Oggi proclamato lo sciopero nel magazzino
dalle ore 11 a fine turno. La protesta con i 4 licenziati si trasferisce
a Calcinate, quartier generale del gruppo Italtrans
sabato 6 agosto 2016
venerdì 5 agosto 2016
BRASILE: INIZIATIVE CONTRO IL "MASSACRO OLIMPICO"...
Rio de Janeiro: massiccio volantinaggio di denuncia del
massacro olimpico
La squadra del giornale A Nova Democracia era presente per
documentare l'azione di volantinaggio, il 3 agosto nel centro del Brasile, cui
aveva fatto appello il Fronte rivoluzionario per la difesa dei diritti del
popolo (FRDDP), il Fronte indipendente popolare (FIP-RJ) e altri movimenti
popolari e democratici.
Con lo slogan "Abbasso il massacro olimpico! Ribellarsi
è giusto! ", gli attivisti hanno denunciato il carattere antipopolare di
questo mega evento che in nessun modo va a beneficio del popolo e serve gli interessi
dei monopoli internazionali, e hanno esortato il popolo ad unirsi alla
manifestazione che si terrà a Saens Peña Piazza, Tijuca, il 5 agosto alle 14h.
La squadra di A Nova Democracia darà una copertura speciale di questa e di
altre manifestazioni che i nostri lettori possono seguire nel Blog della
redazione.
INDIA: INIZIATIVE PER LA SETTIMANA DEI MARTIRI..
Karkala, 31 luglio
I Naxaliti, che hanno mantenuto un livello basso dopo un
breve periodo di attivismo, hanno annunciato la ripresa nel taluk appendendo
striscioni in nome del CPI (Maoista).
Quattro striscioni sono stati trovati appesi ai pali di sostegno
della pensilina vicino alla scuola Poonjaje nel villaggio di Mala situato ai
piedi dei Ghati occidentali. La gente del posto ha notato questi striscioni sabato
30 luglio mattina.
Uno di questi quattro striscioni parlava del Giorno dei
Martiri. I Naxaliti commemorano la settimana dei Martiri dal 28 luglio al 3
agosto di ogni anno. È diventato comune per loro dimostrare la loro presenza in
questo periodo ogni anno. Sapendo questo, la Anti Naxal Force (Forza Anti
Naxalita) rimane attiva durante questo periodo.
Negli ultimi anni, salvo episodi isolati, i Naxaliti non
avevano intrapreso importanti iniziative. Pertanto, si è diffusa L’opinione che
il loro numero fosse diminuito ampiamente. Gli striscioni dannon
prevalentemente il messaggio che la foresta e l'ambiente sono in qualsiasi
momento più grandi di qualsiasi governo e che il popolo dovrebbe unirsi per
sconfiggere il tentativo di portare avanti il Tiger Project, l'attuazione del
rapporto Kasturirangan e altri progetti in agenda nel Parco Nazionale Kudremukh
e altre aree forestali. Gli striscioni ricordano anche di commemorare il giorno
dei Martiri.
Alcuni rapporti dicono che una banda di sei membri composta
da quattro uomini e due donne, ha fatto visita in alcune case nelle aree di Mala
e Nooralbettu in cerca di sostegno per la loro organizzazione qualche giorno fa.
Gli abitanti del posto ritengono che alcuni dei membri provenivano da un altro
stato, per il fatto anche che parlavano un'altra lingua. Ma nessuno dei locali ha
dato dettagli completi del loro incontro con i Naxaliti. Alcuni dicono di aver
sospettato che fossero Naxaliti solo dopo aver visto le bandiere. Tuttavia, la
banda non si è più vista da qualche giorno.
Sia la polizia che la FAN non hanno dato notizie sul
ritrovamento di questi striscioni e delle misure che sono state prese come
conseguenza. Dopo che coloro che hanno visto gli striscioni hanno dato loro la
notizia, i funzionari del dipartimento si sono precipitati sul posto. La
polizia rurale locale ha registrato uno di questi casi. Si dice che sia stata
lanciata una operazione di rastrellamento nei boschi per scoprire se i Naxaliti
sono accampati nella zona.
dalla stampa borghese indiana online
http://www.daijiworld.com/news/news_disp.asp?n_id=406782
mercoledì 3 agosto 2016
agosto - Logistica: continua la mobilitazione contro il sistema neo-schiavistico delle cooperative
I lavoratori che lottano e resistono
Mantiene un livello alto di mobilitazione e di partecipazione la lotta nei magazzini della logistica kamila/italtrans.
