sabato 29 ottobre 2022

pc 29 ottobre - L'azione proletaria e comunista alle fabbriche

Stellantis Mirafiori Torino

Da fine settembre lo Slai cobas per il sindacato di classe con la presenza di compagni di proletari comunisti sta portando avanti un lavoro verso le fabbriche, in particolare le grandi fabbriche, centrali per la lotta di classe nel nostro paese. 

Questo lavoro  che è solo all'inizio ed è coerente con la linea, la battaglia, la proposta portata nell'Assemblea proletaria anticapitalista di Roma, da un lato è in continuità con gli interventi che da tempo facciamo alle fabbriche, da sempre considerate da noi centrali per l'unità, la lotta di classe anticapitalista e la costruzione di un fronte unito ampio ma diretto dagli operai; dall'altro è un lavoro che per le modalità di intervento possiamo chiamarlo "nuovo", perchè interno ad una attività nazionale coordinata e ha lo scopo di collegare le fabbriche, le realtà di lotta e in sofferenza, di rendere gli operai di queste fabbriche protagonisti attivi e organizzati di questo processo sindacale e politico. 

Questa azione finora viene portata avanti alle fabbriche siderurgiche, dalle Acciaierie di Taranto, alla Dalmine di Bergamo, alla Marcegaglia di Ravenna; negli stabilimenti della Stellantis di Mirafiori e Melfi; nelle fabbriche delle operaie sfruttate e discriminate della Beretta di Trezzo Milano e Montello di Bergamo; alla Fincantieri di Palermo. Questo azione è iniziata e continuerà. In questo senso non è una "campagna" che comincia e finisce, ma il cuore stesso del lavoro dello Slai cobas sc e di proletari comunisti.

Rappresenta il nostro contributo alla ricostruzione dell’unità dei lavoratori, del fronte unito di classe e di lotta e della prospettiva di opporre al fronte unito dei padroni che oggi si raccoglie intorno al nuovo governo reazionario della Meloni, il fronte unito dei lavoratori.

I lavoratori in tutti questi interventi ci stanno ascoltando con interesse. Anche a noi chiedono che tra il dire e il fare prevalga il fare, e il fare significa coscienza, organizzazione, lotta.

Da domani pubblicheremo via via dei report su questi interventi, sulle discussioni con gli operai e le operaie, i problemi emersi; e cominceremo a fare il punto di questo lavoro e della sua prospettiva.

pc 29 ottobre - E' chiaro ora? Novax = Fascismo


  • Il governo fascista della Meloni ha deciso che è finito il rischio covid.

- i sanitari non vaccinati, finora sospesi potranno rientrare in servizio, quindi anche i medici No Vax torneranno nei pronto soccorso e nelle terapie intensive;

- le multe ai no vax verranno rinviate e quasi sicuramente condonate;

- niente più obbligo di mascherina negli ospedali e nelle Rsa;

- sospensione della pubblicazione giornaliera del bollettino dei dati relativi alla diffusione dell’epidemia, ai ricoveri e ai decessi, al massimo saranno diffusi settimanalmente;

- istituzione di una commissione di inchiesta parlamentare sulla pandemia, una sorta di palcoscenico per i no-vax e un'arma per colpire gli avversari.

Scienziati sotto attacco

Vaccinazioni ora a rischio


pc 29 ottobre - Scritte di fasciste in Liguria alle sedi della Cgil - Ditelo a Landini...

 ... che ha dichiarato di non avere prevenzioni verso il governo Meloni...

Scritte contro il sindacato sulle pareti della Cgil a Imperia

I muri della Camera del lavoro in via De Sonnaz imbrattati questa notte. Il secondo episodio in un mese. “Sindacati nazisti”, “Traditori per i lavoratori”. Sono scritte con cui, questa notte, sconosciuti hanno imbrattato le pareti esterne della Camera del lavoro in via De Sonnaz, a Imperia. Le scritte erano accompagnate da una “W” dentro un cerchio, simbolo usato di recente dai no vax. Un mese fa circa era accaduto un episodio analogo: in quel caso erano comparse, sempre sui muri della sede di Cgil, croci uncinate.

In sede si è precipitato Fulvio Fellegara, segretario provinciale della Cgil: «Un episodio che ci ha colto impreparati – ha commentato – nonostante ci sia stato un prologo proprio di recente..." Non viene scartata nessuna ipotesi: la provocazione messa in atto contro il sindacato può avere molti padri.

