Nonostante l'evidente
arbitrarietà di questi arresti, effettuati durante una "caccia all'uomo"
per le vie di Briancon alcune ore dopo l'arrivo del corteo in città, la
procura sembra voler mantenere un atteggiamento intransigente, tanto
che la prima udienza del processo è stata fissata per il 31 di
sabato 28 aprile 2018
pc 28 aprile - Alla FCA Termoli si muore al turno di notte - Alla FCA Melfi esiste lo stesso rischio
Massimo
era un operaio con seri problemi cardiaci e aveva chiesto all’azienda
di essere nuovamente esonerato dal turno di notte a causa della sua
patologia. È morto prima che gli venisse rinnovata l’esenzione, ed è
morto proprio mentre lavorava sul turno di notte.
Scrivono i mezzi di informazione che la magistratura, su richiesta dei
familiari, ha fatto riesumare il corpo per accertamenti su eventuali
responsabilità aziendali e che
pc 28 aprile - Roma. Manifestazione nazionale per la Palestina il 12 maggio
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA – PIAZZA DELL’ESQUILINO, SABATO 12 MAGGIO 2018, ORE 15.00
Chiediamo
a tutte le forze democratiche, partiti, sindacati, associazioni, donne e
uomini amanti della libertà, solidali con la lotta del popolo
palestinese, di manifestare la propria indignazione verso le politiche
criminali e di pulizia etnica del governo di occupazione israeliana
contro il popolo palestinese.
Bastano
70 anni di occupazione, aggressione e guerra, di genocidi e massacri,
di violenze, violazioni e negazione del diritto internazionale.
Nel 70° anniversario della Nakba manifestiamo per:
– Il diritto all’autodeterminazione, e la fine dell’occupazione sionista della Palestina.
– Per dire no al trasferimento dell’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme.
– Per la fine dell’assedio di Gaza.
– Per lo smantellamento delle colonie israeliane nei territori palestinese.
– Per il diritto e l’attuazione del ritorno dei profughi palestinesi come previsto dalla risoluzione 194 dell’Onu.
– Per la libertà di tutti i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane.
– Per il rispetto della legalità internazionale e tutte le risoluzione che riguardano la Palestina.
– Per uno Stato libero, democratico e laico in Palestina con Gerusalemme capitale.
– Contro l’aggressione e la guerra imperialista e per la pace in Medioriente.
–
Chiediamo a tutte le forze democratiche e progressiste di far sentire
la loro voce, contro ogni forma di accordi militari con Israele.
–
Chiediamo al Governo italiano di adoperarsi per il riconoscimento
europeo dei legittimi diritti del popolo palestinese, per mettere fine
alle politiche di aggressione di Israele, utilizzando anche la pressione
economica e commerciale su Israele e perché si rispettino le
risoluzioni ONU e quindi non vengano trasferite le ambasciate a
Gerusalemme.
PER ADESIONI:
COORDINAMENTO DELLE COMUNITA’ PALESTINESI IN ITALIA
UNIONE DEMOCRATICA ARABA PALESTINESE IN ITALIA (UDAP)
pc 28 aprile - Continuano le morti palestinesi per mano dello stato sionista d'Israele - facciamo del Giro d'Italia che parte da Israele l'occasione per una visibile campagna di solidarietà e lotta
GAZA: ALTRI TRE PALESTINESI UCCISI E 350 FERITI
Altri 3
manifestanti palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano
nell’ambito della quinta ‘Marcia del ritorno’e 350 sono stati feriti.
Secondo dati dell’Organizzazione per i diritti umani dell’Onu (Ocha) nelle quattro dimostrazioni precedenti , sono stati uccisi 42 Palestinesi e 5.511 sono rimasti feriti.
Le notizie sempre più tragiche (e sempre più distorte dai media) dei
massacri di dimostranti palestinesi disarmati, che arrivano da Gaza e
dagli altri Territori Palestinesi occupati, non sembrano toccare gli
ineffabili organizzatori del Giro d’Italia, RCS Mediagroup, e l’Unione
Ciclistica Internazionale (UCI). Entrambi hanno ignorato i tantissimi
appelli, dall’Italia e dal mondo, che hanno chiesto a gran voce lo
spostamento della partenza del Giro da Israele, per le violazioni del
diritto internazionale e delle stesse regole dell’UCI.
Mancano ormai pochi giorni dalla partenza e dalle prime tappe in Italia.
La campagna continua mantenendo la richiesta di spostare la partenza
del Giro d’Italia da Israele e denunciando le complicità di
organizzatori e sponsor in questa enorme operazione di propaganda
orchestrata da Israele per darsi un’immagine di “normalità” e per
coprire le violazioni di diritti umani e legalità internazionale ai
danni dei palestinesi.
BDS Italia rivolge un appello ad attivisti e simpatizzanti impegnati a
sostegno dei diritti dei palestinesi e a tutti i cittadini che hanno a
cuore i diritti umani e che amano lo sport pulito per una grande
mobilitazione PRIMA e DURANTE il Giro (dal 4 al 27 maggio).
Tante sono le azioni già in programma nelle località toccate dal Giro
Le notizie sempre più tragiche (e sempre più distorte dai media) dei
massacri di dimostranti palestinesi disarmati, che arrivano da Gaza e
dagli altri Territori Palestinesi occupati, non sembrano toccare gli
ineffabili organizzatori del Giro d’Italia, RCS Mediagroup, e l’Unione
Ciclistica Internazionale (UCI). Entrambi hanno ignorato i tantissimi
appelli, dall’Italia e dal mondo, che hanno chiesto a gran voce lo
spostamento della partenza del Giro da Israele, per le violazioni del
diritto internazionale e delle stesse regole dell’UCI.
Mancano ormai pochi giorni dalla partenza e dalle prime tappe in Italia.
La campagna continua mantenendo la richiesta di spostare la partenza del Giro d’Italia da Israele e denunciando le complicità di organizzatori e sponsor in questa enorme operazione di propaganda orchestrata da Israele per darsi un’immagine di “normalità” e per coprire le violazioni di diritti umani e legalità internazionale ai danni dei palestinesi.
BDS Italia rivolge un appello ad attivisti e simpatizzanti impegnati a sostegno dei diritti dei palestinesi e a tutti i cittadini che hanno a cuore i diritti umani e che amano lo sport pulito per una grande mobilitazione PRIMA e DURANTE il Giro (dal 4 al 27 maggio).
Tante sono le azioni già in programma nelle località toccate dal Giro
Mancano ormai pochi giorni dalla partenza e dalle prime tappe in Italia.
La campagna continua mantenendo la richiesta di spostare la partenza del Giro d’Italia da Israele e denunciando le complicità di organizzatori e sponsor in questa enorme operazione di propaganda orchestrata da Israele per darsi un’immagine di “normalità” e per coprire le violazioni di diritti umani e legalità internazionale ai danni dei palestinesi.
BDS Italia rivolge un appello ad attivisti e simpatizzanti impegnati a sostegno dei diritti dei palestinesi e a tutti i cittadini che hanno a cuore i diritti umani e che amano lo sport pulito per una grande mobilitazione PRIMA e DURANTE il Giro (dal 4 al 27 maggio).
