pc 22 maggio - Sulla reale dinamica degli scontri a Roma e sui veri motivi alla base della protesta dei lavoratori FedEx

Comunicato stampa

SULLA REALE DINAMICA DEGLI SCONTRI A ROMA

E SUI VERI MOTIVI ALLA BASE DELLA PROTESTA

La manifestazione indetta oggi (venerdì) a Roma dal SI Cobas presso Montecitorio è si è caratterizzata fin dal principio da un sentimento diffuso di rabbia nei confronti del governo Draghi, in particolare del ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.

Il motivo di questa rabbia è da ricercarsi nel silenzio omertoso del MISE sulla vertenza FedEx, sulla chiusura dell’hub di Piacenza, sulle centinaia di posti di lavoro messi a repentaglio dalla multinazionale americana con il suo progetto di internalizzazione-truffa, e sullo squallido gioco di sponda tra padroni e triplice confederale, che ha lo scopo di cancellare gli accordi di secondo livello strappati negli scorsi anni dal SI Cobas e di eliminare la presenza del sindacalismo combattivo in tutta la filiera.

DAL MISE 2 MESI DI SILENZI

Fin dal momento della chiusura unilaterale del sito di Piacenza a fine marzo, con 280 lavoratori e relative famiglie finite per strada, il SI Cobas ha accompagnato alle azioni di sciopero e di lotta sui

pc 22 maggio - TORNIAMO SULLA QUESTIONE DEI VACCINI - Dagli interventi del ricercatore del CNR Fabrizio Chiodo

Sui vaccini si è scatenata una vera e propria tempesta confusionale, soprattutto nel nostro paese, a causa della gestione pessima da parte dei governi, gestione che è stata accompagnata da un bombardamento quotidiano di notizie da parte dei mass media, talk show, con dati spesso contraddittori; tutto questo fa venire paure e dubbi che spingono a porsi le domande: è sicuro il vaccino? Lo si deve fare? Chi lo deve fare, e quale deve fare ecc. ecc.

Le lavoratrici e i lavoratori, le masse popolari più in generale, per poter mettere in atto un’azione generale più efficace nella soluzione del problema, hanno bisogno di una corretta informazione e comprensione sulla somministrazione dei vaccini per dare una risposta di classe anche a questo aspetto, importantissimo.

È per questo che lo Slai cobas per il sindacato di classe ha anche organizzato fino ad ora due riunioni con Fabrizio Chiodo, ora ricercatore del CNR in Italia (dopo 12 anni all’estero) che lavora anche in equipe alla produzione dei vaccini a Cuba, rientrato da poco: “penso - ha detto - che sia dovere morale per uno scienziato condividere con i lavoratori, con gli studenti tutto quello che conosciamo, che abbiamo imparato; i colleghi che vanno in televisione hanno un atteggiamento diverso, ‘massonico’, classista del tipo ‘so tutto io’”. 

Riportiamo stralci dai suoi interventi nell'ultima riunione.

"...ci sono le ingiustizie e le diseguaglianze che “sono figlie e frutto di questo modello economico”, come per esempio il fatto che “su scala mondiale … in questo momento l’86% dei vaccini sono stati distribuiti ai paesi ricchi, mentre lo 0,1 per cento ai paesi in via di sviluppo”, ma è chiaro che “se non

pc 22 maggio - VACCINAZIONE IN AZIENDA - QUAL'E' LA REALTA'? Un contributo da un operaio della Tenaris BG dello Slai cobas

Vediamo alcuni elementi contenuti nel protocollo vaccini in azienda:

Si possono fare convenzioni con i privati sia per i locali che per la somministrazione del vaccino. Ma guarda caso, in Lombardia il padrone di Tenaris si chiama Rocca ed è lo stesso del gruppo sanità privata Humanitas...; e come già successo qualche anno fa con il ritrovamento di amianto nei suoi reparti di Dalmine, gli operai inseriti nel registro ex esposti sono stai inviati dall'Ats a fare gli esami di controllo alla clinica del padrone - come dire: una mano lava l'altra...

Nel testo, poi, si dice che: "Il piano in azienda avverrà in coerenza con il piano nazionale"

Ma non c’è scritto niente che vincoli la partenza del piano vaccini in azienda alle priorità, ossia dopo aver vaccinato le categorie a rischio per età, fragilità… 

I costi del piano vaccini a cura del padrone non comprendono la fornitura di vaccini e siringhe che sono

pc 22 maggio - Solidarietà ai lavoratori colpiti dalla repressione a Roma

proletari comunisti si unisce alla solidarietà e rilancia la necessità di una assemblea nazionale specifica 

per affrontare in presenza la questione della repressione antiproletaria che tocca tutte le forze del sindacalismo classista e combattivo e tutte le lotte e i movimenti nella loro azione quotidiana in tutti i suoi aspetti

indica per il 19 giugno a Milano una possibile data

SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI SI COBAS AGGREDITI A ROMA

Solidarietà dalle compagne e dai compagni del Csa Vittoria ai lavoratori SiCobas della Fedex aggrediti da carabinieri e polizia a Roma.

Abbiamo visto le manganellate e i calci, abbiamo visto la rabbia delle squadracce in divisa impegnate nella difesa degli interessi dei padroni.

Abbiamo visto la determinazione dei nostri compagni nella lotta e la loro intelligenza nel non rispondere alle cariche per non consegnare altri lavoratori e compagni nelle mani della repressione e di chi è disposto a oltraggiare ogni diritto per  affermare la volontà del capitale, di imporre il proprio comando e le proprie esigenze di profitto con licenziamenti politici e ristrutturazioni aziendali sulle spalle di centinaia di lavoratori e lavoratrici, lasciate da un giorno all'altro in mezzo ad una strada.

Siamo al vostro fianco da sempre e ancora una volta di più vogliamo farvi sentire la nostra solidarietà, cementata da anni di lotte fianco a fianco, senza mai un passo indietro.