I lavoratori stanno lottando per il ritiro dei licenziamenti politici, e la fine dei trasferimenti,
una vera e propria deportazione da un magazzino all'altro per 40 lavoratori colpevoli di
essersi iscritti allo slai cobas sc.
Stanno lottando per avere una giornata di otto ore e turni regolari per tutti in tutti i magazzini. E per porre fine alle ruberie in busta paga.
40 lavoratori, nuovi tesserati, spostati due giorni dopo l'iscrizione dal magazzino dove stavano lavorando da anni, sostituiti da nuovi reclutati appositamente dalle cooperative, e confinati in un altro magazzino, lontano, per punizione.
Un sistema feudale quello delle cooperative, che viola costantemente i più elementari diritti umani. I lavoratori non hanno più vita. La loro giornata, è segnata da un sms delle cooperative che modifica un turno, un orario di lavoro, la sede di lavoro, che può arrivare a qualsiasi ora del giorno e della notte. Un metodo di gestione per il massimo profitto sulla pelle e la vita dei lavoratori. Per un lavoro che è gestito con il cottimo del numero dei colli da movimentare (altissimo) controllato elettronicamente, in una giornata di lavoro che 'normalmente' ha un orario di inizio ma non quello della fine, e che spesso supera le otto ore. O si riduce a 2,3,4, o addirittura a intere giornate senza lavoro, come forma di punizione.
È un sistema, questo, nelle mani degli aguzzini delle coop, coercitivo e repressivo verso ogni forma di dissenso o di disobbedienza, legalizzato, praticamente, dagli articoli del contratto nazionale, firmato da Cgil Cisl Uil, che da mano libera alle coop nella gestione degli orari, dei trasferimenti e mobilità interna tra le varie sedi degli appalti. E con l'art 42bis, permette i licenziamenti collettivi, con il cambio appalto.
Per questo, tra i vari obiettivi delle mobilitazioni, anche venerdì 29 luglio, il corteo dei lavoratori ha protestato alla sede della Cgil di Bergamo (anche per cisl e uil) perché per vincere contro i padroni, i lavoratori hanno bisogno di lottare contro questi ex sindacati corrotti e venduti e i loro accordi bidone.
Una lotta quotidiana, generosa e solidale, organizzata nel sindacato, contro mille soprusi, ritmi di lavoro bestiali, che spaccano la schiena e le braccia, per i diritti, il lavoro, il salario, la dignità.
Ma non possiamo tacere sul gruppetto di lavoratori, che nel magazzino di Brignano si sono uniti attorno ad un nostro ex delegato espulso dall'assemblea per i suoi comportamenti con la coop, finito nel Sicobas, che fanno i collaborazionisti e i crumiri a favore delle coop. Solo un esempio, che su questo abbiamo già scritto molto. Mentre i lavoratori stanno scioperando per il reintegro di 4 licenziati politici, questi 'iscritti al Sicobas' lavorano, tanto, durante gli scioperi e aiutano le coop a finire le consegne, portando, per rafforzare le fila dei crumiri, amici e parenti.
Una vergogna, che crediamo nulla abbia a che fare con le lotte che il Sicobas porta avanti in tanti magazzini, che abbiamo denunciato più volte, ma che deve finire una volta per tutte.
Stanno lottando per avere una giornata di otto ore e turni regolari per tutti in tutti i magazzini. E per porre fine alle ruberie in busta paga.
40 lavoratori, nuovi tesserati, spostati due giorni dopo l'iscrizione dal magazzino dove stavano lavorando da anni, sostituiti da nuovi reclutati appositamente dalle cooperative, e confinati in un altro magazzino, lontano, per punizione.
Un sistema feudale quello delle cooperative, che viola costantemente i più elementari diritti umani. I lavoratori non hanno più vita. La loro giornata, è segnata da un sms delle cooperative che modifica un turno, un orario di lavoro, la sede di lavoro, che può arrivare a qualsiasi ora del giorno e della notte. Un metodo di gestione per il massimo profitto sulla pelle e la vita dei lavoratori. Per un lavoro che è gestito con il cottimo del numero dei colli da movimentare (altissimo) controllato elettronicamente, in una giornata di lavoro che 'normalmente' ha un orario di inizio ma non quello della fine, e che spesso supera le otto ore. O si riduce a 2,3,4, o addirittura a intere giornate senza lavoro, come forma di punizione.
