pc 16 gennaio - La giornata d'azione del 15 delle donne/lavoratrici ha tracciato un altro importante passo perchè siano le proletarie l'avanguardia effettiva della lotta perchè tutta la vita deve cambiare - seguono alcune cronache dal blog femminismorivoluzionario

Dal sud al nord ieri, 15 gennaio, tante e varie sono state le iniziative. Ne parleremo, anche attraverso le foto, di alcune. Nella giornata d'azione abbiamo cominciato a concretizzare l'impegno che ci eravamo date nell'ultima assemblea nazionale telematica del 19 novembre: passare dalla denuncia all'azione. Unire in un unico movimento le lotte delle lavoratrici, soprattutto, che ci sono e continuano, ma che hanno necessità di far parte di un unico fiume, di avanzare, verso l'obiettivo - come hanno detto le operaie di Bergamo - di costruire la forza per rovesciare questo sistema di sfruttamento e oppressione padronal-maschilista. 

Questa forza deve invadere ogni lotta e ogni campo, ed essere riconosciuta e riconoscibile, perchè la battaglia delle donne proletarie, della maggioranza delle donne, porta, per la sua condizione di attacco a 360°, una "marcia in più", un bisogno/necessità di lotta rivoluzionaria a 360°, che è indispensabile - e deve ben comprenderlo - all'intero movimento proletario. 

Al centro dovunque, con assemblee, presidi, volantinaggi, discussioni, vi è stata la piattaforma delle donne/lavoratrici, la sua discussione, la verifica della sua risposta alla realtà concreta che oggi vivono le donne; quali obiettivi oggi impugnare insieme, a livello nazionale, quali renderli "carne e sangue" nel prossimo sciopero delle donne.

La Giornata d'azione del 15 ha cominciato a rendere visibile e a segnare questo percorso e soprattutto ad inviare un messaggio di fiducia, di coraggio a tutte le donne: è possibile ribellarci, è possibile che dovunque le lavoratrici si uniscano e scendano in lotta, prima possiamo essere poche ma poi se siamo determinate cresceremo. 

E' una battaglia difficile, ma necessaria e bella!

SEGUONO NEGLI ALTRI POST ALCUNE DELLE INIZIATIVE DELLA GIORNATA DEL 15

pc 16 gennaio - Dal Messico - Oaxaca - dichiarazione politica dell'assemblea nazionale - importante

Estimados camaradas.
Compartimos con ustedes la Declaración Política de nuestra pasada Asamblea Estatal Ordinaria en Oaxaca, México, para su más amplia difusión. 
Saludos internacionalistas!

Oaxaca: Declaración política

Asamblea Estatal Ordinaria.

Oaxaca, México.

Enero 10 de 2021.

A la clase obrera y los trabajadores

Al campesinado pobre y los pueblos originarios-oprimidos

A la juventud estudiantil-popular

A las insurrectas mujeres del pueblo

A las formaciones democráticas y revolucionarias 

Camaradas.

En medio del caos, el desorden, la confusión, el redoblar de la crisis económica, el desempleo, la explotación, el despojo, el saqueo, la guerra contra el pueblo, el terrorismo de estado, la pandemia del COVID19 y el virus del electorerismo que sostiene al viejo estado terrateniente-burocrático, las y los SolRojistas en el territorio oaxaqueño hemos realizado exitosamente nuestra Asamblea Estatal Ordinaria de inicios de año.

Decidimos reunirnos pese a los insistentes llamados a la desmovilización que

venerdì 15 gennaio 2021

15 gennaio - A sostegno della grande lotta dei contadini indiani una iniziativa proletaria internazionalista storica nel nostro paese

FORTE IMPEGNO SOLIDALE DEI LAVORATORI NELLE FABBRICHE E COOPERATIVE TRA BERGAMO E BRESCIA, IN CAMPO PER GARANTIRE LA RIUSCITA DELLA MOBILITAZIONE DEL 17 GENNAIO


pc 15 gennaio - Nella giornata di azione delle donne proletarie - la solidarietà alle detenute



Una “Giornata di azione” con al centro la piattaforma delle donne/lavoratrici, in cui sono formalizzate ed espresse anche le istanze delle detenute e delle familiari di proletari prigionieri. La giornata di azione del 15 gennaio deve servire a dar spazio, voce e visibilità anche alle richieste delle detenute, a quelle mamme che ancora oggi sono costrette a vivere in carcere con i loro bambini, a tutte quelle donne che vivono

giovedì 14 gennaio 2021

pc 14 gennaio - Il movimento delle donne operaie e lavoratrici in lotta, dopo due assemblee nazionali telematiche che ne hanno sancito la piattaforma, passa all'azione!

15 gennaio un segnale collettivo a tutte le operaie, lavoratrici e donne del popolo, in lotta su tutti fronti contro governo, padroni, Stato e sistema del capitale che scaricano sulle donne pandemia e crisi, alimentando e rafforzando la doppia oppressione.

Un segnale al movimento sindacale anche quello di base e classista, ai movimenti generali, che a fatica lavorano e "digeriscono" che le donne, innanzitutto le proletarie abbiano un ruolo di prima fila per orientare e contaminare tutto

Iniziative in diverse città italiane e diversi posti di lavoro non tanto di lotta, ma di propaganda orientamento agitazione , discussione sulla piattaforma approvata dalle assemblee tematiche che ne rafforzi l'identità proletaria e femminista e influenzino il movimento generale.

Le donne proletarie e popolari sono maggioranza e la loro presenza di lotta e di protagonismo, mette in discussione la condizione non solo delle donne, ma l'intero quadro dei rapporti sociali del capitale fondati sullo sfruttamento e la doppia  oppressione.

