sabato 21 novembre 2020

pc 21 novembre - Continua in Francia la mobilitazione contro la legge di sicurezza globale che impedisce di filmare poliziotti e gendarmi in azione

La santificazione della polizia del regime moderno fascista di Macron

🔴 Mobilisation à Lyon contre la loi de sécurité globale 🔴

Mardi dernier, les Jeunes Révolutionnaires de Lyon étaient présents au rassemblement contre la loi de sécurité globale. Cette loi prévoit notamment l'interdiction de filmer les policiers et gendarmes. Le but de cela est évident : empêcher que des vidéos viennent prouver les innombrables violences policières qui se déroulent chaque jour.

Le gouvernement souhaite donc mettre en prison celles et ceux qui documentent au quotidien la violence policière. Bien-sûr, la réaction de l'État capitaliste français est logique : les vidéos de violences

pc 21 novembre - I paesi imperialisti nel Mediterraneo si riuniscono per aggiornare i loro piani

 info

Mediterraneo: operazione Irini, il 26 e 27 novembre conferenza Shade Med

Mediterraneo: operazione Irini, il 26 e 27 novembre conferenza Shade Med
Roma, 21 nov 14:30 - (Agenzia Nova) - Dal 26 al 27 novembre l'operazione Eunavfor Med Irini ospiterà la nona edizione della Conferenza Shade Med - "Shared Awareness and De-confliction for the Mediterranean Sea". Lo riferisce oggi un comunicato stampa. Shade Med è un forum in cui rappresentanti di differenti nazioni e organizzazioni possono incontrarsi per discutere e relazionarsi su azioni politiche relative al Mediterraneo allargato. Molto più di un semplice incontro internazionale, la conferenza Shade Med è un forum dove tutti gli attori interessati si possono confrontare sui rispettivi

pc 21 novembre - Rafforzare il blog e il giornale 'proletari comunisti' - una nota appello interna ed esterna

Proletari comunisti è un giornale di formazione e orientamento di classe.
Gli operai, i proletari, le masse popolari, hanno bisogno di una voce quotidiana dei comunisti e dei proletari d’avanguardia. Per questo è importante il blog proletari comunisti;
invitiamo tutti i lavoratori, tutte le organizzazioni sociali e politiche di lotta a seguire quotidianamente per trovarvi una informazione delle lotte che essi stessi conducono e della tante lotte di cui essi non hanno notizie dalla stampa borghese.

Naturalmente, perché il blog svolga questa funzione occorre che i compagni di proletari comunisti, organizzati, simpatizzanti, sostenitori, comprendano bene questa funzione e si assumano la loro responsabilità nella gestione quotidiana del blog. Cosa che tutt’ora non avviene se non in piccola parte. Se non fanno questo, indeboliscono la voce politica di proletari comunisti e non svolgono adeguatamente il ruolo di combattenti politici d’avanguardia indispensabili per essere i costruttori del Partito. Qiuesto indebolisce il lavoro per il Partito, ma indebolisce anche loro stessi.

Fare questo lavoro abitua e permette di crescere politicamente e ideologicamente, di imparare a riconoscere e far riconoscere la verità nei fatti. Fare questo aumenta la capacità di pensare con la propria testa e muoversi autonomamente nella lotta di classe; aumenta la capacità di fronteggiare il dominio ideologico della borghesia contrastando il suo uso ideologico, politico delle notizie.

Questa capacità, che via via impariamo nel lavoro per il blog, per il giornale è parte della “guerra di classe. La politica proletaria in ogni manifestazione dell’oppressione richiede la controinformazione, la denuncia, le indicazioni quotidiane che devono venire e siamo tenuti a dare dalle colonne del nostro blog. Solo così possiamo contribuire a dotare la classe di uno strumento per la propria autonomia.

Quello che ancora non possiamo fare con un quotidiano cartaceo, lo dobbiamo comunque fare attraverso il blog. Bisogna dare il proprio contributo in maniera più intensa aumentando l’impegno e lo sforzo. Il blog è espressione del nostro lavoro collettivo e chiede che ogni compagno se ne assuma la responsabilità.