Non è il momento di valutazioni politiche complessive da un punto di vista di classe, per le quali avremo tempo da domani in poi, anche rilanciando l'assemblea dei lavoratori combattivi del 5 giugno. Ora è il momento della solidarietà piena e incondizionata a chi lotta contro  lo sfruttamento di classe, mettendoci la faccia giorno, per una società migliore  senza più classi ne padroni.

Questa lotta paga un isolamento mediatico anche perchè non ha ammiccamenti istituzionali e non cerca "coperture", ma ha bisogno di una solidarietà di classe che da oggi speriamo si faccia ancora più  sentire.

A fianco dei lavoratori della Fedex in lotta per il posto di lavoro.

A fianco del Sicobas oggetto continuo di un pesantissimo attacco repressivo come esempio chiaro di autorganizzazione, di dignità operaia e di lotta di classe.

I compagni e le compagne del Csa Vittoria

MIlano 21.05.2021

pc 22 maggio - EX ILVA - SLAI COBA SC: LOTTA CONTRO I LICENZIAMENTI E PIATTAFORMA OPERAIA - ACCIAIERIE D'ITALIA (PADRONI + STATO) VIETA LA PARTECIPAZIONE ALLO SCIOPERO! MA I DELEGATI IERI DOV'ERANO? Dal blog tarantocontro


 Ieri era stato indetto uno sciopero nei reparti CCO da Fim, Fiom, Uilm e per tutta la fabbrica da Usb, in particolare contro i licenziamenti, ma anche contro la situazione di stallo generale.

Ma Acciaierie d'Italia ha di fatto vietato lo sciopero! 

Proseguendo sulla linea Mittal, sul fronte della repressione dello sciopero, a dimostrazione che l'entrata dello Stato anche su questo aspetto non cambia la politica di attacco agli operai e sindacale seguita finora.

Le RSU Fiom, Fim, Uilm denunciano:“l’azienda unilateralmente ha predisposto le comandate allargate su 3 turni derogando all’accordo integrativo del 1989 sulle procedure di raffreddamento, non permettendo ai lavoratori di partecipare allo sciopero. Inoltre, tale situazione inevitabilmente potrà ripetersi in futuro in occasione di altre iniziative di mobilitazione da parte dei sindacati... “Non siamo più disposti ad accettare tale atteggiamento da parte di Arcelor Mittal, adesso Acciaierie d’Italia, in quanto crediamo che lo sciopero sia un diritto costituzionale che debba essere garantito ai lavoratori e che tale situazione sia determinata dall’assenza di investimenti della multinazionale in merito alla macchina di granulazione. Qualsiasi impianto siderurgico a ciclo integrale non può non avere una “valvola di sfogo”, in quanto ci sono eventi prevedibili che possono essere gestiti, come lo sciopero, ed altri imprevedibili che potrebbero compromettere seriamente la salvaguardia della sicurezza dei lavoratori, dell’ambiente e degli stessi impianti di produzione...".

Detto questo, che è molto grave ed è parte della linea generale di padroni, governo, Stato per impedire, attaccare le lotte degli operai, e soprattutto il diritto di sciopero, nella logistica come nelle fabbriche, dove si dividono i compiti: i padroni licenziano, il governo sta dalla parte dei padroni (all'ArcelorMItta di Taranto ora è esso stesso "padrone"), lo Stato manda la polizia, carica le lotte, arresta (vedi Fedex),

dobbiamo dire però in'altra cosa. Lo Slai cobas ieri mattina alle 6 è stato alle portinerie dell'ex Ilva e dell'appalto, anche per sostenere lo sciopero sui licenziamenti illegittimi, MA... non c'era niente e nessuno: nè un sindacalista, nè un delegato, nè un comunicato, nè un avviso, niente di niente, come se fosse una giornata normale; nei pressi della Direzione decine e decine di bandiere di Fim, Fiom, Uilm ma neanche mezzo delegato. Per non parlare della Usb che, avendo indetto lo sciopero per tutta la fabbrica e l'appalto, quantomeno la presenza al mattino doveva farla... Niente!

I padroni fanno sempre più il loro sporco mestiere, ma hanno campo libero! E chi ne paga le conseguente in termini di sfruttamento, rischi sul lavoro, cassintegrazione, licenziamenti sono gli operai.

venerdì 21 maggio 2021

pc 21 maggio - Palestina - l'ondata della protesta popolare domanda una nuova direzione e una nuova linea strategica - un intervento per il dibattito

Da un compagno marxista-leninista-maoista

La Palestina ed il suo popolo in oltre 70 anni di lotta di liberazione nazionale hanno conquistato la simpatia e la solidarietà nei cinque continenti.

Nelle ultime settimane migliaia di persone in molti paesi del mondo sono scese in piazza per esprimere ancora una volta il proprio sostegno al popolo palestinese, contro l'ennesima aggressione dello stato sionista che durante il mese sacro di Ramadhan per i musulmani ha attaccato ripetutamente i fedeli in preghiera sulla spianata delle moschee mentre bande di coloni sionisti hanno attaccato il quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme anticipando la probabile decisione di sfratto di queste famiglie dalle loro case in favore degli stessi coloni.

In tutti questi decenni di occupazione coloniale questi soprusi sono all'ordine del giorno ma queste aggressioni su più fronti e dispiegate, concentrate in pochi giorni hanno fatto montare lo sdegno e la rabbia dando vita ad un'eroica resistenza prima a Sheikh Jarraj e in tutta Gerusalemme e poi in tutto il Paese.

Anche le fazioni armate palestinesi nella Striscia di Gaza (Hamas, Jihad Islamica e Fronte Popolare di

pc 21 maggio - Dichiarazione congiunta internazionalista per l'anniversario della morte di Ibrahim Kaypakkaia - leader della rivoluzione in Turchia

(video)18 MAYIS | Komünist önder İbrahim Kaypakkaya için enternasyonal mesajlar

A 48 anni dal suo assassinio, il compagno İbrahim KAYPAKKAYA, fondatore e guida teorica del nostro Partito, dirigente del proletariato internazionale in Turchia, continua a guidarci. Il nostro compagno İbrahim KAYPAKKAYA vive nella nostra lotta per la Rivoluzione di Nuova Democrazia, il Socialismo, il Comunismo e nella Guerra Popolare.