Il 15 quindi per dare forza a tutte le scadenze di lotta sui posti lavoro e sul territorio, in maniera unitaria ma anche critica agente  - a partire dalle prime due scadenze generali che le donne proletarie in lotta vogliono e devono sostenere:

29 gennaio sciopero generale
30 gennaio mobilitazioni e manifestazioni ovunque e possibile con tutti quelli che ci stanno

Assemblea nazionale donne/lavoratrici
info: mfprnaz@gmail.com

pc 14 gennaio - In piazza a Cagliari contro l’occupazione militare, repressione ed esercitazioni di A Foras

In piazza a Cagliari il 19 e il 27 gennaio

Sono 26 le organizzazioni politiche, le associazioni e i sindacati che hanno firmato l’appello intitolato “Contra a s’ocupatzione militare! Solidarietà con tutte e tutti gli indagati dell’Operazione Lince”.

L’obiettivo dei firmatari è duplice: da un lato tornare nuovamente in piazza, stavolta a Cagliari, per ribadire la contrarietà ai poligoni militari e alle esercitazioni; dall’altra manifestare una solidarietà fraterna ai 45 indagati e indagate dalla Procura di Cagliari per il loro impegno nella lotta contro le basi.

«Il movimento sardo contro le basi, le esercitazioni e l’occupazione militare è una realtà variegata ed eterogenea – spiegano le ventisei organizzazioni firmatarie dell’appello – e, a partire dalla grande manifestazione di Capo Frasca del 13 settembre 2014 ha vissuto una nuova fase di espansione. Appena due settimane prima del ritorno unitario a Capo Frasca, nel 2019, vennero rese pubbliche le denunce a carico di 45 militanti del movimento sardo contro le basi: accuse pesantissime e inverosimili che arrivano fino al terrorismo e all’associazione eversiva (art. 270 bis), per aver partecipato alle manifestazioni che si svolsero nei pressi dei poligoni militari dal 2015 al 2017.

pc 14 gennaio - Lo stato sionista israeliano cerca di ipotecare il post Trump bombardando la Siria - un commento

Raid aerei israeliani hanno bombardato, martedì notte, una serie di postazioni di milizie alleate al governo di Damasco nella regione di Deir Ezzor, nella Siria orientale, e ad Albukamal, vicino al confine tra Siria e Iraq.

Si tratta del quarto attacco aereo israeliano in Siria nelle ultime tre settimane. Una fonte dell’intelligence americana, citata dall’Associated Press, riferisce che i raid israeliani erano basati su notizie di intelligence fornite dagli Stati Uniti.

Amos Yadlin, ex capo dell’intelligence militare israeliana, oggi direttore dell’Institute for National

pc 14 gennaio - Di Maio, l'imperialismo italiano e la Tunisia - un commento

Di Maio oggi ha tweettato a sproposito:

"Oggi la Tunisia democratica celebra il suo decimo anniversario. Il popolo tunisino può essere orgoglioso di avere realizzato in questo decennio importanti risultati sotto il profilo delle libertà politiche e dei diritti individuali, della tenuta di elezioni libere e trasparenti, della successione pacifica ai vertici dello Stato. La democrazia è per tutti un processo lungo e complesso.
Le istituzioni tunisine potranno continuare a contare sul forte sostegno italiano per consolidare lo Stato di diritto, favorire la piena attuazione di condivisi valori democratici e realizzare quelle riforme utili a infondere nuova fiducia nell'economia. Anche con progetti concreti in favore delle imprese e delle giovani generazioni, l'Italia intende restare a fianco della Tunisia nella sua irreversibile scelta democratica".

La "Tunisia democratica" di Di Maio sostenuta dall'imperialismo italiano è la Tunisia in cui dopo la grandiosa rivolta popolare che rivendicava "lavoro, libertà e dignità nazionale" ovvero una piena indipendenza della nazione in un quadro di avanzamento della libertà concreta collettiva del popolo e non di certo dei "diritti individuali" borghesi che significa diritti formali per pochi e non diritti sostanziali per tutti, è la Tunisia in cui i 9 governi che si sono succeduti negli ultimi 10 anni stanno gradualmente e progressivamente restaurando la "vecchia Tunisia" di Ben Ali anch'essa sostenuta dall'imperialismo italiano. Uno stato poliziesco che reprime il dissenso politico e sociale, che ricorre ai vecchi metodi dell'intimidazione mirata degli attivisti con mezzi legali e illegali.

Anzi in un'ottica di competizione con l'imperialismo francese, fu proprio l'Italia a sostenere tramite i propri servizi segreti il colpo di stato di Ben Ali alla fine degli anni '80 in modo da garantirsi maggiori dividendi ovvero fette di mercato "a favore delle imprese" (italiane).
Probabilmente date le note lacune storiche che Di Maio ha dimostrato avere negli ultimi anni egli ignora tutto ciò, ma la sostanza non cambia: da ministro degli esteri italiano il tweet esprime coerentemente gli interessi strategici dell'imperialismo italiano in Tunisia...

Poco importa che l'attuale regime così come il vecchio condanni oltre il 30% della popolazione alla disoccupazione, continui a mantenere il paese in uno stato di semidipendenza neocoloniale contraendo sempre più debiti con le agenzie imperialiste quali FMI e BM, permetta gradualmente a militari stranieri, tra cui italiani, a stazionare sul proprio territorio e all'ingerenza nel controllo delle frontiere marittime nel nome della guerra all'emigrazione.

Poco importa che nel decimo anniversario della Rivolta Popolare il governo della "Tunisia democratica" vieti al popolo tunisino di manifestare e di criticarne le politiche scellerate indicendo alla vigilia del 14 gennaio un lockdown di 96 ore utilizzando strumentalmente la pandemia.

E' certo che il popolo tunisino debba essere "orgoglioso" ma non per quello che adduce Di Maio, ma piuttosto perchè la "scelta irreversibile" risiede nel fatto che il popolo tunisino in questi 10 anni non ha mai smesso di lottare e sicuramente non si fermerà finchè l'obiettivo indicato nel 2010 sarà raggiunto.    

pc 14 gennaio - FORMAZIONE OPERAIA - INTERVENTI SERATA ENGELS - CONCLUSIONI

Concludiamo questo ciclo di FO su Engels, riportando le conclusioni della "Serata Engels". 

