da un muletto

Gatteo, la vittima si chiamava Ndiaye Massamba. Il Si Cobas: «Basta con le morti per il profitto»

 Un’altra vittima. Si chiamava Ndiaye Massamba, l’operaio di origine senegalese, morto la scorsa notte

pc 10 dicembre - Proteste studentesche in Nepal guidate dai comunisti rivoluzionari

Student Union Affiliated To CPN (Majority) Protests Rise In Price Of Petrolium Products

Kathmandu, December 4, 2022: Activists of the student union affiliated with the Dharmendra Bastola-led CPN (Majority) have protested against Nepal Oil Corporation demanding the adjustment of the price of petroleum products.

They protested in front of the central office of Nepal Oil Corporation, Teku. They stressed the need to adjust the prices of petroleum products that have fallen internationally.

pc 10 dicembre - Brasile - Gli studenti occupano università in tutto il paese e convocano una giornata nazionale di lotta - info diretta

Estudantes ocupam universidades por todo país e ExNEPe convoca dia nacional de mobilização

Estudantes da UFRJ realizam grande manifestação contra os cortes na Educação. 

Estudantes de todo o país estão realizando ocupações e manifestações contra os novos bloqueios no orçamento de R$ 244 milhões para as Universidades e R$ 208 milhões para os Institutos Federais (totalizando R$ 452 milhões), feitos pelo governo militar de Bolsonaro no dia 28 de novembro, durante jogo da seleção brasileira na Copa do Mundo. Neste momento, os estudantes ocupam a reitoria da Universidade Estadual de Maringá (UEM), duas universidades no Rio Grande do Sul, a Universidade Federal de Pelotas (UFPel) e Universidade Federal do Pampa (Unipampa), uma em Santa Catarina, a Universidade Federal da Fronteira Sul (UFFS) e uma em Espírito Santo, a Universidade Federal do Espírito Santo (Ufes). A Executiva Nacional de Estudantes de Pedagogia (ExNEPe) também convocou, para o dia 12/12, um dia nacional de combate ao corte de verbas na Educação.

A onda de ocupações de universidades teve início no mês de outubro deste ano, logo após os cortes de

pc 10 dicembre - Riceviamo e pubblichiamo. PERÚ: SOBRE LOS ÚLTIMOS ACONTECIMIENTOS EN EL PAÍS due testi

MPP

¡Proletarios de todos los países, uníos!

 La necesidad de tener una comprensión correcta de la situación, es decir, marxista-leninista-maoista, pensamiento gonzalo, es de suma importancia en la actual situación política, de más agravada crisis política del viejo Estado como expresión concentrada de la crisis general de la sociedad peruana, desde 1980, que entró con el inicio de la guerra popular por el PCP, más aún, cuando se ha agudizado la colusión y pugna interreaccionaria, con el intento de “autogolpe” del presidente, el rondero contrarrevolucionario Pedro Castillo, del día de ayer, seguido de el “contragolpe” "parlamentario" dado por las fuerzas de ambas fracciones representadas en el parlamento con la participación de las fuerzas armadas reaccionarias y genocidas. Necesitamos tener esta clara compresión  para dirigir, para orientar la lucha de masas en nuestro país, para que no se dejen uncir al carro de la reacción y el revisionismo, que quieren atarlas tras el programa de la gran burguesía compradora o de la burocrática para llevar a cabo sus fracasadas tareas reaccionarias. La reacción y el revisionismo, especialmente la LOD revisionista y capitulacionista, tratan de ocultar el verdadero carácter de clase de las contradicciones interreaccionarias, llamándola de diferentes maneras, para arrastrar a las masas tras salida reaccionaria a la crisis de todos lo ordenes que corroe a su sistema agonizante herido de muerte. En este caso, a la agudizacion de su crisis política. Salidas reaccionarias como las que estamos viendo de “autogolpe” del gobierno reaccionario encabezado por Castillo que se ha quedado solo con el apoyo del Modavef o “bloque magisterial” (LOD r y c) en el parlamento y en las calles, y los del llamado “contragolpe” parlamentario por una conjunciń de fuerzas de ambas facciones donde están fujimoristas, Perú Libre con los Cerrón a la cabeza y también el ex-premier Bellido, etc.

Pero para hacer esto tenemos que partir precisamente del marxismo-leninismo-maoismo, pensamiento gonzalo.

 La sociedad peruana semifeudal y semicolonial sobre la cual se desenvuelve un capitalismo burocrático. Desde 1980 esta en su tercer momento, de crisis general del capitalismo burocrático y de su destrucción final, momento que se inicia con la guerra popular dirigida por el Partido Comunista del Perú, como bestia agonizante se defenderá buscando aplastar la revolución. Esta vieja sociedad es sostenida y defendida, como lo ha establecido el Presidente Gonzalo, por el viejo Estado reaccionario, cuyo carácter de clase es de dictadura conjunta de terratenientes y grandes burgueses, burocráticos o

pc 10 dicembre - Gli operai, i lavoratori italiani al fianco della rivolta in Iran

Fermare le esecuzioni in Iran / Sostegno alla rivolta / firmare e far firmare la mozione

 UN APPELLO PARTICOLARE LO FACCIAMO AGLI OPERAI E ALLE OPERAIE

Come sta accadendo in Iran, e nelle recenti 3 giornate di sciopero/manifestazioni, i lavoratori, gli operai anche in Italia siano al fianco delle donne, dei giovani.

Stampate, firmate, e fate firmare, la mozione pubblicata, dopo la locandina, e inviatela scansionata a: slaicobasta@gmail.com
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MOZIONE 
 

giovedì 8 dicembre 2022

pc 8 dicembre - Odiosa aggressione fascio-razzista a Verona con Salvini ispiratore e nume tutelare

Verona, aggressione con catene e manganelli ai tifosi marocchini in festa

Le forze dell'ordine hanno già fermato tredici giovani appartenenti a gruppi di estrema destra. Nel raid prese di mira le auto su cui viaggiavano i sostenitori del Marocco, una donna è rimasta leggermente ferita

Un raid in piena regola, di matrice razzista, contro i tifosi del Marocco in festa nelle strade di Verona dopo la vittoria ai rigori sulla Spagna. Un gruppo di persone incappucciate, riconducibili all’estrema destra locale, avrebbero aggredito alcuni ragazzi marocchini a bordo di cinque automobili a Corso Porta Nuova.    

