sabato 7 maggio 2022

pc 7 maggio - Occupazione in Italia in aumento? un’altra, tra le tante, "fake news" del governo…

 

In questi giorni alcuni titoli di quotidiani riportano un aumento del numero di lavoratrici e lavoratori, anche se subito dopo aggiungono che per la maggior parte si tratta di lavori quasi tutti precari, ma i titoli sono costruiti per fare effetto. Un articolo, per così dire controcorrente, lo porta il quotidiano Italia Oggi in edicola che titola: “Il dato fuorviante dell’occupazione” e sarebbe meglio dire il dato ingannevole!

Vediamo questi numeri e andiamo un po’ più a fondo al loro significato: “Il numero degli ‘occupati’ – dice il quotidiano - a marzo 2022 secondo le rilevazioni dell’Istat è cresciuto ed è tornato sopra quota 23 milioni. Ovviamente è un dato positivo, ma deve essere correttamente interpretato per non accedere a facili entusiasmi.” E spiega il perché:

1)      Il numero degli occupati, benché in crescita, rimane comunque di poco inferiore rispetto a quello dei livelli pre-pandemia (gennaio 2020) con 14 mila unità in meno.

2)      Da un punto di vista statistico ed economico, per convezione internazionale, vengono considerati “occupati” i soggetti che hanno svolto nella settimana a cui è riferita l’indagine anche una sola ora di lavoro. Questa definizione è molto diversa dall’idea che (correttamente e secondo comune buon senso) abbiamo di una persona occupata.

3)      Proprio tenendo presente la definizione statistica di occupati (basta una sola ora di lavoro nella settimana) per avere un dato significativo si dovrebbe più correttamente fare riferimento al “numero delle ore lavorate”.

E inoltre, siccome la produzione non aumenta, cioè: “… ci troviamo di fronte ad un Pil stagnante” o meglio “… in lieve contrazione nel primo trimestre 2022 (come sembra orami appurato), appare molto difficile che possano essere aumentate le ore di lavoro svolte, anche in presenza di un maggior numero di occupati.”

Ma il quotidiano continua dicendo che nonostante si resta in attesa di questi dati, cioè del numero di ore lavorate: “… bisogna ricordare che almeno dal 2013 in poi, anche a fronte di un numero crescente di occupati, si è registrata una diminuzione delle ore lavorate; questo vuol dire che ogni occupato, in media, ha lavorato di meno. Questo fenomeno, (definito tecnicamente lo ‘slack del mercato del lavoro’), è molto negativo e purtroppo strutturale. Così come sono strutturali e di lungo periodo le altre due caratteristiche salienti del mercato del lavoro in Italia: la (arcinota) sproporzione del cuneo fiscale rispetto gli altri paesi europei e la scarsa partecipazione al mercato del lavoro.” Questa ultima definizione che vuole sostituire la parola disoccupazione con una frase più “neutrale”!

Per completezza il giornalista aggiunge una “… ultima considerazione. Il Pil del paese è sostanzialmente pari a quello di 21 anni fa ed è dunque evidente che mancano le condizioni essenziali affinché l’occupazione possa crescere in maniera sana, che vorrebbe dire: più ore lavorate, maggiore produttività, maggiori salari. Pil e occupazione crescono in parallelo.” Questo non è sempre vero, anzi: la produzione può crescere anche solo aumentando la cosiddetta produttività e cioè l’intensità con cui i padroni estraggono più plusvalore allo stesso numero di operai o anche ad un numero inferiore.

Sembrano cose banali e sotto gli occhi di tutti, ma la propaganda borghese, con in suoi fiumi di inchiostro e tutti i suoi mezzi a disposizione, fa di questi “miracoli”!

Il vero “miracolo” in tutto questo è che un numero relativamente piccolo di operaie e operai, lavoratrici e lavoratori (sempre secondo l’Istat circa 10 milioni con la qualifica “operaio”) legati alla produzione mantengono una popolazione di 60 milioni!

pc 7 maggio - Crollo delle borse… l’economia mondiale peggiora ogni giorno di più… tra guerre e distruzioni

 

Qualche giorno fa la decisione della Banca centrale degli Stati Uniti (Fed) di alzare i tassi di interessi di 50 punti base (cioè dello 0,5%!), e quindi immettere momentaneamente meno soldi freschi nell’economia per cercare di contrastare l’aumento dei prezzi aveva scatenato l’“euforia” dei padroni che giocano in borsa con una serie di acquisti di vari titoli da cui quelli tecnologici che rendono di più. Ma “La luna di miele tra Fed e mercati è stata solo un miraggio.” Dice il quotidiano Milano Finanza di ieri. E “…  ieri le borse d’oltreoceano sono crollate a picco fin dalle prime battute, trascinando con sé anche le piazze europee.” Perché nonostante queste manovre finanziarie “il mercato ha razionalizzato … che le conseguenze su crescita e bilanci aziendali restano incerte.” Da notare il linguaggio sempre assurdo degli “economisti”.

Naturalmente è sempre il contesto quello che conta e in questo caso viene ribadito il fatto che l’economia è intrecciata a livello mondiale! Infatti, l’articolo tira in ballo sia l’attuale “debolezza” dell’economia cinese che la guerra in Ucraina che però viene ridotta ad “un ulteriore elemento di preoccupazione.”!

Quindi il “nervosismo” del “mercato” ha fatto una “Vittima illustre” e cioè il “Nasdaq, il listino dei titoli tecnologici di tipo growth [a più alta crescita di profitti, ndr] che più di tutti soffrono l’aumento del costo del denaro”.


L’altra “preoccupazione” (che in realtà è sempre la prima per tutti i padroni” è il “costo del lavoro”: “A colpire il mercato sono stati anche i dati sul mercato del lavoro, che ha visto un rialzo del costo della manodopera inatteso.” Questo, negli USA, perché c’è un grande movimento contraddittorio nella classe lavoratrice fatto, tra l’altro, di licenziamenti, riassunzioni, spostamenti all’interno del paese, “impossibilità” di trovare lavoratori “formati” per le nuove produzioni altamente tecnologiche e sussidi statali, e proprio questi segnano il lato forte di questa contraddizione perché, riporta il quotidiano: “Le richieste di sussidi di disoccupazione sono inoltre aumentate di 19mila unità a quota 200mila, mentre gli economisti si aspettavano una lettura a 182mila.” Salta agli occhi l’attenzione che i padroni della finanza, che investono miliardi, dedicano a poche migliaia in più di disoccupati! Rivelando senza volerlo il vero motore dei loro profitti, e cioè lo sfruttamento della classe operaia.