Vi sono stati altri interventi importanti. Chi vuole li può leggere sul Quaderno della Formazione Operaia, richiedendolo a: pcro.red@gmail.com 

Non è stata una celebrazione ma piuttosto una formazione sul campo, una auto-formazione al servizio della lotta di classe che stiamo conducendo. Quello che vogliamo valorizzare è il fatto che sia stata un’opera collettiva. I compagni hanno costruito questo appuntamento perché c'era il duecentesimo anniversario, c’era una data simbolo, ma soprattutto per porre un problema che non ha niente a che fare con gli anniversari, ha a che fare con la lotta di classe che stiamo conducendo in questo paese...

L'importanza di quello che abbiamo fatto sta proprio nel fatto che i compagni sono stati “obbligati” a lavorare teoricamente e praticamente su questo, e ne vediamo i frutti.
Quando un operaio intervenendo dice: “la teoria mi ha migliorato nella lotta”, allora abbiamo raggiunto

pc 14 gennaio - Nell’Egitto del golpista Al Sisi, sostenuto dall'imperialismo - in particolare da quello italiano - protesta operaia contro la casta militare imprenditrice

Remocontro  14 Gennaio 2021 

Far fare soldi ai militari, perché il potere rimanga stabile: presidi operai e scioperi in Egitto. 2.500 lavoratori della Delta Fertilizers di Talkha di colpo senza lavoro, 7 mila quelli dell’indotto Stabilimenti venduti in segreto per ‘espansione edilizia’. Proteste e dura repressione della polizia, 15 arresti. A loro si stanno unendo i lavoratori di altre aziende pubbliche.

Presidi operai e scioperi, l’inverno caldo dell’Egitto

2.500 lavoratori della Delta Fertilizers di Talkha, a 130 km a nord del Cairo, di colpo senza lavoro, 7 mila quelli dell’indotto, tutti arrabbiatissimi contro una delocalizzazione selvaggia con forte (fortissimo)  sospetto di speculazione immobiliare. Si arrabbiano, occupano, manifestano per strada dal 3 dicembre, esattamente come accadrebbe a casa nostra. Soltanto che nell’Egitto di Al Sisi, altre alla polizia ‘Celere’, quella bardata a contrastare manifestazioni arrabbiate, agisce anche la polizia politica che i sindacalisti più ascoltati se li va a prendere a casa e li mette in galera. Facile immaginare con trattamenti decisamente rudi, lascia intendere Pino Dragoni, sul Manifesto.

Edilizia di Regime (e di esercito) contro posti di lavoro

I lavoratori sono venuti a sapere dei piani di smantellamento quando una commissione militare ha

pc 14 gennaio - Bruxelles: manifestazioni e rivolta di massa dopo l'assassinio di un giovane da parte della polizia razzista. Info e immagini

"Giustizia per Ibrahima"

Protesta e scontri, bruciata stazione di polizia, diversi arresti






K metro 0 – Bruxelles – Ieri, nella Capitale belga, circa 500 manifestanti hanno protestato per la morte di un giovane migrante, avvenuta sabato sera in seguito al suo arresto da parte da agenti di polizia. I famigliari della vittima chiedono all’autorità di far luce sulla morte di “Ibrahima”.

I manifestanti hanno chiesto la “verità” sulla morte del giovane 23enne, che, secondo loro, è stato vittima di violenza da parte della polizia. I disordini si sono verificati vicino alla stazione di polizia, in rue de Brabant, non lontano dalla stazione di Bruxelles-Nord, in cui ci sono stati diversi incendi, anche alla stazione di polizia.

Secondo i media, la protesta è iniziata pacificamente, ma poi è sfociata in scontri con le forze dell’ordine. Infatti, un centinaio di persone, si è distaccato dalla manifestazione in un clima abbastanza teso, gridando “polizia assassini”, poi la situazione è degenerata fra lanci di pietre e lacrimogeni. Le forze dell’ordine sono state costrette a usare un cannone ad acqua per disperdere i manifestanti. Durante lo scontro sono stati danneggiati 6 veicoli della polizia, il quartiere resta comunque sotto sorveglianza.

Le autorità hanno poi confermato diversi arresti: 112 persone sono state fermate amministrativamente, tra cui 30 minori, inoltre sono stati effettuati quattro arresti.

Nella mattinata di Mercoledì, l’ufficio del pubblico ministero di Bruxelles, ha chiesto la nomina di un giudice istruttore per un ulteriore proseguimento delle indagini. La famiglia del giovane era stata ricevuta proprio oggi dal pubblico ministero.




14 gennaio - Giornata di Azione delle donne/lavoratrici 15 gennaio... Noi la vostra crisi non la paghiamo!

 

L'immagine può contenere: 1 persona, il seguente testo "TUTTE INSIEME, UNITE AI PADRONI, GOVERNO FAREM LA GUERRA AFFERMIAMO LA FORZA DELLA DOPPIA LOTTA LAVORATRICI DONNE/ VOGLIAMO TUTTO! 15 GENNAIO GIORNATA D'AZIONE: PORTIAMO DOVUNQUE LA NOSTRA PIATTAFORMA Assemblea nazionale delle donne/lavoratrici novembre"


15 gennaio Giornata di Azione delle donne/lavoratrici... Noi la vostra crisi non la paghiamo! 
Una giornata all'insegna della parola d'ordine "Noi la crisi non la paghiamo le doppie catene unite spezziamo" - contro padroni e governo che scaricano doppiamente sulle donne la loro crisi economica e pandemica, all'interno di un attacco, aumento della condizione di sfruttamento, di attacco alle condizioni di lavoro, di non lavoro, di attacco ai salari, di non salario non reddito, di precarietà, licenziamenti, disoccupazione, di discriminazione, di oppressione, repressione... sia pratica che ideologica, verso tutta la vita delle donne.
Una giornata per portare ovunque la piattaforma delle donne/lavoratrici decisa nelle assemblee nazionali delle donne , perchè arrivi e si discuta in tanti posti di lavoro, in tante realtà delle donne, perchè diventi arma unitaria di lotta; pensiamo a volantinaggi, assemblee sui posti di lavoro, nei quartieri, nelle scuole, ecc., presidi, iniziative verso palazzi e luoghi emblematici di questo sistema capitalista-patriarcale; e altre iniziative che ogni realtà di lavoratrici, donne proletarie, compagne, studentesse potranno decidere e articolare secondo la situazione concreta, o le lotte già in corso.
Una giornata d'azione perchè le donne proletarie siano visibili, per essere unite dal nord al sud, per unificare le lotte che già ci sono, sostenerle perchè "se lotta una lottano tutte!", per dare forza e coraggio a tutte.
Vogliamo con questa giornata d'azione anche contribuire ad un ruolo di prima fila delle lavoratrici nello sciopero generale del 29 gennaio indetto dall'Assemblea delle lavoratrici e lavoratori combattivi.
Assemblea nazionale donne/lavoratrici 19 novembre
PER INFO E PER COLLEGARCI SCRIVETE QUI SULL'EVENTO O ANCHE A lavoratriciprecariedisoccupate@gmail.com
Assemblea nazionale delle donne/lavoratrici 19 novembre 2020 