Certo, non tutti i compagni hanno a disposizione lo stesso tempo per scrivere sul blog: le lotte, l’attività di massa impegnano energie, ma tocca ai comunisti e ai proletari d’avanguardia porre la battaglia politica al primo posto comunque, perchè è anche il principale anticorpo contro l’economicismo. L’economicismo è riformismo e opportunismo, riduce i rivoluzionari a semplici sindacalisti, per quanto classisti e combattivi, ne indebolisce nel tempo la coscienza rivoluzionaria e ne ostacola e degrada la militanza nel Partito e per il Partito.

I compagni e i proletari d’avanguardia possono quindi dare di più in quantità e qualità nella scrittura e gestione del blog e del giornale,, non devono avere scuse per sottrarsi a questo impegno.

Oggi ci sono almeno fronti di lotta in cui non dovrebbe mai mancare la denuncia di classe, le nostre prese di posizione, le indicazioni:

la sanità, a partire da Milano/Lombardia; gli immigrati, a partire dalle realtà in cui si consuma quotidianamente la tragedia annunciata degli approdi, dell’accoglienza, della chiusura nei Cie, nei centri lager, e dei braccianti nelle campagne, schiavizzati e rinchiusi in ghetti; così sul fronte della scuola in tempo di pandemia, alla voce delle lotte deve corrispondere un’analisi di parte e un’idea alternativa della scuola.

Il nostro blog dà molto spazio alla lotta sindacale di classe e alla lotta contro la repressione, per i quali abbiamo anche contribuito a costruire dei blog specifici –quello dello Slai cobas per il sindacato di classe e quello recente e ancora nella fase di programmazione e uso di Soccorso rosso proletario - ma è importante che sul blog proletari comunisti queste lotte sindacali classiste e combattive , vengano analizzate dal punto di vista politico generale , danda ad essi il segno e la collocazione generale nella battaglia politico-rivoluzionaria. Sono altrettanto importanti le polemiche, lo scontro con altre posizioni che servono a chiarire e rafforzare l’orientamento di classe e l’orientamento politico generale Ma ci sono compagni nelle nostre fila che non comprendono che la posizione giusta avanza, non solo se si lotta ma se combatte e spazza via – via via le posizioni errate.

Quindi, rivolgiamo un appello, forte e determinato per servire il proletariato e le masse popolari con il cuore e la mente, il ”fucile” e la penna, dando il massimo per il giornale proletari comunisti e per il blog quotidiano.

pc 21 novembre - In Libia l'ENI e l'Italia imperialista arretrano e cresce l'influenza della Francia

La Total aumenta gli investimenti per la produzione di petrolio nel Fezzan


Intanto è fallito l'ennesimo tentativo di accordo tra le diverse fazioni libiche e imperialiste per la spartizione dei profitti del petrolio. 

Al vertice a Tunisi, messo in piedi da ONU/USA, sfuma l’accordo sul nuovo governo e la situazione sul terreno rimane cristallizzata con la divisione del paese, in sostanza, in 3 parti: il Governo di accordo nazionale sostenuto dai Fratelli musulmani (Turchia e Qatar) controlla la Tripolitania; l’Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar (spalleggiato da Russia ed Emirati Arabi Uniti) comanda la Cirenaica. Il Fezzan, con le sue labili alleanze fra tribù del deserto e i suoi confini porosi, rimane terra di conquista sotto forte influenza francese. 