Tante sono le azioni già in programma nelle località toccate dal Giro
pc 28 aprile - Nuovo attacco al diritto di sciopero nel settore trasporti
Pubblichiamo una presa di posizione della USB - che condividiamo
slai cobas per il sindcato di classe - coordinamento nazionale
In Francia i ferrovieri hanno convocato scioperi articolati fino a giugno. In Italia vogliono impedire qualsiasi sciopero nei trasporti. Eppure sono due paesi “europei” che si vantano in giro per l’uguaglianza e i diritti tra i propri cittadini. Nel nostro paese solo il fascismo arrivò a varare una legge che non consentiva lo sciopero e consegnava la rappresentanza dei lavoratori al sindacato unico fascista. Oggi i tecnocrati della Commissione di Garanzia non hanno la camicia nera e il fez ma giacca e cravatta, ma stanno producendo gli stessi effetti e animano lo stesso “spirito” dell’epoca.
°°°°°°°
Con un nuovo colpo di mano la Commissione di Garanzia di fatto cancella il diritto di sciopero nel Trasporto Pubblico Locale. Come se non bastassero le attuali regole, che già oggi prevedevano periodi in cui non si poteva scioperare nel TPL (periodi di Agosto, Natale, Pasqua ecc.), le fasce di garanzia durante le quali i lavoratori devono assicurare il servizio, la possibilità di poter fare il primo sciopero di sole 4 ore e solo successivamente poterne fare uno di 24 ore, della cosiddetta rarefazione oggettiva, ossia l’arco temporale di 10 giorni prima e di 10 giorni dopo in cui vi sia stato uno sciopero nel settore, durante i quali non si può scioperare, oggi la Commissione di garanzia decreta che questa franchigia è elevata a 20 giorni prima e 20 giorni dopo.
Di fatto, seguendo queste norme, se va bene, ai lavoratori del TPL restano praticabili una decina di giorni l’anno in cui poter effettuare uno sciopero, lottando con il calendario e con la Commissione.
Questo vuol dire che, anche in caso di gravissime motivazioni che necessiterebbero di una risposta immediata, i lavoratori potrebbero scioperare solo dopo 20 giorni, per lo sciopero di 4 ore, poi aspettare alcuni giorni prima di poter proclamare quello di 8 ore che a sua volta potrà essere effettuato solo dopo altri 20 giorni.
slai cobas per il sindcato di classe - coordinamento nazionale
In Francia i ferrovieri hanno convocato scioperi articolati fino a giugno. In Italia vogliono impedire qualsiasi sciopero nei trasporti. Eppure sono due paesi “europei” che si vantano in giro per l’uguaglianza e i diritti tra i propri cittadini. Nel nostro paese solo il fascismo arrivò a varare una legge che non consentiva lo sciopero e consegnava la rappresentanza dei lavoratori al sindacato unico fascista. Oggi i tecnocrati della Commissione di Garanzia non hanno la camicia nera e il fez ma giacca e cravatta, ma stanno producendo gli stessi effetti e animano lo stesso “spirito” dell’epoca.
°°°°°°°
Con un nuovo colpo di mano la Commissione di Garanzia di fatto cancella il diritto di sciopero nel Trasporto Pubblico Locale. Come se non bastassero le attuali regole, che già oggi prevedevano periodi in cui non si poteva scioperare nel TPL (periodi di Agosto, Natale, Pasqua ecc.), le fasce di garanzia durante le quali i lavoratori devono assicurare il servizio, la possibilità di poter fare il primo sciopero di sole 4 ore e solo successivamente poterne fare uno di 24 ore, della cosiddetta rarefazione oggettiva, ossia l’arco temporale di 10 giorni prima e di 10 giorni dopo in cui vi sia stato uno sciopero nel settore, durante i quali non si può scioperare, oggi la Commissione di garanzia decreta che questa franchigia è elevata a 20 giorni prima e 20 giorni dopo.
Di fatto, seguendo queste norme, se va bene, ai lavoratori del TPL restano praticabili una decina di giorni l’anno in cui poter effettuare uno sciopero, lottando con il calendario e con la Commissione.
Questo vuol dire che, anche in caso di gravissime motivazioni che necessiterebbero di una risposta immediata, i lavoratori potrebbero scioperare solo dopo 20 giorni, per lo sciopero di 4 ore, poi aspettare alcuni giorni prima di poter proclamare quello di 8 ore che a sua volta potrà essere effettuato solo dopo altri 20 giorni.
pc 28 aprile - INTERVENTO DEL MFPR TARANTO ALL'ASSEMBLEA ALLA MENSA OCCUPATA - VERSO IL PRESIDIO A L'AQUILA E IN ALTRE CITTA' DEL 4 MAGGIO IN SOLIDARIETA' CON NADIA LIOCE
Pubblichiamo stralci dal terzo intervento, del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario di Taranto: "Le ragioni della campagna per Nadia Lioce"
Prima di tutto volevo sinteticamente dire
perché stiamo portando avanti questa campagna di solidarietà a Nadia Lioce, contro le condizioni di detenzione nel regime duro del 41bis, in varie città - non
solo a L'Aquila ma anche a Taranto, Palermo, Milano, Roma, Napoli, ecc. Anche perchè alcuni di noi si sono trovati di
fronte al fatto che persone, che non sono già impegnate nella lotta
contro la repressione, neanche sanno chi sia Nadia Lioce.
Noi stiamo facendo questa campagna per tre ragioni.
Al presidio al carcere di Poggioreale (NA) |
Noi stiamo facendo questa campagna per tre ragioni.
1 -
La repressione che questo Stato sta portando da tempo avanti
ed avanza sempre di più, è una repressione che colpisce
praticamente ogni movimento di lotta. In questo mesi, settimane si è accanita contro i movimenti antifascisti, che giustamente, mentre gli altri facevano campagna elettorale, in tante città alle liste e iniziative elettorali di partiti e forze fasciste, hanno risposto non presentando altre liste, ma
con la lotta, con le iniziative di antifascismo militante. Ci sono
attualmente decine di compagni, da Torino a Bologna, che non solo sono denunciati ma molti stanno ancora nelle carceri o agli arresti
domiciliari per il solo fatto che hanno fatto queste manifestazioni. Tra
l'altro in una situazione in cui chi
giura sulla Costituzione (che dice che è vietata la ricostituzione
del partito fascista), invece difende fascisti e nazisti e reprime chi lotta, chi in un certo senso
vuole anche applicare questi aspetti della Costituzione nata dalla
Resistenza.
In questa situazione, quindi, in cui non solo le lotte antifasciste, ma viene repressa qualsiasi lotta, -anche le lotte sindacali, anche le lotte per il lavoro, ecc., appena fuoriescono minimamente dai canali stabiliti vengono considerate sovversive, e anche se sei un lavoratore licenziato, un disoccupato subisci denunce, fermi ecc. - che c'entra Nadia Lioce?
In questa situazione, quindi, in cui non solo le lotte antifasciste, ma viene repressa qualsiasi lotta, -anche le lotte sindacali, anche le lotte per il lavoro, ecc., appena fuoriescono minimamente dai canali stabiliti vengono considerate sovversive, e anche se sei un lavoratore licenziato, un disoccupato subisci denunce, fermi ecc. - che c'entra Nadia Lioce?
Secondo
noi la repressione di questo Stato trova la sua punta di
iceberg nella repressione verso i
pc 28 aprile - Non c'è posto a Genova per i fascisti di CasaPound
Genova, CasaPound “sfrattata” dalla Foce
Genova - Hanno tirato avanti di fronte alle manifestazioni di protesta, i cortei e i blocchi stradali, accettando e forse cercando di approfittare politicamente delle provocazioni. Ma a costringere gli iscritti e i simpatizzanti di CasaPound a fare le valigie dalla contestata sede di via Montevideo,
pc 28 aprile - in Piemonte il lavoro uccide - 21 morti in 3 mesi!
