Il coordinamento sanità è nato oramai sei anni fa ed è nato come coordinamento cittadino, poi con la pandemia abbiamo visto che la questione della salute sarebbe stato uno dei terreni sui quali si sarebbe sviluppato lo scontro di classe. Nella questione della sanità e della salute noi non vediamo un fatto ristretto alle politiche sanitarie, ma li vediamo sotto tanti aspetti politicamente importanti. In particolare durante la pandemia il ruolo criminale che il governo ha avuto nella gestione delle prime fasi del contagio, con la determinazione a non far chiudere le fabbriche e a far morire. Non a caso la zona di Bergamo e Brescia è stato uno degli epicentri di mortalità.
Il settore sanitario è uno dei nuovi settori nel quale il capitale cerca di rilanciare i suoi processi di valorizzazione e quindi l'abbiamo visto anche come un terreno di lotta immediato per il recupero del salario indiretto e l’aspetto del welfare in particolare.
Prima si ricordava la questione degli immigrati, credo per le compagne e compagni sia chiaro che le politiche sull'immigrazione sono politiche di disciplinamento della forza lavoro e come tali a nostro avviso vanno affrontate; e quindi è normale che se si sviluppi una lotta di riappropriazione. Questa lotta deve vedere protagonisti i lavoratori, le lavoratrici nelle loro varie forme, e senz'altro la questione dell'accesso ai servizi sanitari dei lavoratori e delle lavoratrici immigrate è un aspetto rilevante perché significa escludere una quota crescente di popolazione dall'accesso a pezzi di welfare.
Ultimamente abbiamo costituito un'assemblea per la salute del Lazio dove convergono tante realtà anche con impostazioni politiche differenti ma che provano a rilanciare il tema della salute come un tema che travalica l'aspetto sanitario e si determina nella condizione proletaria complessiva, perché siamo tutti ben consapevoli che non ci può essere salute se non si ha una casa, non ci può essere salute se non si ha un reddito, non ci può essere se non si hanno relazioni degne, e così via.
Vogliamo appunto confrontarci su come si va a conquistare la salute a partire da quelli che sono gli aspetti che oggi più aggrediscono la condizione proletaria, la questione delle bollette, la questione dell'insicurezza nei luoghi di lavoro - si ricordava prima l'ennesimo crimine operato ai danni di un ragazzo in alternanza scuola-lavoro con il suo assassinio. Ebbene questo aspetto della insicurezza nei luoghi di lavoro è un aspetto che sta emergendo in maniera sempre più forte perché con la crescita della crisi del capitale aumentano i ritmi e lo sfruttamento, si abbatte qualunque spesa cosiddetta “improduttiva”, e quindi naturalmente a farne le spese siamo noi lavoratori e lavoratrici. Per questo nel momento in cui noi abbiamo avviato questo percorso come Coordinamento regionale sanità - e non a caso all'epoca quando l'abbiamo avviato facevamo parte dell'assemblea di sostegno alle lotte della logistica qui a Roma che il Cobas faceva all'interno dei vari magazzini e di Roma e dintorni - questa proposta di intervento sulla questione sanitaria l'abbiamo fatta sia ai compagni della logistica sia ai compagni e alle compagne dei movimenti di lotta per la casa proprio, perché non lo abbiamo mai pensato come un intervento che si limitasse alle cose, comunque essenziali, come richiedere di avere un accesso ai servizi sanitari gratuiti universali anche umanizzato, ma abbiamo sempre pensato che dovesse essere una battaglia fra le masse per riappropriarci di quello che è nostro e che ci viene quotidianamente rubato. E in questo senso abbiamo ritenuto naturale portare il nostro contributo, la nostra partecipazione a questa giornata.
CONTRIBUTO INVIATO DA VITO TOTIRE PORTAVOCE PRO TEMPORE DELLA RETE NAZIONALE LAVORO SICURO
Cari compagni,
Stiamo costruendo una RETE NAZIONALE LAVORO SICURO, una iniziativa che parte dalla necessità di organizzare una strategia di prevenzione delle stragi che periodicamente si consumano nei