pc 14 gennaio - La memoria storica della lotta delle operaie vive nella lotta di oggi delle donne proletarie - 15 gennaio giornata di mobilitazione

Vogliamo il pane e anche le rose: l’11/1/1912 lo sciopero di 30.000 operaie per la riduzione dell’orario di lavoro a Lawrence

Vogliamo il pane e le rose

L’11 gennaio 1912, 30.000 persone, la maggior parte delle quali donne, cominciarono uno sciopero destinato a durare nove settimane nella città di Lawrence, Massachussetts.
Dopo che lo Stato aveva concesso un abbassamento dell’orario di lavoro per donne e bambini da 56 a 54 ore settimanali, i lavoratori ricevettero un taglio proporzionale dei salari, che non vollero accettare.
Gli operai delle avevano salari così bassi che, con il taglio proposto, i loro figli avrebbero fatto la fame

pc 14 gennaio - Arrestato in Nepal il compagno Bastola - responsabile delle relazioni internazionali del Partito Comunista del Nepal che si oppone e combatte il governo reazionario dell'ex maoista Prachanda

La massima solidarietà di proletari comunisti/PCmaoista che conosce bene e ha più volte incontrato questo compagno


Kathmandu, January 13, 2021: Police have arrested Dharmendra Bastola, chief of Western Command of Netra Bikram Chand ‘Biplav’-led Communist Party of Nepal(CPN) from the bordering area of Makwanpur and Lalitpur districts on Tuesday afternoon, confirmed a senior police officer.

The arrested Bastola is a secretariat member and the chief of foreign relations department of the outlawed party.

Likewise, Bibek Kumal considered close to the Chand-led party’s spokesperson Khadga Bahadur Bishwakarma “Prakanda” has also been arrested along with Bastola.

Police have also arrested Prakash Shahi and another leader named Biswas along with Bastola, police sources said.

pc 14 Gennaio - Ancora sulla repressione poliziesca della manifestazione LLL di Berlino - un'altra info

Berlino: Nonostante la repressione della polizia, diverse migliaia di manifestanti rendono omaggio a Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht

Solidarite Internationale | solidarite-internationale-pcf.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

10/01/2021

Nonostante la pandemia, più di 3.000 persone a Berlino hanno partecipato oggi, domenica 10 gennaio, all'annuale evento commemorativo per i leader comunisti assassinati, Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.

Nonostante il carattere pacifico della manifestazione, la polizia ha cercato di disperdere i manifestanti attaccando violentemente la folla e creando una situazione di tensione per diversi minuti all'inizio della manifestazione.

Decine di manifestanti sono stati feriti dalla polizia e circa 35 persone sono state arrestate. Il pretesto per l'attacco della polizia sarebbe stato l'uso da parte di alcuni giovani manifestanti di simboli legati alla Repubblica Democratica Tedesca (RDT), in particolare quelli della Gioventù Libera Tedesca (FDJ), considerati illegali dalla polizia di Berlino.

La manifestazione, il cui slogan principale era "Combatti e ricorda: di fronte alla crisi e all'oppressione, la risposta è rivoluzione", è partita dalla Porta di Francoforte nel quartiere di Friedrichshain ed è terminata al cimitero centrale di Friedrichsfelde dove si trovano le tombe di Luxemburg e Liebknecht e il Memoriale socialista, decorate nell'occasione con fiori da parte delle varie organizzazioni comuniste e operaie partecipanti.

Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, due figure di spicco del movimento comunista tedesco e internazionale, furono assassinati il 15 gennaio 1919 dai Freikorps, milizie paramilitari di estrema destra, ingaggiati dal governo socialdemocratico della SPD per schiacciare nel sangue la rivoluzione spartachista di Berlino. Il loro duplice omicidio era l'epilogo di una settimana di massacri nella capitale tedesca, la "settimana di sangue" del 6-13 gennaio, che ha ucciso centinaia di lavoratori.

Due settimane prima del loro assassinio, Rosa Luxemburg e Karl Liebnecht avevano fondato il Partito comunista tedesco (KPD).










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pc 14 gennaio - Infame decisione del fascioimperialista Trump, tutt'ora 'presidente', di attacco a Cuba

Dichiarazione del Consiglio Mondiale per la Pace sull'ultima decisione del Dipartimento di Stato USA su Cuba

Consiglio Mondiale per la Pace (WPC) | wpc-in.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

12/01/2021

Il Consiglio Mondiale per la Pace (WPC) condanna e respinge con la massima fermezza la recente decisione del Dipartimento di Stato USA di includere ancora una volta Cuba nella unilaterale lista degli Stati che sponsorizzano il terrorismo. Questa cinica e ipocrita azione dell'amministrazione statunitense mira a imporre nuove misure coercitive contro un popolo e un paese che difende da 62 anni il proprio diritto di determinare il proprio futuro.

