sabato 26 settembre 2020

pc 26 settembre - Il governo dalla lingua biforcuta - È guerra alle Ong. Il governo blocca anche Mediterranea

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Giansandro Merli - il manifesto

Vietato l’imbarco di due tecnici con un provvedimento privo di riferimenti normativi. Stop di fatto a tutte le navi umanitarie. «La verità è che c’è una persecuzione amministrativa contro alcune organizzazioni che operano in mare con grande dignità», afferma il comandante Gregorio de Falco, senatore del gruppo misto.

pc 26 settembre - Presidio al carcere per Dana - NOTAV TORINO oggi

Torino. Libertà per Dana! Il 26 settembre presidio al carcere delle Vallette

Sabato 26 settembre andiamo a portare il nostro saluto e il nostro affetto a Dana, oltre le sbarre che la tengono ingiustamente reclusa!
Non si può fermare il vento!

Ore 17:30 – Torino – Casa Circondariale Lorusso Cutugno, Capolinea del 3

Notavinfo Notav

pc 26 settembre - Migranti Alan Kurdi - info - accoglienza e solidarietà

Da LasciateCIEntrare

La Alan Kurdi, imbarcazione della ong tedesca Sea Eye, dopo una settimana di navigazione con a bordo 133 persone salvate nel Mediterraneo Centrale è finalmente giunta in un porto sicuro.

Non avendo ricevuto alcuna risposta dai Centri di coordinamento dei soccorsi in mare dei Paesi contattati, si era diretta verso Marsiglia, originario porto di scalo della missione. Due giorni fa, a causa

pc 26 ottobre - Contro l'accordo fascista per i rider - protesta a Torino

I rider protestano a Torino e tentano un'irruzione nella sede dell'Ugl

La manifestazione in via Sacchi. 
I rider scendono in piazza anche a Torino, dopo le manifestazioni in varie città d'Italia avvenute nei giorni scorsi. Al centro della protesta il contratto collettivo nazionale di lavoro, siglato dall'Associazione dell'industria del food delivery, Assodelivery e il sindacato Ugl.
E proprio Ugl Piemonte  è finito nel mirino dei manifestanti, che hanno percorso il centro a bordo delle loro biciclette e hanno raggiunto via Sacchi 43, sede del sindacato. Qui hanno appeso striscioni, imbrattato i muri esterni e tentato di entrare negli uffici.                     

pc 26 settembre - ARCELORMITTAL - E IN QUESTA SITUAZIONE SI SOSPENDONO GLI SCIOPERI E I BLOCCHI?

 (dal blog tarantocontro)

 Non solo nell'incontro del 23 settembre vi è stata da parte del governo e dell'ArcelorMittal "aria fritta" - nuovi incontri (come riportiamo di seguito) ma nessun risposta concreta in termini di fatti, tempi, immediato futuro, mentre AM continua a fare (e non fare) quello che vuole: abuso illegittimo di cig-covid, rischio sicurezza, utilizzo degli operai come "usa e getta", ecc., ma da notizie nazionali le vicende sono incerte e in peggioramento. 

I commissari riaprono la strada dello scontro giudiziario definitivo, rimettendo in discussione la garanzia data ad ArcelorMittal. Al centro del contenzioso c’è il pagamento delle rate del canone di affitto dello stabilimento siderurgico da pagare anticipatamente: erano due, adesso sono tre da 22,25 milioni l’una. E si riferiscono ai canoni maggio-luglio, agosto-ottobre, novembre-gennaio 2021.

Su questo vi era stato un accordo di pagamento due rate, ma l’atteggiamento dilatorio di ArcelorMittal dimostra che non intende adempiere all’obbligo di pagamento rendendo precarie le future strategie. 

Dopo alcune proposte di "soluzioni", quando è emersa con evidenza la decisione di interrompere la procedura si è dovuto prenderne atto dichiarando chiuso il procedimento. 
Ora il prossimo passo dovrebbe essere l’escussione della fidejussione di 90 milioni prestata da Intesa Sanpaolo nell’interesse di ArcelorMittal. Di fronte a questa mossa aggressiva, peraltro attesa perché prevista dal contratto, ArcelorMittal  si dice pronto all’impugnativa davanti al tribunale di Milano. A quel punto ci sarebbe la violazione definitiva del contratto più volte modificato. 

A questo si aggiunge il fatto recente dell'emendamento al Senato presentato dal M5S che vuole ridurre la dote di entrata di Invitalia nella holfing di ArcelorMIttal da 470 milioni a 180 milioni. Mittal pochi giorni fa invece aveva dichiarato che 470milioni erano pochi... 

ORA, IN QUESTA SITUAZIONE - LE CUI CONSEGUENZE RICADONO PRIMA DI TUTTI SUGLI OPERAI - CON CHE FACCIA FIM, FIOM, UILM HANNO REVOCATO LO SCIOPERO, per dire solo "...qualora non si dovessero concretizzare le disponibilità da parte di Arcelor Mittal, emerse al tavolo, continueremo con le mobilitazioni già intraprese nei giorni scorsi”?

Ma stanno prendendo per i fondelli!?

