pc 17 febbraio - Nelle fabbriche segnali di lotta - Electrolux di Forlì - sono le delegate operaie che proclamano lo sciopero e solidarizzano con l'operaio licenziato dell'ArcelorMittal di Taranto

Allo stabilimento di Forli della Electrolux (1100 dipendenti) le delegate operaie della Fiom hanno proclamato nei giorni scorsi uno sciopero di due ore per tutti i turni di lavoro per venerdì 16 aprile.

Ieri anche i delegati operai della UILM hanno aderito allo sciopero. Che succede?
Con il rinnovo del contratto integrativo l’azienda, con la complicità dei burocrati sindacali, vuole introdurre i sabati lavorativi obbligatori e aumentare ulteriormente gli insostenibili ritmi e i carichi di lavoro. Gli operai della produzione non ci stanno e rispondono con un primo sciopero di avvertimento!
I padroni di Electrolux hanno appena elargito alla gerarchia di fabbrica un sostanzioso bonus (7.000€ ai dirigenti). Per gli operai solo una miseria, 600 euro lorde e legate alla produttività!

Sono gli operai a produrre i profitti della Electrolux, ma la richiesta dei delegati Fiom di introdurre un bonus fisso per tutti gli operai, quindi slegato dalla produttività e dalla mansione, non è stato ritenuto opportuno dal referente nazionale che si è schierato con il padrone. Gli operai della Electrolux di Forlì esprimono nel loro comunicato solidarietà all’operaio licenziato dall’ArcelorMittal.

Aggiornamento di sabato 17 Aprile, dal post di una delegata sindacale: “Buonissima adesione allo sciopero di oggi. Ringraziamo tutti i colleghi che hanno capito l’importanza e i contenuti”.

da operaicontro

pc 17 aprile - Il governo Draghi apre il massimo al servizio di padroni e piccola e media borghesia commerciale - ma così la pandemia e la crisi continuano ad essere scaricate principalmente sui lavoratori e masse proletarie - il manifesto nazionale di proletari comunisti indica con esattezza la situazione, la lega all'azione dei padroni nelle fabbriche e nei posti di lavoro - non c'è altra strada che la ribellione organizzata

così  la pandemia e la crisi continuano ad essere scaricate principalmente sui lavoratori e masse proletarie - Il manifesto nazionale di proletari comunisti indica con esattezza la situazione, la lega all'azione dei padroni nelle fabbriche e nei posti di lavoro - non c'è altra strada che la ribellione organizzata
Far circolare ovunque questo manifesto anche in forma di volantino - è fondamentale l'affissione interna ed esterna nelle fabbriche, luoghi di lavoro, quartieri proletari come tappa dell'organizzazione necessaria a tradurre in fatti e lotta di classe la denuncia politico/sociale contenuta nel manifesto
Là dove c'è lotta vera c'è proletari comunisti 
pcro.red@gmail.com

pc 17 aprile - Mediterraneo - ancora morti in mare per mano dell'imperialismo e i regimi reazionari - naufragio al largo della Tunisia: recuperati 41 cadaveri


Un naufragio è avvenuto al largo delle coste della Tunisia causando la morte di decine di migranti. Lo riferisce oggi l'emittente radiofonica tunisina "Mosaique Fm", spiegando che le unità della Guardia costiera, aiutate dai pescherecci, sono riuscite a salvare tre persone: un uomo e due donne della Costa d'Avorio e della Guinea.

La barca si è capovolta al largo di Sidi Mansour durante un tentativo di migrazione illegale verso le coste dell'Italia. Finora sono stati recuperati 41 corpi trasferiti all'obitorio dell'ospedale Habib Bourguiba a Sfax. Le ricerche in mare proseguono mentre è stata avviata un'indagine per ordine del pubblico ministero.

Secondo i dati del Viminale, i flussi migratori illegali via in mare lungo la rotta del Mediterraneo centrale sono aumentati del 164,08 per cento nel 2021: da 3.227 a 8.522 ingressi via mare alla mattina del 16 aprile. La rotta non riguarda solo la Tunisia, ma anche la Libia e l'Algeria. I tunisini guidano la classifica delle nazionalità dichiarate allo sbarco con 1.250 arrivi, davanti a 1.192 ivoriani, 931 bengalesi, 612 guineani, 559sudanesi, 452 egiziani, 447 miliani, 436 eritrei, 336 marocchini e 320 algerini (per altre 1.797 persone circa sono ancora in corso le attività di identificazione).

pc 17 aprile - Operai in lotta sotto il Ministero del lavoro a Roma - info


LA MOBILITAZIONE ARRIVA SOTTO AI PALAZZI DEL POTERE: 
I MINISTERI DEVONO RICEVERCI!

Stamattina in centinaia siamo scesi in piazza a Roma per dar voce alla rabbia dei lavoratori di Piacenza e di tutta la filiera Fedex nazionale con un presidio all'esterno del ministero dello sviluppo economico.
La manifestazione ha ricevuto il sostegno del movimento dei disoccupati 7 novembre di Napoli, anch'essi impegnati in una lunga vertenza che vede coinvolti il MISE e il ministero del lavoro, e dei lavoratori della Texprint di Prato protagonisti in questi mesi di una durissima battaglia per il rispetto della giornata lavorativa di 8 ore. In piazza anche numerosi solidali, principalmente studenti delle realtà aderenti al Patto d'azione.

All'annuncio che non ci sarebbe stato nessun incontro per le nostre vertenze sono scaturiti momenti di tensione all'ingresso del MISE.
Dopo una lunga trattativa si è aperta un interlocuzione per gli operai che una volta saliti in delegazione

pc 17 aprile - Dai compagni del Messico - Oaxaca: Informe de la Jornada Unitaria del Campo y la Ciudad

In spagnolo facilmente leggibile - Come sempre abbiamo bisogno di traduttori - info pcro.red@gmail.com

¡El día 12 de abril de 2021 ha sido un gran día para la lucha de clases!

Desde temprana hora en las diversas regiones de la entidad los contingentes populares, de campesinos pobres y de trabajadores sindicalistas comenzaron las concentraciones acordadas a partir de las 8:00am en el horario de la resistencia.