È un sistema, questo, nelle mani degli aguzzini delle coop, coercitivo e repressivo verso ogni forma di dissenso o di disobbedienza, legalizzato, praticamente, dagli articoli del contratto nazionale, firmato da Cgil Cisl Uil, che da mano libera alle coop nella gestione degli orari, dei trasferimenti e mobilità interna tra le varie sedi degli appalti. E con l'art 42bis, permette i licenziamenti collettivi, con il cambio appalto.
Per questo, tra i vari obiettivi delle mobilitazioni, anche venerdì 29 luglio, il corteo dei lavoratori ha protestato alla sede della Cgil di Bergamo (anche per cisl e uil) perché per vincere contro i padroni, i lavoratori hanno bisogno di lottare contro questi ex sindacati corrotti e venduti e i loro accordi bidone.
Una lotta quotidiana, generosa e solidale, organizzata nel sindacato, contro mille soprusi, ritmi di lavoro bestiali, che spaccano la schiena e le braccia, per i diritti, il lavoro, il salario, la dignità.
Ma non possiamo tacere sul gruppetto di lavoratori, che nel magazzino di Brignano si sono uniti attorno ad un nostro ex delegato espulso dall'assemblea per i suoi comportamenti con la coop, finito nel Sicobas, che fanno i collaborazionisti e i crumiri a favore delle coop. Solo un esempio, che su questo abbiamo già scritto molto. Mentre i lavoratori stanno scioperando per il reintegro di 4 licenziati politici, questi 'iscritti al Sicobas' lavorano, tanto, durante gli scioperi e aiutano le coop a finire le consegne, portando, per rafforzare le fila dei crumiri, amici e parenti.
Una vergogna, che crediamo nulla abbia a che fare con le lotte che il Sicobas porta avanti in tanti magazzini, che abbiamo denunciato più volte, ma che deve finire una volta per tutte.
SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE
lunedì 1 agosto 2016
agosto 1966 -agosto 2016 - Viva il 50° anniversario della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria - in questo mese in uscita un libro - a cura di 'proletari comunisti' - info pcro.red@gmail.com
8 agosto 1966 - i 16 punti
Decisione del Comitato centrale del Partito comunista cinese sulla Grande rivoluzione culturale proletaria
1 - Una nuova tappa della rivoluzione socialista
La grande rivoluzione culturale proletaria in corso è una grande rivoluzione che tocca l'uomo nel più profondo dell'animo. Essa rappresenta una nuova tappa, caratterizzata da una maggiore profondità e ampiezza, dello sviluppo della rivoluzione socialista del nostro Paese.
Alla decima sessione plenaria dell'ottavo Comitato centrale del Partito, il compagno Mao Zedong ha detto: "Per rovesciare un potere politico è sempre necessario, anzitutto, preparare l'opinione pubblica e lavorare in campo ideologico. Ciò è vero sia per le classi rivoluzionarie che per quelle controrivoluzionarie". La pratica ha provato che la tesi del compagno Mao Zedong è assolutamente giusta.
Benché rovesciata, la borghesia, attraverso le vecchie idee, la vecchia cultura, i vecchi costumi e le vecchie abitudini delle classi sfruttatrici, tenta di corrompere le masse e impadronirsi della loro mente per preparare la propria restaurazione. Il proletarato deve fare il contrario: deve rispondere a ogni sfida lanciata dalla borghesia in campo ideologico e usare le nuove idee, la nuova cultura, i nuovi costumi e le nuove abitudini proletarie per trasformare l'aspetto mentale dell'intera società. Attualmente, il nostro obiettivo è combattere e annientare quei dirigenti che hanno imboccato la via del capitalismo, criticare le "autorità" accademiche reazionarie della borghesia, criticare l'ideologia della borghesia e di tutte le altre classi sfruttatrici, e riformare l'istruzione, la letteratura, l'arte e tutte le altre branche della sovrastruttura che non corrispondono alla base economica socialista, in modo da favorire il consolidamento e lo sviluppo del sistema socialista.
Decisione del Comitato centrale del Partito comunista cinese sulla Grande rivoluzione culturale proletaria
1 - Una nuova tappa della rivoluzione socialista
La grande rivoluzione culturale proletaria in corso è una grande rivoluzione che tocca l'uomo nel più profondo dell'animo. Essa rappresenta una nuova tappa, caratterizzata da una maggiore profondità e ampiezza, dello sviluppo della rivoluzione socialista del nostro Paese.
