sabato 24 dicembre 2016

pc 24 dicembre - Massimo sostegno alla resistenza afghana contro l'imperialismo - Partito Comunista (Maoista) dell'Afghanistan

La resistenza contro la guerra imperialista in Afghanistan deve continuare e crescere

Sono passati quindici anni dall'inizio dell’aggressione imperialista diretta dagli Stati Uniti in Afghanistan. Nel corso della loro guerra di aggressione e di occupazione gli imperialisti americani e i loro alleati hanno commesso numerosi crimini di guerra contro il nostro popolo. Questa guerra imperialista e l'occupazione criminale in Afghanistan non è ancora terminata.
Barack Obama aveva annunciato che la loro guerra e occupazione criminale sarebbero finiti nel 2014. Le forze di occupazione e il loro regime fantoccio con molte cerimonie e fanfare hanno portato avanti

pc 24 dicembre - Una presa di posizione del CPA FIRENZE - estendere la solidarietà a Claudia - Bandire il sessismo dai CS - costruire il movimento femminista proletario rivoluzionario ovunque

Da Firenze a Parma: riflessioni su stupro e violenza sessista

Nelle ultime settimane sono arrivate sulla mail e sulla pagina fb del Centro Popolare alcuni messaggi da parte di Leonard Victorion che ci chiedeva di togliere il suo nome e cognome da un nostro comunicato.
Il comunicato in questione è stato scritto all'indomani dell'assoluzione in appello dei sei ragazzi che nel 2008 stuprarono una ragazza alla Fortezza da Basso di Firenze. Contro questa assurda sentenza, e contro le sue vergognose motivazioni, nell’estate del 2015 ci fu a Firenze un grosso corteo nazionale per esprimere solidarietà alla ragazza e denunciare il vortice di ignoranza, pregiudizio e violenza che

pc 24 dicembre - Onore e gloria ai combattenti maoisti turchi e kurdi caduti nella lotta contro il regime fascista di Erdogan, appoggiato dall'imperialismo USA e alleato dell'imperialismo russo, e dalle forze reazionarie islamiste

Porgiamo al TKP/ML, ai combattenti del TIKKO, alle masse popolari turche e kurde il nostro saluto, addolorato, rabbioso, ma anche pieno di riconoscenza e affetto ai compagni turchi caduti, parte di un esercito proletario e popolare destinato inevitabilmente a vincere contro imperialismo e i suoi lacchè, che con il loro sacrificio danno un fulgido esempio dello spirito maoista di servire il popolo con tutto il cuore.

Morte a ERDOGAN! 
Morte all'imperialismo USA e Russo suoi padroni e complici!

VIVA il TKP/ML! VIVA TIKKO! 
Viva la lotta per il comunismo in Turchia/Nord Kurdistan!

VIVA l'unità e la comune lotta dei comunisti nel mondo!

Viva l'internazionalismo proletario!

PCm Italia
dicembre 2016 


DICHIARAZIONE DEL TKP/ML 
UFFICIO INTERNAZIONALE
A TUTTE LE ORGANIZZAZIONI E I PARTITI FRATELLI

Otto combattenti dell’Esercito di Liberazione degli operai e dei contadini turchi (TIKKO) sono stati uccisi nel mezzo di un intenso scontro a fuoco con l’esercito turco nella valle Ali Bogazi, Dersim. L’intenso scontro a fuoco che ha avuto inizio il 23 novembre è continuato per 6 giorni.
Tra i combattenti del popolo ci sono i compagni Ersin Erel, Hasan Karakoc, Murat Mut, Alican Bulut, Samet Tosun e 3 altri non riconoscibili a causa dell’estensione delle ustioni.
Sebbene il nemico dica di aver perso solo 2 soldati durante lo scontro, testimoni locali asseriscono

pc 24 dicembre - Su richiesta di realtà comuniste a livello internazionale - postiamo in inglese il testo sulla lotta dei migranti di Taranto

The Communists and the Struggle of Migrants
- an Example from Taranto

The struggle of migrant in the reception centers in Taranto extends, a protest triggers another one and, as a "chain", immigrants gradually break blackmail, threats, the open or covered racism by imperialist humanitarianism, and carry on the struggle against the authorities and the NGOs that are unmasked, those run by the priests as well as to those managed by the fake "left".
And the struggle is encouraged and strengthened by the unity of the various situations of migrants.

In this, the Marxist-Leninist-Maoists communists, through the Slai cobas for the Class Union, work in order to make migrants the protagonists of the struggle, of its steps and decisions, so that they take it directly in their hands, against any logic of "fighting for them", existing even in section of anti-racists, that is another form, albeit noble, of imperialist ideology.

At the same time, the communists work to raise the consciousness of the ongoing clash and the battle needed: today the issue of migrants is one of cruxes of the contradiction between imperialist countries and oppressed peoples, a contradiction that can and should turn against imperialism and must find the class unity of the proletariat, the people’s masses in the imperialist countries, as Italy, and the migrants, in order to transform this increasingly important contradiction, both in the oppressed countries and in the belly of the beast, into the revolutionary struggle outside and inside the imperialist citadels.

The migrants’ struggle in Taranto, for the role played by communists and Slai cobas for the Class Union, is becoming a small concrete example of this battle, since the revolt in the camp in Manduria up to the wave of the of migrants struggles today.

To request publications describing these struggles and work you may email to: pcro.red@gmail.com


I COMUNISTI E LA LOTTA DEI MIGRANTI - TARANTO UN ESEMPIO


La lotta dei migranti dei Centri di accoglienza a Taranto si estende, una protesta contagia l'altra, e come una "catena" gli immigrati via via rompono ricatti, minacce, razzismo aperto o coperto da buonismo assistenziale imperialista, e portano avanti la lotta nei confronti delle Istituzioni, delle Associazioni che vengono smascherate da quelle gestite dai preti a quelle finto "sinistra".
E nell'unità di varie realtà di migranti, la lotta si incoraggia e si rafforza.

In questo i comunisti marxisti-leninisti-maoisti, attraverso lo Slai cobas per il sindacato di classe, lavorano perchè siano i migranti protagonisti della lotta, delle sue tappe, decisioni, che la prendano direttamente nelle loro mani, contro ogni logica presente anche in parte degli antirazzisti di "lottare per loro" - che è anche questa una forma, sia pur nobile, di ideologia imperialista.

Nello stesso tempo i comunisti lavorano per elevare la coscienza dello scontro in corso e della battaglia necessaria: oggi la questione migranti è uno dei nodi centrali della contraddizione tra paesi imperialisti e popoli oppressi, una contraddizione che può e deve rivoltarsi contro l'imperialismo e deve trovare l'unità di classe tra proletari, masse popolari dei paesi imperialisti, come l'Italia, e migranti, per trasformare questa contraddizione, sempre più determinante sia nei paesi oppressi che nel ventre della bestia, in lotta rivoluzionaria all'esterno e all'interno delle cittadelle imperialiste.  


Taranto per il ruolo di proletari comunisti e dello Slai cobas sc sta diventando un piccolo esempio concreto di questa battaglia, dalla rivolta del campo di Manduria all'onda della lotta di oggi dei migranti.

I dossier che raccontano queste lotte e lavoro si possono richiedere anche via on line a: pcro.red@gmail.com

pc 24 dicembre - TORINO NOTAV - abbasso la Santa inquisizione - VIVA NICOLETTA! proletari comunisti/PCm Italia

No Tav, il giudice bandisce da Susa la "pasionaria" Nicoletta Dosio

No Tav, il giudice bandisce da Susa la "pasionaria" Nicoletta Dosio

Divieto di dimora sul territorio del comune per l'anziana attivista diventata un caso giudiziario per le sue ripetute evasioni dagli arresti domiciliari

Ieri sera i carabinieri hanno bussato ancora una volta alla porta di Nicoletta Dosio, la "pasionaria" No Tav che si trova agli arresti domiciliari per una dimostrazione del giugno del 2015 in Valsusa e che ha fatto notizia per le sue ripetute evasioni per partecipare a manifestazioni contro la linea ferroviaria Torino-Lione. Stavolta l'atto che i militari le hanno notificato è stato il divieto di dimora a Susa per alcune proteste contro i carotaggi dei terreni avvenute nel dicembre 2015 e nel febbraio 2016.