Las movilizaciones se han desarrollado en el marco del 102 aniversario del asesinato del General Emiliano Zapata y del 2° aniversario del asesinato del camarada Luis Armando Fuentes Aquino.

La Jornada Unitaria del Campo y la Ciudad se da en un contexto donde el viejo estado alista el circo

venerdì 16 aprile 2021

pc 16 aprile - Brasile - i contadini della Lega dei contadini poveri occupano la terra Accampamento Manoel Ribeiro - lo stato borghese e latifondista li vuole cacciare - forte resistenza e solidarietà - prima info

Grande resistência de famílias do Acampamento Manoel Ribeiro acaba com blitz arbitrária e repele tropas da polícia (Vídeos)

Camponeses do Acampamento Manoel Ribeiro expulsam tropas policiais e liberam estrada de acesso à ocupação

As famílias do Acampamento Manoel Ribeiro, que ocupam hoje as últimas terras não cortadas do latifúndio onde em 1995 ocorreu a Heróica Resitência dos Camponeses de Corumbiara, têm

pc 16 aprile - NOTIZIE DAL FRONTE DELLA LOTTA DI CLASSE

GASER UNO SCIOPERO ISTRUTTIVO E SOLIDALE 

CHE HA UNITO OPERAI ‘FISSI’ E PRECARI

NUOVO SCIOPERO ALLA GASER DI CARAVAGGIO, MOLTO PARTECIPATO, PER IL RIENTRO IN FABBRICA DEI COMPAGNI DI LAVORO CHE PER RAPPRESAGLIA NON HANNO AVUTO IL CONTRATTO DI LAVORO RINNOVATO.

NELLO SCIOPERO SI SONO UNITI GLI OPERAI A TEMPO INDETERMINATO CON I PRECARI, SOLIDALI NEL RIVENDICARE LA DIFESA DEL POSTO DI LAVORO PER TUTTI.

OPERAI CHE SONO STATI AVVICINATI ANCHE DA SQUALLIDI PERSONAGGI CON OFFERTE PERSONALI PER ROMPERE IL GRUPPO 'SONO TROPPI, L'AZIENDA NON PUÒ SISTEMARE TUTTI, ACCETTA UN MIGLIORAMENTO PER TE ED ESCI DAL SINDACATO...'

IN MOLTE FABBRICHE INVECE REGISTRIAMO UNA DIVISIONE TRA GLI OPERAI FISSI ED I PRECARI DELLE AGENZIE, PRESI COME UN CORPO ESTRANEO, ABBANDONATI A QUELLA CHE È VISTA COME ‘UNA SORTE INEVITABILE DI OPERAI RICATTATI E SOTTOMESSI A TUTTE LE PRETESE PER TENERE IL POSTO’, COMUNQUE DESTINATI AD UN FORTE E ‘NORMALE’ RICAMBIO.

UNO SCIOPERO CHE HA DATO UNA LEZIONE AI CAPI, AL RESPONSABILE DEL PERSONALE, AL DIRETTORE… CHE PER MANTENERE ALCUNE CONSEGNE, SI SONO MESSI SUGLI IMPIANTI, PROVANDO PER UNA VOLTA, IL DURO LAVORO DI MONTAGGIO E SMONTAGGIO DELLE BARRE PER LA ZINCATURA, IN UN AMBIENTE MALSANO.

UNO SCIOPERO ISTRUTTIVO QUINDI, CHE STA SPINGENDO GLI OPERAI AD INTERROGARSI SU COME RENDERE ANCORA PIÙ INCISIVE LE PROSSIME FASI DELLA LOTTA.


MASCHIO NS LA LOTTA CONTINUA 


CODARDI E INGNOBILI I PADRONI FINCHÈ HANNO FORZA CERCANO NEL SISTEMA

pc 16 aprile - Corrispondenza dall'ArcelorMittal Taranto


Questa mattina è proseguito il presidio permanente della direzione ArcelorMittal in corso dalla manifestazione di mercoledì 14.

Operai tenaci, combattivi, con la chiarezza che il padrone non la deve spuntare, in un clima di discussione che tocca tutti i temi della attuale situazione in fabbrica e di quello che succederà nei prossimi giorni; ma anche consapevoli che i sindacati confederali sono stretti intorno al padrone che "vuole le scuse" - la Uilm ha già pilotato le 'scuse ' dell'altro operaio sotto minaccia.

Riccardo ha dignità e coraggio è dice no, non ha niente di cui scusarsi, è la vittima non il colpevole.

USB e Riccardo sono andati a Roma e sono stati ricevuti dal Ministro Orlando che li ha  ascoltati ma niente di concreto - un Ponzio Pilato non è quello che serve

La mediazione con i legali dell'azienda dell'avvocato Mario Soggia che tutela  il lavoratore non ha avuto esito.

Gli operai ora decidono dal presidio come proseguire - oltre naturalmente il ricorso legale.

Si pensa di andare a un presidio permanente al Ministero del Lavoro, ma bisogna vedere la fattibilità in queste ore.

Lo Slai cobas per il sindacato di classe, presente stabilmente al presidio, e attivo con striscioni e locandine all'ArcelorMittal/Appalto e in città, sostiene ogni decisione che prenderanno i lavoratori; e naturalmente programma la sua azione per prossimi giorni - continuando l'invito al sostegno solidale cittadino.