Alla decima sessione plenaria dell'ottavo Comitato centrale del Partito, il compagno Mao Zedong ha detto: "Per rovesciare un potere politico è sempre necessario, anzitutto, preparare l'opinione pubblica e lavorare in campo ideologico. Ciò è vero sia per le classi rivoluzionarie che per quelle controrivoluzionarie". La pratica ha provato che la tesi del compagno Mao Zedong è assolutamente giusta.
Benché rovesciata, la borghesia, attraverso le vecchie idee, la vecchia cultura, i vecchi costumi e le vecchie abitudini delle classi sfruttatrici, tenta di corrompere le masse e impadronirsi della loro mente per preparare la propria restaurazione. Il proletarato deve fare il contrario: deve rispondere a ogni sfida lanciata dalla borghesia in campo ideologico e usare le nuove idee, la nuova cultura, i nuovi costumi e le nuove abitudini proletarie per trasformare l'aspetto mentale dell'intera società. Attualmente, il nostro obiettivo è combattere e annientare quei dirigenti che hanno imboccato la via del capitalismo, criticare le "autorità" accademiche reazionarie della borghesia, criticare l'ideologia della borghesia e di tutte le altre classi sfruttatrici, e riformare l'istruzione, la letteratura, l'arte e tutte le altre branche della sovrastruttura che non corrispondono alla base economica socialista, in modo da favorire il consolidamento e lo sviluppo del sistema socialista.
Comitato di sostegno internazionale alla guerra popolare in India
Il comitato di sostegno internazionale alla guerra popolare in India – Italia - propone una riunione aperta di compagni e realtà italiane a tutti i
sostenitori della Gp e a tutti coloro che vogliono partecipare in diverse forme
alla campagna nel nostro paese, che ha in programma numerose iniziative per i
prossimi mesi.
La data prevista per questa prima riunione è 18 settembre ore 10 a Dalmine Bergamo – comunicazioni via email in agosto possibilmente entro il 28 agosto o
eventualmente nella settimana successiva:
csgpindia@gmail.com, anche
telefoniche al 3471102638 in settembre
comitato internazionale di sostegno alla gp in India
domenica 31 luglio 2016
pc 31 luglio - FORMAZIONE RIVOLUZIONARIA DELLE DONNE - CHIANG CHING "LA RIVOLUZIONE NELLA RIVOLUZIONE" (conclusione)
Pubblichiamo, in conclusione del lungo testo/opuscolo su Chiang Ching - di cui abbiamo nei due mesi precedenti riportato ampi stralci - altri passi importanti, che riguardano in particolare il ruolo decisivo avuto da Chiang Ching per e durante la Rivoluzione Culturale Proletaria - che portò l'"altra metà del cielo" dal profondo abisso in cui stava prima della rivoluzione al "cielo" appunto.
Nella GRCP Chiang Ching si rivelò ancora di più la compagna determinata, amata dalle masse, soprattutto dai giovani, dalle donne, e odiata dai vecchi e nuovi borghesi, che alla fine la incarcerarono e uccisero.
Chiang Ching è un esempio luminoso della forza dirompente e rivoluzionaria delle donne. Per questo la sua vita va conosciuta e divulgata.
Noi abbiamo cercato di farlo con la Formazione Rivoluzionaria. Ma invitiamo tutte le compagne, le donne che vogliono ribellarsi alla loro doppia, tripla oppressione ed essere in prima fila nella battaglia rivoluzionaria ad approfondire questa importante conoscenza.
L'opuscolo integrale su Chiang Ching si può richiedere a MFPR scrivendo a: mfpr.naz@gmail.com
Riprenderemo a fine settembre la Formazione Rivoluzionaria.
"...Per più di un decennio di
potere proletario si erano fatti giganteschi passi avanti verso la
trasformazione della Cina arretrata, semifeudale e semicoloniale le
proprietà privata aveva subito una profonda trasformazione mediante
la collettivizzazione e la nazionalizzazione dell'industria... la
perversa spirale di miseria e indebitamento era stata interrotta e la
fame e l'analfabetismo erano stati in gran parte eliminati. Le donne
cominciavano in gran numero ad entrare nelle scuole e a prendere
parte attivamente alla vita produttiva ed politica.
Allo stesso tempo,
importanti progressi in molte sfere furono bloccati, in parte o del
tutto, dalla linea revisionista e dall'oppressivo peso del passato...