Sicurezza sul lavoro, ma anche sicurezza del lavoro in una città simbolo, traumatizzata dalla tragedia della ThyssenKrupp e da cui è partito il percorso che ha portato all’introduzione di una delle normative considerate più rigorose in Europa. Una città che, prima in Italia, ha ospitato la causa dei «rider» di Foodora contro la società tedesca di food delivery e si interroga sulle questioni aperte dalla gig economy. «Sicurezza: il cuore del lavoro», oltre a essere lo slogan scelto dai sindacati per il Primo maggio è anche un modo per lanciare un grido d’allarme sull’aumento delle morti bianche in Piemonte. Nel primo trimestre 2018 sono state 21 contro le 12 dell’analogo periodo del 2017, quando in totale gli infortuni mortali sono stati 83 (già confrontando il 2017 con il 2016 erano saliti del 2,5%). Torino - con 31 persone che hanno perso la vita al lavoro in un anno - è stata la terza città italiana per incidenti mortali mentre, sempre nel capoluogo piemontese, gli infortuni che hanno avuto conseguenze gravi, con invalidità permanenti, sono stati 856. Ancora tanti, troppi, perché in totale a livello regionale gli incidenti, a prescindere dalla gravità, sono stati 47456. I settori più coinvolti sono edilizia e trasporti, 7792 (+0,6%) hanno riguardato il tragitto casa-lavoro mentre le vittime straniere sono state 6930 (+1,5%). ... a cui si aggiungono le malattie professionali, 1948 nella regione. Per il 47% si tratta di malattie osteoarticolari, per il 16% di tumori. E la fascia di età più a rischio risulta quella 50-69 anni.
pc 28 aprile - NO TAV - battuta d'arresto della Santa Inquisizione nella repressione
No Tav, la Cassazione annulla la sentenza
per 38 imputati negli scontri dell'estate 2011. Processo da rifare
Per 7 accusati confermata la condanna, ma la pena sarà ridotta
Processo d'appello da rifare a Torino per gli attivisti no-Tav coinvolti negli scontri avvenuti in Val di Susa tra giugno e luglio 2011. La sesta sezione penale della Cassazione, dopo l'udienza svolta l'11 aprile scorso, ha annullato la sentenza pronunciata dalla Corte d'appello di Torino nel novembre 2016, che aveva condannato 38 imputati, e rinviato per un nuovo giudizio in merito alle posizioni di 26 no-Tav, accogliendo il loro ricorso.
Per 7 imputati, invece, la Suprema Corte ha confermato la responsabilità, eliminando però alcuni capi di imputazione e rinviando in appello-bis per la rideterminazione della pena, che andrà quindi rivista al ribasso. Un imputato è stato assolto "per non aver commesso i fatti", mentre per un altro, la cui condanna è stata confermata, sono stati annullati i risarcimenti a favore delle parti civili che erano stati disposti dai giudici del merito.
Per 7 accusati confermata la condanna, ma la pena sarà ridotta
Processo d'appello da rifare a Torino per gli attivisti no-Tav coinvolti negli scontri avvenuti in Val di Susa tra giugno e luglio 2011. La sesta sezione penale della Cassazione, dopo l'udienza svolta l'11 aprile scorso, ha annullato la sentenza pronunciata dalla Corte d'appello di Torino nel novembre 2016, che aveva condannato 38 imputati, e rinviato per un nuovo giudizio in merito alle posizioni di 26 no-Tav, accogliendo il loro ricorso.
Per 7 imputati, invece, la Suprema Corte ha confermato la responsabilità, eliminando però alcuni capi di imputazione e rinviando in appello-bis per la rideterminazione della pena, che andrà quindi rivista al ribasso. Un imputato è stato assolto "per non aver commesso i fatti", mentre per un altro, la cui condanna è stata confermata, sono stati annullati i risarcimenti a favore delle parti civili che erano stati disposti dai giudici del merito.
pc 28 aprile - ILVA - LA POSIZIONE DELLO SLAI COBAS SC TARANTO, DA LUNEDI' TRA GLI OPERAI
Serve uno
sciopero grande/prolungato
per
piegare i padroni indiani AM e i governi al loro servizio
OPERAI
Mittal e governo provvisorio, sotto la regia di Calenda, hanno provato a chiudere subito la trattativa a loro favore:
Mittal e governo provvisorio, sotto la regia di Calenda, hanno provato a chiudere subito la trattativa a loro favore:
esuberi
– divisione dei lavoratori – taglio di salari e diritti
Siamo
sempre stati convinti che la trattativa può decollare a favore dei
lavoratori e cambiare le carte in tavola solo se gli operai si fanno
sentire attraverso la lotta
Questo
i lavoratori se lo devono mettere in testa,
non
è un problema di governo né nemico, né amico, peraltro
per
noi i 5 Stelle sono falsi amici e hanno proposto recentemente nel
Parlamento europeo di chiudere la fabbrica.
Il
governo attuale e quello futuro, se ci sarà, sono governi deboli,
senza arte né parte.
Né
i padroni sono così forti come vogliono apparire. Mittal ha enorme
bisogno di questo stabilimento nella guerra dell'acciaio mondiale
quanto mai acuta.
Il
lavoro per tutti può e deve essere tutelato, la fabbrica
radicalmente bonificata e cambiata, i diritti acquisiti, che sono
costati lotte e sangue operaio, salvaguardati, l'unità operai-masse
dei quartieri popolari inquinati ricostruita a tutela della salute,
lavoro e ambiente
E'
giusto ora fare un grande sciopero come quello del 9 ottobre 2017, ma
non bisogna fare quello che è accaduto dal 10 ottobre in poi:
nessuna lotta, solo confusa trattativa romana e neanche una
assemblea. Dobbiamo riprendere la lotta e portarla fino in fondo,
fino a risultati reali per operai e masse popolari della città.
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
slaicobasta@gmail.com info 3475301704
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
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via
Rintone 22 Taranto
blog
tarantocontro.blogspot,com
pc 28 aprile - ILVA - DALLA ROTTURA DELLA TRATTATIVA ALLA LOTTA - NESSUN RICATTO DA ARCELORMITTAL
La sospensione al Mise della trattativa Ilva da parte dei sindacati contro l'inaccettabile piano di conferma dei tagli all'occupazione di ArcelorMittal, deve passare la mano alla lotta reale e prolungata fino a risultati.
Ma occorre chiarezza.
ArcelorMittal vuole eccome l’Ilva – prima fabbrica siderurgica in Europa a ciclo integrale – non se la lascerà scappare, perché le permette di occupare una postazione strategica nella guerra dell’acciaio a livello mondiale.
Per questo è disposta a chiudere, ridimensionare 6 stabilimenti in Europa: dal centro servizi in Lussemburgo, alla Magona di Piombino, a Galati in Romania, Skopje in Macedonia , Ostrava nella Repubblica Ceca . Oltre questi stabilimenti la ArcelorMittal dismetterebbe in Belgio alcune linee.
In termini di lavoratori queste cessioni comporterebbero ben 15mila licenziamenti.