La Spezia - Scritte fasciste in centro città, Cgil: "I fascisti rialzano la testa, ma non ci faremo intimidire"

Sono le immagini delle numerose telecamere di videosorveglianza ad incastrare i responsabili delle

pc 29 ottobre - Il Governo all’attacco del reddito di cittadinanza: togliere a chi ha poco per dare a chi ha molto

Puntuale e implacabile, è ripartito – immediatamente dopo la chiusura delle urne – l’attacco al reddito di cittadinanza. Le intenzioni dei partiti usciti vincitori dalle elezioni sono state riassunte nei giorni scorsi da Ignazio La Russa: abolirlo, o almeno ridimensionarlo a misura di mera assistenza, dando due spiccioli a chi è fuori dal mercato del lavoro.

Nessun sostegno per chi è alla ricerca di un impiego, nemmeno quel minimo di sicurezza economica che potrebbe sostenerlo se (giustamente) riceve solo proposte di lavoro indecenti. La stessa Giorgia Meloni, nel discorso con il quale si è presentata alla Camera per ottenere la fiducia, ha preannunciato modifiche a questo strumento, dipinto come puramente assistenzialista.

Le presunte ragioni per le quali quasi tutti i partiti dell’arco costituzionale sono contrari al reddito di cittadinanza sono ben note.

Dalla sua introduzione nel 2019, questo strumento è stato oggetto di una campagna dai toni scaandalistici (sostenuta da gran parte della stampa e da quasi tutte le forze politiche, ben al di là della nuova maggioranza) che ignora le drammatiche condizioni di povertà che ci sono in Italia e un mercato

pc 29 ottobre - GKN: GLI OPERAI OCCUPANO LA SEDE FIORENTINA DI CONFINDUSTRIA - Massima solidarietà

Da Radio Onda d'Urto

Alcune decine di dipendenti della ex Gkn sono entrati nel cortile della sede di Confindustria a Firenze, in via Valfonda, sul retro della stazione di Santa Maria Novella, per denunciare l’atteggiamento degli industriali fiorentini   nella vertenza con l’attuale proprietà Qf, che fa capo all’imprenditore Francesco Borgomeo. I lavoratori hanno occupato la sede confindustriale per circa un’ora e mezzo. Domani è previsto un tavolo al Mise a Roma anche con rappresentanti confindustriali proprio sulla ex Gkn. Dario Salvetti RSU Fiom collettivo GKN. 

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pc 29 ottobre - ENRICO LETTA IL COLLABORAZIONISTA

L'edizione telematica di venerdì ventuno ottobre della cloaca massima dello pseudo gioralismo d'accatto italiano - il Giornale - contiene un articolo, firmato da tale Francesco Boezi, nel quale lo scribacchino riporta alcune dichiarazioni di esponenti della "opposizione".


Tra le parole riferite si trovano quelle del segretario sedicente democratico Enrico Letta che dimostra una volta ancora la propria affinità politica con Giorgia Meloni, la Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore..
Costui sostiene che «la maggioranza in Parlamento ha tutto il diritto di governare», come ad annunciare che non si metterà poi tanto per traverso rispetto alle azioni che la “signora photoshop” vorrà portare avanti nel suo periodo a capo del governo.
Nulla conta la sua precisazione successiva, in cui peraltro afferma di avere «grande preoccupazione per quello che è successo nei giorni scorsi, dove le ambiguità sono cresciute»; una postilla che non sposta di un millimetro l’analisi delle sue parole precedenti: semmai, questa precisazione si può riferire alla stigmatizzazione di eventuali voci discordanti all’interno della maggioranza.

Bosio (Al), 29 ottobre 2022
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova     

venerdì 28 ottobre 2022

pc 28 ottobre - In continuità col precedente governo, la servetta Meloni apre le porte di Aviano e Ghedi alle bombe nucleari USA ed espone sempre più il nostro paese a un obiettivo di guerra

Contro il nostro imperialismo, contro il governo Meloni servo della NATO
No alla guerra imperialista
No all'Italia in guerra con più spese militari, Basi, soldati
No all'economia di guerra, fondi alla sanità, scuola, servizi sociali


Gli Stati Uniti accelerano i piani per aggiornare il dispiegamento di nuove bombe nucleari nelle basi Nato in Europa.

Lo riporta Politico citando alcune fonti, secondo le quali l’arrivo nel Vecchio Continente delle aggiornate bombe a gravità B61-12 — cento bombe immagazzinate nelle basi aeree in Italia (Aviano e Ghedi), Olanda, Belgio, Germania e Turchia —, in programma originariamente la prossima primavera, è ora previsto in dicembre.

L’indiscrezione sul dispiegamento delle nuove bombe nucleari in Europa arriva pochi giorni prima che la Nato dia il via alla sua esercitazione nucleare annuale, nota come Steadfast Noon.

La nuova versione è progettata per essere trasportata da una gamma di bombardieri e velivoli da combattimento statunitensi e alleati come bombardieri B-2 e B-21 e caccia F-15, F-16, F-35 e Tornado, impiego che non era possibile con la variante precedente.

