Riportiamo dall'assemblea del Patto d'azione del 3 gennaio, i due interventi più importanti e significativi della strada necessaria oggi e del lavoro da fare. Non a caso sono stati fatti da due operai.
Intervento del rappresentante operaio della Tenaris Bergamo - Slai cobas sc
Abbiamo deciso uno sciopero nazionale generale, la propaganda è già iniziata il 18 e 19 dicembre. Non mettiamo le mani avanti come fanno alcuni, se lo scioperò sarà d’avanguardia o non d’avanguardia.
Il problema è quello di mettere sul tappeto tutto quello che finora è stato fatto e quello che serve fare perché questo sciopero è necessario per mettere in campo la piazza proletaria, dei lavoratori.
Non partiamo da zero ma dalla mobilitazione del 18 con lo sciopero della logistica e le iniziative dei lavoratori e lavoratrici in tante città, ma questo sciopero generale deve riguardare anche tutti gli altri settori e in particolare deve riguardare e portare anche nelle fabbriche, cosa che abbiamo già iniziato a fare, non tanto delle parole d’ordine sterili, ma un’altra strada un’altra via in alternativa a ciò che si sta già profilando adesso. Ora nelle grandi aziende, oltre alla Whirpool che sta chiudendo e ristrutturazioni che ci sono ovunque, i licenziamenti sono già partiti, sono partiti tramite degli accordi sindacali di cgil-cisl-uil per nuove ristrutturazioni, utilizzando la naspi, utilizzando, come successo alla Tenaris Dalmine per 180 lavoratori, le cosiddette buone-uscite che significa accettazione per chi resta di nuovo sfruttamento,così come succede negli altri posti di lavoro,
Il problema è che non ci dobbiamo già fasciare la testa prima di romperla. Portiamola questa battaglia chiara, che comunque doveva essere già iniziata con la propaganda allo sciopero nelle 2 giornate del 18 e 19 dicembre, e portiamola fino in fondo.
Chiaramente non sto dicendo che è una "passeggiata" o che sia tutto semplice, ma se non facciamo questo discorso è come se ogni volta invece di fare un passo in avanti ne facciamo due indietro. Vediamo concretamente anche in questa occasione di portare con forza questi contenuti alternativi all’andazzo esistente, alle politiche che saranno sempre peggiori del governo e dei padroni ma che comunque vengono fatte all’interno dei posti di lavoro, non grazie a delle burocrazie sindacali che sono "deviate" ma grazie alla linea che hanno sposato da anni e anni i sindacati confederali, ma anche a volte parte dei sindacati di base, di accettare le compatibilità capitalistiche e di condividere la linea padronale.
Ho sentito parlare di coinvolgere altri settori, cominciamo a coinvolgere i settori che sono centrali che sono le fabbriche, dove abbiamo timidamente finora portato una prima posizione come Patto d'azione con il contratto dei metalmeccanici. All’interno di queste dinamiche reali, portare la necessità di uno sciopero generale chiaramente vuol dire farlo, perché lo sciopero generale si impone facendolo.
E' inutile dire, ripeto, se questo sarà uno sciopero d’avanguardia o non d’avanguardia, questo è uno sciopero in cui bisogna andare nelle fabbriche per spaccare, per dire che c’è un’altra strada incompatibile con quella che c’è in questo momento, a livello di gestione delle problematiche dei licenziamenti, delle ristrutturazioni, che è la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, che è la patrimoniale, da dove prendere i soldi, che è la battaglia, ovviamente centrale verso la popolazione, della sanità. Non dimentichiamo che come sono centrali i protocolli e la battaglia per averli nei posti di lavoro, è anche centrale la battaglia per non accettare che la pandemia venga gestita da governo, regione criminali; anche questa fa parte di una mobilitazione generale perché fa parte degli interessi generali degli operai, dei lavoratori, delle masse proletarie.
Quindi, è in questo senso che lo sciopero e questa giornata acquistano importanza. Chiaramente è un tassello, un passo, però facendo questo passo se ne fa un altro più forte.