L'imperialismo statunitense, da decenni, con continue azioni sovversive, interventi e ogni tipo di sanzioni e blocchi, non rinuncia alle sue ambizioni di imporre un regime com'era prima del trionfo della

mercoledì 13 gennaio 2021

pc 13 gennaio - La “Giornata di azione” del 15 gennaio su Osservatorio repressione

La "Giornata di azione" del 15 gennaio, decisa dalle assemblee delle donne/lavoratrici, è importante anche per la solidarietà con le lotte per il diritto alla salute delle persone detenute

Nel ricco dibattito che ha animato le 2 assemblee nazionali del 17 settembre e 19 novembre abbiamo denunciato, nel quadro dell’attuale crisi economico-pandemica, la condizione che vivono le donne e altre soggettività rinchiuse all’interno delle carceri e dei CPR - luoghi emblematici di questo sistema capitalista-razzista-patriarcale.

Ma abbiamo anche parlato delle loro lotte e del protagonismo, nelle proteste in solidarietà alle detenute e ai detenuti, delle tante donne – madri, sorelle, figlie, compagne, solidali - che anche dopo le rivolte

pc 13 gennaio - LA PANDEMIA PER LE MASSE POPOLARI E' MORTE, MALATTIA, PERDITA DI LAVORO, DI SALARIO... MA PER I CAPITALISTI E' PROFITTI

E, al di là che vogliono sempre di più, i padroni si sfregano le mani...

La pandemia è quindi una questione di classe, è va affrontata con la guerra di classe che ponga fine ai padroni e al loro sistema! 

Questo passo di un articolo spiega bene il perchè: 

Dai vaccini alle piattaforme online: le imprese orientate al profitto hanno risposto “presente”

di Alberto Mingardi - "...Le case farmaceutiche che hanno prodotto a tempo di record i vaccini, i fornitori di servizi digitali che ci hanno aiutato a lavorare da casa, le catene industriali che ci hanno permesso di continuare ad avere quello che ci serviva: tutti hanno agito secondo logiche di mercato e profitto. Quelle che molti dibattiti post pandemia vorrebbero «correggere» in nome del bene comune. Non è del tutto saggio...

...Se milioni di ragazzi hanno potuto, in qualche modo, seguire delle lezioni, è grazie a imprese orientate al profitto (Microsoft, Zoom, Cisco). Se durante il confinamento abbiamo potuto continuare ad avere certi consumi, è stato grazie a chi, facendo il proprio interesse, ci ha portato a casa ciò che desideravamo. La pandemia è la grande occasione perché sempre le crisi concentrano potere nelle mani delle autorità pubbliche, e questa concentrazione di potere non deve andare sprecata..."

pc 13 gennaio - la Cina dei revisionisti della Rete e la Cina degli operai sfruttati - è questa la la contraddizione antagonista - è questa la scelta

La Cina dentro un mondo diventato multipolare. Se ne discute sabato prossimo di Rete dei Comunisti

             alcuni esempi 

Cina, rabbia per le morti sul lavoro

Due decessi per «overworking» all’interno di una delle aziende leader dell’e-commerce cinese hanno scatenato le proteste sui social contro «i capitalisti».

Workers in Misery: An Investigation into Two Toy Factories

The Dark Side of the Glittering World: A Report on Exploitation in  Factories in China     

report in coda in inglese in via di traduzione - foto operai che dormono sulla linea di produzione




         


il testo di convocazione  del forum della Rete
La Cina è tornata. Un po’ a sorpresa, per chi l’aveva considerata un’appendice del turbocapitalismo. E invece proprio la pandemia ha messo in evidenza l’esistenza di un’organizzazione sociale e statuale che ha nei fatti, non solo nelle dichiarazioni, priorità diverse, se non opposte, a quelle vigenti nel neoliberismo occidentale.

Sabato 16 gennaio dalle ore 15 la Rete dei Comunisti propone un Forum nazionale online sul tema del ruolo della Cina nel mondo multipolare.

Alcuni risultati della Cina sono sotto gli occhi di tutti. Salvando la propria popolazione è oggi l’unico Paese al mondo che ha evitato la “seconda ondata” del virus. Ed è anche l’unico in formidabile crescita economica.

Il merito va ovviamente alla capacità di fare pianificazione, programmazione, subordinando l’interesse privato a quello collettivo. Senza cancellare il primo, certo, ma senza neanche farsene dominare.

Torna come grande potenza industriale, avanguardia tecnologica, sistema sociale efficiente in grado di liberare dalla povertà centinaia di milioni di cittadini e di garantire consumi crescenti invece che “austerità”.

Torna come grande potenza potenzialmente egemone guidata da un Partito Comunista, certo “con caratteristiche cinesi”, mentre l’imperialismo occidentale è in grandissima crisi.

Le domande non mancano: la Cina perseguirà d’ora in poi una “politica di potenza”, diventando un imperialismo in competizione con quello americano ed europeo?

Oppure svilupperà gli elementi di socialismo che sono presenti al suo interno?

Non si tratta però di sperare o auspicare. Si tratta di conoscere e capire, sapendo che una realtà con quelle immense dimensioni non può essere ridotta a formulette usa-e-getta, buone per la propaganda spicciola.

Su questo la Rete Dei Comunisti propone una riflessione collettiva, un confronto ad ampio spettro. A cominciare dal Forum “La Cina nel mondo multipolare” che si terrà in streaming sabato 16 gennaio alle ore 15 Su Facebook: https://www.facebook.com/retedeicomunisti/photos/gm.702996390646304/5316072945073192

I lavori del forum saranno introdotti da Giacomo Marchetti e conclusi da Lorenzo Picccini della Rete dei Comunisti.

Tra i relatori figurano Giorgio Casacchia (ex docente presso l’università L’Orientale di Napoli)su: “Imperialismo linguistico e resilienza cinese”; Roberto Sassi (saggista) su: “L’Assalto al Cielo: La Cina dal ’49 alla Costituzione del ’75”; Francesco Piccioni (Redazione Contropiano) su: “La Cina dalla morte di Mao a Xi: continuità e rotture”; Paolo Rizzi (dottorando in sociologia economica)su : “Il Partito Comunista Cinese e la dialettica sociale nella Repubblica Popolare oggi”; Chiara Pollio (ricercatrice in economia applicata)su : “L’attuale sviluppo del settore industriale in Cina: verso quale futuro?”; Luciano Vasapollo (professore di economia politica all’università Sapienza di Roma)su : “Le relazioni commerciali internazionali cinesi ed il ruolo del Renmimbi”; Francesco Macheda (docente di economia politica)su : “Il settore pubblico in Cina”; Giorgio Cremaschi (portavoce nazionale di Potere al Popolo)su: “La Cina Popolare nella cultura dei comunisti in Italia”.

