sabato 7 ottobre 2017

pc 7 ottobre - Povia, un miserabile che canta odio, razzismo ed esalta il fascismo



Bergamo, un altro concerto di Povia contestato dall'Anpi: "Sue dichiarazioni sono fasciste"
Il concerto è fissato per il 28 ottobre (casualmente il 28 ottobre è anche la data della marcia su Roma del 1922) al teatro Serassi di Villa d'Almè, ed è inserito nel programma dell'iniziativa benefica "Arte Sport Solidarietà"
di PAOLO BERIZZI


06 ottobre 2017
Ancora lui, Povia. Un altro concerto contestato. Un'altra sezione dell'Anpi che chiede di annullare l'esibizione del 45enne cantautore milanese, considerato vicino all'ultradestra, noto per le sue posizioni xenofobe nei confronti degli immigrati e che, in più di un'occasione, ha definito i i partigiani "assassini". Dopo il caso di Trezzano sul Naviglio - dove l'artista avrebbe dovuto cantare il 23 settembre e dove l'amministrazione comunale ha cancellato l'evento a causa delle proteste - il copione si ripete in provincia di Bergamo.

pc 7 ottobre - Ilva Taranto: l'avevamo detto, ora ci siamo!4000 ESUBERI, ASSUNZIONE COL JOBS ACT

ILVA - E' GIA' MESSO TUTTO SUL TAVOLO:
4000 ESUBERI, ASSUNZIONE COL JOBS ACT


Che dobbiamo dire? L'avevamo detto dall'inizio?
Avevamo detto che gli esuberi sarebbero stati 4000, a Taranto coincidenti con i numeri degli operai già in cassintegrazione;
che quando il governo, ora per bocca di De Vincentis, proclama "Non vi saranno licenziamenti", vuol dire solo che gli operai in esubero rimarranno per massimo due anni in cig, utilizzati dall'Ilva dei commissari (una sorta di bad company) per fare qualche bonifica dell'area, ma poi licenziati eccome;
che prima di fatto tutti gli operai saranno licenziati e poi la nuova proprietà indiana assumerà facendo firmare individualmente contratti peggiorativi (utilizzando la nostra legge del jobs act), azzerando livelli, anzianità, diritti acquisiti;
che non verrà difesa nessuna sicurezza e salute - e il nuovo decreto conferma le bonifiche interne tra ben 6 anni.

Avevamo detto che il 9 ottobre i sindacati andavano a Roma solo per contrattare qualche numero in meno, ma non per respingere gli esuberi.

Chiaramente ora, padroni nuovi, commissari e governo, fanno peggio e subito! Prendono pure a pesci in faccia i sindacati e rendono inutile il Tavolo romano. Ma anche questo non è una sorpresa. Il Tavolo l'avevano rimandato solo per presentare il piatto pronto e definitivo.

Quindi, quello che in tutta questa gravissima situazione, non è accettabile è la "meraviglia", sono le dichiarazioni dei dirigenti di Fim Fiom Uilm.
Questa è ipocrisia!
Oggi se fossero minimamente dignitosi dovrebbero almeno far saltare il finto tavolo romano e organizzare una lotta prolungata.

Da tempo che diciamo che gli operai non potevano stare ad aspettare, che occorre una rivolta, una lotta vera, che blocchi la fabbrica e la città, perchè vengono attaccati peggio delle bestie non solo gli operai ma anche la popolazione di Taranto, con l'offesa, la presa in giro delle bonifiche del "Mai".
Ora, se non si vuole assistere ad una sceneggiata di grandi grida iniziali e di accordi finali, è tempo di farla questa lotta seria.
Ma bisogna liberarsi dei falsi sindacati confederali, che sapevano e mai hanno chiesto un "decreto operaio".
Bisogna scendere in lotta, costruire un'assemblea autonoma degli operai, indipendentemente dalle appartenenze sindacali. fare una lotta prolungata fino a respingere il piano di padroni e governo e ottenere che veramente nessun operaio vada a casa, tutti assunti, senza operai di serie A e serie B, riduzione di orario di lavoro a parità di salario, pensionamento a 25 anni; no jobs act; bonifiche subito a partire dalla copertura immediata dei parchi minerali
Lo Slai cobas per il sindacato di classe è pronto a sostenere questa strada.

da Corriere di Taranto:

A due giorni dall’importante incontro tra ArcelorMittal e sindacati, arrivano i numeri che i futuri proprietari di Ilva proporranno in sede di trattativa. Risultato: si accende lo scontro e i sindacati reagiscono subito. E’, infatti, di circa 4.000 il numero degli esuberi che sarebbero previsti dal piano che Am Investco propone per Ilva, a ridosso dell’incontro fissato per lunedì. E’ quanto si evince dalla lettera spedita alle sigle dai futuri proprietari dell’azienda. Sigle sindacali che, ovviamente, hanno reagito subito con forza, ritenendo inaccettabile il piano e mobilitandosi con urgenza: oggi è previsto un Consiglio di fabbrica per decidere le iniziative e mobilitazioni a livello locale e nazionale.
“Riteniamo inaccettabile le ricadute in termini occupazionali e ambientali previste dalla nota di apertura e dalla nuova AIA di Am Investco e dal Governo, per l’acquisizione del gruppo Ilva”, scrivono in una nota congiunta FIM, FIOM, UILM e USB che “manifestano la totale contrarietà alle pesanti condizioni poste da Am-Investco nel processo di cessione degli asseti di Ilva che di fatto vede vanificare le garanzie fatte ai precedenti tavoli in termini di salario e occupazione sia per i lavoratori diretti che per l’indotto. Non siamo e non saremo disponibili a trattare o scambiare occupazione, ambiente e salario, se non in meglio, per una popolazione che ha pagato e continua a pagare a caro prezzo le conseguenze ed il peso di questa vicenda senza nessuna colpa. Respingiamo con forza i criteri posti a fondamento delle strategie di Am Investco, i numeri degli esuberi dichiarati e i rispettivi dettagli da discutere nella convocazione prevista per lunedì 9 ottobre a Roma”.
“Governo e Am Investco sappiano che, per quanto ci riguarda, l’avvio della procedura come strutturata è irricevibile – aggiungono le sigle – e pertanto, se non totalmente riconsiderata la comunicazione, vedrà di fatto conclusa la discussione negoziale del tavolo di incontro ministeriale convocato per lunedì prossimo. Pertanto è stato convocato con urgenza alle ore 17.00 il Consiglio di fabbrica Ilva per decidere le iniziative e mobilitazioni generali in ambito territoriale e nazionale dei lavoratori Ilva Taranto per respingere con forza i contenuti della procedura. Occorre un segnale forte del territorio, a tutti i livelli, poiché Ilva non resti un ‘problema’ dei soli lavoratori e delle loro famiglie, ma di tutta la collettività ionica e dell’intero Mezzogiorno. Ora o mai più è necessario il fronte comune dei lavoratori e dell’intero territorio”.
Nello specifico, la FIM spiega i contenuti della lettera di Am Investco: “Abbiamo ricevuto da parte di Am Investco Italy S.r.l (ArcelorMittal) la comunicazione prevista dall’art.47 L.428/1990 per trasferimento d’azienda relativamente all’acquisizione del Gruppo Ilva e alle sue controllate. (Ilva Milano, Genova, Novi Ligure, Racconigi, Taranto, Marghera, Legnaro, Paderno Dugnano – IlvaForm di Salerno, Taranto Energia – Ilva Servizi Marittimi di Genova e Taranto). Secondo le dichiarazioni di Am Investco presenti nel documento relativamente al Piano industriale riporta la volontà da implementare il piano di ambientale come previsto e approvato dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 29 settembre scorso relativamente ai fini della completa attuazione delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione integrata ambientale; investimenti per un rapido miglioramento degli impianti e della sua manutenzione compresi i programmi di investimento per altoforni e acciaierie; aumento della produzione dagli attuali livelli a 6MlnT per anno entro il 2018 con il mantenimento di questi livelli fino al 23 agosto 2023 a completamento del piano ambientale, dopo di che previsto aumento della produzione a 8MlnT. Sull’occupazione, nel dettaglio 7.600 sarebbero impiegati a Taranto, 900 a Genova, 700 a Novi ligure, 160 a Milano, 240 in altri siti. Per un totale di 9.600 addetti. Quanto alle controllate sono previsti 160 dipendenti in forze a Ism, 35 a Ilvaform, 90 Taranto Energia. A cui aggiungere 45 dirigenti in funzione. A questi numeri si aggiungono i dipendenti francesi delle società Socova, Tillet che rientrano nel perimetro del gruppo. Gli esuberi, come assicurato dal Governo, saranno impiegati nelle attività di ambientalizzazione del sito di Taranto gestito dall’Amministrazione Straordinaria. Dal punto di vista contrattuale, Am Investco dichiara di non tenere conto della continuità delle condizioni contrattuali dei lavoratori, fornendo su questo capitolo solo una generica disponibilità. A 2 giorni dall’avvio del negoziato, se queste sono le condizioni di partenza, il piede è quello sbagliato. Ci si prospettano presupposti ancora più arretrati rispetto a quanto concordato tra l’acquirente e la gestione commissariale. Se tale approccio sarà confermato nell’incontro di lunedì è chiaro che il ricorso alla mobilitazione generale diventerà inevitabile. Alcuni stabilimenti inizieranno la mobilitazione già nelle prossime ore“.

pc 7 ottobre - Uccisi tre commandos Usa in Niger. L'imperialismo americano e Italiano alla guerra d’Africa

da Contropiano

Tre soldati delle forze speciali Usa sono morti ed altri due sono rimasti feriti in un agguato in Niger, al confine col Mali. Lo riferisce il New York Times, citando fonti militari anonime e svelando le attività militare “coperte” degli Stati Uniti in Africa. Si tratta delle prime vittime statunitensi in una missione in cui forze speciali statunitensi affiancano le forze armate del Niger contro le milizie jihadiste di Al Qaida, attive soprattutto nel confinante Mali.

pc 7 ottobre - Iniziativa a Catania per la libertà per Ale, ribelle ad Amburgo ancora detenuto in Germania


Da Comunità Resistente la Piazzetta

Da mesi gridiamo libertà per gli arrestati di Amburgo: quasi tutti sono stati rilasciati, dopo processi e grosse spese economiche.
Anche Orazio, militante catanese, è stato liberato ed accolto da tanti compagni e tante compagne domenica scorsa al Centro Sociale Liotru.
Ale invece, nostro amico, fratello, compagno, è ancora arrestato.
Avrà il processo giorno 25 ottobre. Dobbiamo ancora sostenerlo ed abbiamo necessariamente bisogno dell'aiuto di tutti!
Domani sera in Piazzetta alle ore 20.00 avremo la prima serata dell'anno: ci sarà una cena popolare, musica, momenti hip hop; ma la cosa più importante è che potrete contribuire con 2€ (se sono di più meglio ancora) acquistando un biglietto della lotteria che stiamo facendo per Ale, ma anche per Orazio perchè, nonostante sia in stato di libertà, i processi, i viaggi e tutte le altre spese hanno avuto un costo parecchio elevato.

Ti aspettiamo a braccia aperte Ale...non sai quanto!

pc 7 ottobre - in Val Susa è festa! liberati con obbligo di dimora i militanti NOTAV Andrea ed Antony


Avevamo organizzato una fiaccolata per giovedì 5 ottobre a Bussoleno per la liberazione di Andrea ed Anthony e per fortuna entrambi sono usciti dal carcere con l’obbligo di dimora nelle rispettive residenze.
Non è libertà totale ma non saperli dietro a delle sbarre ci rincuora e ci rende felici per questo abbiamo deciso di trasformare la fiaccolata in un momento di festa davanti alla Credenza a Bussoleno, per salutare da vicino Andrea e da lontano, con il cuore, Anthony.

venerdì 6 ottobre 2017

pc 6 ottobre - UNO STUDENTE IN ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO, SU UN CARRELLO ELEVATORE vittima di un grave infortunio. In galera devono andare i padroni e il governo che ha legalizzato lo sfruttamento minorile

Alternanza scuola-lavoro: infortunio grave per uno studente di La Spezia
06 OTTOBRE 2017
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Alternanza scuola-lavoro: infortunio grave per uno studente di La Spezia
6 Ottobre - A La Spezia un ragazzo di 17 anni, iscritto all'Istituto Cappellini-Sauro, svolgeva per una ditta (che ripara motori nautici) le ore obbligatorie di Alternanza scuola-lavoro.
Durante il lavoro un muletto si ribalta sulla sua gamba, rompendogli la tibia.
Un'infortunio grave per il ragazzo a cui poteva andare molto peggio.
L'impresa utilizzava il giovane per mansioni che non poteva svolgere. Infatti lo studente manovrava il muletto senza avere il patentino.

