pc 24 novembre - Gilets jaunes - Il dibattito in Francia nell'area comunista rivoluzionaria - 3

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pc 23 novembre - Francia - il movimento dei gilets gialli - una valutazione dei compagni maoisti francesi  - 1
pc 23 novembre - Francia Gilets gialli - Per il dibattito - Intervista ai redattori di Rouen dans la rue - 2

Que penser du mouvement des gilets jaunes?


Nous l’avons vu ces dernières semaines, le mouvement autour du 17 novembre a pris de l’ampleur. Une ampleur médiatique mais aussi une ampleur populaire. Sur nos lieux de travail et de vie, dans la rue ou dans les transports communs, le mouvement des « gilets jaunes » est un sujet de conversation privilégié. L’heure est aujourd’hui à en tirer un premier bilan.

Que s’est-il passé le 17 novembre (et les jours d’après)?

On peut facilement dire que c’était un mouvement d’ampleur. Il a bénéficié au départ d’une certaine complaisance de la part des médias, ce qu’on ne voit pas pour les autres mouvements sociaux. La mise en avant du caractère apolitique a joué en sa faveur. Cependant les médias ont quand même eu tendance à minimiser le nombre de personnes participantes, ils ont parlé de 300 000 personnes, alors qu’une simple estimation montre vite que le véritable chiffre est bien supérieur.
Ce sont les gens habitant en périphérie des grande villes, en milieu rural et dans les villes moyennes et petites qui ont massivement participé. Normal, ce sont ces personnes qui font le plus de kilomètres entre leur lieu de vie et de travail.
Socialement, le mouvement est très divers : des petits-patrons, des paysans, des ouvriers, des prolos, des retraités et des chômeurs aussi. Il est difficile d’avoir une analyse de classe précise du mouvement . Ce qui est sûr c’est que ce n’est pas un mouvement exclusivement de « petits patrons » comme on a pu lire ici et là. De nombreux et nombreuses prolétaires étaient dans les initiatives, et dans certains endroits ils ont constitué l’essentiel des forces.
Les mots d’ordre ont été disparates, même si beaucoup portaient sur le pouvoir d’achat et ciblaient directement le gouvernement Macron. Le discours dominant parmi les participants, c’est de dire que c’est une lutte des « petits » contre « les grands ». Mais parmi ces petits, on confond les prolétaires, les petits patrons en difficultés, la petite-bourgeoisie salariée qui a peur du déclassement... La

pc 24 novembre - Esiste una sinistra nel movimento dei Gilets jaunes? Non Melechon per favore! - Davvero è possibile rovesciarne il segno?

Front de gilets jaunes antiracistes à Paris

## Pas de place pour les racistes, les homophobes et les sexistes ##

Le mouvement des gilets jaunes laisse perplexe et divise au sein des forces progressistes et révolutionnaires.

La journée du 17 novembre aura conforté celles et ceux qui y voient un mouvement régressif et quasi contre révolutionnaire, avec de multiples actes racistes, sexistes et homophobes.

Une chose nous apparaît clairement : ce mouvement est particulièrement complexe et protéiforme. D’un collectif à l’autre, les logiques et dynamiques semblent bien différentes. C’est aussi un mouvement qui évolue de jour en jour, et fait émerger une lame de fond qui couvait depuis longtemps dans la société.

Pour cette raison, nous pensons qu’il serait une erreur stratégique de laisser le terrain du prochain rassemblement vide de toute force antiraciste.

Mais, en ces temps particulièrement dangereux face au danger fasciste (Brésil, Italie, USA), nous nous devons de combattre cette peste brune sur le terrain et dans les luttes.

Nous ne ferons reculer l’extrême-droite qu’en remportant des batailles sociales contre un pouvoir aux abois détesté par le plus grand nombre.

da paris/luttes

pc 24 novembre - Parigi - La politica reazionaria e antipopolare di Macron e la conseguente repressione innesca una rivolta di destra, con basi in settori del popolo

info


I "giubbotti gialli" protestano contro l'aumento delle tasse sul carburante e chiedono di voler incontrare il presidente francese Macron. 



È guerriglia urbana nel centro di Parigi. Cinquemila “gilet gialli“, secondo le stime del ministero dell’Interno, hanno invaso gli Champs-Élysées nonostante il divieto di assembramento e si sono scontrati con la polizia in assetto antisommossa, che ha risposto a colpi di manganelli e lanciando gas lacrimogeni. Il centro della capitale francese è in pieno caos, la polizia sta facendo uso anche di granate assordanti per tentare di disperdere i manifestanti che hanno innalzato barricate.
“giubbotti gialli” protestano contro l’aumento delle tasse sui carburanti e questa è la loro seconda giornata di mobilitazione dopo quella di sabato scorso, dove 282mila persone hanno bloccato strade e siti strategici in tutta la Francia, causando la morte di 2 persone e il ferimento di altre 620. I manifestanti chiedono di poter vedere il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ma la polizia sta cercando di impedire loro di accedere alla Concorde e alla zona dell’Eliseo.
Alle 14 era prevista una manifestazione autorizzata a Champ de Mars, vicino alla Tour Eiffel, ma gli organizzatori della protesta hanno rifiutato la proposta spiegando di non voler essere tenuti lontani dai luoghi del potere parigino. E hanno quindi inviato un “comunicato”, firmato “I cittadini francesi” e pubblicato sui social, annunciando un “raduno di individui su iniziative personali”, “tutto il giorno” nel “distretto degli Champs-Élysées”.
infoaut
I Gilets Jaunes come promesso sono confluiti a Parigi. Era successo anche lo scorso 17 Novembre quando la gran parte dei manifestanti era stata "parcheggiata" agli Champs de Mars. Allora i

pc 24 novembre - Manifestazione delle donne a Roma - la "squadra di propaganda e agitazione" del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario nello 'stato di agitazione permanente' di NUDM

Noi donne irriducibilmente contro!

“COLPO SU COLPO” CONTRO IL GOVERNO FASCIO-RAZZISTA-SESSISTA, CHE VUOLE IMPORCI UN MODERNO MEDIOEVO!

SCATENIAMO LA FURIA RIVOLUZIONARIA DELLE DONNE CONTRO L'INTERO SISTEMA DEL CAPITALE! TUTTA LA VITA DEVE CAMBIARE!