Corrispondenza dal presidio a cura dello Slai cobas sc ore 12 - 16 aprile

pc 16 aprile - India lettera del PCI (maoista) sugli scontri con le forze speciali Cobra a Chattisghar

 Quattro quadri uccisi nelle file maoiste - forti perdite nelle forze repressive

Chattisghar Encounter: Maoist Party released a Letter

The outlawed CPI (Maoist) has claimed that CoBRA commando Rakeshwar Singh Manhas, who went missing after the April 3 ambush in Chhattisgarhʹs Bastar region, is

pc 16 aprile - Con i palestinesi in una giornata internazionale dei prigionieri politici 17 aprile - manifestazione a Parigi - info

Rappel : depuis 1975, les Palestiniens célèbrent le 17 avril « la Journée du prisonnier » qui commémore le jour où le premier prisonnier palestinien a été libéré, le 17 avril 1974.
  • A Paris, rassemblement de solidarité internationale et de classe avec les prisonnier.e.s politiques, organisé par le STE 93 (Syndicat des Travailleurs de l’Education de Seine-Saint-Denis) et le secrétariat international de la CNT. A cette occasion, de nombreuses prises de paroles, dont celle de Georges ABDALLAH rapportée par la Campagne unitaire.
  • A Toulouse, le collectif Palestine Vaincra tiendra un stand Palestine à la sortie du métro Jean Jaurès de 13h à 15h
  • Du 17 au 23 avril, le réseau international Samidoun appelle à une semaine internationale d’action pour la libération de tou.te.s les prisonnier.e.s palestinien.ne.s (4450 actuellement)
  • A Tarbes, projet de rassemblement sur le parvis du marché Marcadieu à 10h30 à l’initiative du Collectif 65 pour la libération de Georges Abdallah.
  • A Grenay, le maire Christian Champiré et les membres du conseil municipal donnent rendez-vous au square de l’Amitié à 11h.

pc 16 aprile - Genova, 24 Aprile 2021 contro fascisti e repressione

 

Il 27 aprile inizierà il processo per l’opposizione al comizio di casa Pound del 23 maggio 2019, a Corvetto.
Scendiamo in strada per ribadire che a Corvetto c’eravamo tutti e tutte e che i 50 antifascisti a processo non saranno lasciati soli.
Perché quel giorno, ancora una volta, abbiamo dimostrato che a Genova i fascisti possono parlare solo a se stessi, in piazze vuote, e se protetti da centinaia di guardie. Comunque, non gli riesce lo stesso.
Perché in quei giorni iniziavano anche i blocchi in porto contro i traffici di guerra, e a 2 anni di distanza

pc 16 aprile - Manifestazione a Prato 24 aprile : 8 X 5 contro lo sfruttamento, dalla parte degli operai Texprint

24 APRILE #PRATO

ore 15:00 piazza delle Carceri

8 X 5 CONTRO LO SFRUTTAMENTO

Scendiamo in campo, dalla parte degli operai Texprint!

È dal 18 gennaio che va avanti lo sciopero dei lavoratori Texprint.

È dall’11 febbraio che i lavoratori sono giorno e notte davanti ai cancelli della fabbrica.

La loro lotta in questi mesi ha acceso i riflettori sullo sfruttamento sfrenato nel distretto del tessile e dell’abbigliamento, e va avanti anche dopo che il coraggio di denunciare è stato punito con 13 licenziamenti.

Le loro denunce, a maggior ragione adesso, chiamano tutte e tutti noi a non rimanere indifferenti.

Non si può rimanere alla finestra a guardare, quando in gioco ci sono i più elementari diritti e la stessa

pc 16 aprile - FOGGIA: INTIMIDAZIONI RAZZISTE AI LAVORATORI

Comitato Lavoratori delle Campagne

Da alcuni mesi alcune persone immigrate che vivono a Foggia (nei pressi di via Manfredonia) e lavorano in campagna si sentono minacciate e intimidite da alcune automobili - sempre le stesse- di persone italiane che li aspettano al mattino presto fuori dalla loro casa, li seguono mentre vanno nel centro della città o rientrano dal lavoro, stazionano nei pressi dei loro luoghi di vita. D'altra parte, i lavoratori che percorrono o abitano via Manfredonia conoscono bene il rischio e il timore di uscire all'alba per andare al lavoro e sentirsi seguiti, osservati e poi aggrediti. Proprio in via Manfredonia a luglio del 2019 nell'arco di due settimane quattro persone sono state oggetto di attacchi razzisti in piena regola mentre si recavano al lavoro: lancio di sassi e tentativi di investimento mentre uscivano con la bicicletta. Questi agguati squadristi sono stati denunciati dai lavoratori e gli aggressori sono ora sotto processo. Ma come ben sappiamo, e gli ultimi fatti ne sono una prova, la violenza razzista quotidiana nelle strade percorse tutti i giorni da lavoratori immigrati non si è fermata, a Foggia come altrove, e nella forma di minacce e intimidazioni ha costretto addirittura molte persone ad aver paura di andare a lavoro ed allontanarsi dalla città, per non rischiare la propria vita.  Per questo non lasceremo solo chi è bersaglio di queste minacce e continueremo a lottare fino alla fine di ogni razzismo, quello di strada come quello perpetrato dalle istituzioni.

giovedì 15 aprile 2021

pc 15 aprile - Bentornata Dana! proprio ora che c'è bisogno di te!

Esce dal carcere Dana Lauriola, portavoce dell'ala dura del movimento No Tav

Era stata arrestata a settembre 2020 in seguito a una condanna definitiva a due anni di reclusione per una manifestazione di otto anni fa al casello di Avigliana

Esce dal carcere Dana Lauriola, portavoce dell'ala dura del movimento No Tav

pc 15 aprile - Una strage di donne per colpa del sistema capitalista patriarcale e del moderno medioevo che grida vendetta e cambiamento rivoluzionario - MFPR

Femminicidi: 55 donne uccise a Torino negli ultimi 5 anni. Dal 1970, 330 vittime

Nel 90,8 per cento dei casi l’assassino è il partner, l’ex o un uomo che le vittime conoscevano

TORINO. Il conto è salatissimo: 330 casi di femminicidio avvenuti a Torino e nella Città metropolitana, tra il 1970 e il 2020, commessi da 303 uomini autori di reato. A rilevarlo è una ricerca dell’università di Torino pubblicata sulla rivista internazionale Journal of Interpersonal Violence

Il lavoro, condotto dal gruppo di ricerca guidato dalla professoressa Georgia Zara del dipartimento di Psicologia di UniTo, ha analizzato un campione di ricerca composto da 330 vittime di femminicidio  negli ultimi 50 anni raccogliendo i dati all'Istituto di Medicina Legale e all'Archivio dell'Obitorio di Torino, resi anonimi, non identificabili e codificati numericamente a fini statistici. Nel 2016 il conto, elaborato in un precedente studio condotto dalla stessa professoressa Zara e da Sarah Gino, medio legale e ricercatrice all’università del Piemonte Orientale, arrivava a 275 donne uccise a partire dal 1970. Sulla base dei dati delle ricerche dell'ateneo ciò significa che negli ultimi cinque anni ci sono stati almeno 55 nuovi femminicidi.

