venerdì 17 agosto 2018
pc 17 agosto - Genova - DOMENICA 19 AGOSTO DALLE 18:00 ALLE 20:00 IN PIAZZA DE FERRARI
Il valore di questa manifestazione sta nell'essere la prima e nell'affermare ora:
Genova in piazza non solo sui social!
Ma non è vero che si possa lottare insieme senza mettere sotto accusa questo sistema, questo Stato, questi governi responsabili di quello che è successo.
Non è vero che si possa scendere in piazza 'al di la delle bandiere e delle classi sociali'.
Perché la nostra anima é spezzata come il Morandi e tra le macerie, insieme ai sogni di chi non c'è più, si é spenta ancora una volta la speranza di vivere in un paese sano, che cresce nel rispetto delle regole, del suo popolo e della vita. Scendiamo in piazza per allontanarci dalla retorica di parole vacue, dalle promesse e dallo sciacallaggio politico/mediatico.
Scendiamo in piazza per stare insieme"
Genova in piazza non solo sui social!
Ma non è vero che si possa lottare insieme senza mettere sotto accusa questo sistema, questo Stato, questi governi responsabili di quello che è successo.
Non è vero che si possa scendere in piazza 'al di la delle bandiere e delle classi sociali'.
*****
"Per manifestare la nostra rabbia e il nostro dolore in modo pacifico. Semplicemente perché abbiamo un groppo in gola, un vuoto incolmabile da quel 14 agosto, e pensiamo che unirci possa farci sentire meno impotenti, meno soli. Perché il contatto umano abbia ancora un valore, per stringerci insieme, Davvero su quel ponte c'eravamo tutti e dobbiamo dimostrarlo!Perché la nostra anima é spezzata come il Morandi e tra le macerie, insieme ai sogni di chi non c'è più, si é spenta ancora una volta la speranza di vivere in un paese sano, che cresce nel rispetto delle regole, del suo popolo e della vita. Scendiamo in piazza per allontanarci dalla retorica di parole vacue, dalle promesse e dallo sciacallaggio politico/mediatico.
Scendiamo in piazza per stare insieme"
pc 17 agosto - Brasile - in corteo contro l'intervento militare e in difesa dei 23 manifestanti condannati per le manifestazioni in occasione della coppa del mondo
in via di traduzione
Centenas marcham no Rio contra a intervenção militar e a condenação dos 23
Glaucia dos Santos marcha lançando consignas contra intervenção militar | Ellan Lustosa/AND
Mães marcharam junto com os movimentos populares contra a intervenção militar e a perseguição política | Ellan Lustosa/AND
Centenas marcham no Rio contra a intervenção militar e a condenação dos 23
Centenas de manifestantes percorreram o centro do Rio de Janeiro nesta terça-feira, 14 de agosto, desfraldando bandeiras em defesa dos 23 ativistas condenados recentemente, pelo direito à livre manifestação, contra a intervenção militar, contra o genocídio do povo pobre e negro nas favelas e em repúdio ao assassinato político de Marielle Franco. O ato foi convocado pela campanha Não é só pelos 23, é por todas e todos que lutam! e contou com a participação das mães e familiares vítimas da violência do velho Estado.
Sob as consignas Chega de chacina polícia assassina, Fora intervenção, o povo quer saúde e educação, Por nossos filhos eu digo não à intervenção e Nem eleição, nem intervenção, o povo quer é fazer revolução, os manifestantes marcharam altivamente da Candelária até a Cinelândia.
O ato foi destacado pela presença massiva das mães e familiares de vítimas assassinadas pelo aparato repressivo do velho Estado, contando também com a participação de ativistas progressistas, membros de movimentos revolucionários, populares, estudantis e democráticos.
Glaucia dos Santos marcha lançando consignas contra intervenção militar | Ellan Lustosa/AND
Dentre as mães e familiares estiveram presente Gláucia dos Santos, que teve seu filho Fabrício executado pela Polícia Militar (PM) na virada de 2014, no Chapadão; Bruna da Silva, mãe do menino Marcos Vinicius, assassinado em junho por operação da Polícia Civil (PC) no Complexo do Maré; familiares de um dos cinco jovens assassinados em novembro de 2015, em Costa Barros, com 111 tiros; a Ana Paula de Oliveira, mãe do jovem Johnatha, executado pela Unidade de Polícia Pacificadora (UPP) de Manguinhos, em maio de 2014; e José Luiz Faria da Silva, pai do menino Maycon, de 2 anos, executado em abril de 1996, em Acari, classificado como "auto de resistência", e tantas outras mães e familiares.