Ancora una volta viene a galla la vera faccia dell'alternanza scuola-lavoro. Sfruttamento delle imprese, che possono trattare gli studenti come meglio vogliono, senza subire alcun tipo di controllo.
E' ancora più paradossale pensare che l'assicurazione antinfortunistica dell'Inail, che copre l'alternanza scuola-lavoro, è pagata dal Ministero della Pubblica Istruzione. Sostanzialmente l'impresa non deve sostenere nessun costo per l'infortunio.

I ministri di questo paese continuano ad affermare come l'alternanza scuola-lavoro sia una grande opportunità. Lavoro gratuito, sfruttamento, infortuni senza oneri per le imprese. Di formativo, invece, si vede poco o nulla.
E' una grande opportunità per gli studenti o per le imprese?

pc 6 ottobre - Lecce: la feccia nazifascista inneggia ai campi di concentramento per gli immigrati, necessario organizzare le forze comuniste e antifasciste per ricacciare nelle fogne la merda fascio razzista


LECCE - Dai campi di concentramento nazisti al muro di una struttura che accoglie migranti a Maglie (Lecce): la scritta 'Arbeit macht frei' (il lavoro rende liberi) è comparsa nella notte su un edificio in via San Domenico Savio. Vernice nera e lettere in stampatello per veicolare un messaggio affatto velato, dopo che nei giorni scorsi sui social network alcune persone avevano postato commenti razzisti nei confronti dei migranti nel centro.

Vernice nera e lettere in stampatello per veicolare un messaggio affatto velato, dopo che nei giorni scorsi sui social network alcune persone avevano postato commenti razzisti contro gli ospiti

A Maglie il messaggio anti-migranti è stato invece veicolato dal motto tratto da un romanzo dello scrittore Lorenz Diefenbach, utilizzato per la prima volta dai tedeschi nel campo di Dachau nel 1933. In seguito la scritta 'Arbeit macht frei' comparve in altre strutture di detenzione, compresa Auschwitz, e nei decenni successivi ha assunto un forte significato simbolico. Le indagini finalizzate a identificare le persone che hanno effettuato la scritta sul centro di accoglienza di Maglie sono affidate ai carabinieri, che hanno effettuato un sopralluogo e documentato la presenza di quella frase dal sapore fortemente intimidatorio.

giovedì 5 ottobre 2017

pc 5 ottobre - FORMAZIONE OPERAIA - Rivoluzione d'ottobre: COSA ERANO I SOVIET - IL NUOVO POTERE DEL POPOLO

La Rivoluzione d'Ottobre permise di instaurare il nuovo potere dei proletari, dei contadini, di quelle masse che fino allora erano state sfruttate, affamate, usate come carne da cannoni nella guerra. 
La Rivoluzione d'Ottobre dimostra che questo è possibile, non è un'utopia. 
Come dimostra che il potere proletario con un "tratto di penna", da un giorno all'altro, può mettere fine a storiche ingiustizie, togliere ai padroni e dare ai lavoratori.
Le decisioni, i primi decreti del potere sovietico come sono attuali! Per esempio: la diminuzione degli stipendi ai funzionari; il salario minimo garantito; il blocco dei prezzi; l'istituzione di tribunali popolari, ecc.
Questi "semplici" provvedimenti sembrano oggi impossibili perchè lo Stato, il governo è in mano a partiti, tutti, che fanno gli interessi della borghesia e di loro stessi; ma quanto sarebbero possibili se a decidere fossero anche in Italia gli organismi di lavoratori, delle masse popolari che con la rivoluzione, la guerra popolare - e non con le elezioni - rovesciano questo Stato e questi governi odiosi e costruiscono il loro potere, il potere socialista.

RIPORTIAMO QUANTO SUCCESSE IN RUSSIA NELLE SETTIMANE IMMEDIATAMENTE SUCCESSIVE ALLA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE

Prima di quel grande ottobre del 1917 c'erano state centinaia e centinaia di rivoluzioni nel mondo, ma sempre si erano concluse con una sostituzione della forma di dominio della minoranza con un'altra che ancora vedeva il dominio di una minoranza. Il popolo russo diede all'umanità la prima forma di potere statale in cui la maggioranza, cioè il popolo, esercita il suo dominio sulla minoranza sfruttatrice.

Fu una forma di potere completamente nuova, concepita dalle masse nel corso di quindici anni di lotta rivoluzionaria ed elevata dal partito a livello di teoria dell'organizzazione statale del proletariato.
La mente e il cuore dei lavoratori di tutto il mondo si aprirono all'idea dei Soviet, di cui immediatamente, per istinto di classe prima ancora che per ragionamento, capivano l'enorme forza liberatrice.
La parola d'ordine "Viva i Soviet" risuonava in tutte le piazze d'Europa.

Subito dopo la vittoria dell'insurrezione, il Partito bolscevico si impegnò in una lotta dura ed eroica per distruggere il vecchio apparato statale borghese per instaurare uno completamente nuovo, attraverso il quale le masse popolari potessero partecipare effettivamente in prima persona all'esercizio del potere.

L'apparato statale della borghesia può servire soltanto alla borghesia. E' una macchina al servizio degli interessi di un pugno di padroni e dei ricchi, contro la maggioranza della popolazione, e per questo la sua funzione e forza principale è costituita dall'apparato militare, dalle forze della repressione verso le masse; nello stesso tempo è una macchina burocratica così complicata ed inefficace, di cui non solo i lavoratori non potrebbero impadronirsi, ma neppure riuscirebbero mai ad usarla. Questa macchina è reazionaria non soltanto per gli uomini corrotti che ne fanno parte ma anche per la sua forma.
Come indicava Lenin, i proletari e i contadini poveri dovevano distruggerla dalle fondamenta e soppiantarla con la loro.
Potere legislativo e potere esecutivo furono uniti e fu creato alla testa di tutto lo Stato un Consiglio di Commissari del popolo. In ogni fabbrica e in ogni unità di produzione venivano eletti i Soviet, gli organismi del nuovo potere, formati da lavoratori d'avanguardia amati e stimati dai loro compagni. I diversi Soviet delle unità produttive si unificavano, a livello di quartiere, di città, di provincia, in Soviet di grado superiore, fino al Soviet supremo degli operai e dei contadini di tutta la Russia.