L’articolo di MF sottolinea anche il legame che c’è tra i “mercati” e le borse dicendo che: “… l’Europa dal canto suo ha seguito per tutta la giornata le indicazioni provenienti da oltreoceano.” E ne ha subito le conseguenze.

Insomma i capitalisti-imperialisti di tutto il mondo hanno una così grande fame di profitti che li acceca, tanto da trattare una guerra in corso come quella in Ucraina, che porta con sé morte e distruzione come “un ulteriore elemento di preoccupazione” per gli affari; questo atteggiamento viene riservato a tutte le altre in corso nel mondo!, e non è certo una novità, visto che è l’essenza stessa di questo sistema che deve essere rovesciato quanto prima per mettere fine all’orrore senza fine.

uno sguardo d'insieme sulle manifestazioni del 1 maggio in italia

 

manifestazioni grandi e piccole - torino, milano, palermo, bergamo taranto

 comizi volantinaggi striscioni alle fabbriche per il 1 maggio

 il 1 maggio squadre di agitazione e propaganda nelle piazze del nord e del sud








torino capitale degli scontri con la polizia a protezione del sindacalismo collaborazionista e dei partiti parlamentari





milano la più grossa delle manifestazioni classiste e combattive contro la guerra imperialista






venerdì 6 maggio 2022

pc 6 maggio - Sulla grande giornata di lotta degli operai di Acciaieria Italia di Taranto - cronaca-audio e il volantino diffuso dallo Slai cobas sc


Sciopero vero oggi ad Acciaierie d'Italia Taranto, con picchetti e blocco dei cancelli, non solo all'appalto ma anche alle portinerie dell'ex Ilva, in particolare alla portineria A. Da tempo non si vedeva uno sciopero così. L'azienda ha sempre usato la "comandata" per blocottare gli scioperi, creando oggettivamente una sfiducia sulla riuscita dello sciopero; per questo è importante l'opposizione che c'è stata alla comandata allargata con i massicci picchetti.

Lo stato della vertenza: cassintegrazione permanente per migliaia di operai, che annuncia esuberi strutturali, la mancanza di prospettive reali, i problemi della sicurezza, il ruolo del governo a tutela solo degli interessi padronali, hanno trovato oggi una risposta vera degli operai. I pochissimi operai che volevano entrare vengono giustamente bloccati. 

Lo Slai cobas aveva colto il senso di questo sciopero e di ciò che succede concretamente in fabbrica, dando indicazione di blocco effettivo della fabbrica. 

Lo sciopero di oggi è un passo avanti rispetto alla situazione precedente.

Ma le ragioni e lo scopo dello sciopero portati dai sindacati confederali e Usb volti soltanto a chiedere un Tavolo al governo, chiaramente necessario, sono insufficienti. Lo Slai cobas ha riproposto la piattaforma operaia (vedi parte ultima del volantino distribuito questa mattina durante i presidi),contro fumose e generiche parole, come "transizione ecologica". La fabbrica si risana con gli operai dentro e garantendo lavoro, salario, diritti a tutti i lavoratori.

La lunga giornata di lotta e' continuata col blocco delle portinerie anche al secondo turno. Alle 18 gli attivisti principali - Slai cobas compresi - si sono ritrovati alla port A, che e' stata oggi, grazie alla contestazione della Morselli, il centro dello sciopero - per decidere come continuare la mobilitazione.

La proposta dello Slai cobas e' una iniziativa alla settimana con sciopero/blocco e altre proposte creative da non rendere pubbliche, decise in una assemblea generale; un vero ultimatum da dare al governo; una piattaforma operaia chiara - ne esiste una indicata dallo Slai cobas, ma proprio per questa etichettazione di difficile accoglimento da parte di Fiom, Fim, Uilm, Usb, benchè sostenuta dagli operai che nei mesi scorsi l'hanno firmata in centinaia.

Le direzioni sindacali alla fine della giornata hanno proposto assemblee generali esterne di due ore sul piazzale e affrontare in esse la continuità' della lotta con una prospettiva di grande manifestazione a Roma. Un operaio Slai cobas ha proposto una cassa di resistenza - ci sono state obiezioni confederali e contrarietà da parte dell'Usb - ma se ne dovra' riparlare nelle assemblee.

IL VOLANTINO PORTATO AGLI OPERAI


pc 6 maggio - FORTE SCIOPERO all'ex ILVA DI TARANTO in corso - Forte contestazione degli operai alla dirigente dell'azienda Morselli...

L’azienda ha avviato dal 28 marzo scorso la cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione per 3,5mila lavoratori in tutti i siti del gruppo, di cui 2500 a Taranto.

Prime comunicazioni immediate sullo sciopero in corso...

Massiccia riuscita dello sciopero migliaia di operai bloccano le portinerie alla port A spicca la bandiera Slai cobas sc - buona accoglienza dei nostri volantini e grossi capannelli in particolare alla portinerie delle imprese.

Grande protesta operaia alla port A - la Morselli esce dallo stabilimento e si piazza su una scalinata di fronte al grande presidio degli operai, ben difesa dalla polizia, per sfidare gli operai - Gli operai la contestano fortemente e cercano di cacciarla - la rappresentante dello Slai cobas per il sindacato di classe contrastando la Digos che voleva bloccare gli operai che intanto salgono sulla scalinata per mandare via la Morselli, arriva a un faccia a faccia prolungato con la Morselli denunciando tutte le sue responsabilità. Ma la Morselli non se va, e la protesta continua - arrivano operai dalle altre portinerie e parte il corteo verso la port merci... 

Uno dei video

https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/video/video/1340875/sciopero-ex-ilva-a-taranto-l-ad-morselli-faccia-a-faccia-con-i-lavoratori-in-protesta.html









pc 6 maggio - Il governo Draghi prepara il prossimo “decreto missioni” … di guerra

 

“L’Italia è pronta a inviare uomini dell’esercito in Ungheria e Bulgaria per difendere “il fianco est”. Riferisce in prima pagina il quotidiano “Domani” in edicola, che continua: “Lo ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini intervenendo sulle misure di supporto all’Ucraina che l’Italia ha messo in campo e annunciando che la mossa si troverà nel prossimo “decreto missioni” che dovrà essere inviato al parlamento. In questo modo, ha proseguito, ‘abbiamo deciso di rafforzare la postura di deterrenza e assicurazione’”.