Secondo i testimoni, gli aggressori avrebbero usato catene, cinture e manganelli contro le vetture che transitavano in Corso Porta Nuova. Una donna è rimasta leggermente ferita dalle schegge dei finestrini rotti. Un video che circola in rete mostra cinque persone incappucciate, di cui uno con una cinghia in mano, che si scatenano contro gli occupanti di un'automobile.

pc 8 dicembre - Al Governo Meloni e i suoi ministri non gli par vero di poter comandare e fottere

Il governo con  Nordio scatena una campagna contro i magistrati che indagano su corruzione e malaffare, rinverdendo i fasti di Berlusconi e prima di lui della P2 di Licio Gelli

Il governo conferma il provvedimento forcaiolo e liberticida antirave e infila la sanatoria per i Novax base elettorale e truppa di complemento reazionaria e fascista, comunque si definiscano, dell'attuale governo.

pc 8 dicembre - Il governo dei padroni, della guerra, della povertà cerca pretesti per criminalizzare l'opposizione politica, le forze proletarie, i singoli che denunciano

Una dichiarazione in tv diventa occasione per una campagna a favore del ministro della guerra e gran commis delle industrie belliche oltre che consigliore privilegiato della Meloni

«Quanto pensano – gli attuali governanti – che i lavoratori possano accettare salari che calano da 30 anni, contratti che non vengono rinnovati, attacco al reddito di cittadinanza, disoccupazione e aumento delle bollette? La violenza sta lì. Se poi la violenza colpirà Crosetto… non mi strapperò i capelli».

Crosetto: «fino a 50 giorni fa facevo un’altra vita piena di soddisfazioni Ho accettato l’offerta di mettermi al servizio del Paese, sacrificando qualità della vita, famiglia e soddisfazione economica

pc 8 dicembre "Operai, guardiamo oltre le lotte di tutti i giorni!". Da operai proletari comunisti

Siamo noi che abbiamo in mano il nostro futuro come operai, come classe operaia 

Tutti i giorni lottiamo per non essere schiacciati come schiavi. 
Ma appunto perché stiamo lottando tutti i giorni contro il singolo padrone noi dobbiamo alzare la testa e guardare anche oltre le lotte di tutti i giorni. 

Noi dobbiamo portare avanti una lotta contro il sistema dei padroni, il sistema imperialista capitalista, contro il governo, contro lo Stato dei padroni.

L'abbiamo visto subito. Questo governo ha gettato subito la maschera, ma qualcuno come Landini sembra accorgersene solo adesso. E' un governo fascista, è un governo repressivo. 

Noi lo sappiamo da anni che i governi dei padroni sono tutti impegnati a reprimere le nostre lotte più combattive, ma noi siamo forti e dobbiamo andare avanti, dobbiamo lottare oggi contro il governo fascista. Dobbiamo ripartire dalle lotte che facciamo tutti i giorni e fare una lotta ancora più grande, costruire un fronte di classe anti-capitalista, antimperialista che unisca tutti gli sfruttati, e con al centro la direzione della classe operaia e dei lavoratori che lottano; perchè questo sistema non si può cambiare. 

Noi non chiediamo niente al governo Meloni, noi vogliamo fare una guerra al governo Meloni che è l’ultima faccia di questo sistema putrefatto, il sistema imperialista che mette al governo i fascisti.

Ma questi fascisti ci danno un’opportunità, un’opportunità molto forte perchè se loro aumentano la repressione e vogliono schiacciarci, non fanno che alimentare la nostra rabbia e ribellione. 

Dobbiamo trasformare questa resistenza che facciamo tutti i giorni in una lotta di classe con al centro la questione del potere, il potere deve essere operaio. Un governo operaio che possa il giorno dopo dire basta allo sfruttamento, dare il lavoro ai disoccupati e non i sussidi, basta con lo sfruttamento e i morti sul lavoro frutto del modo di produzione capitalista.

Per questo noi dobbiamo continuare ancora e arrivare ad un vero sciopero generale che non può che diventare uno sciopero politico perchè noi abbiamo necessità di trasformare la lotta economica che facciamo tutti i giorni, la lotta sindacale dura, in una lotta politica, perchè vogliamo tutto, vogliamo comandare e avere un futuro per i nostri figli e per tutti i proletari. E questo lo dobbiamo fare in legame con gli altri proletari e popoli a livello internazionale, con tutti gli altri popoli che stanno lottando in tutti i paesi. In India c’è stato un grandissimo sciopero, una lotta di milioni di contadini.

Ma noi abbiamo bisogno di costruire le nostri "armi" in primis un fronte di classe anticapitalista/antimperialista che metta al centro la lotta politica per il potere nelle mani degli operai.

pc 8 dicembre - BERGAMO IN LOTTA PER FORTI INTERVENTI A SOSTEGNO DEI SALARI, LAVORO COSTO DELLA VITA, SANITÀ... E CONTRO LE SPESE MILITARI E LA GUERRA

Dalla grande e ricca mobilitazione del 2 dicembre

Giornata di mobilitazione e scioperi: dai cancelli, alla sede ITL, fino alla Prefettura di Bergamo ore 10.00.

Nei cartelli e negli interventi davanti alla Prefettura di Bergamo a chiusura della più ampia campagna per la giornata del 2 dicembre, i lavoratori lo dicono chiaro che non è più possibile andare avanti così,

Le singole aziende in maggioranza negano interventi a sostegno dei salari, persino parlare del misero bonus bollette fa dire "è come se mi dai un colpo al cuore".

Che le lotte di resistenza nelle singole fabbriche, nei magazzini della logistica siano dure, devono si' continuare, ma serve unirle e trovare una forza superiore nella lotta generale.

Una lotta generale che vede i lavoratori uniti e più forti nella solidarietà internazionalista, non perchè in piazza c'erano lavoratori pakistani, indiani, filippini, marocchini, ma perchè lo scontro è tra la classe dei lavoratori senza confini e quella degli sfruttatori. Al presidio è stato portato l'esempio rivoluzionario delle donne e delle masse iraniane, con una protesta iniziata per l'assassinio da parte della polizia religiosa di Mahsa Amini, con gli scontri nelle piazze ora arrivata a toccare anche i posti di lavoro. In  due mesi e più di lotta, oltre 500 morti, 30.000 arrestati. Ma questo non ferma la sua forza rivoluzionaria, ora apertamente per rovesciare il regime fascista degli ayatollah.