Nacque così un apparato statale formato integralmente da operai e contadini, le cui istanze motrici stavano nelle fabbriche e nelle cooperative di contadini poveri. Lo stati dei Soviet si occupava di tutto: dalla politica internazionale, all'amministrazione corrente della produzione, all'applicazione della giustizia popolare. Univa tutte le differenti branche della sua attività alla luce di un unico principio: dichiarare guerra all'oppressione dell'uomo sull'uomo in tutti i campi.
Questo fu il più grande "miracolo" compiuto dal popolo russo.

Il 18 novembre Lenin, a nome del Consiglio dei Commissari diramò un messaggio alla popolazione, in cui tra l'altro diceva: "Ricordatevi che oggi siete voi che amministrate lo Stato. nessuno vi aiuterà se voi stessi non vi riunite e non prendete nelle vostre mani tutti gli affari pubblici. I vostri Soviet sono ormai degli organismi del potere dello Stato, organismi legittimi e decisivi". 

Una grande schiera di "governanti" operai e contadini rispose entusiasta all'appello. Il Soviet di Pietroburgo, il 27 novembre emanò questa risoluzione:
1 - Bisogna rompere risolutamente e senza indugi con questo pregiudizio borghese imputridito che solo i funzionari borghesi possono governare lo Stato.
2 - I Soviet di quartiere e città saranno immediatamente divisi in sezioni, ciascuna delle quali prenderà immediatamente parte attiva a questa e a quella branca dell'amministrazione dello Stato.
3 - Per ciascuna di queste sezioni si farà appello alle fabbriche e nei reggimenti, ai compagni più coscienti e più capaci di dedicarsi a un lavoro organizzativo.
Ogni operaio e ogni soldato cosciente capiscono che solamente l'iniziativa, l'energia, l'entusiasmo dei lavoratori possono consolidare la vittoria della rivoluzione sociale cominciata.
Ogni gruppo di operai e di soldati porti alla luce le forze di direzione nascoste nel popolo e soffocate fino ad ora dal giogo del capitale e della miseria".

Fu da questa tribuna di "ministri" operai e contadini che vennero i primi decreti della Repubblica Sovietica.
Primo: la pace immediata, con una dichiarazione di fratellanza verso tutti i popoli del mondo, con la pubblicazione di tutti i trattati segreti firmati dai governi imperialisti con lo zar.
Diceva il compagno Markin responsabile della pubblicazione di questi trattati: "I lavoratori di tutto il mondo devono sapere come, alle loro spalle, i diplomatici seduti nei loro uffici trafficavano con la loro vita. Come, con un tratto di penna, gli imperialisti si appropriavano di intere regioni e inondavano di sangue umano i campi di battaglia. Ogni documento è un'arma contro la borghesia, arma affilata e potente come mai". 

Poi: la nazionalizzazione di tutte le banche; la direzione delle industrie nelle mani dei Soviet d'officine; la confisca delle terre dei latifondisti; il diritto all'autodeterminazione delle diverse nazioni di cui si componeva la grande Russia; la guerra contro l'analfabetismo; la diminuzione degli stipendi ai funzionari e ai tecnici superiori; il salario minimo garantito; il blocco dei prezzi; l'istituzione di tribunali popolari.

Nacque in Italia una canzone diventata famosa: "e noi faremo come la Russia". E un'altra: "Dei Soviet stringiamo la mano, l'Italia farem socialista".

pc 5 ottobre - Germania G20- 2000 denunciati e massicce perquisizioni per il G20 di Amburgo

secours rouge -belgique

 Allemagne : 2000 enquêtes contre des manifestants NoG20 -


Mercredi passé, plus de 100 policiers ont effectué des perquisitions dans 14 appartements et un magasin à Hambourg et dans le Land du Schleswig-Holstein. Les policiers ont confisqué 7 iPhones lors des raids, qu’ils policiers affirment avoir été volés lors du pillage d’un magasin de téléphonie mobile lors des manifestations du NoG20 à Hambourg le 7 juillet. Les policiers enquêtent sur 2000 manifestants, mais s’attendent à ce que ce nombre atteigne 3000. Les 180 policiers de l’équipe d’enquête spéciale "Black Bloc" enquêtent sur le matériel vidéo des compagnies de transport public et utilisent un logiciel de reconnaissance faciale pour identifier les personnes. Le procureur de l’Etat a déclaré que 319 manifestants faisant l’objet d’enquête avaient déjà été identifiées. Un des prisonniers, Orazio ayant récemment été libéré, 22 personnes restent en détention provisoire.

Déploiement policier au G20 Déploiement policier au G20 

pc 5 ottobre - i compagni maoisti francesi sulla situazione in Catalogna

PCF maoiste

Cosa sta accadendo in Catalogna? 
Questa nazione presente su diversi territori di cultura catalana (Valencia, Isole Baleari, Andorra, ...) si trova principalmente nello Stato spagnolo, e in parte nello Stato francese, ha una situazione politica che si sta evolvendo rapidamente: un' inedita crisi politica senza precedenti si è presentata. Il governo della Generalitat (l'organizzazione politica che detiene l'esecutivo regionale e i poteri legislativi di questa "comunità autonoma", integrata da secoli nello Stato spagnolo) ha promesso dal 2015 di avanzare verso la strada dell'indipendenza. Per questo, la Generalitat ha chiesto un referendum per il 1 Ottobre 2017.