Tutto questo naturalmente nell’ambito delle decisioni della NATO a guida USA: “Lo scorso 24 marzo, a un mese dall’avvio dell’invasione russa, i capi di stato e di governo si sono impegnati a istituire quattro gruppi tattici multinazionali in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia. Le misure ‘restano preventive, proporzionate e non estensive’.”

“Preventive, proporzionate e non estensive” si fa per dire visto che “Tuttavia, dichiaravano, ‘accelereremo la trasformazione della Nato verso una realtà strategica più pericolosa’. Una trasformazione che dovrebbe concludersi con l’adozione del prossimo Strategic Concept nel corso del summit che si terrà a giugno a Madrid….” Durante il quale “Definirà le sfide alla sicurezza che l'Alleanza deve affrontare e delineerà i compiti politici e militari che la NATO svolgerà per affrontarle.” (dal sito della Nato)

La “giustificazione” più volte ripetuta dagli esponenti del governo è che tutto questo è in “risposta” all’invasione: “In risposta alle azioni della Russia, la Nato ha già collocato 40 mila soldati sul ‘fianco’ orientale, insieme a mezzi aerei e navali, sotto il comando diretto della Nato supportato dagli schieramenti nazionali degli alleati.” Una risposta piuttosto rapida!

Ma non basta perché “L’Italia, ha ricordato Guerini, già contribuisce con una componente terrestre in Lettonia, una componente aerea in Romania e Islanda e una componente navale nel Mediterraneo orientale.”

E alla faccia della trasparenza e dell’importanza del Parlamento: “Per quanto riguarda le armi che saranno inviate a Kiev, il ministro continua a mantenere la segretezza e ha fatto una carrellata sui sistemi che l’Italia metterà a disposizione (e di cui ha parlato al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica): sistemi controcarro, sistemi di difesa aerea a cortissimo raggio, mortai, munizionamento di artiglieria, sistemi di comunicazione, dispositivi di protezione individuale e kit di sopravvivenza.”

Non sono certo queste armi a fare la “deterrenza”, di cui parla Guerini che vorrebbe continuare a prendere in giro la cosiddetta “opinione pubblica” e che invece ogni giorno di più si dichiara contro una guerra che ogni giorno di più crea morte e distruzione! 

giovedì 5 maggio 2022

pc 5 maggio - Draghi al carro della Nato, degli USA sprona L'Europa ad essere uniti... per mandare armi e alimentare la guerra

Per le spese militari ha deciso un aumento fino a 26.343 miliardi

Per i lavoratori e le loro famiglie... 200 euro una tantum, che non coprono neanche l'aumento di una bolletta!

Questo governo deve essere cacciato!

pc 5maggio - "...questa guerra imperialista non può vederci schierati e tifosi come nelle partite di calcio"

 Riceviamo e pubblichiamo


A CHI I VANTAGGI DELLA GUERRA

Carla Filosa

L’occasione di rispondere, per così dire, all’articolo di Federico Rampini sul Corriere dell’8 aprile 2022, dal titolo “Gli Usa traggono vantaggio dalla guerra in Ucraina? Gli «equivoci pacifisti» sull’America”, riapre l’autostrada già ampiamente praticata della “guerra mediatica” sempre in atto. La decisione di entrare nel merito degli argomenti trattati non riguarda aspetti personali del giornalista, per cui ad esempio appare nella satira di Crozza tra gli “autoriferiti”, ma emerge dalla necessità di riprendere il patrimonio teorico dei comunisti dispersi nella lettura anche di quest’ultima guerra, ultima forse non solo in ordine di tempo.

Innanzi tutto c’è da specificare, nel caso dell’articolo, che il genere di guerra delle informazioni è di classe, e non interno alla proletarizzazione “di sinistra”, anche se l’autore si colloca in quest’area variegata e multiforme. Si potrebbe forse considerare tra gli esponenti della borghesia “illuminata”, o meglio deputata alla confusione della ipotetica “sinistra” ormai tramontata nella perdita identitaria, e di chi ancora prova a resistere col bagaglio culturale una volta acquisito da classe dominata. Nonostante i condizionamenti ideologici ricevuti, infatti, a tutt’oggi quest’ultima continua ad essere, a sua insaputa, funzione della produzione della ricchezza sociale continuamente appropriabile dai detentori dei capitali in conflitto. Infine, si lascia ad altri esperti dell’integrazionismo sociale l’ecumenismo pacifista imbelle.

Non c’è bisogno quindi di appartenere al “fronte dei pacifisti equidistanti” – come scrive Rampini – per provare a fare valutazioni sulla guerra attuale condotta in Ucraina, scegliendo consapevolmente di chiamarla guerra in quanto definibile come imperialista, termine ignorato nell’articolo in questione. Tale omissione, che prendiamo come deliberata e non dimenticata, fornisce già lo schieramento di parte capitalistica che il giornalista, e pertanto la sua argomentazione, da sempre sostiene. Eliminata siffatta “equidistanza” arriviamo alla dizione di pacifismo, proveniente dal concetto di pace. I nostri padri, di cui ci ricordiamo, definivano la pace come la stabilizzazione dei risultati conseguiti mediante la guerra. Solo così, semplicemente, si capisce che i due momenti, fasi, o come si vogliano considerare, sono inscindibilmente connessi, o con un livello culturale ulteriore, dialetticamente uniti nella loro

pc 5 maggio - India: la guerra popolare continua a contrastare i piani del governo fascista indù di Modi di svendita delle terre alle multinazionali

Per queste "operazioni" il governo continua ad usare i gruppi militari e paramilitari contro la popolazione costretta a lasciare le proprie case e le proprie terre

Distretto di Kozhikode, 3 maggio 2022: manifesti del PCI (maoista) sono apparsi ancora una volta in un luogo pubblico a Chakkittapara, un Grama Panchayat di montagna nel distretto di Kozhikode. I manifesti sono stati trovati apposti nei locali di un capannone di attesa per autobus nel quinto rione del Panchayat, rappresentato dal suo presidente K. Sunil. Portano avvertimenti contro le cave e le politiche dello Stato e dei governi centrali.

