sabato 21 maggio 2022

pc 21 maggio - Formazione operaia principalmente alle fabbriche: Scritti di Lenin sui sindacati, gli scioperi, l'economismo

 Inizia la presentazione a Taranto - con la presenza del Prof. marxista Giuseppe Di Marco - seguirà Ravenna e Bologna, e altre

All'interno degli ingressi di Acciaierie d'Italia Taranto

Alla portineria dell'appalto Acciaierie d'Italia

pc 21 maggio - Un altro studente gravissimo, bruciato durante l'alternanza scuola/lavoro - La sicurezza non prevede costi per le aziende

Ora anche i giovani studenti stanno diventando dei numeri nella tragica statistica dei morti sul lavoro. Basta con la scuola al servizio dei padroni!

Ancora un infortunio, ustionato un giovane studente

È successo ieri in una carrozzeria a Merano, in provincia di Bolzano. Un ritorno di fiamma ha investito il ragazzo, 17 anni, mentre era impegnato in un percorso di alternanza scuola-lavoro. Ferito anche un operaio di 36 anni. Gli studenti annunciano mobilitazioni. È il terzo dall'inizio dell'anno dopo la morte di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci.

Il ragazzo - rende noto l'Unione degli studenti, UdS - era in regime di Percorso per le competenze trasversali e l'orientamento (Pcto), ed "era impiegato in una carrozzeria, durante un percorso di alternanza scuola-lavoro, quando si è verificato un ritorno di fiamma che lo ha colpito. Ora si trova in condizioni molto gravi", in prognosi riservata e in pericolo di vita, dopo essere stato trasferito dall'ospedale San Maurizio di Bolzano a un centro specializzato in Baviera, a Murnau.

"Non staremo a guardare, il lutto non ci basta: seguiranno scioperi e mobilitazioni studentesche in tutto il paese'', annunciano gli studenti.

pc 21 maggio - Gravissimo atto contro tre attivisti di Fridays for future a Milano.

Da Insorgiamo con i lavoratori GKN

Tre attivisti sono stati svegliati all'alba dai Carabinieri per effettuare delle perquisizioni. Fff denuncia anche atti intimidatori come essere stati costretti a fare flessioni senza vestiti.

Le perquisizioni sono scattate in relazione ad azioni contro aziende controllate da Gazprom e su mandato di Gazprom. E questo è stato subito messo in risalto dalla stampa come a dire: "la solita repressione russa". Che in Russia ci sia repressione contro i movimenti sociali, questo è poco ma sicuro.

Ma quanto è avvenuto è avvenuto qua, da italianissimi Carabinieri. Perchè anche qua, come in ogni paese in guerra, deve vigere l'unità nazionale. E vanno quindi attaccati i movimenti che mettono in risalto le ipocrisie legate alla "transizione ecologica", le reali cause della spirale bellica e di aumento dei prezzi.

E se anche i Carabinieri avessero agito come strumenti "passivi" di Gazprom, rimarrebbe da spiegare come un paese che manda armi in Ucraina e dove ogni giorno si agita lo spettro dell'oligarchia russa, sia contemporaneamente al servizio della repressione "di Gazprom".

La verità è semplicemente che anche tra blocchi capitalisti che si scontrano, ci sono e rimangono pur sempre elementi di convergenza. Convergono quando si tratta di colpire le lotte sociali. Quando ad esser messi in discussione sono gli interessi economici che determinano la guerra siano essi per esempio di ENI come di Gazprom, il capitale è di nuovo pronto a "convergere".

Una dimostrazione in più di quanto per noi l'urgenza sia quella di schierarsi contro la guerra e gli interessi che la determinano, non certo con uno dei blocchi in conflitto tra loro... #insorgiamo

pc 21 maggio - La campagna internazionale di solidarietà e per la liberazione delle prigioniere politiche in India prosegue e raccoglie interesse e attenzione

Carissime/i,
dopo l’incontro fatto il 3 maggio alla libreria Les Mots sulla Campagna internazionale di solidarietà e per la liberazione delle prigioniere politiche in India, mi sono sentita in dovere di scrivere ad alcune nostre autorità perché possano intervenire. Se siete d’accordo potete inviare anche voi un fac simile del testo che segue, alle autorità accennate, ma anche a singoli deputati, senatori, autorità di vostra conoscenza. E’ importante, secondo me, far conoscere il problema. Vi ringrazio della vostra attenzione.
--------------------------------------------
dalla mostra sulle prigioniere politiche India
Da: Amalia Navoni [amalia.navoni@gmail.com]
Inviato: mercoledì 18 maggio 2022 23:30
A: dimaio_luigi@camera.it
Cc: presidente@pec.governo.it; segreteriatecnica.ministro@interno.it; ministro.segreteria@beniculturali.it; SegreteriaGabinettoPresidente@Senato.it; (a Roberto Fico scritto direttamente sul suo sito)

Oggetto: donne indiane prigioniere politiche

Spett. ministro degli esteri, on.Luigi Di Maio    

Pc.:  spett. Presidente del Consiglio, on.Mario Draghi 
pc.: spett. ministro dell’Interno, on.Luciana Lamorgese, 
pc.: Spett. ministro della Cultura, on.Dario Franceschini,                            
Pc.: Spett. Presidente del Senato, on. Maria Elisabetta Alberti Castellati
Pc.: spett. Presidente della Camera dei deputati, on.Roberto Fico