In alcune fabbriche l'amministrazione, nelle mani dei revisionisti,
invitava gli operai a limitare le discussioni politiche a 30 minuti
al giorno, perchè non si interrompesse la produzione...
Questa contraddizione tra
il socialismo e le vestigia del semifeudalesimo, assieme al nascente
capitalismo, emerse con chiarezza nella lotta, intenza e difficile,
per la liberazione della donna cinese,
pc 31 luglio - A Taranto, il 29 luglio è stata davvero una bella giornata!
Le immagini, i video della grande
contestazione alla visita di Renzi a Taranto di venerdì 29 luglio,
testimoniano come operai, lavoratori, tante donne, madri,
lavoratrici, ragazze, come abitanti dei quartieri, giovani, studenti,
appartenenti a tante associazioni in prevalenza ambientaliste, siano
stati numerosi in piazza Garibaldi, per cui lo Slai cobas per il
sindacato di classe di Taranto aveva dai giorni precedenti lanciato
l'appello a portare, in forma autonoma, libera, individuale e
collettiva, le ragioni generali dell'opposizione alla visita e
all'azione del governo Renzi, non solo sui temi centrali della
salute, del lavoro all'Ilva, ma su tutti i temi che ci toccano in
questa città:
70mila disoccupati, decine di migliaia
di precari, quartieri abbandonati degradati, mancanza di case, di
servizi sociali, masse proletarie impoverite che non si possono
neanche curare, una scuola divenuta allucinante per i costi, per la
selezione di classe, per la miseria dei contenuti formativi, per il
taglio degli asili, il taglio degli insegnanti, ecc.; e, per tornare
all'Ilva, decine di migliaia di operai alla mercè dei decreti del
governo, che continuano a infortunarsi in fabbrica e a morire, a
subire quotidianamente sfruttamento e mancanza di sicurezza, in uno
stabilimento sempre più a rischio; e che dire degli operai delle
Ditte già massicciamente licenziati, a salario precario; che dire di
ogni comparto industriale della città che affronta problemi di
riduzione del lavoro, di cassintegrazione, di mobilità; che dire del
cimitero, dove “i morti seppelliscono i vivi” e si attende da
oltre quattro anni l'inizio di una qualsivoglia bonifica; che dire
dei migranti rinchiusi in un hotspot dove si muore di caldo e dove si
subiscono anche le conseguenze dell'inquinamento...
E potremmo continuare a lungo questa
lista.
Diteci, miserabili porci del governo,
delle Istituzioni, miserabili parlamentari, Pelillo in testa,
miserabili gestori del Comune e della Provincia, miserabili della
stampa, chi rappresentava il 29 la città? La platea di
cortigiani belanti in giacca e cravatta, difesi da una quantità
sterminata di poliziotti in assetto antisommossa, o le diverse
centinaia di persone che sotto il sole cocente dalle 8 del mattino
fino alle 16 del pomeriggio, con dignità, civiltà e rabbia hanno
espresso le ragioni e i bisogni veri di vita dei proletari e delle
masse popolari di questa città?
E voi signori della stampa che parlate
dei “200” - in tutta la giornata eravamo almeno il doppio – che
state a vedere se durante le 8 ore, per rinfrescarsi sotto gli
alberi, o per spostarsi da un posto all'altro a braccare il
signorotto fiorentino, in certi momenti erano 50, in altri 300 e più.
Ci contate? Ma quanto cazzo eravate voi
e loro, tutti insieme e messi insieme? Eravate pur sempre
infinitamente meno di noi. Ed è solo la polizia, probabilmente
questa sì più di noi..., che vi ha permesso la passerella e il
diritto di rappresentare, di raccontare la vostra favola della città
che cresce, si sviluppa, diventa centro della cultura, ecc., ecc.
Renzi parla di insulti. Ma chi insulta
chi? Come si permette lui e la sua stampa di insultare chi
partecipava alla manifestazione mettendoci la faccia, non avendo
paura di dire ciò che tutta Taranto voleva dire ieri: “Renzi
assassino”. Girate signori la città, andate nei quartieri, parlate
con le masse vere di questa città, e diteci se troverete uno solo
che non si trova d'accordo con coloro che contestavano.
La visita di Renzi è stata una
patetica fortezza assediata di persone che non possono neanche
permettersi di girare liberamente per strada; e se in maniera
tronfia, arrogante, con facce abbronzatissime e vestiti firmati, ci
provano, anche per soli 50 metri – come il Pelillo di turno –
vengono subissati di fischi, insulti giusti e sacrosanti, vengono
assediati e chiamati con il loro nome, da una città che gli dice
chiaro che lui non può in nessuna maniera parlare a nostro nome.