Praticamente è come se l’occupazione dei lavoratori diretti del gruppo Ilva, sarebbe possibile con la perdita del posto di lavoro di un numero quasi pari di altri operai negli altri paesi. Una evidente contrapposizione tra operai, che per dei sindacati, italiani, che sono collegati agli altri sindacati dei paesi europei, dovrebbe essere respinta.
Ma questo fa chiarezza anche rispetto a voci ricattatorie, anche dall’interno del governo e di una parte del sindacato confederale, e che influenzano anche gli operai dell’Ilva, per cui ci sarebbe il pericolo che la Mittal rinunci all’Ilva e quindi bisogna trattare al massimo e chiudere al più presto. Cosa che
Ma occorre chiarezza.
ArcelorMittal vuole eccome l’Ilva – prima fabbrica siderurgica in Europa a ciclo integrale – non se la lascerà scappare, perché le permette di occupare una postazione strategica nella guerra dell’acciaio a livello mondiale.
Per questo è disposta a chiudere, ridimensionare 6 stabilimenti in Europa: dal centro servizi in Lussemburgo, alla Magona di Piombino, a Galati in Romania, Skopje in Macedonia , Ostrava nella Repubblica Ceca . Oltre questi stabilimenti la ArcelorMittal dismetterebbe in Belgio alcune linee.
In termini di lavoratori queste cessioni comporterebbero ben 15mila licenziamenti.
Praticamente è come se l’occupazione dei lavoratori diretti del gruppo Ilva, sarebbe possibile con la perdita del posto di lavoro di un numero quasi pari di altri operai negli altri paesi. Una evidente contrapposizione tra operai, che per dei sindacati, italiani, che sono collegati agli altri sindacati dei paesi europei, dovrebbe essere respinta.
Ma questo fa chiarezza anche rispetto a voci ricattatorie, anche dall’interno del governo e di una parte del sindacato confederale, e che influenzano anche gli operai dell’Ilva, per cui ci sarebbe il pericolo che la Mittal rinunci all’Ilva e quindi bisogna trattare al massimo e chiudere al più presto. Cosa che
pc 28 aprile - BASTA COL SEQUESTRO DEI MIGRANTI A PALAZZO S. GERVASIO
CPR Palazzo S.Gervasio: lacrimogeni, violenze e abusi contro i migranti
Comunicato stampa di LasciateCIEntrare, OMB e Legal Team Italia
Autore: Campagna LasciateCIEntrare
Poco prima della mezzanotte di ieri sera, sei cittadini tunisini tentano la fuga dal CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) di Palazzo san Gervasio, ma vengono bloccati con l’uso di gas lacrimogeni e manganelli.
Due di loro riescono a fuggire.
Due di loro riescono a fuggire.
Ci viene riferito che alcuni si trovano nel CPR da 6 mesi, altri da oltre 9 mesi. Giunti in Italia avevano chiesto di poter far domanda di protezione internazionale e credevano che sarebbero stati portati in un centro di accoglienza. Ancora oggi non capiscono se il luogo in cui si trovano sia un centro di accoglienza o meno. Da noi ricevono l’informazione che il luogo in cui sono detenuti è un centro per il rimpatrio. Sono riusciti a formalizzare domanda d’asilo solo all’interno del CPR.
Riferiscono di non ricevere le cure mediche e di aver richiesto più volte assistenza senza riceverla. Tra loro vi è un cittadino tunisino con problemi cardiaci; un altro cittadino tunisino è in sciopero della fame da 8 giorni in forte stato depressivo. Fino al 26 aprile era presente nel centro un signore tunisino con problemi di deambulazione costretto ad utilizzare una sedia a rotelle, che in data odierna è stato trasferito altrove.
Intorno alle 17 di oggi ci dicono di essere fortemente preoccupati per la presenza di ben 5 camionette di polizia con 80 poliziotti, pronti ad infierire contro di loro.
Continua ad essere presente nel centro un cittadino curdo siriano che in questo momento (ore 17 ndr.) minaccia di uccidersi se entrano i poliziotti. Altre due persone (probabilmente di nazionalità tunisina) minacciano di impiccarsi.
Tutti si chiedono il motivo di questa permanenza prolungata (dai 6 ai 10 mesi). Il CPR continua ad essere un luogo detentivo di abusi e di repressione, indegno di un Paese cosiddetto civile.
Chiediamo che si metta fine a questi centri di segregazione e di violenza.
venerdì 27 aprile 2018
pc 27 aprile - SPAGNA - LO STUPRO DI GRUPPO DEFINITO "ABUSO" - RIPRENDE LA GRANDE MOBILITAZIONE DELLE DONNE - UNA PIETRA CHE GLI DEVE RICADERE SUI PIEDI!
“Stupro di gruppo? No è solo abuso”. Cortei femministi in tutto il Paese: "Una vergogna!
Ieri il Tribunale di Navarra ha condannato solo per ‘abuso’ e non aggressione sessuale i cinque sivigliani membri del branco che due anni fa hanno stuprato una ragazza alla festa di San Firmin a Pamplona. I cinque, di età compresa fra 27 e 29 anni, sono stati condannati a 9 anni di carcere per “abuso sessuale” (la procura chiedeva 20 anni), per "l’assenza di violenza e intimidazione". E uno dei tre giudici della Navarra si era addirittura pronunciato per l’assoluzione completa.
La vicenda aveva scioccato tutta la Spagna. La lettura della sentenza è stata diffusa in diretta dalle televisioni. I 5 giovani, in carcere da 22 mesi, si sono difesi sostenendo che la giovane era consenziente. Nei social prima della violenza si erano auto-proclamati la 'masnada' (il branco).
Le condanne a nove anni invece dei 20 chiesti dall'accusa sono state accolte dalle proteste delle decine di militanti femministe che si era riunite davanti alla sede del tribunale al grido di "Non è abuso, è stupro".
pc 27 aprile - A Milano il 25 aprile - Alla fine, in mattinata si è fatto corteo itinerante, come proposto da noi
....circa 70 partecipanti, con fermate targhe partigiane con la lettura e
spiegazione (principalmente per i migranti) che hanno messo in risalto la
natura del quartiere, popolare/proletario, il ruolo dei comunisti e del Partito Comunista nella resistenza, la giovane età dei martiri, in gran parte operai o studenti. Noi
abbiamo portato lo striscione, le bandiere mfpr e prol com, volantino e
locandine. Gridati slogan e cantate canzoni partigiane. Degli abitanti del
quartiere sono scesi e si sono uniti e alcuni si sono messi dietro lo
striscione. Alla fine si e arrivati nella piazza dove si concludeva il
corteo dell'anpi e appena hanno visto che stava arrivando il nostro sono sparite
le bandiere del Pd e i carc sono andati via. Commenti positivi di alcuni
partecipanti sia del volantino e della bandiera, "finalmente la falce e
martello".
pc 27 aprile - Libertà subito per gli antifascisti di Firenze
Questo paese ha un problema con gli antifascisti nel giorno della Liberazione: cosa abbiamo visto a Firenze
25 Aprile 2018 |infoaut
A
Firenze il sole picchia come se già fosse estate. Tanti ne approfittano
e fanno la prima scappata fuori città, tanti altri sudano, lavorano
dietro le friggitrici o servendo ai tavoli dei bar aperti per i turisti,
nonostante la festività, nonostante sia oggi 25 aprile: festa della
Liberazione dal nazifascismo. Altri ancora, non troppi, ma neanche pochi
ci credono all’importanza della ricorrenza.