Il governo Salvini/Di Maio, il fascio-populismo al potere, cambia anche per noi donne la sostanza delle cose e chiama ad attrezzarci e organizzarci adeguatamente, per combatterlo, per rovesciarlo.
Un governo che ci vuole irregimentare secondo la concezione “Dio, patria, famiglia” e il legame “famiglia, difesa della proprietà privata, Stato”
Un governo che dà una legittimazione all'humus sessista che inevitabilmente porta a più violenze sessuali, femminicidi, aggressioni omofobe, verso cui le soluzioni legislative repressive sono peggiori del male (vedi “pacchetto sicurezza”), perchè sono repressive soprattutto della libertà, dei diritti, delle lotte di noi donne.
Un governo disumano e fuori Costituzione che ha il suo principale collante nella guerra ai migranti che porta alla morte centinaia di migranti, di nostre sorelle, di bambini o li fa tornare nei lager libici delle torture e degli stupri. Salvini ora strumentalizza in maniera sciacallesca gli stupri, i femminicidi – come ha fatto sul corpo di Desirée – per farsi propaganda, per aumentare soprattutto la persecuzione contro i migranti, per occupare le città con le forze dell'ordine, che spesso sono essi autori “autorizzati” di stupri, per controlli, divieti, desertificazione di spazi sociali, dei luoghi di socializzazione, ecc. - tutte cose che favoriscono la violenza sessuale contro le donne.
Un governo con il ministro della famiglia clerico-fascista antiabortista Fontana che dichiara: “Le donne non fanno abbastanza figli, è ora di farli, basta figli delle migranti che hanno “invaso” l’Italia”; con un parlamento che vede un misero Pillon (Lega) tentare di cancellare il divorzio per legare ancora di più le donne alle catene di una famiglia dove troppo spesso trovare la morte e dove i figli sono come dei bagagli.
Un governo che nulla cambia per le donne sul piano del lavoro e del salario, continuando a servire, come sempre, i padroni. Con il "decreto dignità" ora neanche i posti di lavoro precari, a tempo determinato, spesso unici posti di lavoro per le donne, restano: le aziende licenziano e prendono bellamente altre; mentre continuano ad aumentare i licenziamenti, la cig per le operaie a tempo indeterminato, insieme alla pesantezza delle condizioni di lavoro e all'aumento di discriminazioni odiose, sessuali, razziste, sulla maternità, insieme alle eterne molestie sessuali sul lavoro. Anche la ipotetica "riforma delle pensioni" non cambierà nulla per noi lavoratrici, continueremo a non poter andare prima in pensione, a non vederci riconosciuto il doppio lavoro. Così come, il "reddito di cittadinanza", se e quando verrà varato, lo riceveranno in pochissime che per giunta dovranno lavorare gratis e assoggettarsi a un controllo indegno anche su come spenderanno quei quattro soldi. Mentre aumenta il carico dell'assistenza, un macigno insopportabile per le donne incatenate in un lavoro domestico degradante.
Tutto questo non fa che aumentare la dipendenza economica che significa più subordinazione, oppressione, violenza in famiglia. Tante energie vive, intellettuali di ragazze, studentesse umiliate in un futuro mortificante.

Ma il forte movimento delle donne/NUDM è stato di fatto la prima opposizione alla nascita del governo Lega/M5S ed è in prima fila nelle mobilitazioni antirazziste, antifasciste, antisessiste.

Abbiamo tutte la responsabilità che la ribellione, la lotta delle donne diventi sempre più uno dei principali "pericoli" di questo governo, di questo Stato borghese, dei padroni, degli "uomini che odiano le donne".
Organizziamoci per scatenare la furia rivoluzionaria delle donne!
Organizziamo, ampliamo l'area femminista proletaria rivoluzionaria del movimento delle donne, contrastando l'influenza riformista del femminismo piccolo e medio borghese, ma anche l'economicismo opportunista, presente in alcuni gruppi rivoluzionari o sindacati di base, che mette in ombra, soffoca la grande potenzialità della lotta delle donne che pone 'senza se e senza ma' una questione centrale della rivoluzione: "tutta la vita deve cambiare".
Siamo “la marcia in più” che arricchisce la lotta complessiva, la battaglia rivoluzionaria dei proletari e masse popolari per rovesciare questo marcio sistema capitalista, dalla terra al cielo, per una nuova società.

Movimento femminista proletario rivoluzionario

mfpr.naz@gmail.com – facebook.movimentofemminista.proletariorivoluzionario/ - http://femminismorivoluzionario.blogspot.com/
Siamo a Palermo 3408429376-Taranto 3475301704-L'Aquila 3287223675-Milano/Bologna 3339415168-Bergamo 3355244902

pc 24 novembre - Rete dei Comunisti - l'opportunismo non comprende il ruolo di prima linea e rivoluzionario delle donne nell'attuale situazione politica e nella strategia del cambiamento in questo paese

Le riduce a svantaggiate, le annacqua nei diritti sociali.
Un paternalismo patriarcale che confonde economicismo con classismo,
non comprende la natura della doppia oppressione che ispira ed  alimenta la potenziale doppia ribellione
nè è in grado di cogliere la centralità del movimento delle donne e della loro lotta in tempi di fascio populismo

proletari comunisti/PCm Italia

24 novembre 2018
L’attacco è complessivo e la sfida riguarda tutti, donne e uomini - di Rete dei Comunisti
La giornata di mobilitazione di Non una di Meno è alle porte ed ha il grande merito di mettere in luce alcuni tratti dell’imbarbarimento sociale prodotto dalla governance della crisi.
Il ddl Pillon, su cui non entriamo nel merito perché in molti ne hanno già sottolineato il carattere classista e reazionario, rappresenta il tassello più recente di un attacco ideologico al rispetto delle situazioni di fragilità, volto a irregimentare sempre più la società secondo una logica marziale che anziché esaltare la solidarietà tra le parti sociali in favore di quelle più svantaggiate, stigmatizza le
difficoltà e colpevolizza chi nel suo percorso personale incontra situazioni che richiedono soluzioni possibili solo tramite l’intervento di una articolata organizzazione sociale.
La volontà manifestata da sempre più forze politiche è quella di smantellare l’idea che lo Stato possa essere fonte di supporto per alleviare le differenze economiche e per garantire l’uguaglianza

pc 24 novembre - Costruire il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario, perché senza rivoluzione non potrà mai esserci liberazione! Da Lavoratrici SLAI Cobas sc – Policlinico Palermo

25 NOVEMBRE 2018 GIORNATA INTERNAZIONALE DI LOTTA
DELLE DONNE CONTRO TUTTE LE VIOLENZE DI GENERE

LA VIOLENZA SULLE DONNE NON E’ CASUALITA’
MA IL PRODOTTO PIU’ BARBARO DI QUESTA SOCIETA’!

SCATENARE LA FURIA RIVOLUZIONARIA DELLE DONNE
PER ROVESCIARE IL MODERNO FASCISMO E OGNI GOVERNO DEL CAPITALE
PERCHE’ TUTTA LA NOSTRA VITA POSSA REALMENTE CAMBIARE!!!

Oggi più che mai,di fronte all’aumento esponenziale dei femminicidi e del peggioramento,sia in Italia che in ogni altra parte del mondo dell’insieme delle condizioni delle donne, causato dall’avanzare del moderno fascismo, noi donne abbiamo mille ragioni in più per ribellarci,lottare e rovesciare sistema, governi, stati e padroni, che ci vogliono togliere ogni diritto e riportare al medioevo.

Purtroppo, come si è potuto ben vedere, anche in Italia le donne sono passate via via dalla padella alla brace….

Il nuovo governo fascio-populista-razzista-sessista Lega/M5S, come previsto, non ha perso tempo ad attaccarne ulteriormente i diritti - dall’aborto al lavoro, alla famiglia - santificando il “focolare domestico” ed il ruolo riproduttivo delle "femmine", esortando quest’ultime a sfornare più figli,in concorrenza con le immigrate, in nome della salvaguardia della “razza” e della patria.

