La Bce ha abbassato il tasso che si applica sulle principali operazioni di rifinanziamento delle banche a zero (da 0,05%) e quello sui depositi che le banche usano per parcheggiare liquidità a breve termine di un decimale, a -0,4%, questo aumento dei tassi negativi sui fondi che le banche lasciano inutilizzati presso la Bce avrebbe lo scopo di spingere le banche a utilizzare i soldi, prestandoli.
La Bce comprerà molti più titoli privati e pubblici di prima, allargando anche a titoli emessi dalle aziende, comprando le obbligazioni delle più grandi e stimolando i prestiti alle medie e piccole; viene esteso, quindi, da aprile il cosiddetto “Quantitative easing” dagli attuali 60 a 80 miliardi di euro al mese. per immettere più liquidità nel sistema. L’intervento complessivo vale 2.200 miliardi.
Inoltre, la Bce farà partire da giugno, per quattro trimestri, una nuova mega operazione di finanziamento alle banche, dalla durata di quattro anni. Su questi prestiti verrà applicato il tasso negativo dello 0,4%. Se prenderanno i soldi dall’Eurotower, le banche saranno addirittura pagate, anche se solo dopo un periodo di prova, se dimostreranno di aver concesso prestiti ad aziende e famiglie, insomma di aver “girato” liquidità all’economia reale.
«Il quadro è cambiato molto», ha spiegato Draghi «soprattutto a causa dall’indebolimento significativo delle prospettive di crescita globali ». Avevano previsto una maggiora inflazione (l’inflazione dell’eurozona sarà appena dello 0,1%, contro l’1% previsto a dicembre) che avrebbe avvantaggiato le imprese nelle esportazioni; e si sono trovati invece in piena deflazione.
Queste operazioni, quindi, consistono nel dare soldi alle banche perché diano, a loro volta, soldi/prestiti alle imprese, perchè investano. UN GIRO DI SOLDI PER SOSTENERE I PROFITTI DEL CAPITALE, UNA EFFIMERA RIPRESA DALLA CRISI.
"Perché funzioni, però - si dice - questa politica monetaria ultraccomodante deve indebolire l'euro per rilanciare l'export, incentivare gli investimenti e fermare la deflazione, che ha comportato un abbassamento dei prezzi, e per le aziende degli incassi. Ora, serve alle aziende "pò d'inflazione".
Quindi, un'operazione sfacciatamente al servizio del capitale e contro le masse popolari, che sull'immediato vedranno un nuovo rialzo dei prezzi.
Si dice: più vendite all'estero e più investimenti dovrebbero avere effetti benefici sull'occupazione e, in prospettiva, anche sugli andamenti salariali.
Ma questi investimenti potranno essere fatti anche all'estero, inoltre le aziende non si arrischieranno certo a realizzare un'occupazione stabile visto che comunque si tratta di boccate di ossigeno momentanee; per quanto riguarda gli andamenti salariali, ammesso, e niente affatto concesso, una loro tenuta, questa verrebbe rimangiata dall'inflazione.
Infine, questa operazione di Draghi, che vorrebbe essere un tentativo di rappresentare un punto di vista generale dei paesi imperialisti europei, alimenta di fatto le contraddizioni tra i vari paesi, tra quelli che ci guadagnerebbero sull'immediato di più, i paesi più deboli come l'Italia, e paesi come soprattutto la Germania che invece ha fortemente criticato la decisione di Draghi dicendo che - come esplicitamente ha detto qualcuno - serve solo a "salvare banche zombie e Stati fallimentari".
Quindi queste misure acutizzano anche le contraddizioni interimperialiste. Di questo la classe operaia deve approfittarne per intensificare la lotta all'interno di ciascun paese.