Affrontano
la calura, rinunciano alla vacanza, prendono – quelli che possono – il
giorno libero a lavoro. Sono giovani e giovanissimi. Quelli che le
grandi narrazioni vorrebbero prede del nichilismo, dell’antipolitica,
del disinteresse. Scelgono di sudare e vogliono partecipare al loro 25 aprile: sentono di resistere.
Piazza Santa Croce ospita la commemorazione istituionale. L’antifascismo è anche uno di quei miti fondativi della Repubblica che le istituzioni hanno l’obbligo di celebrare. Un rito stanco, che si ripete
pc 27 aprile - Bologna antifascista - corrispondenza
Centinaia e centinaia di compagni hanno dato vita ad un
bel corteo, partecipato e combattivo, per le vie di Bologna, per un 25 Aprile
non rituale ma che vive nelle lotte di oggi e che rivendica la libertà per gli
antifascisti arrestati da questo stato di polizia al servizio dei fascisti e dei
padroni. Il corteo, a cui hanno partecipato anche compagni di
pc 27 aprile - Palermo IERI COME OGGI SEMPRE ANTIFASCISTI E ANTIFASCISTE! PER UNA NUOVA RESISTENZA!
Il 25 aprile a Palermo nel quartiere popolare di Ballarò e al centro storico
Corrispondenza dal circolo proletari comunisti Palermo
Corrispondenza dal circolo proletari comunisti Palermo
CONTRO
L'ANTIFASCISMO ISTITUZIONALE DI FACCIATA E IPOCRITA ANTIFASCISMO
MILITANTE E POPOLARE la nostra scelta è stata quest'anno di un massiccio volantinaggio al mercato popolare di Ballarò dove tante persone hanno preso
volentieri il volantino, si sono avvicinate allo
striscione esposto e hanno parlato e voluto farsi foto con i
compagni,
condividendo
che oggi c'è bisogno di una nuova Liberazione da governi che ci
massacrano ogni
giorno con leggi sempre più antioperaie e antiproletarie che attaccano tutto, il
lavoro, le pensioni, i diritti sociali, la scuola, la sanità...
ma
anche contro i giochi truccati delle elezioni per poi avere il potere sempre loro
"e fare di noi lavoratori quello che vogliono"...
Alcuni proletari anziani hanno raccontato episodi
legati al periodo della guerra e ribadito la necessità che i giovani
"soprattutto loro lo possono fare" si ribellino... alcuni ha apprezzato molto il fatto che nel volantino si citassero le
partigiane ma
anche in carne e ossa si vedessero le donne attive in quell'iniziativa,
"le donne devono avere un ruolo protagonista perchè questa sistema le vuole
invece zittire..."
L'azione militante è continuata lungo tutta la Via
Maqueda con lo sventolio delle bandiere rosse che hanno attirato lle persone che si avvicinavano, chiedevano il volantino o spiegazioni di
quella iniziativa e facevano foto.
Un
bel momento è stato sotto la targa posta in quella strada del centro storico IN
MEMORIA DELLA STRAGE DEL PANE DEL 1944 IN CUI 24 PALERMITANI FURONO UCCISI DAI
MILITARI e poi a Piazza Massimo dove intonando il canto di Bellla Ciao si sono
avvicinati turisti e passanti formando un cerchio in cui altri si sono uniti nel
canto.
pc 27 aprile - La partecipazione del PD alle manifestazioni antifasciste del 25 aprile va impedita - questo partito non ha nulla di antifascista ed è una delle espressioni del moderno fascismo
Non basta criticare - occorre contestare e impedire - come si fa sulla questione Palestina contestando
la brigata ebraica che difende lo stato nazisionista d Israele.
Un commento
la brigata ebraica che difende lo stato nazisionista d Israele.
Un commento
Il taglio basso di pagina due del
manifesto di govedì ventisei aprile è occupato da un pezzo, firmato
Andrea Fabozzi, sulla manifestazione del giorno precedente a Roma, in occasione
della festa della Liberazione.
Nell’elenco delle organizzazioni presenti, il
redattore del “quotidiano comunista” cita anche la federazione romana del
Partito Democratico con uno sctriscione piuttosto bizzarro: «Antifascisti per i
pc 27 aprile - India, i massacri non possono fermare la guerra popolare, guidata dai maoisti - partecipa alla campagna di solidarietà e sostegno - Comitato internazionale di Sostegno ICSPWI - info e materiali csgpindia@gmail.com
,
ఎస్టీ వేధింపుల చట్టంపై
సుప్రీంకోర్టు తీర్పుకు
వ్యతిరేకంగా నిరసనలకు
మావోయిస్టు పార్టీ పిలుపు
ఎస్సీ, ఎస్టీ వేధింపుల చట్టం-1969ʹ నిరోధక కేసుల్లో తక్షణ అరెస్టులు వద్దంటూ సుప్రీం కోర్టు ఇచ్చిన తీర్పును మావోయిస్టు పార్టీ తప్పుబట్టింది. దేశానికి స్వతంత్రం వచ్చి ఏడు దశాబ్దాలు గడిచినా పాలక పార్టీలు దళితుల, ఆదివాసీ జీవితంలో ఎటువంటి మార్పును తేలేదని
ఎస్సీ, ఎస్టీ వేధింపుల చట్టం-1969ʹ నిరోధక కేసుల్లో తక్షణ అరెస్టులు వద్దంటూ సుప్రీం కోర్టు ఇచ్చిన తీర్పును మావోయిస్టు పార్టీ తప్పుబట్టింది. దేశానికి స్వతంత్రం వచ్చి ఏడు దశాబ్దాలు గడిచినా పాలక పార్టీలు దళితుల, ఆదివాసీ జీవితంలో ఎటువంటి మార్పును తేలేదని
pc 27 aprile - India - cos'è il fascismo indu' di Modi mandante del massacro e della repressione di maoisti e popolazioni in lotta
Combattere il
fascismo Braminico Indù! Estendere la guerra popolare di lunga
durata! Avanzare nella rivoluzione di nuova democrazia!
Gli assassinii di Mohammad Akhlaq, del Prof. M M. Kalburgi e di Yakub Memon rappresentano il simbolo della situazione che prevale nel paese sotto il governo BJP/Modi. Akhlaq è stato pestato a sangue in settembre nella sua casa di Dadri da un banda di assassini istigati, mobilitati e diretti da un gruppo di seguaci di Sanghi, dopo aver pretestuosamente diffuso la voce che mangiava carne bovina.
Il prof. Kulbargi è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco da fascisti Hindutva non identificati per la sua ostinata e intransigente opposizione alle loro manovre in Karnataka. Memon è stato impiccato in luglio nel carcere di Nagpur, dopo essere stato condannato per le esplosioni del 1993 a Mumbai, in
di Varavara Rao *
Gli assassinii di Mohammad Akhlaq, del Prof. M M. Kalburgi e di Yakub Memon rappresentano il simbolo della situazione che prevale nel paese sotto il governo BJP/Modi. Akhlaq è stato pestato a sangue in settembre nella sua casa di Dadri da un banda di assassini istigati, mobilitati e diretti da un gruppo di seguaci di Sanghi, dopo aver pretestuosamente diffuso la voce che mangiava carne bovina.
