Contro la guerra imperialista
Contro l’attacco criminale in Siria di
Usa/GB/Francia/Nato
Al fianco dei popoli oppressi in lotta, dalla
Palestina al mondo intero
L’imperialismo
assassino di Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e NATO ha attaccato la Siria
nella notte del 13 aprile, facendone una tappa ulteriore della aggressione
imperialista alla Siria, avvicinando così il mondo intero sul baratro di una
guerra mondiale totale. Questo attacco è un passo grave verso l'acutizzazione
delle contraddizioni inter-imperialiste nell'area e in particolare nei
confronti della Russia e indirettamente della Cina.
Trump, Macron e May, tre
rappresentanti dell’imperialismo mondiale in crisi, (nella sostanza sostenuti
dagli altri paesi imperialisti che fanno parte della NATO) provano, da un lato,
a “risolvere” la crisi economica e politica mondiale con una guerra sempre più
estesa, e dall’altro lato spostano sul piano internazionale la profonda crisi
politica che ognuno di loro sta attraversando e che li attanaglia all’interno
dei propri paesi…
I governi imperialisti trovano
ogni scusa per scatenare gli attacchi, dalle armi chimiche al terrorismo
islamico e mentre parlano di pace nel frattempo vendono armi, come fa l’Italia,
per miliardi di dollari alle “parti in conflitto”!
In questa guerra ci sono in ballo
come sempre gli affari della
ricostruzione della Siria distrutta (valutata in circa 400 MILIARDI DI DOLLARI), il controllo del petrolio che si trova
nel nord del Paese e quindi il controllo politico militare di tutta l’area
mantenuta dall’imperialismo in eterna ebollizione.
Per “riprendersi” dalla crisi
ogni governo della borghesia deve restringere quanto più è possibile i diritti
acquisiti con la lotta dalla classe operaia e dalle masse popolari per avere
sempre più mani libere da ogni “formalità democratica” che considera un
ostacolo nei confronti della propria insaziabile fame di profitto e del dominio
della società. I governi, per la borghesia imperialista, devono essere più
“efficienti” e “razionali”.
I massacri dell’imperialismo
nell’area non risparmiano nessuno: Iraq, Afghanistan, Yemen, Kurdistan (ma
anche la Libia) e la Palestina martoriata dal governo nazisionista israeliano,
sempre sostenuto dai paesi complici dei massacri: Stati Uniti, Italia, Francia,
Gran Bretagna Germania…
Il governo italiano nonostante le
chiacchiere di Gentiloni è pienamente complice della sporca guerra imperialista.
Gentiloni, ancora attuale capo del governo, ha detto, infatti, esplicitamente,
che l’Italia sarà sempre al fianco degli Stati Uniti a prescindere dal governo!
Il loro cinismo, fatto sui corpi di migliaia di morti, è racchiuso nelle parole
della Pinotti: “Operazione conclusa”! E insieme a loro tutti i partiti in un
modo o nell’altro sono d’accordo.
E così riaccendono con fuochi di
guerra ogni volta la Sicilia: "... L'Italia, ha detto … il premier
Gentiloni, in base agli accordi internazionali e bilaterali vigenti, continuerà
a fornire supporto logistico alle attività delle forze alleate… da Sigonella a
Camp Darby…" (GdS 13 aprile).
La Sicilia, infatti, come
abbiamo detto in occasione del G7 di Taormina, progressivamente insieme a tutto
il Sud dell’Italia, è diventata una grande piattaforma militare piena di armi
convenzionali e nucleari, di basi militari, Sigonella e aeroporti civili
trasformati in militari come Trapani e Palermo, strumenti di controllo delle
telecomunicazioni militari come il radar di Marsala e il Muos di Niscemi.
Insomma, un’isola, che mentre viene stretta dai gravissimi problemi della disoccupazione,
dello Stato-mafia, dell’inquinamento, della mancanza di servizi, dalla sanità
alla scuola, si riempie di armi, di morte e distruzione dalla quale partono
azioni di guerra con e senza droni.
·
È
necessario solidarizzare attivamente con i popoli martoriati dall’imperialismo
· Ribellarsi è giusto e necessario contro le politiche guerrafondaie del
governo italiano
· Serve l'unità antimperialista dei popoli per cacciare tutti gli
imperialisti e i governi ad essi asserviti