Nei manifesti, i maoisti hanno esortato la popolazione locale a stare unita contro la cava di granito nella regione, non facendosi sfrattare e non vendendo le loro proprietà alla mafia delle cave in modo da proteggere i Ghati occidentali. Sottolineano la necessità di proteggere i terreni agricoli di Muthukad e il fragile ecosistema dei Ghati occidentali, sostenendo che lo Stato e i governi centrali si stanno “ritagliando” la terra per i loro interessi.

I manifesti recano forti critiche contro il PCM al potere e definiscono il presidente Panchayat una versione locale del primo ministro Pinarayi Vijayan. Esortando il popolo a smascherare le menzogne del PCM, i maoisti affermano di non aver paura di "Thunderbolt", la forza speciale del governo statale nata per contrastare i maoisti.

Poster simili erano apparsi a Chakkittapara in varie località di volta in volta, l'ultima volta nel settembre 2021. Nel frattempo, il presidente del Panchayat K. Sunil è sotto la protezione di “Thunderbolt” ventiquattr'ore su ventiquattro a causa della minaccia sulla sua vita da parte dei maoisti dall'agosto 2021.

(dalla stampa borghese online)

pc 5 maggio - Pfizer Catania chiude la vertenza: con lavoratori incentivati all’uscita “volontaria” e trasferimenti

Dopo mesi di “trattativa” nella quale in realtà la Pfizer non si è mossa dalla propria posizione, il 28 aprile scorso “Con soli due voti contrari, l’assemblea dei lavoratori della Pfizer ha approvato l’accordo sottoscritto dai sindacati” (Gds 29 aprile).

Che cosa prevede questa “intesa”, che diventa così esecutiva? “tra l’altro, - riporta il quotidiano - il pagamento di 57 mensilità a chi lascia anticipatamente l’impresa, mentre sono undici i dipendenti che hanno accettato il trasferimento ad Ascoli Piceno.”

La Pfizer quindi raggiunge i suoi obbiettivi di ridimensionamento della forza lavoro nello stabilimento di Catania, ma non solo, perché subito dopo di “procedura” se ne “avvia un’altra: quella nella quale i dipendenti più vicini alla pensione o quelli con contratti con tutele crescenti dovranno manifestare la decisione di usufruire del ‘paracadute’ dell’incentivo economico per l’esodo volontario, per arrivare a una quota di circa 80 unità che sommata agli 11 trasferiti ridurrebbe a una trentina gli esuberi che l’azienda si è però impegnata di assorbire”.

Quindi, ci sono ancora 30 esuberi nonostante l’accordo firmato dai sindacati, i quali fanno finta di credere alle promesse dell’azienda sul riassorbimento! Ma la cosa più ridicola in tutta questa farsa, pagata dai lavoratori e dalle loro famiglie, è che  (Filctem Cgil), (Femca Cisl), (Uiltec) e (Ugl Chimici) – chiederanno “al ministro Giorgetti di convocare la multinazionale del farmaco per conoscere il piano industriale e il futuro di Pfizer a Catania”!

Anche questa vertenza, quindi, come abbiamo già visto per tante altre, si chiude con l’accettazione di rinunciare alla lotta per il posto di lavoro per tanti operai! Questo purtroppo è il risultato se i lavoratori non impugnano subito la lotta, staccandosi dai sindacati confederali, e non provano ad unirsi agli altri stabilimenti della multinazionale che il piano per continuare a fare profitti sulla pelle di chi ci lavora ce l’ha sempre!

mercoledì 4 maggio 2022

pc 4 maggio - NEGLI USA SI ESTENDONO LE MANIFESTAZIONI CONTRO LA CORTE SUPREMA E GLI STATI CHE VOGLIONO CANCELLARE IL DIRITTO D'ABORTO


Centinaia di manifestanti
 sono scesi in piazza anche a New York City per difendere il diritto all’aborto, minacciato da una bozza di parere della Corte suprema che potrebbe ribaltare la sentenza del 1973 che legalizzò l’interruzione di gravidanza negli Usa.  Proprio ieri il governatore repubblicano dell’Oklahoma Kevin Stitt ha firmato una legge che vieta l’aborto dopo la sesta settimana di gravidanza.

QUESTO NUOVO ATTACCO NON DEVE PASSARE!
Facciamo sentire anche dall'Italia il nostro grido di protesta.

Il ripetersi periodicamente l'attacco al diritto d'aborto, alle donne dimostra come 

LA QUESTIONE DELL’ABORTO È CENTRALE NELLA POSIZIONE GENERALE DELLA DONNA NELLA SOCIETÀ E NEL FUNZIONAMENTO STESSO DELLA SOCIETÀ

(Dall'opuscolo del Mfpr:"Diritto d'aborto perchè SI!") 

Nell'attacco al diritto d'aborto c'è un aspetto economico/di classe, uno politico/ideologico.

Economico/di classe: 

Tutti i paesi capitalisti, mentre da un lato hanno sempre attaccato il diritto d'aborto perchè rappresenta in un certo senso il cuore della libertà di scelta delle donne e questo chiaramente si scontra con la funzione delle donne nel sistema borghese; nello stesso tempo in alcuni periodi e in alcuni paesi hanno utilizzato l'aborto, con un ritorno e rinnovo delle teorie malthusiane, di politiche di impedimento delle nascite, come sterilizzazione forzata (India, Perù), selezione di genere – unica eccezione è stata la Cina nel periodo della Grande rivoluzione culturale proletaria dove si affermava che i “paventati rischi della cosiddetta “esplosione demografica” erano un'invenzione delle superpotenze contro i paesi del Terzo mondo.

Dall'altra parte abbiamo, come oggi, politiche di incentivazione alle nascite quando c'è un profondo squilibrio demografico, di forze-lavoro. Le leggi contro l'aborto sono prima di tutto leggi profondamente classiste, borghesi e reazionarie. Esse penalizzano la maggioranza delle donne: le ricche possono abortire, le povere muoiono.