Oggetto: donne indiane prigioniere politiche

Mi rivolgo a Lei, on Luigi Di Maio, perché è appena stato in India e potrebbe interloquire con il Primo ministro dell’India, Narendra Damodardas Modi. Spero comunque che tutte le autorità indicate possano interessarsi del problema.     
Ho partecipato in questi giorni a Milano ad una conferenza in cui si è parlato delle tante donne che sono prigioniere politiche in India, dove viene portata avanti una feroce e ampia repressione per imporre gli interessi economici sul diritto alla vita delle popolazioni indigene  Adivasi e Dalit”.     
Negli ultimi anni, in particolare nel 2021 si è accentuata la politica di sterminio delle prigioniere e dei prigionieri politici. La repressione e la carcerazione sono aumentate, così come pure le denunce di aggressioni sessuali e violenza contro le donne prigioniere. Un vero sterminio che si sta consumando in India nel silenzio  totale dei media con la complicità di tutti i Paesi, compresa l’Italia. Le grandi aziende indiane e internazionali, appoggiate dal governo centrale, muovono guerra soprattutto alle popolazioni Adivasi, attraverso l’uso di militari e paramilitari, per costringerle ad abbandonare la loro terra ed impiantarvi miniere e fabbriche inquinanti.
Le più colpite da questa repressione sono soprattutto le donne, che in prima linea lottano contro le ingiustizie di classe, di casta, contro le discriminazioni e le violenze sessuali, contro leggi razziali e la pulizia etnica, contro la militarizzazione dei villaggi,  la privatizzazione e lo sfruttamento delle risorse naturali da parte delle multinazionali a cui il governo svende non solo il territorio, ma anche gli Adivasi che lo abitano, costringendoli di fatto  ad abbandonare le loro terre ancestrali. Verso le donne questa repressione si accanisce in modo particolare, unendo la violenza delle armi della polizia e dell’esercito a quella degli stupri e delle torture sessuali, usate come armi di guerra.
Nell’ultimo decennio 477 donne detenute sono morte all’interno del carcere.      Oggi migliaia di donne stanno deperendo nelle carceri, non vengono trattate come esseri umani, sono trattenute con false motivazioni, violentate e torturate

venerdì 20 maggio 2022

pc 20 maggio - BRECHT: «DOMANDE DI UN LETTORE OPERAIO»


 (da La Bottega del Barbieri)





Domande di un lettore operaio

Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì?
Ci sono i nomi dei re, dentro i libri.
Son stati i re a strascicarli, quei blocchi di pietra?
Babilonia, distrutta tante volte,
chi altrettante la riedificò? In quali case,
di Lima lucente d’oro abitavano i costruttori?
Dove andarono, la sera che fu terminata la Grande Muraglia,
i muratori? Roma la grande
è piena d’archi di trionfo. Su chi
trionfarono i Cesari? La celebrata Bisanzio
aveva solo palazzi per i suoi abitanti? Anche nella favolosa Atlantide
la notte che il mare li inghiottì, affogavano urlando
aiuto ai loro schiavi.
Il giovane Alessandro conquistò l’India,
Da solo?
Cesare sconfisse i Galli.
Non aveva con sé nemmeno un cuoco?
Filippo di Spagna pianse, quando la flotta
gli fu affondata. Nessun altro pianse?
Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi,
oltre a lui, l’ha vinta?
Una vittoria ogni pagina,
Chi cucinò la cena della vittoria?
Ogni dieci anni un grand’uomo.
Chi ne pagò le spese?

Quante vicende,
tante domande.

giovedì 19 maggio 2022

pc 19 maggio - Conferenza stampa ieri a L'Aquila in occasione del processo a 31 compagne e compagni che avevano manifestato contro la tortura del 41bis e la persecuzione di Nadia Lioce. Report a cura del MFPR aq


Di fronte a un tribunale blindato da carabinieri, digos e polizia, con 2 blindati della celere venuti da Roma, si è tenuta ieri a L’Aquila una conferenza stampa per rilanciare la lotta contro il 41 bis, la solidarietà alle prigioniere e prigionieri politici e più in generale la lotta contro la repressione di tutto il movimento di classe.

L’occasione è stata data dall’inizio dell’udienza per 27 di 31 compagne e compagni, imputati per aver manifestato, il 24 novembre 2017, contro la tortura del 41 bis e l’accanimento vessatorio dell’amministrazione penitenziaria nei confronti della prigioniera politica Nadia Lioce.

Presenti compagni/e di L’Aquila, Taranto, Torino, Napoli, Roma, singolarmente, come imputati e solidali, e come delegazioni del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario, Soccorso rosso proletarioSoccorso Rosso InternazionaleRete dei Comunisti.

Si è denunciato innanzitutto il clima intimidatorio in cui si è svolta la conferenza, che avrebbe dovuto tenersi al chiuso di un locale di fronte al Tribunale, mentre all’ultimo minuto il titolare ha ritirato la sua disponibilità ad ospitarla, “consigliato” da alte autorità. Nonostante si tenesse in contemporanea un processo per omicidio, l’imponente spiegamento delle forze dell’ordine “era lì per noi”, come ha sottolineato un giornalista.

Sono stati ricordati i motivi pretestuosi con cui i presidi di solidarietà del 24 novembre 2017 furono criminalizzati mentre allo stesso tempo si consegnava la

pc 19 maggio - Draghi ci trascina nella loro guerra imperialista - Dall'editoriale del giornale proletari comunisti di maggio

 Per richiedere il giornale con importanti articoli: pcro.red@gmail.com

Migliaia di civili stanno morendo in questa guerra, per il criminale interesse degli Stati imperialisti e la loro contesa per la difesa o estensione dell’accaparramento di territori, delle fonti energetiche, materie prime, per un nuovo (dis)ordine economico, militare nel mondo, in cui l’Ucraina rappresenta il nodo attuale di questa lotta. Ugualmente stanno morendo migliaia di soldati ucraini e russi – e non parliamo dei mercenari nazisti in Ucraina che vogliono la guerra – ma dei tanti uomini, giovani costretti ad andare in guerra e che rischiano la vita se disertano. Ancora una volta questa guerra imperialista, l’invasione dell’imperialismo russo sta portando distruzioni di case, ospedali, scuole, città, assedi da medioevo, per piegare le popolazioni – con la tragica consapevolezza che queste sono tragedie per proletari e masse popolari che perdono case, lavoro, vita, ma futuri grassi profitti per i capitalisti nella ricostruzione.

