Comunicato stampa
Il G7 che si terrà a Taormina il
26 e 27 maggio e che vedrà presenti i presidenti o capi di governo di 7 paesi
tra i più industrializzati del mondo, da un lato con le spese, per centinaia di
milioni, effettuate per dare un minimo di vivibilità, giusto per l’occasione,
alla cittadina di Taormina, e dall’altra con la particolare attenzione
riservata ai servizi (viabilità, ospedale ecc.), rappresenta uno schiaffo
pesantissimo a tutti coloro che in questa cittadina, ma in realtà in tutta la
Sicilia, ogni giorno devono combattere contro l’assenza di servizi degni di
questo nome, e soprattutto contro la povertà (povertà, o “diseguaglianza”,
registrata ormai in tutti i “consessi” internazionali e persino dagli stessi
attori al G7 di Bari!!!) visto il livello di disoccupazione e la povertà
crescente, appunto, di tantissime famiglie dell’isola.
Lavoratrici e lavoratori,
precarie e precari, disoccupati di vario tipo, donne senza lavoro e
discriminate in ogni ambito, giovani costretti ad oziare o ad emigrare; così
come le stesse masse di persone costrette a lasciare i loro paesi dell’Asia e
dell’Africa, innanzi tutto, ed emigrare, sono i diretti interessati, perciò,
delle decisioni politiche che verranno prese in questo incontro internazionale.
Un incontro che per nessuna
ragione può essere considerato rassicurante per le masse popolari visto che uno
dei suoi maggiori protagonisti, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump,
è responsabile già ad appena 100 giorni dal suo insediamento di annunci e atti
che peggiorano ancor più la condizione generale delle guerre nel mondo e
dell’economia che è in crisi profondissima, secondo le stesse statistiche della
classe dominante, dal 2007. E Trump al G7 si troverà in ottima compagnia da
questo punto di vista, dato che anche le politiche di tutti gli altri capi di
Stato, a cominciare da Gentiloni, sono fatte di tagli ai diritti acquisiti, ai salari e ai servizi sociali!
L’essenza stessa del capitalismo,
con le sue crisi, e per “ultima” quella in corso, genera violenza, orrore,
guerre e disperazione per milioni di persone nel mondo.
Proprio queste “categorie”
sociali, cioè la classe lavoratrice innanzi tutto, nonostante in Italia i
tentativi dell’Istat di cambiare le carte in tavola, devono trovare la risposta
ad una situazione che diventa ogni giorno più insopportabile…
Risposte che già in diverse parti
del mondo, i popoli oppressi, come in India, solo per fare un esempio, hanno
cominciato a dare, organizzandosi per non sopportare più le “politiche borghesi di
sviluppo” che, al contrario producono eterno “sottosviluppo” e immense
sofferenze umane e distruzione ambientale.
Lo Slai Cobas per il s.c. sostiene
attivamente il presidio di protesta di oggi 20 maggio presso il Consolato USA
di via Vaccarini, ore 16,00, in preparazione della manifestazione del 27 a
Taormina.
Slai cobas per il sindacato di
classe
cobas_slai_palermo@libero.it