Contestualmente alla notizia dell’accelerazione dei piani Usa sulle armi nucleari aggiornate in Europa,  il segretario generale della Nato ha reso noto che ha avuto una “buona telefonata con la prima ministra Giorgia Meloni. L’Italia è un alleato impegnato, che dà contributi solidi alla nostra difesa e alla nostra deterrenza. È fondamentale per il supporto degli alleati all’Ucraina. La Nato non si farà intimidire e non smetterà di sostenere l’autodifesa dell’Ucraina, per tutto il tempo necessario”, ha concluso Stoltenberg.


pc 28 ottobre - Luana D'Orazio: basta impunità per i padroni assassini! A cura della Rete Nazionale per la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro

 

‘Ora gli imprenditori potranno continuare a fare quello che vogliono’, denuncia la mamma di Luana.

Anche questa infame decisione del patteggiamento per evitare il processo dimostra che è sempre più necessario presidiare i Tribunali dei padroni dove si svolgono i processi per gli omicidi sul lavoro e che l'unica giustizia è quella proletaria!

Dopo avere manomesso l’impianto di sicurezza dell’orditoio per aumentare produttività e profitti che ha portato alla morte sul lavoro dell’operaia apprendista Luana D'Orazio, ai padroni niente processo, viene permesso di cavarsela con il patteggiamento, con i risarcimenti e una multa e scaricano ora la responsabilità, che è solo la loro in quanto sono al vertice del comando organizzativo e decisionale della fabbrica, al responsabile della manutenzione.

La giustizia di classe che ha ammazzato un’altra volta ancora Luana, che impedirà ancora ai padroni di fare anche un solo giorno di galera per aver violato le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, è la stessa che ha garantito l’impunità ai padroni assassini nei processi per gli altri omicidi sul lavoro, è la stessa che colpisce le lotte operaie, gli scioperi e picchetti, con norme penali, con pene pesanti che arrivano fino all’arresto di chi partecipa e organizza quelle lotte.

Ma che cosa ci potevamo aspettare dai giudici di questo Stato? 

Nessuna illusione: i Tribunali dei padroni devono essere terreno di lotta, di mobilitazione e denuncia, di scontro politico e sociale. Dobbiamo lavorare perché sia sempre di più possibile organizzare davanti ai Tribunali la presenza di una Rete che raccolga diverse energie, dai lavoratori e dalle loro organizzazioni, dai famigliari e dalle loro associazioni, dagli studenti agli avvocati a tutti coloro che si impegnano concretamente per la difesa della vita e per la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.

La sicurezza sul lavoro passa dai rapporti di forza tra operai e padroni ed è sempre più necessario organizzare la forza dei lavoratori a partire dalle lotte nei luoghi di lavoro per portarle su di un piano nazionale. Dobbiamo ricostruire dal basso il potere degli Rls, non nominati dall’alto dai confederali o dai sindacati di base nelle rsa e arrivando a organizzarli anche nelle fabbriche con meno di 15 dipendenti. Per fare questo ci vogliono nuove leggi, un nuovo Statuto del Lavoratori, obiettivi che possiamo raggiungere solo con la lotta, con un movimento nazionale espressione di una Rete che unisca diverse realtà.

Luana D’Orazio: quanto vale la vita di un’operaia?

27 OTTOBRE 2022 | di Massimo Alberti radiopopolare

Un milione di euro e 10300 di multa per evitare il processo.

Il Giudice dell’udienza preliminare della procura di Prato ha accolto la richiesta di patteggiamento per la morte di Luana D’Orazio, la giovane operaia di 22 anni uccisa il 3 maggio 2021 in una ditta del pratese mentre lavorava su un macchinario cui erano stati tolti i dispositivi di sicurezza per farlo andare più veloce, produrre di più, aumentare il profitto. La procura e i difensori degli imputati hanno patteggiato rispettivamente 2 anni e un anno e mezzo per i titolari della ditta Luana Coppini e il marito Daniele Faggi, entrambi con sospensione della pena a condizione del pagamento di un risarcimento di 1 milione di euro. La ditta, in qualità di persona individuale, pagherà un’ammenda di 10300 euro. Rabbia e delusione della mamma di Luana D’Orazio, Emma Marrazzo “Mi aspettavo più rispetto per nostra figlia” ha commentato.

A processo andrà invece il manutentore dell’orditoio. Tutti erano accusati di omicidio colposo e rimozione dolosa di cautele antinfortunistiche. La madre ha ricordato la morte particolarmente atroce della figlia.