Mães marcharam junto com os movimentos populares contra a intervenção militar e a perseguição política | Ellan Lustosa/AND
Ao fim do ato realizado na Câmara dos Vereadores, Cinelândia, diversos manifestantes realizaram em praça pública intervenções, denunciando as chacinas cometidas pelo velho
giovedì 16 agosto 2018
pc 16 agosto - La tragedia di Genova domanda la mobilitazione proletaria e popolare - Editoriale
Innanzitutto la solidarietà popolare verso le vittime e le loro famiglie!
Innanzitutto il sostegno alle famiglie sfollate e trattate malissimo da Governo e Amministrazioni locali!
Ancora una volta dopo che la tragedia avviene
tutti dicono che è una tragedia annunciata,
tutti dicono che l'avevano detto,
tutti si trasformano in ingegneri che avevano o hanno la soluzione...
Il governo di turno, oggi quello fascio populista Di Maio/Salvini, che è da troppo poco tempo in carica per avere responsabilità dirette, scarica sui governi precedenti. Vero... ma tra i governi precedenti ci sono sicuramente i governi Berlusconi, sostenuti da Lega/Salvini, e sono dello stesso colore di Salvini, la Giunta Regionale e Giunta comunale, come sono anche di stampo Grillo/5stelle le dichiarazioni che il ponte non potesse crollare mai...
Per cui avrebbero fatto meglio a non lanciarsi subito nella speculazione politica che è una forma di sciacallaggio demagogico e populista. Salvini, poi, fa come al solito di peggio, tra un selfie al mare e viaggi palesemente strumentali come quello a San Luca in Calabria, dichiara subito: 'case da abbattere quelle sotto il ponte pericolante', gettando nella disperazione le famiglie sfollate - dichiarazioni fatte forse anche perchè tra gli sfollati ci sono varie famiglie ecuadoriane e di migranti.
Noi dobbiamo partire decisamente dalla solidarietà con le vittime e i dispersi, la cui storia e biografia raccontata dai giornali ci tocca profondamente, perchè ci mostra ancora una volta la verità:
che le colpe sono vostre - capitalismo, profitto, soldi, padroni, governi, organi di controllo, ruberie e corruzione - e i morti sono nostri;
che non siamo sicuri sui treni, sulle strade, come in ogni aspetto della vita quotidiana, vita che può essere spezzata da un momento all'altro per disastri di ogni genere che quando avvengono ci mostrano che questo sistema non è in grado di assicurarci un presente e un futuro.
Parlano di "sicurezza" solo in termini di polizia e carabinieri, caccia ai migranti, ai 'ladri', agli ambulanti, ai mendicanti, ecc., e invece della sicurezza vera quella della nostra vita, del nostro lavoro, delle nostre vacanze se ne fottono e ci fanno andare allo sbaraglio.
Per questo non sono credibili i vecchi governi come il nuovo quando ci assicurano che non succederà più... Purtroppo finchè ci saranno questi governi, succederà ancora!
1
Il ponte Morandi è vecchio e da tempo bisognoso di manutenzione reale che non c'è stata.
Il ponte Morandi è stato fatto in tempi in cui non aveva questo gigantesco carico di trasporto con i Tir enormemente potenziati nel carico trasportabile su un solo camion.
E' vero che denunce, allarmi, documenti che ponevano il problema ce ne sono stati diversi e non se n'è tenuto conto.
Quindi le responsabilità dei gestori padroni AUTOSTRADE sono certe
Essi hanno pensato ai profitti e non alla manutenzione! Come tutti i padroni peraltro!
Sono aumentate a dismisura le tariffe ed è peggiorato il servizio ovunque come in tutti i settori dei trasporti e servizi essenziali.
La privatizzazione produce tutto questo e la nazionalizzazione che pure è giusta è necessaria per autostrade e trasporti non è di nessuna garanzia, perchè in questo sistema borghese anche lo Stato usa gli stessi criteri dei privati, come è dimostrato dove gestisce lo Stato.
2
Le concessioni - i cui documenti sono considerati 'segreti di Stato' - e questo è davvero inaccettabile -
danno tutte le garanzie ai gestori e sono pieni di clausole e cavilli che li mettono al riparo dai danni che eventualmente compiono - e questo è sicuramente il caso di AUTOSTRADE.