Proprio nei giorni scorsi Nicoletta Dosio è stata condannata a 8 mesi di reclusione per evasione: avendo più di 70 anni non può essere mandata in carcere, ma le sue uscite e le violazioni degli arresti domiciliari hanno fatto di lei un caso giudiziario. Al punto che il procuratore capo in persona, Armando Spataro, aveva chiesto al Tribunale del riesame (ma non ottenuto) di revocare la misura cautelare perché non esiste il pericolo di fuga e soprattutto per evitare la controproducente ricaduta mediatica che hanno le fughe della nota attivista.

venerdì 23 dicembre 2016

pc 23 dicembre - Il governo Gentiloni, un governo di vermi schifosi, creato da padroni e Renzi per combattere l'esito del referendum e procedere come se nulla fosse

Gentiloni e ministri sono una parte della feccia renziana e uno dopo l'altro mostrano perchè questo governo oltre che illegittimo dopo il referendum è composto da una insieme di ministri sempre peggiori:
dai vice e portavoce di Renzi, il losco Lotti e la Maria Elena Boschi, a un cialtrone come Poletti, alla mezzacalzetta sindacalista Fedele, dall'uomo dei servizi Minniti alla servetta dei generali Pinotti, da De Vincentis, alla Finocchiaro... ad Alfano, promosso come Ministro degli esteri, ecc.
Il loro ruolo è di salvare banche e padroni, restare a galla in Europa, fermare le inchieste della magistratura e poter cancellare l'esito del voto.
Questo governo ora gode dell'alleanza trasversale con Berlusconi, che cerca in Renzi il salvatore dei suoi soldi in Mediaset.
Questo governo non cadrà in parlamento, senza che cresca nel paese un moto di rivolta,

proletari comunisti - PCm Italia

pc 23 dicembre - Gli operai Innse bocciano l’accordo: «La Fiom è alleata con l’azienda»


Scontro frontale. Da una parte le tute blu della Innse. Lavoratori che portano sul petto una medaglia simbolica: quella conquistata nel 2009 nello scontro frontale con la vecchia proprietà per […]

Scontro frontale. Da una parte le tute blu della Innse. Lavoratori che portano sul petto una medaglia simbolica: quella conquistata nel 2009 nello scontro frontale con la vecchia proprietà per il salvataggio dell’azienda. Con tanto di protesta su un carroponte. Dall’altra il sindacato guidato da Maurizio Landini. Oggi il proprietario dell’Innse è il gruppo Camozzi, salutato nel 2009 come «salvatore» dell’azienda. Ora l’idillio si è spezzato. Tanto che le tute blu della Innse hanno bocciato senza appello l’accordo per il rilancio della produzione. Nonostante l’intesa preveda anche una deroga sul Jobs Act per i nuovi assunti.

I lavoratori Innse (oggi 27) sono tornati sulle barricate. Ma stavolta la Fiom (milanese e nazionale) ha preso le distanze. Con una lettera del 6 dicembre. Nei giorni scorsi è arrivata la risposta dei dipendenti Innse. Eccone un passaggio: «Ci è giunta inaspettata e inopportuna la vostra lettera aperta in una fase in cui la controparte padronale ci perseguita con provvedimenti disciplinari, denunce, guardie giurate che ci sorvegliano a vista mentre ci rechiamo a fare assemblea nella sala della Rsu, telecamere fuori e dentro l’officina. Voi, che dovreste difendere la nostra agibilità sindacale e la nostra incolumità di lavoratori iscritti da decenni alla Fiom, condannate le nostre iniziative sindacali, i nostri scioperi e le nostre assemblee dando di fatto, senza ombra di dubbio, il via libera e la copertura alle azioni disciplinari che l’azienda sta adottando nei nostri confronti. Una macchia nera nella storia della Fiom che nessuno potrà più cancellare». La conclusione è inevitabile: «Con o senza il vostro permesso continueremo a svolgere assemblee e scioperi per aprire una vera trattativa».

di Rita Querzè dal Corriere della sera

pc 23 dicembre - Repressione a Bagnoli - la solidarietà di proletari comunisti

napoli

Sono arrivati a un nostro compagno ed ad alcuni lavoratori e disoccupati gli avvisi di doversi presentare nel giorno 31 marzo 2017 presso il tribunale di Napoli per i fatti del corteo del 10 settembre 2013 per ben 9 capi di imputazione, sia penali che amministrativi.
Andiamo per ordine: quel giorno, il 10 settembre, un corteo di 600 persone tra vertenze lavorative e dei disoccupati, oltre che di delegazioni studentesche e di collettivi politici, ha attraversato le strade della città pretendendo un incontro con l'allora presidente della Regione Campania Caldoro che sbloccasse una situazione pericolosa di stallo che avevano subito diversi tavoli di vertenza. Lì vengono individuati come "capi, promotori e organizzatori" 6 persone e vengono accusati di aver "disobbedito" alle restrizioni della Questura per fare dei blocchi stradali. Il tutto per estorcere, appunto, l'incontro. E adesso, dopo anni di indagini, è arrivato Babbo Natale.
Le parole usate dalla Questura riflettono la volontà di trasformare in problemi di ordine politico e sociale tutte le vertenze aperte in Regione Campania e dalla magistratura in problemi di ordine pubblico: Chi si pone sul piano della lotta, E NON DI CLIENTELE, diventata un pericoloso criminale. In piú vengono definiti "capi e promotori", con la speranza di essere stigmatizzati ed allontanati dalle comunità in cui vivono, in quanto soggetti pericolosi.
Quel giorno ERAVAMO TUTTI IN PIAZZA a sostenere le lotte dei lavoratori e dei disoccupati, come sempre mai guidati da nessuno se non dalla necessità di ottenere, ad ogni costo, che quei tavoli si sbloccassero. L'unica associazione a delinquere qui è lo Stato che attraverso i suoi comitati di affari (come la Regione), gestisce sistemi di clientele che se da un lato non garantiscono altro che fumo negli occhi e un lavoro sfruttato ed umiliante, dall'altro incitano e sostentano sacche di criminalità antioperaie e antiproletarie.
Pertanto condanniamo le azioni della magistratura e ribadiamo la nostra incondizionata vicinanza a tutti/e gli imputati.
IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO!
Laboratorio Politico ISKRA

pc 23 dicembre - Aragno, già corifeo emozionale ufficiale di De Magistris a Napoli scende in campo a difesa della giunta grillina di Roma - supportato prontamente dalla Rete dei comunisti

Dalla lotta alle grandi caste e alle mafie capitali alla difesa delle 'piccole caste' e delle piccole mafie capitali. 
Lor 'signorini' si lamentano dell'impegno della grande stampa padronale nel mettere in luce le magagne romane e del cerchio 'magico-tragico' grillino.
E' inutile dire che per chi si picca di intellettuale autoprestato alla politica non ci dovrebbe trovare nulla di strano... Usare questo, invece, per nascondere e minimizzare fatti e far rientrare tutto nella grande congiura, è solo una manifestazione della miseria dell'elettoralismo e del riformismo municipale, che copre, pur di far rientrare il tutto nel nuovo schema della sinistra filogrillina e 'filopopulista', l'ignobile politica politicante che pratica come direbbe qualcuno "la scomparsa dei fatti".

 proletari comunisti  - dicembre 2016

Per conoscenza pubblichiamo tutto l'articolo di contropiano perchè ognuno si faccia una idea