La mozione fascista antiaborto promossa dal leghista Zelger, approvata di recente dal Comune di Verona per foraggiare associazioni e iniziative contro l’IVG che dilagano, mentre vengono chiusi parecchi consultori, è uno degli esempi più eclatanti di oppressione e di attacco all’autodeterminazione delle donne.

Inoltre, con il DdL Pillon su “affido condiviso dei figli, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità” - provvedimento anch’esso di chiaro stampo regressivo, oscurantista, patriarcale e reazionario- si vuole infliggere alle donne un ennesimo grave e inaudito colpo di grazia. Basti pensare all’abolizione del mantenimento diretto dei figli da parte dei padri, in caso di separazione, che costringerà le madri, soprattutto quelle che non lavorano, ad elemosinare per campare la propria prole, o ancor peggio,a vedersela strappare. Ma come se non bastasse, si vogliono imporre in maniera autoritaria, pure i tempi e i luoghi in cui i genitori separati dovrebbero gestire i propri figli, come se, tra l’altro, i bambini fossero dei pacchi.

Anche il decreto dignità che di fatto legalizza la precarietà principalmente delle donne, le prime ad essere ricattate e rimandate a casa, nonché il decreto sicurezza col quale si vuole criminalizzare, reprimere e arrestare chi osa ribellarsi allo stato di cose, e ancor più le donne, che per questa misogina società devono subire in silenzio, mostrano la natura fascista, barbara del governo di Salvini/Di Maio. Governo NERO, che va ricacciato nella fogna dalla lotta rivoluzionaria, dove le donne italiane unitamente a quelle immigrate - colpite maggiormente - devono essere in prima fila.

Le battaglie e gli scioperi delle operaie, delle lavoratrici, delle precarie, delle disoccupate, delle studentesse, delle giovani, delle immigrate, dal sud al nord del Paese, portate avanti in questi mesi ma anche negli ultimi anni, mostrano inconfutabilmente che la “misura è colma” e che vi è la necessità di rovesciare l’esistente, di trasformare la terra e il cielo…, altro che riforme, invocate dal femminismo borghese e piccolo borghese, al servizio del capitale!

MA QUALI RIFORME, MA CHE EDUCAZIONE
LE DONNE HANNO BISOGNO DELLA RIVOLUZIONE!!!

Contro Stato e governo fascio-populista-razzista che legiferano sui corpi delle donne per cancellarne diritti, volontà e autodeterminazione!

Contro Chiesa, fascisti e oscurantisti di ogni colore che vogliono le donne serve e remissive!

Contro i padroni, che sfruttano, schiavizzano, precarizzano e licenziano ancor più le donne, attaccandone l’indipendenza economica!

Contro il femminismo borghese e piccolo borghese, riformista, al servizio del capitale!

Costruire il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario, perché senza rivoluzione non potrà mai esserci liberazione!


Pa, 23.11.2018
Lavoratrici SLAI Cobas sc –Policlinico - PA

pc 24 novembre - L'imperialismo russo di Putin sempre più dentro la questione libica - pronta a divenire guerra di tutti per interposta persona, con ruolo di prima fila dell'Italia

 Roma, 23 nov 16:42 - (Agenzia Nova) - In Libia la Federazione Russa non vuole un ruolo guida ma si attiene alle decisioni del popolo libico. Queste le parole del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, intervenendo al Med Forum 2018 a Roma. Dall’inizio della crisi, ha spiegato il ministro russo, “abbiamo parlato con tutti gli attori nel paese, che fossero a Tripoli, Tobruk e altri luoghi. Come in Siria, parliamo com tutti, eccetto lo Stato islamico (Is), e la stessa cosa succede in Yemen”. In questi giorni, l’approccio di altri importanti attori “è lo stesso che crediamo andrebbe applicato”. A detta di Lavrov, l’importanza di un dialogo fra i libici è testimoniato dalla conferenza organizzata dalla Francia a maggio e poi a Palermo. “Non credo in alcuna deadline artificiale, sia in Siria che in Libia,Ciò che conta è la sostanza, non pretendiamo di comprendere tutto sulla Libia e di avere un ruolo guida, crediamo invece nel ruolo delle Nazioni Unite e dei paesi limitrofi nel Nord Africa”, ma anche della Lega araba, “che può dare un grande contributo, così come in Siria”, ha spiegato Lavrov. (Frm)

pc 24 novembre - Si intensificano le manovre militari americane ai confini russi - inglobando le truppe dei regimi reazionari dell'Est

 
Difesa: la prossima settimana manovre militari internazionali in Slovacchia

Bratislava, 23 nov 15:40 - (Agenzia Nova) - Durante la prossima settimana si verificherà un trasferimento di mezzi militari provenienti dall'estero attraverso il territorio della sarà trasferita in tutta la Slovacchia. Come riferisce l'agenzia di stampa "Tasr", durante la prossima settimana si verificheranno 19 manovre che coinvolgeranno unità delle Forze armate statunitensi, ceche e polacche. Il ministero della Difesa ha inoltre richiamato l'attenzione su trasporti militari eccezionali delle Forze armate slovacche sulle tratte Nove Mesto nad Vahom - Trencin, Martin - Trencin - Sered, Nitra - Levice - Sliax, Sered - Trnava - Trencin, Sered - Trnava - Martin, Nove Mesto nad Vahom - Trebisov.

pc 24 novembre - Sostegno ad ogni iniziativa contro la repressione anche nelle forme della disobbedienza civile - Da Riace alla Ri-Maflow: La Resistenza continua!

“Disobbedire non è reato” è questo il titolo dell’iniziativa che si terrà giorno 23 Novembre a Cinisi nel bene confiscato ex Casa Badalamenti. Dopo l’arresto del sindaco di Riace Domenico Lucano e la grande manifestazione antirazzista del 10 novembre a Roma sta crescendo la mobilitazione e la disobbedienza civile contro leggi liberticide e l’ingiustizia sociale.
Una riflessione comune contro ogni forma di repressione che colpisce chi si impegna ( come Massimo Lettieri e Mimmo Lucano) dal basso per la libertà, per la solidarietà, per la creazione di spazi di cooperazione sociale, creando esperimenti economici e politici a misura umana e alternativi al sistema dominante.
Sabato 24 novembre ore 18 a Catania
c/o Ostello degli elefanti, via Etnea 28
Incontro con RiMaflow e Fuori Mercato
interverranno:
Martina Lo Cascio di Contadinazioni (autoproduzioni contro ogni sfruttamento) -Fuori Mercato
Stefano Quitadamo di RiMaflow di Trezzano sul Naviglio(Mi)

Nel corso della serata si proietterà il  video “Occupare, resistere, produrre- RiMaflow” e si potranno conoscere alcuni prodotti alimentari di Fuori Mercato

venerdì 23 novembre 2018

pc 23 novembre - Roma - occupate le scuole - importante Comunicato dall'occupazione del liceo Tasso

"Oggi, 20 novembre, un gruppo di studenti e studentesse del liceo Torquato Tasso di Roma, in seguito ad una votazione svoltasi in una seduta del Collettivo Politico Tasso, ha deciso a maggioranza di voti di occupare la scuola.
Dopo numerosi e approfonditi dibattiti il corpo studentesco si è mostrato favorevole ad aderire alla piattaforma di protesta già seguita dai licei Mamiani, Virgilio, Socrate, Albertelli e Righi, con le loro occupazioni, in opposizione ai primi provvedimenti attuati dal governo insediatosi a seguito delle elezioni del quattro marzo.

