sabato 16 novembre 2019

pc 16 novembre - Licenziamento di massa della Regione Siciliana contro migliaia di precari Assistenti - la lotta si riaccende


La Regione Siciliana di Musumeci mentre in maniera spudorata dichiara nei giorni scorsi sui giornali di essere al fianco dei disabili, tra cui gli studenti delle scuole siciliane, nello stesso tempo mette in atto una vergognosa operazione di macelleria sociale decidendo in un incontro fatto all' Assessorato alla famiglia il 12 novembre di non erogare più il servizio di assistenza igienico-personale e di trasferire in maniera oscena a partire da gennaio 2020 la competenza alle scuole che dovrebbero fornire il servizio con i collaboratori scolastici. 
Questa organizzazione sindacale che da anni si batte in difesa del diritto allo studio degli studenti disabili , dei diritti delle famiglie di questi studenti e del diritto di lavoratori gli assistenti igienico personale specializzati qualificati e che fanno questo lavoro da più di vent'anni nelle scuole della Regione Siciliana di ogni ordine e grado contrasterà con ogni forma e con tutti i mezzi necessari questo licenziamento di massa inaccettabile illegittimo e assolutamente illegale, e oggi afferma chiaramente che sarà guerra

Slai Cobas sc Palermo/Sicilia

Disabili senza assistenza Un coro di dissenso e proteste
Il sindacato Slai Cobas sc denuncia una situazione oggetto di scontro con le istituzioni ormai da mesi...
Condanna la scelta della Regione anche Claudio Fava, deputato del Gruppo misto all’Assemblea Regionale Siciliana, dello stesso avviso anche Leoluca Orlando, sindaco della Città Metropolitana di Palermo...
Barbara Evola e Katia Orlando, consiglieri comunali del capoluogo per Sinistra Comune, parlano di “provvedimento inaccettabile...

Antonio Costanza, vicepresidente di Anffas Sicilia (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale), raccomanda cautela su un tema “assai complesso e delicato...
https://livesicilia.it/2019/11/16/disabili-senza-assistenza-un-coro-di-dissenso_1099926/

pc 16 novembre - Bologna antifascista riempie la piazza e assedia Salvini

“Bologna non si Lega”, il flash mob delle “sardine” riempie pacificamente piazza Maggiore per dire no a Salvini: “Siamo liberi”

“Bologna non si Lega”, il flash mob delle “sardine” riempie pacificamente piazza Maggiore per dire no a Salvini: “Siamo liberi”


"Non abbiamo bisogno che venga il leader della Lega a 'liberarci'". Nella piazza principale della città in 12mila rispondono al flash-mob che si poneva come obiettivo di superare numericamente i partecipanti alla kermesse salviniana al PalaDozza (capienza 5.700 posti). "L'appello di noi 'poveri quattro cristi' ha raggiunto risultati che Salvini riteneva impossibili e tutto in sei giorni. Siamo più di loro"

pc 16 novembre - convegno sull'autunno caldo a milano il 13-14-15 dicembre


invito lettera aperta

compagni
Cogliamo l'occasione per invitarvi alla 
3 giorni aperta 
che terremo a milano il 13-14-15 
dicembre  in occasione del 
50°anniversario dell’autunno caldo ‘69.

  I tre giorni 

 1 giorno 
l'autunno caldo propriamente detto - 
con relazioni interventi testimonianze 
di quelle giornate per trarne indicazioni 
per l’oggi

 2 giorno 
esposizione sommaria di teorie e 
politiche presenti in quell'autunno,
per un sintetico bilancio critico
- l'attenzione sarà dedicata principalmente 
all'operaismo e ai marxisti-leninisti
con particolare attenzione da parte nostra 
ai marxisti-leninisti maoisti
 
 3 giorno 
 tracciare e dibattere liberamente e 
senza steccati delle ipotesi 
di partito comunista di 
tipo nuovo che da quel patrimonio 
storico possiamo trarre
 necessario oggi nell'attuale 
situazione italiana
 l'invito è per tutti
 
info
 pcro.red@gmail.com

venerdì 15 novembre 2019

pc 15 novembre - Ultima ora: dalla Francia scarcerato Vincenzo Vecchi! Vittoria delle mobilitazioni: nè galera nè estradizione!

da rainews
15 novembre 2019 La giustizia francese ha rimesso in libertà Vincenzo Vecchi, esponente dell'area anarco-autonoma milanese, l'ultimo black bloc condannato definitivamente a 11 anni e mezzo di carcere, di cui l'Italia aveva chiesto l'estradizione.