E’ sotto gli occhi di tutti ormai: il tiro a segno sull’Amministrazione romana non conosce soste. Fin qui, nulla di nuovo sotto il sole. Il caso Marino dovrebbe averci insegnato qualcosa e non mi importa nulla se in tanti gongolano soddisfatti: chi di spada ferisce, di spada perisce… Non m’importa, perché, parliamoci chiaro, qui non stanno infilzando solo i grillini. Stanno praticando in maniera modernissima il metodo squadrista e ogni giorno è una purga. Fissato il principio e collaudata la medicina, prima o poi la manganellata toccherà a chiunque si azzardi a mettersi di traverso. Mi pare di sentire la replica auto-tranquillizzante: Ma dai! E che sono la Raggio io? Ok, non sei la Raggi, ma un eccesso di sicurezza potrebbe costarci caro.
Non è per nulla difficile vedere in trasparenza quel che si agita nelle redazioni dei giornali mainstream, filogovernativi per professione (Corriere della Sera) o per scelta partitica (La Repubblica, gruppo L'Espresso, proprietà di Carlo De Benedetti, tessera numero 1 del Partito Democratico, almeno fino a qualche tempo fa…).
Basta guardare le prime pagine e il numero di articoli che viene dedicato alla giunta pentastellata di

pc 23 dicembre - Il governo dei padroni e delle banche 'nazionalizza' il Monte dei Paschi - Salvano le banche e la grande finanza con soldi dello stato e delle masse popolari

Una considerazione di proletari comunisti

Quando si nazionalizzano le banche si è bravi a dire: "nazionalizzano per socializzare le perdite e salvare i profitti passati, presenti e futuri..."; quando si parla di "nazionalizzare l'Ilva" costoro, invece, lo dimenticano e propagandano questa strada tra i lavoratori come soluzione di tutti i mali.
Sempre le nazionalizzazioni in regime capitalistico, con Stato dei padroni, governi dei padroni, sindacalisti dei padroni, servono a nazionalizzare le perdite e a permettere alle aziende dei padroni di tornare a fare profitti sulla pelle degli operai e delle masse popolari

da Contropiano
MontePaschi “nazionalizzata”, per socializzare le perdite

E che Stato sia… Alla fine MontePaschi viene ripresa sotto il controllo pubblico, come sempre avviene quando “il mercato” fallisce. Nessuno – neanche l'Unione Euroea, che ha autorizzato l'operazione – mostra neanche un briciolo di stupore. Essì che viviamo in un mondo dominato dall'ossessione per la privatizzazione di tutto ciò che è pubblico, dall'astio scandalizzato verso qualsiasi ruolo dello Stato nell'economia.
Facciamo un breve elenco?
Lo Stato non deve occuparsi della sanità, ma lasciarla gestire dai privati, che lo sanno fare meglio”.
Lo Stato non deve occuparsi dell'istruzione, ma lasciarla gestire dai privati, che lo sanno fare meglio”
Lo Stato non deve occuparsi delle pensioni, ma lasciarle gestire dai privati, che lo sanno fare

pc 23 dicembre - LOGISTICA: E' IL SISTEMA DELLE COOPERATIVE CHE E' PERICOLOSO E VA CAMBIATO

(Dallo Slai cobas per il sindacato di classe - Bergamo)

Lunedì 19 dicembre Banda Said è stato falciato da un muletto nella piattaforma logistica Kamila (società tra Agorà e Italtrans) di Brignano (bg) gestito dalle cooperative dei consorzi Cisa e Cls. Un infortunio gravissimo, 70 giorni di prognosi ed un calvario davanti al lavoratore per recuperare l'uso delle gambe.

Un infortunio annunciato. Da mesi il sindacato denuncia le condizioni di lavoro agli uffici competenti.
I lavoratori che provano a lavorare nel rispetto della propria sicurezza e quella dei colleghi vengono accusati di andare troppo piano. 150 lettere di contestazione disciplinare in poche settimane per aver 'lavorato al di sotto delle media degli altri lavoratori' e forti decurtazioni di salario attraverso l'odioso

giovedì 22 dicembre 2016

pc 22 settembre - ILVA TARANTO - GRANDE RIFIUTO DI MASSA DEL CONTRATTO FASCISTA/NEOCORPORATIVO

All'Ilva di Taranto, quando si riesce a votare o a liberamente non votare senza il ricatto del lavoro, dell'azione dei capi, dei sindacalisti del piccolo favore e della clientela, gli operai Ilva respingono in massa i padroni, i sindacati confederali e non solo.

Il risultato è clamoroso:
su 10.994 aventi diritto
hanno votato 1808 lavoratori il 16,5% e hanno votato Si 960 - i No sono 838
quindi
meno di 1 lavoratore su 100 ha approvato il contratto dei padroni
Gli operai  hanno seppellito in massa il referendum FARSA FIM-UILM-FIOM con tanti operai che si sono spesi in assemblee a spiegare nei minimi dettagli l'ennesima beffa ai danni dei lavoratori...

Il problema ora, come prima del referendum, è riuscire a trasformare il rifiuto operaio in organizzazione di massa di lotta e rivolta operaia.
Questa strada è inevitabile a fronte di quanto succede all'Ilva e a livello nazionale, e deve essere percorsa!

Slai cobas per il sindacato di classe
slaicobasta@gmail.com

pc 22 dicembre - Un comunicato del Comitato Internazionale di Sostegno alla guerra popolare in India

 in via di traduzione

ICSPWI calls to the all supporters of people’s war in India to continue the
prolonged campaign in a new international day of actions for 28 january 2017
please send  news about plans and actions for this day for info to all
mouvement and in India
csgpindia@gmail.com

A new open talk-meeting of ICSPWI is organised for
4th february 2016 in Italy – Bergamo - h.10-19
other sites for this talk-meeting were been proposed, but they are not
possible for organisative problems and other engagements -
the comrades and the solidarity groups that want to partecipate - logements
assured
write to csgpindia@gmail.com for receiving info for the place and contact
it is an open talk-meeting for invitation - no public - but all
comunications about it are open comunications

ITEMS
- breef report about the 2 days of actions 24 november and 28 december
- debate about a tour of democratic representative India in Europe - when,
where,repartition of expenses, etc
- international and internationalist demostration for 50th anniversary of
naxalbari’s revolt – date proposed 20 may 2017
We take the decision about the organisation of one demonstration in one
european country - or simultaneus demostrations in all european countries

it needs a representative partecipation in the open talk-meeting of 4th
february but in any case there will betaken the final decisions about these
items.
>
> solidarity greetings
>
> ICSPWI
> 22 december 2016
>

pc 22 dicembre - A Torino continua la persecuzione della compagna NOTAV Nicoletta Dosio

Tav, domiciliari per la  Dosio: respinta la richiesta del procuratore capo di non applicarli

Il tribunale del riesame ha respinto la richiesta della procura di non applicare gli arresti domiciliari alla pasionaria No tav Nicoletta Dosio, che con la sua disobbedienza ai provvedimenti cautelari emessi nei suoi confronti ha creato un caso giudiziario"Nicoletta Dosio ha persistito nel suo atteggiamento di opposizione rispetto a provvedimenti dell'Autorità giudiziaria e tale comportamento fa ritenere persistenti le esigenze cautelari". Queste le motivazioni. La donna, secondo i giudici, "ritiene di poter mettere le proprie convinzioni al di sopra del rispetto delle norme e giustificare la loro violazione in nome della causa del movimento cui appartiene". Per il Tribunale del Riesame, la condotta della Dosio non è occasionale e sporadica, ma "è frutto di una scelta che trova origine in una determinazione illecita rimasta costante ed anzi forse rafforzatasi nei mesi recenti". 
Per questo "l'istanza di revoca del pm deve essere respinta e va confermata l'ordinanza impugnata"

pc 22 dicembre - All'aeroporto di Caselle Torino per gli operai lavorare significa perdere la vita


Incidente sul lavoro a Caselle, operaio muore  schiacciato dal "muletto"

Incidente sul lavoro a Caselle, operaio muore schiacciato dal "muletto"

Nello scalo merci dell'aeroporto torinese un uomo è morto schiacciato dal muletto che stava manovrando. E' successo intorno alle 14.30 nell'area dello scalo merci del Sandro Pertini. L'uomo, 53 anni di Bergamo, stava guidando un muletto con cui stava scaricando un camion... il muletto si è ribaltato e il manovratore è rimasto schiacciato sotto il suo peso.

pc 22 dicembre - CREMONA: "L'ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA!" - UNA CORRISPONDENZA DAL PRESIDIO AL TRIBUNALE

Cremona 21 dicembre 2016: altra tappa dei processi avviati in quella città contro l’antifascismo