In primo luogo, esprimiamo il nostro dissenso riguardo alle politiche economiche e sociali.
Ribadiamo ancora oggi con forza che il sistema configurato a scaglioni progressivi debba essere il tratto fondamentale del sistema di tassazione.
Ribadiamo anche energicamente come la Repubblica Italiana sia fondata, come si evince dal primo articolo della nostra Costituzione, sul lavoro e sulla dignità del lavoratore. Dignità svilita o addirittura

pc 23 novembre - Tunisia - lavoratori in piazza per l'aumento dei salari, mentre il governo della borghesia compradora e della rendita fondiaria si sottomette ai ricatti imperialisti -FMI

Il ruolo ambiguo della UGTT che cerca accordi con il governo, che non li farà;
i partiti di opposizione parlamentare copertura 'a sinistra' del governo

info da Chiara Cruciati – Il Manifesto

Roma, 23 novembre 2018, Nena News – La Tunisia torna in piazza, in massa, a dieci giorni dall’ennesimo rimpasto di governo, ottenuto dal premier Youssef Chaled per il rotto della cuffia. Una fiducia sudata, dopo ore di discussione e a cui Nidaa Tounes, parte (finora) della coalizione capeggiata da Ennahda, non ha nemmeno partecipato.

Ieri la prima sfida l’hanno lanciata 670mila dipendenti pubblici tunisini: uno sciopero generale partecipatissimo (ha aderito il 95% dei lavoratori, affiancati da decine di migliaia di persone in tutto il paese) che rimette sul tavolo una questione centrale e inevasa, l’aumento del salario. A fronte di un’inflazione rampante e l’incremento costante del costo dell’elettricità.

In migliaia, nella capitale, si sono ritrovati di fronte al parlamento al grido di «Vergogna» e «Tunisia

pc 23 novembre - Il Parlamento nero con maggioranza M5stelle/Lega è tutto fascio/populista e se qualcuno tentenna c'è la poltrona da mantenere

DL sicurezza, dissidenti M5s ritirano gli emendamenti. Lega: “Accordo tra i vertici”.

Il decreto razzista e liberticida  è un decreto Salvini/Di Maio


Dentro il Movimento 5 stelle nei giorni scorsi si sono mossi 19 deputati scrivendo una lettera al capogruppo: in quell’occasione hanno annunciato otto emendamenti, salvo poi decidere di non presentarli. I 19 firmatari erano: Valentina Barzotti, Raffaele Bruno, Santi Cappellani, Giuseppe D’Ippolito, Paola Deiana, Carmen Di Lauro, Yana Chiara Ehm, Antonio Federico, Veronica Giannone, Concetta Giordano, Riccardo Ricciardi, Doriana Sarli, Elisa Siragusa, Gilda Sportiello, Simona Suriano, Guia Termini, Roberto Traversi, Giulia Vizzini. A fronte della marcia indietro di questo gruppo di deputati, non esattamente “dissidenti” visto l’immediato rientro nei ranghi della maggioranza, si sono poi mossi altri deputati con lo stesso intento di lasciare anche loro un segno nel dibattito parlamentare sul dl sicurezza. Si tratta di tre deputati Valentina Corneli, Francesco Berti e Francesco Forciniti che hanno depositato tre giorni fa, e solo oggi ritirato, 4 emendamenti per allargare la protezione speciale di alcune categorie di migranti e sugli Sprar. Un quinto emendamento, anch’esso ritirato oggi sui beni confiscati, porta invece un’altra decina di firme tra le quali quella della presidente della Commissione Giustizia, Giulia Sarti. Con lei un altro drappello di deputate come Angela Salafia, Stefania Ascari, Piera Ajello, Valentina D’Orso, Valentina Corneli, Elisa Tripodi, Roberta Alaimo, Fabiana Dadone, Vittoria Baldino e Francesco Forciniti..

pc 23 novembre - I Carc - (n)pci socialsciovinisti al servizio dell'imperialismo italiano e alla coda del governo fasciopopulista

Linea e parole d'ordini estranei al movimento classista e combattivo della classe operaia in Italia e chiara manifestazione dell'opportunismo di destra nel movimento comunista in un paese imperialista.

Dal comunicato di (n)PCI - Carc
'Basta con l’asservimento del popolo italiano a un pugno di finanzieri e speculatori italiani, americani, europei e di altri paesi, con la scusa del Debito Pubblico!

Nessuna azienda deve essere chiusa, smembrata, ridotta di dimensioni, venduta a gruppi stranieri.
Far valere la sovranità nazionale iscritta nella Costituzione del 1948, contro il Vaticano, la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti e le loro istituzioni UE, BCE, FMI, NATO!
Il primo paese che spezzerà le catene della Comunità Internazionale aprirà la via anche alle masse popolari degli altri paesi, per un avvenire di solidarietà, collaborazione e scambi tra popoli e nazioni.' carc (n)Pci

pc 23 novembre - Pernigotti NO alla ricollocazione - nessuna fiducia nelle promesse dell'ingannapopolo Di Maio

Ma basta con l'insopportabile tricolore... La bandiera dei lavoratori in lotta è rossa! 

Pernigotti, agli operai l'avvertimento degli ex colleghi di Bistefani

Oggi i dipendenti della fabbrica casalese, chiusa due anni fa, hanno incontrato i colleghi di Novi Ligure: "Non credete alle rilocalizzazioni: alla fine quasi nessuno riesce a trasferirsi". Presente anche una delegazione dei metalmeccanici Ilva e Bundy. Intanto si lavora a un corteo e a uno spettacolo con Claudio Lauretta
NOVI LIGURE – I dipendenti della Pernigotti non mollano: anche stamattina erano davanti ai cancelli della fabbrica nonostante la richiesta di sgombero avanzata ieri dall’azienda, sul

pc 23 novembre - Alessandria - la morte operaia sempre in agguato in grandi come in piccoli posti di lavoro

Esplode un’autocisterna durante una riparazione, autista in fin di vita

L’uomo, 41 anni di Pavia è stato trasportato al Cto di Torino con ustioni sull’80 per cento del corpo. Ferito anche un altro operaio 39enne dell’Ecuador, le sue condizioni sarebbero meno gravi

È di due feriti il bilancio dell’esplosione di un’autocisterna avvenuta nel cortile di un’officina a Viguzzolo, nell’Alessandrino. Una delle due vittime è l’autista del mezzo, 41enne italiano residente a Pavia, trasportato al Cto di Torino in fin di vita per le ustioni riportate sull’80 per cento del corpo. L’altro un operaio 39enne originario dell’Ecuador è stato portato in ospedale ad Alessandria per le ustioni riportate alle gambe.
Lo scoppio e le fiamme li hanno investiti in pieno mentre stavano effettuando una saldatura sulla cisterna, completamente vuota, parcheggiata nel cortile della storica officina Rebellato di Viguzzolo, in via Vecchia Fornace è sollevata da terra. Una scintilla ha innescato l’esplosione, forse a causa dei vapori lasciati dal gasolio all’interno o per piccoli residui di materiale infiammabile rimasti nella cisterna. L’autista è stato soccorso con l’elicottero del 118 e trasportato d’urgenza a Torino.

pc 23 novembre - CONTRO IL CONVEGNO DI FORZA NUOVA A VERONA - MASSIMO APPOGGIO ALLE MANIFESTAZIONI DI NUDM E DI OGNI MOVIMENTO ANTIFASCISTA

Il diritto d'aborto non si tocca! Lo difenderemo con la lotta! 
Nessun passo indietro, ma abbiamo tanto da lottare per
l'aborto libero, gratuito, assistito,
la libertà di scelta delle donne,
abolizione dell'obiezione di coscienza

Continuano le manifestazioni di protesta contro due eventi organizzati per sabato 24 novembre a Verona. Sabato mattina, al Grand Hotel Des Arts di corso Porta Nuova, Forza Nuova terrà un convegno dal titolo «Verona, Vandea d'Europa». Nel pomeriggio, invece, si svolgerà un corteo per le vie della città per chiedere l'abolizione della legge 194, vale a dire la legge sull'interruzione di gravidanza.

