sabato 23 gennaio 2021
pc 23 gennaio - INDIA: Mentre i contadini in protesta preparano la “marcia dei trattori” per il 26 gennaio, il governo fascista indù di Modi a corto di argomenti accusa i contadini pure di terrorismo
Nel tentativo di prendere e tempo
e liberare Nuova Delhi dall’assedio che oramai dura da due mesi, soprattutto in
vista della Festa nazionale dell’Indipendenza del 26 gennaio, il governo del
fascista indù Modi ha proposto ai contadini in lotta di congelare per un anno,
un anno e mezzo, l’applicazione delle leggi agricole. Nel frattempo, una
commissione si occuperebbe di discutere il contenuto e trovare un accordo con i
contadini.
C’è chi ha già sbeffeggiato il governo dicendo che si tratta di qualcosa mai visto: congelare una legge dopo che è stata emanata dal Parlamento! Ma, in realtà, questa operazione del governo indiano si
pc 23 gennaio - I fascio/razzisti-leghisti assassini o potenziali assassini devono essere fermati e colpiti...
No alla scarcerazione: l’ex sindaca Rosetta resta ai domiciliari.
E la procura allarga l’indagine ad altre ipotesi di reato
In manette un 22enne suprematista:
pc 23 gennaio - Nello sciopero generale del 29 un ruolo di prima linea delle lavoratrici in lotta e la loro piattaforma
Dalle donne lavoratrici...
Noi lavoratrici in tante realtà nell'anno che è appena passato abbiamo sfidato la pandemia, il lockdown, divieti e restrizioni; abbiamo lottato contro i padroni, contro i palazzi del potere per la difesa del lavoro e della nostra vita di lavoratrici e donne; abbiamo detto a gran voce "non ci richiuderete in casa"... abbiamo lottato contro la repressione.
Ci siamo collegate con altre lavoratrici, precarie, operaie, migranti, donne in lotta in questo paese, traendo forza e solidarietà reciproca in questa fase in cui la pandemia prodotta dal marcio sistema capitalistico ha amplificato gli attacchi alla nostra vita.
Nello sciopero generale del 29 gennaio vogliamo ancor di più unirci e lottare per i nostri diritti, la nostra vita, portando avanti la nostra doppia lotta, la marcia in più delle donne proletarie, perchè dovunque sia forte e visibile il protagonismo delle donne, contro ogni oppressione e sfruttamento, ma anche contrastando ogni sottovalutazione/incomprensione dell'importanza, della ricchezza del ruolo di lotta delle donne per l'intero movimento proletario!
- Lavoro per tutte le donne - NO al ritorno a casa – per il covid sono le prime ad essere licenziate. Lavoro per le donne significa anche indipendenza economica dall’uomo, dalla famiglia; massicce assunzioni nella sanità e scuola;
- Legge straordinaria per l’assunzione delle lavoratrici che hanno perso il lavoro per il lockdown;
pc 23 gennaio - Crisi di governo - un commento del Fronte Gioventù Comunista - per il dibattito
Renzi, crisi di governo, rimpasti e trattative. La risposta è comunque lo sciopero!
18/01/2021
Comunicato della Segreteria Nazionale del Fronte della Gioventù Comunista sulla crisi di governo.
In seguito ad una polemica di settimane su ogni organo di stampa, la scorsa settimana Italia Viva - il partito di Matteo Renzi - ha aperto ufficialmente una crisi di governo, ritirando le ministre Bellanova (Agricoltura) e Bonetti (Famiglia) dall'esecutivo. Le dimissioni sono arrivate ufficialmente dopo l'astensione delle ministre renziane nella votazione per l'approvazione del Recovery Plan nell'ultima seduta del Consiglio dei Ministri. La situazione merita un approfondimento maggiore rispetto a molte letture semplificate circolate anche a sinistra, viste anche le conseguenze politiche che ne stanno derivando.
Lo scontro tra Italia Viva ed il resto della maggioranza di governo è cominciato sulla legge di bilancio e si è ulteriormente acuito sulla ripartizione dei fondi del Recovery Plan. Consapevole dei futuri rischi elettorali del suo piccolo partito, Renzi ha cercato in modo spregiudicato di rappresentare nel dibattito interno al governo gli interessi dei settori più aggressivi del campo padronale. Non è casuale in questa
pc 23 gennaio - FCA/STELLANTIS - un commento
Da la bottega del barbieri - estratti
La nascita di Stellantis, fusione tra la Fca degli Elkann aka Agnelli e la francese Psa, è avvenuta senza alcuna garanzia per la salvaguardia dei già scarsi livelli di occupazione esistenti nel settore auto. Questo nuovo polo automobilistico italo-francese è destinato a diventare il quarto al mondo per quantità di veicoli prodotti. Alle preoccupazioni dei lavoratori interni si aggiunge quella di chi è occupato nell’indotto, fornitori di servizi e merci, per l’utilizzo della piattaforma Cmp portata in dote dalla Psa, un telaio adattabile che da solo costituisce il 40% dell’intera macchina prodotta, applicabile a qualsiasi modello e carrozzeria, dalle Citycar ai Suv. I nuovi modelli della Fca basati su questa piattaforma francese verranno d’ora in poi prodotti in Polonia, a Tychy, dove già viene prodotta la nuova 500.
L’operazione Stellantis trova sostanziale appoggio dai sindacati confederali... competere sul mercato conviene a tutti, che chiedono però al governo, allo Stato, di vigilare sulla regolarità dell’operazione E mentre operai e impiegati guardano all’operazione con il timore di perdere il posto, gli azionisti di Fca si sono già spartiti un dividendo straordinario di 2,9 miliardi di euro come bonus per l’operazione.
Il risparmio sul costo del lavoro, con conseguente aumento dei profitti per gli azionisti, è il faro che direziona la fusione che ha portato alla nascita di Stellantis, anche se nasconderlo sembra lo sport preferito degli analisti economici italiani. Soltanto sulla produzione di motori diesel il nuovo gruppo conta di risparmiare 3,7 miliardi di euro l’anno, quindi le rassicurazioni dei due gruppi sul mantenimento in opera di tutti gli stabilimenti attualmente utilizzati lascia il tempo che trova, a meno che non si riferissero soltanto agli edifici. Il 4 gennaio scorso il Wall Street Journal e Il 7 gennaio l’Economist, spiegavano che il punto debole dell’operazione è proprio la componente italiana: il risanamento della scarsa produttività del marchio Fiat è il primo punto sull’agenda di Stellantis.