Libia, 19 nov 15:23 - (Agenzia Nova) - L’annuncio della Libyan National Oil Corporation (Noc) di espandere gli investimenti della compagnia francese Total di Libia e le non meglio precisate “intese di sicurezza” raggiunte a Parigi da esponenti del governo di Tripoli hanno suscitato scalpore in Libia. L’azienda petrolifera statale libica ha spiegato di aver discusso con Total degli sforzi per “aumentare la capacità di produzione e aumentare i tassi di produzione ai massimi livelli”. L’output del Paese nordafricano è effettivamente tornato a circa 1,25 milioni di barili al giorno, riferisce la Noc, quasi la stessa quantità che la Libia produceva prima che precipitasse nel caos politico e nella guerra civile quasi un decennio fa. La rapida ripresa dei flussi petroliferi libici - la produzione era inferiore a 100.000 barili al giorno all'inizio di settembre - ha sorpreso gli esperti, superato le previsioni degli analisti e attirato l’interesse delle major. In questo contesto, Noc riferisce che la società francese “ha espresso il desiderio di Total di espandere la propria base di investimenti in Libia", si legge nella nota. 

E’ utile ricordare al riguardo che proprio ieri, il ministro dell'Interno del Governo di accordo nazionale libico (Gna), Fathi Bashagha, ha firmato in Francia un memorandum d'intesa per rafforzare la cooperazione tra il suo dicastro e una società di sicurezza. L’accordo include la cooperazione tra le due parti nel campo dello sviluppo di sistemi biometrici i requisiti elettorali e "altri scopi di sicurezza", secondo una dichiarazione del ministero dell'Interno. Questo passaggio, si legge in un comunicato, mira ad aiutare a sviluppare sistemi biometrici in Libia per verificare l'identità in modo sicuro e intelligente, "secondo i più alti standard internazionali". Fonti vicine a Bashagha avevano detto che il ministro si era recato in Francia per discutere degli sforzi di soluzione politica in Libia e per chiedere il sostegno di Parigi alla sua candidatura a primo ministro del prossimo governo di unità nazionale in Libia. Sia come sia Ahmed Sewehli, figlio dell’ex presidente dell’Alto Consiglio di Stato, Abdulrahman Sewehli, ritiene scandaloso stringere accordo con la Francia, un Paese che “ha aiutato un signore della guerra (il generale Khalifa Gaftar) a uccidere migliaia di persone e distruggere le città, garantendo armi, supporto logistico e diplomatico”.

pc 20 novembre - La giustizia borghese assolve gli assassini dei lavoratori

 19 NOVEMBRE 2020. ANCORA UNA VOLTA INGIUSTIZIA E’ FATTA.

Morti Amianto, alle ex officine Casaralta di Bologna: annullate in Corte d’Appello le pene.
I tre manager accusati di omicidio colposo e lesioni colpose, condannati in primo grado per la morte di più di 20 persone sono stati assolti. La prescrizione, e l’assoluzione ancora una volta concede l’impunità a manager assassini dei lavoratori.
Per i morti d’amianto nessuna giustizia. Il profitto viene prima della salute e della vita dei lavoratori.
Nessuno è colpevole per i morti di amianto tra i lavoratori delle ex officine Casaralta. La corte d’Appello di Bologna ha annullato le pene inflitte in primo grado agli ultimi tre superstiti del Consiglio d’Amministrazione della fabbrica, che ha costruito e riparato carrozze di treni e tram fino al 2010. Maria Regazzoni, 90enne e membro del consiglio dal ‘55 al ‘79 e dall’84 al ‘93, Carlo Regazzoni, 64 anni, consigliere dal ‘77 all’86, Carlo Filippo Zucchini, 66 anni, in carica dal ‘79 all’86, accusati di omicidio colposo e lesioni colpose, erano stati condannati, la prima a tre anni e gli altri a due anni, per poco più di 20 morti sulle almeno 81 conteggiate.
I lavoratori erano stati esposti alla sostanza cancerogena, all’amianto, senza alcuna precauzione dagli anni 60 al 1989.
Per i giudici la maggior parte di quelle morti, dovute a mesoteliomi e ad altre forme tumorali, sono cadute in prescrizione, legata alla concessione delle attenuanti generiche, negate nel primo processo e concesse invece dalla Corte d’Appello. Per i decessi più recenti i giudici hanno invece pronunciato sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste.
Ancora una volta la giustizia dei padroni assolve i manager che mandano consapevolmente a morte i lavoratori uccidendo per la seconda volta le vittime e i loro famigliari.
Solidarietà alle famiglie delle vittime e vergogna per chi concede ai padroni la licenza di uccidere i lavoratori e rimanere impuniti.