Oggi si è conclusa in aula la fase “preliminare” relativa al processo sullo scontro avvenuto il 18 gennaio 2015 con i fasci davanti al CSA Dordoni. Sette furono i compagni arrestati quella sera, accusati di “rissa aggravata”; fra loro Emilio, che per i colpi ricevuti cadde in coma all’ospedale per oltre un mese. Emilio fu possibile strapparlo dalle grinfie fasciste solo con il getto di un estintore attivato da un compagno; il getto riuscì ad allontanare i fasci e così permise di prendere e portare Emilio in ospedale. [Oggi non era presente: chi l’ha visto di recente conferma che la sua salute è relativamente buona; ha ripreso, con difficoltà, a lavorare.]
Uno dei sette compagni ha scelto il “rito abbreviato” (e nella stessa udienza è stato assolto), mentre tutti gli altri proseguono nel “rito ordinario”, cioè, fra le altre, con possibilità di sostenere anche in aula l’antifascismo, dunque, la giustezza di cacciare i fascisti dalla città, con azioni come quella del 18 gennaio; con mobilitazioni determinate, consapevoli, come la presa antifascista della città compiuta il 24 gennaio 2015 da migliaia di giovani accorsi da ogni parte del paese. Lo striscione appeso oggi di fronte al tribunale di Cremona (dove ci siamo incontrati in una trentina): “L’ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA!”, esprime il segno che assume il processo, la sua continuità con la lotta antifascista.
Lo stesso tribunale ha fissato la data di inizio del processo vero e proprio, che è il 2 MAGGIO 2017 (a Cremona). Da oggi dobbiamo perciò impegnarci affinché anche quel giorno rafforzi la solidarietà per dare continuità all’antifascismo, alla lotta contro ogni sfruttamento, contro le guerre razziste, saccheggiatrici: fasciste più che mai!

pc 22 dicembre - La BLUTEC (ex Fiat Termini Imerese) evade tasse per 700mila euro e la sindacalista della Cisl… le va in aiuto

Eccola qui l’azienda che doveva sostituire la Fiat e dare prova di solidità per far ripartire la produzione. La prima cosa che partirà davvero sembra il contenzioso con il comune di Termini Imerese per evasione del pagamento Imu, ben 700mila euro che possono diventare oltre 900 mila.
E tutto questo nonostante i 22 milioni di euro già sbloccati dalla Regione e Invitalia come prima parte dei complessivi 75 milioni previsti per l’intervento pubblico! E MENTRE GLI OPERAI CONTINUANO AD ASPETTARE DI RIPRENDERE A LAVORARE!
Il "piano" che azienda e sindacati condividono sulla ripresa del lavoro e come viene riportato dall'articolo del Giornale di Sicilia, si commenta da solo. Nella sostanza si tratta di un grande bluff...

 ***
Termini, la Blutec deve 700 mila euro di Imu
Dalla società non hanno commentato la notizia. Cautela dai sindacati: è giusto che paghi, ma per favore, nessuna mazzata
“È bene che si trovino e risorse e si metta a posto la situazione – ha commentato Daniela De Luca, segretario della

pc 22 dicembre - INDIA, la guerra popolare estende la sua influenza alle aree urbane e crea crescente preoccupazione nei settori della repressione del governo fascista indù di Modi

La polizia indiana, nel tentativo di sopprimere le voci di dissenso ha sempre etichettato gli attivisti come maoisti. Molte organizzazioni che sono sotto controllo non hanno nulla a che fare con i maoisti.
Il capo dell’Operazione AntiNaxalita del Maharashtra (ANO) Mr. Shivaji Bodkhe lunedì ha detto che la rete Maoista si stava diffondendo rapidamente nelle aree urbane dello Stato e il movimento maoista non era più limitato ai distretti di Gadchiroli e Gondia.

“C’è l’idea che il maoismo sia limitato solo ai distretti di Gadchiroli e Gondia del Maharashtra. Anche molti nel dipartimento di polizia hanno questa percezione. Ma questo movimento non è limitato ai terreni difficili e densi delle aree forestali. Si sta diffondendo rapidamente nelle aree urbane attraverso le sue organizzazioni frontiste. La polizia deve essere attenta e concentrarsi su

pc 22 dicembre - No nelle fabbriche al contratto fascista-neocorporativo, assistenziale dei metalmeccanici

Il NO vince in molte fabbriche, in tante altre 
il NO e l'astensione, che è come un NO, supera il SI

PIAGGIO:
votanti 293
NO 60.1 %
SI 39.9 %

CONTINENTAL:

votanti 616
NO  72,4%
SI   28,6%

ST Agrate
aventi diritto 4000

pc 22 dicembre - I COMUNISTI E LA LOTTA DEI MIGRANTI - TARANTO UN ESEMPIO

La lotta dei migranti dei Centri di accoglienza a Taranto si estende, una protesta contagia l'altra, e come una "catena" gli immigrati via via rompono ricatti, minacce, razzismo aperto o coperto da buonismo assistenziale imperialista, e portano avanti la lotta nei confronti delle Istituzioni, delle Associazioni che vengono smascherate, da quelle gestite dai preti a quelle finto "sinistra".
E nell'unità di varie realtà di migranti, la lotta si incoraggia e si rafforza.

In questo i comunisti marxisti-leninisti-maoisti, attraverso lo Slai cobas per il sindacato di classe, lavorano perchè siano i migranti protagonisti della lotta, delle sue tappe, decisioni, che la prendano direttamente nelle loro mani, contro ogni logica presente anche in parte degli antirazzisti di "lottare per loro" - che è anche questa una forma, sia pur nobile, di ideologia imperialista.


Nello stesso tempo i comunisti lavorano per elevare la coscienza dello scontro in corso e della battaglia necessaria: oggi la questione migranti è uno dei nodi centrali della contraddizione tra paesi imperialisti e popoli oppressi, una contraddizione che può e deve rivoltarsi contro l'imperialismo e deve trovare l'unità di classe tra proletari, masse popolari dei paesi imperialisti, come l'Italia, e migranti, per trasformare questa contraddizione, sempre più determinante sia nei paesi oppressi che nel ventre della bestia, in lotta rivoluzionaria all'esterno e all'interno delle cittadelle imperialiste.  


Taranto per il ruolo di proletari comunisti e dello Slai cobas sc sta diventando un piccolo esempio concreto di questa battaglia, dalla rivolta del campo di Manduria all'onda della lotta di oggi dei migranti.

I dossier che raccontano queste lotte e lavoro si possono richiedere anche via on line a: pcro.red@gmail.com

pc 21 dicembre - Imperialismo Usa sotto Trump e governi imperialisti europei - la loro scelta è una: armi-guerra-profitti / Leggere i due speciali di proletari comunisti/PCm Italia

Trump preme, l’Unione Europea spenderà di più per le armi



armi675

"Dobbiamo fare di più e meglio, riguardo le spese militari”, dichiara Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri.
Julian E. Barnes – Laurence Norman, dal Wall Street Journal
Traduzione e cura di Francesco Spataro

