sabato 30 gennaio 2021

pc 30 gennaio - QUESTIONE VACCINI - UN'ULTERIORE DIMOSTRAZIONE DEL MODO DI PRODUZIONE CAPITALISTA CHE HA COME SCOPO SOLO IL PROFITTO

La vicenda dei vaccini, delle forniture ridotte di dosi rispetto agli accordi presi con i governi, in particolare quelli dell'Europa, da parte della grandi industrie farmaceutiche, mostra da un lato che non di fallimento, errori si tratta, non di una scoperta improvvisa che "affidare ricerca, sviluppo e produzione di strumenti essenziali per la salute pubblica ad aziende private sia rischioso" (come scrive Maurizia Mezza, ricercatrice Antropologia Medica all'Università di Amsterdan su il Manifesto), ma del "normale" funzionamento del sistema economico basato sulla legge del capitale e dell'imperialismo, per cui il fine sono i profitti privati e non certo la salvaguardia della salute pubblica e collettiva.

"L’Ue - scrive Mezza - aveva negoziato un accordo apparentemente vantaggioso con l’azienda, che le assicurava di pagare 10 dollari in meno per dose rispetto al prezzo pagato dagli USA, e 15 in meno da quello di Israele. Il risultato è stato che appena la domanda ha superato la capacità produttiva, le dosi destinate all’Europa sono state indirizzate a chi ha pagato di più...;  nonostante gli accordi miliardari

pc 30 gennaio - Speciale Tunisia - 3 - Tunisia: cronache dai compagni in Tunisia

Tunisi 26 Gennaio: Voto di fiducia per il rimpasto di governo, parlamento assediato dai giovani dei quartieri popolari e dei movimenti d’opposizione, cariche e arresti.

Il 26 gennaio, data simbolo per il movimento d’opposizione dato che ricorre l’anniversario della rivolta del 1978, in concomitanza con una plenaria del parlamento per votare la fiducia ad un rimpasto di governo, il movimento d’opposizione che da oltre 10 giorni riempie le piazze del paese ha indetto una manifestazione con concentramento nel quartiere proletario di Ettadhamen, teatro di rivolte in queste notti, in direzione del Bardo, quartiere dove ha sede il parlamento. Contemporaneamente un sit-in è stato indetto proprio di fronte al parlamento. Il corteo formato principalmente da giovani e abitanti dei quartieri proletari limitrofi di Ettadhamen e Mnhila avrebbe dovuto congiungersi con il sit-in davanti il parlamento a prevalenza studentesca e dei giovani attivi nei quartieri centrali della capitale.

Ciò ha rappresentato il primo tentativo cosciente di fondere i due momenti del movimento di protesta antigovernativo di questi giorni: quello di massa e proletario della periferia, non solo cittadina ma

pc 30 gennaio - Speciale Tunisia -2 - Rettifica su quanto scrive Contropiano e di quali posizioni è espressione, qui in Italia non in Tunisia

Stiamo pubblicando in italiano via via che ci giungono articoli e documenti dei compagni dalla Tunisia  operanti  nelle proteste di piazza degli ultimi giorni. Il punto di vista espresso nella descrizione delle forme di protesta, delle rivendicazioni e slogan nonchè dell'analisi generale, rispecchia le contraddizioni agenti nell'attuale movimento di protesta e pur essendo sicuramente un'analisi di parte non si tratta di analisi soggettive o basate su "opinioni personali"- come lascia intendere Contropiano.

Quanto invece leggiamo sulle pagine di ieri Contropiano, organo della Rete dei Comunisti, non rispecchia fedelmente le dinamiche della lotta di classe in corso in Tunisia.

Innanzitutto non è vero che "dopo diversi anni, la Tunisia sta vivendo di nuovo un forte passaggio di piazza"; in questi dieci anni le rivolte, occupazioni di terre, blocchi della produzione da parte della classe operaia, le proteste giovanili e studentesche non si sono mai fermate. In Tunisia i coprifuoco non sono di certo arrivati con la pandemia ma sono stati una costante seppur a singhiozzo negli ultimi dieci anni. 

MA, cosa ancor più importante, le forze classiste e rivoluzionarie firmatarie dell'appello, pubblicato in

pc 30 gennaio - Speciale Tunisia - 1 - Rivolte proletarie diffuse e manifestazioni nel cuore di Tunisi: dopo 10 anni i nodi vengono a pettine.