Per cui effettivamente la REVOCA SAREBBE NECESSARIA ma è complicata e complessa e comunque garantisce gestione e profitti ancora per molti anni.
REVOCA, poi, per affidare a chi e a che cosa? Se tutto il sistema del profitto capitalista rimane identico?
3
I controlli. Un sottobosco in cui, tranne alcune lodevoli eccezioni ed energie che ci sono, incapacità, leggi inadeguate, pastoie burocratiche, intrecci politica/malaffare la fanno da padroni, nelle Autostrade, come sui posti di lavoro e sul territorio. "Controlli", quindi, che non permettono di intervenire realmente dove gravi problemi, come quello del ponte Morandi, ci sono e richiederebbero interventi tempestivi e radicali, che sarebbero eccome possibili!
AUTOSTRADE DICHIARA CHE PUO' RIFARE IL PONTE IN 5 MESI... E PERCHE' IN ANNI E ANNI NON LO HA FATTO?
ALLORA PER DAVVERO SONO DEGLI 'ASSASSINI CONSAPEVOLI ' AUTORI DI OMICIDIO E DISASTRO AMBIENTALE, COME DICE LA PROCURA DI GENOVA, MA SOLO ADESSO!
I controlli, peraltro, sono competenza dei Ministeri che finora si sono susseguiti, ma non ci risulta nè che Toninelli, nè che il cosiddetto "contratto di programma" DI MAIO/SALVINI prevedesse un intervento sul Ponte Morandi e/o su AUTOSTRADE...
Ma ora il Min. Toninelli dice che il suo Ministero si potrebbe costituire "parte civile"... Contro se stesso?
Altri fattori vanno analizzati, ma si può fare in seguito. Primi fra tutti la questione della viabilità e del carico di trasporto che pesano sull'arteria e la questione della Gronda.
Ma ora...
le famiglie sfollate denunciano che non hanno avuto gesti di solidarietà dai genovesi: "nessuno ci ha chiesto se avevamo bisogno di andare in bagno, se avevamo bisogno di qualcosa, noi che siamo stati costretti ad abbandonare le case lasciando tutto"... con tanti anziani e malati privi anche delle medicine vitali necessarie.
Questo ci fa male! Questo non doveva succedere! Genova rischia di diventare anch'essa una brutta città dove la solidarietà può morire!
La devastazione sociale portata da questo sistema e dalle forze reazionarie e fasciopopuliste che dominano, orientano e formano la coscienza di massa porta a questa trasformazione che deve essere risolutamente contrastata e che necessita un cambio di rotta con un impegno in prima persona.
Una donna sfollata gridava "tutti alla tastiera... 'siamo con voi', ma nessuno che viene direttamente a parlare con noi ad aiutarci realmente".
Questo vale a Genova, ma vale per tutti, nessuno escluso.
Senza solidarietà e impegno diretto in prima persona nulla cambia e non si creano le condizioni e la forza materiale collettiva che può aiutare e in prospettiva cambiare le cose
Ora bisogna lottare e le famiglie lo comprendano subito. Nessun abbattimento - se le case debbono essere realmente abbandonate e abbattute - ci sia senza garanzia della casa per tutti. Solo la lotta e l'autorganizzazione popolare non altro può permettere questo risultato e tutto il movimento proletario e popolare deve sostenere questa lotta, non lasciando sole le famiglie.
Ora bisogna costruire un movimento di lotta sulla questione del ponte e tutti i problemi connessi che imponga bisogni e soluzioni .
proletari comunisti/PCm Italia
16 agosto 2018
Innanzitutto il sostegno alle famiglie sfollate e trattate malissimo da Governo e Amministrazioni locali!
Ancora una volta dopo che la tragedia avviene
tutti dicono che è una tragedia annunciata,
tutti dicono che l'avevano detto,
tutti si trasformano in ingegneri che avevano o hanno la soluzione...
Il governo di turno, oggi quello fascio populista Di Maio/Salvini, che è da troppo poco tempo in carica per avere responsabilità dirette, scarica sui governi precedenti. Vero... ma tra i governi precedenti ci sono sicuramente i governi Berlusconi, sostenuti da Lega/Salvini, e sono dello stesso colore di Salvini, la Giunta Regionale e Giunta comunale, come sono anche di stampo Grillo/5stelle le dichiarazioni che il ponte non potesse crollare mai...