Ieri, 22 novembre, alle 12.30, alcuni gruppi antifasciti sono entrati al Grand Hotel Des Art, con megafoni e uno striscione a favore della legge 194. Gli attivisti hanno invitato la direzione a fare un passo indietro sulla scelta di ospitare il convegno di Forza Nuova. «Per noi è inaccettabile che venga data nuovamente agibilità politica a predicatori di odio», hanno fatto sapere gli antifascisti veronesi, i quali hanno anche annunciato un flash-mob contro il corteo antiabortista, in programma sabato alle 15 in piazza Isolo.


E la protesta pare che abbia sortito l'effetto desiderato perché Forza Nuova ha comunicato di aver ricevuto una disdetta della sala prenotata da parte dell'hotel. «La motivazione addotta dal direttore dell'hotel si riferisce a presunte sopravvenute ragioni di sicurezza - fanno sapere da Forza Nuova - In ogni caso comunichiamo che nonostante tutto il convegno previsto per sabato mattina si svolgerà regolarmente».

pc 23 novembre - Roma 24 novembre MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELLE DONNE - VIA IL GOVERNO FASCISTA-RAZZISTA-SESSISTA

Se basta la ribellione delle donne, la rivendicazione dei diritti dei migranti, le lotte proletarie, sociali a far paura a questo governo, questo Stato, perchè vede dietro ognuna di esse lo spettro di una rivoluzione, allora ogni lotta, ogni resistenza deve diventare rivoluzione.


pc 23 novembre - Pestaggi e razzismo al carcere San Gimignano

novembre 23, 2018
Pestaggi al carcere toscano di San Gimignano nei confronti di un detenuto extracomunitario con problemi psichici: Tutto è scaturito da una denuncia shock di un detenuto italiano – in seguito trasferito al carcere di Asti – che ha fatto trapelare l’accaduto con una lettera recapitata a Sandra Berardi, presidente dell’associazione Yairaiha Onlus
La segnalazione è stata fatta prontamente al ministero della Giustizia, ai Garanti dei detenuti di competenza, alla parlamentare europea Eleonora Fiorenza e al Presidente della Camera Roberto Fico. I fatti narrati sono di estrema gravità. «Il problema è nato l’ 11 ottobre del 2018 quando, verso le 15,20 è arrivata nella sezione dell’istituto una vera e propria squadriglia – denuncia il detenuto nella lettera -, non trovo altre parole per descriverla. Un vero e proprio raid, oltre 20 agenti, compresi due ispettori, e a me e ad altri detenuti, qui all’isolamento, ci hanno fatto assistere a un vero e proprio pestaggio nei confronti di un extra- comunitario. Nel frattempo che il detenuto veniva spostato da un’estremità dalla sezione all’altra a calci e pugni, cioè intendo che non è che hanno provato magari con un piccolo atto di forza magari con qualche spintone visto che il detenuto psicologicamente e

pc 23 novembre - Francia Gilets gialli - Per il dibattito - Intervista ai redattori di Rouen dans la rue - 2 -

da infoaut

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Qual è l’origine del movimento dei gilets gialli e come si è organizzato? Vi aspettavate una mobilitazione cosi grande? In alcune località i gilets che volevano preparare i blocchi hanno organizzato delle riunioni nei parcheggi dei supermercati, che forma ha preso la preparazione del 17 novembre in Normadia?
Una giovane donna X ha lanciato una petizione contro l’aumento del prezzo del carburante nel momento di picco del prezzo a metà ottobre. Rapidamente dei camionisti e altre persone hanno condiviso la propria esasperazione con dei video su facebook. Questi video virali, che avevano al centro l’aumento del prezzo del carburante, il disprezzo del governo e la guerra ai poveri in generale, sono stati visti milioni di volte. Rapidamente è uscita la data del 17 novembre come giornata di azione, lanciata in particolare da Eric Drouet, un semplice camionista. L’incontro tra una collera di fondo che cova da qualche anno davanti al disprezzo del governo, il fallimento a ripetizione dei movimenti sindacali e l’uso dei video come portaparola riappropriabile da chiunque ha provocato secondo noi la viralità dell’evento. Subito dopo l’annuncio di una giornata di azione i gruppi facebook creati per l’organizzazione dell’evento hanno fatto l’appello a mettere un gilet giallo (di quelli che tutti devono tenere nel cruscotto della macchina) davanti alla propria auto. Migliaia di

pc 23 novembre - Francia - il movimento dei gilets gialli - una valutazione dei compagni maoisti francesi - 1

in via di traduzione

Le mouvement des Gilets Jaunes

 


Initiative individuelle devenue virale sur internet, refus des centrales syndicales d’y participer et récupérations électoralistes et fascistes de la part des parlementaristes bourgeois opposés au gouvernement, le mouvement des « Gilets Jaunes » ne laisse personne indifférent. Il touche un nombre relativement massif de personnes (comparable aux mobilisations interprofessionnelles de ces derniers mois) depuis le 17 Novembre, où les quelques dizaines de milliers de personnes du matin se sont transformées en centaines de milliers lorsque les gens ont vu que ça « avait pris ». Important dans les villes moyennes, les zones périurbaines et proches de la ruralité, et moins dans les très grands centres urbains, le mouvement des gilets jaunes est différent des mobilisations sociales récurrentes ces dernières années.
Autoproclamé « apolitique », ce mouvement est soumis à l’hégémonie bourgeoise de la société : des témoignages rapportent des mots d’ordres d’unité avec les patrons et les forces de répression contre l’État et des exemples de tracts et revendications comme « baisser les charges » ou « faire maigrir l’État ». D’un autre côté, la grogne légitime issue du prix de l’essence va bien plus loin, et les voix que l’on entend le plus sur place se soulèvent contre le coût de la vie pour les classes populaires, par rejet du gouvernement, des élections et même parfois du légalisme. Pour beaucoup de personnes, c’est une première mobilisation, pour d’autres, comme des syndicalistes locaux, c’est un mouvement à mener pour qu’il ne devienne pas dirigé par la droite ou l’extrême-droite.
En effet, la diversité de cette mobilisation se trouve dans le fait qu’elle mobilise plusieurs classes. Les bourgeois, comme les directions syndicales patronales du transport, ou les magasins qui fermaient leurs pompes à essence ce jour là, peuvent trouver un intérêt direct dans cette mobilisation contre la taxation de l’État qui rogne sur leurs marges. Leur force de classe leur permet d’avoir des leviers de négociation que les gilets jaunes n’ont pas pour gagner des programmes d’exonération des taxes sur le pétrole. La mobilisation politique de ces forces bourgeoises et petites bourgeoises est également à noter. Depuis la gauche sociale-chauvine (France Insoumise) jusqu’à la droite (LR) et aux fascistes (tant dans le parti électoraliste RN que dans les groupuscules de terrain), tous ont été présents le 17. Localement, à Rouen (génération identitaire), Marseille ou Lyon (bastion social) par exemple, les fascistes ont tenté une prise de direction en surfant sur « l’apolitisme ». Dans les deux derniers cas, ils n’ont réussi qu’à se bloquer eux-mêmes (fermant courageusement leur local en protestation!) et à être rejetés de la mobilisation.