Pelillo, uno che vuole campare di
'poltrone' a vita, si dichiara preoccupato per le elezioni (unico suo
problema), e ne ha ben ragione... Pelillo: niente di “personale”.
Si fossero azzardati i Vico di turno, così come tutti coloro che
stavano alla corte di Renzi, avrebbero avuto il medesimo trattamento.
Perchè con il decimo decreto si è chiarito chi come Istituzioni,
partito, persone, è dalla parte di Renzi e dei padroni e della
continuità della morte di uomini, donne e bambini in questa città,
e chi vuole che l'Ilva continui a produrre inquinamento e morte in
mano a padroni peggiori anche di Riva, tagliando lavoro e
incrementando i profitti.
Noi pensiamo che a Taranto il 29 sia
stata una giornata bella. Bella per la rivolta, bella per la
ribellione, bella per la chiarezza, bella per la determinazione,
bella perchè ha messo in rilievo che a Taranto ormai le città sono
due: quella dei padroni e dei loro cortigiani e quella dei proletari,
dei giovani, donne, masse popolari che vogliono vedere qualcuno che
cominci a protestare per davvero per partecipare via via in maniera
progressiva ad una rivolta popolare.
Hai voglia che i giornali riempiono il
giorno dopo le pagine delle dichiarazioni, promesse (i fantasmatici
milioni in arrivo); hai voglia che si i giornalisti trasformino in
portavoce, propagandisti di quello che dice Renzi e il potere. Anche
loro sanno benissimo che la contestazione del 29 non è che l'inizio,
e che i prossimi mesi lo scontro si farà duro - e speriamo non
travisato dalla emergente campagna elettorale, da cui nessuno può
aspettarsi niente di buono comunque.
Certo ieri i manifestanti potevano
essere molto di più e sarebbe stato davvero molto meglio.
Ma i sindacati confederali e l'Usb
dell'Ilva hanno dato il peggio di sé, dicendo agli operai di
rimanere a lavorare, di non disturbare il manovratore, mentre loro
andavano a stringere le mani al signore, o facendo scioperi inutili
quando Renzi non c'era per tenere in fabbrica gli operai quando Renzi
veniva. Al Porto un gruppo di lavoratori ha fatto anche peggio: la
foto come pagliacci ridenti intorno a Renzi, persone che sono in
cassintegrazione da una vita e vogliono forse continuare a vivere di
cassintegrazione, mentre il porto muore e ingoia soldi che non ne
assicurerà alcun sviluppo. Ecco, certi operai si dovrebbero
vergognare, anche di fronte ai loro figli, alle loro famiglie!
Certo anche più dovrebbero vergognarsi
i sindacati confederali. Avevano chiesto a Renzi di andare in
fabbrica a incontrarli per illustrargli la loro “fantastica
piattaforma”, e anche per evitare che gli operai andassero a
protestare e per tenere separati gli operai dai cittadini - il gioco
di sempre dei dirigenti sindacali corrotti e venduti dell'Ilva, ai
tempi di Riva, durante questi anni dei commissari e già pronti a
mettersi al servizio dei nuovi padroni - ma nonostante il loro
atteggiamento servile e indegno di chiamarsi 'sindacato', sono stati
ricevuti solo dalla “sindacalista in carriera” Bellanova e sono
andati a fare la claque a Renzi a porte chiuse con il diritto solo di
stringergli la mano.
Ma dove devono scappare? I nodi
verranno al pettine. I giornali, i decreti, i programmi dei governi
dei padroni li sappiamo leggere tutti e prima o poi gli operai,
grande forza materiale, tireranno le somme e questi signori stiano
sicuri che pagheranno caro e pagheranno tutto.
Il 29 luglio, nonostante il caldo afoso
e il periodo estivo a Renzi e ai suoi servi non è andata bene e noi
come Slai cobas per il sindacato di classe siamo davvero orgogliosi
di aver acceso la scintilla che può e dovrà incendiare la prateria.
video e foto le trovi su
Taranto, Renzi contestato: "Ecco 850 milioni per la città". Emiliano lo attacca: "Perdite di tempo"
La Repubblica - 1 ora fa
Taranto, la contestazione contro Renzi per l'Ilva: "Ci state ammazzando". Condividi. La visita ...
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