Per cui avrebbero fatto meglio a non lanciarsi subito nella speculazione politica che è una forma di sciacallaggio demagogico e populista. Salvini, poi, fa come al solito di peggio, tra un selfie al mare e viaggi palesemente strumentali come quello a San Luca in Calabria, dichiara subito: 'case da abbattere quelle sotto il ponte pericolante', gettando nella disperazione le famiglie sfollate - dichiarazioni fatte forse anche perchè tra gli sfollati ci sono varie famiglie ecuadoriane e di migranti.
Noi dobbiamo partire decisamente dalla solidarietà con le vittime e i dispersi, la cui storia e biografia raccontata dai giornali ci tocca profondamente, perchè ci mostra ancora una volta la verità:
che le colpe sono vostre - capitalismo, profitto, soldi, padroni, governi, organi di controllo, ruberie e corruzione - e i morti sono nostri;
che non siamo sicuri sui treni, sulle strade, come in ogni aspetto della vita quotidiana, vita che può essere spezzata da un momento all'altro per disastri di ogni genere che quando avvengono ci mostrano che questo sistema non è in grado di assicurarci un presente e un futuro.
Parlano di "sicurezza" solo in termini di polizia e carabinieri, caccia ai migranti, ai 'ladri', agli ambulanti, ai mendicanti, ecc., e invece della sicurezza vera quella della nostra vita, del nostro lavoro, delle nostre vacanze se ne fottono e ci fanno andare allo sbaraglio.
Per questo non sono credibili i vecchi governi come il nuovo quando ci assicurano che non succederà più... Purtroppo finchè ci saranno questi governi, succederà ancora!
1
Il ponte Morandi è vecchio e da tempo bisognoso di manutenzione reale che non c'è stata.
Il ponte Morandi è stato fatto in tempi in cui non aveva questo gigantesco carico di trasporto con i Tir enormemente potenziati nel carico trasportabile su un solo camion.
E' vero che denunce, allarmi, documenti che ponevano il problema ce ne sono stati diversi e non se n'è tenuto conto.
Quindi le responsabilità dei gestori padroni AUTOSTRADE sono certe
Essi hanno pensato ai profitti e non alla manutenzione! Come tutti i padroni peraltro!
Sono aumentate a dismisura le tariffe ed è peggiorato il servizio ovunque come in tutti i settori dei trasporti e servizi essenziali.
La privatizzazione produce tutto questo e la nazionalizzazione che pure è giusta è necessaria per autostrade e trasporti non è di nessuna garanzia, perchè in questo sistema borghese anche lo Stato usa gli stessi criteri dei privati, come è dimostrato dove gestisce lo Stato.
2
Le concessioni - i cui documenti sono considerati 'segreti di Stato' - e questo è davvero inaccettabile -
danno tutte le garanzie ai gestori e sono pieni di clausole e cavilli che li mettono al riparo dai danni che eventualmente compiono - e questo è sicuramente il caso di AUTOSTRADE.
Per cui effettivamente la REVOCA SAREBBE NECESSARIA ma è complicata e complessa e comunque garantisce gestione e profitti ancora per molti anni.
REVOCA, poi, per affidare a chi e a che cosa? Se tutto il sistema del profitto capitalista rimane identico?
3
I controlli. Un sottobosco in cui, tranne alcune lodevoli eccezioni ed energie che ci sono, incapacità, leggi inadeguate, pastoie burocratiche, intrecci politica/malaffare la fanno da padroni, nelle Autostrade, come sui posti di lavoro e sul territorio. "Controlli", quindi, che non permettono di intervenire realmente dove gravi problemi, come quello del ponte Morandi, ci sono e richiederebbero interventi tempestivi e radicali, che sarebbero eccome possibili!
AUTOSTRADE DICHIARA CHE PUO' RIFARE IL PONTE IN 5 MESI... E PERCHE' IN ANNI E ANNI NON LO HA FATTO?
ALLORA PER DAVVERO SONO DEGLI 'ASSASSINI CONSAPEVOLI ' AUTORI DI OMICIDIO E DISASTRO AMBIENTALE, COME DICE LA PROCURA DI GENOVA, MA SOLO ADESSO!
I controlli, peraltro, sono competenza dei Ministeri che finora si sono susseguiti, ma non ci risulta nè che Toninelli, nè che il cosiddetto "contratto di programma" DI MAIO/SALVINI prevedesse un intervento sul Ponte Morandi e/o su AUTOSTRADE...
