I veri colpevoli sono tutti
coloro che hanno responsabilità politica sulla salvaguardia dell’ambiente, sull’organizzazione
generale del servizio, sulla sicurezza degli abitanti dei vari centri colpiti…!
E ancora: sulla mancata manutenzione, sulle attrezzature e strutture necessarie
come i mezzi di spegnimento e di soccorso… e quindi tanto per cominciare l’attuale
governo regionale, e invece ogni volta (ogni anno) che i boschi in Sicilia
prendono fuoco, tutti cominciano la ricerca del “criminale” di turno su cui
scaricare le colpe e anche questa volta da Crocetta ai quotidiani che se ne
occupano si segue lo stesso schema.
Riportiamo come esempio questo
articolo della Repubblica di oggi che si chiede appunto: “Dietro gli incendi
potrebbe esserci la vendetta dei licenziati, il ricatto per farsi assumere ma
anche il tentativo di accaparrarsi nuovi terreni”…
Certo, chi può negare che ci sono
quei delinquenti addirittura qualche volta presi con le mani nel sacco, i
cosiddetti “piromani per caso” e quelli per mestiere, che distruggono e mettono
in pericolo la vita delle persone, ma tutto questo diventa un polverone che nasconde
chi non ha mai davvero il pensiero alle possibili vittime… per esempio quelli
che perdono la casa, il lavoro, quando non la vita!
E se le cose scritte nell’articolo,
che sono “vere”, non si leggono in questo modo, se non si sottolinea la
responsabilità politica innanzi tutto, e sono anche questi che devono pagare
pesantemente, non si capisce niente e si crea volontariamente confusione!
(Da La Repubblica) - L’inchiesta. Dietro gli incendi
potrebbe esserci la vendetta dei licenziati, il ricatto per farsi assumere ma
anche il tentativo di accaparrarsi nuovi terreni
Speculatori, forestali esclusi o la mafia dei pascoli le tre piste sui
piromani
Alle quattro del pomeriggio,
vista dalle falde di Monte Pellegrino, Palermo sembra una città in guerra. Il
cielo è una cortina plumbea, il bagliore dei roghi si alterna a colonne di fumo
nero pece, le esplosioni all’interno di case raggiunte dalle fiamme inseguono
le sirene delle ambulanze. In una città semideserta, con la gente barricata in
casa per sfuggire alla tempesta di scirocco che ha fatto salire il termometro
fino a 46 gradi e il sindaco Orlando che invita a non uscire, il presidente
della Regione Rosario Crocetta è furioso: “Non è casuale che questo drammatico scenario
sia esploso alla vigilia della partenza del piano antincendio varato dalla
Regione e quando era previsto lo scirocco”.
Gli stagionali
Già, il piano antincendio della
Regione: per i 6.500 forestali stagionali, 5.300 a 101 giornate e 1.200 a 151
entrati in servizio proprio da ieri, è stato un vero “battesimo del fuoco”. È tradizionalmente
loro, ai forestali stagionali che ogni primavera attendono questo lavoro a giornale
che per molti di loro è anche l’unico, che si attribuisce la mano criminale”,
che al primo scirocco da sempre accende contemporaneamente focolai da un capo
all’altro della Sicilia, solo ieri 500. Nel 2012 l’allora assessore alle Infrastrutture
del governo Lombardo Andrea Vecchio li accusò apertamente di appiccare il 70
per cento dei fuochi. Ma stavolta primi 6.500 stagionali in attesa di chiamata
sono appena stati assunti. E allora chi mette a ferro e fuoco la Sicilia? Soprattutto perché?