Il governo conservatore spagnolo di Mariano Rajoy (leader del Partido Popular, che rappresenta l'estremità destra pro franchismo) sembra pronto a utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione per impedire lo svolgimento del referendum, che la Corte Costituzionale ha giudicato illegale. Bisogna ricordare che la polizia ha anche effettuato ricerche presso la sede del governo regionale catalano e sequestrato il 19 e 20 settembre quasi 10 milioni di schede elettorali, che 14 funzionari del governo regionale sono stati arrestati e che il 21 settembre, la giustizia ha convocato più di 700 sindaci catalani, e anche le aziende private che hanno contribuito alla propaganda separatista sono state perquisite, la Corte Costituzionale ha annunciato multe da 6.000 a 12.000 € ogni giorno a 24 organizzatori del referendum fino a che non si piegheranno alle risoluzioni della "giustizia". 60 siti che promuovono il referendum sono stati chiusi, la campagna elettorale è stata illegale e quindi attaccare dei manifesti per l'indipendenza è illegale, e Madrid ha messo sotto tutela la finanza nella regione per evitare il finanziamento illecito .

La costituzione considera in effetti che la Spagna è una e indivisibile: nonostante l'esistenza di diverse nazioni all'interno di essa (Catalogna, Paesi Baschi, ma anche delle Asturie, Galizia, Andalusia ...), l'eredità dell'impero e del franchismo rimane profondamente segnato nell'organizzazione dello Stato. La borghesia continua a celebrare la "Giornata dell'ispanicità", e il partito di destra principale, il PP, è l'erede diretto della burocrazia di Franco. Ma in realtà, la borghesia spagnola è una classe incartata tra la sua natura imperialista e la realtà della centralizzazione incompleta. Se il paese è stato costruito sull' oro proveniente dalla colonizzazione dell'America Latina, ha vissuto un significativo ritardo industriale in seguito. Inoltre la Spagna non ha completato il suo processo di centralizzazione come ha fatto la Francia, che schiacciò le sue minoranze nazionali in modo più efficace con la diffusione di un'ideologia repubblicana giacobina. Solo alcune parti del nord della Spagna hanno veramente vissuto la rivoluzione industriale nel XIX secolo come i Paesi Baschi (Euskal Herria), Catalogna (Catalunya) o Galizia.

Queste contraddizioni hanno causato grande miseria nelle campagne, delle disuguaglianze economiche profonde, le rivendicazioni nazionali centrifughe, e profonda instabilità politica. La borghesia nella sua maggioranza è molto legata alla Chiesa cattolica, che disprezza apertamente il popolo e non cerca una facciata progressista. In risposta a cio', il movimento operaio si è sviluppato principalmente su una base anarco-sindacalista e anarchica. Le contraddizioni della società spagnola sono state notoriamente l'origine della rivolta reazionaria e della guerra civile del 1936-1939, che ha visto anche l'intervento delle potenze fasciste, del Messico e dell'Unione Sovietica. I baschi e i catalani si sono radunati a fianco della terza repubblica, sperando per l'indipendenza nazionale, o almeno in uno statuto e a delle libertà pubbliche.

La sconfitta della Repubblica ha fatto tacere le aspirazioni nazionali temporaneamente. Il movimento anarchico e anarcosindacalista è stato spazzato, i comunisti sono stati immersi nella clandestinità, e la borghesia ha duramente schiacciato il proletariato. La transizione democratica che ha avuto inizio dopo la morte di Franco nel 1975 ha ridisegnare solo la facciata del vecchio Stato autoritario e nazionalista: nonostante la forma di Stato parlamentare, la Spagna ha una serie di leggi tra le più repressive in Europa. La tortura dei militanti e dei rivoluzionari e degli attivisti per l'indipendenza è comune, e ancora non è possibile criticare apertamente la monarchia.

Ma torniamo alla situazione attuale. Chi guida il movimento per l'indipendenza della Catalogna? La direzione di movimento è chiaramente nelle mani della borghesia catalana. In termini di classe, una parte del proletariato, della borghesia, e la maggioranza della piccola borghesia sono di cultura catalana. Al contrario "i più ricchi ed i più poveri sono spagnoli": la grande borghesia, come i proletari e i più precarie venuti a tentare la fortuna a Barcellona, e in aree industriali, sono più vicini alla cultura spagnola.

L'ultima Diada, la festa nazionale si trasformò in una manifestazione pro-indipendenza, si sono riuniti un milione di persone. Per un decennio, il rapido sviluppo economico della Catalogna spinge la piccola e media borghesia catalana a sostenere apertamente il movimento indipendentista. In poche parole in questo modo: per la borghesia, è più vantaggioso mantenere l'integrità delle imposte al livello della Catalonia che versarle a Madrid. La Catalogna da sola rappresenta il 20% del PIL della Spagna, il 30% delle esportazioni e il 50% di alta attività a valore aggiunto! C'è un'idea reazionaria come quella che i "catalani" non vogliono sacrificarsi per il resto della popolazione in Spagna. Il movimento catalano, però, è da respingere nel suo insieme? No. Si tratta di una lotta nazionale con una caratteristica progressista (l'indipendenza all'interno di uno stato imperialista). Ma questa lotta non è rivoluzionaria. L'oppressione nazionale colpisce il popolo, ma anche la nazione intera.

Per i rivoluzionari dello Stato francese, la situazione deve essere monitorata da vicino. E' potenzialmente esplosiva in Spagna, e potrebbe avere conseguenze importanti a livello europeo, provocando un effetto domino nei Paesi Baschi e altrove, per esempio in Scozia e Irlanda del Nord. E' chiaro che Madrid non permetterebbe che la situazione si aggravi a questo punto. Per i conservatori, si trattava di una semplice contrattazione economica con la borghesia catalana, che ha fatto il suo show per pesare nella bilancia e mobilitare la sua base elettorale.

Ma la borghesia spagnola, sia essa conservatrice o socialista, ha trascurato un fattore: spinta dalla sua base, subite delle battute d'arresto dalla Generalitat nei confronti dei conservatori, la borghesia catalana è andata oltre quanto previsto.  uò anche rinunciare al progetto di indipendenza e farla franca, facendo ciò che i politici borghesi sanno fare meglio, cioè recitare la commedia. Essi possono nascondersi dietro le minacce (un generale spagnolo aveva lasciato intendere che avrebbe difeso l'ordine costituzionale "con tutti i mezzi") e la repressione, impedire loro di tenere il referendum, compreso il sequestro dei bollettini e delle convocazioni, la chiusura dei siti web, i processi e la messa sotto tutela delle finanze della Generalitat.