Nè l'Usb si può mettere a posto la coscienza solo perchè ad un certo punto ha abbandonato il tavolo di trattativa in segno di protesta, ma dicendo la solita minestra: "Arcelor Mittal deve andare via. Il Governo cacci questo gruppo e riparta mettendo in sicurezza gli impianti” (cosa che il governo NON vuole fare); senza chiamare alla lotta ora e subito per una piattaforma operaia. 

Gli operai non devono andare dietro alle illusioni: via Mittal, l'Ilva verrebbe consegnata ad un altro/altri padroni che già nelle loro fabbriche fanno come Mittal: sfruttamento, attacco alla salute e sicurezza, tagli di posti di lavoro - i padroni sono tutti una razza bastarda che pensa solo a fare profitti sulla pelle degli operai; anche l'ipotesi che sia il governo a prendersi la fabbrica (cosa che il governo non vuole) non risolve i problemi degli esuberi, di fondi tanti e effettivi per la sicurezzza e ambiente, perchè anche il governo vuole ridurre di molto gli operai in Ilva, mandando gli altri a fantomatici piani di riconversione, e intanto stai in cig...

SENZA UNA LOTTA SERIA E PROLUNGATA, QUI ED ORA SU UNA PIATTAFORMA OPERAIA, il resto sono lamenti e tavoli inutili.

La lotta era appena iniziata - BENE - con blocchi riusciti e necessari, alla strada e alla portineria C e ai varchi; ora non deve essere bloccata!

A questo punto tocca agli operai più coscienti e combattivi unirsi, organizzarsi e riprendere la lotta! Lo Slai cobas sta per questo.

Concentriamoci sulla piattaforma alternativa – che centinaia di operai stanno firmando alle portinerie - per sviluppare una lotta vera

- stop alla cassintegrazione covid - rientro dei cassintegrati - cassintegrazione ordinaria al 100%

- riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga
- prepensionamenti come risarcimento ai lavoratori per amianto, attacco alla salute e perchè 25 anni bastano in una fabbrica siderurgica
- Diciamo sì a tutti i piani di ambientalizzazione della fabbrica e alle ipotesi di nuove teconologie per ridurre le fonti inquinanti all’interno, ma tutto questo con gli operai in fabbrica, col controllo operaio, e la presenza in fabbrica di una postazione Ispettiva permanente.

Slai cobas per il sindacato di classe - via Livio Andronico 47 Taranto 3475301704 slaicobasta@gmail.com - tarantocontro.blogspot.com

venerdì 25 settembre 2020

pc 25 settembre - Usa - Ora a Louisville scontri manifestanti-polizia per l'uccisione di Brenna Taylor

Un gruppo di manifestanti e polizia sono stati protagonisti di scontri a Louisville, in Kentucky, nell'ambito delle proteste per il caso di Brenna Taylor, l'afroamericana uccisa per errore dagli agenti sei mesi fa. I manifestanti chiedono giustizia perché il poliziotto che ha sparato e ucciso la donna è stato accusato di condotta negligente e pericolosa, ma nessuno dei suoi tre colleghi è stato incriminato per la morte della ragazza.

pc 25 settembre - TARANTO - PROCESSO RENZI - TUTTI ASSOLTI!

 La sentenza di ieri di assoluzione al Processo Renzi per tutti (ad eccezione di tre mesi per uno, per oltraggio) emessa a tarda ora dalla Giud. Misserini, rende verità e giustizia ad una manifestazione pienamente legittima e motivata, di protesta per la venuta a Taranto a fine luglio 2016 dell'allora capo del governo Renzi. 

La manifestazione era stata organizzata dallo Slai cobas e in prima fila nella contestazione a Renzi erano infatti operai dell'Ilva, lavoratori cimiteriali, lavoratori e lavoratrici precarie. Via via la piazza di fronte al museo si riempì di varie associazioni, molte dei Tamburi, donne, madri che avevano visto anche figli e familiari morire, ambientalisti, cittadini, fino a più di 300 persone.
Che essa fosse legittima è stato riconosciuto ieri dalla stessa PM, "a fronte della sofferenza dei cittadini" - come ha detto; lavoratori, donne, cittadini che - come ha sottolineato l'avvocato venuto da Torino, Gianluca Vitale, difensore dello Slai cobas sc  - vedevano Renzi venire a Taranto dopo tanti decreti salva Ilva e nulla a difesa della salute e per
giunta andarsene a fare una cerimonia dentro il Museo, sottraendosi pure ad un rapporto con la gente. Sempre l'avv. Vitale, che ha messo soprattutto in luce il clima e il significato politico della manifestazione ma anche di quello che era successo oggetto del processo, ha evidenziato la

pc 25 settembre - Giornata di protesta nazionale dei contadini in India

“The massive response to the Pratirodh Diwas is a clear warning to the arrogant Narendra Modi led BJP Government and the message is loud and clear. Peasants and workers will build the broadest possible unity to resist with all its might the efforts of the BJP to facilitate corporate loot and profiteering at the expense of farmers,” e.

Haryana, Punjab, Uttar Pradesh, Karnataka and Rasjasthan witnessed widespread bandhs.  In Karnataka, farmers groups courted arrest after blocking the busy Tumkur road near Yeshwanthpur in Bengaluru. In Haryana, photos of farmers observing sit-ins on the road, forming human chains circulated on social media. Meanwhile, Punjab’s farmers erected temporary shades on railway tracks while they blocked the trains. On the roads, traffic police supported the farmers’ efforts by diverting traffic as the peasants continued their movement.