I padroni fanno la loro politica con i governi, che possono anche passare di mano, ma restano a sostegno

mercoledì 7 dicembre 2022

pc 7 dicembre -- Muore schiacciato da una lastra un operaio ai Cantieri Navali di Palermo

Ucciso dal lavoro e sul lavoro un operaio ai Cantieri Navali di Palermo. Queste morti accusano impietosamente il sistema sociale in cui viviamo, il sistema dei padroni capitalisti che per la loro fame insaziabile di profitto sfruttano gli operai fino ad ucciderli

La risposta deve essere una sola: unirsi e organizzarsi per lottare contro questo sistema assassino che deve essere rovesciato 

Cantieri navali, operaio muore schiacciato da una lastra di lamiera

La vittima si chiamava Angelo Salamone e aveva 61 anni: lavorava per la Doro Maris, una delle tante ditte dell'indotto

https://www.palermotoday.it/cronaca/cantieri-navali-morto-angelo-salamone.html?fbclid=IwAR1L-8vEEvTvMP_jRl9GC7ffqEbMf0zxn6RNTM2MfeOfnRuWGEwW6iV3xso

pc 7 dicembre - Militari italiani da Messina in Libano per addestrare a reprimere nel sangue le proteste popolari

La missione italiana in Libano a guida Brigata “Aosta”, al suo terzo mandato nella Terra dei Cedri con i colori delle Nazioni Unite, ha la responsabilità del Settore Ovest di UNIFIL in cui operano 3.800 Caschi Blu di 16 dei 48 paesi contributori alla missione ONU e di cui fanno parte oltre 1.000 Caschi Blu italiani.

Le attività svolte in Teatro Operativo sono condotte sotto il coordinamento e secondo le direttive impartite dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), guidato dal Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo.

da antoniomazzeoblog

 dicembre 06, 2022

LA BRIGATA AOSTA IN LIBANO? ADDESTRA A REPRIMERE NEL SANGUE LE MANIFESTAZIONI DI PROTESTA

 Cosa fanno in Libano i militari della Brigata Meccanizzata "Aosta" dell'Esercito italiano (il cui comando è a Messina)? Formano e addestrano le forze armate libanesi a reprimere nel sangue le manifestazioni di protesta la cui intensità cresce nel paese mediorientale per l'aggravarsi delle condizioni sociali, economiche e politiche e per l'inarrestabile escalation dei prezzi dei generi alimentari di base.

"A poco più di tre mesi dall’inizio del proprio turno di servizio in Libano, i Caschi Blu italiani della

pc 7 dicembre - Dopo i mondiali le olimpiadi in Francia all'insegna sempre di morti, lavoratori in nero e costi alle stelle

Dalla stampa

In Francia è in atto una campagna di boicottaggio del Mondiale in Qatar, in segno di protesta per le durissime condizioni di lavoro delle maestranze che hanno realizzato gli stadi. Ma, in realtà, ciò che sta avvenendo a Parigi, con stipendi da fame e nessuna copertura sanitaria per gli operai che lavorano al cantiere del Villaggio Olimpico, è forse peggio

Alessandro Grandesso

6 dicembre - PARIGI

Niente protezioni, niente coperture sanitarie, niente ferie, niente documenti, stipendi da fame, ovviamente in nero e quattro morti. Benvenuti in Qatar, direbbero gli oppositori del Mondiale in corso in Medioriente. Invece si tratta delle condizioni di vita e lavoro di operai impiegati sui cantieri di Parigi 2024, le Olimpiadi che saranno organizzate nella capitale francese che sta boicottando il torneo Fifa.

BOICOTTAGGIO — Il comune di Parigi infatti ha scelto di non allestire schermi giganti per i tifosi. Una presa di posizione frontale, condivisa anche da altre grandi città francesi, per denunciare il trattamento riservato ai lavoratori stranieri impiegati per la costruzione di stadi e infrastrutture a Doha e dintorni. Dove, secondo varie Ong, ci sarebbero stati 6500 morti. Non più di 500 secondo le autorità locali.

INCHIESTA — Ma a negare credibilità alla postura di Parigi è innanzitutto l’inchiesta aperta a giugno dalla procura di Bobigny per far luce sulle condizioni di lavoro degli operai del cantiere del Villaggio olimpico, alle porte della capitale. E anche quelle giornalistiche che hanno portato a galla un sistema di sfruttamento da parte di aziende subappaltatrici che utilizzano manodopera clandestina.

ESEMPIO—   I quotidiani Le Monde e Libération in particolare parlano di sans-papier impiegati in molti cantieri. A cominciare dal Villaggio degli atleti dove si sono registrati vari incidenti gravi negli

pc 7 dicembre - Comunicati del MLKP sulla rivolta popolare in Iran

La rivolta popolare a Rojhilat e in Iran va avanti ormai da più di due mesi. La rivolta è in una nuova fase. Il regime fascista dei mullah è in una situazione senza speranza. Nonostante decenni di esperienza nella brutale repressione della società e nella contro-insurrezione, i massacri, le torture, gli arresti e le esecuzioni non sono bastati a fermare la rivolta popolare. Lo sciopero generale e le resistenze acquistano un carattere più ampio e di massa. I giovani sono per le strade. Sempre più lavoratori si uniscono alle manifestazioni. La ribellione continua mentre aumenta la violenza di massa contro le forze fasciste del mullah e le sue istituzioni.

Il regime fascista dei mullah è scosso dalle fondamenta e cerca di massimizzare la violenza controrivoluzionaria. Ma la rivoluzione non può più essere fermata. O libertà o morte, questa è la fase a

pc 7 dicembre - La lotta dei braccianti nel Punjab India


 info da sol rojo messico

India. Una nueva manifestación de jornaleros agrícolas se registró en Sangrur, Punjab. Más de 10 mil trabajadores rurales pertenecientes a 8 organizaciones sindicales se movilizaron como Frente del Trabajo (Mazdoor Morcha). En respuesta el viejo Estado concentró la fuerza policial de 4 distritos políticos, además de la policía nacional; las ordenes de los cerdos eran claras: reventar y reprimir la manifestación deteniendo al mayor número de personas. Como era de esperar hubo fuertes enfrentamientos, los más relevantes se registraron a la altura del domicilio del primer ministro donde incluso se montaron barricadas devolviendo golpe por golpe. Los jornaleros exigen que se les den más empleos de forma permanente y no eventual, según la Ley Nacional de Garantía de Empleo Rural Mahatma Gandhi; el aumento al salario mínimo a 700 rupias; la dotación de tierras ociosas en favor de comunidades dalit y la regularización de tierras ya asignadas u ocupadas por los campesinos pobres. El primer ministro ha cedido momentáneamente anunciando el establecimiento de una mesa de diálogo para el próximo 21 de diciembre.

pc 7 novembre - Sul processo ad Alfredo Cospito a Torino e la manifestazione - Un commento

 INTIMARE NON SIGNIFICA CHIEDERE

Nel giorno in cui il Tribunale di Torino avrebbe dovuto decidere la rideterminazione delle pene per due anarchici ritenuti responsabili dell’attentato alla Scuola Allievi Carabinieri di Fossano (Cuneo), avvenuto nel 2006, la scena viene presa da un fatto increscioso e dalle reazioni politiche.