Il campione includeva donne prostitute e donne non prostitute con età media di 44,31 anni. L'83,0% delle vittime erano italiane, mentre il 17% erano straniere. Gli autori di femminicidio, per 330 casi, sono 303 con un’età media di 42,88 anni: 288 di loro (95%) hanno ucciso una sola vittima, mentre 15 (il 5%) hanno ucciso almeno due vittime in episodi distinti. Nel complesso, il 26,4% degli autori di femminicidio aveva precedenti penali ufficiali. 

Nei casi in cui le vittime e gli autori avevano una relazione intima, il rischio di «overkill» - cioè di un uso eccessivo di violenza che va oltre quello necessario per causare la morte - era quattro volte più alto (46,1%) rispetto a quando la violenza avveniva contro vittime sconosciute (16,7%). In particolare sembrava verificarsi più frequentemente quando la relazione tra vittima e autore era disfunzionale ed emotivamente tesa (nel 53,9% dei casi). Anche per le vittime prostitute, il rischio di «overkill» era quasi quadruplo per coloro che conoscevano i loro perpetratori (49,5%), rispetto a quando non lo conoscevano. 
I risultati della ricerca, sottolinea l’ateneo, «suggeriscono che solo una piccola parte dei femminicidi avviene in un contesto anonimo (9,2%) perché la maggior parte delle vittime dello studio sono state uccise da un uomo che conoscevano (90,8%). Nel 53,8% dei casi c’era una relazione intima tra l’assassino e la vittima e nel 36,9% dei casi il femminicida era un conoscente» Secondo la ricerca, inoltre, il tipo e l’intensità della relazione sembrano aver influenzato il modo in cui la violenza è avvenuta.                

pc 15 aprile - Le solide radici della guerra partigiana trasmesse ai giovani

Il partigiano che arruola i giovani su Zoom: “Il mio obiettivo? Trecento tessere Anpi”

Il volontario Guido Bertotti si è attrezzato per la causa: si è fatto regalare un computer dal figlio e ha attrezzato in casa il suo “ufficio”. Ora punta a iscrivere nuove persone: «Adesso che i reduci in vita sono rimasti pochissimi, è fondamentale non perdere la memoria»
Videochiamate, posta elettronica e WhatsApp: è così che funziona al giorno d’oggi la quotidianità, dal lavoro al volontariato. In Barriera di Milano, alla storica Sezione «Renato Martorelli» dell’Anpi, c’è Guido Bertotti, che da tempo ne è amministratore: segue e divulga le iniziative e coordina il tesseramento sfruttando le molteplici possibilità offerte dalla tecnologia. Niente di strano, se non fosse che Bertotti si avvicina ai novant’anni. 

Fabbriche, oratori e parrocchie a Torino: ecco dove erano nascoste le radio partigiane clandestine

Si trasmetteva dalle Concerie Fiorio e dalla Microtecnica di via Madama. E poi c’erano don Borghezio

pc 15 aprile - Piacenza - Padroni e sindacati confederali complici - non ci vogliono stare. Vogliono solo sconfiggere e isolare gli operai in lotta SI COBAS

Una marcia indietro del padrone frutto anche dell'azione della CGIL e istituzioni, come è testimoniato dalle dichiarazioni dell'infame CGIL di Piacenza e esponenti filopadronali delle istituzioni

Presunto accordo tra Leroy Merlin e S.I. Cobas, la smentita dell’azienda

“Leroy Merlin Italia – si legge in una nota – è costretta a smentire una notizia, diffusa da alcuni giornali locali, in merito a un presunto accordo sindacale stipulato il 7 aprile tra l’insegna e S.I. Cobas Piacenza, per gli addetti alla logistica del deposito di Castel San Giovanni. Comprendiamo il contesto del piacentino – continua Leroy Merlin -, ultimamente caratterizzato da molta agitazione sociale, ma confermiamo che Leroy Merlin Italia non ha sottoscritto accordi sindacali”.

Secondo quanto aveva comunicato il sindacato, l’accordo con Leroy Merlin avrebbe previsto “un

pc 15 aprile - Val Susa, la protesta continua - lo Stato borghese parla solo il linguaggio della guerra al servizio di padroni, governo, speculatori e forze politiche che li sostengono

 Una mini rassegna stampa . che spiega quello che accade

Nuovo blitz dei No Tav, un altro treno bloccato sulla Torino-Modane. Questa volta è un Tgv

l'Appendino cerca di stare con il piede in due staffe 
TORINO. Dopo quello di ieri, nuovo blitz dei No Tav in Valle di Susa. E nuovo treno bloccato. A San Didero alcuni attivisti che si erano ritrovati nella sala polivalente del piccolo comune, hanno raggiunto la Statale 24 e poi hanno occupato i binari della ferrovia. Il treno questa volta è un Tgv alta velocità in direzione Milano. 
L’azione arriva al termine di una giornata di discussioni dopo gli scontri della sera precedente, quando i manifestanti hanno protestato contro la presenza dei militari in valle per la presenza del nuovo cantiere dell’autoporto di San Didero.
In giornata era arrivato anche l’appello del prefetto di Torino, Claudio Palomba, ai sindaci della valle che in queste ore hanno sostenuto la protesta. «Non si strumentalizzi il diritto di manifestare e si eviti qualunque deriva violenta» ha detto ai sindaci contrari all’opera che si sono dichiarati abbandonati dallo Stato e hanno protestato contro la militarizzazione dell’area, avvenuta senza che gli amministratori fossero avvertiti.
Sugli scontri è intervenuta anche la sindaca Chiara Appendino che ha espresso la propria solidarietà alle forze dell’ordine impegnate in Val Susa mentre il suo partito, il Movimento 5 Stelle, ha ribadito il suo no all’opera considerata obsoleta. Ancora più dura la posizione della consigliera regionale Francesca Frediani, Movimento 4 Ottobre (ex M5S), che ha chiesto al prefetto un commento «rispetto alle modalità di invasione notturna del territorio, all’insaputa dei sindaci, e sul lancio di lacrimogeni in un centro abitato».
Gli echi dello scontro sono arrivati fino alla Camera, dove le posizioni tra i partiti – soprattutto Pd e M5S che proprio a Torino qualcuno vorrebbe alleate nella prossima campagna elettorale – restano divisi. A San Didero, intanto, un gruppo di manifestanti resiste sul tetto di una baracca mentre intorno gli operai continuano i lavori preparatori del cantiere.