Ma ora il Min. Toninelli dice che il suo Ministero si potrebbe costituire "parte civile"... Contro se stesso?
Altri fattori vanno analizzati, ma si può fare in seguito. Primi fra tutti la questione della viabilità e del carico di trasporto che pesano sull'arteria e la questione della Gronda.
Ma ora...
le famiglie sfollate denunciano che non hanno avuto gesti di solidarietà dai genovesi: "nessuno ci ha chiesto se avevamo bisogno di andare in bagno, se avevamo bisogno di qualcosa, noi che siamo stati costretti ad abbandonare le case lasciando tutto"... con tanti anziani e malati privi anche delle medicine vitali necessarie.
Questo ci fa male! Questo non doveva succedere! Genova rischia di diventare anch'essa una brutta città dove la solidarietà può morire!
La devastazione sociale portata da questo sistema e dalle forze reazionarie e fasciopopuliste che dominano, orientano e formano la coscienza di massa porta a questa trasformazione che deve essere risolutamente contrastata e che necessita un cambio di rotta con un impegno in prima persona.
Una donna sfollata gridava "tutti alla tastiera... 'siamo con voi', ma nessuno che viene direttamente a parlare con noi ad aiutarci realmente".
Questo vale a Genova, ma vale per tutti, nessuno escluso.
Senza solidarietà e impegno diretto in prima persona nulla cambia e non si creano le condizioni e la forza materiale collettiva che può aiutare e in prospettiva cambiare le cose
Ora bisogna lottare e le famiglie lo comprendano subito. Nessun abbattimento - se le case debbono essere realmente abbandonate e abbattute - ci sia senza garanzia della casa per tutti. Solo la lotta e l'autorganizzazione popolare non altro può permettere questo risultato e tutto il movimento proletario e popolare deve sostenere questa lotta, non lasciando sole le famiglie.
Ora bisogna costruire un movimento di lotta sulla questione del ponte e tutti i problemi connessi che imponga bisogni e soluzioni .
proletari comunisti/PCm Italia
16 agosto 2018
pc 16 agosto - UNA PRIMA CORRISPONDENZA DA GENOVA, SUBITO DOPO IL CROLLO DEL PONTE
DISASTRO ANNUNCIATO
Sono le
ore 11:35 di martedì quattordici agosto quando Genova è il teatro di una
tragedia abbondantemente annunciata: i circa duecento metri della campata
centrale del ponte Morandi – il viadotto Polcevera, inaugurato nel 1967 –
crollano e finiscono quarantacinque metri più sotto, su via Walter
Fillak, e all’interno del torrente Polcevera.
Le
consegiuenze sono tragiche; le vittime, al momento in cui scriviamo,
sono almeno trentacinque, e si capisce facilmente il perché: quel tratto
sospeso dell’autostrada A10 unisce il centro città con il ponente, e la
sottostante strada è molto trafficata, unendo due popolari e popolosi
quartieri: San Pier d’Arena e Rivarolo.
Non è certamente il momento di fare
polemiche, ma una riflessione si impone: erano anni che si parlava del
fatto che quella struttura fosse pericolosa, come peraltro dimostravano i
continui lavori atti al suo consolidamento, ed andasse abbattuta.
A
questo si aggiunga il fatto che, al momento della sua costruzione, il
viadotto rispondeva ai criteri di sicurezza dell'epoca, calcolati anche
in base ai flussi del traffico veicolare della fine degli anni sessanta,
che non è neanche lontanamente confrontabile con quello di oggi: non ci
vuole molta arguzia per comprendere che certi valori non potevano più
essere soddisfacenti.
In rosa la parte del ponte crollata
Bosio (Al), 15 agosto 2018
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
pc 16 agosto - GENOVA - DECINE SENZA PIU' VITA, CENTINAIA SENZA CASA - UNA TRAGEDIA DA ANNI DENUNCIATA
Genova, il dramma degli sfollati: "Per tre anni dal ponte rumori indescrivibili e ora vogliono demolire le nostre case"
Gli sfollati delle case in via Fillak
Non bastava il terrore per il ponte crollato. Non bastavano le notti insonni degli ultimi tre anni durante i quali, raccontano i residenti, i lavori sul viadotto causavano un rumore infernale che non faceva dormire. Un fracasso che ora, a ripensarci, fa ancora più rabbia. No, adesso la paura degli sfollati di via Fillak è quello di rimanere senza casa per sempre. Di vedersela demolire sotto al naso perché non c'è altra soluzione. Lungo questo viale multietnico dal quale si vede il ponte in lontananza, seduti a terra o sui marciapiede, in pantaloncini e infradito come quando sono usciti ieri mattina, gli abitanti delle case che sorgono sotto il ponte Morandi aspettano di rientrare anche solo
mercoledì 15 agosto 2018
pc 15 agosto - Mettere in sicurezza i ponti, combattere questo sistema per farlo crollare!