E' stata la Corte d'Appello di Rennes, nella Francia occidentale, a stabilire "l'irregolarità" del mandato d'arresto europeo di Vincenzo Vecchi per i fatti di Genova, ordinandone il rilascio nonostante le richieste delle autorità italiane. Condannato nel 2009 dalla Corte d'Appello di Genova per i fatti del G8, Vecchi, 46 anni, fu arrestato lo scorso 8 agosto in Francia, dove vive in clandestinità da diversi anni. All'esterno del tribunale la sentenza è stata accolta in lacrime e applausi da decine di sostenitori che si erano costituiti in comitati. Vecchi da diversi anni viveva a Rochefort-en-Terre, nel distretto di Morbihan, dove lavorava come pittore col nome Vincent Papale. Soddisfatto lo scrittore Eric Vuillard "E' una vittoria della libertà. Siamo tutti molto felici". Così Eric Vuillard, scrittore e cineasta francese che sin da subito si è mobilitato insieme al Comitato di solidarietà in difesa di Vincenzo Vecchi. "Siamo molto felici e ora stiamo andando al carcere per aspettare Vecchi che esce. C'è stata una mobilitazione importante e questo ha avuto un ruolo nella decisione di oggi" della Corte di Appello di Rennes che ha deciso di non estradare Vecchi come richiesto dai mandati di arresto europei emessi dalla giustizia italiana. "La decisione di oggi dimostra la fragilità della procedura legata ai mandati di arresto europei. E' una procedura che colpisce la libertà e le libertà pubbliche", spiega lo scrittore. "La battaglia da questo punto di vista continua. Vanno soppressi, non si possono scambiare persone come se fossero merci. Se si vuole una giustizia europea serve un codice penale europeo, aprire un dibattito", sottolinea ancora Vuillard.

pc 15 novembre - PRESIDIO ANTFASCISTA DEL 16 NOVEMBRE 2019 A MILANO. Giusto ma......


Svastica e simbolo delle SS sulla lapide di un partigiano a Milano. Anpi: "Individuare gli autori"


...ma gli autori sono noti, è il moderno fascismo che avanza, è il fascio/razzismo salviniano, è lo sdoganamento di certa sinistra, è la copertura delle forze di polizia...che armano le mani di questi topi di fogna. Serve un fronte unito, Serve una Nuova Resistenza

pc 15 novembre - Sfruttamento DROGATO: LA DROGA DI HITLER

da
Operai Contro

La metanfetamina la somministravano ai soldati della Wehrmact per sostenere la fatica della guerra, oggi sono costretti a farne uso gli operai delle ditte d’appalto della Fincantieri per reggere i ritmi di lavoro forsennati ai quali devono sottostare.

La Fincantieri S.P.A. è il più grande gruppo cantieristico navale europeo, nei propri cantieri italiani occupa circa 9.250 addetti ed utilizza come forza lavoro aggiuntiva, nei tre principali cantieri navali (Monfalcone, Marghera e Genova Sestri), per la costruzione di grandi navi da crociera da 100.000 tonnellate, oltre 30 mila operai delle imprese appaltatrici. Di proprietà dell’IRI fin dalla sua creazione nel 1959 è oggi controllata al 71,6% da Fintecna (finanziaria del gruppo cassa depositi e prestiti controllata dal Ministero dell’economia e delle finanze). Da oggi al 2027 i tre cantieri hanno in programma la costruzione di almeno 8 grandi navi veloci da crociera, tutte intorno alle 100mila tonnellate di stazza lorda e con tempi medi di realizzazione dai 18 ai 24 mesi. In particolare, nel cantiere di Marghera per la costruzione di parte di queste commesse, per rispettare i tempi di consegna, oltre ai 3.900 operai direttamente assunti da Fincantieri vengono impiegati circa altri 20.000 operai delle imprese appaltatrici (Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri in un intervista del 2012 della giornalista Giovanna Boursier disse : “calcoliamo che un cantiere muove 3 o 4 volte, 5 volte anche la sua forza”). Attualmente nei 3 cantieri navali della Fincantieri la costruzione di una grande nave è per l’80% il prodotto di operai delle piccole aziende appaltatrici. Imprese che occupano per la maggior parte operai bengalesi e rumeni. 20 mila operai delle imprese, 20 mila soldati di ventura le cui mansioni coprono la parte più impegnativa e pesante del lavoro, quella della saldatura e della molatura.