Ma Madrid sta giocando un gioco molto pericoloso. La disobbedienza civile è massiccia in Catalogna, ci sono state grandi proteste studentesche di questi giorni, molte scuole sono occupate e i sindacati hanno depositato un avviso di sciopero generale a partire dal 1 ottobre nel caso in cui sarebbe stato impedito il referendum. Se le forze di polizia locale, i Mossos ancora obbediscono a Madrid, l'amministrazione disobbedisce apertamente. Le perquisizioni di edifici pubblici hanno scioccato l'opinione pubblica. E il processo contro i dirigenti catalani può spingere le masse a provare il tutto per tutto. Così qui siamo di fronte ad una situazione di rilascio o raddoppio: o il governo sostituisce temporaneamente il movimento per l'indipendenza, o lo radicalizza e perde i suoi mezzi per affrontare la pressione dell'opinione pubblica.

Tuttavia, le prossime settimane saranno decisive. Il nostro partito è quindi posizionato come segue:

Riconosciamo la definizione di una nazione come comunità umana, stabile, storicamente costituita, nata sulla base di un linguaggio comune, di un territorio, di una vita economica e formazione psicologica che si traduce in una cultura di comunità.

Lo Stato spagnolo ha usato e usa la forza contro la nazione catalana per impedire la secessione. Noi sosteniamo il diritto all'autodeterminazione della nazione catalana. Se la nazione catalana giudica positivamente di fare la secessione e creare così uno stato indipendente, è perchè si sente oppressa dallo Stato spagnolo. Dobbiamo sostenere il suo diritto all'autodeterminazione.

Il compagno Lenin ci ha insegnato che "il principio di nazionalità è storicamente inevitabile nella società borghese, e tenuto conto qi duesta società, il marxista riconosce pienamente la legittimità storica dei movimenti nazionali. Ma questo riconoscimento non passa alla difesa del nazionalismo, dovrebbe essere limitata strettamente a quanto è progressiva in tali movimenti, che questo riconoscimento non comporti di oscurare la coscienza proletaria dall'ideologia borghese. "(Osservazioni critiche sulla questione nazionale, 1913)

Il nazionalismo borghese di una nazione oppressa ha un contenuto democratico che è diretto contro l'oppressione, questo è quello che sosteniamo. Tuttavia non sosteniamo il contenuto che mira a rafforzare il nazionalismo e i privilegi della borghesia nazionale e che rompe la coscienza di classe proletaria cancellando distinzioni di classe tra borghesi, piccolo-borghesi e proletari.

"Con il pretesto che le sue richieste sono" pratiche", la borghesia delle nazioni oppresse chiamerà il proletariato per sostenere le sue aspirazioni incondizionatamente ... Il proletariato si oppone a tale pratica. Pur riconoscendo uguali diritti a uno stato nazionale, i valori e soprattutto l'alleanza dei proletari di tutti i paesi, e valuta qualsiasi domanda nazionale, ogni separazione nazionale, dal punto di vista della lotta di classe dei lavoratori . Per i lavoratori, la cosa importante è quello di distinguere i principi delle due tendenze. Nella misura in cui la borghesia della nazione oppressa combatte gli oppressori, siamo sempre, in ogni caso, e più fortemente di chiunque altro a suo favore, perché noi siamo i nemici più fervidi di oppressione. Ma nella misura in cui la borghesia della nazione oppressa supporta il suo proprio nazionalismo borghese, noi siamo contro. "(Lenin, citato da Ibrahim Kaypakkaya nella Questione Nazionale in Turchia, 1971)

pc 5 ottobre - l'Italia imperialista si nuclearizza dentro la NATO e al carro dell'imperialismo USA e il Parlamento approva..un contributo

Grandi manovre nucleari alla Camera

Manlio Dinucci | ilmanifesto.it

03/10/2017

Il giorno prima che il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari venisse aperto alla firma alle Nazioni Unite, alla Camera dei deputati è stata approvata il 19 settembre, a grande maggioranza (296 contro 72 e 56 astenuti), una mozione Pd a firma Moscatt e altri.

Essa impegna il governo a «continuare a perseguire l'obiettivo di un mondo privo di armi nucleari attraverso la centralità del Trattato di non-proliferazione (Tnp), valutando, compatibilmente con gli obblighi assunti in sede di Alleanza atlantica, la possibilità di aderire al Trattato per vietare le armi nucleari, approvato dall'Assemblea generale dell'Onu».

La mozione Pd, «su cui il governo ha espresso parere favorevole», è una cortina fumogena per nascondere il fatto che l'Italia è accodata al crescente riarmo nucleare Usa/Nato ospitando, in completa violazione del Tnp, le bombe nucleari Usa B-61 che dal 2020 saranno sostituite dalle ancora più pericolose B61-12.

La vera posizione del governo Gentiloni è emersa il giorno dopo quando, attraverso il Consiglio nord-atlantico di cui fa parte insieme agli altri 28 governi della Nato, ha respinto in toto e attaccato il Trattato Onu. Alla Camera dei deputati la mozione Pd è stata votata da Forza Italia, Fratelli d'Italia, Scelta Civica, Alternativa Popolare, Democrazia Solidale e Gruppo Misto.

La Lega Nord, assente in aula al momento del voto, con una sua mozione chiama il governo «a non rinunciare alla garanzia offerta dalla disponibilità statunitense a proteggere anche nuclearmente l'Europa e il nostro stesso paese, non necessariamente rispetto alla Russia».

Come se l'Italia fosse in grado di stabilire contro chi debbano essere puntate le armi nucleari Usa. Sinistra Italiana e Articolo 1, nelle loro mozioni respinte dalla Camera, chiedono la rimozione delle armi nucleari Usa dall'Italia in base al Trattato di non-proliferazione e l'adesione dell'Italia al Trattato Onu. Però, sulla mozione Pd, entrambi i gruppi non hanno votato contro ma si sono astenuti. Ha invece espresso voto contrario il Movimento 5 Stelle.

Nella sua mozione, anch'essa respinta, esso non chiede però al governo né la rimozione delle armi nucleari Usa dall'Italia in base al Trattato di non-proliferazione, né l'adesione dell'Italia al Trattato Onu, ma di «relazionare al Parlamento sulla presenza in Italia di armi nucleari, non facendosi più paravento di un vincolo atlantico alla riservatezza inesistente per i cittadini e i parlamentari Usa» e di «dichiarare l'indisponibilità dell'Italia ad utilizzare armi nucleari, a non acquisire le componenti necessarie per rendere gli aerei F-35 idonei al trasporto di armi nucleari».