Tav, il prefetto Palomba: «In Val Susa ingiustificabili derive di violenza»

Dopo gli episodi accaduti a San Didero e a Bruzolo con l’avvio dei lavori del nuovo autoporto

Il prefetto di Torino, Claudio Palomba, esprime «la ferma condanna nei confronti delle ingiustificabili derive di violenza registrate nelle ultime ore a San Didero e a Bruzolo e connesse alla realizzazione

pc 15 aprile - I padroni sono una malarazza. Assassini e criminali - un esempio a Serravalle (Al)

Imprenditore simula incidente stradale per “nascondere” un infortunio sul lavoro

Serravalle: grazie ai carabinieri, emesse due ordinanze di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti del titolare di una ditta edile e di un suo collaboratore novese. Nei confronti del primo applicata anche l’interdizione di un anno.

I Carabinieri di Novi Ligure hanno eseguito due ordinanze di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti del titolare di una ditta edile di Lamezia Terme (CZ), con unità locale in Serravalle Scrivia, e di un suo collaboratore novese. Nei

pc 15 aprile - Partecipare e appoggiare tutte le manifestazioni a difesa del diritto d'aborto - Movimento femminista proletario rivoluzionario

Aborto: donne in piazza ad Alessandria per difendere la legge 194 sabato 17 ore 16.30

14.04 ore 11:31. La Regione Piemonte ha emanato una circolare che consentirà alle organizzazioni antiabortiste di proporre la loro propaganda ideologica all’interno di ospedali e consultori, luoghi che invece dovrebbero essere deputati alla promozione della libertà di scelta e di autodeterminazione, alla tutela della salute delle donne così come delle persone transessuali che necessitino di cure o assistenza.

Aprire i consultori a queste organizzazioni integraliste significa mortificare, mettere in difficoltà, ostacolare una volta di più ogni donna che vuole interrompere la gravidanza. Diritto formalmente consentito dalla legge 194 ma, nei fatti, la procedura è ancora oggi una lotta contro il tempo, la

pc 15 aprile - COMUNICATO SULL'ASSEMBLEA DONNE/LAVORATRICI DEL 9.4.21

E' stata un'assemblea rappresentativa, con partecipazione e interventi di operaie, lavoratrici dei vari posti di lavoro, immigrate, realtà di lotta (dal presidio di Prato alle realtà di lotta in difesa dell'aborto, alle carceri, ecc.). Rappresentativa anche sulle tematiche.

Prima vi sono stati racconti, bilanci sullo sciopero dell'8 marzo dal sud al nord con iniziative nelle piazze, assemblee, presidi davanti a fabbriche e magazzini della logistica. In una situazione non facile in quest'anno, e nonostante l'attacco allo sciopero nella scuola da parte della CGS, lo sciopero c'è stato e ha avuto caratteri nuovi. Lo sciopero si è esteso a tante nuove realtà di donne proletarie, in nuovi settori, come la logistica; ha visto scendere in lotta anche lavoratori uomini, soprattutto nella logistica, ma non solo - nell'Assemblea lavoratrici e lavoratori combattivi tanti interventi di lavoratrici avevano fatto un forte appello a considerare la battaglia delle donne contro il doppio sfruttamento e doppia oppressione come lotta di tutti, una marcia in più - e nell'8 marzo questo messaggio è stato portato nel sud anche direttamente in alcune fabbriche maschili (ArcelorMittal/Fincantieri). Nelle realtà lavorative già in lotta su vertenze sindacali lo sciopero dell'8 marzo non è stato di mera continuità ma ha portato la necessità della battaglia generale delle donne, perchè “tutta la vita deve cambiare”. 
E' emersa la necessità della voce autonoma delle donne che richiede organizzazione, lotta e pratica autonoma perchè sia riconosciuta e riconoscibile.
Nell'assemblea vi sono stati da parte di alcuni interventi nuovi contributi: 
la battaglia in difesa del diritto d'aborto, è una battaglia da riprendere con forza in questa fase

mercoledì 14 aprile 2021

pc 14 aprile - ULTIM'ORA - GLI OPERAI CONTINUANO IL PRESIDIO DAVANTI ALLA DIREZIONE ARCELORMITTAL TARANTO ANCHE STANOTTE

Poco fa operai ArcelorMittal e di Ilva AS hanno montato le tende per restare in presidio permanente fino a che non c'è la revoca del licenziamento di Riccardo Cristello. Sono decine di operai dell'Usb e anche operai dello Slai cobas sc, che stanno davanti alla fabbrica dalle prime ore di questa mattina e continueranno per tutta stanotte, eventualmente dandosi il cambio. 

Domattina, se non ci sono novità positive, una delegazione dell'Usb di Taranto con Riccardo andrà a Roma, al Ministero del Lavoro. 

LA SOLIDARIETA', L'UNITA' TRA LAVORATORI CONTINUA FORTE! 

E QUESTO E' GIA' UNA VITTORIA!

IL MESSAGGIO DI INTIMIDAZIONE, "TERRORISTA" CHE ARCELORMITTAL E LA MORSELLI SI ILLUDEVANO DI MANDARE A TUTTI GLI OPERAI, NON E' PASSATO!

RICCARDO CRISTELLO DEVE RIENTRARE!