Il governo Draghi al servizio dei padroni e sempre più pericolosamente dell’imperialismo guerrafondaio Usa ci sta trascinando in questa guerra scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina che sta facendo tante morti e distruzioni, alimentata dall’imperialismo Usa, dalla Nato, dai governi europei, usando la pedina a loro servizio che è il governo Zelensky infestato dai nazisti. 

E’ una guerra per i profitti, per il controllo delle fonti energetiche, per gas, petrolio, materie prime, per una nuova spartizione del mondo.

Il governo Draghi invia armi, missili, mezzi militari, soldati, con accordi segreti anche al di là dell’approvazione parlamentare, violando la Costituzione che nell’art. 11 ripudia la guerra. Un governo

pc 19 maggio - Guerra=fascismo che avanza. Ma chi ha conferito poteri assoluti (e in violazione delle stesse leggi borghesi) al Copasir?

Draghi: «L’Italia continuerà a sostenere il governo ucraino. Il governo ha riferito più volte sul tema al Copasir, che ne ha constato l’allineamento con gli indirizzi del parlamento».

Via il governo della guerra!

Non esistono norme che conferiscono al Copasir  (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, organo bicamerale composto da 5 senatori e 5 deputati che esercita il controllo sull'operato dei servizi segreti) poteri come:

  • il controllo di conformità alla legge circa gli atti del Governo (terzo decreto di invio di armi)
  • l'imposizione del segreto di stato sulle armi da inviare all'Ucraina (con la Camera che ha confermato la fiducia al Governo sul Decreto Legge "Ucraina Bis" con 391 voti a favore, 45 contrari e 2 astenuti)
  • la competenza in tema di tutela della libertà di stampa (cioè processi contro talk e conduttori, avvertimenti censori come "la Rai è infiltrata dalla propaganda di Putin"): evidentemente per il Copasir le notizie di stampa devono essere solo propaganda bellica a favore del blocco occidentale e, in particolare, della partecipazione alla guerra decisa dal governo Draghi
  • Il Presidente del COPASIR (in quota minoranza, FdI) intende attribuire al premier "IL POTERE DI DISPORRE DI OGNI MISURA proporzionata" per il contrasto ai cyberattacchi 

pc 19 maggio - 200 euro una tantum ai lavoratori, lavoratrici... 26 miliardi per le spese militari NO! Domani giornata di lotta

 Lavoro, salari, salute, carovita, aumento delle bollette, scuola, sanità... 
NON SONO ALL'ORDINE DEL GIORNO PER IL GOVERNO


Domani in tutta Italia si terrà una giornata nazionale di sciopero e di lotta, indetta dai sindacati di base, contro la guerra e l'aumento delle spese militari, per misure concrete sull’aumento dei prezzi e il carovita in generale, sul lavoro, su salute e sicurezza sul lavoro, su tutte le condizioni peggiorate dopo la pandemia e aggravate ancor di più per la guerra in Ucraina e l'aumento delle spese militari da parte del governo Draghi, che di fatto ci ha fatto entrare in guerra, il quale utilizza fondi destinati al lavoro, alla sanità, alla scuola, ai servizi pubblici per usarli tutti a sostegno della guerra - 26 miliardi per le armi (solo per il 2022!) e la miseria offensiva di 200 euro, una tantum, per i lavoratori e pensionati che non bastano neanche per pagare l'aumento di una bolletta.              

*Milano P.za Cairoli ore 9,30
*Roma P.za della Repubblica ore 10,30
*Napoli p,zza Municipio ore 17.00
*Messina P.za Unità d’Italia ore 10,00
*Palermo P.za Massimo ore 10,00
*Catania Via Etnea Via prefettura ore 10,00
*Cagliari Via Torino – presso Comando Militare Sardegna
*Bologna P.za XX Settembre ore 10,30
*Venezia Alle Zattere di Venezia in fondamenta dei Gesuati, ore 10,00
*Firenze P.za Adua ore 10,30
*Pisa P.za XX Settembre ore 9,00
*Torino P.za Arturo Graf ore 10,00
*Genova L.go Pertini ore 10,30
*La Spezia via Vittorio Veneto,2 ore 10,30
*Monfalcone - Presidio davanti Fin Cantieri ore 16,00
*Reggio Emilia Porta Santa Croce - Via Roma 0re 10,00  
*Trieste - presidio P.zza della Borsa ore 10.30 - 13,30
*Parma presidio Stazione FS ore 9.30
*Bergamo - Presidio Prefettura via Torquato Tasso 8 - ore 9.30 
*Taranto - presidio Prefettura via Anfiteatro ore 9,00
*Brindisi - viale commenda ore 9.00 manifestazione piazza Vittoria ore 17,00 
*Siracusa -alle 12 stabilimento Lukoil presidio piazza archimede ore 17,00 
*Trapani - Presidio Areoporto Militare di Birgi - ore 11

mercoledì 18 maggio 2022

pc 18 maggio - Sull'assemblea nazionale del 15/5 organizzata dalla Gkn

Info dal Collettivo GKN sulla partecipazione alla grande assemblea del 15 maggio a Campi Bisenzio:
"42 interventi su 92 richiesti: 12 movimenti, 10 realtà politiche e sociali territoriali, 5 organizzazioni politiche, 12 sindacati o vertenze, 3 realtà studentesche. Abbiamo dovuto tagliare purtroppo oltre la metà per mancanza di tempo... 
478 persone prenotate sul form per l'assemblea. Siamo andati ben oltre i 500 presenti, che probabilmente sfiorano i 600 se si considera l'arco della giornata".