Mentre il sistema capitalista-imperialista continua a sgretolarsi, con sangue, lacrime e pus che colano da tutti i pori, mantiene il suo colonialismo parassitario in tutto il mondo. La crisi economico-politica e le guerre su scala regionale accentuano i conflitti inter-imperialisti e acutizzano ulteriormente la lotta per la spartizione. Conseguenza diretta di questa situazione sono guerre ingiuste, aumento della povertà, milioni di cosiddetti rifugiati, crescita di organizzazioni reazionarie e fasciste e dilagare della violenza di Stato. Se da un lato nella situazione in cui ci troviamo di fronte c'è questo brutale ordine di sfruttamento e le sue conseguenze, dall'altro ci sono le masse popolari, i rivoluzionari e i comunisti, che combattono contro la reazione e la barbarie e resistono a ogni forma di violenza e aggressione.

Perciò l'ondata controrivoluzionaria che abbiamo di fronte non ci fa paura. Sappiamo che quando le masse raggiungono la coscienza politica rivoluzionaria e agiscono secondo questa coscienza, tutti vedranno che gli imperialisti e i loro lacchè non sono che "tigri di carta". Più volte la storia della lotta di classe ha dimostrato che quando le masse si sollevano con coscienza rivoluzionaria, non c'è nessuna

pc 21 maggio - Il boicottaggio dei portuali di armi e prodotti israeliani si estende nel mondo - da Livorno a Barcellona al Sud Africa!

O IDC, condenou tamén “firmemente o masacre que Israel leva a cabo contra o pobo palestino e chama á paz e o diálogo, respectando os acordos e as leis internacionais que rexen na zona ‘dunha vez por todas'”.

A organización apela a “todos os traballadores portuarios a faceren gala da súa solidariedade, tantas

pc 21 maggio - Nei porti italiani si estende il rifiuto dei lavoratori di caricare armi destinate ad Israele: anche a Ravenna ci sarà sciopero

Dopo i portuali di Genova, Livorno e Napoli, anche i portuali di Ravenna si rifiutano di caricare armi dirette ad Israele. I confederali hanno proclamato lo stato d'agitazione al Porto di Ravenna ed è una decisione che condividiamo. Ma è necessario fare chiarezza e non seminare confusione tra i lavoratori: le ragioni dei lavoratori non possono basarsi su una linea di equidistanza tra Israele e Palestina (tra l'occupante israeliano e la resistenza popolare e armata palestinese), su di un vuoto pacifismo, per una "pace" generica, ipocrita, parola abusata dai governi imperialisti e da quelli reazionari per coprire l'apartheid e l'occupazione delle terre palestinesi dello stato nazisionista d'Israele. Una linea che danneggia anche la solidarietà con il popolo palestinese e i movimenti che sono scesi in strada in solidarietà con i palestinesi lo hanno dimostrato chiaramente. 

Come Slai Cobas psc di Ravenna saremo domani in piazza per portare la nostra solidarietà alla resistenza popolare e armata delle masse palestinesi e denunciare il ruolo dell'Italia imperialista che esporta armi ad Israele e lo sostiene politicamente; così come il ruolo dei partiti in Parlamento, dal PD alla Lega e FdI, che si sono espressi per "il diritto all'autodifesa di Israele" che ha già ucciso 230 civili di cui 65 sono bambini; e per denunciare anche i media asserviti che portano avanti le menzogne sioniste a copertura dei crimini israeliani.

Slai Cobas per il sindacato di classe-Ravenna

Ravenna, i lavoratori del porto non caricheranno armi destinate al conflitto in Medio Oriente. Mai complici

«Basta con questo gioco alla guerra»

21/05/2021 

"I lavoratori del porto di Ravenna si rifiuteranno di caricare armi, esplosivi o altro materiale bellico che

pc 21 maggio - L'india del regime fascista indutva di Modi principale focolaio mondiale della nuova fase della pandemia

In India si è registrato il record mondiale di decessi giornalieri per Co-Sars-2. Nella giornata di mercoledì 19 maggio il Ministero della Salute indiano ha dichiarato che sono morte 4.529 persone nell’arco di 24 ore. Sale così a 283.248 il numero di vittime da Covid-19 nel paese indiano.

Le masse contadine in lotta tornano a Delhi il 26 maggio

appello del PCI (Maoista) allo sciopero generale

pc 21 maggio - Roma: violente cariche della polizia contro operai e disoccupati che chiedono lavoro... Basta con la repressione - il governo ne è responsabile!


(ansa)

Cariche della polizia all'altezza della Galleria Borghese quando gli operai della Fedex tentavano di forzare il blocco

21 MAGGIO 2021 1 MINUTI DI LETTURA 

Scontri nel cuore dell'ansa barocca. Due persone sono rimaste ferite: un carabiniere e un manifestante. Oltre 150 operatori della logistica Fedex intorno alle 12 sono sbucati dalla metro Barberini, hanno improvvisato un corteo lungo via del Tritone intenzionati a raggiungere piazza di Montecitorio: all'altezza di palazzo Chigi hanno voluto forzare il blocco delle forze dell'ordine e ne sono scaturiti dei violenti scontri con i carabinieri a presidio dell'area. Le cariche proprio di fronte alla Galleria Borghese. Un militare è rimasto ferito, mentre un manifestante è stato colpito alla testa da una manganellata. Ai lavoratori intorno  alle 13 é stato consentito raggiungere piazza di Montecitorio.