LA RISPOSTA DEI LAVORATORI IN PRESIDIO DA' UN MESSAGGIO DI FORZA A TUTTI GLI OPERAI: E' POSSIBILE RISPONDERE CON LA LOTTA ALLA REPRESSIONE IGNOBILE/FASCISTA DEI PADRONI!
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Intervista dello Slai cobas sc all'Avvocato Mario Soggia, legale del lavoratore Riccardo Cristello, dopo l'incontro presso la direzione di ArcelorMittal con i legali dell'azienda: "noi non chiediamo scusa..."

https://drive.google.com/file/d/1Klkkds3OUYFt4ihSfHa2nn8nBPb_W2AE/view?usp=sharing

Ultim'ora alle 18,30

L'Avv. Mario Soggia è in attesa di avere notizie dai legali di ArcelorMittal, in merito alla lettera da lui redatta. 

pc 14 aprile - FORTE MANIFESTAZIONE QUESTA MATTINA SOTTO LA DIREZIONE ARCELORMITTAL TARANTO CONTRO IL LICENZIAMENTO DELL'OPERAIO RICCARDO CRISTELLO

 

Più di 200 operai e delegazioni di associazioni hanno partecipato al combattivo presidio; in maggioranza operai Usb, ma anche operai Slai cobas sc o non appartenenti a queste organizzazioni sindacali.
Forte denuncia, forte solidarietà a Riccardo.
Presenti anche delegazioni da Napoli e rappresentanti Usb di Bari e Roma.
 
Tutta l'iniziativa si è svolta in un clima di tensione contro i padroni; mentre si teneva un incontro tra i legali dell'azienda e il lavoratore licenziato e l'avv. Mario Soggia, legale del lavoratore. 
Nel finale sono intervenuti anche il Sindaco Melucci e l'ass. Castronovi, con interventi bene accolti dai presenti.
 
Data l'importanza dell'iniziativa pubblichiamo l'audio di pressocchè tutti gli interventi affinchè tutti possano entrare nel clima della manifestazione, e comprendere la partita in gioco.
 
A parte vi sono due resoconti nel corso della manifestazione a cura di proletari comunisti.
 
Già al mattino erano stati affissi a tutte e tre le portinerie da parte dello Slai cobas sc tre grossi striscioni. Al presidio davanti alla Direzione è stato distribuito un volantino di solidarietà e lotta. 
 
Nella giornata di domani, anche sulla base delle notizie ulteriori, faremo un commento generale sulla

pc 14 aprile - Con Draghi, profitti "ad ogni costo" e in ogni condizione per i padroni dalla Libia alle grandi opere

 grandi opere ed infrastrutture della WeBuild (Salini Impregilo Astaldi) in Libia, negli USA e in Italia, dal Terzo valico, al Ponte di Genova al Ponte sullo stretto

I padroni non vogliono "lacci e lacciuoli" per realizzare i loro profitti. Per i lavoratori e le masse questo significa risorse negate a sanità, scuola, lavoro, significa distruzione ambientale e aumento del rischio-sicurezza per gli operai che lavoreranno nei cantieri di "Progetto Italia", il mastodontico colosso per realizzare ogni sorta di infrastrutture.

Nella ricostruzione in Libia le grandi opere infrastrutturali continuano la penetrazione dell'imperialismo italiano nell'ex colonia.

lavocedellevoci

12 Aprile 2021 di Andrea Cinquegrani

WEBUILD / MAXI AFFARI IN LIBIA & USA. E IL PONTE SULLO STRETTO VIA ‘RECOVERY’

Sempre più ambiziosi i progetti di WEBUILD, il colosso nato dalla fusione delle star del mattone e delle infrastrutture, Salini e Impregilo, con un’altra stella (cadente, perché finita quasi in crac) del settore, Astaldi, acquisita in modo rocambolesco con un’operazione ancora sotto i riflettori della

pc 14 aprile - INDIA: Il Partito Comunista dell'India (Maoista) in lotta al fianco degli operai contro le privatizzazioni delle industrie statali

Il PCI Maoista accusa i governi centrali e statali di sopprimere tribali e maoisti per sfruttare le risorse di bauxite nel distretto di Visakhapatnam


Distretto di Visakhapatnam, 6 aprile 2021: il segretario del Comitato della Divisione Orientale del PCI (maoista), Visakha Aruna, ha affermato che i governi sia a livello centrale che dei vari stati stanno cercando di sopprimere il popolo tribale e i maoisti per mettere in atto i loro programmi di estrazione della bauxite nelle aree del distretto sotto protezione dello stato (Agenzie)

In una dichiarazione rilasciata martedì, il leader maoista ha affermato che un Adivasi come "Pilku" sarebbe stato trasformato in "informatore della polizia" dalla polizia stessa e quindi la polizia e il governo dovrebbero assumersi la responsabilità della sua morte per mano del popolo. Ha invitato il popolo tribale ad opporsi alla "falsa campagna" lanciata dalla polizia contro il partito maoista.

La dirigente maoista ha affermato che la polizia stava cercando di creare una spaccatura tra il popolo tribale e i maoisti. Ha affermato che i maoisti sono veri seguaci del leader rivoluzionario Alluri Seetharama Raju, che aveva combattuto i dominatori britannici per proteggere il popolo tribale e i loro diritti nelle aree forestali del distretto di Visakhapatnam. Si è scagliata contro il governo centrale per il tentativo di privatizzare l'acciaieria di Visakhapatnam (VSP) e altre industrie statali.

pc 14 aprile - Con la Sanità al collasso e il caos vaccini, il Senato restituisce i vitalizi ai 2 criminali condannati che hanno smantellato la Sanità pubblica: Formigoni e Del Turco!

Roberto Formigoni ha diritto ad incassare il vitalizio da parlamentare nonostante la condanna che sta scontando ai domiciliari. Lo ha stabilito, votando all’unanimità, la commissione Contenziosa del Senato accogliendo il ricorso presentato contro la sospensione dall’ex presidente della Regione Lombardia. La decisione dovrebbe valere erga omnes ed essere applicabile anche il caso dell’ex governatore dell’Abruzzo

pc 14 aprile - Pandemia operai e padroni: Vaccini nelle fabbriche tra propaganda e realtà

Un altro protocollo di governo, padroni, sindacati confederali sulla testa degli operai dopo quello di aprile 2020 che ha permesso ai padroni di aprire le fabbriche  con pratiche operative che prevedendo l' utilizzo di mascherine chirurgiche, distanziamento di 1 metto, così da un lato si è fornito l'alibi alle aziende di non considerare gli assembramenti di fatto che ci sono dentro la fabbrica e dall'altro di non andare ad  intaccare ritmi e produzione che è continuata come prima mentre per rendere applicabili le pratiche operative previste sulla carta nei reparti doveva essere adeguata alla situazione di emergenza anche la organizzazione della produzione.