pc 15 novembre - [PIACENZA] Basta morti sul lavoro! Manifestazione per Romina il 16/11


Venerdì scorso la notizia della morte di Romina, operaia argentina investita da un camion mentre si recava al lavoro al polo logistico di Castel San Giovanni, ci ha trafitti e riempiti di rabbia e dolore. Immediatamente il S.I.Cobas si è mosso proclamando lo sciopero e sfilando fino al magazzino in cui lavorava Romina. La convocazione ricevuta dalla sindaca di Castel San Giovanni non ci ha fornito le rassicurazioni in cui speravamo: da un lato le istituzioni tendono a rimbalzare la responsabilità del servizio navetta sui privati, dall’altro non chiariscono come mai sino ad ora vi fosse un adeguato servizio solo per i lavoratori di Amazon, mentre l’intero polo logistico esterno alla multinazionale americana rimaneva sprovvisto di servizio. Abbiamo quindi deciso di convocarci in una manifestazione SABATO 16 NOVEMBRE, DALLE ORE 15:00 IN PIAZZA VENTI SETTEMBRE A CASTEL SAN GIOVANNI.
La manifestazione sarà occasione per ribadire che:
– non si può morire per correre al lavoro, perchè le leggi del profitto richiedono che le merci non si fermino!

pc 15 novembre - Assolte le lavoratrici che scioperarono contro Yoox/Mr.Job. Buona la prima, sempre al fianco delle lavoratrici in lotta contro sfruttamento e oppressione


Nel 2014 protestarono contro le “pessime” condizioni di lavoro e le vessazioni subite da un responsabile dell’azienda, poi condannato. L’anno scorso il rinvio a giudizio, oggi la sentenza di primo grado.

12 Novembre 2019 - 19:20
“Il fatto non sussiste”. L’assoluzione, formulata in primo grado con formula piena, riguarda 23 persone, rinviate a giudizio nel luglio 2018, tra lavoratrici ed ex tali della cooperativa Mr.Job, che lavorava per Yoox in appalto, e vari manifestanti solidali che il 12-13 giugno 2014 parteciparono agli scioperi davanti al magazzino della cooperativa all’Interporto. Protestavano conto condizioni di lavoro che definivano “pessime” e per denunciare le vessazioni da parte di un responsabile dell’azienda, condannato nel 2017 per violenza privata proprio in relazione  a quegli episodi. Erano accusate a vario titolo di violenza privata, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale. La Procura aveva chiesto condanne tra 7 e 18 mesi, ma il giudice non ha accolto la richiesta. Le motivazioni della sentenza dovrebbero essere depositate nel giro di 90 giorni.

pc 15 novembre - Monaco Germania - Basta repressione contro i compagni del TKP/ML Liberi Tutti!



       Erneute Verhaftungen im Münchner TKP/ML-Prozess

Drei Angeklagte im Münchner TKP/ML-Prozess sind im Gerichtssaal erneut verhaftet worden.


Am 15. April 2015 wurden insgesamt zehn Kommunist*innen bei einer internationalen Operation festgenommen. Ihnen wird vorgeworfen, das Auslandskomitee der TKP/ML gebildet zu haben. Angeklagt sind sie nach dem deutschen Paragraphen 129b („Mitgliedschaft in einer ausländischen terroristischen Vereinigung“).

pc 15 novembre - La precarietà uccide", montano le proteste studentesche in Francia