Psa ha già risolto brillantemente il problema della produttività di alcuni dei suoi marchi e sempre per mano del suo amministratore delegato Tavares, che adesso è l’amministratore delegato di Stellantis. Ad esempio ha acquisito la Opel quando era in passivo e l’ha riportata in attivo. Come? E’ semplice, ha licenziato un terzo dei dipendenti, difficile immaginare un finale diverso per Fiat.
Per compiere questa operazione senza dare nell’occhio occorre una stampa compiacente, che non gridi allo scandalo per i licenziamenti e le ristrutturazioni che verranno, che non crei allarme sociale. Ed ecco spiegate le grandi manovre dello scorso anno della famiglia Elkann aka Agnelli in campo editoriale.
pc 23 gennaio - NO TAV pene dimezzate, ma la persecuzione e santa inquisizione contro il movimento NOTAV continua
No Tav: pene dimezzate nel processo d'Appello bis per gli scontri del 2011 in Val Susa
pc 23 gennaio - Novara - Un presidio contro gli F-35 e le armi nucleari
L’iniziativa su Facebook di don Renato Sacco, parroco di Cesara e coordinatore nazionale di Pax Christi
pc 23 gennaio - FACCIAMO PAGARE LA CRISI AI PADRONI! TUTTI/E IN PIAZZA IL 29 E 30 GENNAIO!
La crisi sanitaria ancora pienamente in atto a livello mondiale sta accelerando e rendendo ancora più evidenti le contraddizioni strutturali dell’attuale modo di produzione.
Un’emergenza pandemica che non è casuale ma al contrario è strettamente legata al sistema capitalistico e alla sua espansione vorace e predatoria, che non risparmia alcun ecosistema.
Sono infatti in progressivo e costante aumento la deforestazione e la desertificazione, l’incremento irreversibile della temperatura terrestre che produce ciclicamente catastrofi naturali, l’agribusiness e l’allevamento intensivo, l’inquinamento e l’urbanizzazione esasperata, la rapina di territori e i conseguenti fenomeni di migrazione alla ricerca di una vita dignitosa.
Un sistema fondato sulla massimizzazione del profitto, sul massiccio sfruttamento di vite e sul saccheggio di risorse su scala globale non poteva che provocare, tra i suoi rovinosi effetti sociali, anche questa crisi sanitaria mondiale.
Sebbene l’intero sistema produttivo e sociale sia stato travolto da questa crisi, governi e padroni si appellano alla retorica dell'unità nazionale: in realtà intendono scaricare i costi della crisi solo sulle classi subalterne per tutelare l'accumulazione di ricchezze dei capitalisti che non viene minimamente intaccata dalle misure governative, anzi il più delle volte continua a crescere.
Le politiche messe in atto dai governi nazionali, Conte in primis, segnano la subordinazione servile alle richieste e alle forti pressioni padronali che spingono per misure di tutela dei loro profitti e di socializzazione delle perdite sulle classi subalterne, le quali saranno costrette a pagare le inevitabili ristrutturazioni produttive. Le misure di emergenza sino ad ora messe in campo comporteranno l’aumento del debito (a partire dal Recovery Plan) e pertanto ulteriori stagioni di “sacrifici”, con tagli del welfare, sterilizzazione dei salari e sgretolamento di tutele e diritti acquisiti (tra cui anche il diritto di sciopero e di attività sindacale).
In questo quadro tendono ad inasprirsi il patriarcato e le discriminazioni di genere: l’atomizzazione e la segregazione generata dallo smart-working scaricano il peso del lavoro di cura e riproduttivo ancor più sulle spalle delle donne.
Lo stesso vale per la discriminazione degli e delle immigrate: il razzismo istituzionale che ricatta chi non è cittadino italiano, imponendo la subordinazione ad un documento e criminalizzando chi non ce l’ha, comporta un accesso differenziale alle cure, alla prevenzione e al welfare. La finta ‘sanatoria’ promossa dalla ministra Bellanova e il ritocco di facciata ai decreti Salvini sono la prova di quanto faccia comodo alla classe dominante mantenere gli immigrati in una condizione di subalternità legalizzata.
L’imminente termine della moratoria dei licenziamenti non potrà che aggravare la condizione di impoverimento già approfondita da anni di austerità: una moratoria peraltro più fittizia che reale, in quanto il mancato rinnovo dei contratti a termine, la chiusura totale di attività, i licenziamenti disciplinari fittizi, l’espulsione del lavoro sommerso e in nero, già ne hanno decretato la fine.
In definitiva, il padronato sta approfittando della crisi in atto per continuare la propria guerra di classe e regolare i conti con i lavoratori e i proletari: l’offensiva padronale sul versante dei salari, dei contratti e delle complessive condizioni di lavoro è ormai esplicita e palese a chiunque: l'annuncio di oltre 6000 licenziamenti in tutta Europa di lavoratori da parte di Fedex-TNT ne è la riprova.
La gestione dell’emergenza, anche in questa infinita seconda fase, segnala e conferma l’assoluta assenza di tutela della salute e della vita dei lavoratori e delle lavoratrici, subordinata anch’essa alle deroghe tese a tutelare gli interessi padronali e il profitto.
Questo, e non altri, è il principale motivo per cui l'Italia è il paese europeo col più alto numero di vittime per CoViD-19, alimentate ulteriormente da una gestione fallimentare dell'emergenza e da anni di tagli e di distruzione programmata del sistema sanitario nazionale: un sistema al collasso anche per il pressoché completo abbandono delle politiche di prevenzione e della medicina territoriale e del lavoro. L’inizio a dir poco zoppicante della campagna vaccinale ne è un’ulteriore dimostrazione.
Questo stato di cose richiama la necessità di porre con forza all’attenzione dei lavoratori e degli oppressi la necessità oggettiva del superamento del sistema di sfruttamento capitalistico, stante l’assoluta incompatibilità e contrapposizione degli interessi generali di classe con quelli della borghesia imperialista e dei suoi maggiordomi al governo.
Un’incompatibilità e una contrapposizione oggettiva e storicamente data che necessitano di una mobilitazione a livello di massa, di strumenti di lotta che diano realistiche e praticabili risposte alla materialità dei bisogni di classe immediati, per affrontare concretamente le difficoltà del proletariato soprattutto nell’attuale fase storica.
Ma ciò non è sufficiente: devono essere poste le basi per superare la mera difesa sul piano aziendale o di singola categoria per rispondere agli attacchi che subiscono tutti i proletari e per strutturare un fronte di azione e di lotta di massa, esteso, comprensivo dell’insieme dell’intera classe, superando i mille rivoli e le mille vertenze in cui è tutt’ora scomposta.