+++ URGENTE SCONTRI A ROMA +++
Scontri a Roma su via del Corso, cariche violente, 7 fermati tra disoccupati, solidali e lavoratori.
Il Governo e le istituzioni si assumono oggi la responsabilità anche di questo. Il corteo ha mantenuto la piazza ora vicino Montecitorio.
TAVOLO INTERISTITUZIONALE SUBITO!
PER DISOCCUPATI E LAVORATORI!

pc 21 maggio - Stellantis ex Fiat/Fca, disdetta a tutti i concessionari: in due anni via a una nuova rete di vendita

Un altro chiaro segnale della ristrutturazione generale in corso (all’interno della crisi mondiale) della ex Fiat ora Stellantis che le chiacchiere rassicuranti di Tavares (e dei sindacalisti Cgil Cisl Uil) non possono coprire: gli effetti reali di queste manovre di ristrutturazione vedrà altri licenziamenti tra gli operai dei vari stabilimenti (e anche tra quelli che lavorano nelle concessionarie) e peggioramento delle condizioni di lavoro.

Una prima risposta è la riunione di domani degli operai Stellantis, appunto, i cui “temi all’ordine del giorno saranno: rischi occupazionali, condizioni economiche e di lavoro nell’era Stellantis.”

Gli operai Fca degli stabilimenti italiani si ritrovano in videoconferenza: appuntamento il 22/5

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 (ansa)

La comunicazione inviata a tutti i rivenditori e alle associazioni di categoria in Europa: nascerà un nuovo sistema multimarche in linea con le direttive europee. Il gruppo: "Con il nuovo modello benefici per clienti, distribuzione e società"

TORINO - Addio vecchi concessionari, Stellantis punta a creare una nuova rete vendita nel giro di due anni. La disdetta è stata annunciata a tutti i dealer e alle associazioni di categoria dei vari Paesi da parte di Stellantis che punta a creare un nuovo sistema di vendita multimarche, in linea con le direttive europee, a giugno 2023. I titolari dei concessionari di Vauxhall, Peugeot, Citroen, Ds Automobiles, Alfa Romeo, Fiat e Jeep sono stati avvisati dei cambiamenti in singole teleconferenze virtuali per ogni Paese europeo e la Casa nata a gennaio dalle nozze tra Fca e Psa prevede di costruire un modello di distribuzione multimarca.

Auto, il mercato europeo rimbalza ma resta a -22% sui livelli pre-Covid. L'Italia meno peggio degli altri Paesi

pc 21 maggio - Tassare i ricchi? Il forte NO di Draghi tra le proposte in campo per necessità del capitale e campagna elettorale permanente

La proposta di Enrico Letta, attuale segretario del Pd, incoraggiato da proposte simili fatte già a livello internazionale, anche da Biden, ha gettato nel panico i ricchi e ricchissimi di questo Paese, i padroni delle grandi aziende e di grandi patrimoni finanziari, insomma quelli che si arricchiscono succhiando il sangue alle operaie e agli operai direttamente o indirettamente, vivendo di rendita che poi passano ai figli, di fatto altri puri parassiti, senza nemmeno voler pagare la tassa di successione.

La “proposta di una dote da 10mila euro per tutti i 18enni, da finanziare tassando le successioni sopra i 5 milioni di euro. Una proposta che mira a togliere qualcosa alla rendita, all’1% dei più ricchi, per raggiungere circa 280mila ragazzi di ceto medio basso, la metà del totale. E aiutarli a pagare gli studi, l’affitto di casa, o l’avvio di una attività in proprio.” (v. il Manifesto di oggi)

E “Al Nazareno ricordano [se lo ricordano solo adesso! ndr]che l’aliquota sulle successioni sopra i 5 milioni in Italia è al 4%, mentre in Francia arriva al 45% e in Germania al 30%.”

pc 21 maggio - OGGI Manifestazione nazionale a Roma contro il G20 e il “Global Health Summit” - Patto d'azione anticapitalista

Contrapponiamo al fronte unico dei capitalisti e dei loro stati, il fronte unico dei lavoratori e delle lavoratrici

Lo scorso 7 aprile, in occasione della Giornata mondiale della Salute, il governo italiano e la Commissione europea hanno rilanciato l’appuntamento a Roma il 21 maggio per il “Global Health Summit”, un evento inserito nell’agenda del G20 a presidenza italiana. Roma era stata individuata come luogo simbolico di raduno dei capi di stato e di governo delle 20 più grandi economie capitalistiche del mondo dall’ex-premier Conte e dalla presidente dell’UE von der Leyen per l’intensità della crisi sanitaria vissuta in Italia.

Il summit dovrebbe discutere e concordare a livello globale come adeguare i rispettivi sistemi medico-sanitari al crescente rischio di altre pandemie - un’ipotesi, dunque, che gli

giovedì 20 maggio 2021

pc 20 maggio - Colombia - La repressione non ferma la grande ribellione proletaria e popolare - Reportage dalla stampa maoista colombiana

 in via  di traduzione

Colombia - Yumbo se Mantiene en Pie: ¡La Rebelión se Justifica!

Cronica de la rebelion popular en Colombia

 

Represión y resistencia

El gobierno ha establecido un ejercicio retórico de “dialogo nacional” donde convoca a varios sectores sociales por medio de “representantes”, y también sectores del mismo Estado, como partidos y líderes politiqueros, expresidentes, las cortes, etc., para supuestamente llegar a acuerdos. Pero, los hechos demuestran que el Estado colombiano aborda esta gran mareada de lucha social de las masas fundamentalmente desde el punto de vista militar.

A finales de la semana pasada, desde el partido de gobierno se impulsó al presidente a decretar conmoción interior, o sea, un estado de sitio, por el cual se faculta al ejecutivo para restringir la circulación de personas, prohibir manifestaciones o reuniones, controlar la información en medios de comunicación, entre otras medidas. Esto no haría más que formalizar la dictadura que ya se ejerce sobre el pueblo y darle un respaldo de legalidad.