Bruxelles – I leaders europei hanno approvato i futuri programmi, finalizzati ad aumentare le spese militari; questo, secondo fonti ufficiali, in risposta seppur parziale, alle forti pressioni della subentrante amministrazione Trump, che insiste, nel pretendere obblighi maggiori nella difesa del continente europeo.
Ciononostante, raggiungere nei dettagli, un accordo finale nei prossimi mesi, sembra essere molto arduo: permangono, all’ interno del gruppo degli Stati membri, divisioni su come dovrebbe, eventualmente, lavorare il nuovo gruppo d’acquisto dei sistemi di difesa, su come dovrebbero essere divisi i costi, e su chi avrebbe le competenze, per utilizzare i nuovi sistemi difensivi.
Federica Mogherini, Alto rappresentante degli affari esteri per l’Unione Europea, ha dichiarato, in un’ intervista rilasciata al Wall Street Journal che, “l’ Europa sa che deve fare di più e meglio”, rispetto la spesa dedicata agli armamenti.
La Mogherini afferma che, l’ impegno economico per i nuovi piani per la difesa degli Stati membri, inclusa la creazione di un gruppo di nazioni europee, con i requisiti per creare nuove risorse comuni di difesa, dovrebbe essere il più ampio possibile, molto più di quello attuale. Potrebbe rappresentare una svolta, che rafforzerebbe l’ idea di una cooperazione militare transatlantica.
Questa potrebbe essere parte di una nuova strategia transnazionale con gli USA, dal momento che, il Presidente Trump si dice, affermi che gli Europei debbano responsabilizzarsi maggiormente quando si parla di difesa in Europa,” ha dichiarato la Mogherini.
La diplomazia, dal canto suo, afferma che le mosse della UE, non sono destinate a competere con il ruolo della NATO nel difendere l’ Europa, ma che, al contrario, entrambe le cose incoraggerebbero gli Stati membri ad agire militarmente, anche da soli, senza l’ apporto degli USA, permettendo così all’ Europa di spendere maggiormente in impianti difensivi.
Questo tipo di cooperazione e l’incremento degli investimenti nei confronti dell’ industria bellica, non è una contraddizione, né duplicherebbe le attività della NATO; sarebbe un’ ottima cosa,” ha dichiarato giovedì scorso il Presidente della Lituania, Dalia Grybauskaite.
Subito dopo l’ incontro, anche il Presidente Francese Francois Hollande, ha richiesto più fondi per la difesa. “Gli Europei devono raggiungere il 2% del PIL,” afferma Hollande.
Federica Mogherini, giovedì sera, dopo aver ottenuto l’ approvazione del Consiglio di Europa, muoverà i primi passi verso il progetto per la creazione di un nuovo tipo di “cooperazione strutturata permanente”, fra i membri della UE, che le permetterà di mettere a punto ed acquistare nuovi armamenti, come droni, aerei di ultima generazione, elicotteri e cyber-dispositivi.
Nello stesso momento in cui, alcuni diplomatici affermavano che solo una manciata di stati membri avrebbero accettato di unirsi al gruppo di cooperazione militare, conosciuto con l’acronimo “Pesco la Mogherini dichiarava, di credere fermamente che, alla fine, gli stati membri ad accettare, sarebbero stati un gran numero.
Il gruppo, o blocco di cooperazione, permetterebbe agli Stati membri di acquistare un maggior numero di armamenti, riducendo così i costi, e di conseguenza aiutando l’Europa ad aumentare e consolidare il suo potere militare. Inoltre, le spese militari europee sono ben al di sotto di quelle degli Stati Uniti, e molti analisti sono dell’ opinione che il problema maggiore risieda nell’ inefficienza con cui sono fatti gli acquisti: alcuni stati spesso finiscono per acquistare dei duplicati di armamenti, a scapito della spesa.
Vista la situazione in cui versa la sicurezza in Europa, tutti gli Stati membri sarebbero sicuramente interessati in un qualche tipo di Pesco ha dichiarato la Mogherini. “Quello di cui abbiamo bisogno per l’ Europa, è un’ economia di scala,. Non c’è un singolo Stato membro europeo che non trarrebbe beneficio da una cooperazione strutturata e permanente con gli altri stati” aggiunge l’ ex-ministro.
L’ eventuale approvazione dei leaders europei, giovedì prossimo, permetterebbe agli Stati membri di iniziare a pianificare come usare i circa 1500 uomini dei vari gruppi tattici. Le divisioni politiche all’interno del gruppo hanno finora impedito l’uso dei militari, ma con la decisione della Gran Bretagna di lasciare la UE e le nuove mosse difensive che devono essere approvate dai leaders europei, il percorso potrebbe essere spianato.
La Mogherini ha dichiarato inoltre che, se la UE non inizia ad usare i propri contingenti, sarà sempre meno probabile che gli Stati membri contribuiscano con ulteriori sforzi all’ impegno militare. Con il mondo in crisi, la rappresentante dell’ UE è sicura che, il 2017, potrebbe dare una grande opportunità all’ Unione Europea per schierare le proprie forze militari.
Non sto dicendo che saremo costretti ad usare i contingenti, ma dovremo schierarli, comunque vada. In questo periodo di crisi attuale, le opportunità di usare forze di intervento rapido, non mancheranno. E sì, non escludo che nel 2017, le potremmo anche utilizzare” chiosa l’ Alto rappresentante.


pc 21 dicembre - I MARTIRI DELLA RIVOLUZIONE CONTINUANO A VIVERE NELLE NOSTRE LOTTE!

DICHIARAZIONE DEL TKP/ML – UFFICIO INTERNAZIONALE
A TUTTE LE ORGANIZZAZIONI E I PARTITI FRATELLI
Otto combattenti dell’Esercito di Liberazione degli operai e dei contadini turchi (TIKKO) sono stati uccisi nel mezzo di un intenso scontro a fuoco con l’esercito turco nella valle Ali Bogazi, Dersim. L’intenso scontro a fuoco che ha avuto inizio il 23 novembre è continuato per 6 giorni.
Tra i combattenti del popolo ci sono i compagni Ersin Erel, Hasan Karakoc, Murat Mut, Alican Bulut, Samet Tosun e 3 altri non riconoscibili a causa dell’estensione delle ustioni.
Sebbene il nemico dica di aver perso solo 2 soldati durante lo scontro, testimoni locali asseriscono che molti altri sono morti. Si sa che lo stato turco non rivela mai il vero numero di soldati uccisi in tali scontri.
Nonostante il dispiegamento di centinaia di truppe, l’uso di armamenti pesanti e decine di veicoli militari, i nostri compagni hanno mantenuto la posizione e combattuto per 6 giorni impedendo all’esercito di entrare nella valle.
I corpi dei compagni caduti mostrano segni di gravi ustioni. Alcuni dei corpi non possono essere stati identificati a causa dell’estensione di queste ustioni. L’estensione delle ustioni sui compagni caduti chiaramente mostra l’uso di armi chimiche da parte dei militari durante questi scontri. Per coprire questi massacri e nascondere le prove dell’uso di armi chimiche le autorità non permettono una corretta autopsia e le famiglie dei compagni caduti vengono minacciate.
Chiaramente lo stato fascista è terrorizzato anche dai morti. Le tombe dei rivoluzionari e dei patrioti che sono morti combattendo lo stato continuano ad essere vandalizzate e distrutte. Il memoriale del compagno armeno Armenak Bakirciyan, che è caduto martire in uno scontro a fuoco il 13 maggio a Karakocan, Elazig è stato di recente demolito per ordine del governatore di Dersim. Un’altra ragione dietro alla demolizione di questo memoriale del compagno è l’odio dello stato verso il popolo armeno. Lo stato turco continuamente lancia simili attacchi vili alle tombe e ai memoriali dei combattenti nazionali curdi. Il messaggio che intendono mandare al popolo curdo con questi vili attacchi è “non vi lasceremo in pace nemmeno dopo morti”.
Il movimento nazionale curdo e la lotta di classe stanno crescendo in Turchia e le classi dominanti turche sono terrorizzate da questo fatto. Con la scusa del fallito tentativo colpo di stato del luglio 2016, il governo AKP sta nei fatti intensificando i suoi attacchi contro il popolo curdo, i rivoluzionari, i democratici e tutte le altre forze progressiste. Tutti questi odiosi attacchi vengono portati avanti con la scusa che stanno combattendo contro Fethullah Gulen e le sue organizzazioni. Migliaia di democratici e progressisti sono stati cacciati via dai loro posti di lavoro, molte centinaia di giornalisti, patrioti, democratici sono stati arrestati. Tra quelli arrestati ci sono i parlamentari del Partito Democratico Popolare (HDP) Selahattin Demitas e Figen Yuksekdag e otto altri. Sotto la direzione dell’AKP e delle classi dominanti turche si sta intensificando la repressione contro il popolo curdo.
Sin dalla rivoluzione di Rojava in Siria, le classi dominanti turche non possono digerire il successo ottenuto dal popolo curdo. I loro piani per invadere Rojava attraversando il confine a Jarablus sono anch’essi falliti. Così stanno intensificando i loro attacchi contro il movimento curdo all’interno della Turchia incitando all’odio cieco verso il popolo curdo. L’unico modo che hanno per continuare a rimanere al potere è quello di mobilitare tutti coloro che sono sotto i loro controllo per attaccare e intimidire il popolo curdo.
L’AKP sta pianificando di rafforzare la dittatura passando dall’attuale sistema al sistema presidenziale. Ci sta lavorando insieme al fascista e razzista Partito del Movimento Nazionalista (MHP). Con la dichiarazione dello Stato di Emergenza (OHAL) in seguito al fallito tentativo di colpo di stato, l’offensiva della borghesia turca contro il popolo si è intensificata in maniera esponenziale.
Ma tutti questi sforzi non serviranno a niente se non come futile tentativo di rimanere al potere! Lo stato fascista non sarà in grado di fermare la crescente opposizione popolare. E nemmeno sarà in grado di fermare il progresso del movimento nazionale curdo. Perfino i guerrafondai imperialisti che sostengono apertamente lo stato turco non saranno in grado di fermare la terribile sconfitta delle classi dominanti turche.
Il movimento nazionale curdo, il movimento rivoluzionario e i comunisti devono unirsi contro il fascismo oggi più che mai. Attualmente, ogni avanzamento del movimento rivoluzionario può solo emergere ed essere ottenuto attraverso l’unità. L’unità è la sola via per dare speranza alla nazione curda e alle masse lavoratrici e alla classe operaia in Turchia.
La morte e la deportazione delle centinaia di migliaia di persone nelle attuali guerre reazionarie in Medio Oriente mostrano l’importanza e la necessità della lotta antimperialista. Il nostro partito ha preso il suo posto in Siria insieme ad altri rivoluzionari dalla Turchia e di tutto il mondo per estendere la solidarietà con la rivoluzione di Rojava. Il nostro partito è impegnato a rafforzare e a diffondere la guerra popolare per realizzare la rivoluzione democratica del popolo.
I MARTIRI DELLA RIVOLUZIONE CONTINUANO A VIVERE NELLE NOSTRE LOTTE!
VIVA LA GUERRA POPOLARE!
ABBASSO L’IMPERIALISMO, IL FEUDALESIMO E TUTTI GLI ALTRI REAZIONARI!
10 DIC 2016
TKP/ML – UFFICIO INTERNAZIONALE