Il documento per la discussione: La Cina nel mondo multipolare

         report Workers in Misery: An Investigation into Two Toy Factories

Thousands of toys are sold each day, bringing joy, happiness and smiles to the faces of children. At the same time, workers in toy factories in Guangdong Province, China struggle to cope with the high-pressure environment and the long working day. One of the workers is so exhausted because of the high production targets every day, that her body ached all over, and she could not help but cry in the dormitories. Another female worker was sexually harassed, and the male worker who sexually harassed her even threatened to hit her. Although this happened inside a toy factory, nobody thought there was anything wrong. More importantly, nobody felt the need to stop these abuses from happening.

Since 2001, China Labor Watch has been conducting research on China’s toy factories. We believe that having compassion is a virtue that every child should be taught. When parents choose toys for their children, they have the right to know about the unfair treatment and exploitation that workers experience, especially female migrant workers.

This year, China Labor Watch investigated two toy factories in China’s Dongguan city. One of the factories is a Mattel-owned factory, and another is a supplier factory of Mattel, Chicco, Fisher-price and Tomy.
 
 
 
The COVID-19 pandemic has affected the toy supply chain. However, global toy sales have increased, as children have stayed home from school across the world and parents have purchased toys to keep their children entertained . For Mattel alone, their Quarter 3 2020 financial results revealed that the company’s net sales increased by 10% compared to last year, reaching $1.6 billion US dollars. For the same quarter, their net income was $316 million US dollars . 

The factors that contribute to the growth of toy companies is not only the purchasing power of consumers, but also the workers who work overtime and earn meagre wages. In the assembly workshop of Changan Mattel, the daily production target for each production line is around 1300 to 1400 products. Workers only have 30 minutes for a meal, and work 10 hours a day from Monday to Saturday. That is, workers have to produce over 100 products every hour, so they can complete the production target. Workers generally put in around 80 overtime hours a month. They sometimes had delays of 30 minutes in getting off work, as they were required to stay back and complete the production target and workers were not paid for this. Workers only earn an hourly wage of less than $2USD. Workers at Dongguan Dongyao also put in 10 or 11 hours a day, and work overtime on Saturday during peak season. September had the most overtime hours, and workers put in 92 to 112 overtime hours that month. Both factories are in clear violation of overtime laws in China which mandate that overtime hours must not exceed 36 hours a month.
 
 

 
For 20 years, there have been some improvements in China’s toy factories . But these improvements lag behind, when compared to the 20 years of development in various industries in China. Workers’ socioeconomic status has remained the same over the years. They receive the least amount of respect and earn extremely low wages when compared with the rest of society.

Several serious rights violations at both factories are highlighted below:

Workplace Psychological Violence
According to related documents from the ILO, psychological violence can be defined as the “intentional use of power, including threat of physical force, Physical violence, against another person or group that can result in harm to physical, mental, spiritual, moral or social development. It includes verbal abuse, bullying/mobbing, harassment, and threats”.

We have found psychological violence in the workplace of both factories. For example, the team leader and assistant team leader on the workshop assembly line at Changan Mattel would scold workers who are working slowly, and even called a worker a “stupid cunt”. After a worker was injured, the workshop team leader would scold the injured worker for not being careful enough, warning them not to report this to the factory. The team leader of Dongguan Dongyao ignored workers’ requests for masks, and was passive aggressive, ignoring workers who asked not to work overtime. This gave workers a lot of psychological pressure, and makes it even harder to ask for protective equipment or not to work overtime.

Sexual Harassment
Sexual harassment has gained increased awareness in recent years, yet little research has been done in factories in China. Last year, we found cases of sexual harassment at Foshan Mattel. This year, at the Changan Mattel factory, there were issues with sexual harassment, which shows that Mattel has largely failed to put in place measures to protect victims and also to address the issue. For example, one of the male workers would regularly sexually harass female workers in the workshop. The worker would call one of the female workers “dear”, and explains he does this so that she is excited. He also would touch the hands and hair of another female worker. The assistant team leader sees this behaviour and not only fails to stop it, but even joined in with sexual comments, such as asking the male worker if he masturbated the night before. The Wechat group originally formed to coordinate workers had sexual comments almost every day and a worker even posted the contact information of sex workers in the group.

Occupational health and safety
The two factories provided paid pre-job safety training to meet the requirements in the Labor Law, yet both factories fell short of the 24 hours of training as legally mandated.

Changan Mattel requires every worker to receive at least 24 hours of safety training in the first month of employment. However, the investigator found that workers usually have training on the first day of employment for four hours and there is no other training afterwards. At the Dongyao factory, workers merely watch a video for two hours and most of the workers fall asleep watching it. It is precisely because of the lack of training, that it is difficult for workers to avoid injuries when operating machines.

At Changan Mattel, no one showed the investigator how to use the laminator, and she burnt her hands multiple times. Workers in the spray painting workshop were exposed to chemicals every day, and some workers had paint in their nostrils after work. They were not provided with any special protective mask other than a surgical mask which cannot properly filter harmful aerosol.

At Dongguan Dongyao, a worker using thinner was not provided with gloves, and her hands had ulcers. Another worker who was also using thinner had skin redness, swelling and itching. Though she was scolded by the director after telling him and she could only go to a small clinic nearby to get an injection to relieve the symptoms. At the soldering station that produces black smoke, a mask with activated carbon is required, yet some workers wore masks and others did not. The masks they wore were merely ordinary blue masks. The factory did not ensure workers were wearing masks that they were provided with as the investigator saw some workers using hexane but did not wear masks.


 
Worker Representatives
Individually, each worker can feel powerless in the face of factory management. Forming a union or electing worker representatives has become most likely the only legal way for workers to communicate with the factory about grievances. Although there was a union or worker representatives at the two factories we investigated, these were only there as formality and were ineffective in representing the rights of workers, who mostly did not even know they existed.