Por ahora, Duque afirmó al respecto de esto que la ley tiene varias herramientas siendo una de ellas la conmoción interior, pero que por el momento otras están siendo usadas, sugiriendo también que la represión llevada a cabo hasta ahora se ha operado con las “herramientas ordinarias que da la ley”.

A su vez, las cortes rechazaron la medida por razones de legitimidad y pragmatismo: plantearon que la conmoción interior “podría ser vista como autoritaria” y “exacerbar las marchas”[8]. Y, similarmente, Uribe observó que semejante declaración “daría argumentos en contra del talante del gobierno de nuestro partido” y, al tiempo, reafirmó la necesidad de fortalecer el pie de fuerza militar contra las protestas: “lo que sí estoy de acuerdo es fortalecer las Fuerzas Armadas, en defender a nuestra Policía. A ellos los asesinan, los queman con ácido, los humillan y enseguida los presentan ante la comunidad internacional como violadores de derechos humanos. Eso no se puede permitir”[9].

Con o sin conmoción interior, para todo el pueblo está claro que el Estado ha enfrentado el paro desde el punto de vista belicista, y no solo porque la policía usa armas de fuego para reprimir y asesinar a los jóvenes, sino que también ha llamado a militarizar las ciudades, y además ha instigado a los civiles más reaccionarios a hacerlo por su propia cuenta[10].

Además, esto se puede confirmar desde el punto de vista ideológico. En un trino del 3 de mayo, Uribe mostró cómo la reacción está usando esquemas ideológicos para hacerse un cuadro de la situación, postulando que las protestas actuales hacen parte de una “revolución molecular disipada”.

Este concepto fue introducido a los militares colombianos a través de Alex López, un “intelectual” pinochetista y neonazi que dio unas conferencias en la universidad militar de nueva granada.  Según el señor, esta revolución molecular consistiría en una estrategia posmoderna de la izquierda para tomarse el poder, y que tendría varias fases: una de suspensión de la normalidad en la vida cotidiana de las ciudades; otra de escalamiento del inconformismo social y las acciones combativas de las masas; un tercer momento de copamiento, donde el sistema estatal de reacción llegando a su límite, no puede responder a la revolución, y su reclamo de autoridad por medio de la violencia es desacatado; y una última fase de saturación, donde ya el sistema deja de funcionar[11].

Esta forma paranoide de enfocar las grandes jornadas de protesta social y popular que están teniendo lugar en Colombia, refleja la conciencia de los reaccionarios de que el sistema de explotación y opresión se les sale de las manos y se resquebraja cada vez más. Por esta conciencia, emerge esta actitud defensiva que también fue notoria en las palabras de Piñera al respecto de la rebelión de los chilenos, al afirmar, “estamos en guerra contra un enemigo poderoso, implacable”.

Por lo demás, antes de que comenzara la rebelión ya había una prevención frente a lo que se venía. Por eso, mientras escribían la reforma tributaria y decían que el país se estaba quedando sin caja, el gobierno también financió y fortaleció más su pie de fuerza: 14.100 millones de pesos fueron invertidos en la compra de más municiones para el ESMAD entre marzo y abril. Además, otros 14 billones iban a ser gastados en aviones de guerra.

En la práctica, esta perspectiva militar se ha traducido en un doloroso y brutal baño de sangre en el que han caído principalmente jóvenes populares. Desde el 28 de abril al 12 de mayo, según INDEPAZ, el reporte es de al menos 42 víctimas de asesinato por parte de las fuerzas de la reacción, la mayoría de los victimarios han sido policías y otros han sido actores civiles que atacan con arma de fuego a los manifestantes. Además, según la ONG Temblores[12], se han presentado 1055 detenciones y 30 víctimas de agresiones oculares. A continuación, el reporte con la información disponible de los asesinados, referido por INDEPAZ[13]:

NombreEdadFecha fallecimientoCiudad fallecimiento
1Marcelo Agredo Inchima17 años28/04/2021Cali
2Michel David Reyes Pérez28/04/2021Bogotá
3Cristian Alexis Moncayo Machado28/04/2021Cali
4Yarli Parra Banguera28/04/2021Cali
5Pol Stiven Sevillano Perea19 años28/04/2021Cali
6Jeisson García13 años28/04/2021 
7Miguel Angel Pinto Mona28 años29/04/2021Cali
8Dadimir Daza Correa29/04/2021Yumbo
9Daniel Felipe Azcarate Falla29/04/2021Cali
10Edwin Villa Escobar39 años30/04/2021Cali
11Heinar Alexander Lasso Chará30/04/2021Cali
12Kevin Yair González Ramos30/04/2021Cali
13Evelio de Jesús Florez86 años30/04/2021Pereira
14Jovita Osorio 73 años30/04/2021Cali
15Brayan Fernando Niño Araque 24 años01/05/2021Madrid
16Jeferson Alexis Marín Morales33 años01/05/2021Medellín
17Yinson Andrés Angulo Rodríguez24 años01/05/2021Cali
18Yofri Esteban Cardona Popayán20 años02/05/2021Cali
19Santiago Andrés Murillo Meneses19 años02/05/2021Ibagué
20Joan Nicolás García Guerrero27 años02/05/2021Cali
21Harold Antonio Rodríguez Mellizo03/05/2021Cali
22Cristian Arturo Hinojosa Murillo26 años03/05/2021Cali
23José EmilsonAmbuila03/05/2021Cali
24Wenceslao Solis Sánchez04/05/2021Yumbo
25Kevyn Anthony Agudelo Jiménez22 años04/05/2021Cali
26José Yesit Acevedo Santamaría59 años04/05/2021Cali
27Brahian Gabriel Rojas Lopez26 años04/05/2021La Virginia
28Pedro Benito Suarez Ariza62 años05/05/2021Caicedonia
29Jairo Alberto Cuartas Herran41 años05/05/2021Caicedonia
30Javier Humberto Ordóñez Bermúdez43 años9/9/2020Bogotá
31Cristian Camilo Hernández Yara26 años9/9/2020Bogotá
32Jaider Alexander Fonseca Castillo17 años9/9/2020Bogotá
33Germán Smyth Puentes Valero25 años9/9/2020Bogotá
34Angie Paola Baquero Roja29 años9/9/2020Bogotá
35Julieth Ramírez Meza18 años9/9/2020Bogotá
36Anthony Gabriel Estrada Espinoza28 años9/9/2020Soacha
37Fredy Alexander Mahecha Vásquez20 años9/9/2020Bogotá
38Christian Andrés Hurtado Menecés27 años9/9/2020Soacha
39Andrés Felipe Rodríguez Ávila23 años10/9/2020Bogotá
40LorwanStiwen Mendoza Aya30 años10/9/2020Bogotá
41Marcela Zúñiga36 años9/9/2020Bogotá
42Julián Mauricio González Fory27 años9/9/2020Bogotá