Per quell’azione dimostrativa, per il principale imputato – Alfredo Cospito – è stata richiesta la condanna all’ergastolo ostativo, con la pena accessoria del regime del 41 bis, quello comminato agli appartenenti alla nalavita organizzata: a causa di ciò egli protesta, attraverso l’attuazione dello sciopero della fame, da oltre quarantacinque giorni.

E dire che – come precisa lui stesso nel corso della dichiarazione spontanea letta, in videoconferenza dal carcere di Sassari, prima che la Corte decidesse di rinviare gli atti alla Consulta, non prendendo così posizione – i due gesti dimostrativi furono fatti «in piena notte, in luoghi deserti (e per questo) non dovevano e non potevano uccidere nessuno».

Per questo, se la Corte Costituzionale accogliesse la tesi delle difese, all’imputato verrebbero concesse le attenuanti generiche: ciò comporterebbe una riduzione della pena che a quel punto andrebbe ricalcolata, dovendo nel caso ammontare ad una cifra compresa tra i ventuno ed i ventiquattro anni di reclusione.


Fuori da Palazzo di Giustizia, nel frattempo, si è formato un presidio di circa trecento solidali con il

martedì 6 dicembre 2022

pc 6 dicembre - Compagni e compagne

Concentriamo le nostre forze in un lavoro effettivo, serio e continuato, verso e dentro la classe operaia delle grandi e medie fabbriche.

Senza un radicamento in queste fabbriche, senza una nuova fase di lotta in queste fabbriche non si è oggi comunisti autentici, basati sulla scienza, teoria, ideologia, politica e prassi del marxismo-leninismo, sviluppato in alcuni punti fondamentali dal maoismo.

Si è invece teorici e pratici della concezione e posizione che il movimento così com’è è tutto, che le lotte allo stato attuale, anche quelle classiste e radicali, sono  il massimo possibile, che il fronte, che pure tutti vogliono di classe, sia  senza classe e non di classe contro classe come è giusto che sia.

Proletari comunisti fa appello, innanzitutto ai propri compagni e strutture di riferimento, a lavorare sempre più e meglio su questo aspetto, per incarnare realmente la linea proletaria e comunista necessaria.

Ma chiaramente chiamiamo a raccolta tutte le energie delle avanguardie operaie e comuniste, ovunque siano collocate, a fare questo lavoro, insieme o coordinati, perchè esso sia il versante pratico di un avanzamento teorico, frutto evidentemente della lotta tra le due linee, che è fattore di sviluppo e contributo alla costruzione del partito comunista necessario alla lotta per la rivoluzione proletaria, risposta  alla marcia dell’imperialismo nella sua fase di guerra, reazione, intensificazione dello sfruttamento e oppressione in tutte le forme del proletariato e delle masse popolari.

proletari comunisti/PCm Italia

pc 6 dicembre - 2 e 3 dicembre di lotta, luci e ombre

1 - Le due giornata di lotta del 2 e 3 dicembre sono state un fatto positivo perché il tema dello sciopero generale è stato dalle organizzazioni sindacali di base che lo hanno promosso , posto all’OdG. Ma porre all’OdG non significa fare uno sciopero generale.

Lo Slai cobas per il sindacato di classe  non vi ha aderito proprio per questo. 

Non ci siamo per sottratti alla mobilitazione. A Taranto, Palermo, Bergamo ne siamo stati attivi promotori con spirito unitario.

Ma i ceti politico sindacali del sindacalismo di base perseverano lungo una strada autoreferenziale che non tiene conto della situazione effettiva del settore centrale del proletariato, che è la classe operaia delle grandi e medie fabbriche.

Non si tiene conto inoltre che le masse povere di questo paese hanno bisogno di lotta e organizzazione perché si mobilitino su scala nazionale in maniera estesa e incisiva - questo avviene  solo molto in parte e solo in alcune città del sud, Napoli e in misura minore Taranto e Palermo. Non si può sempre parlare a nome delle masse senza che le masse ci siano.

 La linea dei gruppi dirigenti dei sindacati di base va in direzione sempre uguale in senso inadeguato  a rspondere alle esigenze e ai tempi della classe e delle larghe masse.Per noi non ci può essere unità senza cambiare la linea.

Lavoriamo per un vero sciopero generale, trattando i problemi e le contraddizioni, perché lo sciopero generale è necessario come brodo di coltura della costruzione del sindacato di classe e della trasformazione dello sciopero economico in sciopero politico generale.

2La manifestazione del 3 dicembre è stata partecipata essenzialmente dai settori

pc 6 dicembre - Solidarietà ad Alfredo Cospito

NO ALL’ERGASTOLO OSTATIVO

NO AL 41BIS PER I PRIGIONIERI POLITICI


Proletari comunisti esprime la sua massima solidarietà e vicinanza ad Alfredo Cospito, che sta mettendo la sua vita in pericolo con uno sciopero della fame per una battaglia giusta, quella di respingere una condanna ingiusta all’ergastolo e attualmente una detenzione persecutoria al 41bis, dettata da una  logica di Stato di vendetta, di rappresaglia e di intimidazione reazionaria verso i compagni anarchici e i compagni rivoluzionari.

Noi comunisti abbiamo ideologie, programmi, teorie, politiche e prassi differenti da Alfredo e gli anarchici; ma siamo uniti contro la repressione di Stato e vogliamo che la battaglia di Alfredo vinca per sé e per tutti i prigionieri politici.

La posizione della Corte di Cassazione e del PM di Torino è forcaiola e, come dice Manconi, di violazione della Costituzione. Il rinvio della Corte d’Appello alla Consulta è una posizione pilatesca che comunque costituisce un risultato della lotta e della mobilitazione intransigente dei compagni anarchici e del movimento a sostegno della battaglia di Cospito.

Questa lotta deve continuare ed estendersi e le pratiche di mobilitazione devono essere giuste e coerenti all’allargamento del fronte per questo obiettivo.

Proletari comunisti/PCm Italia

6.12.22

pc 6 dicembre - Il governo dà 111 miliardi ai padroni “medi e piccoli”: è questa la “manovra” che non si vede!

 

“Non disturbare chi produce” dice la Meloni, ma soprattutto riempirlo di soldi, e il governo, attraverso la Sace lo fa alla grande.

Mentre la manovra da circa 30 miliardi del governo moderno fascista Meloni, che ruba ai poveri per dare ai ricchi, attira tutta l’attenzione pubblica e viene pure bocciata dalla Corte dei conti, ci sono in atto altre “manovre” che portano ai padroni molti più soldi e aiuti all’imperialismo italiano ad espandersi in settori geografici più “appetibili”. Stiamo parlando del “piano industriale” della Sace, come riportato dal Sole24Ore di oggi, che prevede di impegnare 111 miliardi in tre anni tra investimenti nel mercato interno e di quello all’esportazione. 111 miliardi solo sotto questa forma poi ce ne sono tanti altri...