Tanto che i responsabili delle risorse umane, dai loro uffici, potevano dichiarare soddisfatti agli operai che loro si sentivano più tranquilli in azienda piuttosto che fuori dove vi erano comportamenti poco sicuri anche perché non controllati (tutto questo infatti si è tradotto in un uso repressivo e discriminatorio di queste misure tanto che basta abbassare un momento la mascherina per prendere aria ed essere sanzionati poi nessuno va a vedere cosa succede in mensa o negli spogliatoi… o sulle linee).

Questo è quello che è successo nella prima fase al rientro dopo il primo lockdown: nei reparti ci siamo trovati con procedure stabilite da RLS e azienda che davano mascherine chirurgiche alla maggioranza degli operai sulle linee di produzione e le ffp2 ad alcune categorie manutentori e altri che giravano su tutte le squadre e queste procedure hanno definito che non possiamo essere considerati "contatti stretti" così in caso che qualcuno risulti positivo si continua a lavorare…e invece di fare i tamponi per tutti basta "sanificare" la cabina di lavoro e avanti a produrre..

Questa situazione ha portato di recente il 26 febbraio la Cgil di Bergamo ha lanciare l'allarme sull'aumento dei contagi sui posti di lavoro (http://www.cgil.bergamo.it/index.php/notizie/l-allarme-della-cgil-di-bergamo-il-covid-19-sta-entrando-nei-luoghi-di-lavoro-abbiamo-notizia-di-diversi-focolai-nelle-aziende-preoccupazione-anche-per-le-trasferte) o meglio non si riesce più a tenere nascosto, visto che le voci tra gli operai girano, o sotto controllo i numeri dei contagi che ovviamente si guardano bene dal fornire in maniera strutturale anche se potrebbero visto che hanno  un esercito di RLS che potrebbe monitorare e intervenire sul campo. 

Così in alcune grandi aziende arriva l’indicazione di dare a tutti le mascherine  ffp2, visto che i padroni non possono permettersi di avere forza lavoro che potenzialmente resta a casa in quarantena o per controllo tamponi col rischio magari di fermare qualche impianto o ridurre la produzione, gli organici sulle linee sono già ridotti all'osso e quindi le aziende mettono le mani avanti  entrando in campo con la loro logica per utilizzare la questione importante dei vaccini strumentalmente per far vedere che si interessano del bene comune ma in realtà quello a cui tengono è il bene del capitale ossia il profitto; bergamo is running vale ancora anche oggi.

Questa è la premessa  al nuovo protocollo di aprile 2022 tra governo, Confindustria, sindacati confederali che firmano ancora senza tenere conto delle condizioni e del parere degli operai in fabbrica ma  accodandosi ai diktat padronali, basta leggere intervista a Stirpe direttore relazioni industriali di Confindustria (https://www.corriere.it/economia/aziende/21_aprile_07/stirpe-confindustria-aziende-pronte-vaccinare-dipendenti-a9dccc1a-97e5-11eb-b3c4-d1c4be2a345c_amp.html), che alla richiesta dei sindacati di aumentare a 2 metri la distanza tra un lavoratore e l’altro, risponde: «Il punto è che le fabbriche non si possono allargare. Ma soprattutto i numeri ci dicono che i nostri luoghi di lavoro sono già sicuri: su 157 mila denunce di infortuni solo il 2,8% sono riferibili all’industria manifatturiera». 

Ma vediamo alcuni elementi contenuti in questo protocollo vaccini in azienda:

Si possono fare convenzioni con i privati sia per i locali che per la somministrazione del vaccino ad esempio in Lombardia il padrone di Tenaris si chiama Rocca ed è lo stesso del gruppo sanità privata Humanitas e come già successo qualche anno fa  con il ritrovamento di amianto nei suoi  reparti di Dalmine dove gli operai inseriti nel registro ex esposti sono stai inviati dall'Ats a fare gli esami di controllo previsti alla clinica del padrone, come dire …una mano lava l'altra

Inoltre il vaccino potrà essere effettuato durante il turno e quindi considerato orario di lavoro,  che significa che non è obbligo e quindi potrà essere fatto anche fuori dall’azienda dopo orario di lavoro.

Nel testo si dice che: "Il piano in azienda avverrà in coerenza con il piano nazionale"

Ma non c’è scritto niente che vincoli la partenza del piano vaccini in azienda alla priorità ossia dopo aver fatto le categorie a rischio ad esempio per età, fragilità… e visto che i vaccini non ci sono e non si possono moltiplicare, alla faccia delle vuote parole di Landini CGIL: “Un’intesa importante” quella raggiunta questa sera sul Protocollo e il piano vaccini, “in coerenza e nel rispetto delle priorità definite nel piano strategico nazionale di vaccinazione”.

I costi del piano a cura del Padrone non comprendono la fornitura di vaccini e siringhe che sono a carico del servizio sanitario regionale, così il vaccino lo paga la collettività

la Lombardia che  è la regione più indietro con i vaccini agli anziani ha già varato 11 marzo un protocollo con le aziende che hanno dato disponibilità, le aziende corrono ma per ragioni di mercato, le loro dichiarazioni parlano chiaro, Stirpe Confindustria: “il vaccino è un fattore abilitante della ripresa. In generale, non ci sarà vera ripresa finché non avremo raggiunto come Paese un tasso di vaccinazione tale da bloccare la diffusione del virus”

Non gli interessano certo i dati di oggi dove gli over 70 vaccinati sono il 2.2% del totale di questa fascia di età e meno di 1 over 80 su 3 ha ricevuto vaccino.