pc 20 novembre - nelle fabbriche sempre a rischio la vita operaia

 

Solvay: “Fuga di acido cloridrico che ha colpito i due operai, rilevata per soli due minuti”

La perdita di acido cloridrico è stata registrata da solo uno dei 34 sensori in prossimità dell’area interessata dall’evento

ALESSANDRIA. Lunedì 16 novembre la fuga di acido cloridrico, dovuta all’urto di una gru contro una valvola, aveva investito due lavoratori alla Solvay di Spinetta Marengo. L’incidente è accaduto durante i controlli che la Provincia e Arpa stanno eseguendo sui lavori di adeguamento richiesti per ottenere l’autorizzazione all’ampliamento della produzione.

I due tecnici coinvolti è stato trasportato al Pronto soccorso, ma non ha riportato gravi conseguenze.

Ieri l’azienda in un comunicato ha dichiarato che: «I 2 tecnici, che stavano lavorando a bordo della piattaforma, sono stati immediatamente assistiti sul posto dal servizio sanitario dello stabilimento (medico competente e infermiere di turno presenti nel sito). Trasportati in pronto soccorso per le visite di controllo, sono stati entrambi in seguito dimessi dopo il necessario periodo di osservazione senza essere stati oggetto di ricovero, con prognosi relative a lesioni di tipo lieve e trattabili con terapia medica».

L’allerta è scattata verso le 11 di lunedì ed è rientrata dopo una mezz’ora, «dopo che la perdita è stata intercettata dalla Squadra interna di pronto intervento».

«La perdita di acido cloridrico è stata rilevata da solo uno dei 34 sensori in prossimità dell’area interessata dall’evento, e per soli 2 minuti, per valori di poco sopra il livello di attenzione e 10 volte inferiori a quello di preoccupazione».

Nessuna presenza di acido cloridrico è stata rilevata dalla centralin

pc 20 novembre - L’antifascismo non si processa: solidarietà a Matteo… Operaio, Musicista militante

 quando la repressione mostra il suo vero obiettivo. Colpire pesantemente la classe operaia, che nella Eroica Resistenza Partigiana furono l'ossatura e protagonista principale della guerra di popolo che sconfisse il nazi/fascismo.

SIAMO TUTTI MATTEO. ORA E SEMPRE RESISTENZA


 da La Bottega del Barbieri

operaio e bassista della Banda POPolare dell’Emilia Rossa. Un appello

L’antifascismo non si processa. Solidarietà a Matteo, operaio e musicista.

Matteo Parlati, bassista della Banda POPolare dell’Emilia Rossa e operaio metalmeccanico alla Ferrari di Maranello, è stato condannato a 6 mesi di reclusione (con pena sospesa) e al pagamento di 3 mila euro come ammenda pecuniaria più le spese legali. La sua colpa è aver partecipato ad una manifestazione antifascista che il 28 ottobre 2011 si voleva opporre alla celebrazione della marcia su Roma indetta dall’organizzazione neofascista Fiamma Tricolore. Come troppo spesso accade, le istituzioni e la polizia anziché impedire l’ennesima apologia di fascismo si sono schierati a difesa dei fascisti ed hanno represso la manifestazione antifascista a colpi di manganello con cariche ripetute. Per buona pace di una retorica che vorrebbe la Costituzione essere nata dalla Resistenza al nazifascismo. In sede di processo, per colpevolizzare gli antifascisti, si è tentato di accusare Matteo di aver aggredito i celerini. L’accusa era talmente priva di fondamento che il tribunale è stato costretto a “limitarsi” a condannare Matteo, assieme ad altri 3 manifestanti, per “concorso morale”.