Un fronte di classe con un chiaro indirizzo anti-capitalista, che rilanci le parole d’ordine storiche e unificanti del movimento operaio, che sia capace di invertire una volta per tutte la tendenza al riflusso e alla passività, e che restituisca ai proletari quel protagonismo e quella fiducia nei propri mezzi che è il requisito fondamentale per resistere e per vincere.
In continuità con le mobilitazioni del 18 e 19 dicembre il Patto d'Azione anti-capitalista aderisce allo sciopero generale del 29 gennaio convocato dalla partecipata Assemblea dei Lavoratori e delle Lavoratrici Combattivi, ne condivide e ne fa proprie le parole d’ordine: riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, cassaintegrazione al 100% del salario, salario medio garantito a disoccupati e precari, imposizione di una Million tax del 10% sul 10% per far pagare la crisi ai suoi artefici, rispetto e potenziamento dei protocolli sanitari per l’autodifesa della salute sui luoghi di lavoro, regolarizzazione senza condizioni degli immigrati sprovvisti di documenti, e lancia una giornata di mobilitazione nei territori, ove possibile, nella giornata di sabato 30 gennaio per riaffermare la necessità della costruzione di un fronte unico di classe il più ampio possibile.
Facciamo quindi appello a tutte le realtà sociali, sindacali e politiche che condividono questa necessità, e ai singoli proletari stanchi di subire quotidianamente le politiche di sfruttamento e marginalità, a partecipare in massa alle giornate del 29 e 30 gennaio e ai prossimi appuntamenti del Patto d'azione.
Patto d’Azione anticapitalista- Per un fronte unico di classe
segnaliamo
il nuovo sito del Patto ancora in definizione
:
www.fronteanticapitalista.org/
pc 23 gennaio - Giorno della memoria - riceviamo e pubblichiamo
«Ah, se ci fosse ancora Hitler...»
Il pranzo di nozze era stato allestito con sfarzo. Intorno ai tavoli rotondi iniziavano a sedersi gli invitati, obbedendo alle liste scritte in bella calligrafia e deposte sulle tovaglie ricamate, con curiosi intrecci rossi, in ossequio agli arcani ragionamenti di una sorella della sposa. Si ritrovavano insieme persone che non si conoscevano affatto ed erano certe di non incontrarsi mai più. Uno degli ospiti, con la testa completamente calva, si accomodò strusciando due chiappe magre sul sedile imbottito e subito iniziò a parlare senza neppure presentarsi agli altri commensali:– È tutta colpa degli ebrei, non trova anche lei, signora? – Poi, sotto lo sguardo stupito di tutti, continuò con un radioso sorriso – Certo, se ci fosse ancora Hitler...
pc 23 gennaio - Dopo gli sgomberi a Torino... nulla o progetti speculativi per padroni, immobiliari, ecc.
stralci da la stampa borghese
Cosa succede agli spazi occupati dopo lo sgombero?
pc 23 gennaio - Sulla situazione nelle carceri - comunicato dello Slai cobas per il sindacato di classe
L'inchiesta di Report di lunedì 18 ha mostrato e disvelato quello che è avvenuto nelle carceri in occasione della rivolta generale della primavera scorsa, che è quello che avviene spesso e volentieri anche in questo autunno-inverno, come diversi blog e organi di stampa denunciano.
I lavoratori autorganizzati nello Slai cobas per il sindacato di classe sono molto sensibili a queste denunce e alla condizione generale delle carceri, per questo sono una delle organizzazioni che aderisce e sostiene Soccorso Rosso Proletario e ne condivide in generale denunce e iniziative, portando ai lavoratori informazioni e sensibilizzazione.
Siamo parte del Patto d'azione che ha inserito nella sua piattaforma nazionale la domanda urgente di 'amnistia e indulto' e di un generale miglioramento della condizione dei detenuti nelle carceri.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe è tenuto a fare tutto quello che è possibile per impedire che pestaggi, torture e morti avvengano nelle carceri, per denunciarne i responsabili e pretendere che vengano perseguiti. Tutte le organizzazioni classiste e combattive sono tenute a farlo, nessuno può dire quando riceve queste denunce: "io non sapevo", così come per ogni associazione proletaria, democratica vale sempre la frase di De Andrè: "anche se vi ritenete assolti, siete tutti coinvolti".
Noi vogliamo inchieste sui responsabili di crimini nelle carceri ai danni dei detenuti e non inchieste verso chi denuncia queste cose.
Lo affermiamo nettamente e chiaramente e non permetteremo abusi su questo verso qualsiasi organizzazione, sindacale, solidale e politica - oggi più che mai davanti alla drammatica condizione che si vive nelle carceri, anche a fronte della pandemia COVID.
Slai cobas per il sindacato di classe - coordinamento nazionale
23-1-2021
Sull’inchiesta di Report sulle carceri e il massacro dei detenuti dopo la rivolta
La puntata di Report:
L’inchiesta di Iovene trasmessa su Report di lunedì scorso merita di esser vista perché ha mostrato, con testimonianze vive e concrete di detenuti e familiari, uno spaccato reale della situazione nelle carceri italiane per troppo tempo censurato o giustificato dai media, per non parlare della raiTV.
venerdì 22 gennaio 2021
pc 22 gennaio - Due appuntamenti importanti e riusciti su Biden/Usa e sul Centenario del PCd'I, meritano una forte continuità di discussione e approfondimento
Stiamo selezionando registrazioni e trascrizioni per consegnare nelle mani dei compagni e dei proletari d'avanguardia in generale i contenuti di analisi teorico/politica/piano perchè si trasformino in combattimento su tutti i fronti e azione aperta, 'nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con la classe e le masse'.
proletari comunisti/PCm Italia
22 gennaio 2021
pcro.red@gmail.com
pc 22 gennaio - Verso lo sciopero generale del 29 gennaio - Messina
pc 22 gennaio - Lavoratori del pubblico impiego verso lo sciopero del 29 gennaio
PUBBLICOIMPIEGO - Appello alle lavoratrici ed ai lavoratori: il 29 gennaio sciopero generale, uniti e organizzati per difenderci dalla crisi
APPELLO ALLE LAVORATRICI ED AI LAVORATORI DEL PUBBLICO IMPIEGO: PARTECIPIAMO ALLO SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DI TUTTI I SETTORI PUBBLICI E PRIVATI DI 24H INDETTO PER IL 29 GENNAIO 2021!