martedì 20 dicembre 2016

pc 20 dicembre - Anche a Berlino la guerra torna a casa, nella forma di odiosi attentati indiscriminati e reazionari

I governi imperialisti seminano morti e distruzione in medio oriente in Siria, in Irak, in Afghanistan.
Sono loro i responsabili e la causa prima di ciò che accade nel cuore delle loro capitali.
Il terrorismo maggiore delle bombe e della politica dell'imperialismo, alimenta 'il terrorismo minore' di stampo reazionario targato Isis.

Nel cuore dei paesi imperialisti sono i proletari e le masse popolari che devono attivare la guerra di classe e popolare interna contro i governi imperialisti e non arruolarsi nella guerra esterna-interna dei governi imperialisti.

proletari comunisti - PCm Italia
20 dicembre 2016

pc 20 dicembre - Aleppo - una tragedia originata dall'aggressione imperialista alla Siria, a cui si è aggiunto l'intervento imperialista russo a sostegno del regime reazionario di Assad

Le masse popolari siriane sono tutte vittime della guerra interimperialista per interposta persona che le potenze imperialiste conducono per i profitti e il controllo geostrategico dell'area.
Le masse popolari siriane hanno una sola guerra da condurre, quella per la liberazione dall'imperialismo USA, EUROPA, RUSSIA e dai regimi reazionari nell'area Siria,Turchia, Arabia Saudita, ecc. 

E' osceno invece vedere nel nostro paese che padroni, governo, parlamento, forze politiche che partecipano all'aggressione imperialista alla Siria, come in Irak, ecc., ora si commuovono di fronte alla tragedia siriana e si dichiarano dalla parte delle masse siriane che contribuiscono a massacrare.

Così come è indegno vedere in Italia, gruppi sedicenti 'comunisti' o di opinioni antimperialiste schierarsi con l'uno o l'altro imperialismo giustificando bombardamenti e massacri.

Serve sviluppare una vera controinformazione e una solidarietà internazionale con le masse massacrate dalla guerra.

proletari comunisti - PCm Italia

20 dicembre 2016

pc 20 dicembre - Turchia - gli eroi del popolo sono immortali


La dichiarazione  del TKP/ML - ufficio internazionale 10 Dicembre 2016 - sul recente martirio di 8 compagni negli scontri con l'esercito turco a Dersim - (in via di traduzione)

AmuBir Aliboğazı vardı, bir Aliboğazı hala 



Filistin’in Siyonist İsrail’in işgal saldırıları karşısındaki 1967 yenilgisinden sonra ülkede kavga ve direniş şiirleri yükselmiş; Mahmud Derviş, Tevfik el Zeyyad, Abu Salma, Samih el Kasım gibi Filistinli şairler bu süreçte halkının bağrında filizlenen şiirleri ile yalnızca Filistin halkına değil, Arap coğrafyasına ve oradan da tüm dünyaya yepyeni umutlar aşılamışlardı. Bu şairlerden Mahmud Derviş’in bir şiiri vardır ki, içerisinde tüm Filistin tarihini bir bütün barındırır. Der ki Derviş: “Ve ant içerim ki/bir mendil işleyeceğim yarına kadar/gözlerine sunduğum şiirlerle süslü/ve bir tümceyle, baldan ve öpücüklerden tatlı: ‘Bir Filistin vardı/bir Filistin gene var!” İşgal ve yok edilmeye çalışılan Filistin’in umut dolu, direniş dolu çığlığı olur “Bir Filistin vardı, bir Filistin gene var!” dizeleri…

pc 20 dicembre - Ditte indagate per mazzette nei cantieri TAV fermi

I No Tav: “i sindacati hanno abbassato la testa davanti al malaffare”

A casa le ditte indagate, cantieri Tav fermi e 200 lavoratori a rischio

Cociv ha rescisso i contratti con le ditte sub appaltatrici rimaste coinvolte nelle inchieste delle magistratura romana e genovese. Cantieri fermi e operai a casa. I sindacati: “non possono essere i lavoratori a pagare” e chiedono anche il rispetto dell'accordo di agosto sull'assunzione di 150 lavoratori del territorio. 

LAVORO – Cantieri del Terzo Valico fermi a Voltaggio, Fraconalto (per amianto), Arquata e Novi. E' ancora uno strascico delle inchieste giudiziarie che hanno portato agli arresti di 14 persone, tra cui i vertici di Cociv, ora sostituiti. Il consorzio per la progettazione e realizzazione dell'opera da 6 miliardi di Euro ha infatti rescisso i contratti con le aziende che, a diverso titolo, sono state coinvolte nelle medesime inchieste.
Asserendo di “ribadire il suo impegno per la continuazione dei lavori e per l’occupazione dei lavoratori del Terzo Valico, svolgendo ogni azione necessaria, nei tempi previsti, per evitare l’insorgere di problematiche occupazionali e sociali nel territorio”, Cociv ha “interrotto i rapporti contrattuali con le imprese terze, contratti per i quali le indagini dell’Autorità Giudiziaria hanno riscontrato oggettive criticità, tenendo costantemente informati il Committente (RFI) e le autorità competenti”,

pc 20 dicembre - A Torino la Santa Inquisizione contro il movimento NOTAV è sempre in azione


No Tav, il pm chiede dieci mesi per Vattimo

No Tav, il pm chiede dieci mesi per Vattimo

Il filosofo era entrato in carcere per visitare i militanti arrestati assieme ai due attivisti Dosio e Abbà
"Chiedo la condanna di tutti gli imputati: 10 mesi per Gianni Vattimo, con la sospensione condizionale, 9 mesi per Nicoletta Dosio e 7 mesi per Luca Abbà" : si è conclusa così la requisitoria del pm Antonio

pc 20 dicembre - Massimo sostegno alla lotta dei senza casa a Torino contro la giunta 'grillina' dell'Appendino

Torino, la protesta per l'emergenza casa blocca per ore i tram alla Falchera

Torino, la protesta per l'emergenza casa  blocca per ore i tram alla Falchera    video