Interview de Gilets Jaunes
La contradiction de classe dans le mouvement des gilets jaunes est pourtant saillante. A Nancy par

pc 23 novembre - Carovana di migranti in Messico - si scontrano due posizioni

Pese a este escenario, miles de connacionales y pueblo en general han salido a la calle a demostrar la solidaridad que es la ternura de los pueblos, para dar ropa, alimentos u mochilas en un éxodo que ya aumentó en nuestro país.
De forma paralela, en horas recientes el gobierno de Enrique Peña Nieto ha mandado a reforzar el contingente de policías federales y gendarmes, que “resguardar el éxodo” en la región del Istmo de Tehuantepec, Oaxaca, zona clave para el imperialismo norteamericano y sus trasnacionales, la cual proyectan hacer

pc 23 novembre - Dal Messico: Abbattiamo i muri! - Passo libero ai lavoratori migranti

¡Derrumbamos los muros! ¡Paso libre a los trabajadores migrantes!

Posteado el 4 de noviembre de 2018 en el diario digital Aurora Roja de la Organización Comunista Revolucionaria, México.
Al grito de “¡No somos criminales, somos trabajadores internacionales!”, muchos miles de centroamericanos en la primera de varias caravanas comenzando en octubre logró vencer los gases lacrimógenos y toletes de cientos de policías federales mexicanos para seguir su marcha hacia el norte. Huyen del infierno de rampante violencia criminal, hambre y desempleo en el que el actual sistema mundial ha convertido sus países, y buscan trabajo y refugio de amenazas de muerte y violación. Como le explicó a la prensa una migrante, “Mire, si a nosotros nos deportan, que nos den por desaparecidos”.
Son nuestras hermanas y hermanos. Merecen el apoyo que en su paso por el país mucha gente les viene dando, alentándolos y apoyándolos con agua, comida, ropa, zapatos y transporte. ¡Exigimos libre paso y apoyo a los trabajadores migrantes y fin a la represión, detenciones y deportaciones!
Para el criminal gobierno de Estados Unidos, son, en las palabras del presidente fascista Trump, “criminales bien curtidos”, “terroristas”, “personas peligrosas” de “una invasión” y “emergencia para la seguridad nacional”. Y bastó la visita a la Ciudad de México de Pompeo, secretario de Estado de EU, exigiendo que México detenga la primera caravana, para que el gobierno mexicano mandara de

pc 23 novembre - Usa - il fascio imperialista Trump autorizza a sparare e uccidere contro la carovana dei migranti


Il presidente americano minaccia di chiudere l'intero confine. Respinto il primo tentativo di varcare la frontiera da parte di un gruppo di 200 persone




Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha autorizzato le truppe al confine Usa-Messico a "usare la forza letale", se necessario, contro la carovana di migranti in avvicinamento
La notizia è riportata dalla Cnn. "Se devono, useranno la forza letale, ho dato l'ok - ha detto Trump - se devono e spero che non debbano farlo. Non ho scelta". Trump ha parlato di circa 500 criminali all'interno della carovana. I soldati al confine tra Usa e Messico sono circa 6mila.
Le autorità messicane hanno bloccato un primo tentativo di raggiungere la frontiera con gli Stati Uniti da parte della carovana di migranti arrivata dall'Honduras. La Polizia federale e quella locale hanno impedito a 200 dei 4.000 migranti arrivati negli ultimi giorni a Tijuana, vicino alla frontiera, di staccarsi dal gruppo per dirigersi verso il confine dove l'Amministrazione Trump ha rafforzato la sicurezza con l'invio di migliaia di militari di rinforzo.
E' stata chiamata "Remain in Mexico" la misura a cui sta lavorando l'amministrazione Trump per costringere i richiedenti asilo che si presentano ai posti di confine Usa ad aspettare in Messico che la loro richiesta di asilo venga esaminata. E' quanto rivela il Washington Post, che ha rivelato il piano che potrebbe entrare in vigore già oggi. E che prevede che i migranti che non possono provare "il ragionevole timore" di persecuzioni in Messico una volta presentata la domanda al confine verranno respinti e rimandati indietro.

pc 23 novembre - I padroni delle industrie di Siracusa, responsabili dell’inquinamento che causa morte e distruzione, “replicano” alla trasmissione della Rai “I dieci comandamenti”

I capitalisti riuniti in Confindustria Siracusa hanno sentito l’urgente bisogno di spendere un sacco di soldi per farsi pubblicare un comunicato a pagamento nel tentativo di “replicare” in questo modo alla trasmissione “I dieci comandamenti” sulle malattie, le deformazioni, l’inquinamento e le morti causate dalle industrie della “zona industriale di Priolo, Melilli ed Augusta”!
La trasmissione ha quindi toccato un nervo scoperto di questi padroni che si lamentano, appunto, che la “trasmissione abbia restituito una immagine distorta della zona industriale, suscitando ingiustificato scandalo ed allarme sociale trascurando ogni minimo diritto di replica…”
“Diritto di replica”, loro che hanno a disposizione giornali, trasmissioni televisive e altre mille “arene” dalle quali ogni giorno gettano altro “veleno” nelle teste delle masse popolari…
E proprio mentre i giornali sono costretti a fare titoli di questo tipo: “Inquinamento, sequestrata una vasta area della raffineria di Gela…” e ci sono diversi processi in corso.
E questa sfacciataggine da delinquenti raggiunge il colmo con l’affermazione finale del comunicato:
“Tutte le aziende della zona industriale e tutti i loro fornitori sono oggi impegnati ad operare nel rispetto delle leggi e delle normative vigenti con l’obiettivo di promuovere il massimo impegno a favore della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale nei confronti del territorio in cui operano.”

pc 23 novembre - Reddito di cittadinanza: la falsa propaganda del governo fasciopopulista smentita anche dalla Svimez, necessari almeno 10 miliardi solo per il Sud…

Uno dei “cavalli di battaglia” di questo governo, il cosiddetto reddito di cittadinanza, su cui ha puntato in particolare il fasciopopulista Di Maio, continua ad essere demolito da varie analisi. Se entrasse in vigore la legge, infatti, oltre alle cifre che diventerebbero ridicole, (circa 9 miliardi tra “reddito” e “centri per l’impiego” - altro che 780 euro!) ci sarebbero gli ostacoli dei centri dell’impiego, appunto, che non sono pronti nemmeno tecnologicamente (oltre al fatto che non hanno mai trovato un lavoro a chicchessia!) per non parlare della parte repressiva che prevede l’arresto…

Quest’ultima analisi della Svimez che si riferisce solo ai soldi necessari, dice infatti che servirebbero oltre 10 miliardi solo per il Sud e solo per i nove mesi del 2019!