DIFENDIAMOCI DALLA GRAVE CRISI SOCIALE ED ECONOMICA, DETERMINATA DALL’EMERGENZA SANITARIA COLLEGATA ALLA PANDEMIA DEL CORONAVIRUS, CHE IN MODO SEMPRE PIU’ PESANTE COLPIRA’ IL PUBBLICO IMPIEGO COME TUTTA LA CLASSE LAVORATRICE.
Per difenderci non abbiamo altra arma se non quella della reazione e della mobilitazione opponendoci ad un sistema padronale che con i loro governi sono disposti a sacrificare tutta la classe lavoratrice sull’altare del profitto.
pc 22 gennaio - Assolti anche in appello i dirigenti Breda/Ansaldo: per gli operai uccisi dall’amianto nessuna giustizia
Gennaio 20, 20210
ASSOLTI ANCHE IN APPELLO I DIRIGENTI BREDA/ANSALDO.
PER GLI OPERAI UCCISI DALL’AMIANTO NESSUNA GIUSTIZIA.
OLTRE IL DANNO LA BEFFA: LE ASSOCIAZIONI PARTI CIVILI NEL PROCESSO CONDANNATE A PAGARE LE SPESE PROCESSUALI.
IN ITALIA PER GLI OPERAI E LA CLASSE LAVORATRICE NON C’E’ GIUSTIZIA.
PER I PADRONI NON RISPETTARE LE NORME DÌ SICUREZZA E UCCIDERE GLI OPERAI PER IL PROFITTO NON E’ REATO.
Dopo poco più di un’ora e mezzo di Camera di Consiglio la Corte d’Appello della V Sezione Penale,
giovedì 21 gennaio 2021
pc 21 gennaio - dalle Tesi di Lione PCd'I 1926 - stralci
24. La organizzazione della avanguardia operaia in Partito comunista è la parte essenziale della nostra attività organizzativa. Gli operai italiani hanno appreso dalla loro esperienza (1919-20) che ove manchi la guida di un partito comunista costruito come partito della classe operaia e come partito della rivoluzione, non è possibile un esito vittorioso della lotta per l'abbattimento del regime capitalistico. La costruzione di un Partito comunista che sia di fatto il partito della classe operaia e il partito della rivoluzione - che sia cioè, un partito "bolscevico" - è in connessione diretta con i seguenti punti fondamentali:
1) la ideologia del partito;Ognuno di essi infatti indica e comprende una serie di problemi le cui soluzioni interferiscono e si sovrappongono. L'esame separato di essi sarà utile soltanto quando si tenga presente che nessuno può venire risolto senza che tutti siano impostati e condotti di pari passo ad una soluzione.
2) la forma della organizzazione, e la sua compattezza;
3) la capacità di funzionare a contatto con la massa;
4) la capacità strategica e tattica. Ognuno di questi punti è collegato strettamente con gli altri e non potrebbe, a rigore di logica, esserne separato.
L'ideologia del partito
25.
Unità ideologica completa è necessaria al Partito
comunista per poter adempiere in ogni momento la sua funzione
di guida della classe operaia. L'unità ideologica è
elemento della forza del partito e della sua capacità politica,
essa è indispensabile per farlo diventare un partito bolscevico.
Base della unità ideologica è la dottrina del marxismo
e del leninismo, inteso quest'ultimo come la dottrina marxista
adeguata ai problemi del periodo dell'imperialismo e dell'inizio
della rivoluzione proletaria (Tesi sulla bolscevizzazione dell'Esecutivo
allargato dell'aprile 1925, nn. IV e VI).
Il
Partito comunista d'Italia ha formato la sua ideologia nella lotta
contro la socialdemocrazia (riformisti) e contro il centrismo
politico rappresentato dal Partito massimalista. Esso non trova
però nella storia del movimento operaio italiano una vigorosa
e continua corrente di pensiero marxista cui richiamarsi. Manca
inoltre nelle sue file una profonda e diffusa conoscenza delle
teorie del marxismo e del leninismo. Sono quindi possibili le
deviazioni.
L'innalzamento del livello ideologico del partito
deve essere ottenuto con una sistematica attività interna
la quale si proponga di portare tutti i membri ad avere una completa
consapevolezza dei fini immediati del movimento rivoluzionario,
una certa capacità di analisi marxista delle situazioni
e una correlativa capacità di orientamento politico (scuola
di partito).
È da respingere una concezione la quale affermi
che i fattori di coscienza e di maturità rivoluzionaria,
i quali costituiscono la ideologia, si possano realizzare nel
partito senza che siansi realizzati in un vasto numero di singoli
che lo compongono.
26. Nonostante le origini da una lotta contro degenerazioni di destra e centriste del movimento operaio, il pericolo di deviazioni di destra è presente nel Partito comunista d'Italia. Nel campo teorico esso è
pc 21 gennaio - Il programma politico su cui si forma il PCd'I nel 1921
I dieci punti su cui si formò il programma politico del partito sono i seguenti:
«Il Partito Comunista d’Italia (Sezione dell'Internazionale comunista) è costituito sulla base dei seguenti principii: 1. Nell'attuale regime sociale capitalistico si sviluppa un sempre crescente contrasto fra le forze produttive ed i rapporti di produzione, dando origine all’antitesi ed alla lotta di classe tra il proletariato e la borghesia dominante. 2. Gli attuali rapporti di produzione sono protetti dal potere dello Stato borghese, che, fondato sul sistema rappresentativo della democrazia, costituisce l'organo per la difesa degli interessi della classe capitalistica. 3. Il proletariato non può infrangere né modificare il sistema dei rapporti capitalistici di produzione, da cui deriva il suo sfruttamento, senza l’abbattimento violento del potere borghese. 4. L'organo indispensabile della lotta rivoluzionaria è il partito politico di classe. Il Partito comunista, riunendo in sé la parte più avanzata e cosciente del proletariato, unifica gli sforzi delle masse lavoratrici, volgendoli dalle lotte per gli interessi di gruppi e per risultati contingenti alla lotta per la emancipazione rivoluzionaria del proletariato; esso ha il compito di diffondere nelle masse la coscienza rivoluzionaria, di organizzare i mezzi materiali d’azione e di dirigere nello svolgimento della lotta il proletariato. 5. La guerra mondiale, causata dalle intime insanabili contraddizioni del sistema capitalistico, le quali produssero l'imperialismo moderno, ha aperto la crisi di disgregazione del capitalismo in cui la lotta di classe non può che risolversi in conflitto armato tra le masse lavoratrici ed il potere degli Stati borghesi. 6. Dopo l'abbattimento del potere borghese, il proletariato non può organizzarsi in classe dominante che con la distruzione dell’apparato statale borghese e con la instaurazione dello Stato basato sulla sola classe produttiva ed escludendo da ogni diritto politico la classe borghese. 