Migliaia di studenti si sono mobilitati in tutta la Francia, in solidarietà ad Anas, il giovane studente di 22 anni che a Lione, davanti all'università, si è immolato dandosi fuoco a causa della perdita della borsa di studio triplicando il costo dei suoi studi.A partire dalla mattina a Lione, centinaia di persone si sono radunate davanti agli uffici CROUS, ente nazionale di diritto allo studio, per mostrare la solidarietà e denunciando l'estrema precarietà in cui vivono migliaia di studenti. La manifestazione si è poi trasformata in un corteo selvaggio, dall'edificio CROUS al rettorato, uno dei tanti colpevoli indicati. "I giovani in cucina, i vecchi nella miseria, questa società, non vogliamo" era uno dei cori che gridavano, infine, è stata organizzata un'autoriduzione nella mensa universitaria, prima che centinaia di studenti si trovassero e votassero il blocco dell'università sia per oggi che per domani.
A Tolosa, Monpellier, Nantes, Bordeaux e in altre città sono avvenute le stesse dinamiche. Campus invasi, numerose manifestazioni al grido di "Vidal – ministra dell’università - dimissioni, CROUS responsabile e Stato colpevole!" con la netta volontà del blocco per i giorni successivi.

A Lille la facoltà di giurispurdenza è stata bloccata, contestando e annullando anche l'arrivo di François Holland che avrebbe dovuto parlare di crisi della democrazia… che contraddizione kafkiana! Gli studenti, come lo stesso Anas nella sua lettera, lo hanno accusato di essere coresponsabile delle condizioni di precarietà attuali.
A Parigi la situazione si è fatta subita più tesa. Gli studenti si sono riuniti di fronte a Le Crous alle 18:00 cercando anche di forzare le porte dell'establishment mentre altri sono andati al Pantheon e alla Sorbona in cortei selvaggi arrivando fino al cortile del Ministero dell'istruzione superiore dopo aver forzato e aperto la cancellata principale.

precairte
Nelle varie iniziative è emersa la volontà di convergere sulla data del 5 dicembre per una mobilitazione generale contro Macron e il suo mondo. Le richieste nelle assemblee si stanno delineando: c'è la pretesa del pagamento immediato delle borse arretrate e un generale loro aumento sia numerico che monetario e una richiesta generale di azzeramento del carovita di uno studente, dalla mensa ai trasporti.
Le dichiarazioni di circostanza di Macron sono parse nient’altro che speculazione sull'ennessima tragedia provocata dalle sue politiche. È facile parlare di precarietà, sempre in bocca ai politicanti di turno nei talk show, facile dire che c'è la crisi, che bisogna tirare la cinghia, resistere duro, studiare e lavorare sodo che così le speranze di un futuro migliore si avverino, ma questi discorsi inevitabilmente crollano quando questa precarietà uccide o tenta di farlo, quando uno studente brillante di scienze politiche speranzoso di un futuro migliore se lo vede negato con il beneplacito delle amministrazioni e della politica.
450 euro al mese come fanno a bastare per l'affitto, i trasporti, i libri, i pasti e la normale vita di uno studente? Come si può reggere l'ansia e lo stress di sentirsi un collare addosso e un guinzaglio troppo stretto che tira ad ogni minima variazione di traiettoria con il ricatto di perdere la borsa di studio? Come si può reggere l'imbarazzo del non potere uscire, nel non poter spendere perchè la tua vita è misurata con il contagocce... come si può reggere la totale precarietà e assenza di prospettive future? A furia di tirare la cinghia, ci si soffoca.

pc 15 novembre - contro Il colpo stato fascista in Bolivia - una scheda dei capi e autori - prima parte

Golpe en Bolivia liderado por un líder paramilitar fascista, fanático cristiano y millonario con apoyo extranjero — Max Blumenthal y Ben Norton (1ª parte)


The Grayzone 12/11/2019
Traducción del inglés: Arrezafe
El líder golpista boliviano Luis Fernando Camacho es un multimillonario de extrema derecha que surgió de los movimientos fascistas en la región de Santa Cruz, donde Estados Unidos ha alentado el separatismo. Ha solicitado el apoyo de Colombia, de Brasil y de la oposición venezolana.
Cuando Luis Fernando Camacho irrumpió en el abandonado palacio presidencial de Bolivia, en las horas posteriores a la repentina renuncia del presidente Evo Morales el 10 de noviembre, mostró al mundo facción del país que está en desacuerdo con el espíritu plurinacional que su depuesto líder socialista e indígena había propiciado.
Con una Biblia en una mano y una bandera nacional en la otra, Camacho inclinó su cabeza en oración sobre el sello presidencial, cumpliendo su juramento de purgar al país de la herencia indígena del gobierno y "devolver a Dios el palacio quemado".
"Pachamama nunca volverá al palacio", dijo, refiriéndose al espíritu andino de la Madre Tierra. "Bolivia le pertenece a Cristo".
El lider y opositor de ultraderecha Luis Fernando Camacho
ante una biblia en el Palacio Presidencial tras el golpe