E anche all’interno di questo passo vorrei che si verifichi la questione “organizzativa” del Patto d'azione, per cui non si tratta di fare un coordinamento mettendo insieme "componenti" ma quelle realtà che lavorano concretamente. Finora ho sentito solo una realtà che ha detto esattamente quello che sta cercando di fare nei posti di lavoro perché questo sciopero riesca, altri hanno già messo le mani avanti dicendo che questo sarà uno "sciopero d’avanguardia". Incominciamo a portare la necessità di fare lo sciopero, è chiaro che non sarà semplice e poi magari diventerà d’avanguardia, ma è una cosa diversa dai soliti scioperi d’avanguardia nel senso che è un passo portato avanti attraverso la strutturazione di un patto anticapitalista che porta realmente ai proletari, agli operai, dalla logistica a tutti gli altri settori, la necessità di unire le lotte, contro il governo, contro i padroni e il sistema capitalista, perché non ci sono altre soluzioni, se non chiaramente quelle che fanno emergere quelli di destra, i fascisti o quelle varie varianti del capitale che vediamo tutti i giorni nel governo, Renzi e di tutti gli altri.
Quindi serve portare in campo questa battaglia, non c’è da aspettare a marzo perché ci saranno delle condizioni migliori, le condizioni vanno chiaramente anche create attraverso un’azione soggettiva che noi possiamo portare e che comunque gli operai e i lavoratori dell’assemblea combattiva hanno deciso di iniziare a portare, senza tatticismi, senza dover passare tramite accordi vari.
Noi ci rivolgiamo a tutti gli operai, la strada vale per tutti gli operai o si imbocca una nuova strada o siamo tutti fuori, siamo tutti vittime e carne da macello sia dal punto di vista della strage covid sia dal punto di vista delle strage dei posti di lavoro, perché il capitale non può offrire nessuna soluzione se non quella di metterci in mezzo ad una strada. Allora su questa base uniamo le lotte, uniamo i lavoratori e gli diciamo che, come è stato detto da tanti operai, bisogna lottare, come lottiamo ogni giorno per difenderci e per non farci massacrare contro i ritmi di lavoro che ci sono nelle logistiche e nelle fabbriche, Dobbiamo lottare contro la ristrutturazione capitalistica che utilizza la crisi già presente del capitalismo che viene accentuata dalla pandemia per farcela pagare a noi.
Allora rendiamo veramente centrale la parola d'ordine: la crisi noi non la paghiamo. Abbiamo già fatto dei passi, questo è un altro passo, in cui però tutti devono mettere sul tavolo cosa stiamo facendo, cioè tutti si devono sporcare le mani…
Cosa pensiamo che dobbiamo fare alla Tenaris Dalmine per contrastare gli accordi che tagliano i posti di lavoro firmati dai confederali con la Fiom in prima fila? Dobbiamo spaccare, dobbiamo fare uno sciopero per spaccare, e chi si vuol schierare si schieri! Chi sta dall’altra parte o fa dei tatticismi, sta col padrone, sta col governo, perché il 29 gennaio è uno spartiacque dove poi si fa tutti un passo in avanti anche a livello organizzativo.
Intervento del rappresentante operaio della logistica - Si Cobas
Parto dalla nascita di questo movimento, Patto d'azione. Non è una federazione o qualcos'altro ma Patto d’azione è la necessità di creare qualcosa alla base che risponda ai colpi del capitalismo.