Politico/ideologico:

Per gli Stati, i governi, la Chiesa, è molto importante esercitare il controllo sociale sulla riproduzione della donna, specialmente in tempi di crisi. Il sistema capitalista nella sua fase morente porta a rompere i precedenti ruoli e rapporti che fungevano da puntello sociale, ideologico, pratico della conservazione di questo sistema. E’ il capitalismo stesso che distrugge, introduce abbrutimento, imbarbarimento, per imporre la legge del suo profitto, la sua dittatura.

Per impedire che tutto questo porti ad una disgregazione generale, incontrollabile, lo Stato risponde con il moderno medioevo, in cui riaffermare i valori più conservatori, oppressivi, la morale reazionaria e i valori della famiglia tradizionale, in contrasto con il modo di vivere della maggioranza delle donne. I nazisti misero la maternità su un piedistallo e l’aborto arrivò ad essere un simbolo di degenerazione, perché la famiglia era uno strumento importante di controllo sociale. 

CONTROLLARE LA RIPRODUZIONE DELLA DONNA È UN ASPETTO CENTRALE DEL DOMINIO DELLA BORGHESIA, E UNA BATTAGLIA CENTRALE DELLA LIBERAZIONE DELLA DONNA.

Da quando la società si divise tra chi ha la proprietà e chi non possiede nulla e da quando si impose il dominio maschile nella famiglia e nella società, alla donna si impedì il diritto di prendere decisioni sulla riproduzione. Quindi, la condizione delle donne e la riproduzione attiene ai rapporti di proprietà.  Proibire l’aborto equivale ad una violenza, la violenta dichiarazione del dominio maschile e della società capitalista sopra le donne, il violento controllo del corpo delle donne a livello più personale.  

La proibizione dell’aborto è la soppressione della volontà della donna da parte della legge e dello Stato. La lotta contro l'aborto è un terreno centrale su cui la borghesia riversa e sparge continuamente l'humus oscurantista, da moderno medioevo contro le donne come una delle basi ideologiche e politiche determinanti per lo sviluppo di un moderno fascismo necessario a mantenere il suo potere economico e politico, un potere che attraverso le politiche reazionarie e antipopolari dei propri governi, si concretizza in un doppio attacco contro le donne per frenarne il cammino di emancipazione.

Per questo, per le donne, per il movimento di lotta di liberazione, la battaglia per difendere il diritto d'aborto diventa centrale. E' parte importante della battaglia rivoluzionaria per cambiare tutta la società borghese. 

pc 4 maggio - Stellantis: crollano le vendite di auto, meno 41%, produzione a singhiozzo…

 

Tavares aveva già detto qualche giorno fa che: “Per i microchip sarà un altro anno di crisi” come titolava un articolo della Repubblica, e adesso l’altra batosta del calo delle vendite:

“Stellantis ha chiuso aprile 2022 con un crollo del 40,92%.” dice l’Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri) ed è un altro colpo al Piano di rilancio pomposamente chiamato “Dare Forward 2030” [Osare andare avanti! ndr] annunciato da Tavares qualche settimana fa.

“Il dato del mercato è catastrofico” dice Quagliano, presidente del Centro Studi Promoter che naturalmente si riferisce a tutto il settore: “Continua il momento di difficoltà del mercato auto italiano che chiude il mese di aprile 2022 con un crollo del 33% rispetto ad aprile 2021.”

L’elenco delle cause di questa crisi, ripetuto oramai da tutti è sempre lo stesso: “Oltre alla guerra in Ucraina, alla scarsità dei microchip, all’impennata dei costi delle materie prime c’è il problema degli incentivi al palo…” [la Repubblica] e questi ultimi sono quelli che più interessano i padroni, e cioè quello degli aiuti di Stato “che tardano ad arrivare”!

“L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, conferma che – nonostante le previsioni – il 2022 è simile al 2021 sul fronte della catena di approvvigionamento dei semiconduttori.” continua il quotidiano degli Agnelli/Elkann “E nei prossimi mesi si vedranno linee di montaggio che andranno avanti a singhiozzo e tempi lunghi per la consegna delle vettureNon vedremo cambiamenti importanti, sta migliorando la situazione con alcuni fornitori, peggiorando con altri, dice Tavares.”

Da un lato Tavares se la prende ancora una volta con i governi italiani ed europei dicendo che “Il problema della transizione non è l’auto elettrica, ma come si produce l’energia. Non lo dico da ora, ma da sette anni, ma il livello di ascolto dei governi non è stato attivo”.

Per questo Tavares è attento a quello che succede al Parlamento europeo al quale i produttori di auto stanno di fatto chiedendo “di ammorbidire la misura [sulla transizione] salvando i motori tradizionali, anche se con carburanti a basso impatto di CO2, bio o sintetici.” Perché il “nodo” come lo chiama Tavares è “Cosa farà l’Europa per l’approvvigionamento dell’energia?” La questione dell’energia, con la guerra in Ucraina, è tornata al centro del dibattito dice Tavares e rischia che ogni paese vada per la sua strada: “C’è chi aumenterà l’energia rinnovabile, come il Portogallo, chi invece rafforzerà il nucleare, come in Francia, e il blocco orientale dovrà decidere se tornare indietro, rimanendo attaccati ai fossili, o accelerare sulle rinnovabili. Oppure trovare nuove fonti di gas. L’Europa rischia la spaccatura sull’energia”.

Certo il nodo della transizione ha complicato la situazione, ma il nodo vero è la crisi di sovrapproduzione di auto che come in tutti i settori produttivi “maturi” non permette più profitti che possono soddisfare i padroni, che in genere poi spostano una parte dei loro capitali nei settori che possono permettere profitti più alti e cioè quelli tecnologicamente molto avanzati. In questo caso rimaniamo nel settore auto, ma quelle di lusso che sono le uniche ad aver dato profitti più alti. L’altra notizia fresca è che Stellantis investe 3 miliardi di dollari nelle fabbriche in Canada per accelerare l'elettrificazione.

Un’altra mossa ancora è quella dell’acquisizione di alcuni colossi del car sharing, nel settore della “mobilità” come Share Now, Free2move e Leasys; si tratta di un settore difficile e che non dà profitti, come dicono gli analisti, ma si tratta di una mossa tesa a “ingannare il mercato” ampliando in modo gigantesco il vecchio trucco dei rivenditori dell’autoimmatricolazione che permette di far finta di aver venduto auto.

