L’occasione da sciacallo questa
volta è l’agguato mafioso cui è scampato il presidente del Parco dei Nebrodi,
Giuseppe Antoci: l’auto blindata nella quale viaggiava tra le montagne del Parco,
infatti, è stata colpita da pallettoni di fucile calibro 12 da quel che dicono
i giornali. Tutto questo sembra “antico”, “vintage” ma è l’attualità, una
attualità che molti fanno finta di non vedere, un’attualità fatta di quotidiane
minacce, estorsioni, intimidazioni, il perenne pizzo e di tanto in tanto
qualche omicidio, insomma come dice l’attuale procuratore di Messina, Lo Forte “controllo
del territorio”, e ancora per quanto riguarda questa zona: “Quello che emerge è
che la mafia dei Nebrodi sta rialzando la testa. È in fase di espansione…”. Tutto
questo alla vigilia delle rituali commemorazioni del 23 maggio, in ricordo
della strage di Capaci!
Ma Alfano fa finta di non capire
e promette e invia l’esercito, “quaranta uomini in tutto”(!) come riporta la
Repubblica e come peraltro richiesto dal presidente della Regione Crocetta. “E’
il giorno dell’anniversario di Giovanni Falcone e non è un caso – dice Alfano –
Si tratta di un ulteriore attacco allo Stato. Ma questa volta hanno perso la
sfida, una sfida che ci vede accanto ad Antoci. Ancora oggi