pc 20 novembre - LOMBARDIA, LA TRASFORMAZIONE DELLA PANDEMIA IN STRAGE: FERMARE, ASSEDIARE, CACCIARE QUESTA GIUNTA

 Nonostante i numeri, abbiamo superato i 20.000 morti, nonostante gli ospedali al collasso, nonostante gli operatori sanitari allo stremo, passati da Eroi ad Untori, costretti dalla criminale direttiva Trivelli (che ha "sostituito" l'uomo delle telefonate, Cajazzo, alle RSA e PS di Alzano e Nembro), dai tamponi rapidi (sic) che se sono positivi ma asintomatici a continuare a lavorare, poi essere "monitorati" sempre coi test rapidi e fare una quarantena ed in più la costrizione da zona rossa, quando di fatto sono aumentati in maniera esponenziale i colleghi che sono contagiati e a casa in quarantena.


Ebbene nonostante questo Fontana ed esponenti della Lega premono per passare da zona rossa a zona arancione per non fermare l'economia.

Per questo rilanciamo una mobilitazione diretta in tutte le forme, il massimo coinvolgimento territoriale e adesione, per un assedio settimanale, con l'obiettivo minimo di caduta e incriminazione di Fontana e company.

Slai Cobas sc Sanità Milano

cobasint@tiscali.it 






Coronavirus in Lombardia, il governatore Fontana: "I nostri numeri oggi sono da zona arancione"

Il presidente lombardo commenta l'Rt che è sceso e aggiunge che "per una questione di cautela fino al 27 novembre si resta in zona rossa"

Noi abbiamo già iniziato una fase di leggero ma significativo miglioramento. Il nostro Rt è sceso in maniera sostanziale, tanto che in base ai numeri noi rientreremmo oggi in una zona arancione".

Milano, Bolognini (Lega): "Zona rossa? Qui non ci sono morti in giro per gli ospedali come in altre regioni"

 

Coronavirus, il mese più nero di Milano: il virus rallenta, ma i decessi sono il doppio rispetto a fine ottobre

di Alessandra Corica


pc 20 novembre - Braccianti pandemia e sfruttamento - info da Campagne in lotta

Scomparsi

Mentre il settore agroalimentare continua a cavalcare la crisi pandemica, come prima cavalcava la crisi finanziaria, continuando ad aumentare i suoi profitti, i lavoratori impiegati nel comparto agricolo, definiti indispensabili, sono però scomparsi dai radar mediatici

All’inizio mancavano per la raccolta

Nei primi mesi di pandemia non si faceva che parlare di braccianti e di quanta forza lavoro fosse venuta a mancare a seguito del lockdown, e il governo metteva in piedi un processo di regolarizzazione degli stranieri privi di documenti, ma anche dei lavoratori italiani a nero, sbandierato come la risposta alla carenza di braccia (dimenticandosi delle lotte dei diretti interessati, che hanno giocato un ruolo cruciale nella decisione di procedere con una sanatoria). Una misura rivelatasi però fallimentare e subito aspramente criticata da più parti – anche da chi è per anni rimasto sordo agli appelli alla solidarietà di lavoratori e lavoratrici in lotta per i documenti. Le associazioni di categoria, d’altra parte, hanno cercato sfacciatamente ed insistentemente di approfittare della situazione per forzare la reintroduzione di forme di ingaggio tramite voucher, ancora più precarizzanti di quanto non siano già i contratti a termine dei braccianti agricoli.

Poi “i neri” erano immuni

Allo stesso tempo, c’era addirittura chi – eminenti opinionisti di importanti testate nazionali, ma anche

pc 20 novembre - I Decreti sicurezza del fasciorazzista Salvini non sono stati aboliti ma restano contro gli immigrati e le lotte proletarie

da proletari comunisti - novembre 2020


scheda

Fino a 6 anni di galera per blocco stradale. Era stato depenalizzato negli

anni “90, ora è stato reintrodotto come reato.