Además de atentar directa y cobardemente contra la vida de las personas, los criminales de la reacción han usado como arma la violación a las jóvenes mujeres del pueblo. Según la ONG Temblores, en 15 días de paro nacional ha habido 16 víctimas de violencia sexual[14]. Uno de los casos recientes es el de la joven de 17 años Alison Meléndez, hija de un policía retirado. Alison fue detenida el 12 de mayo por la policía en Popayán y llevada a una URI (Unidad de Reacción Inmediata de la Fiscalia), donde fue violada y agredida físicamente por policías, luego de lo cual se suicidó.

Al día siguiente de publicarse esta información a través de redes sociales, las movilizaciones en todo el país rechazaron este cobarde crimen contra una joven del pueblo. En Popayán los jóvenes llegaron hasta la URI donde ocurrieron los hechos y lo quemaron. Estas imágenes, celebradas por el pueblo, condenadas por la reacción le dieron la vuelta al país.  

Hechos similares de combatividad se han replicado en muchas partes del país, donde se han tumbado estatuas reaccionarias, se ha destruido infraestructura bancaria, oficinas estatales, entre otros símbolos físicos de poder de clase. El balance del ministerio de defensa es ilustrativo en este sentido: para el 11 de mayo se contabilizaban “1.052 vehículos de transporte público vandalizados, 156 estaciones de transporte vandalizadas…,29 peajes afectados…, 421 oficinas bancarias vandalizadas, 407 cajeros automáticos afectados, 305 acciones de vandalismo y saqueo a establecimientos comerciales, 2 entidades religiosas vandalizadas, 1 hotel incinerado[15] (sic)”[16].

En una de las jornadas más masivas y combativas, el 5 de mayo, las masas estuvieron a punto de invadir el capitolio nacional en Bogotá, como se ve en este video en el cual el congreso desarrollaba una plenaria. Las instalaciones del recinto fueron evacuadas preventivamente y los congresistas buscaron un lugar donde esconderse[17]

Fotos tomadas de Vanguardia, diario liberal bumangués

En otras zonas de esta gran ciudad, como la estación de Transmilenio llamada Portal de las Américas, los jóvenes de la Primera Línea mostraron su disposición a resistir al embate del ESMAD, enviado por la alcaldesa para proteger el “orden”. Este punto se ha convertido en uno de los centros de la resistencia popular en la ciudad.

Foto tomada del perfil de twitter @fisicoimpuro

En Medellín, en medio de las marchas se hicieron pintas en apoyo a la lucha de la Liga de Campesinos Pobres en Brasil, que como informó la prensa popular brasilera, recientemente ha sufrido intentos de desalojo por parte del Estado y que han sido exitosamente repelidos por las masas.


En la marcha convocada a nivel nacional el 12 de mayo, uno de los hechos que más llamó la atención en el país fue la represión a la protesta en la ciudad de Barranquilla. Las masas (incluyendo los barristas) se dirigieron hasta el estadio Romelio Martínez para exigir que se cancelara el partido entre el Junior y el RiverPlate.

Sin embargo, la CONMEBOL y Jaime Pumarejo, el alcalde de la ciudad, decidieron continuar con el juego, y enviaron un mensaje en el que reafirmaban que el partido no se cancelaría y que “la vida no depende de la voluntad de los manifestantes” y para ello buscaron contener y reprimir el rechazo de toda la gente que se manifestaba a las afueras del estadio. “El partido se va a jugar según la administración de Pumarejo…escuchen esto”, “¡ey, no le interesamos al gobierno!”, “¡no, no se va a jugar el partido!”, gritaban diferentes voces cuando se dieron cuenta de esto gesto de desprecio de parte del gobierno local.

Mientras gritaban “resistencia, resistencia”, las masas rompieron el cerco policial que protegía al estadio y luego se desató un combate entre las fuerzas de la reacción y los jóvenes. El sonido de las bombas aturdidoras que usa el ESMAD se escuchaba adentro del estadio mientras los jugadores se alistaban para el partido. Para tapar esto el alcalde pidió que se pusiera reggaetón a todo volumen dentro del estadio, pero esta absurda “táctica” no dio resultado, no solo porque las detonaciones seguían escuchándose, sino porque los mismos jugadores y equipos técnicos comenzaron a verse afectados por los gases lacrimógenos. El fracaso total de la Conmebol y del Estado colombiano fueron dobles: porque los intentos, llevados hasta el absurdo, de tapar la realidad fracasaron; y porque el partido, finalmente, sí se suspendió. Además, este acontecimiento generó repudio popular a nivel nacional e internacional, etiquetándolo como una vergüenza. 

Jugadores y técnicos afectados por gas lacrimógeno Foto tomada del perfil de twitter @fisicoimpuro

Al siguiente día los jóvenes emprendieron de nuevo movilizaciones alrededor del estadio, con represión de parte de las fuerzas policiales y respuesta a esto por las masas.