Rivolte spontanee sono scoppiate in concomitanza con il decennale della caduta del regime di Ben Alì, nei capoluoghi delle regioni periferiche del Nord Est e del Centro e in alcuni quartieri proletari di Tunisi (Ettadhamen, Intilaka, Kram, Hammam Lif) e di altre città relativamente sviluppate come Susa e Sfax, nonostante fosse stato proclamato un lockdown provocatorio di soli 4 giorni per impedire le celebrazioni dell’evento.

Un primo risultato politico immediato delle rivolte è stato quindi mostrare la miseria morale del governo che pensava di farla franca con un sotterfugio amministrativo.

I rivoltosi sono giovani, alcuni tra i venti e trent’anni e altri giovanissimi (minorenni a volte dodicenni) pur appartenendo a diverse generazioni vivono tutti le conseguenze dell’esito della Rivolta (Intifada) Popolare del 17 dicembre 2010-14 gennaio 2011.

I più grandi hanno infatti vissuto questo decennio post rivolta con una speranza iniziale di cambiamento che progressivamente nel corso del tempo ha lasciato spazio alla delusione di vivere in un paese con un differente regime formale ma che nella sostanza ha al vertice la stessa cricca sociale che mantiene il paese povero e dipendente dall’estero.

I giovanissimi invece pur non avendo vissuto la Rivolta di dieci anni fa in prima persona, stanno crescendo nelle stesse condizioni avverse dei propri fratelli maggiori che invece quella rivolta l’hanno

pc 30 gennaio - Forte partecipazione e iniziative di lotta dei braccianti/migranti nello sciopero del 29

 info da Comitato Lavoratori Delle Campagne

Durante il grande sciopero di ieri che ha coinvolto moltissimi settori, anche sotto l'ufficio immigrazione di Bologna è arrivata forte la richiesta di documenti per tutti e tutte. Dalle campagne alle città migliaia di lavoratori immigrati sono costretti allo sfruttamento per colpa di leggi razziste, tra cui gli ultimi decreti sicurezza o l'ultima sanatoria, a cui quasi nessun ha avuto reale possibilità di accedere. Provvedimenti che impediscono alle persone di ottenere un documento, di vivere e muoversi liberamente, di avere contratti di lavoro, una casa sicura in cui abitare, l'accesso ai servizi sanitari. La questione dei documenti è centrale e attraversa tutto il paese. Contro lo Stato e i padroni che fanno

pc 30 gennaio - Milano Sanità nello sciopero del 29





Nella  preparazione dello sciopero all'Istituto tumori Milano vi è stato attacchinaggio nei punti di concentrazione dei lavoratori sia della nostra locandina nazionale sia di quelle dell'mfpr-piattaforma, e all'ingresso istituto e timbri. Questo, oltre al volantinaggio, ha reso visibile la giornata di sciopero, che è circolata anche via mail e whatsapp tra altri lavoratori che non avevano avuto il volantino. 
La notizia ufficiale della giornata di sciopero è giunta 2 gg prima del 29, dopo l'arrivo del parere della commissione di garanzia; questo ha causato il ritardo nelle procedure di comunicazione da parte della direzione sia ai lavoratori che all'utenza (che doveva partire 10 giorni prima e doveva essere comunicato ai lavoratori). Questa procedura/comunicazione dove è stata fatta  ha prodotto l'adesione allo sciopero. 
E' la prima volta che dei lavoratori/ci scioperano su indizione dello Slai cobas sc - parte del patto d'azione anticapitalista - come prima risposta allo stato di rabbia/malessere/mancanza di prospettive, ecc che c'è tra i lavoratori.
Permane una spaccatura trasversale tra quelli rassegnati/disillusi/e gli altri che invece vogliono ribellarsi e sono alla ricerca di un punto di riferimento.

Al presidio in Regione partecipazione degli studenti organizzati dai giovani della FGC e lavoratori Slai cobas sc, Panetteria e Si cobas. Questo presidio è stato un primo segnale di unità lavoratori studenti e delle forze del patto d'azione su questo fronte caldo della lotta a Milano, che non poteva certo essere trascurato nella giornata del 29.