In questa analisi risalta anche il dato oggettivo della povertà presente nelle grandi città: solo a Palermo, secondo lo studio, avrebbero diritto al reddito 100.800 nuclei familiari…

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Svimez, per il reddito di cittadinanza 2,7 miliardi da destinare alla Sicilia

Per “coprire” il reddito di cittadinanza nelle regioni del Mezzogiorno servirebbero oltre 10 miliardi di

giovedì 22 novembre 2018

pc 22 novembre - FORMAZIONE OPERAIA - "LE LOTTE DI CLASSE IN FRANCIA" - parte 10° - La Repubblica borghese necessario involucro dell'intera borghesia

La repubblica borghese, come forma dello Stato borghese, è l'involucro necessario all'intera borghesia per rappresentare le sue istanze generali mentre impazzano i contrasti delle sue frazioni e mentre si acutizza anche la contraddizione tra le forme della gestione del potere borghese: le sue istituzioni, presidenza, governo, parlamento.

Luigi Bonaparte

Il ritratto che fa Marx di questa fase del giugno 1849, dopo che si sono risolti i problemi della stabilità del potere borghese nella forma usuale della repressione post rivoluzionaria e controrivoluzionaria delle ribellioni del popolo – repressioni che hanno costretto alla “ragione” la democrazia piccolo borghese – è esemplare come affresco di queste contraddizioni, in verità usuali in tutta la vita del dominio della classe borghese.

Nella classe dell'epoca vi sono contrasti nelle frazioni monarchiche, pur dominando esse ormai il governo, in cui la figura di Bonaparte è essenziale per contenerli e per evitare che le contraddizioni in seno alle frazioni monarchiche possano esplodere e finire per mettere in discussione l'assetto che il potere dominante ha raggiunto. Chiaramente questo ormai avviene in una fase in cui il proletariato e

pc 22 novembre - Milano 26 novembre - CONTRO IL DECRETO SICUREZZA


Con il Decreto “Sicurezza” il ministro dell’Interno Salvini lancia un attacco frontale contro le lotte dei lavoratori e contro gli immigrati. Contro le lotte dei lavoratori: trasforma i blocchi stradali in reati penali, punibili fino a 6 anni (12 per gli organizzatori). Con una legge del genere in Francia oggi avremmo centinaia di migliaia di “criminali” da mettere in prigione… Questa norma è stata chiesta al governo dal presidente di Confetra, l’associazione dei padroni dei trasporti, per colpire i picchetti nella logistica, ma potrà essere applicata a ogni corteo o presidio stradale non autorizzato. Inasprisce le pene contro gli occupanti di case, mentre nelle grandi città viene scatenata un’ondata di sgomberi che gettano sulla strada famiglie con bambini a inizio inverno. Estende l’applicazione del Daspo urbano (inflitto ai licenziati Fca che hanno osato protestare a Roma). Contro gli immigrati: elimina il permesso per protezione umanitaria, il principale canale di regolarizzazione dei richiedenti asilo. L’obiettivo è far aumentare gli immigrati senza permesso, da consegnare agli sfruttatori del lavoro nero, e alle reti criminali non potendo lavorare in modo regolare: altro che “sicurezza”! Raddoppia da 3 a 6 mesi il periodo massimo di detenzione nei CPR per l’identificazione ed espulsione. Colpisce con la revoca del permesso di soggiorno e della cittadinanza gli immigrati accusati o condannati per determinati reati. È necessaria una mobilitazione di massa la più ampia possibile contro l’approvazione di questo decreto e contro la sua applicazione in caso di approvazione Lunedì 26 novembre 2018 

MILANO: ore 17 Piazza San Babila

da Cs vittoria e si cobas 

pc 22 novembre - il governo fascio/populista vuol cancellare al servizio dei padroni il valore legale della laurea - un contributo

Perché va difeso

Senza Tregua | senzatregua.it

18/11/2018

La distruzione della scuola e dell'università in Italia è in corso da decenni ormai, ed è un massacro che non conosce sosta. Ovviamente il governo "del cambiamento" non ha intenzione di cambiare niente neppure da questo punto di vista. Qualche giorno fa Salvini ha rilasciato delle dichiarazioni in cui, per la milionesima volta nella storia del nostro paese, propone l'abolizione del valore legale del titolo di studio.

Sicuramente tanti di noi durante l'università ci siamo trovati a pensare "E se tutti questi sforzi nello studio mi portassero solo ad essere disoccupato?" oppure "Perché quest'università che frequento deve essere considerata così scadente in confronto ad altre?". Bene, proprio a proposito di questo, l'abolizione del valore legale della laurea sarebbe un violentissimo colpo allo stomaco a qualunque nostra speranza per il futuro, a qualunque desiderio di essere considerati studenti con gli stessi diritti e dignità di quei pochi benestanti che frequentano gli atenei più rinomati d'Italia.

Ma andiamo con ordine. Il valore legale del titolo di studio è il riconoscimento da parte dello Stato (in base al Testo unico delle leggi sull'istruzione superiore, R.D. 31.8.1933, n.1592, art. 167) di tutte le lauree di tutti gli atenei d'Italia come di pari dignità e di pari valore; lo scopo dovrebbe essere impedire che nel mercato del lavoro vi siano discriminazioni basate sull'università di provenienza, permettendo a tutti i giovani (almeno in teoria) di poter cercare un'occupazione sulla base delle

pc 22 novembre - la Pernigotti contro gli operai: "Basta occupare la fabbrica"

Si alza la tensione nello stabilimento su cui pendono cento licenziamenti. L'azienda: "Così frenate l'arrivo di potenziali acquirenti"


Pernigotti chiede ai suoi lavoratori di "cessare l'occupazione" dello stabilimento di Novi Ligure. Gli operai stanno presidiando giorno e notte la fabbrica alessandrina da quando i proprietari turchi del gruppo Toksoz hanno annunciato di volerla chiudere, licenziando oltre cento addetti su quasi duecento. Secondo l'azienda questo comportamento "sta compromettendo la produttività aziendale e impedendo, al contempo, qualsiasi accesso al sito industriale da parte di soggetti terzi che in questi giorni stanno manifestando un interesse per l'acquisto dello stabilimento e/o dei macchinari industriali". Pernigotti accusa gli operai che occupano di creare "un danno economico e relazionale nei confronti di clienti, fornitori, terzi interessati e degli stessi lavoratori".

pc 22 novembre - «Il degrado è il fascismo» antifascisti contro il presidio di Casapound a Torino



mobilitazione dei centri sociali contro Casapound per un presidio del gruppo di estrema destra «contro lo spaccio a Lucento».


pc 22 novembre - Torino Appendino come Salvini - 'schifosa' come Salvini - sia chiaro TAV o non TAV M5S è dentro un governo fasciorazzista populista che va combattuto con tutti i mezzi