La oposición de extrema derecha boliviana había derrocado al presidente izquierdista Evo Morales ese día, siguiendo las demandas del liderazgo militar del país de que renunciara.
Prácticamente desconocido fuera de su país, en el que nunca había ganado una elección democrática, Camacho se lanzó al vacío. Es un poderoso multimillonario nombrado en los Papeles de Panamá, y un fundamentalista cristiano ultraconservador preparado por un paramilitar fascista conocido por su violencia racista, con una base en la rica región separatista boliviana de Santa Cruz.
Camacho proviene de una familia de élites corporativas que durante mucho tiempo se han beneficiado de las abundantes reservas de gas natural de Bolivia. Su familia perdió parte de su riqueza cuando Morales nacionalizó los recursos del país para financiar sus vastos programas sociales, que redujeron la pobreza en un 42 por ciento y la pobreza extrema en un 60 por ciento.
En el período previo al golpe, Camacho se reunió con líderes de gobiernos de derecha en la región para discutir sus planes destinados a desestabilizar a Morales. Dos meses antes del golpe de Estado, twitteó agradecido: “Gracias Colombia! ¡Gracias, Venezuela!”, exclamó quitándose el sombrero ante la operación golpista de Juan Guaido. También reconoció al gobierno de extrema derecha de Jair Bolsonaro, declarando: "¡Gracias Brasil!"
Camacho había pasado años liderando una organización separatista abiertamente fascista llamada Unión Juvenil Cruceñista. Grayzone editó los siguientes clips de un documental histórico promocional que el grupo publicó en sus propias cuentas de redes sociales:
Mientras Camacho y sus fuerzas de extrema derecha sirvieron como el músculo detrás del golpe, sus aliados políticos esperaron para cosechar los beneficios.
El candidato presidencial que la oposición de Bolivia había presentado en las elecciones de octubre, Carlos Mesa, es un privatizador "pro-empresarial" con amplios vínculos en Washington. Los cables del gobierno de EEUU, publicados por WikiLeaks, revelan que mantuvo correspondencia regular con funcionarios estadounidenses en sus esfuerzos por desestabilizar a Morales.

pc 15 novembre - In Irak ribellione popolare - Fuori subito le truppe imperialiste italiane!

in spagnolo facilmente leggibile


Los manifestantes llevan semanas en control de la plaza Tahrir que han convertido en una zona autogestionada. Los manifestantes han publicado una lista de 20 exigencias.
Las protestas en Irak llevan un mes sacudiendo el país.
Sin embargo, las peticiones de los manifestantes no han sido satisfechas, las acciones iniciales se transformaron en actos de desobediencia civil. Los manifestantes en Bagad y otras ciudades de mayoría chiita en el sur exigen la caída completa del régimen.
Desde el principio de las protestas, al menos 13 personas han muerto y docenas han resultado heridas cuando las fuerzas de seguridad abrieron fuego contra los manifestantes en Bagad, Kerbala y Nassiria. El número de personas que han perdido sus vidas desde el 1 de octubre alcanza al menos la cifra de 270.
La Plaza Tahrir en Bagad ha estado en manos de los manifestantes desde hace semanas. La plaza ha sido transformada en zona autogestionada. Los manifestantes han hecho pública una declaración

giovedì 14 novembre 2019

pc 14 novembre - FORMAZIONE OPERAIA - "STATO E RIVOLUZIONE" DI LENIN - IL RUOLO DEL RIFORMISMO

Nella precedente Formazione operaia sul libro di Lenin "Stato e rivoluzione", a conclusione della prima parte abbiamo scritto che: "Dall’analisi dello Stato emerge la natura interna, indispensabile del riformismo per la borghesia. Lo Stato non può fare a meno del riformismo, che, pertanto, non è una realtà “esterna”perchè con la sua azione di conciliazione fa pienamente parte della funzione di dominio dello Stato borghese... (esso) mistifica il ruolo dello Stato e contribuisce attivamente affinché esso funzioni come la borghesia vuole...
Per questo il riformismo costituisce il principale ostacolo all’abbattimento dello Stato...".