Il 14
agosto, per molti lavoratori e proletari primo giorno di vacanza dopo
un’estate di fatica, si trasforma in tragedia!
Il
crollo del “ponte Morandi” sull’A10 ha provocato mentre
scriviamo 32 morti ed il bilancio è ancora provvisorio, non si
tratta di fatalità men che meno causata da un fulmine (!) come
provano a diffondere i media di regime cercando di deviare le
responsabilità e già smentito immediatamente dagli accademici. Il
vero responsabile è unicamente questo sistema economico-politico del
capitale, che taglia le spese di manutenzione, di messa in sicurezza, spende miliardi per opere inutili e dannose mentre fa
crollare quelle necessarie, permette ai grandi e medi padroni di sfruttare al massimo i territori, le infrastrutture, per i loro utili.
Questi
morti si aggiungono a quelli degli altri viadotti e ponti crollati
negli ultimi anni nonchè a quelli dei terremoti, inondazioni (di cui
la Liguria paga sempre un alto tributo) e della strage ferroviaria di
Viareggio, senza contare le altre “minori”.
Per i governi, le istituzioni al servizio del capitale, sicurezza significa “costi”, maggiori sono i costi per mettere in sicurezza e minori sono i profitti per i capitalisti a cui non interessa nulla delle vite umane.
L'attuale governo, presentatosi come il "governo del cambiamento" agisce nella stessa maniera dei precedenti.
La
strage si consumava mentre il fascista Salvini si apprestava a
scorrazzare in Sicilia in uno dei suoi giri
di propaganda d’odio dal marchio de “prima gli italiani”; ma oltre
la propaganda resta la realtà dei fatti: i lavoratori, le persone, siano italiani o stranieri, muoiono uguali nel mare, nei crolli dei ponti, nei disastri territoriali.
Il
cosiddetto ministro dei trasporti e delle infrastrutture, Toninelli, è
principalmente impegnato a chiudere i porti (facendo morire altra
gente in mare) invece di occuparsi delle infrastrutture pericolanti,
come appunto il ponte sull’A10, presenti su tutto il territorio nazionale; nello stesso tempo il partito del ministro, il M5S, dopo aver ingannato
il popolo in lotta contro la TAV in Val di Susa e la TAP in Puglia,
una volta al governo “rivaluta” queste opere inutili e
speculative e addirittura il governo nel suo complesso riprende
l’idea di costruire il ponte sullo Stretto di Messina, quando ben
altre sarebbero le priorità, come ci ricorda ancora una volta la
strage annunciata di oggi: potenziare, migliorare, mettere in sicurezza, le linee
viarie, stradali e ferroviarie, in particolare nel Meridione dove
pendolari e abitanti di quelle regioni ne subiscono quotidianamente
l’inadeguatezza e l’insicurezza.
Sicuramente
dopo che passerà la sbornia mediatica, di dichiarazioni dei primi giorni post-strage, si
ricomincerà con il bombardamento mediatico populista delle supposte
“invasioni” del “pericolo rom” e così via, continuando a
mettere uno contro l’altro proletari italiani e proletari stranieri
per innescare una guerra tra poveri e ingannare il popolo per
distoglierlo dalle malefatte del governo fasciopopulista M5S-Lega.
Noi
non daremo tregua a questo governo e ai suoi sostenitori a partire
dai subumani iscritti alla Lega e al M5S e ai sostenitori de facto
ovvero “l’uomo qualunque” che si incontra per strada, al
panificio, sui mezzi pubblici pronto a ripetere la propaganda di odio
razzista governativa.
14/08/18
P.S.