La mossa delle famiglie che occupano edifici dell'Atc
Corteo per le strade di Falchera e tram bloccati dalle famiglie che occupano gli appartamenti di edilizia popolare nel quartiere a nord di Torino. Questa sera un gruppo di persone è scesa in piazza per manifestare contro la giunta Appendino "che si è già dimenticata delle periferie". Questa mattina i manifestanti, insieme con il sindacato Asia Usb, avevano partecipato a un tavolo con amministrazione comunale e Atc, l'azienda territoriale per la casa che gestisce i palazzi, per cercare di trovare una soluzione al problema degli abitanti che nell'ultimo anno hanno occupato le case vuote di Atc.
All'incontro per la giunta a 5Stelle hanno partecipato l'sssessore alle Politiche Sociali, Sonia Schellino, il presidente del Consiglio Comunale, Fabio Versaci, e la consigliera, Deborah Montalbano: "Alle scelte coraggiose ma necessarie, la nuova giunta continua a preferire il mantenimento di politiche inadeguate e lo stesso censimento degli stabili vuoti rimarrà una misura di facciata se non vi è la volontà e il coraggio di superare questi vincoli - attaccano in un comunicato i manifestanti - Usciamo da questo tavolo ancora più convinti di sostenere un'istanza reale a cui solo l'occupazione ha dato soluzione, convinti che chi, anche prendendo atto di questo, non si muove per la tutela della dignità di queste famiglie non mostra nessuna discontinuità con la precedente giunta Pd".


Torino, la protesta per l'emergenza casa blocca i tram alla Falchera
Gli occupanti, insieme con il comitato “Figli di Micciché”, il militante di Lotta continua ucciso nell'aprile del 1975 cui è intitolata l'organizzazione che sostiene le occupazioni, speravano di ottenere risposte sull'emergenza abitativa, ma la precondizione posta dall'amministrazione è che gli abitanti lascino gli appartamenti occupati "Noi non ci stiamo. Vogliamo risposte ai nostri problemi - dicono in strada i manifestanti - Senza soluzioni non lasciamo le case".
Il blocco iniziato poco prima delle 19 è proseguito fino a dopo le 21: "Questa è la prima azione ma ce ne saranno altre. Come da mesi ribadiamo il problema delle famiglie occupanti di Falchera è un problema politico, causato dalla carenza cronica di alloggi destinati ad uso sociale e da criteri che escludono larghe fette di popolazione dalla possibilità di vedersi assegnato un alloggio popolare".

pc 20 dicembre - CHI STUPRA UNA DONNA E' COMUNQUE UN FASCISTA E COME TALE DEVE ESSERE TRATTATO

Sul bestiale stupro di gruppo, avvenuto nel 2010 al centro sociale RAF di Parma, la cui violenza è poi proseguita facendo girare le immagini riprese e, in ultimo, attaccando vigliaccamente la ragazza che finalmente aveva raccontato come erano andati i fatti, noi siamo dalla parte della ragazza senza se e senza ma. E, come hanno denunciato alcune compagne, ciò che va fortemente condannato è l'atteggiamento omertoso, complice tenuto all'epoca e in questi anni da compagni e compagne dell'area.

Su questo, come su tanti altri bruttissimi fatti simili avvenuti e che possono continuare ad avvenire dobbiamo scatenare apertamente la ribellione, la furia delle ragazze, delle compagne.
Solo questo permette di non delegare alle forze dello Stato l'intervento su episodi di violenza fascista/sessista contro le donne.
Si tratta di una nefasta ideologia, figlia dell'abbruttimento ideologico che la borghesia spande a piene mani, che corrode anche nei movimenti antagonisti e opprime le energie di tante compagne.
Tra le ragazze, le compagne chi sottovaluta questo, non comprende il carattere di "guerra" a tutti i livelli che la borghesia porta avanti; non lo comprendono anche quelle compagne che nei movimenti, nei centri sociali sottovalutano la necessità sempre e comunque di darsi organizzazione e di portare avanti la lotta delle donne.
(su questo significativo fu anni fa la battaglia fatta da compagne di un centro sociale di Modena, allora del Mfpr, su cui è possibile avere il loro lungo documento).

Per tutto questo, anche se possiamo comprendere le ragioni personali, non abbiamo condiviso la decisione di non fare più il presidio al tribunale il 19 dicembre.

Non ci può essere un movimento delle donne che non lotti contro ogni violenza sessuale, sempre e dovunque.
La lotta delle donne deve rompere, cambiare i centri sociali, le organizzazioni politiche, i sindacati, i movimenti. Questo è anche il significato dello "sciopero delle donne", che porta anche una "rottura" di concezione, di atteggiamento tra gli operai, il sindacalismo.
Sulla questione femminile, sugli atteggiamenti maschilisti presenti anche in organizzazioni di compagni, in passato si sono giustamente sfasciate intere organizzazioni rivoluzionarie - l'esempio più grande fu Lotta continua verso la fine degli anni 70.

E' solo la lotta rivoluzionaria delle donne a 360° il "vaccino", altrimenti nessuno a priori può e deve considerarsi immune dall'ideologia fascista de "gli uomini che odiano le donne".

MFPR

pc 20 dicembre - IL SECCO NO AL REFERENDUM DALLA DALMINE DI BERGAMO

Si cominciano a sapere i risultati del referendum farsa di Fiom, Fim, Uilm sul contratto metalmeccanico.

Alla Dalmine di Bergamo, come si vede benissimo dai risultati:

più del 50% non ha votato (seguendo l'indicazione dello Slai cobas sc) 

e la maggioranza dei votanti ha detto NO!

pc 20 dicembre - NO ALLA VERGOGNA DEL CCNL METALMECCANICO - NO AL REFERENDUM

In questi giorni nella fabbriche è in corso il referendum sull'accordo sul CCNL metalmeccanico firmato dai sindacati confederali, e salutato dai padroni come tappa fondamentale ed esempio per altri contratti dell'attuazione della linea di più sfruttamento meno salario.

Ma in tante fabbriche gli operai si stanno opponendo a questo contratto che è un insulto per gli operai e le operaie, e anche al referendum fanno sentire forte la loro protesta o votando NO o non partecipando al referendum farsa.

Come abbiamo scritto settimane fa: Questo contratto segna il trionfo dei padroni e del governo e completa il processo di integrazione dei sindacati confederali come parte dell'Ufficio personale delle aziende. La firma da parte della Fiom segna la fine, anche pratica, dell'anomalia Fiom e la riduzione di questo sindacato, checchè ne pensino i tanti delegati combattivi che pur esistono e quel gran numero di operai iscritti alla Fiom che lottano e resistono ai padroni nelle fabbriche.
Al centro di questo contratto vi è stata l'adesione all'ideologia e al modello contrattuale dei padroni. Quindi, un contratto nazionale che non sancisce le conquiste salariali, di tutela normativa delle condizioni di lavoro, di sicurezza, ma che sancisce il principio generale dell'interesse dell'azienda. I contratti aziendali vengono legati alla produttività ancor più di quanto lo siano adesso, e il metodo è quello di collaborare per la competitività sul mercato dell'azienda.
A questo tipo di ideologia e di programma del padrone aderiscono in maniera entusiasta i sindacati confederali le cui dichiarazioni sono una sorta di “inchino” alle aziende e ringraziamento per averli ammessi alla firma di questo contratto; la novità è che il sindacato è parte integrante del modello contrattuale scritto dal padrone. Ovvero il sindacato non è più tale. Ignobili sono poi la dichiarazioni del (ex)sindacalista Landini che parla di “segnale di unità importante in questo momento”.

