Ieri pomeriggio si è tenuto l’incontro
al Mise, che doveva servire per dare risposte alle urgenze degli operai, e cioè
un nuovo piano di produzione industriale con la Fiat, ora FCA che rientra nello
stabilimento.
Questa secondo noi è la soluzione
possibile e necessaria per forza di cose, dopo che con l’arresto del padrone
Ginatta e dell’amministratore delegato Cosimo Di Cursi per aver sottratto dalle
casse dell’azienda 16 dei 21 milioni già versati da Invitalia, sono saltati tutti
i piani di rilancio della Blutec. Tutti e due però sono stati rilasciati quasi
subito, su richiesta dello studio degli avvocati della Fiat capeggiati da
Grande Stevens, che ha invocato l'incompetenza territoriale di Termini Imerese,
approvata dal tribunale del riesame che ha trasmesso tutto a Torino. E a tutti
e due sono stati addirittura restituiti 13 milioni che erano stati sequestrati!
Mentre i responsabili dell’ammanco
e della mancata ripartenza della produzione ritornano liberi e con i soldi, gli
operai che hanno partecipato all’incontro hanno sentito invece la dichiarazione
dell’attuale amministratore giudiziario, Glorioso, sulla brutta situazione finanziaria
della Blutec che mette in pericolo non solo gli operai di Termini ma quelli di
tutti gli altri stabilimenti, a Torino, in Abruzzo e in Basilicata.
Questa crisi rafforza ulteriormente
la richiesta di rientro della Fca che aveva già commissionato alla Blutec la
produzione di veicoli elettrici, per esempio, settore in cui la Fca è ancora praticamente
assente. Che l’intenzione in questo campo da parte della Fca ci sia tutta lo dicono
le voci sugli importanti investimenti che sta facendo nelle miniere che producono
le materie prime necessarie.
Gli operai, a detta dell’amministratore
giudiziario, devono ancora aspettare 20 giorni e cioè ili tempo necessario che
il tribunale di Torino si pronunci per decidere che la gestione commissariale
deve andare avanti, e allora entro sei mesi l'azienda dovrà presentare il piano
aziendale per tutti i siti industriali. Piano che serve a legittimare la cassa
integrazione che scade a giugno.
È chiaro che la vera soluzione ce
l’hanno nelle mani gli operai, mentre tutti gli altri, dai sindacati
confederali alle istituzioni locali al massimo fanno i presenzialisti e chiacchierano
a vuoto. Come abbiamo già detto, è necessario che non un posto di lavoro deve
essere perduto, che riparta immediatamente la produzione per farla finita con
la cassa integrazione e soprattutto che tutti gli operai devono essere
riassunti dalla FCA!