Questo dice, infatti, il pezzo iniziale dell’articolo: “Quarantanove miliardi nel triennio 2023-2025 per rafforzare il sostegno all’export e all’internazionalizzazione in modo da raggiungere quadi 30mila

pc 6 dicembre - La necessità di un percorso differente - Dall'Assemblea Donne/Lavoratrici del 23 novembre 22

Iniziamo con una denuncia arrivata da una lavoratrice delle pulizie dell'Amat, il servizio trasporti a Taranto. Queste lavoratrici lavorano per pochissime ore 3/4 ore e stanno lottando insieme agli altri lavoratori per avere un aumento delle ore perché nel frattempo in questi mesi il carico di lavoro di pulizia dei bus e anche di sanificazione è aumentato, quindi nelle poche ore che hanno devono veramente fare i salti mortali. La lavoratrice dice: "non ho parole, già in quelle poche ore che facciamo non abbiamo neanche tempo di respirare, tant'è che io ho preso l'esaurimento nervoso, sono in depressione e mi sono messa in malattia; ieri però sono rientrata al lavoro e mi mi sono sentita subito male. Non è più possibile lavorare così, non ce la faccio più".

Questo è un grido che noi in questo periodo abbiamo sentito anche da altre lavoratrici, alla Mirafiori  di Torino, alla Stellantis di Melfi, ecc., dalle fabbriche metalmeccaniche ai servizi di pulizia. Il peggioramento delle condizioni di lavoro sta andando rapidamente avanti e il problema che più denunciano le operaie, per esempio a Mirafiori, è proprio questa pesantezza del lavoro, in cui nella pesantezza c'è anche il fatto che non sanno neanche quando sono chiamate a lavorare e quando invece devono stare a casa, è quasi giorno per giorno che glielo comunicano. Questo chiaramente porta anche una pesantezza nervosa per l’attesa di sapere, per il fatto di non poter programmare nulla anche della propria vita privata familiare. La stessa cosa l'abbiamo sentita dalle operaie quando siamo andate a Melfi. Insieme ad una condizione di cassa integrazione e quindi di taglio del salario c'è anche questa altra faccia della medaglia che per le donne chiaramente significa un attacco doppio perché devono arrabattarsi ad organizzare le giornate, la famiglia. Pensiamo che a Melfi vengono da tantissimi paesi anche fuori Regione per cui ci mettono anche due ore per arrivare in fabbrica e due ore per ritornare, e improvvisamente sapere che devi scendere a lavorare, comporta fatica e stress.
La pesantezza del lavoro riguarda tanti altri settori di lavoratrici; per esempio le lavoratrici degli asili di Taranto in tre ore di lavoro al giorno devono fare tutto, non solo pulizie ma anche un servizio verso i bambini, avendo davanti troppi “padroni”, hanno i padroni della Ditta, hanno i padroni delle direttrici delle scuole che pretendono. E pure queste lavoratrici dicono che non ce la fanno più sono piene di dolori, acciacchi.
Ma per le donne il lavoro è importante perchè vuol dire anche indipendenza economica ed emancipazione; vuol dire prendere coscienza dentro i posti di lavoro di che cosa sono i padroni di che cos'è questo sistema; il lavoro è anche unirsi con le altre lavoratrici e quindi rafforzarsi.
Noi stiamo lavorando per l’unità delle operaie, lavoratrici, per costruire una forza. Le donne sono il più vasto fronte di lotta contro questo governo della fascista Meloni, dei suoi ministri, dei suoi fascio-integralisti presidenti di Camera e Senato. Quindi è importante che questo fronte sia forte. Noi diciamo che nella marea del movimento delle donne, il lavoro che stiamo facendo è di  chiamare tutte le operaie più coscienti, le lavoratrici più attive, le immigrate che subiscono un triplice sfruttamento, ad essere la voce forte, di classe. E chiamiamo le compagne a comprendere, dare sostegno a questa voce e alla sua lotta; perché è una lotta diversa, inevitabilmente diversa. Quando le operaie si uniscono, sono protagoniste, e allora effettivamente questa lotta non è solo di balli e canti - che sono anche giusti e necessari - ma diventa pericolosa, e  noi vogliamo che sia pericolosa. Ma per essere pericolosa è necessario che le donne lavoratrici, le disoccupate, le immigrate, le ragazze ribelli, quelle più sfruttate, più schiacciate, si uniscano, pesino, indichino un'altra strada, che non è la strada: ora togliamo il governo Meloni e mettiamo un altro. Perchè gli altri governi di centrosinistra li abbiamo visti all'opera, hanno spianato la strada alla Meloni e sul fronte del peggioramento delle condizioni delle lavoratrici non sono stati da meno. 
Il problema è che c'è bisogno di una rivoluzione in cui le donne proletarie che sono colpite a 360° siano la forza più conseguente, la forza che unisce il fatto di essere donne al fatto di essere parte della classe sfruttata.
In questo percorso noi dobbiamo contrastare passo dopo passo gli aspetti pratici dell'attacco che sono pesanti. Provvedimenti come quelli sul Reddito di cittadinanza, che alla fine toglieranno, è criminale, ridurrà alla vera povertà anche tante donne; anche tutta la questione sulla denatalità è una campagna pratica e ideologica in cui le donne vengono "pesate" sulla base di quanti figli hanno, si parla di "quoziente familiare", come dire, chi non ha figli o ne ha uno solo verrà esclusa anche da quella miseria di bonus, reddito di cittadinanza. Sembra di essere tornate al tempo dei "premi" per le famiglie numerose. E dietro questo subito dopo verrà l'attacco concreto al diritto d'aborto. Anche dietro una riforma delle pensioni per le donne c'è il "numero dei figli".
Questi figli sono da un lato per l'economia del capitale, dall'altro in una fase aperta con la guerra interimperialista in Ucraina e verso una minaccia di guerra mondiale, per la patria imperialista. Di fatto si porta avanti la concezione delle donne come macchine riproduttrici di figli che devono servire al loro sistema. 
Contro questi attacchi è necessario contrastare anche l'humus ideologico che li accompagna. Quello che infatti differenzia il governo fascista della Meloni dai precedenti non è tanto le misure, le decisioni concrete, ma è l'attacco ideologico, culturale. Oggi il "moderno medioevo" non lo denunciamo solo noi ma diventa un fatto normale. Per esempio i discorsi fatti dal presidente Fontana alla Camera è roba da manifesti anni '50 e in cui le donne erano rappresentate solo come madri e mogli. Quindi dobbiamo essere anche su questo fronte molto attive perchè è il più pericoloso nell'influenza che può avere nella massa di persone. 
Ma su questo abbiamo anche necessità di ogni aiuto anche teorico, di armarci di un'analisi più approfondita, per esempio sul perché la borghesia vede come fumo negli occhi la questione del diritto d'aborto, perché è così importante per la borghesia, ma è altrettanto importante per noi; che cos'è la riproduzione nel sistema capitalista, quali sono le posizioni su questo nel movimento femminista che spesso invece di aiutare la lotta la frenano, la deviano... 
Quindi, le donne proletarie si devono "armare" anche teoricamente per non essere alla coda della piccola borghesia. Chiaramente quando diciamo piccola borghesia non diciamo che non lavorano, ma come condizione di classe, condizione di differenza ideologica. Noi dobbiamo costruire il nostro "esercito" proletario. Questo lo abbiamo cominciato a fare, però abbiamo appena cominciato. 
Noi non andiamo dal 25 novembre all'8 marzo - date che così diventano virtuali - noi operiamo perchè si faccia una lotta continua e contundente, che nelle date del movimento delle donne internazionale e, soprattutto per l'8 marzo, comunista indichi la sua battaglia generale, rivoluzionaria per rovesciare l'intero sistema capitalista patriarcale, perchè "tutta la vita deve cambiare".
Noi non abbiamo mai avuto una posizione settaria verso il movimento di Nudm, perché è un movimento che comunque riesce a portare in piazza migliaia di donne, e quindi non possiamo avere la posizione per cui siccome la direzione di questo movimento è piccolo borghese allora non dobbiamo esserci. Noi abbiamo da sempre detto: "un piede dentro e un piede fuori", e con questa logica da un lato partecipiamo e dall'altro facciamo continuamente la lotta aperta, politica, pratica, teorica alle  posizioni di Nudm.
Ma il nostro percorso è un altro e deve sempre più essere un altro.
Abbiamo avviato questo percorso di "Assemblee operaie" in presenza. Il carattere di queste assemblee è che sono le stesse lavoratrici protagoniste  anche della loro organizzazione; queste assemblee allargano anche la visuale delle operaie, cioè le fa uscire da una visuale circoscritta solo alla loro fabbrica, alla loro condizione, aiutano a conoscere le altre realtà, e quindi aiuta a comprendere che non si tratta solo del loro padrone, ma di un intero sistema.  
E' differente anche il modo con cui vogliamo organizzare queste assemblee. Non si tratta di stabilire dall'alto: la facciamo in questo giorno o in un altro, non funziona così. Funziona quando queste assemblee sono nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le donne. L'Assemblee di Trezzo è servita perché c'era una lotta, perché c'erano delle operaie che volevano rendere questa loro esperienza una questione da condividere con altre lavoratrici, compagne, per rafforzare l'unità delle operaie. Quindi c'era una base. Non l'avremmo potuta fare a Trezzo se non ci fossero state le operaie della Beretta che hanno trovato, con l'ausilio del compagno dello Slai cobas sc di Bergamo, anche la sala, e che hanno deciso anche di prendere 2 ore di assemblea sindacale in fabbrica per fare l'assemblea esterna. 
Quindi è questo che è diverso. Noi possiamo fare la prossima assemblea operaia dovunque ci sono lotte o situazioni di grave sofferenza, però non decidiamo noi quando e dove, se non c'è prima un lavoro, un intervento alle fabbriche, come abbiamo fatto prima dell'assemblea di Trezzo alla Beretta, alla Montello. 
In questo tipo di assemblee poi non conta tanto il numero (anche se è bene coinvolgere il più alto numero possibile di operaie) ma il fatto che l'assemblea serva a cambiare la realtà preesistente. 
Diversa è la costruzione di momenti di formazione teorici, ideologici. Qui non possiamo usare tanto la spontaneità, ma vale l'impegno, vale l'organizzazione. 