L’indecenza
di questo governo supera ogni immaginazione: l’infame ministro degli interni, mentre
ancora si scava tra le maceria, esulta per il respingimento
dell’Aquarius (la nave che ha appena salvato quasi 200 persone)
presentandola come una buona notizia, contraltare della strage di
Genova!
martedì 14 agosto 2018
pc 14 agosto - ASSASSINI! IL CROLLO DEL PONTE A GENOVA E' UN'ALTRA STRAGE ANNUNCIATA!
LA TAV, IL TAP... NON SI TOCCANO PER I CAPITALISTI, PER IL GOVERNO DEGLI INGANNA POPOLO LEGA/M5S AL LORO SERVIZIO
SE POI CROLLANO I PONTI, LE STRADE PER "RAGIONI STRUTTURALI" MAI SANATE DEFINITIVAMENTE, E MUOIONO PERSONE, SI DISTRUGGONO CASE, NON GLIENE FOTTE PROPRIO NULLA!
ASSASSINI!
SE POI CROLLANO I PONTI, LE STRADE PER "RAGIONI STRUTTURALI" MAI SANATE DEFINITIVAMENTE, E MUOIONO PERSONE, SI DISTRUGGONO CASE, NON GLIENE FOTTE PROPRIO NULLA!
ASSASSINI!
Genova, crolla ponte Morandi sulla A10: “Almeno 22 vittime accertate”. Auto e tir ancora tra le macerie –
Genova, crollo ponte Morandi. Ingegnere nel 2016: “Opera fallimentare. Rivelò fin da subito aspetti problematici”
lunedì 13 agosto 2018
pc 13 agosto - 14 agosto giornata internazionale di sostegno a Igor Mendes e ai 23 militanti condannati a Rio de Janeiro
Proletari comunisti/PCm Italia e Soccorso Rosso Proletario aderiscono alla campagna internazionale in solidarietà con Igor Mendes e i 23 condannati di Rio de Janeiro, propagandando informazione e rilanciano l'appello alla mobilitazione a tutte le forze proletarie, rivoluzionarie e antimperialiste.
Stiamo organizzando per le prossime settimane una nostra iniziativa di lotta.
APPELLO
INTERNAZIONALE ALLA SOLIDARIETÀ E LOTTA:
14
agosto, giornata internazionale di sostegno per i 23 attivisti
condannati a Rio de Janeiro, a difesa del diritto di manifestazione,
per tutti quelli che lottano
Chiamiamo
tutti i movimenti sociali, le organizzazioni popolari e
rivoluzionarie, i sindacati, i movimenti studenteschi, i gruppi per i
diritti umani, gli intellettuali e altri settori progressisti della
società civile ad organizzare azioni simultanee in questa grande
giornata di solidarietà e lotta contro la criminalizzazione dei
movimenti sociali e in difesa del diritto di manifestazione.
Proposte
di azione:
-
Manifestazioni di piazza presso ambasciate o consolati brasiliani nei paesi (se possibile, con consegna di memorandum che condannano la persecuzione politica dei 23)
-
Assemblee contro la criminalizzazione della lotta nelle università e nelle scuole.
-
Affissione di manifesti e adesivi a sostegno dei 23 su muri, lampioni e spazi pubblici.
-
Esposizione di striscioni a sostegno dei 23 in luoghi di lavoro, scuole, quartieri.
-
Foto di persone con manifesti pubblicate sui social network a sostegno dei 23 e tutti quelli che lottano.
Suggeriamo
che ogni paese o città si promuovano, insieme al sostegno dei 23,
iniziative sulla criminalizzazione di tutti quanti lottano in
ciascuna situazione! Abbiamo esempi di arresti e persecuzioni
politiche in ogni parte del mondo, l'esempio più recente è quello
della giovane palestinese Ahed Tamimi che per sei mesi ha
rappresentato un esempio di coraggio e non ha ceduto nemmeno in
carcere.
Ogni
azione di solidarietà è ben accetta!
Dimostriamo
che i 23 non sono soli!
Quello
contro di loro rappresenta un attacco a tutti coloro che lottano
nelle diverse parti del mondo! La nostra è una lotta classista e
internazionalista!
Riportatevi
le vostre azioni di solidarietà! Le Pubblicheremo ovunque si
terranno manifestazioni!
Inviate
foto o video a:
Per
informazioni:
https://cebraspo.blogspot.com/2018/07/manifestacoes-de-repudio-sentenca-dos-23.html
https://www.facebook.com/liberdadeaospresospoliticosrj/
https://cebraspo.blogspot.com/2018/07/manifestacoes-de-repudio-sentenca-dos-23.html
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