Lo Slai cobas per il sindacato di classe in questa occasione, coerentemente alla impostazione che avevamo assunto: “La parola agli operai, alle lotte proletarie", e che era giusta anche per superare i limiti che vi erano stati negli interventi alla manifestazione di Firenze, ha dato priorità all'intervento del rappresentante operaio della Tessitura di Mottola srl di Taranto, in lotta anch'essi contro la delocalizzazione, a cui si è unito un breve intervento dell'operaio della Tenaris Dalmine.

L'assemblea del 15 ha invece continuato sulla impostazione della manifestazione di Firenze, dando maggior voce a realtà sociali, di movimento o di organizzazioni politiche rispetto a realtà operaie, alle realtà di lotte proletarie e del sindacalismo di classe.

Mentre gli interventi fatti dagli operai Slai cobas sc saranno pubblicati nei prossimi giorni, riportiamo qui i contenuti di quello dello Slai cobas sc coord. naz., tenendo conto anche dell'andamento dell'assemblea del 15. 

Torneremo poi sul documento elaborato prima del 15 dal Collettivo Gkn e sulle conclusioni della Gkn per vedere esattamente dove siamo d’accordo, dove invece dobbiamo dare contenuti di classe ai loro discorsi, e dove vediamo dei limiti (Questo entrare nel merito con uno spirito proletario, sincero al servizio della battaglia generale di classe dei lavoratori, lo abbiamo già cominciato a fare dopo la manifestazione di Firenze - vedi l'articolo sul nuovo numero del giornale proletari comunisti: "Sulla manifestazione di Firenze del 26/3 e i nodi posti dalla lotta della Gkn" - a cui rimandiamo).

L’assemblea del 15 ha visto la presenza più grossa da realtà di Firenze, Toscana, a seguire realtà del nord; purtroppo, come era inevitabile poche le realtà proletarie dal sud, Napoli, Taranto e pochissime le realtà operaie e di immigrati; il tour e la prossima futura manifestazione nazionale hanno bisogno di modificare anche questa situazione, tenendo conto che realtà operaie più grosse e fabbriche più significative sono al sud, Acciaierie d'Italia, ex Fiat/Stellantis, Fincantieri, ecc. e la grossa presenza di operai immigrati nelle fabbriche, logistica al nord, e nelle campagne al sud

L’assemblea ha assunto le proposte scadenze nazionali o di valore nazionale, mentre ha indicato nell'autunno una nuova manifestazione o iniziativa nazionale, dopo un lavoro nei territori, sui posti di lavoro, tour. 

L'assemblea ha dato la giusta dimensione alla mobilitazione del 20 maggio, che è uno sciopero, giornata di lotta utile, da sostenere, ma solamente all’interno della visione dello sciopero generale effettivo portata dallo Slai cobas sc e dall'Assemblea proletaria anticapitalista, che coincide con quella della Gkn, e che risponde alla realtà, esigenza, coscienza degli operai delle fabbriche e delle situazioni di posti di lavoro più importanti. Un vero sciopero generale richiede le fabbriche e su questo tutti sappiamo quanto è difficile, ma dire che è difficile vuol dire lavorare per cambiare. Serve moltiplicare, estendere iniziative concrete di opposizione (come quelle contro l'invio di armi fatte dai lavoratori del porto di Genova, dell'aeroporto di Pisa, proteste contro le missioni di guerra come quelle fatte a Taranto), e un lavoro esteso alle fabbriche per far schierare gli operai per fermare la guerra, sull'esempio della raccolta di firme sulla mozione contro la guerra imperialista e le spese militari del governo Draghi avviate ad Acciaierie d'Italia, alla Tenaris e altre fabbriche di Bergamo, perchè serve più raccogliere firme in 100-1000 fabbriche e posti di lavoro, che mettere una x ad una data di calendario. Gli operai che si schierano contro la guerra vuol dire blocco della produzione, porre effettivi ostacoli alla guerra.

Positiva l'assunzione fatta nell'assemblea della mobilitazione del 2 giugno contro la Base di Coltano e della decisione della sua estensione contro le Basi militari/Nato.

La convergenza di presenze è stata un fatto positivo. Dentro questa convergenza, però, va data priorità agli operai, ai migranti, alle realtà di lotta ed esperienze di lotta, perchè la socializzazione delle esperienze di lotta e i loro contenuti è il vero programma di cui abbiamo bisogno. 

Ad esempio la battaglia sulla delocalizzazione che riguarda diverse fabbriche del nostro paese ed è contro i piani generali che i padroni stanno attuando dentro la crisi non deve essere abbandonata. L’esperienza della Gkn è da generalizzare e anch’essa si trova di fronte ad uno snodo importante, la problematica relativa al salario che per i lavoratori impoveriti dal carovita è l’arma fondamentale, su questo occorreva e occorre uscire da un'assemblea nazionale con indicazioni, unità, piano di lotte, iniziative che possano rafforzare l'insieme del movimento di classe. 

Ora il nesso tra l’economia di guerra e la sua ricaduta tra i lavoratori è il tema centrale di una lunga fase. I proletari devono rivolgere le loro "armi" contro i loro nemici, in primis il nostro paese imperialista e oggi il governo Draghi. Ora può e deve essere posto il problema che il governo Draghi, governo della guerra imperialista deve essere cacciato. Nello striscione alla manifestazione di Firenze dell'Assemblea proletaria anticapitalista era scritto: "Contro la guerra imperialista - Contro il governo imperialista italiano - Insorgiamo! Il potere deve essere operaio". Ma queste "armi" domandano la acutizzazione della lotta di classe, la conflittualità sociale sui posti di lavoro. In fase di tendenza alla guerra ogni scintilla è parte di un possibile incendio. E quindi i problemi reali quotidiani dei lavoratori dobbiamo prenderli più seriamente del solito, perchè sono un ostacolo alla "pace sociale" che è un compagno di strada delle guerre imperialiste, della marcia reazionaria dei governi. Quindi, 10-100-1000 conflittualità sociale su ogni singolo problema e sui problemi che sono più generali: il salario, il lavoro, le condizioni di salute e sicurezza, la ricaduta della guerra in termini di carovita, tagli dei soldi per la sanità e la scuola. C’è una dialettica tra la lotta che si fa nelle fabbriche, sui posti di lavoro, nei territori e la lotta contro la guerra. In questo senso pensiamo che la manifestazione di Firenze sia stata molto positiva, come prima manifestazione proletaria e popolare contro la guerra imperialista.  