lunedì 5 dicembre 2022

pc 5 dicembre - L'Imperialismo italiano è in guerra

Soldi per le armi sottratti a sanità e scuola

L’Italia continuerà a mandare armi all’esercito ucraino. Il governo Meloni sugli aiuti militari a Kiev si muove in piena continuità con quello di Mario Draghi: un decreto legge per autorizzare l’invio di armi, una risoluzione a metà mese e i decreti interministeriali da secretare e presentare al Copasir con la lista degli equipaggiamenti. La norma è stata approvata nel Consiglio dei ministri.

L’oggetto del decreto è chiaro: il governo proroga fino al 31 dicembre 2023 la cessione di aiuti militari a Kiev “previo atto di indirizzo delle Camere”. Risoluzione che sarà approvata il prossimo 13 dicembre: quel giorno il ministro della Difesa Crosetto si presenterà in aula per spiegare le motivazioni della proroga e i partiti voteranno le rispettive risoluzioni. A gennaio arriverà il sesto decreto interministeriale che conterrà anche missili terra-aria Aspide e Samp-T. Crosetto potrebbe desecretare la lista ma, fanno sapere fonti della Difesa, non ha ancora deciso.

L’Italia in guerra.

L’Italia è cobelligerante con gli USA. Le missioni Nato contro la Russia partono dall’Italia. Da Pratica di Mare, frazione del comune di Pomezia nella città metropolitana di Roma Capitale, partono i Gulfstream E.550: compiono missioni di spionaggio basati sulla piattaforma

pc 5 dicembre - IRAN - SALUTIAMO I TRE GIORNI DI SCIOPERI E MANIFESTAZIONI


Salutiamo con entusiasmo il salto che la rivolta in Iran sta facendo. Da oggi e per tre giorni in tante città - si parla che le proteste finora hanno coinvolto 280 città - dell'Iran settori produttivi, commerciali, bazar si bloccheranno e scenderanno in lotta al fianco dei giovani e delle donne che da tre mesi non hanno mai smesso, sfidando e mettendo in crisi il regime reazionario.

Il regime ha cercato di far girare voci, ingannevoli, su uno scioglimento della famigerata "polizia morale", per fermare la grande rivolta.

Ma visto che queste voci non sono servite e che in ogni caso la mobilitazione è andata ben oltre, mettendo in discussione l'attuale regime, le autorità di polizia hanno ripreso le loro pesanti minacce: "Chi non porta il velo pagherà un caro prezzo". Ma inutilmente; così come le uccisioni per le strade, le esecuzioni, non hanno fermato questa nuova grande mobilitazione.