Fino a 6 anni di galera anche per i picchetti sui cancelli, considerati blocco

stradale e quindi reati.4mila euro di multa, per ostruzionismo

nel blocco stradale.

Uso dei droni da parte delle forze dell’ordine,

per monitorare lotte, manifestazioni iniziative operaie.

Possibilità delle forze dell’ordine di sparare con pistole taser sui manifestanti.

Fino 12 mesi di galera per chi organizza un corteo, se qualcuno dovesse

causare danni.

Fino 12 mesi di galera anche per chi partecipa ad un corteo non autorizzato.

Indossare il casco durante un corteo è diventato un “delitto” cioè reato punibile.

Fino 2 anni di galera per chi lancia razzi o petardi alle manifestazioni,

anche questo è diventato reato punibile.

Forte aumento delle pene per chioccupa case, fabbriche o terreni.

Daspo urbani per allontanare con pretesti per lunghi periodi,i più attivi nelle lotte.

Ripristinato il reato di “accattonaggio”, era stato depenalizzato nel 1999.

Andrà a giudizio per reato penale,chi pronuncia parole o frasi ritenute

offensive dalle forze dell’ordine cui sono indirizzate. Non potrà più

essere derubricato “non punibile per la lieve entità del fatto”,



Tutto l’impianto repressivo contro le lotte operaie e delle masse popolari dei cosiddetti decreti sicurezza Salvini è rimasto intatto! Mentre la parte che riguarda più specificamente i migranti è stata leggermente modificata. Altro che abolizione! Si tratta dello stesso impianto reazionario che abbiamo denunciato e combattuto in questi anni nelle piazze e tra i lavoratori, gli stessi decreti di cui abbiamo chiesto e chiediamo l’abolizione!

Il governo e i mass media hanno invece strombazzato come grande risultato la leggera modifica di alcuni punti dei decreti emanati durante il governo Conte 1, il governo Lega/Movimento 5 Stelle; strombazzati a gran voce anche perché il governo Conte2, Pd/Movimento 5 Stelle, è seriamente a corto di altri risultati “positivi” da dare in pasto all’opinione pubblica.

pc 20 novembre - Decreti sicurezza 'cambiati' ma l'imperialismo italiano verso il blocco navale antiTunisia - un commento

 ANCORA SULLA PRESUNTA "ABROGAZIONE"DEI "DECRETI SALVINI"

La cloaca massima dello pseudo giornalismo borghese, che risponde al nome del quotidiano il Giornale, propone – nella sua edizione di martedì diciassette novembre – all’attenzione dei suoi lettori un fatto accaduto nel corso della discussione sulla conversione in legge dei nuovi “decreti Salvini”.

Lo fa per mezzo di un articolo, a firma Mauro Indelicato, all’interno del quale si trova una dichiarazione di Luciana Lamorgese, ministro degli Affari Interni pro tempore, che lamenta un aumento dei flussi migratori nel corso del 2020, durante il quale «alla data del 15 di novembre abbiamo circa 32 mila arrivi, di questi circa la metà, 12.400 mila, di nazionalità tunisina, pari al 38,7%».



Quello che qui interessa sono le proposte che l’ex Prefetto fa per frenare il flusso migratorio dal Paese nordafricano: «il capo del Viminale ad inizio mese ha parlato della possibilità dell’impiego di mezzi navali e aerei per frenare gli sbarchi dalla Tunisia. Una proposta – scrive il pennivendolo – rimasta solo come tale, non dissimile a quella del blocco navale. Tanto che la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha ironizzato “consigliando” al ministro di leggere il programma del suo partito».

Esse dimostrano che il Governo non ha nessuna intenzione di affrontare le problematiche legate ai “decreti Salvini”, cambiando completamente strada rispetto ad essi: la loro eventuale abrogazione deve obbligatoriamente andare di pari passo con la cancellazione della vergognosa legge Minniti-Orlando che prevede proprio l’utilizzo di mezzi militari di pattuglia davanti alle coste tunisine.

Bosio (Al), 20 novembre 2020


Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova