sabato 23 novembre 2019

pc 23 novembre - Decine di migliaia di donne in piazza a Roma - Forte solidarietà con le donne cilene


Ancora una volta migliaia e migliaia di donne sono scese in piazza a Roma contro la violenza. In questa manifestazione lo sguardo di solidarietà e resistenza comune è andato anche al Cile, dove contro le donne che protestano contro il governo si è scatenata una violenza bestiale, quella degli apparati repressivi dello Stato.
Emozionante è stato quando il corteo lungo via Cavour e all’altezza del Viminale si è fermato e tutti si sono seduti in un silenzio intenso e pesantissimo proprio per ricordare la violenza contro le donne cilene.
Il corteo si è concluso in Piazza San Giovanni



pc 23 novembre - Da Parigi: libertà per Daniele - libertà per tutti gli antifascisti

Riceviamo e pubblichiamo
Sabato 16 primo anniversario dei Gilets Gialli ha visto il ritorno dell'illegittima repressione poliziesca.
Dopo una giornata di mobilitazione, che ha visto ancora una volta numerosi feriti tra i manifestanti, la polizia ha effettuato un vero e proprio raid nel quartiere Ménilmontant, storica zona antifascista della capitale francese, in seguito al quale sono stati arrestati 10 militanti antifascisti.
L'obiettivo era, secondo quanto dichiarato dalla polizia, il prevenire incidenti con le fazioni di estrema destra che hanno organizzato, ieri domenica 17 novembre, una dimostrazione di piazza.
Questa domenica, mentre prendeva atto la manifestazione islamofoba del gruppo Génération Identitaire - protetta dalla polizia grazie al lascia passare del prefetto Lallement- i nostri compagni erano ancora tenuti in custodia senza alcun motivo.
Un nostro compagno di nazionalità italiana, residente in Francia da anni, è stato trasferito al centre de rétention administrative di Vincennes in previsione di una sua prossima e inspiegabile espulsione.
I fatti di questo weekend si inseriscono perfettamente nel fenomeno repressivo che i militanti antifascisti subiscono in conitnuo aumento dal 2016 a questa parte.
Dobbiamo ricordare, infatti, che qualche settimana prima, Antonin Bernanos era ancora in carcere in seguito alla denuncia di un membro di Génération Identitaire, e anche in questo caso è stato incarcerato un innocente per proteggere un'organizzazione razzista e violenta.
Dinanzi all'ormai consueto trattamento di favore dello stato verso l'estrema destra, chiediamo l'immediata liberazione di un ragazzo che da anni si batte per il bene della comunità impegnandosi in maniera attiva.
#DanieleLibero

pc 23 novembre - Colombia coprifuoco

Colombia -: Bogotá en toque de queda por orden de Duque.

Este viernes se decretó un inédito toque de queda en Bogotá, capital de COlombia.
 
correovermello-noticias
Bogotá, 23.11.19.
El presidente Iván Duque, ha llamado al alcalde de la capital para ampliar el toque de queda para reprimir las movilizaciones populares en los barrios de Bogotá.
Después de una jornada histórica de movilización del pueblo en la exitosa huelga general del pasado día 21 de noviembre, el régimen vende-patria y hambreador de la oligarquía ha militarizado, desplegando mas de 4.000 efectivos, la represión con las falsas acusaciones de disturbios en la capital y en otras partes del país.
Según se informa, al menos tres personas han muerto en las protestas, que afectan principalmente al transporte público. Así mismo se informa de un atentado contra una comisaria de las fuerzas represivas, en Santander de Quilichao, en el Cauca, en la que han muerto al menos tres efectivos y un numero importante de heridos. 

pc 23 novembre - Colombia - straordinario sciopero generale

Immagini dai compagni colombiani

La Poderosa Huelga Política de Masas en Colombia

por Revolución Obrera · 22 noviembre, 2019

El 21 de noviembre el pueblo colombiano se hizo sentir frente a la explotación y la opresión en poderosas manifestaciones e innumerables bloqueos y combates en las calles contra el Estado, representante de las clases dominantes y el imperialismo




























pc 23 novembre - Incontro Conte/Mittal - dal blog tarantocontro

Cosa si sono veramente detti Conte e Mittal? gli operai devono dire chiaramente cosa vogliono! la loro piattaforma e la lotta per imporla è la questione principale



Conte: “ArcelorMittal disponibile a un’interlocuzione. Rinvieremo il processo se garantisce la produzione”

L’annuncio arriva da Giuseppe Conte, al termine di 4 ore di trattativa a Palazzo Chigi con l’azienda: “L’obiettivo è un nuovo piano industriale”. Per questo, ha detto il premier, “siamo disposti a concedere un differimento del processo, la cui prima udienza è fissata per il 27 novembre. A condizione che sia garantita l’attività produttiva”


Se il nuovo piano industriale contiene le stesse cose che vuole Mittal non può essere accettato dai lavoratori e non deve essere come l'altra volta che si è detto niente esuberi e poi ce ne sono stati 1600 insieme alle discriminazioni, la pulizia etnica, unite all'attacco alle condizioni di lavoro e diritti degli operai

La piattaforma dei lavoratori deve essere una sola e senza la lotta non si può ottenere:

Nessuna chiusura/nessun esubero con un piano serio per il rientro dei cassintegrati - nelle ditte dell'appalto, salvaguardia di lavoro, salari e diritti – sicurezza in fabbrica, con una postazione ispettiva permanente sotto controllo operaio, dentro l’area Ilva e appalto – trattazione del problema degli eventuali esuberi con l’estensione dei benefici amianto -anche con una legge speciale TARANTO – una reale bonifica e ambientalizzazione della fabbrica a tappe forzate, con un utilizzo generale dei lavoratori, che così rientrano al lavoro tutti i cassintegrati.

Sul fronte della salute, emergenza ambientale e sanitaria con la bonifica integrale del territorio si può e si deve fare di più. Vogliamo nuovi fondi dello Stato a sostegno - torniamo agli 8 miliardi necessari indicati nel 2012 dall'inchiesta Todisco.

pc 23 novembre - I POVERI MANGIANO VELENI A PREZZO SCONTATO

Bassi salari, pensioni miserabili spingono a nutrirsi con alimenti a poco prezzo, in offerta. La qualità è scadente ma i ripiani sono vuoti.
Nei supermercati, se guardiamo sugli scaffali, ci rendiamo conto di come mangiano i poveri, e anche di quanti sono. La carne di pollo e di maiale, la prima a 3 euro e la seconda a 5 euro al chilo, sono ormai le carni scelte di chi non arriva

pc 22 novembre - L'assemblea dei delegati metalmeccanici lancia un 'falso movimento'


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"Una «mobilitazione generale» – probabilmente una manifestazione nazionale a Roma di sabato – per fare delle vertenze industriali – a partire dall’ex Ilva – una questione nazionale..." 
A parte che è una decisione assolutamente tardiva che mostra l'arretratezza di questa assemblea ma si tratta di una decisione assolutamente insufficiente rispetto a quello che dice di essere. Sull'Ilva bisogna aprire un braccio di ferro nazionale, costruendo uno sciopero generale con manifestazioni concentrate nazionalmente in ogni sede Ilva - Genova e Taranto quindi si deve andare a una manifestazione nazionale che riguardi l'Ilva e tutte le altre fabbriche in lotta, che non può essere la processione del sabato a Roma a Palazzi del potere chiusi e salvaguardando lo shopping natalizio.
Delegati e operai che abbiano un minimo di coscienza sindacale di classe sanno bene che solo così la lotta è vera; tutto il resto è fare tutto per non fare niente e non disturbare il manovratore.

«Sono molto d’accordo a fare uno sciopero generale – ha sostenuto la segretaria generale della Fiom Francesca Re David tra gli applausi – che metta al centro il lavoro e l’industria. Abbiamo bisogno che i lavoratori ci credano». Dal palco dell’Ambra Jovinelli, Re David ha precisato: «Pensiamo che vadano costruite iniziative nei territori che parlino delle crisi che stiamo attraversando e delle soluzioni possibili al governo e alle imprese. Non si può aspettare solo la mobilitazione nazionale, bisogna costruirla. Dobbiamo, attraverso una presenza viva dei metalmeccanici sul territorio, costruire iniziative settore per settore, parlando al paese, al governo e alle imprese e chiedere a Cgil Cisl Uil di costruire una grande mobilitazione».
Una richiesta che le confederazioni hanno subito accolto. «Con Cisl e Uil e con le categorie dobbiamo valutare se unificare le tante crisi aperte per arrivare ad una mobilitazione dell’insieme dei lavoratori, sulla difesa del lavoro e sulla politica industriale», risponde subito da Napoli il segretario della Cgil. Secondo Maurizio Landini «sono tante le vertenze aperte e i dati non ci fanno sperare in meglio per il 2020».
La segreteria generale Cisl Annamaria Furlan è convinta di dover «realizzare una mobilitazione generale», dice senza al momento usare la parola sciopero, che «unitariamente dovremo stabilire nelle prossime giornate». Saranno le segreterie unitarie, non ancora convocate, a decidere cosa mettere in campo e quando...

Tutto questo vuol dire che le stesse iniziative decise si faranno nel lontano 2020 del tutto non incidenti nella dinamica dello scontro in atto all'ILVA/ArcelorMittal, come nelle altre vertenze importanti.

pc 22 novembre - Sardine - tutto quello che si muove in termini di massa per contestare il 'capitone' fasciorazzista Salvini è giusto e necessario e noi lo appoggiamo... Tutto il resto... è noia

L’onda delle Sardine si espande. E la Lega risponde con i Pinguini
Fuori dalle scatole. Dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia. Domani a Palermo in piazza Verdi «7000 sarde salate». Sabato a La Maddalena
«Meglio sardina che minchia marina»,
A Palermo  le «Sardine Sicilia» hanno organizzato via social una manifestazione al grido di «7000 sarde salate – Palermo non si lega» per domani alle 18.30 in piazza Verdi, davanti al teatro Massimo, raccogliendo più di quindicimila adesioni.
«Chiariamo una cosa, sardine – scrivono gli attivisti palermitani – accogliamo tutti coloro che sono mossi da un sentimento antifascista e democratico e che ritengono le destre populiste non funzionali per la nostra società civile. Nessuno, e dico nessun partito, strumentalizzerà le sardine almeno in Sicilia». «Ognuno – spiega uno dei giovani amministratori del gruppo palermitano – ha la propria identità politica e ideologica ed è giusto che la mantenga, ma che sia chiaro: non sarà tollerata nessuna propaganda».

pc 22 novembre - Iraq, la missione militare italiana e la rivolta popolare: interessi imperialisti e interessi di classe.

ww.resistenze.org - un contributo al dibattito


Iraq, la missione militare italiana e la rivolta popolare: interessi imperialisti e interessi di classe.


La Riscossa | lariscossa.com

13/11/2019



Il grave ferimento di cinque militari delle forze speciali italiani in un attacco rivendicato dall'ISIS nella zona di Kifri, a circa 120 chilometri da Kirkuk nel nord dell'Iraq, ha riportato al centro dell'attenzione mediatica questa martoriata nazione e le missioni militari italiane all'estero. Ma, senza entrare sulle ricostruzioni alquanto parziali e nebulose del fatto, ciò che non emerge per nulla dal racconto mediatico è il quadro in cui si sviluppa l'intervento del contingente italiano in quell'area.

Si tratta della missione internazionale "Inherent Resolve" della coalizione anti-ISIS a guida USA che agisce nel nord dell'Iraq e coinvolge circa 1.100 soldati italiani, attraverso l'operazione "Prima Parthica"[1], spediti in un difficile e complesso scenario di guerra sotto la maschera "umanitaria" o di "lotta al terrorismo" che in realtà nasconde i reali interessi in gioco. Ufficialmente, come si legge dal sito del Ministero della Difesa[2], l'obiettivo manifesto di questa "Coalizione dei Volenterosi" a guida USA è quello di affiancare e supportare le truppe irachene contro l'ISIS, «rendere sicuri i confini, ristabilire la sovranità dello Stato, formare Forze Armate e di Polizia in grado di garantire la sicurezza della Nazione». Inoltre, si precisa, che le forze militari italiane forniscono anche «assetti e capacità di Training ed Assisting rivolti alle Forze Armate e di polizia irachene, ed in particolare nella base di Erbil (a pochi km dal luogo dell'attacco) sono in corso cicli di training a favore dei Peshmerga (forze curde di Barzani) ed a Baghdad presso cui sono in corso attività di Advising per le unità delle Forze Speciali».