Nella FO di oggi approfondiamo questo ruolo del riformismo.
La sua funzione è visibile nelle lotte e nel ruolo di conciliazione che assumono a volte le stesse Istituzioni locali, che a volte concedono ai proletari in lotta ma allo scopo di frenarne la battaglia più generale e soprattutto la coscienza della necessità, inevitabilità del rovesciamento dell’ordine costituito affinchè i proletari possano realmente perseguire i loro interessi di classe. 

La stessa lotta sindacale ha una doppia valenza: da un lato è una manifestazione degli antagonismi inconciliabili tra le classi, tra lavoratori e capitalisti; dall’altra essa è interna, nel perseguire risultati concreti, alla funzione di conciliazione delle classi, di attenuazione dei conflitti, di mantenimento nel limite dell’ordine che lo Stato svolge principalmente attraverso i suoi organi concreti, prefetti, polizia politica, istituzioni, e attraverso i suoi bracci sindacali, il riformismo e l’opportunismo. 
Stato e riformismo - abbiamo detto - puntano all’attenuazione del conflitto, il comunista punta all’accentuazione del conflitto perchè fuoriesca dai limiti dell’ordine. Questa è la sola ed esclusiva funzione

pc 14 novembre - Sulla Venezia allagata speculano i mostri del 'capitalismo dei disastri' e della turistificazione selvaggia, della corruzione politica ed economica - siamo dalla parte di chi dice NO e organizza la lotta popolare!

infoaut

"Sono evidentemente questi gli effetti dei cambiamenti climatici. Adesso si capisce che il MOSE serve." Queste le parole di Brugnaro, sindaco di Venezia, da Piazza San Marco ancora allagata.
Parole che sono del tutto simili a quelle dei molti politici che subito dopo il crollo del ponte Morandi a Genova hanno rilanciato sulla costruzione della Gronda. Echi delle risate che un imprenditore e un mafioso di scambiavano al telefono dopo il tragico terremoto in Emilia.
Naomi Klein parla di questo fenomeno come "capitalismo dei disastri". In sostanza sostiene che i

pc 14 novembre - Dove c'è Salvini c'è casa... della repressione - Bologna


  • Bologna. A processo chi contestò Salvini. Presidio solidale
  • Presidio in solidarietà agli imputati di via Erbosa, per avere respinto Salvini in via Erbosa: oggi come ieri, in lotta contro chi crea disuguaglianze sociali e chi ci specula
    Giovedì 14 novembre, lo stesso giorno della convention leghista a Bologna, si terrà la prima udienza del processo che vede coinvolti 21 compagni, fra cui attivisti di Potere al Popolo, per fatti occorsi durante quella giornata in cui Salvini, come sempre veniva a creare tensione, esattamente 5 anni fa.
    L’8 novembre 2014, in un altro momento di campagna elettorale per le regionali, Salvini insieme ad Alan Fabbri e l’attuale candidata Lucia Borgonzoni avevano organizzato una vera e propria provocazione al campo Rom di via Erbosa. L’obiettivo della Lega, ieri come oggi, è sempre lo stesso: attaccare i più deboli per alimentare la guerra fra poveri, creando falsi nemici che servano come capro espiatorio.
    Quel giorno, la determinazione di tanti compagni antifascisti respingeva Salvini, che per allontanarsi dalle contestazioni scappava in macchina, accelerando e investendo i manifestanti....

    pc 14 novembre - Grande mobilitazione studentesca in Francia dopo il suicidio di uno studente

    France - Lyon : forte mobilisation contre la précarité après la tentative de suicide d’un étudiant

    la cause du peuple


    Ce vendredi 8 novembre, un étudiant de l’Université Lyon 2, militant syndicaliste, s’est immolé par le feu devant le CROUS de Lyon pour dénoncer la précarité dans laquelle il vivait. Quatre jours après son geste, il est toujours entre la vie et la mort et placé en coma artificiel. Avant de commettre son geste, il a publié un texte sur Facebook expliquant qu’il avait perdu sa bourse étudiante de 450€. Il a accusé Hollande, Macron, Sarkozy et l’Union Européenne de l’avoir tué.