Tavares, ha dato dieci anni di tempo ai suoi manager per provare ad uscire dalla crisi “rilanciando i brand” e battere la concorrenza, ma nel frattempo corre ai ripari a modo suo, cioè a modo dei padroni… con i licenziamenti degli operai mascherati da “incentivi all’uscita”: “Sono 480 gli addetti di Mirafiori – Carrozzerie, Presse e Meccaniche – [dice il Sole24Ore di ieri, ndr] che potranno lasciare Stellantis con un incentivo tra i 75mila e i 55mila euro. Si tratta di una quota aggiuntiva rispetto alla riduzione di 160 addetti fatto con l’accordo di luglio scorso. Il testo prevede una sorta di priorità per i dipendenti che si avvicinano alla soglia della pensione. Con queste uscite la soglia degli addetti nella manifattura di Mirafiori scende sotto i 3mila…”

E anche negli altri stabilimenti si ripercuote questa situazione di marasma e crisi generale, dalla quale comunque, come si può ben vedere, i padroni provano ad uscire con i loro piani per mantenere intatti i loro profitti e i loro privilegi, per questo servono e sono urgenti iniziative serie di lotta che possano rispondere adeguatamente al peggioramento senza fine delle condizioni degli operai.

pc 4 maggio - Torino - 1 maggio - ristabiliamo la verità contro le infami cariche poliziesche protette dai sindacati confederali/partiti e istituzioni

 In ogni città in ogni luogo di lavoro affiggere e far conoscere questo comunicato

Dopo le cariche del Primo Maggio a Torino: “Ristabiliamo la verità e costruiamo la mobilitazione per la pace”

Quanto successo durante il corteo del Primo Maggio è inaccettabile, esattamente come la ricostruzione giornalistica che ne è stata fatta.

Lo spezzone sociale composto da varie realtà e sensibilità è stato brutalmente bloccato e caricato dalle forze dell’ordine mentre si trovava in Via Roma in maniera assolutamente gratuita ed insensata. I giornali parlano di tentativi di sfondare il cordone di polizia e di bastoni, falsità da velina questurina che provano a riabilitare l’assurda gestione dell’ordine pubblico. Diverse cariche con decine di manifestanti ferit*

Lo spezzone sociale, che semplicemente stava sfilando in corteo, era composto da decine di realtà della città che si battono contro la guerra, lo sfruttamento sul lavoro, la violenza di genere, il razzismo e la devastazione ambientale. È comodo ricondurre una piazza ricca e articolata, che affronta la questione del rifiuto della guerra partendo da sensibilità diverse, a un gruppo di facinorosi.

Lo spezzone sociale era in realtà una delle parti più numericamente nutrite del corteo e sicuramente quello più marcatamente attraversato da giovani. Ai/alle giovani e ai loro interrogativi sul futuro viene risposto con manganellate e divieti.
L’intervento della polizia tendeva proprio a separare questa parte del corteo dall’altra parte della manifestazione, anch’essa consistente e formata dalle associazioni pacifiste e dalle organizzazioni della sinistra radicale, che si caratterizzava contro la guerra e contro il governo che la sostiene. Questa manovra è stata sconfitta dalla solidarietà che si è realizzata in piazza.
Rimandiamo al mittente la narrazione falsificata che è stata fatta dai giornali e chiediamo che venga ristabilita la verità.

Crediamo che quella appena passata, benché funestata dalla violenza delle forze dell’ordine, sia stata un’importante giornata che pone le basi per costruire una mobilitazione popolare e di massa contro la guerra ed il riarmo nella nostra città. Una mobilitazione necessaria e urgente di fronte all’irresponsabile corsa al riarmo e ai costi umani, sociali e ambientali della guerra.

Non ci fermeremo qui: continueremo a mobilitarci in questa direzione attraversando le prossime giornate di lotta, in particolare lo sciopero generale indetto dai sindacati di base per il 20 Maggio. Le nostre vite valgono più dei loro profitti!

Network Antagonista Torinese
(Csoa Askatasuna, Csa Murazzi, Kollettivo Studenti Autorganizzati Torino – KSA , Collettivo Universitario Autonomo – Torino , Prendocasa Torino , Spazio Popolare Neruda – Le famiglie dello Spazio popolare Neruda)

ANPI Grugliasco 68 Martiri
Anpi Nizza Lingotto
Cobas Torino
Collettivo Studentesco Valsusa
Comitato Giovani No TAV
Comitato Popolare San Salvario
Csoa Gabrio
Cub Torino
Ecologia Politica Torino
Fridays For Future Chieri
Fridays For Future Torino
Fridays For Future Val Susa – Italy
Fronte della Gioventù Comunista – Torino
Fronte Popolare Torino
LaSt Laboratorio Studentesco

Progetto Palestina
Rifondazione Comunista Torino
Sinistra Anticapitalista Torino
Si Studenti Indipendenti

pc 4 maggio - UNITÀ NELLA LOTTA CONTO IMPERIALISMO CAPITALISMO SFRUTTAMENTO REPRESSIONE E GUERRA IN PIAZZA IL PRIMO MAGGIO A BERGAMO

 
 I lavoratori con lo Slai Cobas per il sindacato di classe, il Primo Maggio in piazza come parte della mobilitazione in corso nei posti di lavoro, per affermare che la lotta contro la guerra combattuta in Ucraina, è la lotta contro il nostro governo guerrafondaio che ha bisogno di una mobilitazione operaia e popolare in tutte le forme possibili fino allo sciopero generale.

In piazza solidali con le masse ucraine sotto le bombe o ridotte alla condizione di profughi, rivendicando accoglienza e sostegno per tutti i profughi in fuga dai crimini dell’imperialismo.

I lavoratori hanno detto chiaro che non hanno governi amici in questa guerra combattuta tra gli imperialisti Usa/Nato con al seguito quelli europei Italia in testa e quello russo;

governi che alimentano il conflitto con il criminale invio di armi, con i costi fatti pagare alle masse popolari.

I lavoratori a maggioranza nei posti di lavoro non approvano la guerra, la voce e la rabbia in piazza in Primo Maggio ne è stata una espressione, ancora insufficiente ma chiara: no alle spese militari, al carovita, all’aumento delle bollette, ma soldi a sostegno del lavoro, della sanità dell’istruzione, della casa… e per una generalizzata battaglia per aumenti salariali.