Similarly, thousands of farmers blocked the Mumbai Delhi Highway near Maharashtra’s Dahanu. . Over 50,000 pesants in 21 districts blocked national and state highways across the state. All over India, Central Trade Unions, workers organisations, students, women organisations, Dalits and Adivasis marched on the streets despite the threat of COVID-19, sweltering heat and heavy rains.

In West Bengal, the National Highway was blocked at 92 places while State Highways were blocked at 89 places. According to farmer organisations, more than six lakh people participated in West Bengal alone.

In the south, Tamil Nadu witnessed protests in hundreds of spots. 

Kerala’s protesters observed Dharna and protests in front of 250 Central Government offices and many places across the State. 

The Northeast states also made their voices heard as massive protests in Tripura braved police repression and attacks while protesters in Assam burnt mock papers as a sign of dissent. In most States the Highways were blocked. Northern railways even had to cancel trains due to agitations.

Jharkhand, Rajasthan, Odisha, Uttarakhand, Himachal Pradesh, Uttar Pradesh, Jammu and Kashmir, Gujarat, Andhra Pradesh, Telangana, Madhya Pradesh, Chhattisgarh witnessed spontaneous response from farmers and workers. Effigies of Narendra Modi and the Bills were burnt in numerous places.

In Delhi, members of various Central Trade Unions, national women’s organisations, civil society groups, student organisations and MPs who were suspended for speaking up against the Bills in Parliament were present in solidarity with the farmers.

Protests were held across the country today after the nationwide ‘Bharat Bandh’ call by farmer organisations against the Farm Bills. The Farmer’s Produce Trade and Commerce (Promotion and Facilitation) Bill, 2020, the Farmers (Empowerment and Protection) Agreement of Price Assurance and Farm Services Bill, 2020 and the Essential Commodities (Amendment) Bill, 2020, have been passed by both Houses and await presidential assent.

Farmer organisations and political parties are demanding that the Bills be withdrawn or sent to the Standing Committee for scrutiny and have urged the President not to give his assent to the Bills, as they seek to serve “corporate interests” rather than farmers’, as these also threaten to do away with the Minimum Support Price (MSP) cushion to farmers. Congress has even asked for a separate Bill to ensure MSP as a legal right.


Protests have been going on in Punjab, Haryana, Western Uttar Pradesh, Maharashtra among others much before the Bills were introduced in the Monsoon session of Parliament.

Members of the Karnataka State Farmers’ Association protested on the Karnataka-Tamil Nadu highway. Around 250 were taken into preventive custody at Mysore Bank Circle in Bengaluru. A group of farmers met with Chief Minister BS Yediyurappa but failed to reach an understanding. A statewide protest called for on Monday will go ahead as planned. In Tamil Nadu, farmers from the National South Indian River Interlinking Farmers’ Association protested in Trichy with human skulls, chained hands and nooses tied around their necks.

In Tamil Nadu farmers protested with the skulls of farmers who committed suicide.

Protests were held across Kerala 

pc 25 settembre - In pieno svolgimento in India 21/27 settembre le manifestazioni per il 16° anniversario della fondazione del PCI (Maosta)

 Manifesti celebrativi anche in altre parti del mondo

COLOMBIA: Apoyemos la Guerra Popular en La India (REVOLUCIÓN OBRERA)

 

La Guerra Popular en la India hace parte de la lucha mundial contra el capitalismo y por la revolución proletaria mundial, y es hoy, la mayor avanzada de los obreros y campesinos que luchan por transformar de manera radical la actual sociedad y ponerla al servicio de las masas trabajadoras.

Por eso en el 16 aniversario de la fundación del Partido Comunista de la India (m), dirigente de la Guerra Popular, llamamos a todos los revolucionarios a apoyar esta avanzada de la revolución.

pc 25 settembre - La morte degli operai è vita per il capitale

Da La bottega del barbieri

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa denuncia-appello di un delegato USB dell’Alto vicentino.

Cosa segna oggigiorno l’aumento dello sfruttamento indiscriminato degli operai e il continuo e progressivo peggioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro? Purtroppo non sono solo i bassi salari e gli aumenti da fame (quando ci sono), l’incremento della precarietà e della flessibilità, l’innalzamento dei ritmi e l’allungamento degli orari lavorativi, l’incertezza crescente legata alle pensioni e alle liquidazioni, i tagli spregiudicati alla sanità e allo “stato sociale”. È anche e soprattutto la sempre più massiccia carneficina degli omicidi sul lavoro e delle malattie cosiddette “professionali”.

Nella sola provincia di Vicenza ci sono stati nel corso dell’ultimo

pc 25 settembre - Israele-Italia, nuovo accordo militare - il governo PD/5 stelle è attualmente 'il miglior involucro possibile' per gli interessi dell'imperialismo italiano e dei padroni dell'industria bellica

Israele-Italia, nuovo accordo militare

Il governo di Gerusalemme acquista elicotteri d'addestramento Agusta, quello di Roma missili controcarro. Solo l'ultimo passo di una collaborazione tra forze armate e aziende sempre più stretta

Un altro passo avanti nella cooperazione militare tra Italia e Israele, con un duplice contratto. Israele ha

pc 25 settembre - Rientrano dalla Cig operai a Mirafiori e Grugliasco - è una migliore condizione perchè ritorni la lotta

Si può andare oltre i 270 e si può pretendere contratti a tempo indeterminato

slai cobas per il sindacato di classe -coordinamento nazionale

Fca, la 500 elettrica fa sospendere gli ammortizzatori sociali a Torino

Verranno anche assunti a tempo determinato 270 addetti tra Mirafiori e Grugliasco. La cassa integrazione durava da 13 anni

La 500 elettrica dà la carica al Lingotto. Oggi Fiat Chrysler ha annunciato a sindacati e lavoratori la sospensione degli ammortizzatori sociali (che duravano da 13 anni) a partire dal primo ottobre, l’assunzione di una decina di ingegneri che si aggiunge al programma in corso di assunzione di circa 70 apprendisti, nonché circa 270 inserimenti temporanei fino a fine anno fra somministrati e distacchi nel Polo produttivo torinese di Mirafiori e Grugliasco. La decisione arriva dopo la salita produttiva della nuova utilitaria green in produzione in corso Settembrini e riguarda 2600 persone a Mirafiori e 1.400 a Grugliasco. In virtù di questa riprogrammazione, finalizzato allo sbarco nei concessionari, agli addetti di linea verrà aggiunto anche un secondo turno.

Il ministro Patuanelli e il governo esultano e si siedono sui piani FCA

« «non sarebbe stata possibile la comunicazione di Fca che gli stabilimenti di Mirafiori e Grugliasco

pc 25 settembre - Per il dibattito - Come cambia l’economia dopo la pandemia?

Come cambia l’economia dopo la pandemia? Ne parliamo con F. Schettino

di Federico Giusti

Francesco Schettino è un economista, docente All’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli e all’Università Popolare Antonio Gramsci di Roma. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni ed è stato uno dei maggiori collaboratori della pregevole rivista marxista La Contraddizione. Anche questo giornale ha ospitato alcuni suoi articoli. Dopo quelle rivolte a Domenico Moro e Alan Freeman, anche a lui, che ringraziamo per la disponibilità, rivolgiamo alcune domande in merito alla fase che si va sviluppando a seguito della pandemia.

Domanda (D). La pandemia da Covid-19 ha senz’altro fatto da detonatore della crisi economica e l’ha inasprita. Per noi, però, la pandemia è intervenuta in un momento già critico per l’economia mondiale per cui essa non può essere considerata l’unica responsabile dei problemi economici che stiamo vivendo. Per te qual è la natura di questa crisi?

Risposta (R). Senza ombra di dubbio non si tratta di una nuova crisi. In altre parole, la Covid-19 ha agito da amplificatore della crisi da sovrapproduzione che già nel 2008 era esplosa in tutta la sua violenza - pur traendo origine almeno all'inizio degli anni

pc 25 settembre - SICILIA: “Rischiamo una sommossa”, così l’assessore regionale Scavone scrive alla Ministra del Lavoro!

 

Tra disoccupati, a centinaia di migliaia, e sospensione “temporanea” al 30 settembre del reddito di cittadinanza, “L’assessore regionale al Lavoro Antonio Scavone – dice La Repubblica di oggi - ha scritto alla ministra, siciliana per altro, Nunzia Catalfo: «Parliamoci chiaro, rischiamo una sommossa nelle nostre città se non ci saranno garanzie sul ripristino dell’assegno — dice l’assessore Scavone — ho sollecitato alla ministra una circolare da inviare agli uffici per accelerare le pratiche visto che l’emergenza Covid rende di difficile accesso le nostre strutture e anche i Caf che devono rispettare le norme anti Covid».

«Ho paura, sì. Ad ottobre non riceverò alcun sostegno e non so come farò. Ma quello che temo di più è

pc 25 settembre - Palermo... verso l'Assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi di Bologna

L'Appello alla Fincantieri di Palermo


Appello
L’impatto dell’emergenza ancora in pieno corso è epocale, con una recessione generale che colpisce la vita di milioni di lavoratori, lavoratrici, precari/e e disoccupati/e nel mondo.
Questa recessione non è però un semplice riflesso del covid19, ma mette a nudo una crisi strutturale di lunga durata. In Italia decine di migliaia di morti (in particolare a Bergamo e in Lombardia) hanno reso evidente lo sfascio del sistema sanitario e lo sfruttamento del suo personale. Su spinta di Confindustria, migliaia di aziende, fabbriche e magazzini sono stati lasciati aperti anche se non essenziali, con milioni di lavoratori e lavoratrici il più delle volte privi di una reale protezione.
Le misure adottate in questi mesi dal governo-Conte hanno salvaguardato ancora una volta i profitti. Cassa integrazione e ammortizzatori hanno prodotto un drammatico abbattimento dei livelli di vita di lavoratori e lavoratrici.
La moratoria sui licenziamenti è momentanea e, soprattutto, parziale: centinaia di migliaia di precari/e sono finiti per

giovedì 24 settembre 2020

pc 24 settembre - Napoli Occupato spazio nel centro città. Finite le elezioni? Chi ascolta i disoccupati?


I disoccupati 7 novembre stamattina hanno occupato uno spazio abbandonato nel quartiere Sanità a Napoli, che sarà una nuova sede del movimento.