7. La forma di rappresentanza politica nello Stato proletario è il sistema dei Consigli dei lavoratori (operai e contadini), già in atto nella rivoluzione russa, inizio della rivoluzione proletaria mondiale e prima stabile realizzazione della dittatura proletaria. 8. La necessaria difesa dello Stato proletario, contro tutti i tentativi contro–rivoluzionari, può essere assicurata solo col togliere alla borghesia ed ai partiti avversi alla dittatura proletaria ogni mezzo di agitazione e di propaganda politica, e con l'organizzazione armata del proletariato per respingere gli attacchi interni ed esterni. 9. Solo lo Stato proletario potrà sistematicamente attuare tutte quelle successive misure d'intervento nei rapporti dell'economia sociale con le quali si effettuerà la sostituzione del sistema capitalistico con la gestione collettiva della produzione e della distribuzione. 10. Per effetto di questa trasformazione economica e delle conseguenti trasformazioni di tutte le attività della vita sociale eliminandosi la divisione della società in classi, andrà anche eliminandosi la necessità dello Stato politico, il cui ingranaggio si ridurrà progressivamente a quello della razionale amministrazione delle attività umane.» |
pc 21 gennaio - I 21 punti della Internazionale Comunista su cui nasce il Partito Comunista d'Italia
I 21 punti della Internazionale Comunista
Il secondo congresso dell'Internazionale comunista stabilisce le seguenti condizioni per l'entrata nell'Internazionale comunista:
1) ogni forma di propaganda e di agitazione deve rivestire carattere
schiettamente comunista ed essere in conformità con il programma e con
le decisioni dell'Internazionale comunista. Tutta la stampa di partito
deve essere diretta da comunisti fidati che abbiano dato prova della
loro devozione alla causa del proletariato. La dittatura del
proletariato non deve essere vista semplicemente come una comune formula
appresa per abitudine; ma deve essere propagandata in modo che la sua
necessità risulti comprensibile ad ogni comune lavoratore, uomo o donna,
ad ogni soldato o contadino, attraverso i fatti della loro vita
quotidiana, che deve essere sottolineata sistematicamente dalla nostra
stampa ogni giorno.
La stampa periodica e le altre pubblicazioni,
le case editrici del partito, debbono essere completamente subordinate
al presidium del partito senza tener conto del fatto che il partito nel
suo insieme in un dato momento operi apertamente o sia fuori detta
legalità. Non si deve permettere alle case editrici di abusare della
loro indipendenza e seguire un indirizzo non interamente conforme alla
linea del partito.
Sulle colonne dei giornali, nelle riunioni
popolari, nei sindacati e nelle cooperative, ovunque gli aderenti
all'internazionale comunista abbiano accesso, si deve denunciare,
sistematicamente e senza posa, non solo la borghesia ma anche i suoi
fiancheggiatori, i riformisti di tutte le sfumature.
2) Ogni organizzazione che desideri entrare nell'Internazionale comunista, deve, in modo sistematico e pianificato, rimuovere i riformisti ed i centristi da ogni posizione di responsabilità in seno al movimento operaio (organizzazioni di partito, istituti editoriali, sindacati, gruppi parlamentari, cooperative, enti di governo locali) e sostituirli con semplici operai.
3) Praticamente in ogni paese d'Europa e d'America la lotta di classe sta entrando nella fase della guerra
pc 21 gennaio - "NON SI PUO' SVILUPPARE LA LOTTA DI CLASSE SENZA ROMPERE CON LA LINEA DI CGIL-CISL-UIL" - Importante intervento dell'operaio dello Slai cobas della Tenaris Dalmine all'assemblea delle lavoratrici e lavoratori combattivi
"E' importante questa assemblea dei lavoratori perchè sono poi quelli che concretamente devono portare nei posti di lavoro la battaglia per lo sciopero, Si tratta di una battaglia in cui dobbiamo dire, e mettere in campo, che c’è un’alternativa a subire la ristrutturazione capitalistica che comunque c’era prima della pandemia e che adesso da un lato è più agevolata da parte dei padroni, ma dall’altro apre anche delle altre contraddizioni. Quindi, in questo senso è bene cercare di fare uno sforzo collettivo. Io cercherò di fare la mia parte, e invito anche gli altri compagni, tutti i partecipanti, le realtà di fabbrica e tutti lavoratori, lavoratrici di questa assemblea a mettere in campo un passo più operativo per cercare di fare un programma per lo sciopero del 29, di capire quali interventi fare, in quali fabbriche, in quali realtà.
Alcune sono già in campo da tempo, tipo quelle della logistica, però per tutti i partecipanti a questa assemblea la discriminante è che deve dire esattamente cosa concretamente fa, dove porta e come lo sostiene, perchè lo sciopero abbia un risultato, sia propagandato; esso deve essere anche frutto di una battaglia perchè lo sciopero ci deve essere.
Se non si fa questo passo non si potrà mai costruire un movimento più ampio, perchè la forza per potere far pagare la crisi ai padroni arriva dagli operai e in particolare dalle fabbriche.
Noi ci troviamo ad operare alla Tenaris Dalmine dove è in atto una feroce ristrutturazione e dove si è già iniziato a licenziare 180 lavoratori tramite un’accordo sindacale che, dietro il discorso dei "volontari", che poi volontari non sono perchè sono scelti dall’azienda tra quelli che devono andare in pensione o che all’azienda non vanno più bene, punta a intercambiare lavoratori in forza da anni con "carne giovane e fresca" per continuare a sfruttare.
Quindi, noi dobbiamo porre all’interno di questa fabbrica, come di tante altre, uno scontro. Anche
pc 21 gennaio - SULL'INIZIATIVA SUI "VACCINI"/INCONTRO DEL 13 GEN CON F. CHIODO RICERCATORE A CUBA DEL VACCINO ANTI COVID - l'intervento di Chiodo e dello Slai cobas per il sindacato di classe e
https://drive.google.com/file/d/153ECOl4qMhhKfxqiIilq9IIncvIqffuX/view?usp=sharing
INTERVENTO DELLO SLAI COBAS SC
Innanzitutto
ringrazio Fabrizio perché lavoro che svolge è molto importante in
questa fase, non solo sul piano tecnico ma proprio sul piano del
contributo che dà, di cui c'è bisogno, nella lotta che i lavoratori, i
disoccupati, i precari, le masse in generale in questo paese devono
fare; perché non possiamo che partire dal dato che la sanità,
l’organizzazione della sanità, l'organizzazione della vita nei paesi
capitalisti come il nostro ha trasformato la pandemia in strage, cosa
che non era un “fenomeno naturale”.