Il prof. Kulbargi è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco da fascisti Hindutva non identificati per la sua ostinata e intransigente opposizione alle loro manovre in Karnataka. Memon è stato impiccato in luglio nel carcere di Nagpur, dopo essere stato condannato per le esplosioni del 1993 a Mumbai, in
pc 27 aprile - Partita subito da Taranto la campagna di denuncia e solidarietà internazionalista con i compagni indiani, dopo il recente massacro - Striscioni nei pressi della Prefettura, al centro città, nel quartiere popolare dove c'è la sede - mentre si prepara per il 30 il 1° Maggio all'Ilva dove la questione indiana sarà presente
pc 27 aprile - SEMPRE AL FIANCO DI LAVINIA, SEMPRE FERMAMENTE E TENACEMENTE ANTIFASCISTA! A CHE PUNTO E' L'ACCANIMENTO GIUDIZIARIO
Questo accanimento giudiziario viene perpetrato ad opera del PM Rinaudo, già tristemente noto negli ambienti di movimento di Torino e Valle di Susa, per la sua inadeguatezza al ruolo che ricopre e la sua evidente esaltazione.
Il GIP, in prima istanza, aveva negato l'applicazione di misure cautelari a carico di Lavinia (divieto di dimora su Torino ed obbligo giornaliero di firma presso l'autorità giudiziaria) richieste da Rinaudo; così come l'inasprimento della posizione di imputata evitando la contestazione di altre fattispecie di reato (diverse dal 341 bis c.p.), come istigazione a delinquere e complicità in violenza verso le FF.OO (reato questo contestato, invece, ad altre/i compagne/i implicate/i in questa inchiesta).
Il PM, invece, che non demorde nella sua linea di esaltazione e assoluta incongruenza anche con lo stesso ordinamento giuridico che dovrebbe invece rappresentare, ha mosso ricorso nel confronti della decisione del GIP.
Durante l'udienza del tribunale del riesame, tenutasi a Torino venerdì 20 aprile, il giudice, ha rigettato il ricorso mosso dal PM (quindi nessuna misura cautelare è stata approvata) e ha accolto, invece, l'istanza di dissequestro degli oggetti personali che avevano sequestrato in data 14.03.2018, compreso il cellulare, scheda sim e computer, che Rinaudo si era rifiutato di dissequestrare, nonostante urgesse la necessità di far valere il diritto di difesa di Lavinia durante l'audizione (che avverrà il 6.6.2018) del procedimento amministrativo mosso dalla ministra Fedeli, con le contestazioni (disciplinari) a carico di Lavinia da parte della direzione scolastica (su invito della ministra!), e che si aggiungono, in questo procedimento amministrativo, alla ormai tristemente nota "motivazione politica (partecipazione alla manifestazione antifascista del 22.02 e lo "sfogo" rivolto ai poliziotti conniventi e fasciste).
E' un primo piccolo risultato, a fronte di un accanimento repressivo assurdo ma oggi pienamente interno al clima da moderno fascismo e Stato di polizia che si sta attuando.
La grande solidarietà che si è manifestata per Lavinia, sia a livello nazionale che internazionale, è la nostra arma più forte ed essa continuerà.
MFPR
pc 27 aprile - 2° INT. DALL'ASSEMBLEA ALLA MENSA OCCUPATA - VERSO IL PRESIDIO A L'AQUILA E IN ALTRE CITTA' DEL 4 MAGGIO IN SOLIDARIETA' CON NADIA LIOCE
Pubblichiamo oggi stralci dall'intervento di Pietro
Ioia (Napoli) ex detenuto a Poggioreale, attivista per i diritti dei detenuti: "bisogna lottare!"
Io sono
Pietro Ioia, uno che ha passato 22 anni
di carcere in vari istituti italiani, qualcuno pure all’estero. Da
15 anni faccio l'attivista per i diritti dei detenuti, innanzitutto
perché non vengono proprio presi in considerazione.
Da alcuni mesi visitavo
le carceri. Un gruppo di amici avvocati mi fecero fare la domandina
al DAP per farmi entrare nei carceri. Ho visitato 3 volte
Poggioreale, due volte Santa Maria, due volte Secondigliano. Volevo
visitare Pozzuoli, che è un carcere tremendo, però d'improvviso
la mia domanda è stata respinta. Hanno detto: “Pietro non entra più
nei carceri” e non ci hanno voluto dare spiegazioni. Non fa niente, io
tanti anni di lotta li ho fatti fuori dal carcere e non è un
problema. Poggioreale è un carcere che ha una capienza di 1500 - 1580 detenuti e attualmente ci sono 2200 detenuti. Quando l'ho
visitato molti detenuti mi conoscevano e molti erano iscritti alla
mia associazione. Uscivano fuori dalle celle perché c'erano le celle
aperte, però non si poteva stare in mezzo al corridoio: “celle
aperte significava che si poteva andare ad esempio nella cella
dirimpetto o a fianco, ma non si poteva stare in mezzo al corridoio.
Lo feci presenti al direttore: “Ma fatemi capire, voi volete
prendere in giro la società dicendo che qui ci stanno le celle
aperte! Ma se uno non può uscire dalla cella se non per entrare
dentro un'altra cella non è vero che le celle sono aperte!”.
Poggioreale è piena di povera gente. Alla
nuova direttrice del carcere chiesi di darmi una mano a
giovedì 26 aprile 2018
pc 26 aprile - DALL'ASSEMBLEA ALLA MENSA OCCUPATA - VERSO IL PRESIDIO A L'AQUILA E IN ALTRE CITTA' DEL 4 MAGGIO IN SOLIDARIETA' PER NADIA LIOCE
Cominciamo da oggi a riportare - come avevamo annunciato - stralci degli interventi fatti nell'assemblea del 19 aprile presso la Mensa Occupata di Napoli: "Da L'Aquila A Napoli - Dal Carcere Al 41 Bis"
Dall'introduzione della Mensa Occupata (Napoli): "il carcere non vada riformato, non sia riformabile, pensiamo che il carcere vada abbattuto... Rompiamo l'isolamento carcerario..."
Dall'introduzione della Mensa Occupata (Napoli): "il carcere non vada riformato, non sia riformabile, pensiamo che il carcere vada abbattuto... Rompiamo l'isolamento carcerario..."
Stasera parleremo di un tema importante quello del carcere con un particolare riferimento
alla compagna Nadia Lioce in
41 bis ormai dal 2006.
Quando parliamo di detenzione ci teniamo a
ricordare sempre che sia quando è portata avanti nei confronti di
compagni militanti rivoluzionari sia contro detenuti comuni, intendiamo parlare sempre comunque di detenzione politica
Dopo il
presidio in solidarietà alla campagna Nadia Lioce ben 31 compagni
hanno ricevuto delle denunce per manifestazione non autorizzata ed è
anche per questo che oggi abbiamo deciso di
pc 26 aprile - importante comunicato sul massacro in india - massima diffusione e circolazione - fare subito ogni iniziativa possibile!
India: un nuovo
massacro in un falso scontro da parte delle
forze dello Stato
fascista indu37 compagni maoisti trucidati a Gadchiroli
mobilitazione di
denuncia e solidarietà ovunque è possibile e in tutte le forme
possibili
Tra il 22 e il 23 aprile non meno di 37
presunti maoisti sono stati massacrati, dopo essere stati circondati
da forze di polizia e paramilitari.Il massacro potrebbe anche essere
maggiore. Dal fiume Indravati sono affiorati
cadaveri diverse ore dopo le uccisioni e le acque potrebbero
restituirne altri.