Mentre dal palco ufficiale per i morti sul lavoro chiedevano la patente a punti e ancora protocolli fondati

martedì 3 maggio 2022

pc 3 maggio - Il governo Draghi approva una manovra da 14 miliardi per aiutare… i padroni

                        

Una manovra da 14 miliardi fa certamente effetto, ma quello che Draghi non dice (o meglio dice a modo suo) è che questi decreti sono nati perché c’è soprattutto la necessità di tenere insieme la maggioranza di governo in particolare in questo periodo di crisi economica e guerra (ed elettorale), aiutando in ogni modo possibile i padroni. E infatti, tutti i partiti si dicono soddisfatti tranne i 5stelle ma solo per le decisioni su Roma.

A leggerli bene questi provvedimenti del governo si tratta di fumo negli occhi per le larghe masse, per lavoratori e pensionati, si tratta di pochi soldi che non possono compensare l’aumento dei prezzi che dura da mesi, insomma più propaganda che sostanza e vediamo perché.

Il decreto definito “DECRETO ENERGIA E INVESTIMENTI” prevede, secondo il comunicato del governo, “Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina (decreto-legge).”

Al primo posto, come si vede, c’è la produttività delle imprese e l’attrazione degli investimenti, poi le “politiche sociali” di cui si è vantato Draghi. Vediamo cosa è previsto:

Un “fondo di sostegno” per lavoratori anche autonomi e pensionati con reddito annuo al di sotto dei 35mila euro: “28 milioni di cittadini”, ha tenuto a precisare Draghi, che riceveranno un bonus “una tantum” di 200 euro. In realtà il comunicato del governo non parla di cifre ma dice così: “E’ riconosciuto un assegno per i lavoratori e pensionati con reddito inferiore a 35.000 euro per contribuire alle difficoltà connesse al caro prezzi.”

Una proroga fino all’8 luglio dello sconto di 25 centesimi su benzina, gasolio, gpl e metano.

Tre mesi in più di bonus “bolletta elettrica” per famiglie con Isee non superiore a 12mila euro, o non superiore ai 20mila per famiglie con almeno 4 figli a carico. E un incremento, non si dice quanto, del Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione (c.d. “Fondo affitti”). Tutto qua!

“Costo” 6 miliardi. E come si finanzierà questa manovra? “Questo si ottiene – dice Draghi - incrementando la tassa sui profitti eccezionali delle aziende dell'energia, i profitti che queste aziende [di fatto aziende pubbliche! ndr] hanno accumulato in questi mesi.!” La tassazione dei “superprofitti” passa momentaneamente dal 10% al 25%, sempre meno di quanto vengono tassati i lavoratori!

È chiaro, quindi, che questi interventi sono ridicoli e servono a coprire i veri “aiuti”, quegli 8 miliardi previsti per le aziende, perché operai, lavoratrici e famiglie più o meno numerose hanno già pagato in questi mesi molto più di 200 euro a causa dell’aumento di tutte le merci, soprattutto quelle di prima necessità, dei carburanti e dell’elettricità! Facendo di fatto diminuire il “potere d’acquisto” sia dei salari che le pensioni.

8 miliardi invece che vanno sostanzialmente a padroni, soprattutto grandi e poi medi e piccoli in tante

pc 3 maggio - La "strage di Odessa", allora come oggi, dietro i nazisti gli imperialisti

 Pubblichiamo alcuni degli articoli del 2014 che pubblicammo in questo blog

L'orrore nazista in Ucraina gode dell'appoggio dell'imperialismo e della complicità della polizia che lascia agire le bestie naziste e picchia pure i sopravvissuti



Orrore a Odessa! Nazi bruciano vive 46 persone.
Bande di Settore destro assaltano e danno fuoco alla sede del sindacato occupata da giorni da separatisti russofoni. Chi è morto bruciato, chi si è lanciato nel vuoto. 

di Franco Fracassi

L'orrore va di scena a Odessa. I nazisti del Settore destro hanno preso d'assalto la sede dei sindacati, occupata da giorni dai separatisti russofoni. L'hanno presa d'assalto con spranghe, molotov, coltelli e pistole. Protetti dalla polizia. Pochi minuti ed è scoppiato l'inferno. Almeno dieci persone sono morte sotto i proiettili, le coltellate e le sprangate degli assalitori. Altre, la maggior parte, sono arse vivi, in un rogo che si è sviluppato in tutto l'edificio, oppure si sono lanciate nel vuoto. Un'ecatombe. Quarantasei morti. Centosettantaquattro i feriti, di cui tanti gravissimi. Ma è solo un bilancio provvisorio.

Ma è accaduto qualcosa di ancor più raccapricciante. Le bande di fascisti sono entrati nell'edificio subito dopo la fine dell'incendio per scovare chi potesse essere sopravvissuto. Chi è stato individuato, nonché ferito, è stato picchiato a morte. La polizia sempre a guardare, fuori dal palazzo, impedendo l'arrivo in soccorso degli assaliti di miliziani russofoni. «L'abbiamo fatto per impedire uno scontro di maggiori proporzioni», si è difesa la polizia. Permettendo, però, una strage.

Secondo la Prefettura di Odessa, tra gli assalitori, oltre alle squadracce di Settore destro, gli ultrà della squadra di calcio locale.

Mentre il massacro andava in onda in tv su Twitter si susseguivano i messaggi dei cosiddetti attivisti di Maidan che incitavano al pogrom. «Alcuni scarafaggi stanno finalmente venendo arrostiti a Odessa». «I topi di Mosca stanno finalmente avendo la lezione che si meritano: bruciare nella loro tana», in riferimento alla sede sindacale.

Rogo di Odessa, picchiati i sopravvissuti feriti
Erano scampati alla strage, seppur malconci. La polizia ha arrestato loro e non i nazisti che li hanno massacrati. E li ha anche fatti picchiare mentre li portava via.
di Franco Fracassi

Sono stati pestati, poi gli hanno sparato, poi bruciati vivi come dei topi in trappola, chi se l'è cavata è dovuto sopravvivere agli accoltellamenti. Infine, chi ha avuto l'ardire di essere soltanto ferito e grondante di sangue è stato bastonato mentre veniva trasportato bendato in carcere. E sì, perché gli illegali, coloro che hanno agito fuori dalla legge sono gli assaliti, e non gli assalitori. Sono stati accusati di aver occupato illegalmente la sede dei sindacati a Odessa. Li attende la prigione. Ne sono stati arrestati a decine, di russofoni. Degli assalitori, degli assassini, delle bestie, invece, si sa solo di qualche arresto. Ovviamente, fatto con i guanti.