    Suite à ce geste, des rassemblements ont été organisés devant tous les CROUS de France. À Lyon, ville où a eu lieu le drame, une grande dynamique de lutte semble se mettre en place. Retour sur ces derniers jours.
    La Cause du Peuple a reçu des photos indiquant que de très nombreux tags ont été faits ces derniers autour du CROUS de Lyon, autour du campus des quais de l’Université Lyon 2 et sur le campus de Bron de la même Université. Voici ci-dessous les photos que nous avons reçues :

    Les flics évacuent un restaurant CROUS pour mettre fin à une opération “repas gratuit” mise en place par les étudiants en colère contre la précarité.
    Parallèlement, la présidence de l’Université Lyon 2 a ordonné la fermeture administrative de la fac, et des centaines d’étudiants en ont donc été évacués. Certains ont rejoint les protestataires qui, avec les étudiants du restaurant CROUS, se sont rejoints et sont allés faire de nouveau des tours d’amphithéâtres à l’intérieur de l’Université Lyon 3, sur le campus des quais situé juste à côté de celui de l’Université Lyon 2. Un autre petit groupe est, dans le même temps, parti à Bron, sur le campus de l’Université Lyon 2 pour faire également des tours d’amphithéâtres afin d’informer les étudiants de la situation. Enfin, après avoir fait des tours d’amphithéâtres sur le campus des quais de Lyon 3, les étudiants et étudiantes ont fini par aller à Science Po Lyon pour, là aussi, faire des tours dans les amphithéâtres afin d’informer les étudiants de la situation.

    C’est donc une grosse journée de lutte qui s’est déroulée aujourd’hui à Lyon, et la décision de bloquer à nouveau la fac demain semble augurer d’une poursuite de la lutte contre la précarité étudiante. Ça et là, il se murmure que le mouvement pourrait essayer de tenir jusqu’au 5 décembre afin de rejoindre le vaste mouvement de grève qui se prépare contre la réforme des retraites. À suivre donc.

    pc 14 novembre - Germania - forte protesta al processo - libertà per Müslüm Elma e tutti i compagni processati - infoATIK

     TV-TIPP ÇIRA FOKUS: FREIHEIT FÜR !

    Die heutigen Studiogäste in der von Yilmaz Pêşkevin Kaba moderierten Sendung ÇIRA FOKUS sind der Ko-Vorsitzende der Konföderation der Arbeiter*innen aus der Türkei in Europa (ATIK), Süleyman Gürcan, und Rechtsanwalt Stephan Kuhn aus Frankfurt.

    pc 14 novembre - IRAK - altro che ISIS..., quella che è in corso è una grande rivolta popolare repressa nel sangue dal governo reazionario sostenuto dall'imperialismo compreso Italia

    E' inutile quindi che governo e stampa ci propinano menzogne e favole
    il contingente militare italiano è un contigente di guerra e di sostegno alla stabilizzazione reazionaria dell'IRAK, a servizio dei signori del petrolio e delle multinazionali
    le cosiddette truppe d'elite segrete e coperte di cui fanno parte i militari italiani colpiti, sono infami truppe di occupazione imperialista che devono essere smascherate e ritirate


    Au cours du week-end, les forces de sécurité irakiennes ont lancé une nouvelle vague de répression contre les manifestant·e·s, faisant au moins neuf mort·e·s et une centaine de blessé·e·s. Depuis le début des manifestations en octobre, la répression exercée par le gouvernement a fait au moins 300 mort·e·s et 15 000 blessé·e·s. Les forces de sécurité utilisent à nouveau des balles réelles contre les manifestant·e·s ainsi que des grenades étourdissantes souvent létales (voir notre article) et du gaz lacrymogène 10 fois plus puissant que celui couramment utilisé.