Sono minacce di chi vede franare il terreno sotto i piedi. Gli scioperi coinvolgeranno anche autotrasportatori e alcuni lavoratori degli impianti petrolchimici di Mahshahr e delle acciaierie di Isfahan. Dimostrazioni e boicottaggio delle lezioni si sono visti anche in vari atenei iraniani, a due giorni dal 7 dicembre, quando in Iran si festeggia il "giorno dello studente".

pc 5 dicembre - Nell'anniversario della strage operaia della TyssenKrupp partecepiamo all'assemblea di Bologna per rafforzare l'unità e rilanciare la mobilitazione contro i padroni assassini


OGGI L'ENNESIMO EVENTO MORTALE SUL LAVORO a BOLOGNA A BORGO PANIGALE UN OPERAIO DI TRENTA ANNI CADUTO DALL'ALTO
CONTINUA LA STRAGE OPERAIA

DOMANI ORE 17.30 CIRCOLO ANARCHICO BERNERI INCONTRO PUBBLICO DELLA RETE LAVORO SICURO IN OCCASIONE DEL 15° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE OPERAIA DELLE TYSSENKRUPP 

DA TORINO AL QUATAR LE STRAGI CONTINUANO PURTROPPO SENZA SOSTA

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe di Ravenna/Rete sicurezza sul lavoro aderisce e partecipa all'assemblea del 6 dicembre a Bologna, anniversario della strage operaia della TyssenKrupp, per rilanciare le lotte e allargare il fronte contro gli omicidi sul lavoro per i profitti dei padroni.

Nel processo ai padroni della Tyssen, l'indignazione di massa e la mobilitazione nazionale della Rete sicurezza sul lavoro nelle città e davanti ai tribunali aveva portato in piazza a Torino e a Taranto migliaia di lavoratori, associazioni, organizzazioni sindacali e politiche, studenti e ha fatto sì che per la prima volta il capo di imputazione per i padroni assassini si è configurato come omicidio volontario plurimo. Su questa strada bisogna continuare oggi.

Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, i due manager tedeschi condannati in via definitiva il 13 maggio 2016, sono ancora liberi nonostante a febbraio il Tribunale regionale superiore di Hamm abbia respinto il loro ultimo ricorso. Devono scontare cinque anni di carcere per omicidio colposo, incendio doloso e

pc 5 dicembre - Raffineria di Priolo: il governo fa un decreto legge “alla tedesca” per salvare la Lukoil e i profitti dei padroni


Oggi è il 5 dicembre, “giorno in cui scatta l’embargo sul petrolio russo che decreterebbe di fatto il fermo delle raffinerie controllate indirettamente dal colosso russo Lukoil.” E alla fine, il governo Meloni, pressato da tutte le parti, ma soprattutto dai padroni che avrebbero perso una fonte di approvvigionamento importante per le loro industrie, una soluzione temporanea per le raffinerie di Priolo l’ha trovata, commissariando l’Isab con un decreto legge che dichiara il sito di “interesse nazionale nei settori produttivi strategici” e ne stabilisce una “amministrazione fiduciaria”, di fatto, come dicono loro stessi, copiando l’esperienza della Germania che ha fatto la stessa cosa con la russa Rosneft.

“Non è una nazionalizzazione ma una gestione temporanea dello Stato” ci tiene a precisare il Sole24ore del 2 dicembre, e cioè per “il tempo necessario a individuare un compratore (si continua a parlare del fondo Usa Crossbridge Energy). Al massimo due anni, dice il decreto.”

È questa la “nazionalizzazione” che piace tanto ai padroni, quella temporanea e che serve a risanare

domenica 4 dicembre 2022

pc 4 dicembre - Sono 5 anni che manca al movimento comunista marxista leninista maoista francese il compagno Pierre e la sua assenza si è fatta sentire in Francia e nel MCI mlm

Lo ricordiamo con il comunicato emesso dal PCm Italia in occasione della sua morte e ribadiamo il nostro impegno perchè la sua opera e il suo lavoro teorico politico e pratico tornino ad essere il faro e il punto di riferimento della costruzione di un Partito Comunista marxista-leninista-maoista necessario alla rivoluzione proletaria e socialista in Francia

pc 4 dicembre - Per Pierre... compagno maoista francese, fondatore del Partito Comunista maoista di Francia

Comunicato dei compagni di proletari comunisti/PCmaoista Italia per la morte del compagno Pierre.

stralci 

Pierre è morto - siamo a fianco dei compagni francesi e diamo un forte abbraccio alla sua compagna di vita.
Questo straordinario compagno comunista marxista leninista maoista ci ha lasciato dopo una maledetta caduta.
Siamo affranti per questa perdita irrimediabile per noi e per il movimento comunista internazionale.
Sono compagni come questi che non si arrendono mai, che continuano fino all’ultima goccia di energia a battersi per la costruzione ideologica, teorica politica e organizzativa del partito comunista nel loro paese, che viaggiano, perchè sono internazionalisti dentro’, incessantemente per partecipare a ogni evento internazionale che serva la causa della rivoluzione e la causa dell’internazionale comunista, che sono quotidianamente  impegnati nella lotta della classe operaia e di ogni fermento rivoluzionario, che conquistano i giovani, che non perdono mai il loro entusiasmo propagandistico, che fanno la storia recente di questi anni difficili per la costruzione dei partiti comunisti autentici, che fanno la storia, quella vera dell’attuale movimento comunista internazionale.
Senza boria senile e ideologismo settario infantile, con tenacia e modestia segnano la marcia irresistibile del proletariato.

Per periodi solo a condurre la battaglia senza mai sentirsi solo, perchè  sempre in prima fila nella lotta di classe e avendo sulle spalle e nel cuore la forza storica del passato del movimento comunista e la convinzione che il futuro ci appartiene.
Un compagno impressionante per la lunga militanza che ha attraversato almeno mezzo secolo della lotta comunista in Francia e del movimento comunista marxista-leninista maoista degli ultimi  trent'anni.
Un compagno al nostro fianco dal primo giorno che lo abbiamo conosciuto fino all’ultima volta che lo abbiamo incontrato in Italia nel settembre 2017.
Un compagno che onoreremo come si deve nella nostra organizzazione e nel movimento operaio e comunista nazionale e internazionale.
Un compagno a cui dedicheremo una parte importante del 2018 – 50° anniversario del ‘68 innescato dal ‘maggio francese’ – un compagno da cui non ci stancheremo mai di imparare perchè non è mai stato così vero che ‘Pierre è vivo e lotta insieme a noi!’

Viva il partito comunista di Francia maoista da lui fondato.
Onore e gloria all’instancabile militante e dirigente comunista marxista-leninista-maoista.
Viva l’internazionalismo proletario.
Viva la rivoluzione socialista mondiale.

I suoi compagni maoisti italiani
proletari comunisti/PCm Italia
4 dicembre 2017

pc 4 dicembre - Report dalla manifestazione di Roma del 3 dicembre - la voce operaia classista, combattiva, politica d'avanguardia della nostra delegazione


l'immagine di piazza s. giovanni delle migliaia di lavoratori  che hanno partecipato alla grossa manifestazione contro guerra e carovita di roma 3 dicembre

REPORT DAL CORTEO DI ROMA - da parte di operai Slai cobas sc.