In particular, the Changan Mattel factory had a range of departments such as “Home of Mattel”, “Worker Hotline”, Communist League Branch, All-China Women’s Federation. Yet these departments did little to assist workers. When a female worker had a miscalculation of her wages, none of the departments in the factory were willing to resolve the issue. It was only when she threatened to call the local Human Resources an Social Security Bureau to report the illegal deduction of wages by the factory, that the factory resolved the issue.

Dongyao factory does not have a union, and requires workers during the job interview to sign a form that says they are unwilling to join the union. According to Article 7 of China’s Labor Law, workers have the right to participate or organize a union. Dongyao factory has a list of worker representatives, and each department elects representatives. But according to a worker representative, elections only occur when it is convenient for the factory to hold these meetings. Worker representatives are also only responsible for disseminating information from the factory (for example, changes in work schedules). They do not actually communicate the needs and issues that workers face, to the factory.

COVID-19 Prevention Measures
Since the COVID-19 outbreak, workplaces across the world have had to adapt and put in place measures to prevent the spread of the virus. At factories, most workers usually rely heavily on the cafeteria because of the short lunch break, making it difficult to go to restaurants outside the factory. The cafeteria meals are also cheap, and because of the pandemic, eating out can become risky. At Changan Mattel, applicants were required to test negative for the COVID-19 nucleic acid test before they were interviewed and the factory also put up glass or cardboard dividers between each worker eating.

Dongyao Factory’s food is free, but the dining environment is worrying and there are issues with food hygiene. For example, workers found hair, rotten vegetables in their food and there was even a cockroach found in a worker’s lunch one day. There are not enough tables and chairs in the restaurant for workers to sit and eat. One table is shared by six workers, and their arms are touching each other. Many workers still need to squat on the ground to eat. Workers use their own tableware when getting food from the public rice containers, increasing the risk of spreading the coronavirus. We have yet to see Dongyao take any effective measures to prevent the spread of COVID-19.

 
Social Insurance
Chinese Labor laws requires employers to purchase social insurance for workers. Social insurance covers the five categories of pension, unemployment, maternity, medical, work injury and also a housing provident fund.

At Changan Mattel, workers only received social insurance after they had passed the probation period. The social insurance covered pension, unemployment insurance, medical insurance and the housing provident fund.

At Dongguan Dongyao short term workers signed a “Declaration Disagreeing to the Purchase of Social Insurance” to voluntarily give up the purchase of social insurance. However in reality, workers were not asked whether or not they wanted to purchase social insurance. At the same time, despite signing this declaration, the factory would still purchase social insurance for some workers. Long term workers receive social insurance after the probation period, and we are unsure which categories of social insurance the factory purchases for workers. Workers who were 50 years of age signed a service contract which mentioned that workers would be purchasing social insurance on their own, and the factory would only be purchasing commercial insurance for them.

Pregnancy and Maternity Protection
We are unsure whether Changan Mattel and Dongguan Dongyao purchased maternity insurance for workers.

The contracts at both factories stipulate that workers enjoy paid maternity leave, but it remains unclear how many days workers receive. At Changan Mattel, many workers did not know they had this leave as no one had explained the contract to them. A flowchart at the factory shows that workers can apply for maternity leave after three months of pregnancy. But several female workers who had given birth previously said it is difficult for female workers to continue working at the factory until they give birth. As there is a heavy workload with some workers exposed to chemicals, it can be very exhausting and harmful for pregnant women to continue working. So female workers generally aren’t able to enjoy maternity leave benefits and it is mainly management staff who take maternity leave. A female worker who was pregnant had to apply not to work night shifts, instead of the workshop director taking the initiative to switch her to working during the day. She eventually resigned because it was too exhausting to work at the factory.

The investigator did not find any other special facilities or benefits for pregnant women at both factories.

Conclusion
For years, we have urged toy companies to take measures to address persistent rights abuses in their supply chain. Yet, time and time again, we have found the same workers’ rights violations such as low wages, excessive overtime, insufficient protective equipment and lack of effective complaints mechanisms. Both Dongguan Dongyao and Changan Mattel are certified by the ICTI Ethical Toy Program. We specifically urged the Ethical Toy Program and Mattel after last year’s investigation into Foshan Mattel factory to take effective measures against sexual harassment and discrimination. However, our report shows they have failed to protect workers. For too long, workers have been treated as merely a “cog in the machine”. Toy sales have surged amid the Covid-19 pandemic, but companies have not channelled these profits into improving the lives of workers on their production line. Companies are well aware of the working conditions at their factory and have pressured factories to meet high production targets whilst driving production costs down, which has come at a cost to workers’ wellbeing. Companies ought to do more to improve the livelihoods of workers.

Summary of Rights Violations

 


pc 13 gennaio - Assemblea nazionale telematica dei lavoratori e lavoratrici combattive - ore 10.30 del 16 gennaio

  prepariamo lo sciopero generale per il prossimo 29 gennaio e  una mobilitazione nazionale per il 30 gennaio:

Appello a tutti i lavoratori, precari, disoccupati e al sindacalismo combattivo
ovunque collocato

Contro l’uso padronale della pandemia: c’è bisogno di lotta, c’è bisogno di
sciopero!

COSTRUIAMO INSIEME LO SCIOPERO GENERALE DEL 29 GENNAIO E
UNA GRANDE MOBILITAZIONE NAZIONALE SABATO 30 GENNAIO

Il 16 gennaio assemblea nazionale su Zoom

Si aggiungeranno agli altri metalmeccanici già presenti nell’Assemblea alcuni operai e delegati, nonché licenziati politici delle fabbriche metalmeccaniche e operai ed ex operai impegnati nella lotta per la difesa della salute sui luoghi di lavoro e nel supporto ai loro familiari: i compagni licenziati del Si.cobas ed altri della FCA di Pomigliano d’Arco (NA), operai e delegati USB e RSA FIOM della FCA di Melfi (PZ), delegati e operai del SOA della FCA di Termoli, Slai cobas della FCA di Cassino (LT) (già presenti operai FIOM) e i compagni della FIOM della Piaggio Pontedera (PT)...