Ma c’è tanta altra roba da fare: la contestazione delle Basi, l’attacco ai partiti e ai governi della guerra di cui il PD è il capofila. Appoggiamo tutte le iniziative che prendono come obiettivo il PD che è il principale partito della guerra, con il contorno di tutta l’unità nazionale. Ancora, l'esautoramento da parte di Draghi del Parlamento, il Copasir che diventa fattore di censura, ecc. Tutti questi sono “problemi” nostri, e dobbiamo scendere in campo anche su questo, nelle forme in cui è possibile.

Infine due questioni: 

E' stato importante l’intervento di un compagno della Gkn a sostegno delle mobilitazioni negli Usa contro l'attacco al diritto d'aborto e il saluto solidale ai lavoratori Usa dell'Amazon che grazie alle loro lotte hanno premesso per la prima volta che entrasse il sindacato in questa grande e schiavista multinazionale. Questo lo sottolineiamo perchè non c'è stata in generale nell'assemblea una dovuta attenzione sull’internazionalismo.

Il rapporto guerra/livello e carattere attuale della repressione, questo è stato sottolineato dal Collettivo Gkn e da pochi altri interventi - con la solidarietà in primis agli studenti, giovani di Torino arrestati nei giorni prima. Ma questo fronte è importante e lo diventerà sempre più, la guerra per lo Stato borghese richiede l'imposizione della massima "pace/ordine sociale"; denunciamo anche le persecuzioni dei disoccupati e compagni del Si.cobas a Napoli, le provocazioni verso l'USB, il processo a decine e decine di lavoratrici Slai cobas sc in lotta a Palermo, la criminalizzazione a Taranto delle proteste contro l'invio di navi da guerra, ecc. ecc. Mai come ora, quindi, dobbiamo dire: Toccano uno toccano tutti!

pc 18 maggio - Oggi processo a L'Aquila a 31 compagne e compagni che avevano manifestato contro la tortura del 41bis e la persecuzione di Nadia Lioce

Oggi, 18 maggio, al Tribunale di L’Aquila, si tiene l’udienza, con giudizio immediato, nei confronti di 31 attiviste e attivisti raggiunti da un decreto penale di condanna, per aver manifestato, il 24 novembre 2017, contro la tortura del 41 bis e l’accanimento vessatorio dell’amministrazione penitenziaria nei confronti della prigioniera politica Nadia Lioce.

Quel giorno infatti si teneva la terza udienza di un processo alla detenuta, accusata di aver turbato la quiete di un carcere che l’ha sepolta viva, attraverso una serie di “battiture” delle sbarre con una bottiglietta di plastica.

La protesta della Lioce ebbe luogo da marzo a settembre 2015, in seguito alla sottrazione di documenti e atti giudiziari dalla sua cella, e si interruppe quando questi le vennero restituiti. Oltre a comminarle una settantina di provvedimenti disciplinari, fu trascinata a processo per essersi opposta a un decreto penale di condanna con cui si pretendeva il risarcimento dei “danni” arrecati al blindo da una bottiglietta di plastica.

Quel processo, e la mobilitazione conseguente, scoperchiarono un vero e proprio vaso di Pandora, da cui fuoriuscirono prepotentemente tutti i mali del regime speciale. Un regime che vieta l’uso della parola, lo studio, la lettura, la scrittura, il confronto con gli altri, cosicché lo stesso reato per cui Nadia

pc 18 maggio - 26 mila miliardi di dollari “freschi freschi” per l’economia capitalista imperialista in crisi… miseria, sfruttamento e guerre per i proletari

 

Con un atteggiamento e un’espressione quasi da tragedia greca uno dei giornalisti al servizio di Confindustria dice, analizzando il momento economico attuale che “La stagflazione che stiamo vivendo è il peggiore dei mondi economici possibili…” e che oggi non servono più i mezzi del passato ma “Oggi serve piuttosto la bacchetta magica”. (Il Sole24Ore 16/5)

Insomma, viene oramai ripetuto costantemente il concetto della crisi economica mondiale, che secondo i loro studi dura dal 2007 e dentro la quale inseriscono sempre, in aggiunta, la guerra in Ucraina, che determina la necessità di tanti altri soldi.

Una delle risposte che la politica della borghesia al potere, tramite le banche centrali, in tutto il mondo ha dato, è stata quella di stampare soldi e gettarli nel “mercato” “dal 2007 ad oggi solo Fed, Bce, Bank of Japan e Banca centrale cinese – secondo i dati di Yardeni Researchhanno stampato moneta e inondato il mondo con 26mila miliardi di dollari freschi freschi.”

I soldi buttati dall’elicottero (helicopter money), una pratica che veniva dileggiata quando i soldi erano destinati alle spese pubbliche, viene ora adottata stabilmente da tutti i governi.

E a fronte di questa montagna di soldi che non è servita affatto a risolvere il problema della crisi del capitalismo-imperialismo (perché proprio per la sua natura è impossibile da risolvere) le manovre dei governi come quello italiano di Draghi appaiono ridicole! E nemmeno il giornalista alle dipendenze dei padroni riesce a nasconderlo, dice infatti: “In confronto a quelle politiche monetarie generose, pur con un paragone forzato, i 200 euro per 32 milioni di italiani che il Governo è pronto a elargire una tantum sono briciole. Mirate (cioè date ai bisognosi e non ai mercati), ma pur sempre briciole.”