Quando Fabrizio indica il numero
dei contagiati e dei morti a Cuba, ci dice sostanzialmente che una
diversa organizzazione sociale, oltre che una diversa gestione della
sanità, ci avrebbero evitato di
mercoledì 20 gennaio 2021
pc 20 gennaio - Operai senza sicurezza e senza giustizia
Piemonte
Operaio morto cadendo da un ponteggio. I sindacati: “Più sicurezza nei cantieri”
Operaio di Boves colpito alla testa da un cassonetto ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Cuneo
Operai morti per amianto: a processo nove dirigenti del polo chimico di Novara
pc 20 gennaio - AVANTI VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 29 GENNAIO - Report della terza assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi
pc 20 gennaio - Editoriale - Fallisce per ora l'attacco di Renzi per conto della destra e dei fasciopopulisti a Conte - ma il governo si indebolisce - Per i proletari e le masse popolari è ora di farsi sentire
Al Senato ieri è fallito quasi in extremis l'assalto di Renzi in sintonia con il centrodestra a traino Salvini/Meloni per far cadere il governo e aprire la strada al governo d'emergenza DRAGHI o al governo Salvini come esito di eventuali elezioni anticipate.
Cosa sarebbe questo governo nuovo lo hanno chiarito non Conte ma Salvini/Meloni e alleati con interventi all'insegna del fascismo, razzismo e volgari attacchi populisti, che vorrebbero cavalcare la tigre del malcontento popolare per un governo dei 'pieni poteri' al servizio dei padroni e della marcia verso la dittatura aperta, con il passaggio presidenziale e presidenzialista della fine del mandato di Mattarella.
Ma certamente Conte appare indebolito e ancora più ricattabile dalla non maggioranza al Senato e quindi comunque la sua continuazione è segnata da uno spostamento 'oggettivo' a destra.
Sono i padroni, la Confindustria di Bonomi in primis ora a cercare di capitalizzare la debolezza del Governo spingendolo in nome della tenuta economica verso una politica ancora più padronale in termini di uso del Recovery Plan e MES a loro favore e rimozione di ostacoli a sfruttamento/precarietà/licenziamenti per il loro profitto e nella guerra commerciale nel mercato mondiale - attraversato da crisi economica generale alimentata dalla pandemia dilagante.
Ma la debolezza del governo si presta all'iniziativa e alla lotta proletaria e popolare, che qui e ora deve ripartire e intensificarsi intorno alle rivendicazioni proletarie: - cassaintegrazione pari al 100% del salario, nessun licenziamento e nessuna chiusura di fabbriche, riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga - tassa patrimoniale sui padroni e grandi ricchezze - estendo la lotta sempre più alle fabbriche, a tutti i luoghi di lavoro ancora fermi e succubi della politica di collaborazione dei sindacati confederali, alla scuola rilanciando l'unità studenti/lavoratori, alla sanità - che non ha avuto nonostante la gravità una lotta generale vera, al territorio con le rivendicazioni di salario e lavoro per disoccupati e precari e non ristori e mance a padroni, padroncini, commercianti ecc.
Come netta e dura deve essere l'iniziativa proletaria e popolare a fronte della pandemia
Lo sciopero del 29 è una prima e chiara iniziativa per aprire una fase di continuità, estensione e intensificazione della lotta.
Ma è necessario che in ogni lotta venga posta una chiara discriminante contro fascio populismo e negazionismo - che si cela anche dietro l'eterna demagogia su 'teatrino politico', 'poltrone e politici' 'antiparlamentarismo demagogico', 'dittatura sanitaria', 'antilockdown', 'dittatura di Conte' - tutte frasi qualunquiste/reazionarie al servizio della destra anche estrema, parole d'ordini che vengono cavalcate anche da 'rossobrunisti' e 'sovranisti tinti di 'rosso'.
Sviluppiamo la lotta e l'organizzazione politica proletaria, il fronte unico di classe, la lotta sindacale e sociale in forme di guerra di classe - respingendo divieti di sciopero- manifestazioni e repressione antiproletaria e anti popolare
Costruire la polarizzazione tra padroni/governo/stato del capitale da un lato, operai, lavoratori, studenti e giovani, masse popolari dall'altro è necessario, è possibile ed è l'unica strada per l'alternativa rivoluzionaria di governo, stato, società
proletari comunisti/PCm Italia
20 gennaio 2021
pc 20 gennaio - SULL'INCHIESTA DI REPORT SULLE CARCERI E IL MASSACRO DEI DETENUTI DOPO LA RIVOLTA - Una nota di SRP
La puntata di Report:
L'inchiesta di Iovene trasmessa su Report di lunedì scorso merita di esser vista perché ha mostrato, con testimonianze vive e concrete di detenuti e familiari, uno
spaccato reale della situazione nelle carceri italiane per troppo tempo censurato o giustificato dai
media, per non parlare della raiTV.
Rispetto a quanto emerso sinora dalle denunce e dalle indagini in corso ha aggiunto poco, ma quel
poco che ha aggiunto è da vedere e da sentire: il sangue dei detenuti di Modena schizzato
sulla polizia penitenziaria, l'attesa delle familiari dei detenuti fuori dal carcere nella vana
speranza che venissero soccorsi, 6 ore di urla, di agenti imbrattati di sangue che affermavano,
davanti alle parenti, che non si erano mai divertiti tanto nel picchiare i ragazzi. E poi i carri
funebri che uscivano dal carcere e poi niente. Per mesi più niente. Detenuti che non avevano
partecipato alla rivolta ugualmente pestati a sangue e trasferiti, picchiati anche durante e dopo il
trasferimento, ogni giorno per 3 mesi. Per mesi non hanno potuto neanche telefonare a un avvocato,
per mesi tenuti senza potersi lavare, senza coperte e senza potersi cambiare i vestiti, picchiati ogni giorno, 3 volte
al giorno, le guardie carcerarie entravano nelle celle con secchiate di acqua fredda e giù botte ecc.
Di nuovo ha aggiunto la risposta imbarazzata del magistrato di sorveglianza di S.M.Capua Vetere, che
di fronte alla domanda di Iovene sulla violenza delle guardie nel carcere di S.M.C.V. ha detto: "è
inquietante, così come è inquietante il fatto che rischierei un provvedimento disciplinare se
rispondessi alle vostre domande"
Purtroppo le conclusioni del
servizio e le pessime chiose di Ranucci hanno sporcato un'inchiesta onesta e ben fatta.