Inoltre il distretto è
stato completamente isolato dalle forze di polizia e paramilitari che
continuano incursioni e persecuzioni illegali verso le popolazioni
dei villaggi
Né, come in tante
occasioni precedenti, si sa se e quanti di questi fossero
effettivamente maoisti e armati e quanti semplice abitanti dei
villaggi.
Quello che è certo che
non c'è stato un vero scontro armato ma un attacco di sorpresa con
lanciagranate mentre gli aggrediti facevano colazione o riposavano.
Quello che è certo è che
l’ennesimo massacro della cruenta e spietata guerra al popolo che
lo Stato indiano ha scatenato
La polizia ha diffuso un
video che mostra soldati che festeggiano la “vittoria” danzando
tra i cadaveri. Che in tutto il mondo si mostri la rabbia e
indignazione contro questo barbaro massacro e il regime fascista e
genocida che lo ha ordinato.
Questo
massacro è parte dell'operazione Green Hunt/caccia verde -
gigantesca e prolungata operazione di repressione e annientamento
della lotta armata delle masse e della lotta di massa in generale
lanciata dallo stato indiano, oggi a guida del regime fascista Indu
di Modi. Nel quadro di questa operazione nella sua terza fase, vi
sono massacri, deportazioni di popolazioni, devastazioni, stupri di
massa e enormi e sistematici ondata di arresti, sparizioni, che
toccano le campagne e le città, le università e i movimenti di
massa con sistematica violazione dei diritti umani.
Questo comporta 10.000 prigionieri politici, tra cui alcune figure eminenti di intellettuali, come il prof Saibaba, intellettuali, artisti, avvocati, giuristi, leader studenteschi e naturalmente alcuni leader prestigiosi maoisti quali Kobad Gandhi, Ajith ed altri. E ora questo nuovo massacro nel vano tentativo di fermare la ribellione delle masse indiane e la guerra popolare guidata dal PCI Maoista
Questo comporta 10.000 prigionieri politici, tra cui alcune figure eminenti di intellettuali, come il prof Saibaba, intellettuali, artisti, avvocati, giuristi, leader studenteschi e naturalmente alcuni leader prestigiosi maoisti quali Kobad Gandhi, Ajith ed altri. E ora questo nuovo massacro nel vano tentativo di fermare la ribellione delle masse indiane e la guerra popolare guidata dal PCI Maoista
Onoriamo i martiri di
Godchiroli, caduti al servizio della grandiosa e gloriosa lotta di
liberazione delle masse indiane che dalla 'rivolta di naxalbari di 50
anni fa ad oggi non si è mai fermata e avanza indomabile verso la
vittoria
Organizziamo ovunque
possibili proteste ad ambasciate e consolati e iniziative di denuncia
e solidarietà!
Sosteniamo e aiutiamo a
realizzare lo Spring Thunder Tour una campagna prolungata che possa
raggiungere il maggior numero di paesi dell’Europa e del mondo!
Servono iniziative di
massa e tra le masse, per un potente sostegno e un potente movimento
di protesta contro il regime fascista indu di Modi al servizio
dell'imperialismo
Fermiamo massacri e
repressione, fermiamo Green Hunt!
Libertà per tutti i
prigionieri politici rinchiusi nelle carceri indiane
Comitato Internazionale di
Sostegno alla Guerra Popolare in India
info csgpindia@gmail.com
26.4.2018
pc 26 aprile - Sul massacro dei maoisti - comunicato del PUDR (Unione popolare per i diritti democratici)
traduzione ufficiosa
L’uccisione di
almeno 37 maoisti da parte di forze combinate CRPF e C-60, corpo
scelto della polizia di Gadchiroli, il 22 e il 23 aprile 2018 pone
interrogativi assai inquietanti sui metodi con cui lo Stato conduce
gli "scontri". La mattina del 22 aprile, 64 agenti di
polizia e paramilitari hanno ucciso 16 maoisti nella giungla del
Karnasur, nella zona di Bhamragod, nel Maharashtra orientale. La sera
seguente, il 23 aprile, i commando della polizia e il personale di
sicurezza hanno ucciso altri sei maoisti nella giungla di Rajaram
Khandla, nell'area di Jimalgatta nel distretto di Gadchiroli.
Successivamente, il 24 aprile, la polizia ha ritrovato 15 corpi di
sospetti maoisti affiorati dalle acque del fiume Indravati. A
tuttora, il bilancio è di 37 morti. Nessun commento dei maoisti
sull'attacco. La polizia ha dichiarato che i maoisti hanno perso tre
comandanti di alto grado e sette donne. È stata acclamata come la
più grande operazione anti-maoista degli ultimi 40 anni. L'intero
distretto di Gadchiroli è stato isolato e forze congiunte di polizia
e paramilitari stanno effettuando rastrellamenti e incursioni.
Quando lo Stato indiano fa
guerra al suo popolo con scontri armati, raramente il modus
operandi dello Stato viene messo in discussione, dato che viene detto che lo stato stia combattendo una guerra contro terroristi e
anti-nazionali, i maoisti, che taglieggiano con
estorsioni e vessano la popolazione locale. Ma c’è stato davvero
un scontro a Tadgaon?
Fonti di stampa dei
media lasciano supporre che lo scontro del 22 aprile sia iniziato
dopo che un'unità di pattugliamento aveva ricevuto informazioni
dettagliate su movimenti in Perimilli Dalam, presso Tadgaon, a circa
150 km dal quartier generale di polizia a Bhamragod. La polizia ha
circondato i maoisti mentre facevano colazione o riposavano. Neanche
un effettivo delle forze di sicurezza è stato ferito seriamente o
ucciso. Non c’è stato scontro; lo stato ha usato la collaudata
strategia di attacco unilaterale con lanciagranate sotto-canna, allo
scopo di infliggere il maggior numero di vittime. Il sovrintendente
di polizia di Gadchiroli, Abhinav Deshmukh, ha detto di non sapere
quanti colpi sono stati sparati. Come noto, gli "specialisti
degli scontri" sono premiati con promozioni e ricompense. Non
sorprende percio che a Tadgaon abbiano festeggiato, le “vittorie”
del 22 e 23 aprile e in un video diffuso si mostrano poliziotti e
soldati che ballano al ritmo di una nota canzone Haryanvi di Sapna
Choudhary.
Si cerca di sostenere che i anche maoisti sono responsabili di attacchi simili: a
Chintalnar (Chhattisgarh) nel 2010, quando 76 militi del CRPF sono
stati uccisi o a Burkapal (Chhattisgarh) nel 2017, quando 25
effettivi CRPF sono caduti in un'imboscata. Il punto saliente, che
facilmente si dimentica, è che lo Stato ha un arsenale che i maoisti
non hanno. E, quando lo Stato decide di uccidere e non di impegnarsi
in un dialogo politico con i suoi avversari, allora occorre
considerare come lo stato guarda ai suoi nemici e perché. Nel 2010
l'allora Ministro dell'Interno, P. Chidambaram, aveva detto: "Questa
è guerra, è una guerra cui lo Stato è stato costretto da coloro
che non hanno il diritto legittimo di portare armi o uccidere ".
