Da "Indirizzo del Comitato centrale della Lega dei comunisti"
"I piccoli borghesi democratici, ben lungi dal voler rovesciare tutta la società per i proletari
rivoluzionari, tendono a una trasformazione delle condizioni sociali, per cui la società attuale
diventi per loro quanto più è possibile tollerabile e comoda. Perciò essi reclamano innanzi tutto una
diminuzione delle spese dello Stato, mediante una limitazione della burocrazia, e facendo cadere il
peso delle imposte sui grossi proprietari fondiari e sui grossi borghesi. Essi reclamano inoltre
l'eliminazione della pressione del grande capitale sul piccolo, mediante istituti pubblici di credito e
leggi contro l'usura, per modo che a loro e ai contadini sia possibile ricevere anticipi a buone
condizioni dallo Stato invece che dai capitalisti... Per procedere all'esecuzione di tutto ciò, essi hanno bisogno di una Costituzione democratica dello Stato, sia costituzionale, sia repubblicana, che dia a loro e ai loro alleati, i contadini, la maggioranza; e di una Costituzione democratica dei comuni che dia loro il controllo diretto sulla proprietà comunale e metta in loro mano una serie di funzioni esercitate oggi dalla burocrazia".
Chiunque sia onesto intellettualmente può fare similitudini con l'oggi...
Scritto da Adriano Chiarelli, autore di un altro libro-inchiesta
“Malapolizia”, I ribelli della montagna evidenzia l’inutilità e la
dannosità (non solo per i valsusini) di questo grande progetto messo su
agli inizi degli anni Novanta.
Un libro che racconta l’iter di questa Grande Opera, dai primi anni agli ultimi avvenimenti, come la condanna a 47 attivisti No TAV per i fatti del luglio 2013 e il processo allo scrittore Erri De Luca, indagato per istigazione a delinquere, che è anche autore della prefazione del libro.
Tante le fonti utilizzate da Chiarelli: nell’inchiesta ci sono articoli di giornale, testimonianze, verbali, testi di interrogazioni parlamentari, intercettazioni e sentenze. Una “controstoria” del progetto Tav, che renda l’idea di come alcuni lobbisti abbiano letteralmente “fatto carte false per distribuire prebende e posti di lavoro connessi alla realizzazione della linea ferroviaria”.
Adriano Chiarelli ha vissuto per un periodo a stretto contatto con il movimento No Tav e questo l’ha aiutato a capire la natura profonda di una resistenza trasversale, certo con centinaia di pratiche differenti, ma unitaria e capace di fare fronte compatto. Se, dati alla mano, il traffico di passeggeri e merci della tratta già esistente non esige un ripensamento della viabilità, ma il costo di realizzazione continua a lievitare, le ragioni del Sì vacillano.
Un libro che racconta l’iter di questa Grande Opera, dai primi anni agli ultimi avvenimenti, come la condanna a 47 attivisti No TAV per i fatti del luglio 2013 e il processo allo scrittore Erri De Luca, indagato per istigazione a delinquere, che è anche autore della prefazione del libro.
Tante le fonti utilizzate da Chiarelli: nell’inchiesta ci sono articoli di giornale, testimonianze, verbali, testi di interrogazioni parlamentari, intercettazioni e sentenze. Una “controstoria” del progetto Tav, che renda l’idea di come alcuni lobbisti abbiano letteralmente “fatto carte false per distribuire prebende e posti di lavoro connessi alla realizzazione della linea ferroviaria”.
Adriano Chiarelli ha vissuto per un periodo a stretto contatto con il movimento No Tav e questo l’ha aiutato a capire la natura profonda di una resistenza trasversale, certo con centinaia di pratiche differenti, ma unitaria e capace di fare fronte compatto. Se, dati alla mano, il traffico di passeggeri e merci della tratta già esistente non esige un ripensamento della viabilità, ma il costo di realizzazione continua a lievitare, le ragioni del Sì vacillano.