Gli fa eco il governo con il generale Figliolo: "Se ci vacciniamo ne usciamo. Appena completeremo gli over 80 e i fragili apriremo la vaccinazione alle classi produttive” e la propaganda dei giornali:”Vaccini in azienda al via: dipendenti vaccinati su base volontaria

Via libera di governo, imprese e sindacati all'accordo che potenzierà la campagna nazionale”

Ma la realtà è questa:

dove prendono i vaccini? Dal piano nazionale

a chi li tolgono? A quelli che possono crepare perchè non produttivi  (pensionati, disoccupati, cassiere etc)

Vaccini ai propri dipendenti ma a spese dello Stato? 20 euro per un vaccino dai privati convenzionati con le aziende

Senza prendere in mano la lotta per la salute e sicurezza attraverso il protagonismo degli operai su posizione di classe per affermare che il bene della collettività non puo’ essere lasciato alla scelta “volontarietà” del singolo, e che se è vero che i lavoratori a partire dagli operai sono tutti da vaccinare, questo non deve essere fatto a scapito delle categorie fragili e a rischio, ma questa battaglia per vincere deve essere  parte della lotta politica e sociale per ribaltare questo sistema del capitale, per non subire come proletari la gestione della pandemia da parte dei padroni che mettono al primo posto il loro bene comune che si chiama profitto, garantito dal governo mascherato dietro l’economia nazionale, avvallato dai sindacati confederali che hanno sancito nero su bianco che non è vero che non lasceremo indietro nessuno.

martedì 13 aprile 2021

pc 13 aprile - La lotta alla FedEX USA Los Angeles in una corrispondenza tratta da i compagni americani

in via di traduzione - da Tribune of the People

 USA - Workers’ Correspondents: FedEx Package Handlers Face Daily Injury

 

In the City of Industry, an almost entirely industrial town in east Los Angeles County, the FedEx Ground Hub is putting package handlers through work conditions that leave them injured on a near-daily basis.

Workers sometimes finish the day with bloody hands, others have fallen into the belly of trailers and blown out their knee caps, and some have even have thrown up from the level of exhaustion they experience. “I’ve

pc 13 aprile - La protesta degli operai sotto e contro le sedi cgil/cisl/uil di Piacenza è un esempio che ovunque ci siano lotte classiste e combattive va seguito

Non si può lottare contro padroni, governo, Stato del capitale senza lottare contro i loro servi

  • video dal presidio della dignità” alla Camera del Lavoro di Piacenza:

https://www.facebook.com/TNT.FEDEX/videos/484166659694148

pc 13 aprile - Il licenziamento alla ArcelorMittal Taranto - Negli anni Cinquanta Giuseppe di Vittorio parlava di fascismo aziendale... Oggi quel fascismo aziendale sta tornando...

Diremmo meno male che ve ne siete accorti, dato che proletari comunisti e Slai cobas per il sindacato di classe lo denunciano da un pò e lo inseriscono dentro la tendenza al moderno fascismo che si afferma a livello di sistema del capitale nel nostro come in altri paesi imperialisti e capitalisti, qualunque sia il governo. La risposta a questo è che non basta la lotta sindacale, ma serve la lotta politica, che la mobilitazione democratica, vedi le firme è inefficace, oltre il singolo caso, ma serve la guerra di classe, la Nuova Resistenza. In tempi di 25 aprile che si approssima, un ragionamento va fatto.

proletari comunisti

13 aprile 2021 

Un appello per Riccardo Cristello, licenziato da ArcelorMittal

Negli anni Cinquanta Giuseppe di Vittorio chiamava fascismo aziendale quel regime autoritario nei luoghi di lavoro che non solo imponeva alle lavoratrici ed ai lavoratori l’oppressione di durissime condizioni di sfruttamento, ma colpiva la libertà di pensiero e di espressione, imponendo loro di non manifestare e di nascondere le loro opinioni.

Oggi quel fascismo aziendale sta tornando e si sta diffondendo in tante attività ove vige una dittatura di fatto, che non solo impedisce a chi lavora di esercitare i propri diritti all’interno del luogo e del rapporto di lavoro, ma che colpisce anche le proprie libertà come persona.

All’ArcelorMittal di Taranto un lavoratore, Riccardo Cristello, è stato licenziato dalla direzione aziendale perché aveva pubblicato un post su Facebook, col quale invitava a seguire una fiction televisiva che faceva eco alla grave situazione ambientale della fabbrica e della città.

Solo per questo un cittadino della Repubblica, dove formalmente è ancora in vigore la Costituzione antifascista, è stato licenziato. Ha perso il lavoro, cioè è stato gettato nel rischio della miseria per sé e per la famiglia, non per una qualsiasi mancanza all’interno della fabbrica, ma per una opinione liberamente espressa al di fuori di essa. Le terribili condizioni di lavoro ed ambientali in ArcelorMittal devono restare chiuse e segrete e soprattutto guai agli operai che osino parlarne.

In questo provvedimento mostruoso si manifesta la negazione di tre diritti fondamentali, quello alla salute, quello al lavoro, quello alla libertà di espressione. Tutti sacrificati di fronte ad un solo potere, quello del profitto e degli affari.

Siamo profondamente solidali con l’operaio licenziato che ha avuto il coraggio civile di non tacere di fronte al disastro ambientale, con i sindacati che lo sostengono a partire dalla USB e con la lotta che inizierà a Taranto il 14 aprile. Riteniamo che il licenziamento di Taranto metta in discussione le libertà fondamentali non solo nella fabbrica, ma in tutto il Paese e che tutte e tutti debbano prendere posizione.

Ci rivolgiamo al mondo dell’impegno civile, antifascista e democratico che ogni giorno misura e contrasta i rischi di degrado democratico del paese. Ci rivolgiamo al mondo dello spettacolo e della cultura, oggi così colpito dalle chiusure, che non può anche essere aggredito dalla censura padronale verso la libera diffusione delle proprie opere. Ci rivolgiamo al mondo della politica, da troppo tempo subalterna al mondo delle imprese, affinché rivendichi la superiorità della Costituzione repubblicana rispetto ai poteri delle direzioni aziendali.

A Taranto sono stati colpiti assieme il lavoro, la salute e   la libertà, dobbiamo difenderli assieme e per questo siamo e saremo a fianco del lavoratore licenziato e di tutte e tutti coloro che lottano con lui.

Primi firmatari

Nicoletta Dosio

Moni Ovadia

Valerio Evangelisti

Haidi Giuliani