Questo contratto dei metalmeccanici, ha lo scopo di cancellare il contratto nazionale e il sindacato quale soggetto di difesa delle condizioni di lavoro e nelle fabbriche. E' quindi del tutto evidente che bisogna dire un chiaro NO a questo contratto! E' stato organizzato un referendum alla vigilia di natale (19-20.21 dicembre), ma i referendum in fabbrica sono sempre stati sotto ricatto e di falsa democrazia. 
Quindi, il NO al contratto è il rifiuto di questa farsa-tragedia. Ma questo NO esiste se si riorganizza il sindacato in fabbrica, come sindacato di classe e di massa

Da un volantino dello Slai cobas per il sindacato di classe

92 EURO DI AUMENTO SONO UNA BUGIA
51 EURO LORDI IPOTETICI al 5° livello, potranno diminuire secondo l'inflazione o essere assorbiti dalla contrattazione aziendale.
41 EURO NON PER TUTTI, DIVISI TRA BUONI SPESA, detassati per l'azienda, ma non maturano i contributi per i lavoratori e senza effetto su ferie par tfr;
COMETA E METASALUTE, solo per chi è iscritto. Un meschino incentivo all'obligatorietà. = affari per i sindacati che li gestiscono.
MARZO 2017 UNA TANTUM DI 80 EURO LORDE.
NEL CCNL ENTRA L'ACCORDO FASCISTA  DEL 10 gennaio 2014, che taglia la democrazia, limita lo sciopero, sanziona chi lotta e porta le deroghe al contratto nazionale, anche per diminuire i premi di risultato già in essere.
AUMENTANO GLI STRAORDINARI OBBLIGATORI E FLESSIBILITA, DEMANSIONAMENTO
104 DA PROGRAMMARE 10gg prima del mese di utilizzo

IL NUOVO CCNL DEI METALMECCANICI È INFAMANTE E INSULTANTE. OPERAI TRATTATI COME POVERACCI CUI FARE L'ELEMOSINA MENTRE I SINDACATI CHE LO FIRMANO, CUI SI È AGGIUNTO LANDINI, PRENDONO PRIVILEGI PERMANENTI E UN AUMENTO DEGLI AFFARI TRAVESTITI DA SERVIZI, DAI PADRONI.
ORA CHIAMANO AD UN REFERENDUM SOTTO IL LORO CONTROLLO, DI FALSA DEMOCRAZIA E DI RICATTO!
DICIAMO NO!
Non serve l'opposizione interna alla Fiom, che esce ad ogni accordo bidone per far da freno a chi non ne può più e vuole cambiare Poi, passata la bufera, torna nei ranghi e lasciano tutto come prima.

IL NO AL CONTRATTO HA BISOGNO DI ORGANIZZARE UN VERO SINDACATO DI CLASSE IN FABBRICA!

SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE

pc 20 dicembre - Morti per amianto, nove ex manager Pirelli assolti a Milano. L'UNICA GIIUSTIZIA E' QUELLA PROLETARIA!



Lo ha deciso il giudice della quinta sezione penale del Tribunale Annamaria Gatto. I familiari delle vittime hanno protestato urlando "vergogna" e che "gli operai sono stati uccisi due volte, dai padroni e dai giudici"
di F. Q. | 19 dicembre 2016 

Sono stati tutti assolti con formula piena i nove ex manager di Pirelli accusati a Milano di omicidio

pc 20 dicembre - "ER PISTOLA" alias Poletti, "l'uomo" (si fa per dire) che Odia i Giovani. Uno da CACCIARE, insieme alla cricca di governo

Poletti: “Giovani italiani vanno all’estero? Alcuni meglio non averli tra i piedi”. Poi le scuse. Utenti su Twitter: “Dimissioni”

Il ministro parla dei giovani che espatriano: "Non è che qui sono rimasti 60 milioni di pistola". E quando le sue parole diventano un caso rilanciato da agenzie e social, fa dietrofront: "Mi sono espresso male". Critiche da sinistra. Civati: "Incommentabile". Vendola: "Si tolga dai piedi lui"
di Eleonora Bianchini | 19 dicembre 2016
Centomila giovani se ne sono andati dall’Italia? Sì, ma “non è che qui sono rimasti 60 milioni di pistola. Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente

lunedì 19 dicembre 2016

pc 19 dicembre - FORMAZIONE RIVOLUZIONARIA DELLE DONNE - "LE CASALINGHE ELETTRONICHE DI SHANGHAI" - - LA RIVOLUZIONE CULTURALE PROLETARIA E LE DONNE - 2° PARTE

Continuiamo a pubblicare parti del libro di Maria Antonietta Maciocchi "Dalla Cina - dopo la rivoluzione culturale".
In queste importanti descrizioni, frutto del viaggio in Cina, degli incontri della Macciocchi con tantissime compagne, operaie cinesi, si mostra evidente come la questione della trasformazione della condizione delle donne - che valeva e vale in Cina ma vale ancora e sempre più oggi per tutto il mondo, compresi i paesi imperialisti come il nostro - non è solo un problema di cambiare aspetti della condizione di infinita oppressione precedente in condizioni nuove, ma, come spiega una donna cinese alla Maciocchi, un problema di potere: "la ferocia del passato derivava dal fatto che le donne non avevano il potere e tutta la felicità del presente deriva dal fatto che le donne possono avere il potere".
Ed è, appunto, la questione del potere delle donne nella società, della rivoluzione nella rivoluzione, che diventa il cuore della Rivoluzione culturale proletaria per una effettiva liberazione delle donne.


(Dal libro della Maciocchi) - Le donne sostengono la metà del cielo - ha detto Mao – Ma le donne devono conquistare la metà del cielo," ha aggiunto. “La rivoluzione culturale ha avuto anche in questo campo uno dei suoi fronti politici e ideologici proprio perché le donne non avevano ancora raggiunto la metà del cielo”.
Il ruolo assunto dalle donne in Cina con la rivoluzione non riguardava solo la Cina ma tutti i “nostri costumi occidentali”, un ruolo che “spazzava via come un ciclone, proveniente da diecimila chilometri di distanza, i vecchi miti di inferiorità...”.

Qual'era la condizione delle donne in Cina prima della rivoluzione?


Le donne erano “ingiuriate, disprezzate, i piedi martirizzati a simbolo della loro schiavitú domestica - secondo il messaggio immutabile di Confucio vecchio di 2500 anni: Restate dove siete e sottomettetevi ai decreti del cielo"...


In ogni villaggio cinese, per combinare un matrimonio, una famiglia rappresentava l'acquirente, l'altra l'offerente, e intermediario, tra l'una e l'altra, era la mezzana, che contrattava il prezzo da pagare per la sposa. La fanciulla non aveva il diritto di conoscere lo sposo fino al giorno della gran festa rossa, cioè quando gli veniva presentata, tutta vestita di rosso. A volte lo sposo era un fanciullo, a volte addirittura un bimbetto in fasce, a volte non era nemmeno nato: la famiglia acquistava una nuova serva, la giovane donna sfioriva aspettando che il marito si facesse adulto. «Maritata aspetta il marito," si diceva di lei. E se il marito moriva prima di diventare adulto, ella era ugualmente vedova, e come tale costretta alla fedeltà, pena la morte, per tutta la vita.


Al momento della liberazione, le case di tolleranza erano naturalmente state chiuse. Nella sola Pechino furono eliminate 237 e le prostitute vennero ospitate in un grande istituto dove furono curate, e dove venne insegnato loro a leggere e a scrivere, oltre che un mestiere.

In una commedia scritta dalle stesse prostitute, si si narrava come vivevano in una casa di prostituzione, come subivano lo sfruttamento dei padroni e degli sgherri del Kuomintang, e poi, ecco la nuova vita. Essere sane, libere, istruite, avere un'attività di cui non ci si deve piú vergognare... A Shanghai, dove vi erano 800 bordelli, tra grandi e piccoli, la grande massa delle donne soggette alla prostituzione fu immessa nel lavoro. Ovvero, venne distrutta la base prima della loro corruzione: la miseria, la fame, l'ignoranza.

Il vento della Rivoluzione culturale proletaria - "Le donne vogliono cominciare ad esistere. Le casalinghe elettroniche di Shanghai".


Dalla liberazione, le donne lavoratrici hanno attraversato parecchi momenti politici ed in particolare la prova della grande rivoluzione culturale; la loro mentalità ha conosciuto grandi cambiamenti e piú numerose si fanno le donne che svolgono la loro funzione nella costruzione del potere.

Alcune rimangono ancora in una situazione per cui escono da casa per coltivare la terra, tornano a