Se riportiamo il tutto nel concreto mondo del reale, va notato prima di tutto come il mostro jihadista dell'ISIS è stato fomentato e alimentato dagli stessi USA ed altre centrali imperialiste UE e NATO allo scopo di destabilizzare la Siria (insieme a Israele, Turchia, petromonarchie del golfo) e questa

pc 22 novembre - Assolte le lavoratrici che scioperarono contro Yoox/Mr.Job


Nel 2014 protestarono contro le “pessime” condizioni di lavoro e le vessazioni subite da un responsabile dell’azienda, poi condannato. L’anno scorso il rinvio a giudizio, oggi la sentenza di primo grado.

“Il fatto non sussiste”. L’assoluzione, formulata in primo grado con formula piena, riguarda 23 persone, rinviate a giudizio nel luglio 2018, tra lavoratrici ed ex tali della cooperativa Mr.Job, che lavorava per Yoox in appalto, e vari manifestanti solidali che il 12-13 giugno 2014 parteciparono agli scioperi davanti al magazzino della cooperativa all’Interporto. Protestavano conto condizioni di lavoro che definivano “pessime” e per denunciare le vessazioni da parte di un responsabile dell’azienda, condannato nel 2017 per violenza privata proprio in relazione  a quegli episodi.
Erano accusate a vario titolo di violenza privata, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale. La Procura aveva chiesto condanne tra 7 e 18 mesi, ma il giudice non ha accolto la richiesta. Le motivazioni della sentenza dovrebbero essere depositate nel giro di 90 giorni.

pc 22 novembre - Libia: abbattuto dalle milizie dI Haftar un drone italiano

Il governo italiano è attivo nella destabilizzazione della Libia, nel nome degli interessi petroliferi dell'ENI

Un drone dell'aeronautica italiana è stato abbattuto a Tarhouna, nord-ovest della Libia, zona ‘caldissima’ del conflitto e avamposto strategico delle milizie del generale Khalifa Haftar.
La posizione del governo Conte è stata per  "il sostegno dell'Italia al governo dell'Accordo nazionale" e allo stesso tempo aveva dichiarato che l'Italia "continuerà a svolgere un ruolo attivo nel ritorno a un processo politico attraverso mezzi virtuosi e pacifici": la realtà odierna, invece, è smentita dai fatti.
Il ministero della Difesa italiano ha parlato di un “guasto tecnico” che ne avrebbe provocato la caduta. Ma a smentire la versione di Roma è arrivata la rivendicazione delle forze di Haftar. Il generale della Cirenaica ha chiesto spiegazioni alle autorità italiane circa la presenza di un mezzo non autorizzato nello spazio aereo libico. Roma ha fatto sapere che il drone “effettuava una missione a sostegno dell'operazione Mare Sicuro” - il "supporto e sostegno" alla Guardia costiera libica- di cui la Libia era a conoscenza.
Il drone, un MQ-9 Predator dell'aeronautica militare italiana, è uno dei velivoli fabbricati dalla General Atomics americana che l’aviazione italiana utilizza per attività di intelligence e che partono solitamente dalla base di Sigonella, allo scopo di monitorare l’evolversi della guerra civile.

pc 22 novembre - Nella striscia del confine Siria-Turchia continua la pulizia etnica del boia Erdogan. A Tal Abyad (Gire Spi) la Turchia apre le porte all'Isis e ai profitti del petrolio

Dopo l'attacco della Turchia, sostenuta dall'imperialismo USA/Russia/UE, contro il popolo curdo che ha causato:
- 478 civili uccisi - Oltre 1000 feriti - Almeno 300.000 sfollati
...ORA LA TURCHIA RIAPRE LA FRONTIERA DI TAL ABYAD PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO E' STATA LIBERATA DALL'ISIS

Da ieri la Turchia ha riaperto la frontiera tra la città di Tal Abyad (Gire Spi) e Ackcakale (Turchia). La riapertura è avvenuta a distanza di un mese dall'occupazione della città da parte delle forze turco/jhiadiste.
La porta di frontiera era stata chiusa (con tanto di muro di cemento) il 15 Giugno 2015, il giorno in cui le forze democratiche siriane liberarono la città dall'ISIS.
La liberazione di Tal Abyad nel 2015 è stato un duro colpo per ISIS, che usava la frontiera come principale rotta di approvvigionamento tra Raqqa ed il confini turco.
Tal Abyad era un centro nevralgico di ISIS, la rotta più importante attraverso la quale i militanti e rifornimenti jihadisti stranieri fluivano dalla Turchia verso territori controllati dall'ISIS in Siria e Iraq.
Era anche una porta di accesso al mercato nero del petrolio che veniva estratto dai pozzi controllati dall'ISIS nella Siria orientale.
Durante il periodo in cui la città rimase sotto l'amministrazione autonoma della Siria del Nord, la frontiera non fu mai aperta. La riapertura del confine va di pari passo con la prima ondata di famiglie di miliziani jhiadisti che sono state reinsediate in città da Ghouta est, Deir Ezzor, Hama e Homs.
Il cambiamento demografico e la pulizia etnica è in corso, ed avviene sotto gli occhi di tutti.
da Binxêt - Sotto il confine