Non solo, ma i governi di tutto il mondo, di fronte all’impossibilità di risolvere i problemi, di fronte all’irrefrenabile aumento dei prezzi hanno deciso che “… è arrivata l’ora della ritirata: quasi tutte le grandi banche centrali hanno infatti terminato (o stanno per farlo, come la Bce) le iniezioni di liquidità.”

E questo, come sanno e dicono loro stessi, significa mettere ancora più in difficoltà la “ripresa economica”. È l’eterno gatto (borghese) che si morde la coda, un labirinto di orrore senza fine, come senza fine è il peggioramento delle condizioni di vita generali, soprattutto del proletariato e delle masse popolari.

E la risposta, da questo lato della barricata, non può essere che la lotta determinata e senza tregua su tutti i fronti alla borghesia capitalista imperialista, che è sempre sfruttamento, miseria, oppressione dei popoli e che diventa, nelle congiunture storiche determinate dalle sue stesse leggi e contraddizioni, guerra e reazione.”


pc 18 maggio - Contro la repressione delle lotte dei lavoratori e del sindacalismo di classe - Massima solidarietà e unità

Il 25 maggio si tiene a Milano il processo di appello per la lotta alla DHL nel quale sono già stati condannati in primo grado 7 compagni del CSA Vittoria e del SI Cobas.

Insieme a questo processo sta andando avanti una pesante repressione, che ha alzato il tiro anche in legame con la guerra che per Stato borghese, governo, richiede l'imposizione della massima "pace/ordine sociale" per andare avanti nella loro guerra di predoni imperialisti - arresti di studenti e giovani compagni a Torino, persecuzione dei disoccupati e compagni del Si.cobas a Napoli, provocazioni verso l'USB, processo a decine e decine di lavoratrici Slai cobas sc in lotta a Palermo, criminalizzazione a Taranto delle proteste contro l'invio di navi da guerra, ecc. ecc.

Mai come ora dobbiamo dire: Toccano uno toccano tutti! Perchè mai come ora questa repressione è legata da un pesante filo nero comune e richiede una risposta comune verso ogni repressione! 

Da Si Cobas Lavoratori Autorganizzati

Il 25 MAGGIO va in scena l'attacco giudiziario alla lotta di classe!!! 

Nel marzo 2015 dopo un lungo ciclo di scioperi davanti ai cancelli della DHL - colosso della logistica nazionale e internazionale - di Settala e Liscate, in concomitanza dello sciopero generale della logistica indetto dal SiCobas, venne organizzata una presenza di massa alla DHL di Settala. Una giornata di lotta importante che coniugava una piattaforma nazionale di rivendicazioni per tutti i lavoratori della logistica ad una dura vertenza interna per migliori condizioni di lavoro e di agibilità sindacale. 

Quel ciclo di lotte portò alla firma di un accordo sindacale che ha migliorato le condizioni di vita e per centinaia di lavoratori e lavoratrici ottenendo il risultato non secondario di far emergere il modus operandi di questa (come di tutte) multinazionale della logistica che sarà in seguito indagata per una frode milionaria ai danni dei lavoratori.

Eravamo in tantissimi davanti davanti a quei cancelli, sbarrati durante la notte per una serrata dei padroni; lavoratori, studenti, compagni e compagne accorsi in solidarietà alla lotta degli operai e delle

pc 17 maggio - Avanza in Sardegna la lotta contro la presenza militare imperialista - IL 22 MAGGIO TUTT* A TEULADA.

da Assemblea contro la presenza militare in Sardegna

SARDEGNA TERRA DI NESSUNO, LA NOSTRA TERRA E' UN GRANDE POLIGONO DI TIRO PER GLI ESERCITI DI MEZZO MONDO IN MEZZO AL MEDITERRANEO. MAGGIO DI BOMBARDAMENTI E SIMULAZIONI DENTRO E FUORI I POLIGONI MILITARI SULL'ISOLA.

Brigata Sassari sulle falesie a Cala Gonone, incrociatori e navi militari (12 ormeggiate nel porto di Cagliari in questo momento) che girovagano tra Poetto, Villasimius e Pula, caroselli della Nato sui cieli di Barbagia e Baronia, LA SARDEGNA SI CANDIDA AD ESSERE IL PROSSIMO BERSAGLIO INTERNAZIONALE DI UNA GUERRA ALIENA AL POPOLO SARDO.

7 nazioni della Nato, 4000 soldati, 65 navi e decine tra sottomarini, elicotteri, mezzi aerei e di terra

pc 17 maggio - Biden riporta le truppe Usa in Somalia con il pretesto della lotta al terrorismo. Guerra imperialista senza fine contro i popoli oppressi


I contrasti tra i diversi imperialismi creano ogni giorno pretesti per alimentare venti di guerra nel quadro di una guerra interimperialista cominciata già con la guerra in Ucraina. L'Africa è l'altro continente dove la rapina delle risorse energetiche spinge alla spartizione delle aree direttamente controllate/occupate dalle potenze imperialiste, Italia compresa (il suo interesse strategico, che coincide con i profitti dell'ENI, è nel Mediterraneo Allargato, nel Sahel fino al Corno d'Africa, con la base militare di Gibuti). L'imperialismo russo, il socialimperialismo cinese, l'imperialismo USA e UE sono tutti presenti in Africa.

In un paese impoverito sempre più, ora dalla siccità che sta causando una pesante carestia per le masse già afflitte dal carovita, vittime dell'oppressione imperialista e del terrorismo di

pc 17 maggio - Operai ex Fiat Termini Imerese: 11 anni dopo si chiude definitivamente la vertenza?