Di seguito il comunicato dei compagni.Mentre al Tribunale sono a processo 8 nostri compagni in uno dei tanti procedimenti per reprimere la nostra lotta, questa mattina all'alba i disoccupati aderenti al Movimento Disoccupati 7 Novembre si sono ripresi uno spazio nel Rione Sanità, nel centro della città.

L'immagine può contenere: una o più persone, abitazione, motocicletta e spazio all'aperto













La crisi economica morde, migliaia di famiglie che percepiscono un elemosina insufficiente per campare, migliaia che hanno perso il lavoro, migliaia disoccupate di lunga durata, migliaia con un lavoro sottopagato, a nero, sfruttato.

Questa iniziativa è finalizzata da un lato ad allargare l'invito a tutti i disoccupati e disoccupate della città ad aderire al movimento dei disoccupati per porsi su un terreno di lotta e mobilitazione senza delegare a nessuno la propria condizione di vita e di lavoro dall'altro a chiedere alle istituzioni locali (Comune, Città Metropolitana, Regione) di sbloccare il percorso di sperimentazione di progetti di pubblica utilità che farebbero ossigeno e salario ai disoccupati e servizi utili ai nostri territori ed alla nostra città (in continuità con gli incontri al Ministero del lavoro e nella Prefettura di Napoli)

Questo spazio, nel cuore di Napoli, è inutilizzato da tempo ex Asia, adiacente alla sede operativa 

società Asia che gestisce il ciclo dei rifuti per il Comune di Napoli (uno dei temi su cui sarebbe fondamentale un piano per il lavoro, l'ampliamento delle piante organiche e il miglioramento della raccolta differenziata porta a porta)

Invitiamo tutti e tutte a partecipare ai prossimi appuntamenti pubblici che il movimento costruirà e seguite i prossimi comunicati che saranno pubblicati.

Se volete siamo Vico Arena della Sanità. Venite!


pc 24 settembre - FORMAZIONE OPERAIA - GUIDA ALLA LETTURA - 2 - DE "LA SITUAZIONE DELLA CLASSE OPERAIA IN INGHILTERRA" ENGELS

 2° parte


Engels mostra come tutto il sistema borghese, come potere statale, come partiti, come legislazione (la Legge sui poveri che nel 1834 abolì tutti i sussidi in denaro o in natura e istituì le 'case di lavoro' workhouse, che erano in realtà delle carceri in cui il soggiorno veniva definito “repellente”, è una dimostrazione lampante di una legislazione che afferma che i poveri non hanno “il diritto di esistere in condizioni umane”), come apparato giudiziale, ha lo scopo solo “di proteggere i possidenti contro i nullatenenti... l'ostilità contro il proletariato è la base dell'ordinamento giuridico...”.

“...La legge è sacra al borghese poichè è suo lavoro personale, poiché è fatta con il suo consenso a sua protezione e vantaggio... il borghese inglese si ritrova nella legge come nel suo dio, perciò la ritiene sacra, per questo per essa ha il bastone dell'agente di polizia, il quale è propriamente il suo bastone, una forza meravigliosa per far tacere. Ma ciò non è vero per l'operaio. L'operaio sa troppo bene e lo ha esperimentato troppo spesso, che la legge per lui è una verga con la quale fu vincolato dal borghese, e, se egli non deve, non ne tiene alcun conto...”.

Scrive Engels: “...non meraviglia nulla affatto se gli operai trattati come bestie o divengono realmente

pc 24 settembre - Settembre 1920. L'occupazione delle fabbriche e i suoi insegnamenti - un dibattito storico politico importante

Concetto Solano | lordinenuovo.it - tratto da resistenze

18/09/2020

«Ogni discussione è inutile», affermò il capo della delegazione padronale, avvocato Rotigliani. «Gli industriali sono contrari alla concessione di qualunque miglioramento. Da quando la guerra è finita essi hanno continuato a calare i pantaloni. Ora basta, cominciamo da voi».
Era il 13 agosto 1920. Davanti i padroni avevano una delegazione dei sindacati metallurgici. Questa risposta chiudeva ogni possibilità di dialogo, auspicato dalla Fiom, e apriva il fronte di uno scontro durissimo tra padroni e lavoratori.
Tutto iniziò qualche mese prima, in uno scenario che sembrava destinato a restare limitato ad un ambito strettamente rivendicativo e sindacale.
Il memoriale varato dai dirigenti riformisti della Fiom, nel mese di maggio, puntava, infatti, a mantenere le relazioni con la Federazione industriale sul piano del confronto, evitando di inasprire la contrapposizione e di dare spazio alle spinte più radicali.
Le richieste presentate erano tutte attinenti rigorosamente a questioni sindacali, inserite entro il sistema di relazioni della contrattazione nazionale. I dirigenti sindacali si erano detti disposti ad attendere «sereni e fiduciosi, senza impazienze e senza movimenti impulsivi l'esito delle trattative»,1 in modo da arrivare ad una soluzione pacifica.

Le aspettative riformiste - come anticipato all'inizio - vennero smentite dalla reazione dei padroni. Secondo loro «sia per la portata sia per la forma delle richieste, queste vulnerano talmente gli attuali patti di lavoro da costituire una sostanziale denuncia» e ignorano «una valutazione reale delle condizioni delle industrie».2

Gli industriali, di fronte alla diminuzione delle ordinazioni conseguenti alla riduzione generale delle spese militari e al rischio, quanto mai concreto, della sovrapproduzione, spingevano per una drastica contrazione dei salari e una forte riduzione della manodopera impiegata.