CONTRO FEMMINICIDI E VIOLENZA SESSUALE LA VIOLENZA RIVOLUZIONARIA DELLE DONNE BISOGNA SCATENARE E ORGANIZZARE

PROVINCIA DI NOVARA : UNA DONNA VIENE UCCISA DAL COMPAGNO CON 40 COLTELLATE
PROVINCIA DI LECCO : UN UOMO DI 40 ANNI VIOLENTA PIU’ VOLTE INSIEME AD UN GRUPPO DI AMICI LA
PROPRIA MOGLIE E PICCHIA I FIGLI MINORENNI CHE SI OPPONGONO A TALE BARBARIE

CONTRO FEMMINICIDI E VIOLENZA SESSUALE LA VIOLENZA
RIVOLUZIONARIA DELLE DONNE BISOGNA SCATENARE E ORGANIZZARE!

Il femminicidio annunciato avvenuto due giorni fa a Trecate, nel novarese, dove un uomo dopo l’ennesima lite ha ucciso con 40 coltellate la propria compagna, conferma che il massacro delle donne soprattutto nella “sacra famiglia” continua come fosse una normalità oltreché in maniera sempre più barbara.
Ciò che è altrettanto barbaro e che rappresenta inconfutabilmente un salto di qualità, aberrante, in merito alle violenza sessuale in famiglia, è quanto accaduto in provincia di Lecco, dove un uomo, dopo lunghi anni di maltrattamenti contro moglie e figli minori, ha finanche organizzato una serie di stupri di gruppo nei confronti della propria consorte, al fine di saziare le proprie aberrazioni sessuali.
Come abbiamo più volte ribadito, non v’è dubbio che i femminicidi e l’aumento esponenziale della violenza di ogni tipo e in ogni dove sulle donne, a cominciare dal focolare domestico, sono il frutto dell’humus maschilista, oscurantista e misogino generato incessantemente dal moderno fascismo e dal conseguente medioevo che avanzano, connaturati e necessari al sistema del capitale.

LA VIOLENZA SULLE DONNE NON E’ CASUALITA’

MA IL PRODOTTO PIU’ BARBARO DI QUESTA MISOGINA SOCIETA’

MA QUALI RIFORME, MA CHE EDUCAZIONE,
LE DONNE HANNO BI-SOGNO DELLA RIVOLUZIONE!

Questo e tanto altro grideranno anche domani le lavoratrici e le compagne del MFPR, durante la
manifestazione delle donne che si terrà a Roma, in prossimità della giornata internazionale
contro la violenza di genere

Lavoratrici SLAI Cobas sc ed MFPR Policlinico Palermo 22.11.2019

pc 22 novembre - Libertà per Georges Louis




Da un post della Panetteriaoccupata, Milano 17 novembre 2019
Abbiamo appreso che nella giornata di sabato 16 novembre in Francia è stato arrestato il compagno Georges Louis, militante sindacale della CGT, del Front social e Soccorso rosso arabo. E’ stato prelevato dalla sua abitazione e trasferito in un commissariato. Abbiamo avuto il piacere di conoscere questo compagno in Panetteria Occupata per un incontro il 18 ottobre scorso dove, indossando orgogliosamente il suo gilet giallo, ci ha fornito un importante quadro della mobilitazione di questo movimento a cui Georges ha da subito aderito. Georges Louis è stato arrestato proprio nella stessa giornata in cui i Gilets jaunes stavano dando vita in tutta la Francia al Acte 53 di questa grande mobilitazione popolare che da esattamente 1 anno turba la tranquillità dei ricchi e potenti di Francia.
Siamo vicini a Georges Louis e gli portiamo tutta la nostra solidarietà. Vogliamo Georges Louis libero e con lui tutte/i i Gilets jaunes incarcerati.
Georges libero! Libere/i tutti.
Panetteria Occupata, Milano 17/11/2019

giovedì 21 novembre 2019

pc 21 novembre - Centocelle: i fasci hanno preparato il terreno alla militarizzazione della polizia. Ma le denunce non bastano, serve una nuova mobilitazione, popolare, antifascista