La perizia sull’orditoio su cui Luana D’Orazio stava lavorando è in effetti raccapricciante. Al macchinario era stato levato deliberatamente un cancelletto di protezione che doveva evitare ciò che poi accadde: l’operaia restò agganciata con la maglia ad una sbarra sporgente che la trascinò dentro al motore, stritolandole il torace per 7 interminabili secondi prima che qualcuno corresse a spegnerla.

Il primo soccorritore era infatti a circa 30 metri di distanza. D’Orazio dunque non era vigilata, eppure era stata assunta come apprendista, contratto meno costoso, ma che richiede la sorveglianza di un tutor. Senza protezione il macchinario aveva aumentato la sua produzione dell’8%.

Le modalità di lavoro a rischio della vita degli operai erano talmente consuete, che la perizia accertò che il dispositivo di sicurezza non era usato da così tanto tempo da esser pieno di ragnatele. Se i proprietari della ditta se la caveranno con i soldi, andrà a giudizio il terzo imputato, il manutentore Mario Cusimano, colui che materialmente metteva le mani sulla macchina, ma che certo non prendeva le decisioni. La perizia parla ancora di “evidente manomissione con altrettanto evidente nesso causale con l’infortunio”.

Ma di fronte alla richiesta comprensibile di patteggiamento delle difese, anche con prove così schiaccianti la procura ha preferito evitare il processo, e come spesso accade nei processi per morti sul lavoro, puntare su pene pecuniarie che, al netto delle assicurazioni, costano relativamente poco a imprenditori che, proprio grazie al risparmio sulla sicurezza, hanno aumentato i profitti.

Dell’8%, in questo caso, pagati dalla vita di un’operaia di 22 anni.

Perché questo accada, ce lo eravamo chiesti all’indomani della morte di Luana D’Orazio. A partire da una provocazione.

La morte di un* operai* conviene?

pc 28 ottobre - Oggi Assemblea delle operaie a Trezzo - Slai cobas sc/MFPR

Per essere piu’ forti contro discriminazioni sul lavoro, salari piu’ bassi, attacco ai diritti delle donne che il nuovo governo si appresta a peggiorare e per sostenere la lotta delle lavoratrici al salumificio Beretta di Trezzo sull’Adda l’Assemblea Donne Lavoratrici e Lavoratrici Slai-Cobas Beretta hanno indetto un’assemblea operaia per venerdi 28 ottobre dal titolo “Lotta una lottano tutte”.

Ne parliamo con Donatella Assemblea Donne Lavoratrici 

pc 28 ottobre - Contro Eni e molto altro - Lunedì 31 Ottobre presidio al Tribunale di Potenza - Massimo sostegno

Lunedì 31 Ottobre, a partire dalle ore 9,45, presso l’aula Mario Pagano del Tribunale di Potenza, si celebrerà l’attesa udienza del Processo cosiddetto “Petrolgate”, che vede coinvolta ENI S.p.a. e il suo ex direttore del Distretto Meridionale, Enrico Trovato, imputato per disastro ambientale. Si tratta di un'accusa di cui l'ex dirigente dovrà rispondere a seguito della fuoriuscita di 400 tonnellate di petrolio dai serbatoi del Centro Olio di Viaggiano, scoperta nel Febbraio 2017.

In questa occasione il Collegio presieduto da Rosario Baglioni valuterà anche l'ipotesi di accorpare il cosiddetto "Petrolgate 2" con il "Petrolgate 3", in cui per gli stessi fatti sono coinvolti altri dirigenti della multinazionale, tra cui Ruggero Gheller, predecessore di Trovato, ed Andrea Palma, responsabile della manutenzione degli impianti. L'accusa, in questo caso, è per entrambi i dirigenti di disastro innominato. Il sospetto è che quanto contestato a Trovato accadesse in realtà già da tempo, ma lo spartiacque è rappresentato dalla definizione del reato di disastro ambientale, contemplato dalla giurisprudenza soltanto a partire dal 2015.

Il prossimo 31 Ottobre, quindi, in occasione della prevista udienza del c.d. processo "bis" (o "Petrolgate 2"), si invitano quante/i vogliano testimoniare la necessità di contrastare lo strapotere esercitato dalla multinazionale a 6 zampe in Basilicata, a partecipare al presidio ai cancelli del Tribunale di Potenza a partire dalle ore 9,30.

Coordinamento No Triv Basilicata

pc 28 ottobre - In morte del compagno Salim - Central Committee of the Communist (Maoist) Party of Afghanistan

riceviamo in via di traduzione

It is with great regret that comrade Salim, the main member of the Central Committee of the Communist (Maoist) Party of Afghanistan, passed away and fell into eternal sleep today, Sunday, October 23, 2022.

Comrade Salim is one of the oldest new democratic movements and one of the founders of the “Fighting Organization for the Rescue of Afghanistan”, it was one of the active fighters on the