Si dice che c'è il sovraffollamento e si propone di ridurlo costruendo altre carceri, magari più
umane, con maggiori sostegni alla polizia penitenziaria; rispetto all'indulto o all'amnistia,
richiesti a gran voce da detenuti, parenti e garanti, vengono considerati alla stregua del
fallimento dello Stato che non ha saputo adeguare negli anni le carceri a una crescente popolazione
detenuta; rispetto a quest'ultima si mette poi in un indistinto calderone criminali, immigrati,
uomini maltrattanti, tossicodipendenti e poveri, senza dire che in Italia, dagli anni '70 ad oggi, i
reati sono diminuiti a dismisura, e a dismisura sono cresciute le occasioni per delinquere, ossia la
povertà e la mancanza di opportunità lavorative.
Ma in queste pessime conclusioni Ranucci offre anche lo spunto per un ulteriore inchiesta, quando
parla dei 700 milioni di euro stanziati con il piano Alfano per costruire nuove carceri, sui cui
appalti avevano già messo gli occhi addosso certi costruttori (Ligresti e Caltagirone): a chi giova
costruire altre carceri?
Soccorso rosso proletario
pc 20 gennaio - Morti amianto Breda, il processo a Milano verso la conclusione
PROCESSO D’APPELLO MORTI AMIANTO BREDA
VERSO LA CONCLUSIONE
il 19 gennaio 2021 ultime arringhe degli avvocati presso la Corte d’Appello di Milano (sezione Quinta), sul banco degli imputati manager e dirigenti di Milano che non hanno mai avuto il coraggio di mostrare le loro facce al processo accusati della morte per amianto (mesotelioma) di 12 lavoratori.
In primo grado gli imputati di omicidio colposo erano stati assolti dal giudice dott. Simone Luerti della 9° Sezione Penale del Tribunale di Milano, con la formula “il fatto non sussiste” e per “non aver commesso il fatto”, nonostante le decine di testimonianze di ex lavoratori e ATS (ex ASL)
pc 20 gennaio - ILPROCESSO ILVA ENTRA NELLA FASE CONCLUSIVA - Importante in questa fase la presenza dei lavoratori, parti civili - Lo Slai cobas darà indicazioni
Con l'udienza di ieri si è chiusa la fase istruttoria e il 1° FEBBRAIO AVRA' INIZIO LA FASE DI DISCUSSIONE.
La Corte d'Assise - dopo aver riascoltato lunedì scorso, il perito delle intercettazioni, nominato a suo tempo dalla Corte d'Assise - ha cancellato l'ascolto dell'ultimo teste della difesa (che ha più volte presentato certificati medici) e ha rigettato con un'ordinanza tutte le richieste di integrazione probatoria avanzate dagli avvocati degli imputati che chiedevano il riascolto di alcuni testi e di confronto tra altri (avvocati che ancora ieri sono intervenuti per contestare l'ordinanza del giudice e per chiedere che la fase dibattimentale iniziasse tra tre mesi - ma ancora una volta tutte le richieste sono state respinte).
La Corte non ha, però, ancora formulato un calendario; importante per gli interventi degli avvocati delle parti civili, tra cui quelli dei lavoratori Ilva/Cimitero. abitanti dei quartieri inquinati, presentati dallo Slai cobas sc.
Dovrebbe farlo nell'udienza del 1° febbraio.
Dopo il 1° febbraio lo Slai cobas organizzerà un'assemblea delle parti civili, aperta a tutti i lavoratori e cittadini di Taranto, con la presenza di avvocati, e la partecipazione al processo in occasione dell'intervento dei nostri avvocati.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
slaicobasta@gmail.com - 3475301704
martedì 19 gennaio 2021
pc 19 gennaio - Per le materie prime si accende lo scontro interimperialista sulla pelle di proletari, masse e popoli oppressi
"I monopoli condussero all’accaparramento intensivo delle principali sorgenti di materie prime, specialmente nell’industria piú importante e piú cartellata della società capitalistica, quella siderurgico-mineraria. Il possesso monopolistico delle piú importanti sorgenti di materia prima ha aumentato immensamente la potenza del grande capitale e acuito l’antagonismo tra l’industria dei cartelli e l’industria libera... il monopolio sorse dalla politica coloniale. Ai numerosi “vecchi” moventi della politica coloniale, il capitale finanziario aggiunse ancora la lotta per le sorgenti di materie prime, quella per l’esportazione di capitali, quella per le “sfere d’influenza”, cioè per le regioni che offrono vantaggiosi affari, concessioni, profitti monopolistici, ecc., e infine la lotta per il territorio economico in generale. Quando, per esempio, le potenze europee occupavano con le loro colonie solo una decima parte dell’Africa, come era il caso ancora nel 1876, la politica coloniale poteva allora svolgersi in forma non monopolistica, nella forma, per cosí dire, di una “libera presa di possesso” di territorio. Ma allorché furono occupati già nove decimi dell’Africa (verso il 1900), allorché fu terminata la divisione del mondo, allora, com’era inevitabile, s’iniziò l’età del possesso monopolistico delle colonie, e quindi anche di una lotta particolarmente intensa per la spartizione e ripartizione del mondo...È noto a tutti quanto il capitale monopolistico abbia acuito tutti gli antagonismi del capitalismo. Basta accennare al rincaro dei prezzi e alla pressione dei cartelli. Questo inasprimento degli antagonismi costituisce la piú potente forza motrice del periodo storico di transizione, iniziatosi con la definitiva vittoria del capitale finanziario mondiale".
Lenin, L’imperialismo, fase suprema del capitalismo
Ci sarà un nuovo boom delle materie prime? L’analisi del Guardian
di Redazione Start Magazine
L’economia globale potrebbe essere sull’orlo di un nuovo “superciclo” delle materie prime, mentre i
pc 19 gennaio - Se ne vanno sempre i "migliori..."