L'intransigenza padronale vedeva schierati, insieme, gli industriali siderurgici e quelli meccanici, compresi quelli dell'industria automobilistica, che pure avevano avviato una rapida riconversione dalla produzione di guerra a quella di pace.

Il rifiuto della Confederazione generale dell'industria italiana di rinnovare il contratto proposto dalla

pc 24 settembre - Soccorso rosso proletario lavora per una assemblea nazionale volta a unire il MOVIMENTO DI LOTTA SU CARCERE E REPRESSIONE

Data la presenza a Bologna il 27 settembre, per l’assemblea nazionale delle lavoratrici e lavoratori combattivi – sala Dumbo, in via Casarini 72 dalle 9.30 – di alcun* compagn* lavoratrici/ori interessat* alla riunione aperta del soccorso rosso proletario, l’appuntamento è alle ore 14 ad latere dell’assemblea nazionale del patto d’azione.

https://www.facebook.com/events/294595905143667

La riunione preparatoria del 27 a Bologna è aperta a tutte le forze e compagn* interessat* a preparare insieme un’assemblea nazionale contro il carcere e la repressione, ridefinendo data, luogo, percorso e appello

pc 24 settembre - La riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga - battaglia che entra nel dibattito del movimento operaio in Germania

In Germania si discute di nuovo se lavorare 4 giorni a settimana 

Il Covid ha contribuito a rilanciare il dibattito: qualcuno dice che salverà posti di lavoro. Tra i sindacati e gli industriali è scontro

AGI - La pandemia rilancia in Germania il dibattito sulla settimana lavorativa di 4 giorni. Molti lo considerano il rimedio giusto per mantenere i livelli occupazionali durante e dopo l'emergenza coronavirus, e la questione è ora sul tavolo, rischiando di diventare una faccenda elettorale, in vista delle politiche del 2021.

Il presidente dell'influente sindacato dei metalmeccanucu IB Metall, Joerg Hoffmann, propone che la

pc 24 settembre - Referendum 7.484.918 NO

I NO costituiscono un’ottima base per le prossime battaglie democratiche e antifasciste. Il sì vince grazie all’inganno della propaganda piduista dei partiti governativi e dei partiti fascisti. 

IL PARLAMENTO TAGLIATO SARÀ PIÙ ASSOGGETTATO AL GOVERNO E PIÙ LONTANO DALLE MASSE

mercoledì 23 settembre 2020

pc 23 settembre - Taranto - processo per la contestazione a Renzi... siamo alla sentenza giovedì 24?


Rivendichiamo il diritto alla resistenza contro le loro devastazioni:
Chi è davvero illegale e chi è legale in questa città?

La contestazione a Renzi giusta e necessaria

Al Processo "Renzi", parlano "gli imputati"

Al Processo 'Renzi', parlano 'gli imputati', chi pienamente rivendica come legittima quella protesta

Udienza importante al processo di Taranto per la contestazione a Renzi del luglio 2016
La parola è passata agli “imputati”, a chi aveva manifestato contro la venuta provocatoria di Renzi. Hanno parlato esponenti significativi dello Slai cobas per il sindacato di classe, dell’associazionismo, dei Liberi e pensanti .Tutti hanno rivendicato pienamente la loro partecipazione alla manifestazione indetta dallo Slai cobas sc e soprattutto alla contestazione di massa per la venuta di Renzi. Hanno ribadito che era giusta e necessaria, metteva sotto accusa un governo che con i suoi decreti peggiorava la salute e il lavoro.

Al Processo "Renzi", parlano "gli imputati", chi pienamente rivendica come legittima quella protesta

Udienza importante ieri al processo di Taranto per la contestazione a Renzi del luglio 2016.
La parola è passata agli “imputati”, a chi aveva manifestato contro la venuta provocatoria di Renzi. Hanno parlato esponenti significativi dell’associazionismo, dei Liberi e pensanti e dello Slai cobas sc.
Tutti hanno rivendicato pienamente la loro partecipazione alla manifestazione indetta dallo Slai cobas sc e soprattutto alla contestazione di massa per la venuta di Renzi.
Hanno ribadito che era giusta e necessaria, metteva sotto accusa un governo che con i suoi decreti peggiorava la salute e il lavoro e avvalorava la devastazione sanitaria e ambientale, al servizio della produzione per il profitto, così accompagnando e proteggendo l’azione dell’azienda dalle proteste popolari, in particolare delle famiglie colpite da malattie e morti, e, come è stato detto, in maniera anticostituzionale ostacolava le inchieste giudiziarie in corso e il processo “ambiente svenduto”.