Penso che certi compagni che sono presenti a questa assemblea forse non hanno seguito tutto l’iter e le riunioni che abbiamo fatto. Non siamo oggi a creare o a convincere di qualcosa, siamo a portare avanti un passo in più di quello su cui da mesi ci siamo confrontati e abbiamo parlato, cioè arrivare ad un’azione comune. Fare lo sciopero il 29 e 30 gennaio questo è l’essenziale oggi. E' giusto che ci siano delle discussioni, dei dibattiti politici per poter migliorare sempre l’aspetto strutturale o politico o organizzativo, ma non è l’ordine del giorno questo oggi. Ben vengano idee diverse, io saluto molto l’adesione da parte degli studenti perché è sempre un decorso del movimento l’alleanza tra lavoratori e studenti, è sempre una speranza politica l’alleanza dei lavoratori, allargare la forbice, cercare di convincere o cercare per dare prospettiva agli altri operai e agli altri movimenti di aderire a un Patto d’azione che si raggruppa e trasforma questa forza in azione, in piazza, con degli slogan ben chiari.
Noi non siamo d’accordo con la politica che i politicanti ci impongono e questo è l’elemento essenziale. Quindi bisogna rimboccarsi le maniche, come ha detto il compagno della Tenaris, lavorare e arrivare al 29 e 30 per poter tradurre questa rabbia, questo lavoro in più presenza in piazza. E' questo che è importante; dopo non ci mancheranno dei momenti di verifica, dei momenti di concertazione per poter rendere più ottima questa struttura, ma oggi io non mi sento di parlare della struttura e non vorrei che perdiamo tutto il tempo su questo. Io penso che l’organizzazione sindacale che rappresento abbia le idee ben chiare. Noi ci siamo e metteremo tutte le nostre forze e impegno perché il 29 e 30 siano riempite le piazze. Se il contesto ce lo permette andremo a Roma, se non lo permette saremo nelle nostre città nelle piazze a tradurre il linguaggio che noi esprimiamo sul mondo della politica, sul mondo del lavoro, della salute, della scuola, dello stile di vita che noi oggi esprimiamo.
Non è la resa dei conti, non è la battaglia finale ma è un tassello in più che ci mettiamo, verso un movimento costruito per la necessità di difenderci da un attacco feroce del capitalismo, dei governanti. Oggi come oggi nel mondo del lavoro è tutto più confuso perché tra i licenziamenti, tra la cassa integrazione, tra tutto quello che c’è oggi, è solo la passione di combattere, solo la sete di una giustizia che ti sveglia alla mattina e dice vai buttati in campo, perché siamo messi malissimo.
Qui dobbiamo dire cosa possiamo fare per dare risposta a questo sistema, cosa possiamo fare per essere punto di riferimento per chi non lotta o chi ha perso la speranza delle lotte, cosa dovremo fare per allargare questo movimento purchè sia qualcosa di concreto, perché in questo paese, e non solo ma quasi dappertutto il mondo, manca questa capacità di risposta. Noi continuiamo a lamentarci, i lavoratori non lottano, la popolazione è addormentata..., ma perché è il risultato della vecchia politica che non ha mai difeso e mai dato prospettive di lotta ai lavoratori da 30/40 anni a questa parte; sempre hanno cercato di negoziare con i padroni come il sindacato confederale che dice: noi abbiamo ottenuto questo che è meglio che perdere tutto,
Noi dobbiamo avere la capacità di tradurre le nostre parole d’ordine di tradurre la nostra rabbia di tradurre i nostri slogan in un vero e proprio progetto di popolo, per ribaltare totalmente quello che c’è, tradurlo nelle piazze, andare a manifestare, perché non è solo una conquista di salari che oggi è in campo. E' vero, ogni battaglia vinta si traduce in miglior favore alla popolazione, però oggi non è che andiamo a discutere un contratto piuttosto che un altro, oggi andiamo a mettere in discussione il malessere totale della classe, totale, della scuola, della sanità, di tutto.
E per questo non abbiamo più tempo inutile da perdere a creare delle strutture che non rappresentano più di tanto, e qui la necessità di organizzarci, andare in campo, combattere davanti alle piazze, tradurre la nostra rabbia e la nostra rappresentanza davanti alle istituzioni.
Quindi il 29 e 30 per noi è sciopero generale, generale generale, auspichiamo che tutti si adoperino perchè ci sia una riuscita di questo movimento perché oggi è quello che la gente ha necessità e sete di vedere.