A quasi un anno dall’esplosione della crisi pandemica, continuano ad aggravarsi le condizioni di vita e salariali di milioni di lavoratori.

Le migliaia di contagi e di morti, in primis sui luoghi di lavoro, e la vera e propria catastrofe sanitaria, certificano inequivocabilmente il fallimento rovinoso delle misure di contenimento adottate finora sia sul piano nazionale che nelle sue articolazioni regionali e territoriali.

Al collasso del sistema sanitario provocato da decenni di tagli alla spesa sociale si sommano gli effetti di una crisi economica che investe il capitalismo su scala internazionale e non conosce via d’uscita.

In Italia i costi dell’emergenza sono stati scaricati maggiormente su settori “sacrificabili” e sui relativi lavoratori e lavoratrici dipendenti, accelerando una crisi in atto già da anni e incrementando disoccupazione, precarietà e disuguaglianze sociali.

pc 13 gennaio - In Turchia esplode il movimento studentesco: 'Via tutti!' - info

da infoaut - Dall’ateneo di Bogazici la protesta coinvolge altre università contro la nomina dall’alto dei rettori, politica erdoganiana per modificare la geografia politica delle istituzioni e annullarne l’indipendenza. Lettera di sostegno da oltre 1.500 accademici di tutto il mondo

di Chiara Cruciati

Roma, 12 gennaio 2020, Nena News – La nomina di Melih Bulu a rettore dell’Università di Bogazici, a Istanbul, non è pratica chiusa per chi da dieci giorni si oppone alla decisione calata dall’alto, direttamente dalla presidenza.

La protesta di studenti e accademici si è allargata negli spazi e nelle rivendicazioni: ieri a ritrovarsi in piazza Beyaziti, di fronte al proprio campus, in solidarietà con Bogazici sono stati gli studenti dell’Università di Istanbul.

CIRCONDATI DALLA POLIZIA, gli studenti hanno intonato slogan anche contro i loro vertici e

pc 13 gennaio - FCA - Airaudo FIOM, allora opportunista nella lotta a Marchionne, oggi immediato collaboratore con i padroni Stellantis

Fca, 10 anni fa il referendum di Mirafiori. Airaudo: «Il modello Marchionne è stato superato» Il sindacalista della Fiom: «Stellantis è una grande sfida» Sono passati dieci anni dal referendum che il 13 gennaio 2011 spaccò i lavoratori di Mirafiori, fabbrica simbolo della Fiat, e aprì una lunga stagione di conflitti con l’azienda e tra i sindacati. Giorgio Airaudo, che è stato uno dei protagonisti di quello scontro e oggi è tornato alla guida della Fiom Piemonte, dopo l’esperienza in Parlamento con Sel, vede in Stellantis «l’inizio di una fase nuova». «Il modello imposto da Sergio Marchionne è stato superato. Per il sindacato Stellantis è una grande sfida», sostiene. «Il referendum interessò 5.130 lavoratori delle carrozzerie e i sì vinsero per poco - 54% contro il 46% - con il voto decisivo degli impiegati. In molti casi tra gli operai prevalse il no. In cambio di quell’accordo, che riduceva le pause, modificava i turni e limitava il diritto di sciopero, Marchionne aveva promesso piena occupazione, salari più alti e tanti modelli. Uno scenario che non si è realizzato». Oggi le cose sono diverse. «Marchionne - osserva Airaudo - voleva portare in Italia un modello di relazioni sindacali di tipo americano, anche perché voleva un accordo con Gm. Le cose sono andate in modo diverso. Ci sarà bisogno di un’armonizzazione tra modello Usa e modello europeo: il sindacato dovrà porsi unitariamente questo obiettivo senza voglia di rivincite o rendite di posizioni».

pc 13 gennaio - INDIA: LA CORTE SUPREMA ORDINA DI FERMARE TEMPORANEAMENTE L’APPLICAZIONE DELLE LEGGI AGRICOLE… I CONTADINI NON CI CASCANO E CONTINUANO LA PROTESTA

La Corte Suprema ordina di fermare temporaneamente le leggi agricole, ma dà il via alla formazione di una commissione che dovrà ascoltare tutte le parti, governo e contadini, e infine decidere!

I contadini denunciano la composizione della commissione, continuano a chiedere l’abolizione delle tre leggi e continuano la lotta.

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I contadini affermano che i membri della Commissione della Suprema Corte sono filogovernativi; il ministro li chiama imparziali

Di hindustantimes.com | A cura di Amit Chaturvedi

PUBBLICATO IL: 12 GENNAIO 2021 19:53

Il ministro dell'Agricoltura Kailash Choudhary ha detto che il governo è sempre pronto per i colloqui, ma spetta ai sindacati dei contadini decidere se vogliono portare avanti il nono round di colloqui previsto per il 15 gennaio.

Martedì il governo ha detto che l'ordinanza della Corte Suprema di fermare l'attuazione delle tre leggi agricole è contraria alla sua volontà, ma gli indirizzi del tribunale supremo sono "sarva-manya" (devono essere accettati da tutti) e ha accolto con favore la composizione di un comitato "imparziale" per risolvere lo stallo.

"Accogliamo con favore l'ordine della Corte Suprema. Sicuramente, è stato formato un comitato imparziale che acquisirà il parere di tutti i contadini e gli esperti in tutto il paese", ha detto il ministro dell'Agricoltura Kailash Choudhary.

"L'ordinanza della Corte Suprema è contro il nostro desiderio. Vogliamo che le leggi continuino. Ma, l'ordine è "sarva-manya" (deve essere accettato da tutti)", ha aggiunto.

Il ministro ha anche affermato che le nuove leggi sono nell'interesse dei contadini e li renderanno autosufficienti.

Chaudhary ha inoltre detto che il governo è sempre pronto per i colloqui, ma spetta ai sindacati dei contadini decidere se vogliono andare avanti con il nono round di colloqui previsto per il 15 gennaio.

Nel frattempo, i sindacati dei contadini che protestano contro le tre leggi hanno detto che vogliono solo la completa abrogazione delle leggi. I manifestanti hanno anche detto che i membri del comitato scelto