La mozione del M5S rispecchia la posizione espressa dall'aspirante premier Luigi Di Maio che «non vogliamo uscire alla Nato» (come ha dichiarato lo scorso aprile in una conferenza negli Usa), che (come ha dichiarato in un'intervista lo scorso giugno) «vogliamo restare nella Nato, ma vogliamo parlamentarizzare gran parte delle scelte».

Illusione o peggio.

Nel Consiglio nord-atlantico, stabiliscono le norme Nato, «non vi è votazione né decisione a maggioranza», ma «le decisioni vengono prese all'unanimità e di comune accordo», ossia d'accordo con gli Stati uniti cui spettano per diritto la carica di Comandante supremo alleato in Europa e gli altri comandi chiave, compreso quello del Gruppo di pianificazione nucleare della Nato.

Promettere che gli F-35, aerei concepiti per l'attacco nucleare soprattutto con le B61-12, possano essere usati dall'Italia con una sorta di sicura che impedisca l'uso di armi nucleari, equivale a una favola raccontata ai bambini per fargli dormire sonni tranquilli.

pc 5 ottobre - Alessandria in piazza il 6 ottobre per la casa - la piattaforma

 il Movimento per la Casa "busserà" a Palazzo Rosso

Ecco in 6 punti le proposte di trattativa avanzate dal Movimento per la Casa alla nuova amministrazione comunale in merito alla gestione dell'emergenza abitativa in città. Venerdì 6 ottobre dalle ore 10 in programma ci sarà una manifestazione sotto Palazzo Rosso per tornare a sostenere il diritto all'abitare
ALESSANDRIA - Nell’appello di indizione della manifestazione per il diritto all’abitare che si svolgerà venerdì 6 ottobre dalle ore 10 davanti al Comune di Alessandria il Movimento per la Casa, animato dai ragazzi del Laboratorio Sociale di via Piave, annuncia: “Bussiamo alle porte di Palazzo Rosso affinché si apra un tavolo di confronto fra l’amministrazione comunale ed i cittadini, con la volontà di cercare e trovare soluzioni reali e percorribili nell’interesse del bene comune. Noi dopo oltre dieci anni di impegno su questo terreno abbiamo idee e proposte che crediamo possano essere utili per affrontare con serietà la questione.”

"Proviamo ad elencarle a dimostrazione della volontà di aprire un tavolo di confronto con l’amministrazione comunale. Siamo fermamente convinti che occorra chiudere la lunga stagione degli interventi emergenziali e provare tramite la volontà politica a gestire il problema casa attraverso strumenti ordinari".

Ecco i 5 punti proposti dal Movimento. 
1) Garantire il passaggio da casa a casa per tutti
Da qui è necessario partire per una politica abitativa efficace.
Il principio è semplice.
Il diritto all’abitazione sancito nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e nell’articolo 47 della Costituzione italiana ha precedenza sul diritto alla rendita.
E’ lo stesso tribunale nell’emanazione del provvedimento di sfratto a sentenziare se trattasi di morosità colpevole o incolpevole.

pc 5 ottobre - Genova, manifestazione antifascista 7 ottobre - info stampa

Genova, manifestazione antifascista: «No a sedi di CasaPound e  Superba»

Genova - «Non dobbiamo permettere ai fascisti di CasaPound e Superba di aprire sedi a Genova», con questa parola d’ordine il collettivo “Genova Antifascista” ha chiamato ad un presidio per il prossimo 7 ottobre in via Serra.

L'Anpi sarà in piazza il 28 ottobre
Una risposta alla progettata apertura delle sedi genovesi di Casapound e Lealtà & Azione

Un’iniziativa di ampio respiro insieme a partiti, movimenti e sindacati per il 28 ottobre prossimo, nel giorno in cui Forza Nuova e altri soggetti neofascisti hanno annunciato una “marcia su Roma” che peraltro non sarebbe stata più autorizzata. Una manifestazione che riprende la linea decisa dall’Anpi nazionale, ma che, spiega Anpi Genova, vuole anche essere la risposta all’apertura delle sedi genovesi di Casapound e Lealtà&Azione, previste per sabato 7 ottobre, ma forse rinviate almeno per quanto riguarda l’evento pubblico. Anpi, quindi, che la prossima settimana riunirà il Comitato provinciale proprio per discutere delle iniziative di mobilitazione permanente contro i neofascismi e le intolleranze crescenti, non è stata tra i partecipanti in piazza De Ferrari all’Assemblea Antifascista indetta da gruppi e movimenti anche per dare un segno di reazione all’aggressione subita domenica scorsa da Cinzia Ronzitti, esponente del Partito Comunista dei lavoratori-Pcl, strattonata e fatta cadere da due uomini che volevano strapparle la bandiera nell’area (piazza De Simoni a Quinto) dove si svolgeva la festa.

pc 5 ottobre - "FOGLI DI VIA" A 5 COMPAGNI E COMPAGNE DI PROLETARI COMUNISTI DI TARANTO per la manifestazione di fine maggio contro il G7 di Taormina

E' la misera vendetta dello Stato, della polizia che continua.
Ai Giardini Naxos il 28 maggio - nonostante governo e polizia avessero reso Taormina e Giardini Naxos dei deserti, delle prigioni, in cui tutto era vietato, pure la vita normale per gli stessi abitanti, mentre i 7 più grandi "padroni del mondo", le loro mogli, i loro mega staff, stavano per tre giorni a gozzovigliare nel Castello e in lussuosi alberghi, e decidevano ancora guerre, attacchi alle condizioni di vita, alle libertà dei popoli, delle masse popolari - vi fu una grande manifestazione, di migliaia di persone, sia della Sicilia, sia di altre regioni e città, come da Taranto di compagni e compagne di proletari comunisti e dello Slai cobas per il sindacato di classe.
Quel grande e lungo corteo via via fu apertamente sostenuto dalla gente di Naxos che non si era lasciata impaurire e ricattare e scese in strada o si affacciò ai balconi ad applaudire.
Quella manifestazione, giustamente, ruppe il divieto dello Stato, presente con un dispiegamento assurdo di ogni arma (polizia, carabinieri, guardia di finanza che avevano fatto un'operazione di occupazione di fatto di tutto un paese), di arrivare solo fino ad un certo punto e in centinaia andarono oltre e fronteggiarono una polizia che dalla terra, dal mare, dal cielo cercò inutilmente di impedirlo con cariche, lacrimogeni. Senza riuscirci.