 

[l'articolo del Giornale di Sicilia del 15 maggio]

Alla fine, dopo 11 anni di cassa integrazione e promesse infinite di “reindustrializzazione” e “nuova occupazione”, politici e sindacalisti (Regione Siciliana e Cgil-Cis-Uil) hanno trovato il modo di chiudere definitivamente la vertenza liberandosi degli operai.

Nella legge finanziaria approvata un paio di giorni fa, infatti, hanno inserito un articolo che vale 30 milioni di euro, fondi dell’Unione Europea! che “prevede un percorso di uscita per la maggioranza dei 584 lavoratori in cassa integrazione dal 2011” (Gds 15/5)

Questa “mossa” servirebbe, a detta del giornalista, “per rendere più agevole la cessione delle aree dell’ex stabilimento.”

Così la racconta l’assessore regionale, ringraziando “la sensibilità di tutte le forze politiche”: “… il Parlamento siciliano ha varato una norma con cui di fatto agevoliamo centinaia di lavoratori a sganciarsi dalla cassa integrazione approdando alla pensione ottenendo così una rilevante riduzione dei numeri dei lavoratori rimasti nel bacino ex Blutec – commenta Turano – adesso abbiamo tutte le carte in regola per attrarre nuovi investimenti”.

Questa è una scusa perché già lo stabilimento dalla ex Fiat alla Blutec fu regalato per 1 euro! la verità è

lunedì 16 maggio 2022

pc 16 maggio - India - Il prof Saibaba comincia uno sciopero della fame - campagna di informazione in Italia

 in via di traduzione

INDIA: La última tortura y una nueva humillación contra el profesor Saibaba. El profesor inicia una huelga de hambre el dia 16 de mayo contra la instalación de una cámara en su celda (Palabras de Azadi desde la India)

No hay palabras para describir lo que ha significado la ultima carta del profesor Saibaba a Vasantha su mujer en la que amenaza con una nueva huelga de hambre y esta vez el menciona hasta morir si es preciso tras la última humillación infringida por parte de las autoridades de la prisión quienes con la excusa de protegerle, le han monitorizado 24/7 a través de CCTV o sea un circuito cerrado de televisión que ha sido instalado frente a su celda de modo y manera que todo y quiero decir TODOS sus movimientos pueden ser seguidos incluyendo cuando necesite ir al baño para satisfacer sus necesidades o cuando tome un ducha…


Ya sabéis todos que se encuentra en una celda de aislamiento (comúnmente conocida como anda cell), justo enfrente de la puerta de la celda ha sido colocada una cámara de modo y manera que la palabra privacidad ha sido literalmente destruida.
Todos sabemos que el proceso en el cual se le condeno a cadena perpetua fue una farsa. Condenarle a

pc 16 maggio - Altro che riduzione: qui alla Fca di Cassino siamo arrivati all’aumento dell’orario di lavoro a parità di salario

Alla Fca di Cassino si sta sperimentando un nuovo modello dell’organizzazione del lavoro che, una volta implementato, sarà “importato” da tante altre società. E’ il modello per cui l’orario di lavoro passerebbe, de facto, in un sol colpo, da 40 ore a 48 ore settimanali, tra l’altro senza neanche il riconoscimento delle maggiorazioni previste per il lavoro straordinario. In pratica a fronte di una fermata, ad esempio di un mese, tipo per il Covid, la società potrà recuperare 30 sabati lavorativi, ovvero dei giorni di fermo produttivo, anche consecutivi, e aumentare in tal modo  il livello di fruttuosità aziendale a costo zero.

Formalmente la media delle ore settimanali lavorate nell’arco dell’anno rimarrebbe di 40 ore, ma questa nuova distribuzione dell’orario di lavoro prevede che il datore di lavoro possa disporre degli operai per sei giorni su sette. Ovvero non poter più impegnare i fine settimana per l’eventualità di dover lavorare. Ovvero aumentare l’orario di lavoro a parità di salario, l’esatto contrario di come dovrebbe andare il mondo.
C’è gente che cento anni fa ha lottato ed è morta per la conquista delle 8 ore di lavoro giornaliero e 40

pc 16 maggio - immenso disgusto per anarchici ucraini filozelenski e neonazisti


E’ di questi ultimi giorni la rinnovata offensiva propagandistica di spezzoni del movimento anarchico ucraino per orientare in direzione Zelenskij libertari e centri sociali italiani ed europei. Il 12 maggio, nel centro sociale bolognese Làbas, sedicenti anarchici di Operation Solidarity ucraina hanno tenuto una marchetta pro-governativa “contro l’aggressione imperialista russa”.

A questo punto, si rende necessaria una breve panoramica storica sul movimento anarchico ucraino post Maidan per comprendere come una parte di esso, abbandonando de facto i più elementari principi dell’anarchismo stesso, abbia finito – come vedremo – per costituire orgogliosamente una componente bellicista e militarista della società ucraina, pronta ad invocare il salvifico intervento Nato e la collaborazione “tattica” con la Destra neonazista.

Le proteste del 2014 portano al collasso le vecchie organizzazioni, a partire dalla Rcas di Mahno, la confederazione degli anarco-sindacalisti. Il movimento si trova frantumato in numerosi, piccoli gruppi, numericamente di scarso rilievo.

In una simile condizione e con l’inizio delle ostilità armate nel Donbass, gli anarchici, complessivamente, non riescono a tenere a lungo il connotante punto d’onore del “no alla guerra” finendo per dividersi, proprio come tutte le altre componenti della società.

E’ a partire da questo preciso momento storico che, nella parte pro Maidan avviene l’insana folgorazione per il nazionalismo ucraino. Assistiamo così ad “anarchici” che scelgono il battaglione Azov e l’Oun; altri, come testimoniato da diverse foto, che vengono addestrati nel campo di Settore Destro nella base di Desna.