Quarantasei morti e quasi duecento feriti, di cui alcuni gravi. Il raid nazista a Odessa si è trasformato in una vera e propria strage, mentre la polizia rimaneva a guardare.

I pompieri lasciarono che gli antifascisti bruciassero vivi di Luca Fiore
...il sito di informazione Odessa Dumskaya ha trovato e pubblicato alcune registrazioni delle chiamate telefoniche realizzate ai servizi di emergenza dagli attivisti intrappolati nella Casa dei Sindacati. E, incredibilmente, si scopre che i pompieri arrivarono dopo ben 38 minuti dalla prima chiamata realizzata alle 19.31. Ascoltando le registrazioni si scopre anche che gli operatori del centralino dei servizi di emergenza di fatto fecero di tutto per ritardare i soccorsi, anche quando a chiamare erano cittadini della zona o addirittura agenti di polizia e non gli odiati ‘filorussi’ che intanto morivano a decine in conseguenza dell’incendio o sotto i colpi degli ultranazionalisti ucraini. Di fatto gli operatori del centralino attesero decine di telefonate e ben 25 minuti – alle 19.56 - dal primo avviso di incendio per allertare una squadra di pompieri. Una sola, e quindi non sufficiente a controllare il rogo, che arriverà dopo altri 13 minuti, nonostante il fatto che la stazione dei Vigili del Fuoco più vicina si trovava a poche centinaia di metri dall’edificio assaltato e in fiamme.
Dopo l’eccidio il comandante del servizio di protezione civile della regione di Odessa, Vladímir Bodelan, venne licenziato ma poi, alla fine di luglio, il tribunale della città lo ha riammesso al suo incarico.

Contro l'ascesa del nazifascismo sostenuto dall'imperialismo USA-UE in Ucraina, a fianco dei proletari e masse antifasciste

Ma contro PUTIN e l'imperialismo russo!

....La caccia al ‘russo’ e al ‘comunista’ delle bande neonaziste sostenute da USA e UE che nel rogo di Odessa si è trasformata una vera e propria strage, con l’uccisione di decine di militanti antifascisti arsi vivi nel rogo della Casa dei Sindacati domanda la mobilitazione di tutte le forze antifasciste in Europa
- Denunciamo e combattiamo la posizione dei governi europei che si dichiarano disponibili a intervenire con la Nato in Ucraina a fianco del governo di Kiev, sostenuto dai neonazisti
- Esprimiamo  la solidarietà alle vittime della barbarie nazista in tutta l’Ucraina. 
Ovunque bisogna schierarsi contro movimenti reazionari e nazifascisti è doveroso schierarsi con le donne e gli uomini che a Odessa, Slavyansk, Donetsk e nelle altri città dell’Ucraina resistono alle bande naziste...
- l'imperialismo è guerra- ogni imperialismo USA-UE-Russia lavora in UCRAINA per i propri interessi economici, politici, geostrategici e militari sulla pelle dei proletari e popolo in Ucraina.

Morte all'imperialismo, libertà ai popoli, il futuro è il comunismo!

pc 3 maggio - Voci contro la guerra a Bologna - proletari comunisti invita a fare iniziative come queste in altre città

 estratti dal resoconto di contropiano

Pare essere riuscita oltre le aspettative la manifestazione “La Pace proibita” messa in piedi lunedi sera a Roma da Michele Santoro e Vauro Senesi. Non solo c’era il pienone nella sala del Teatro Ghione ma ci sono state migliaia e migliaia di persone hanno seguito l’iniziativa sui mass media che si sono resi disponibili

Coordinati da un Michele Santoro che ha ritrovato la grinta degli anni migliori, sul palco e in alcuni video si sono alternate personalità della cultura, del giornalismo e dello spettacolo che hanno deciso di opporsi e spezzare la irricevibile ipocrisia del fronte guerrafondaio (maggioritario in Parlamento ma minoritario nel paese) che sta facendo di tutto per costruire consenso intorno al trascinamento dell’Italia nella guerra in Ucraina di Usa e Nato contro la Russia.

Una operazione di consenso alla guerra però niente affatto riuscita – diversamente che nella guerra in Jugoslavia nel 1999 – e contro la quale mano a mano un “campo” si sta dando strumenti di espressione

pc 3 maggio - Oggi siamo tutte con le donne degli USA: Giù le mani dal diritto d'aborto!

La Corte suprema intende votare per annullare la legge del 1973 che garantisce il diritto all'aborto negli Stati Uniti.

Al voto una bozza scritta dal giudice Samuel Alito sul parere della maggioranza dei saggi.

Il documento è un ripudio "totale e fermo" della storica sentenza Roe vs Wade. "Riteniamo che 'Roe e Casey' debba essere annullata", si legge nella bozza intitolata 'Parere della Corte'. 

"È tempo di dare ascolto alla Costituzione e restituire la questione dell'aborto ai rappresentanti eletti del popolo", si legge ancora nel documento. 

I quattro giudici nominati dai repubblicani - Clarence Thomas, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett - hanno votato con Alito, anche lui nominato da un presidente del Gran Old Party, George W. Bush, nel 2005, per abolire il diritto all'aborto. I tre giudici democratici Stephen Breyer, Sonia Sotomayor e Elena Kagan stanno lavorando aduna contro-bozza.

Intanto sono in corso grandi manifestazioni a difesa del diritto d'aborto

   

lunedì 2 maggio 2022

pc 2 maggio - Italia portaerei USA/NATO nella guerra in Ucraina: da Aviano e Sigonella continuano a decollare gli aerei della morte

6 cacciabombardieri (a capacità nucleare) F-16 di US Air Force sono stati trasferiti dalla base aerea di Aviano (Pordenone) a Fetesti, Romania. "Opereranno a stretto contatto con i caccia italiani Typhoon presenti a Costanza dal dicembre 2021", spiega il Comando USA  in Europa.

Ennesima missione sul Mar Nero di un pattugliatore di US Navy P-8A "Poseidon" decollato nella mattinata del 1° maggio dalla base siciliana di Sigonella. Monitorata la fotta russa di fronte ad Odessa riguardo un suo possibile sbarco nella regione.