Gli imputati hanno spiegato di non aver commesso alcun reato; di non aver visto transenne che ostacolassero la presenza dei lavoratori, donne, giovani, cittadini di fronte al Museo; che le pressioni erano dovute al numero, 300, e alla tensione conseguenti; di non aver avuto funzioni organizzative o pianificate; di non aver esercitato violenza nei confronti di rappresentanti delle Forze dell’ordine e del cordone posto davanti all’ingresso del Museo dove Renzi era presente.
Sulla protesta nei confronti dell’On. Pelillo che a fine della visita aveva voluto, in maniera arrogante, fare la passeggiata fino alla Prefettura, suscitando la legittima indignazione delle persone, originata dal fatto che Pelillo, oltre che esponente significativo della maggioranza governativa di Renzi e suo importante referente locale, aveva dichiarato nelle settimane precedenti che a Taranto l’inquinamento dell’Ilva era un fatto superato, nel rivendicare questa legittima protesta è stata respinta l'ipotesi che la contestazione avrebbe avuto modo di tradursi in fatti suscettibili di reato, visto che comunque Pelillo è stato scortato dalla polizia fino alla Prefettura.

Importante è stata la rivendicazione da parte di Aldo Ranieri - ex operaio Ilva del famoso sacchetto di polvere, del gesto simbolico e politico di mostrare la polvere dell'Ilva per denunciare al Pelillo stesso quello che realmente accade all’Ilva.

Il rappresentante dello Slai cobas sc ha rivendicato pienamente la contestazione a Renzi, il fatto che essa sia stata l’oggetto di una manifestazione autorizzata che è durata tutta la mattinata, mantenendo il controllo della piazza in cui si svolgeva, e che nello stesso tempo era del tutto legittimo per operai, lavoratori, abitanti dei quartieri rappresentati dallo Slai cobas sc unirsi alla protesta spontanea che i partecipanti alla manifestazione avevano legittimamente e autonomamente effettuato in luogo in cui non vi era alcuna transenna che ne limitasse l’accesso.
Nello stesso tempo l’addebito ai rappresentanti Slai cobas imputati di aver svolto un ruolo di incitamento verso i manifestanti, non aveva ragion d'essere, dato che ciò avveniva in realtà in maniera vivace e combattiva da parte dei manifestanti stessi, tra cui madri con bambini in in carrozzella, operai, cittadini, studenti, parte di quella città che è autentica parte lesa e vittima della visita di Renzi e della sua politica.
Così come è stato denunciato il "costume" utilizzato dalle Forze dell’ordine e dalla Digos per identificare e far divenire imputati i rappresentanti e i lavoratori dello Slai cobas sc sulla base esclusiva dell’essere "figure ben note" e presenti in tutte le manifestazioni delle lotte sociali per il lavoro, la salute, i diritti in questa città.

pc 23 settembre - Libia - l'imperialismo francese non ci sta alla 'pace svizzera' e torna ad accendere i fuochi

Macron ci riprova con la Libia e annuncia all'Onu una nuova conferenza dei Paesi vicini

Macron ci riprova con la Libia e annuncia all'Onu una nuova conferenza dei Paesi vicini
Tripoli , 23 set 18:29 - (Agenzia Nova) - La Francia sta cercando di rientrare nella partita per la stabilizzazione e la ricostruzione della Libia dopo i passi falsi degli ultimi mesi, ma non sarà facile per il presidente Emmanuel Macron guadagnare il terreno perduto dopo l’intervento della Turchia. Il sostegno politico e militare fornito da Ankara al Governo di accordo nazionale (Gna), unito ai fondi elargiti dal Qatar, ha ribaltato le sorti del conflitto che vedeva il generale Khalifa Haftar, sostenuto da Emirati Arabi Uniti, Egitto, Russia e anche della Francia (pur non in maniera ufficiale), assediare il

pc 23 settembre - Lombardia - perquisizioni per Fontana 'assassino' e il suo complice assessore Gallera

Mentre il movimento di lotta contro la regione responsabile di aver trasformato la pandemia in strage - ha fatto furia francese e ritirata spagnola.

Sono finite le manifestazioni e la lotta?

I militari della guardia di finanza di Pavia sono andati stamani a casa del presidente della Regione Attilio Fontana e della responsabile della segreteria del governatore lombardo, Giulia Martinelli (ex moglie di Matteo Salvini), per effettuare copia forense dei cellulari di entrambi, cioè hanno copiato su file il traffico telefonico e i messaggi. Stessa procedura a casa dell'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. Una decisione presa dalla procura di Pavia che sta indagando per peculato e turbata scelta del libero contraente nella vicenda dell'affidamento diretto di 500 mila test sierologici alla società Diasorin, seguito di una sperimentazione avvenuta nei laboratori del Policlinico di Pavia San Matteo. Fontana, Gallera e Martinelli non risultano indagati. I pm della procura pavese - che avevano iscritto nel registro degli indagati i vertici del San Matteo e della società - sono alla ricerca delle chat e delle comunicazioni scambiate tra i vertici della Regione e quelli del San Matteo.

pc 23 settembre - La Svezia vuole deportare in Turchia una bambina curda di 10 anni


L’autorità svedese per le migrazioni vuole deportare Buket, dieci anni, da sola in Turchia. La ragazza curda vive a Stoccolma da sei anni. 70.000 persone in Svezia hanno criticato la decisione e hanno chiesto la sospensione dell’espulsione.

La Svezia vuole deportare in Turchia una bambina curda di 10 anni

Il caso Buket è venuto alla luce quando l’Aftonbladet ha riferito a giugno che la domanda della bambina di dieci anni era stata respinta e che sarebbe stata mandata da sola in Turchia, dove non ha parenti.