Altri ancora, affiliati all’organizzazione Autonomnyi Opir, che farneticano di “collaborazione militare” con l’esercito di Kiev (quello armato dalla Nato) in chiave “antimperialista. Ovviamente, tanto questa organizzazione, con base a Lvov, quanto gli altri “anarchici di Zelenskij” hanno ricevuto pesanti e durissime critiche dal resto del movimento anarchico ucraino.

Incapaci di rivaleggiare con la destra neonazista per il controllo delle piazze e della protesta, non all’altezza di elaborare un proprio programma alternativo a quello dei filo occidentali, gli “anarchici di Zelenskij” hanno mestamente subordinato il proprio essere e la propria indipendenza alle componenti egemoni della protesta liberal-banderista.

Qualche dubbio in proposito? Leggiamo cosa scrivono i firmatari del recente appello – in inglese – “Guerra e anarchici: una prospettiva anti-autoritaria in Ucraina” (crimethink.com), a firma plurima e con l’obiettivo di mobilitare gli anarchici dell’Ue nella crociata russofobica.

Innanzitutto, i “nostri” considerano – parole loro – l’Ucraina un’isola felice e la prima linea della lotta occidentale contro l’imperialismo russo. Poche parole per comprendere che il modello di riferimento per gli anarchici di Zelenskij non è la lotta di classe e la sconfitta del capitalismo ma il liberismo occidentale che, infatti, ha reso (secondo loro) l’Ucraina un’isola felice, la quale, grazie al dirimente sostegno militare di Nato e vassalli, può oggi rappresentare la prima linea nella lotta alla Russia. Strana razza quella degli “anarchici di Zelenskij” ma continuiamo nella lettura.

Dato che – corsivo loro – “il piano a lungo termine della Russia è quello di distruggere la democrazia in Europa” – sembra più il punto di vista dell’amministrazione Reagan che un’analisi di anarchici (!) – il “no alla guerra” e lo “scontro inter-imperialista” costituiscono slogan “populisti ed inefficaci”; meglio, quindi, l’alleanza con la Nato.

E’ chiaro il campo scelto dagli “anarchici di Zelenskij”: non lotta di classe ed anarchismo ma Nato, guerra ed imperialismo.

L’appello continua: “guardate all’Afghanistan ed avrete cosa significa nei fatti lo slogan No alla guerra: con l’avanzata dei Taliban, le persone sono fuggite in massa, morte nel caos degli aeroporti e quelli rimasti sono stati purgati”.

Ancora una volta, il punto di vista degli “anarchici di Zelenskij” preferisce identificarsi con gli imperialisti occidentali piuttosto che con gli oppressi.

Il tentativo degli “anarchici di Zelenskij” di far schierare un (opportunamente epurato) anarchismo da operetta al fianco degli imperialisti occidentali poggia, e non da oggi, sull’odioso, truffaldino tentativo di inserire il leggendario condottiero anarchico degli anni rivoluzionari Nestor Mahno nel milieu del nazionalismo ucraino.

E’ dai primi anni ’90 del secolo scorso, dai tempi del Ruch nazionalista, che assisitiamo a simili ignobili tentativi, una vera e propria aberrazione storica. Un revisionismo storico “da 4 rubli” cerca disperatamente di inserire nel proprio pantheon – accanto ai peggiori rappresentanti del nazionalismo etnico, eugenetico, antisemita, quale è quello ucraino – una positiva figura socialmente progressista, nella speranza di contrabbandare il suo sciovinismo per “condivisbile anelito all’indipendenza nazionale”.

Vediamo, quindi, cosa pensava Mahno dei nazionalisti ucraini. Dalle sue memorie, col significativo titolo “La Rivoluzione Russa in Ucraina”:

Il successo dei partiti socialisti di sinistra nelle elezioni si spiega col fatto che i lavoratori ucraini, non guastati dalla propaganda dei patriottardi, conservarono intatto il loro spirito rivoluzionario e […] che il “movimento della liberazione ucraina” restò completamente chiuso negli schemi patriottardi […] questo spirito borghese e patriottardo e la colpevolezza politica dei capi del “movimento della liberazione ucraina”, colpevolezza nei confronti dei lavoratori, della loro bella idea di conquista, tramite l’azione rivoluzionaria diretta, della libertà e del diritto all’indipendenza e alla libera edificazione di una nuova società socialista, provocarono nei lavoratori un sentimento d’odio nei confronti dell’idea stessa di “movimento della liberazione ucraina”.

I lavoratori rivoluzionari ucraini […] marciarono in massa contro questo movimento, senza alcuna pietà per tutto ciò che lo riguardava […] Il movimento patriottardo in Ucraina aveva rovinato i magnifici inizi della Grande Rivoluzione Russa”. [in N. Mahno, La Rivoluzione Russa in Ucraina, La Rivolta, Ragusa, 1988, pp.118-119].

Continua Mahno, per il quale il nazionalismo dei nemici dell’unione fraterna col popolo russo fu solo nocivo alla rivoluzione:

Questa propaganda dei patriottardi ucraini spinse i lavoratori della regione di Guliai-Polé sulla via della lotta armata contro ogni tentativo separatista ucraino perché la popolazione vedeva nello sciovinismo – idea direttrice del separatismo ucraino – la morte della rivoluzione. [Ivi, p134].

A questo punto, ai mistificatori attuali del pensiero di Mahno occorre ricordare che: egli, per

domenica 15 maggio 2022

pc 15 maggio - Contro la guerra imperialista - una sola soluzione marxismo/leninismo/maoismo - Partito - Rivoluzione


il mezzo per opporsi ad una guerra di questo genere è fare tutto il possibile per impedirla prima che scoppi, ma una volta scoppiata bisogna opporsi alla guerra con la guerra, opporsi alla guerra ingiusta con la guerra giusta ogni volta che sia possibile

 (Mao sulla guerra di lunga durata, maggio 1938).