E' morto Andreassi, vice capo polizia al G8 di Genova: unico a collaborare alle indagini, venne rimosso
pc 19 gennaio - Intimidazione poliziesca a Roma alla Casa delle Donne Lucha y Siesta, nel silenzio complice di sindaca e Regione Lazio
il comunicato
VIOLENZA, LUCHA Y SIESTA DENUNCIA L’ASSURDA PROCEDURA DI IDENTIFICAZIONE DELLE DONNE OSPITIIeri un fatto molto grave ha scosso la comunità della Casa delle Donne Lucha y Siesta: un nutrito gruppo di agenti del Commissariato Tuscolano, approfittando dell’apertura del cancello della casa da parte di un ragazzo che andava a scuola, è entrato, senza preavviso, dentro le stanze della Casa delle Donne Lucha y Siesta. Ha identificato, con una procedura quantomeno atipica, le donne ospiti e i/le minori, senza dare spiegazioni, senza attendere l’ausilio delle avvocate, arrivando fin dentro la casa, stanza per stanza.
Cosa o chi pensavano di trovare?
Le donne ospitate nella Casa, come noto, stanno vivendo percorsi di fuoriuscita dalla violenza, sono seguite dai servizi sociali, sono inviate da strutture che non hanno lo spazio per accogliere, hanno fatto un percorso di ascolto, di screening sanitario regionale, sono in molti casi seguite in collaborazione con altre associazioni che si occupano di contrasto alla violenza di genere e che trovano in Lucha una risorsa preziosa. Le loro identità sono ben note; perché, quindi, identificarle e agire nei loro confronti l’ennesima violenza?
Quale sarebbe il senso di una simile operazione?
Quale poi il ruolo della Procura della Repubblica nel contrasto alla violenza? Per quanto ci riguarda quanto accaduto si inserisce nello stesso solco delle decine di sentenze rivittimizzanti, discriminatorie e ingiuste nei confronti delle donne che denunciano le violenze.
Perché infine tanto accanimento nonostante la Regione Lazio abbia riconfermato, con uno stanziamento di fondi, il proprio impegno per acquistare l’immobile, restituirlo alla cittadinanza e salvaguardare la complessa e preziosa esperienza della Casa?
Sono domande legittime che nascono dalla incongruenza tra quello che le istituzioni vanno sbandierando con le campagne comunicative e la realtà dei comportamenti delle forze dell’ordine che agiscono vittimizzando nuovamente chi cerca una nuova serenità. È inaccettabile.
Lucha y Siesta è bene prezioso per la città, a cui ogni giorno le istituzioni stesse si rivolgono per dare risposte a bisogni che altrimenti non saprebbero affrontare. È così da 12 anni. Qui ogni giorno si lotta per costruire accoglienza, orientamento e supporto. Non tollereremo dunque il modo scomposto e abusante con cui l’identificazione è stata compiuta, non tollereremo l’arroganza con cui si asfaltano percorsi di donne che lottano per uscire dalla violenza, non tollereremo atteggiamenti inopportuni di chi dovrebbe essere formato contro la violenza di genere, ma evidentemente in modo insoddisfacente e inadeguato.
Pretendiamo risposte alle nostre domande. Lo faremo in tutte le sedi possibili. L’intimidazione, se questo fosse stato l’obiettivo, non ci ha mai spaventate. La città reale è con noi, ma evidentemente una politica vuota e disumana non sa guardarsi intorno.
pc 19 gennaio - Nello sciopero generale del 29 portare forte e chiara l'esigenza della lotta politica e della costruzione del Partito
La pandemia continua con una caterva di morti e malati e con la sanità inadeguata che torna a collassare - ma governo e istituzioni hanno a cuore solo gli interessi dei padroni e commercianti.
Mentre in Parlamento dilaga la guerra tra bande di ministri e parlamentari dediti alla salvaguardia delle loro poltrone e della grande mangiatoia dei fondi europei e pubblici - usati fino ad ora come misere mance buttate ai cani per tenere legate a sè le masse.
E’ assolutamente necessario per proletari e masse popolari prendere la parola attraverso la lotta e la ribellione; è assolutamente necessario riempire di contenuti e di forze di lavoratori, masse popolari l’opposizione vera a questo governo, a queste istituzioni, ai padroni che li guidano di fatto, per difendere lavoro, salario, sanità, scuola, salute, sicurezza e vita.
I padroni mentre vogliono tutto per loro i fondi pubblici e fondi UE respingono le richieste contenute nelle piattaforme contrattuali, continuano a chiudere e a licenziare, impongono sui posti di lavoro condizioni sempre peggiori e fanno della cassaintegrazione covid un’arma dello scaricamento della crisi sui lavoratori, un’arma per flessibilità, ristrutturazioni e ricatto occupazionale.
Nelle fabbriche le norme di sicurezza anticovid, i protocolli approvati o non vengono applicati o non sono assolutamente sufficienti a tutelare i lavoratori dal contagio, e il numero di morti e malati tra i lavoratori vengono taciuti e nascosti. Governo e istituzioni nei loro decreti non citano neanche quello che succede nelle fabbriche dando per scontato la linea di ‘produci e crepa’.
Gli operai in tutto questo non hanno voce ne organizzazione adatta a rispondere. Ma questa voce e forza organizzata deve costruirsi ora! Dentro le fabbriche e posti di lavoro deve ripartire forte e chiara la lotta e la guerra di classe! Dal piccolo al grande, da pochi a tanti fino a una marea montante.
Quest’autunno-inverno in cui paghiamo la crisi e la pandemia sulla nostra pelle è frutto di un lungo inverno, dominato dall’affermazione senza limiti del capitalismo e delle leggi della dittatura dei padroni. Un lungo inverno fatto di partiti politici divenuti caste affaristiche e corrotte che si sono ingrassate sulla pelle delle masse sfruttate; un lungo inverno in cui è stato propagandato il razzismo, sono stati ritirati fuori dalle fogne i fascisti, sono stati cancellati diritti e conquiste in materia di salari, lavoro, sanità pubblica, scuola pubblica, conquistati con la straordinaria stagione del ’68/69, dell’Autunno caldo, proseguita nei primi anni 70 conquistati con una lotta vera in cui gli operai, gli studenti, le masse hanno messo in discussione il sistema, hanno visto all’orizzonte un altro potere, un’altra società, un altro modo di vivere.
Questa straordinaria stagione è stata schiacciata dal tallone di ferro del capitale e del suo Stato dimostrando la verità storica di Marx-Engels-Lenin: “...lo Stato moderno, qualunque ne sia la forma, è una macchina essenzialmente capitalistica, uno Stato dei capitalisti, il capitalista collettivo ideale... nella lotta politica di classe contro classe, l'organizzazione è l'arma più importante...”
Questa organizzazione, la principale delle organizzazioni è il Partito Comunista, che dobbiamo ricostruire nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con la classe e le masse, oggi a 100 anni dalla fondazione del PC in Italia
proletaricomunisti/Pcm Italia
pcro.red@gmail.com