"Gela. Si è presentata in stato di shock al
pronto soccorso dell'ospedale Vittorio Emanuele.
La violenza
in campagna. Una donna
romena di quarantasette anni ha denunciato di essere stata violentata dal
titolare dell'azienda agricola nella quale aveva trovato impiego.
Nelle scorse ore, anche se la vicenda verrà ulteriormente valutata, l'uomo l'avrebbe costretta ad avere rapporti sessuali. La violenza subita avrebbe causato diverse lesioni interne all'operaia romena che, nonostante le enormi difficoltà, non ha potuto fare altro che rivolgersi ai medici del pronto soccorso".
Nelle scorse ore, anche se la vicenda verrà ulteriormente valutata, l'uomo l'avrebbe costretta ad avere rapporti sessuali. La violenza subita avrebbe causato diverse lesioni interne all'operaia romena che, nonostante le enormi difficoltà, non ha potuto fare altro che rivolgersi ai medici del pronto soccorso".
Nel secondo sciopero delle donne dell'8 marzo 2016 tante lavoratrici, precarie, disoccupate, proletarie si sono mobilitate dal Nord al Sud contro quella che è oggi la condizione delle lavoratrici più sfruttate e oppresse dagli attacchi sempre più pesanti da parte delle politiche del padronato e del governo moderno fascista Renzi.
Nell'appello per lo sciopero scrivevamo:
"...Le braccianti dicono: “Ci sentiamo le
schiave del terzo millennio”. Sono pagate poco più di venti euro al
giorno, per dieci, dodici ore di lavoro, anche quindici nei magazzini;
sono a nero o con una busta paga falsa, per un lavoro massacrante, in
piedi sotto tendoni dove d’estate si arriva a 50 gradi, respirando
prodotti tossici, o piegate per ore e ore. Sono selezionate come schiave
dai caporali o dal moderno e “legale” caporalato delle agenzie
interinali, per i superprofitti delle grandi aziende; devono lavorare
sotto gli occhi di una “kapò” che decide anche quando possono andare a
fare pipì, ma dietro un albero; le più giovani subiscono anche i
ricatti, molestie, fino alle violenze sessuali di caporali e padroni. E
poi, stanno morendo di fatica, come Paola e le altre di quest’estate.."
L’8 marzo
abbiamo cominciato la marcia dello sciopero delle donne che deve andare avanti... verso una manifestazione nazionale della lavoratrici, precarie, disoccupate, di tutte le donne sfruttate e oppresse in autunno
Mfpr