Siamo scesi in strada a migliaia, per ben due volte, e per due volte lo abbiamo detto a piena voce che non volevamo, in nessun modo, che Centocelle diventasse una caserma a cielo aperto. Non ci hanno ascoltato, come sempre del resto.
Quattro roghi nel giro di sei mesi: nessuna indagine, nessuna risposta. Eppure il loro lavoro dovrebbe essere quello, non controllare i documenti ed intimorire chi in quartiere ci è nato, cresciuto e ci vive. Dopo il secondo attacco alla Pecora elettrica, la zona di via delle palme era militarizzata, e nonostante questo il Baraka è andato a fuoco. Qualche notte fa quattro serrande sono state divelte, senza ulteriori danni per fortuna, sotto il naso di una massiccia presenza di carabinieri.
Non sono solo inutili e costosi, sono anche dannosi.
La militarizzazione del quartiere è il regalo più grosso che si potesse fare a chi cercava di spaventarci. Sosteniamo che un quartiere sicuro è un quartiere vivo, ma negli ultimi giorni le strade sono deserte, i pub vuoti, la socialità cancellata.
È l’ennesima riprova che ad oggi si governa solo in nome del paradigma della “sicurezza”. Si governa imponendo ai territori ed ai loro abitanti decisioni brutali e misure intollerabili, giustificate dall’imperativo dell’ordine pubblico. Un governo militare dei territori che alimenta solo l’insicurezza e la paura di chi lo abita...è davanti a tutto questo che ancora una volta ripetiamo:

COMBATTI LA PAURA, DIFENDI IL TUO QUARTIERE!
Azione Antifascista Roma Est

pc 21 novembre - BOLOGNA-UNIBO FA PINKWASHIG: UNA PANCHINA ROSSA PER RIPULIRSI L'IMMAGINE

da Noi Restiamo Bologna


Con una email a studenti e studentesse, Unibo comunica di voler istituire una panchina rossa che sia da monito in zona universitaria contro il femminicidio. Peccato che l'Università di Bologna - "istituzione culturale per eccellenza" (sic!) - eccelle solo quando deve fare pinkwashing mentre non si preoccupa di esprimersi o prendere provvedimenti contro i molestatori che la attraversano.
E' notizia di poche settimane fa quella delle molestie di un docente a una studentessa durante e dopo un colloquio di lavoro come segretaria (offerto peraltro su Bakeka.it e non con un bando pubblico). Così come le molestie a ricevimento di un docente ai danni di un'altra studentessa.

Credete forse che ci serva una panchina rossa per ricordarci quanto siano pesanti le molestie che subiamo ogni giorno? Per ricordarci quanto siamo "forti e resilienti"? Per darci una solidarietà di forma e poi ignorare la sostanza? Oppure è una panchina rossa per far sedere le ragazze che in AlmaMater subiscono molestie da chi è abbastanza potente da garantirsi l'impunità?
Questa panchina rossa sarà ancora una volta il simbolo dell'ipocrisia di un'istituzione che, consapevole dei vermi che strisciano nelle sue stanze, si premura solo di tenersi l'immagine pulita. Anziché rompere con decisione un sistema patriarcale, individualista e competitivo, lo asseconda e punisce chi alza la testa. E come potrebbe l'Unibo rompere il sistema quando è la prima che strutturalmente porta all'individualismo sfrenato fatto di competizione e repressione del dissenso?

In un'università che si struttura per riprodurre i meccanismi di oppressione presenti nella società, dal patriarcato alla normalizzazione della condizione di sfruttamento, la sicurezza non può essere data. Ogni giorno vediamo come la frammentazione e la disgregazione vengano promossi dall'ateneo attraverso competitività e meritocrazia falsata, con il contorno di polizia e militari perennemente in giro per la zona universitaria, in senso repressivo e normalizzante. Quello che è da ribaltare non è un atteggiamento o delle scelte, ma un'intera struttura; e al sistema del nemico si risponde lottando, organizzandoci a nostra volta.