Además, un aspecto importante de la lucha, especialmente de los jóvenes, ha sido la apropiación de espacios de las ciudades. Esto no solo se ha demostrado con las tumbadas de estatuas lideradas por indígenas, sino también en la intervención de zonas importantes con murales políticos y en el renombramiento de espacios. En el caso de Medellín, el Parque de los Deseos, lugar tradicional de convocatoria para concentraciones de movilizaciones, fue transformado en Parque de la Resistencia.

Parque de la Resistencia. Foto tomada de @LeCuento_
Mural en el Parque de la Resistencia

En Bogotá, la avenida Jimenez (nombrada en honor al conquistador Gonzalo Jimenez de Quesada, a quien las élites criollas consideran fundador de la ciudad) fue rebautizada por los indígenas como Avenida Misak. Además, en Cali, el Parque Loma de La Cruz, fue transformado en Loma de la Dignidad o de la Resistencia, y el Puente de los Mil Días, pasó a llamarse el Puente de las Mil Luchas.

[8]https://caracol.com.co/programa/2021/05/06/6am_hoy_por_hoy/1620302855_517529.html

[9]https://www.kienyke.com/politica/uribe-no-apoya-declaracion-de-estado-de-conmocion-interior

[10]https://www.kienyke.com/regiones/llamado-alcalde-de-pereira-previo-atentado-lucas-villa

[11]https://ifmnoticias.com/especial-que-es-la-revolucion-molecular-disipada-y-como-se-refleja-en-colombia/

[12]https://twitter.com/TembloresOng/status/1392955959178375179/photo/2

[13]http://www.indepaz.org.co/victimas-de-violencia-homicida-en-el-marco-del-paro-nacional/

[14]https://twitter.com/TembloresOng/status/1392955959178375179/photo/2

[15] Este hotel era el hotel donde se quedaban miembros del ESMAD enviados desde Bogotá hacia Cali.

[16] Información publicada en la cuenta de twitter del ministro de defensa @Diego_Molano

[17]https://www.rcnradio.com/politica/video-vandalos-intentan-ingresar-al-congreso-plenaria-fue-suspendida

   El Paro no para. Tercera semana de rebelión popular en las calles. Parte III

Cali, concentración de contradicciones

La ciudad donde más violencia estatal y asesinatos a jóvenes ha habido es Cali, que fue militarizada por órdenes del presidente y bajo el comando del general del ejército Eduardo Zapateiro, un genocida con un largo prontuario criminal, que participó incluso en un comando de guerra en Israel en 1982. Hasta el momento, en esta ciudad, al menos 15 personas caídas por las balas del Estado y otras tantas producto de ataques cometidos por civiles armados provenientes de las clases altas de la ciudad.

Cali es una de las principales ciudades de Colombia. La ciudad está poblada por muchas familias de campesinos que fueron desarraigados y expulsados de forma violenta, mestizos, negros e indígenas, principalmente de otras zonas de la región del suroccidente colombiano, región que es un espacio estratégico económicamente tanto por la gran producción de coca y como porque allí las mercancías entran desde y salen hacia el océano pacífico. En esta gran parte del país, el territorio de las zonas planas está apropiado por, y al servicio de, la agroindustria de la caña, donde los trabajadores negros de los ingenios azucareros son sobreexplotados y en las zonas de ladera, por una economía cafetera y cocalera en la que priman unas relaciones sociales semifeudales, donde los campesinos viven en condición de siervos subyugados por mafiosos y terratenientes[18].

La mayoría del espacio urbano propiamente caleño está poblado por una gran masa popular en condiciones precarias de vida material: según el DANE, del millón y medio de personas que habitan la ciudad, 934.000 personas (o sea, casi la mitad de la ciudad) viven con menos de COP $360.000 al mes.

Las cifras de Cali al respecto de los estragos de la crisis económica, puestas de relieve frente a las cifras nacionales, dan cuenta del mayor peso que tuvo en esta ciudad la agudización de la miseria. Durante el 2020, la pobreza del país aumentó un 20% durante el 2020, 3,5 millones de personas empobrecieron (cuentan con menos de COP $ 331.688 al mes) haciendo que el total de la población extremamente pobre del país sea del 42,5%. Entre tanto, en Cali, 221.522 personas cayeron en estas condiciones de absoluta precariedad, o sea que la pobreza en la ciudad aumentó en un 67%, triplicando a la media nacional[19]. Una joven caleña lo sintetiza claramente al decir que básicamente “de cada 10 nuevos pobres en el país, 1 es caleño”[20].

Claramente la agudización de la violencia en Cali no tiene que ver solo con razones económicas, porque hay otras zonas del país aún más pobres, como el Chocó, que no están atravesando en este momento una situación particularmente crítica ligada al Paro Nacional. Pero estos indicadores económicos son dicientes respecto a las condiciones sociales sobre las que se está desarrollando los actuales acontecimientos en la ciudad, que han desnudado una latente lucha de clases.

Los lugares que concentran a la masa popular caleña están en barrios y sectores como Siloé, El Comercio, La Portada, Terrón, La Luna, El Lido, Puerto Resistencia y lugares como el parque artesanal Loma de la Cruz, recientemente bautizado por los manifestantes como Loma de la Resistencia. Es justamente en estos espacios donde han ocurrido varios de los acontecimientos más violentos de este estallido social y donde también -y esto no es menor- se han constituido como puntos de resistencia, donde las barriadas hacen ollas comunitarias y asambleas populares.

En Siloé, una comuna al oriente de la ciudad con población fundamentalmente obrera, el pasado 3 de mayo tuvo lugar una masacre perpetrada por la policía y el ESMAD, en la que murieron 7 jóvenes. El hecho se presentó mientras la comunidad realizaba una velatón en memoria de Nicolás Guerrero, de 21 años, que había sido asesinado la noche anterior por el ESMAD, con un disparo en la cabeza, como se ve en este video. Durante la velatón, ya en las horas de la noche, la comunidad hizo un plantón pacífico, el cual fue reprimido con balas y gases lacrimógenos, los jóvenes opusieron resistencia al embate policial, pero 3 de ellos cayeron en medio de esta desproporcional (y valiente, por parte de los jóvenes) batalla.