«Abbattimento baracche in diretta», critiche al post «salviniano» di Appendino

Un utente replica su Fb alla sindaca («Prepariamo i pop corn?»), che però chiarisce: le ruspe sono andate ieri al campo rom, «ora c’è solo la diretta della conferenza stampa»


TORINO - «Abbattimento delle baracche abusive nel campo rom in via Germagnano. Tra pochi minuti la diretta». È il post dal tono un po’ salviniano pubblicato alle 10:30 dalla sindaca Appendino sulla pagina Facebook con grande evidenza (la mascherina rossa). Quell’espressione «abbattimento in diretta» ha però fatto mugugnare qualche utente, che scrive: «In mondovisione...prepariamo i pop corn?». Ed è la stessa Appendino a ribadire che, in effetti, l’abbattimento è già avvenuto ieri, martedì, e che la diretta Facebook riguarda la conferenza stampa con il comandante dei vigili Bezzon. «La Città intraprende delle azioni e le comunica. Nulla di eccezionale, semplicemente realizziamo quanto previsto dal nostro programma elettorale». Pronta la controreplica: «Magari allora il post poteva dire “tra pochi minuti in diretta la conferenza stampa”... Così sembra proprio crogiolarsi nella disgrazia».

E un altro utente rincara la dose: «Che la città intraprenda delle azioni più o meno condivisibili e le comunichi come programmato, non fa una piega. Ma comunicare con tale bassezza, senza la cura di scegliere le parole meno mostruose, o che, peggio... non si colga la gravità di questo modo di comunicare un provvedimento delicatissimo, questo è davvero schifoso».

pc 22 novembre - Arcelor Mittal Taranto - assemblea il 5 dicembre


Processo Ambiente svenduto
-la parola alle parti civili
operai- lavoratori cimiteriali-abit. quartieri tamburi/paoloVI
-la parola alla città
no all’immunità penale/no alla prescrizione/giustizia e risarcimenti
mai più morti sul lavoro e da inquinamento

Arcelor MITTAL COME RIVA
meno operai - più sfruttamento- meno sicurezza e tutela dell’ambiente
no all’accordo che caccia gli operai dalla fabbrica con liste di discriminazione disumane e ingiuste
ricorso legale di massa dei cassintegrati


5 DICEMBRE ORE 16
biblioteca comunale piazzale bestat taranto

info parti civili – comitato cassintegrati
tel 347530170 - slaicobasta@gmail.com

pc 22 novembre - India - Forte e unitaria mobilitazione studentesca contro la repressione - Se ne parla al meeting internazionalista a Milano 8 dicembre - info csgpindia@gmail.com

in via di traduzione
India People's War 

Joint Statement by 16 Student Organizations: “We Strongly Condemn the Arrest of Student Activists We Demand Immediate And Unconditional Release”

We come to know from various media reports that 4 activists of mass movement have been arrested by the police from Goaltore area of West Midnapur district. Among them two activists are student activists named Tipu Sultan and Arka Deep Goswami who are our beloved comrades from United Students’ Democratic Front (USDF), Kolkata. We also came to know from a reliable source that though police have arrested them on 12th of this month, they kept them illegally into their custody for 2 days after which only they were produced in the court on 14th of this month. Not only that, police officials have beaten them mercilessly in their custody. From media reports only, we could know that one of the students named Tipu Sultan has developed clots in his eyes because of severe torture by the police.
Also a case have been registered vide Goaltore PS Case No. – 220/18 dated 13.11.18 under Indian Penal Code Sections 121 (waging war against the state), 121A (conspiring to commit offence against the state), 120B (criminal conspiracy), 124A (sedition), and 149 (if an offence is committed by any member of an unlawful assembly, every other member shall be guilty of the offence).

Actually, from a report from USDF, the truth is that they went for a survey on the lifestyles of

the people after which 7 people died out of starvation at Jangalmahal, West Bengal a week ago (according to govt. reports). Students and democratic activists were arrested on false-fabricated charges from Jangalmahal on allegations of engaging in Maoist activities. It is actually in tandem with the crackdown on democratic voices that we are witnessing nationally.

We, on behalf of Struggling Student organizations from various nations strongly condemn all of these illegal activities of the police authorities and demand strict action against the guilty. We all know that Supreme Court has clearly stated in its verdict that ‘guilt by association’ and ‘guilt by suspicion’ are not guilt at all. Hence, we demand the withdrawal of all the false charges leveled against the 4 activists and immediate and unconditional release of them.

Jointly Signed by:

Bhushan Longjam, Secretary Gen., Socialist Students’ Union of Manipur (SSUM)
K. Javed Mehedi, General Secretary, Manipur Students’ Association Delhi (MSAD)
Ajaib, DSO, Punjab University, Patiala
Swati, SFC, IIT-BHU,
Prasanna, Chaitanya Mahila Sangam (CMS)
Democratic Students’ Union (DSU), Delhi University
Ajmal Khan, Aaghaz magazine
Akshay, AIRSO
Rohan, Ambedkar Bhagat Singh Study Circle (ABSC)
Dinesh, Students’ Uprising Movement for Social Welfare (SUMS), Tamil Nadu
Sreekanth, Student Youth Coordination Against Police-Brutality, Kerala
Radical Students’ Forum, Kerala
Shelu Neupane, Office Secretary, All Nepal National Independent Students’ Union ( Revolutionary)
Saeed Bilash, president Chatra Ganamanch, Bangladesh
Atif Anik, President, National Committee Revolutionary Student-Youth Movement, Bangladesh
Kara Lenina Taggaoa, National Spokesperson, League of Filipino Student

pc 22 novembre - Catania contro il razzismo e il decreto Salvini certo! Ma è necessario sostenere la lotta dei migranti di Mineo a Mineo!

Venerdì 23 novembre ore 17,30
Presidio in via Etnea, angolo via Prefettura Catania


Il decreto Salvini parte da un assunto falso e cioè che coloro che hanno diritto alla protezione umanitaria siano dei “falsi profughi”. Questo perché scappano da paesi nei quali “non c’è nessuna guerra”, come ripete ossessivamente. Il diritto a ricevere protezione, però, non è subordinato all’esistenza di guerre nel paese dal quale si scappa, ma alla storia individuale del richiedente asilo. L’articolo 10 della nostra Costituzione prescrive infatti che ha diritto d’asilo in Italia il cittadino straniero «al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana». Il decreto Salvini, al primo articolo, cancella la protezione umanitaria (in vigore in 20 paesi su 28 dell’Unione Europea) e la sostituisce con un coacervo di altre protezioni, confusionarie, di difficile interpretazione e quindi di difficile applicazione. Partendo sempre dal medesimo assunto, la seconda applicazione non poteva che essere la cancellazione del Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar), e cioè il sistema di accoglienza pubblico che offre maggiori garanzie dal punto di vista della presa in carico della persona e della sua autonomia. Lo Sprar non esisterà più perché verranno espulsi dal sistema tutti i richiedenti asilo, anche coloro che sono considerati vulnerabili: «i disabili, gli anziani, le donne in stato di gravidanza, le vittime della tratta di esseri umani, le persone affette da gravi malattie, le persone per le quali è stato accertato che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o legata