Report a cura Slai cobas sc Milano 

pc 30 gennaio - Materiali dalle carceri in lotta e dal movimento NOtav 29/30 - dal blog soccorso rosso proletario


30 gennaio: “Presidio di solidarietà allə carceratə”

Ci arriva notizia che sono molte le iniziative in tutto il territorio nazionale di sostegno alla protesta di Dana, Fabiola e le altre detenute che hanno intrapreso uno sciopero della fame per i diritti fondamentali in carcere. Di seguito alleghiamo via via gli eventi delle varie iniziative:

ROMA – Sabato 30 – ore 11

Sei giorni fa Dana, Fabiola, Stefania ed Emanuela hanno iniziato lo sciopero della fame nel carcere delle vallette di Torino per richiedere il rispetto dei diritti di affettività e salute sospesi dalla direzione della casa circondariale. Con lo scoppio della pandemia le condizioni delle carceri, già pessime, non hanno fatto che peggiorare ed è per questo che le detenute hanno richiesto il ripristino delle video chiamate, la possibilità di integrare le 6 ore di colloquio in presenza, con le video chiamate, visto che queste ultime non vengono assicurate, come da legge costituzionale, uno screening accurato di tutta la popolazione detenuta, così da verificare il reale stato dei contagi e la somministrazione dei vaccini a tutti i detenuti che lo vorranno.
Ieri “a seguito dell’impegno dell’amministrazione carceraria di Torino di garantire, ad effetto immediato, la possibilità di usufruire delle 6 ore ministeriali previste per i contatti con i propri familiari e a seguito delle notizie pubbliche rispetto al piano prevenzione Covid che da marzo riguarderà tutta la popolazione detenuta”, Fabiola, Dana, Stefania ed Emanuela hanno sospeso lo sciopero.
In solidarietà con tutte le detenute e tutti i detenuti in lotta in questi mesi per la sopravvivenza e il miglioramento delle loro condizioni abbiamo deciso di chiamare un presidio al carcere di Regina Coeli di Roma perché possano essere intraprese misure adeguate al rispetto della salute e della dignità in tutte le carceri d’Italia.
Vi aspettiamo a Regina Coeli* sabato 30 gennaio alle ore 11
Verso il 22 Febbraio
Con Valerio nel Cuore
Tutti/e liberi/e
Avanti No Tav
*a breve maggiori informazioni sul luogo preciso del presidio

MILANO – Sabato 30 – ore 14

PADOVA – Sabato 30 – ore 10:30

Invitiamo tuttə a partecipare al presidio di solidarietà organizzato per Sabato 30 gennaio sotto la Casa Circondariale di Padova alle ore 10.30

Un appello dei centri sociali del nord-est per costruire sabato 30 gennaio iniziative di solidarietà a Dana e a chiunque sia recluso nelle carceri italiane. La popolazione carceraria sta pagando il prezzo

pc 30 gennaio - La crisi di governo: manovre politiche verso un governo ancora peggiore. Senza la lotta politica e sociale dei lavoratori e delle masse nulla può cambiare

Renzi spalleggiato da centrodestra e da componenti interne del PD ha messo in crisi il governo Conte e ora sotto la regia di Mattarella si marcia in maniera esplicita o occulta verso un governo ancora peggiore.

L'incarico a Fico per ricucire con l'avventuriero reazionario Renzi è una stronzata, che lungi dal creare un governo ne alimenta la crisi e la confusione, con il fine non tanto oscuro di spaccare ulteriormente il M5 stelle.

Nel casino, si apre la strada a un Conte-ter come governo di transizione ancora più debole e sotto ricatto di Renzi e Confindustria. Ove questa strada fosse preclusa  si va avanti verso il governo d'emergenza paratecnico o apertamente tecnico - Cantabria e la carta Draghi. Intanto si apre una autostrada a elezioni farsa verso un governo fascio razzista populista e presidenzialista dai pieni poteri per davvero, non quello tremebondo di Conte.

Insomma nulla di buono per proletari e masse popolari su cui si scarica crisi e pandemia. 

Su quest'ultima la giostra dei colori delle Regioni, con il governo in crisi, è all'insegna di 'quando il gatto non c'è i topi ballano'... e i topi sono i presidenti delle Regioni in mano, oltre che dei padroni, di commercianti, lobby affaristiche sanitarie, di corruttela politica e in certi casi di vere e proprie cosche.

Intanto la pandemia non frena e i vaccini diventano parte della grande guerra delle multinazionali e dei diversi paesi imperialisti, sulla pelle delle popolazioni.

Proletari e masse sono vittime, ma restano fuori dal gioco, senza la lotta. Lo sciopero del 29 è stato un primo importante ma ancora debole segnale - Dobbiamo andare avanti su questa strada accendendo i fuochi della lotta e della protesta operaia e popolare, a partire da salario, lavoro, salute, sanità, scuola, ecc. per mettere in discussione il potere dei padroni e del capitale.

proletari comunisti/PCm Italia
30-1- 21

pc 30 gennaio - SIAMO TUTTE "POLACCHE"

L'ATTACCO AL DIRITTO D'ABORTO E' FASCISTA: vuole le donne sottomesse e controllate e la famiglia sempre più al servizio della reazione e del sistema di sfruttamento, miseria e oppressione per tutte le masse popolari. 