“Acá hay pandillas, Bacrim (bandas y grupos emergentes), gente en reinserción y ellos llegan disparando. ¿Cómo cree que se va a sentir la gente de la montaña? Están indignados. De por si este Gobierno lleva años oprimiéndolos y aquí lo que hubo fue una masacre sistemática por parte del Estado. La comunidad tiene miedo y está encerrada en sus casas” asegura uno de los testigos del hecho, el abogado y líder social Harby Mina.

La gobernadora del Valle, Clara Luz Roldán, justificó la masacre afirmando que “cuando se nos infiltran vándalos en esas protestas pacíficas y cuando hay momentos como los que vivimos ayer en el hotel donde estaba hospedada la Policía, pues la Policía tiene que actuar. Tiene que entrar a defender no solo los bienes públicos, sino los privados, porque ha habido vandalismo en almacenes, joyerías, sitios en los que la gente víctima de estos vandalismos llaman a su fuerza pública para que los defienda”.

Por su parte, organizaciones de DDHH sostuvieron que “estamos responsabilizando al alcalde, a la señora gobernadora, al presidente Iván Duque de todo lo que está sucediendo en la ciudad de Cali y en el país, el tratamiento de guerra frente a unas ciudadanías que han expresado su inconformismo frente a las políticas de Estado, a la miseria, al abandono estatal”[21].

No solo la policía, sino que civiles armados reaccionarios también se han encargado de ejecutar la represión. El origen social e institucional de estos civiles se ha ido esclareciendo a través de estas denuncias hechas en las páginas oficiales de varias organizaciones sociales y populares.

El 4 de mayo, en una marcha contra el paro protagonizada de los ricos de la ciudad en el barrio Ciudad Jardín, un señor iracundo amenazó a un joven que le había increpado con que en ese sector de la ciudad tenían 25.000 armas para defenderse. Este hecho quedó registrado en video y fue colgado a las redes sociales. Rápidamente, se supo la identidad del señor: era Carlos Andrés Betancourt, miembro del partido de gobierno Centro Democrático y empresario[22]. Su actitud es representativa de la forma en la que las clases dominantes de la ciudad, articuladas al poder político, han enfrentado la movilización popular, atizando conscientemente la confrontación entre clases. 

Desde el primero de mayo, la minga indígena se dirigió hacia Cali a solidarizarse con la lucha popular de esta ciudad y a fortalecer la organización de la gente en términos de resistencia contra la violencia estatal. La minga se convirtió desde su llegada en uno de los blancos de la represión policial y de los ataques de las iracundas élites criollas y racistas de la ciudad. Al saber de la brutal represión que vivía el pueblo caleño desde el 28 de abril, un joven indígena declaró, mientras iba hacia la ciudad, “venimos al paro porque las fuerzas armadas están matando a los manifestantes, pero tendrán que matarnos a todos”[23]

Indígenas llegando a Cali. Foto tomada de La Silla Vacía

Las acciones de la minga han sido efectivas en la neutralización de los elementos que cobardemente atacan a las manifestaciones. El 7 de mayo desde una camioneta Toyota color blanco se disparó una ráfaga sobre un grupo de protestantes que hacía un plantón en el sector La Luna. Este ataque dejó a tres manifestantes heridos. Los indígenas persiguieron a los criminales y lograron retener a uno de ellos, a quien llevaron hasta la Universidad del Valle para analizarlo[24].

El 9 de mayo hubo grupos de civiles armados atacaron a los miembros de la minga indígena. Estos grupos operaron rodeando desde camionetas blindadas las zonas de resistencia o lugares que las comunidades han bloqueado y que afectan a los sectores ricos de la ciudad. Dispararon en varias ocasiones a manifestantes y llegaron incluso a herir a miembros de la misión médica. Los indígenas denuncian que estos hombres actúan coordinadamente con la policía, y han aprehendido a varias personas a las que acusan de infiltrados y que han confesado ante ellos que son miembros de la policía[25]

La organización popular caleña ha ido fortaleciéndose por medio de las reuniones, y la solidaridad que ha construido el pueblo en medio de la resistencia a la represión estatal. Las jornadas de lucha social de noviembre del 2019 sirvieron a gestar e impulsar algunos espacios políticos, que se han desarrollado aún más en medio de la actual coyuntura.

Los jóvenes conformaron la Unión de Resistencias Cali, que articula los 8 puntos de resistencia permanentes, y los 18 intermitentes, ubicados en la ciudad, y donde están representados fundamentalmente estudiantes y jóvenes de la Primera Línea que ha estado oponiéndose a la opresión policial. Desde esta plataforma, los manifestantes han establecido su pliego de peticiones, que exigen en primera instancia unas garantías para la no-judicialización de los luchadores que han estado activos en esta gran movilización social y reparación a los caídos por la represión[26].

[18]https://rebelion.org/cali-capital-de-la-resistencia-y-la-sucursal-del-infierno-del-general-zapateiro/

[19]https://www.portafolio.co/opinion/mauricio-cabrera-galvis/que-pasa-en-cali-2-paro-nacional-2021-551776

[20]https://www.youtube.com/watch?v=jFjv3K4TyLY

[21]https://www.elespectador.com/judicial/lo-que-paso-anoche-en-siloe-cali-fue-una-matanza-lider-social-article/

[22]https://www.infobae.com/america/colombia/2021/05/05/hombre-que-amenazo-con-25-mil-armas-en-ciudad-jardin-es-edil-del-centro-democratico-y-presidente-de-una-jal-en-cali/

[23]https://www.cric-colombia.org/portal/cronica-del-paro-nacional-hasta-que-se-apague-el-sol/

[24]https://caracol.com.co/emisora/2021/05/08/cali/1620506851_736647.html

[25]https://www.youtube.com/watch?v=wtjXvxcRmj0

[26]https://www.youtube.com/watch?v=HK_k5fdMy0g