    La plupart des affrontements de ce week-end entre les forces de sécurité et les manifestant·e·s avaient pour enjeu le contrôle de plusieurs ponts qui traversent le Tigre, reliant le cœur de Bagdad à la Green Zone, une zone fortement sécurisée dans laquelle se trouvent notamment le parlement, les services du gouvernement irakien et l’ambassade des États-Unis. La nouvelle offensive gouvernementale a été lancée pour reprendre ces ponts ainsi que plusieurs routes importantes bloquées par les manifestant·e·s. Les manifestant·e·s ont cependant pu défendre avec succès la place Tahrir (qui constitue l’épicentre du mouvement) ainsi que le pont Al-Jumhuriyah.
    Au moins 300 manifestant·e·s tué·e·s depuis le début du mouvement en Irak

    pc 14 settembre - Il colpo di stato fascista in Bolivia, sostenuto dall'imperialismo USA, è riuscito - Ora è il tempo del massimo sostegno alla opposizione e resistenza, che o è popolare e armata o non è!

    BOLIVIA: La autoproclamada presidenta posesionó al nuevo alto mando militar ante un crucifijo

     Toma de posición de los gorilas ante la cruz.
    La presidenta interina de Bolivia, Jeanine Añez, tomo este miércoles la decisión de nombrar un Alto Mando Militar en periodo de transición, como primera medida al día siguiente de asumir el cargo.
    Añez asumió la Presidencia el martes, después de que Evo Morales renunciara el domingo ante una recomendación de los militares, debido a un informe de la OEA en el que se denunciaban

    pc 14 novembre - EDIZIONE COMPLETA DEGLI ATTI DEL SEMINARIO DONNE - IN USCITA IL 23 NOVEMBRE

    Realizzata l'edizione completa, più ricca, dell'opuscolo "360°", contenente gli importanti atti del ricco seminario teorico delle donne, organizzato quest'estate dal Movimento femminista proletario rivoluzionario.

    Uscirà alla manifestazione nazionale delle donne a Roma del 23 novembre, dove verrà distribuito massicciamente perchè arrivi a tante donne.

    Chiamiamo le compagne, lavoratrici che hanno partecipato al seminario, e chiunque vorrà, di darci una mano nella diffusione del 23 e prenderne copia per portarlo nelle proprie città

    Vogliamo presentare e parlare dei temi affrontati in questo opuscolo dovunque è possibile.
    Abbiamo cominciato a farlo a Bologna, Milano, e il 25 novembre a Palermo e a Taranto.
    Per organizzarci: 
    mfpr.naz@gmail.com

    pc 14 novembre - Trentotto operai Fincantieri a processo per uno sciopero, assolti

    Trentotto operai Fincantieri a processo per uno sciopero, assolti

    Le tute blu nel luglio 2011 avevano partecipato a un'agitazione di 11 giorni per il mancato arrivo in città di una commessa da 70 milioni di euro. Erano accusati di danneggiamento aggravato, violenza privata e manifestazione non autorizzata.
    Assolti per “non aver commesso il fatto“. Si è concluso questo pomeriggio il lungo processo davanti alla seconda sezione penale del Tribunale, che ha visto imputati 38 operai di Fincantieri che nel luglio 2011 avevano partecipato a uno sciopero, durato 11 giorni, proclamato per il mancato arrivo in città di una commessa da 70 milioni di euro. I 38 operai, di cui 37 iscritti alla Fiom (uno di loro è deceduto nel frattempo), difesi al processo dall'avvocato Fabio Lanfranca, furono accusati dall'azienda di danneggiamento aggravato, violenza privata e  manifestazione non autorizzata. Reati nel frattempo andati in prescrizione. La sentenza di assoluzione è stata emessa dal giudice Sabrina Argiolas.
    "Il giudice, nonostante l'intervenuta prescrizione, ha riconosciuto gli operai, totalmente estranei ai fatti addebitati – dichiara l'avvocato Fabio Lanfranca - Operai accusati ingiustamente, che hanno dovuto subire un lungo processo, in cui ci siamo difesi citando 23 testimoni in aula, tra cui molti operai.  Non tutti sono venuti in aula perchè non hanno avuto dall'azienda il permesso per assentarsi. I fatti – aggiunge Lanfranca - si riferiscono a  giornate caldissime di sciopero degli operai di Fincantieri, che entrano in mobilitazione in seguito alla notizia del mancato arrivo di una importante commessa, fatto che per Palermo avrebbe avuto come conseguenza l'aumento della cassa integrazione per tantissimi di loro. Seguono le settimane  di sciopero in cui gli operai rinunciano al salario, dormono di notte sul tetto della  palazzina della direzione, occupata proprio per difendere il posto di  lavoro".
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