I suoi compagni di classe hanno protestato contro la decisione ed è stata avviata una campagna di firme a livello nazionale. Il deputato democratico cristiano Magnus Jacobsson ha sollevato la questione con un’interrogazione in parlamento.

Buket è stata abbandonata da sua madre quando era una bambina. Suo padre si è recato in Svezia e, dopo che la sua domanda di asilo è stata respinta, ha affidato la bambina alle cure di una zia che vive a Stoccolma. Da allora è scomparso.

A giugno è stata presentata una richiesta alle autorità per l’immigrazione di sospendere l’espulsione di Buket. Questa settimana l’Ufficio ha rifiutato di riaprire il caso. Ciò significa che la deportazione è possibile in qualsiasi momento.

Irfan Kök, marito della zia di Buket, ha descritto ad Aftonbladed la decisione dell’autorità per l’immigrazione come “terribile”. Prima c’era ancora speranza, ora la famiglia non sa cosa fare dopo.

L’opinione pubblica svedese ha reagito al piano di deportare una bambina di dieci anni da sola in Turchia con rabbia e orrore. Finora 70.000 persone hanno aderito alla campagna di firme lanciata a giugno per il diritto di soggiorno di Buket.

Ad aprile, l’attivista curdo Resul Özdemir è stato estradato dalla Svezia alla Turchia con un volo speciale. Özdemir è stato ferito durante il coprifuoco a Cizre nel 2015/2016 e ha chiesto asilo politico in Svezia. La domanda di asilo è stata rifiutata e Özdemir è stato gravemente torturato dopo essere stato deportato in Turchia.

Da Rete KurdistanRete Kurdistan

pc 23 settembre - OGGI CON ATIKA E TUTTE LE DONNE COLPITE DALLA VIOLENZA MASCHILISTA - DA MFPR SIAMO VICINE


Presidio sotto il tribunale di Bologna con Atika e contro patriarcato

IN RICORDO DI ATIKA, CONTINUIAMO LA LOTTA CONTRO LA BARBARIE DELLA VIOLENZA MASCHILISTA.
Oggi 23 settembre si apre il processo contro l'uccisore di Atika, 32 anni, sorella di un militante storico del SI Cobas, barbaramente uccisa un anno fa dal suo convivente dal quale si era separata dopo averlo più volte denunciato per maltrattamenti e molestie nei confronti della figlia.
Un assassinio annunciato dall'uomo, che aveva dichiarato più volte il suo intento omicida minacciando anche le sorelle di Atika. Una escalation di violenze da cui Atika aveva cercato di difendere se stessa e le figlie denunciando le minacce e le aggressioni subite.
Le misure adottate dalla magistratura, rallentate dalle lungaggini burocratiche, evidentemente non l’hanno protetta, a conferma una volta di più che le istituzioni sono spesso indifferenti e inefficaci a fermare la violenza domestica.
Nessuna pena al colpevole potrà porre riparo al trauma e alla perdita subita dalle sue figlie, dalla famiglia e da tutte e tutti noi. Chiedendo giustizia per Atika, siamo convinti più che mai che solo la lotta e la mobilitazione delle lavoratrici e delle donne senza privilegi può costituire un muro contro questi crimini, che si ripetono anno dopo anno, uno ogni tre giorni, in Italia e nel mondo.
Una lotta che, per essere incisiva, non può limitarsi alla violenza individuale, privata, patriarcale, ma deve denunciare soprattutto la violenza del padronato, dello stato e delle istituzioni che si scatena ogni volta che le donne lottano per i loro diritti. La polizia non esita a sparare lacrimogeni quando le lavoratrici scioperano contro il supersfruttamento e la discriminazione nelle fabbriche e sui luoghi di lavoro. La magistratura non esita a denunciarle in massa, come è avvenuto in questi giorni contro le operaie e gli operai di Italpizza, quando pretendono i loro diritti.
La crisi sanitaria esplosa nell’emergenza del covid 19 è dovuta ai tagli pesantissimi all’intero welfare e alla “aziendalizzazione” del sistema sanitario pubblico imposti negli ultimi anni a seguito della gravissima crisi economica che il Covid ha esasperato. Questo macigno si è abbattuto in particolare sulle donne aumentandone la precarietà, la disoccupazione, il lavoro da casa, il carico di lavoro domestico e di cura dei bambini e degli anziani, l'esposizione alla violenza del partner. Le donne sono sospinte dalla materialità degli attuali rapporti di sfruttamento a ritornare nelle case o a restarci, a rinunciare ai loro più fondamentali diritti conquistati con dure lotte. Come dimostrano i continui attacchi al diritto di aborto assistito e l’impraticabilità di fatto del divorzio in una condizione di sostanziale subordinazione all'istituzione familiare, precarietà e disoccupazione e tagli al welfare colpiscono soprattutto la donna anche nell’esercizio dei suoi diritti fondamentali.
Noi ci battiamo contro tutto questo
per rafforzare ed estendere le grandi mobilitazioni delle donne di tutto il mondo;
per un movimento unitario che affronti tutte le contraddizioni specifiche della condizione femminile;
per l'unità delle lotte di tutti gli sfruttati e gli oppressi contro il patriarcato e il capitalismo che sono all'origine della violenza sulle donne e della comune oppressione.
Con Atika nel cuore, ritroviamoci tutte/
Le compagne e i compagni del SI Cobas