(da il Manifesto)

L’altra Polonia, in piazza contro il ritorno al Medioevo

Varsavia non si arrende alla legge oscurantista sull’aborto appena entrata in vigore. Migliaia in strada dopo la decisione del Tribunale costituzionale filo-governativo

Si riaccende la protesta in tutta la Polonia per la messa al bando dell’aborto terapeutico decretata da una sentenza del Tribunale costituzionale, filo-governativo. Migliaia di persone sono scese in strada nei maggiori centri del paese ma anche a Rzeszów, città del profondo sud-est, situata nel voivodato della Precarpazia, una delle roccaforti del partito della destra populista, Diritto e giustizia (PiS).

Per oggi (29 gennaio) lo «Sciopero nazionale delle donne» (Osk), una della sigle pro choice dietro le proteste degli ultimi mesi, ha chiesto ai manifestanti di fare uno sforzo e raggiungere Varsavia per una mobilitazione pomeridiana che punta a mandare in tilt il traffico della capitale polacca... Anche se il governo ha annunciato la riapertura di centri commerciali, musei e gallerie a partire dal primo febbraio,

venerdì 29 gennaio 2021

pc 29 gennaio - Le donne in prima linea e in tante forme allo sciopero oggi

UN COLLEGAMENTO TRA LAVORATRICI E PRECARIE DA PALERMO A CATANIA A ENNA A TRAPANI... OGGI ADERENDO ALLO SCIOPERO DEL 29 GENNAIO E IN UNITA' CON TUTTE LE ALTRE LAVORATRICI E DONNE IN LOTTA

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO! LE DOPPIE CATENE UNITE SPEZZIAMO!Verso l'8 Marzo/Sciopero delle donne!

PALERMO 


Il grido di rabbia di una precaria

PIAZZA ARMERINA

ACI SANT'ANTONIO - CATANIA 

MONREALE (PA) 

ALCAMO TRAPANI
Taranto

Milano

L'Aquila

29 gennaio - Sciopero generale oggi a Palermo "la crisi di padroni e governi al loro servizio NOI NON LA PAGHIAMO!"

Delegazioni di lavoratrici Ata della scuola, precari e precarie Assistenti igienico personale, precari dello spettacolo, lavoratori dei servizi ospedalieri privati, disoccupati Slai Cobas sc e CUB (Flaica e Informazione e Spettacolo), compagne lavoratrici di Potere al Popolo, compagne Mfpr, militanti di proletari comunisti, del Partito Comunista dei Lavoratori, una rappresentanza degli studenti del FGC oggi in Prefettura per lo sciopero generale nazionale del 29 gennaio lanciato dall'Assemblea nazionale delle lavoratrici e lavoratori combattivi e proclamato dallo Slai Cobas sc e dal Si.Cobas

Nei giorni precedenti buoni volantinaggi con diffusione della piattaforma dello sciopero  ai  Cantieri Navali e Tnt/Fedex, scuole e alcuni ospedali. 


Un sit-in combattivo con vari interventi al megafono di precari, lavoratori, compagne, studentesse che ha sfidato anche i divieti della zona rossa in Sicilia, lavoratori sono comunque venuti da alcuni comuni, con la ripresa forte di tutte le parole d'ordine della piattaforma dello sciopero. 

E' stato anche fatto un incontro in Prefettura in particolare delle precarie e precari Assistenti scuola e lavoratori dello spettacolo  da mesi senza lavoro e senza reddito 

Una tappa importante, una sfida, uno sciopero come prima risposta di classe necessaria contro le politiche padronali e dei governi borghesi al loro servizio di macelleria sociale in questo sistema capitalistico che vuole scaricare la crisi aggravata dalla pandemia su lavoratori, lavoratrici, operai, precari, disoccupati, migranti proletari e proletarie... ci fanno la guerra e noi con la guerra di classe dobbiamo rispondere! 



SLAI COBAS e S.I. COBAS: "Sciopero Generale contro il peggioramento delle condizioni dei lavoratori" -

SLAI COBAS e S.I. COBAS: “Sciopero Generale contro il peggioramento delle condizioni dei lavoratori”







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Tele One Risposte alla grave crisi: sciopero nazionale di lavoratori e precari
Palermo