Nel 2016, il suo successore, Rajnath Singh, ha dichiarato: "Non
c'è posto per la violenza in una società sviluppata ed è mio
desiderio vedere che a questi episodi sia posta fine in questo
paese". Non c’è miglior riscontro di queste "volenterose"
dichiarazioni dei nostri ministri degli interni, passati e presenti
che il modus operandi dell'attuale primo ministro delll’UP, che ha
autorizzato non meno di 1000 scontri in meno di un anno.
Se lo Stato si
considera il protettore del popolo, deve attenersi strettamente dalla
legalità. Il PUDR critica fermamente le uccisioni di massa del 22 e
23 aprile a Gadchiroli e i soprusi che la popolazione locale sta
subendo illegalmente per mano di personale di sicurezza in nome di
perquisizioni e incursioni.
Shashi Saxena e Shahana
Bhattacharya
Segretari, PUDR
pc 26 aprile - Notizie dalla stampa indiana - traduzione ufficiosa
Uccisione
di maoisti
Varie
commissioni pubbliche sostengono che lo scontro è stato un falso scontro nel
distretto di Gadchiroli, nel Maharashtra.
Il
CPI (M) New Delhi, che non è certo favorevole ai maoisti, ha fortemente condannato il falso scontro e ha chiesto che
un giudice della Corte Suprema venga processato. Il segretario di Stato
Telangana Sadhineni Venkateswara Rao ha affermato che i governi statali sono corresponsabili del massacro e che l'attacco della polizia di
domenica è stato parte di un feroce attacco a persone che stanno lottando contro
il saccheggio delle risorse naturali. Venkateshwara Rao ha detto che non c'è stato scontro a Mumtam e che tutti i maoisti sono stati uccisi a sangue freddo e che la polizia ha ucciso e dato vita a una festa ballando sui corpi dei maoisti mostrando il suo atteggiamento
malvagio.
pc 26 aprile - Massacrati circa 40 maoisti in India, sotto la veste di un falso scontro - appello internazionale a mobilitarsi sotto le ambasciate
India massacre - 37 మంది మావోయిస్టులను విషంపెట్టి చంపారా ?
మహారాష్ట్ర గడ్చిరోలి జిల్లా లో జరిగిన ఎన్ కౌంటర్ బూటకమని వివిధ ప్రజా
సంఘాలు ఆరోపిస్తున్నాయి. ఎటపల్లి తాలుకా లొని సింలి గ్రామాము లొ పెళ్ళి
భొజనము లో కొవర్టు ద్వార విషం పెట్టి 37 మంది మావొయిస్టు నాయకులను,
కార్యకర్తలను పట్టుకొని తీవ్రమైన చిత్రహింసలకు గురిచెసి కాల్చి చంపారని
తెలంగాణ ప్రజాస్వామిక వేదిక కన్వీనర్ చిక్కుడు ప్రభాకర్ ఆరోపించారు. ఇది
బి.జె.పి.ప్రభుత్వ దుర్మార్గానికి పరాకాష్ట అని మండి పడ్డ ప్రభాకర్
దీనిని దేశవ్యాప్త హక్కులసంఘాలు, ప్రజాసంఘాలు, ప్రజాస్వామిక వాదులు
తీవ్రంగా ఖండించల్సింది గా విఙప్తి చేశారు.
India: 40 Maoist Comrades killed within last 48 Hours - Hindutva Fascism Rise must be Stopped
India - massacre of maoists- No encounter happened in Gadchiroli on April 22nd 2018
PEOPLEʹS UNION FOR DEMOCRATIC RIGHTS
info India press - At least 37 Maoists killed in jungle raids in India
25th April, 2018
Protest at Indian Embassies Worldwide the killings at Gadchiroli - Democracy and Class Struggle
pc 26 aprile - Antifascismo militante e di solidarietà con il compagno Paska a Teramo
25.04.18 sotto il carcere di Castrogno, a Teramo |
Un presidio antifascista si è svolto ieri, 25 aprile a Teramo, sotto il carcere di Castrogno. Una trentina di militanti antifascisti, provenienti anche da altre regioni, hanno portato la loro solidarietà a Paska, il compagno anarchico Pierloreto Fallanca, accusato di tentato omicidio per l'attentato del 1 gennaio 2017 alla libreria di Casapound "Il Bargello" di Firenze, dove rimase ferito un poliziotto artificiere.
Paska, ma anche altri proletari prigionieri, hanno accolto con saluti, bandiere,
mercoledì 25 aprile 2018
pc 25 aprile - Gli scioperi del '43 chiave di volta della vittoria della Resistenza
Cronistoria degli scioperi a Torino.
L’8 marzo del 1943 scioperarono a Torino sette stabilimenti. Si trattava del reparto tubi delle Ferriere Piemontesi, della Fiat Ricambi, della Tubi Metallici, dei reparti meccanico, serbatoi, verniciatura e montaggio della Fiat Aeronautica ,della Zenith, della Guinzio e Rossi e della Fispa.
Tra il 9 e il 10 marzo entrarono in sciopero i seguenti stabilimenti: Società Nazionale delle Officine Savigliano, Pimet, Ambra, Conceria Fiorio, Fast Rivoli e reparto laminatoi delle Ferriere Piemontesi, Frig, Cir (Concerie Italiane Riunite), Borgognan e Capamianto.
L’11 marzo in tutta la città si fermarono complessivamente dieci stabilimenti, nove di questi per la
pc 25 aprile - Massacro in Nicaragua - importante articolo da AND Perù -
in via di traduzione
Importante artículo a propósito de denuncia contra masacre cometida por el gobierno reaccionario, genocida y vendepatria de Ortega en Nicaragua, contra el pueblo que protesta contra las disposiciones del Banco Mundial y el Fondo Monetario Internacional de "reformas" al ISSN
El día de ayer hemos denunciado la última masacre cometida por el
gobierno reaccionario, genocida
pc 25 aprile - India - fonti della stampa indiana parlano del massacro di 37 compagni dell' Esercito guerrigliero popolare - riprendiamo la notizia e attiviamo i nostri canali per conferma
correovermello-noticias
New Delhi, 23.04.18
Fuentes de la prensa india, informan de un supuesto gran combate en el que habrían sido asesinados un importante numero de combatientes del maoísta EGPL, cuando la policía de Gadchiroli lanzó una operación de peinado en espesas junglas ubicadas en las cercanías de Tadgaon.
Según las mismas fuentes, el combate se produjo al detectar una importante concentración de combatientes revolucionarios por parte de las fuerzas represivas. Se afirma que han muerto en dos combates, los pasados domingo y lunes, un total de 37 miembros del EGPL, mujeres y hombres, incluidos dos importantes miembros del Comité Divisional del PCI (maoísta). No se informa de bajas entre las fuerzas policiales lo que es muy sospechoso dado la magnitud del supuesto combate.
Ya que en anteriores ocasiones las fuerzas represivas han asesinado a combatientes revolucionarios o a simples campesinos y luego han presentado con un "encuentro", desconocemos la veracidad de la noticia, pero por el elevado numero de personas asesinadas, consideramos necesario informar de esta atroz matanza.
pc 25 aprile - Turchia - cadono a Dersim 2 guerriglieri del TIKKO-TKP/ML - rendiamo onore al loro sacrificio
The
2 guerillas that have been immortalised in the operation conducted by
the forces of the Turkish Republic in Dersim Aliboğazı in the morning
hours, are now identified as TKP/ML-TİKKO (Communist Party of
Turkey/Marxist-Leninist-Workers and Peasants Liberation Army of Turkey)
fighters.