La partenza è stata comune, l’arrivo separato, ma migliaia di lavoratori hanno portato la loro battaglia quotidiana nella piazza contro il governo.
La maggior parte dei lavoratori era della logistica, un bel pezzo dei lavoratori delle campagne con l’Usb, 4 striscioni dalle fabbriche metalmeccaniche. 
Le presenze sono state circa 10.000 in totale: dei sindacati di base, oltre Sicobas e Usb, vi era SGB, lo Slai cobas sc con una delegazione da varie città e fabbriche, in particolare Tenaris Dalmine, Acciaierie d’Italia Taranto; quindi il Movimento disoccupati 7 novembre, Fgc, studenti dell’Osa e di Cambiare rotta, e presenze politiche solidali di orientamento comunista rivoluzionario e realtà di movimento,  compagni anarchici contro la condizione detentiva di Alfredo Cospito  41bis...
La nostra azione: abbiamo affisso striscioni visibili, e utilizzato lo speakeraggio per propagandare e rivolgere ai lavoratori i nostri contenuti e agevolare diffusione del foglio proletari comunisti, mentre passavano gli spezzoni, entrando dentro; questo ha agevolato lo scambio di opinioni con i lavoratori rispetto alla situazione esistente sui posti di lavoro, 'tutti i giorni facciamo sciopero contro il padrone, mentre oggi siamo qui per mettere al centro la lotta contro il sistema dei padroni, il loro governo, la guerra....'
Oltre al foglio è stata ben accolta la mozione operaia contro guerra interimperialista in corso con al centro l'Ucraina...in particolare da alcuni migranti Usb delle campagne e dal contingente dei ferrovieri dell'Orsa. All'arrivo in piazza San Giovanni abbiamo tenuto aperto lo striscione, messi nella posizione centrale rispetto al fluire del corteo all'entrata della piazza, questo ha portato ad essere molto fotografato, perché era molto visibile, ma soprattutto perchè era quasi l'unico con la denuncia del governo Meloni come moderno  fascista.
Rispetto alla conclusione e al fatto che solo il Sicobas e la sua area è entrata nella piazza finale, mentre l’Usb si è fermata prima portando di fatto a 2 comizi finali separati. va detto a quanto abbiamo potuto verificare  che una parte del corteo dell’Usb fino alla fine non si è resa conto della dinamica e del motivo (così come è sembrato lo stesso tra giovani di  Osa e Cambiare rotta) del perché si è fermato prima e non è andato in piazza. 
Questo è stato frutto di dissidi che si erano già manifestati e che si sono solo fittiziamente ricomposti alla partenza. La manifestazione non ha nemmeno realizzato il livello  di unità dell'intersindacalità che gli organizzatori si erano dati.

Gli slogan fin da quando i primi spezzoni erano in piazza all'inizio hanno cominciato a farsi sentire. Parlando con i lavoratori nella diffusione del foglio si poteva riscontrare attenzione quando si diceva che le 100 battaglie quotidiane che tutti i lavoratori presenti fanno nei rispettivi posti di lavoro, devono trovare un percorso comune per la lotta generale contro l'intero sistema dei padroni.  - Che è la linea del fronte unico di classe che stiamo sostenendo con l'Assemblea proletaria anticapitalista a cui fanno riferimento molte realtà presenti e non presenti nel corteo
Questo è stato fortemente al centro dell’intervento del compagno operaio della Tenaris/dalmine di Bergamo fatto dal Tir durante il corteo che indicato la via della lotta politica e sociale con la prospettiva del potere operaio -


COMUNICATO DEL SI.COBAS

Una 'immagine (di piazza San Giovanni) che parla più di tante parole: non siamo in grado di quantificare in maniera precisa quanti eravamo, ne ci interessa sparare numeri a caso; quel che certo è che in tante, proprio tante migliaia abbiamo invaso Roma.

Dietro al tir del SI Cobas, oltre ai nostri lavoratori e a vari coordinatori provinciali, si sono alternati numerosi interventi di altre realtà del sindacalismo di base e dei movimenti sociali e politici anticapitalisti: Disoccupati 7 novembre, Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria, FGC, Fronte Comunista, Sgb, Slai Cobas sc, le realtà solidali con Alfredo Cospito e contro il 41 bis, una delegazione del Mlpd dalla Germania, i saluti a distanza del sindacato Solidaires della Francia e della CGT spagnola (aderenti alla rete sindacale internazionale "Solidarietà e Lotta") e del fronte dei lavoratori dell'Ucraina.

Guerra, caro-vita, attacco ai salari e al reddito di cittadinanza, repressione delle lotte e delle conquiste sociali e civili: questi i temi centrali del corteo, e sui quali costruire e praticare un'opposizione di classe.

Una grande giornata di lotta operaia, anticapitalista e internazionale. 
È questa la nostra idea concreta di fronte unico di classe.
È su queste basi, in continuità con le lotte e con i percorsi unitari messi in piedi negli ultimi anni, che intendiamo continuare a lavorare.
Lavorando quotidianamente per restituire protagonismo ai lavoratori.

SI Cobas nazionale

pc 4 dicembre - No Tav, nuovo ordine di carcerazione per la «pasionaria» Nicoletta Dosio - massima solidarietà


Un ordine di carcerazione (per il momento sospeso) è stato emesso dal tribunale di Torino per Nicoletta Dosio, 76 anni, storica attivista No Tav della Valle di Susa. Il provvedimento, secondo quanto si apprende, fa seguito a una condanna definitiva pronunciata dalla Cassazione al termine di un processo per evasione: i fatti si riferiscono al 2016, quando la compagna si allontanò dagli arresti domiciliari per partecipare a iniziative del movimento No Tav. 

 Nicoletta Dosio secondo la  sentenza persecutoria dello stato borghese deve scontare una pena di otto mesi. L'ordine di carcerazione è però sospeso per trenta giorni: in questo lasso di tempo, potrà chiedere misure alternative alla detenzione. La compagna, a seguito di un'altra condanna per vicende analoghe, era già stata arrestata alla fine del 2019 dopo avere rifiutato ogni altra opportunità.

pc 4 dicembre - Catalogo aggiornato opuscoli Mfpr

 E' pronto il catalogo aggiornato ad oggi di tutti gli opuscoli, dossier che abbiamo fatto in questi anni.

Sono opuscoli che toccano tutte le tematiche delle donne, e che mostrano pù di tante parole la nostra lotta a 360°, perchè tutta la vita deve cambiare.

Per richiedere gli opuscoli, o un opuscolo, basta scrivere a mfpr.naz@gmail.com o a WA 3339199075.

Lo invieremo anche on line in pdf

MFPR