Ora lo Stato si vendica, e sta mandando a varie persone, lavoratori, donne, giovani che c'erano quel giorno i "fogli di via", che vietano di andare o anche di passare da Taormina o dai Giardini Naxos per due anni. E, chiaramente, anche i compagni di Taranto - che appena arrivati a Naxos furono bloccati dai carabinieri per quasi due ore per essere identificati - hanno ricevuto in questi giorni i "fogli di via
Noi di Taranto, che lavoriamo ogni giorno per sviluppare organizzazione e lotta degli operai, dei lavoratori, delle donne, siamo orgogliosi di essere andati a Taormina contro i padroni del mondo, di aver manifestato con tutti gli altri, di aver portato anche la voce di protesta di Taranto. 
Noi non pensiamo proprio di andare a fare i turisti nei prossimi due anni a Taormina e Giardini Naxos. Ma se governo e Stato dovesse fare un'operazione di occupazione come a maggio, ci ritroverete!

Per chi vuole capire quello che è accaduto nei giorni 27 e 28 maggio a Taormina, abbiamo fatto uno speciale del giornale proletari comunisti - che potete richiedere a pcro.red@gmail.com

pc 5 ottobre - G20 DI AMBURGO: FINALMENTE LIBERO ANCHE EMILIANO, LIBERTA' PER TUTTI GLI ARRESTATI

dal Giornale di Sicilia di oggi

In Germania. Emiliano Puleo è stato condannato ad un anno e mezzo. Il responsabile di Rifondazione comunista: “Quali disordini? Li hanno bloccati in ostello”
Scontri al G20, libero partinicese. È stato in carcere per tre mesi

Emiliano Puleo è libero. A conclusione del processo che si è concluso nel primo pomeriggio di ieri al tribunale di Amburgo-Altona, in Germania, l’attivista di sinistra partinicese di 30 anni è stato scarcerato dopo quasi tre mesi di detenzione nel carcere di Billwerder perché accusato di essere tra i facinorosi che hanno attaccato le forze di polizia e procurato disordini durante il G20. Il giudice tedesco lo ha condannato a un anno e mezzo con la condizionale: “Sono cadute le accuse più pesanti come quella di lesioni a pubblico ufficiale – raccolta Giacomo Minore, esponente di spicco di Rifondazione Comunista di Partinico rimasto a stretto contatto con la famiglia – e ciò a dimostrazione delle accuse inconsistenti nei confronti di Emiliano”. Davanti al giudice il giovane non ha patteggiato: “Ha rivendicato il fatto di essere andato a manifestare pacificamente   aggiunge Minore -, ha rischiato molto ma ha dimostrato grande coraggio nel portare avanti con orgoglio le sue idee.”.

I genitori Ottavio Puleo e Fina Fontana, insieme a consiglieri comunali di Partinico e altri esponenti

pc 5 ottobre - Taranto crocevia di tutte le contraddizioni del capitale: ilva/Cementir/Migranti schiavismo/malaria - L'azione dei proletari comunisti G7-G20 - Rivoluzione d'ottobre - formazione operaia - donne proletarie in lotta su tutto... leggi quotidianamente il blog tarantocontro - info tarantocontro@gmail.com 3475301704

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pc 5 ottobre - Da Bergamo a Roma, passando per il Friuli, i moderno fascisti del PD sdoganano la feccia nazi/fascista

Fiano contro Gori: è scontro nel Pd sulla cittadinanza onoraria a Mussolini
Il promotore della legge contro la propaganda fascista: "Singolare mantenere il riconoscimento per un assassino". Ma il sindaco di Bergamo (e candidato governatore lombardo) non recede: "Resti come monito: cancellarla vuol dire non avere giusta distanza da fatti della storia". Anpi e Comunità ebraica insorgono
di PAOLO BERIZZI

04 ottobre 2017

"Non mi piace per niente che ci siano ancora delle cittadinanze onorarie a Mussolini, che considero un assassino. Trovo singolare che si mantenga una cittadinanza onoraria per un assassino".  "La cittadinanza laciamola come monito, proporne la cancellazione è un errore che denuncia una mancanza della necessaria distanza dai fatti della storia"





Il PD ROMA - Partito Democratico di Roma invita al Festival dell'Unità Roma - Tutta un'Altra Roma ProVita, un'associazione omofoba vicina a Forza Nuova, per quello che i presenti hanno descritto come «Un’iniziativa contro l’eutanasia, senza contraddittorio, con quattro persone sedute in platea, con la proposta di raccolta firme contro “l’educazione gender” nelle scuole e la parola omicidio ripetut... Altro...

Nazifascismo, Civati-Foti: grave che Istituzioni supportino il RommelTrail

Di Redazione Possibile #AntiFa Press 3 ottobre 2017
“Lascia allibiti e indignati scoprire che nel 2017 si dedichino eventi sportivi alla figura del feldmaresciallo Erwin Rommel. La celebrazione della storia non può essere acritica. Il centenario della battaglia di Forcella Clautana, in Friuli, come tutti quelli legati a eventi bellici, dovrebbe servire a lanciare un messaggio di pace e di fratellanza tra i popoli. Dare il nome di una manifestazione celebrativa a uno dei più noti comandanti dell’esercito nazista è una scelta gravissima e che davvero non avremmo mai pensato di doverci trovare a commentare”. Lo dichiarano il deputato e segretario di Possibile, Pippo Civati, e il componente del Comitato organizzativo nazionale, Francesco Foti, in merito all’evento sportivo per commemorare l’evento della Grande Guerra. “Persino più grave – aggiungono i due esponenti di Possibile – è che le istituzioni diano il loro patrocinio a una manifestazione che porta questo nome. Oltre ai Comuni di Claut, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Clauzetto, Meduno e Vito d’Asio, RommelTrail gode del supporto della Protezione Civile e di TurismoFVG, Agenzia per il turismo della Regione Friuli Venezia Giulia. Un’operazione degna di autentiche ‘volpi del deserto’: il deserto della politica e della memoria”.