pc 20 febbraio - MUORE CHI FUGGE ATTRAVERSO LA LIBIA, MUORE CHI STA IN LIBIA SOTTO I RAID USA

I "CIVILI" PAESI IMPERIALISTI O BOMBARDANO COLPENDO SOPRATTUTTO CIVILI
O ALZANO I MURI.
L'UNICA COSA CHE FANNO PER UOMINI, DONNA, BAMBINI MIGRANTI E' INSISTERE CON IL BOIA ERDOGAN A TENERSELI, POI... NE FACCIA QUELLO CHE VUOLE


(da Il Manifesto) - Almeno due cadaveri in balia delle onde, avvistati da un elicottero della Guardia costiera sulla spiaggia della riserva naturale di Torre Salsa a Siciliana, in provincia di Agrigento... Sono partiti dalla Libia, hanno raccontato ai mediatori culturali, sull’imbarcazione sarebbero saliti in circa quaranta, provenienti dal Nord Africa, ma circa dieci di loro non sarebbe riuscita ad approdare. In quindici sono stati intercettati dalle autorità, altri si sono allontanati rapidamente. Sarebbero stati abbandonati in mare al largo della spiaggia, hanno spiegato: chi non è riuscito a nuotare fino a riva, è annegato nel tentativo di arrivare sulla terra ferma. Ma altri avrebbero raccontato una storia differente: sarebbero arrivati a bordo di un’imbarcazione troppo piccola per contenerli tutti, così una decina di passeggeri sarebbe finita fuoribordo, annegando...

...Secondo Unhcr, Unicef e Organizzazione internazionale per le migrazioni, dall’inizio dell’anno sono morti 410 degli 80mila migranti che hanno attraversato il Mediterraneo orientale, almeno 340 i bambini deceduti da settembre.
«Un migrante su quattro tra coloro che sono sbarcati dall’inizio dell’anno sulle nostre coste è una donna o un bambino – spiega Save the Children — e ogni giorno ognuno di loro rischia la vita per arrivare in Europa». 

pc 20 febbraio - CONTRO LA "CORDATA" IMPERIALISTA DEI PADRONI DELL'ACCIAIO - UNITA' DEGLI OPERAI DALL'ITALIA ALLA CINA...

Il 15 febbraio a Bruxelles è andata in scena la "cordata" corporativa imperialista tra i padroni europei, soprattutto dell'acciaio, e l'aristocrazia operaia, rappresentata dai sindacati ufficiali, ma anche da fette di operai (al di là della loro presenza fisica a Bruxelles).
Hanno organizzato una marcia reazionaria - che almeno per l'Italia periodicamente si presenta, pensiamo alla marcia dei 40mila della Fiat o più recentemente alla marcia degli 8mila lavoratori organizzata da Riva-Ilva a Taranto, ecc. - in cui sono stati tutti insieme a difendere però gli interessi, i profitti solo di un pugno di padroni.
Dall'Italia la marcia è stata guidata dal presidente della Federacciai Gozzi, che ha organizzato addirittura "un volo charter per portare in Belgio una delegazione di 160 tra operai e imprenditori..." (da Sole 24 Ore)

I capitalisti hanno chiesto a gran voce misure contro la Cina e la Russia. e di non riconoscere alla Cina lo status di economia di mercato.
In questa guerra economica, i padroni, quindi, chiamano i lavoratori a schierarsi dalla parte dei loro sfruttatori. "Operai di tutto il mondo unitevi con i vostri rispettivi padroni, contro gli altri padroni e contro i lavoratori degli altri paesi" sembra il grido attuale. E continuano: "Difendete i profitti dei vostri padroni, se volete difendere i vostri posti di lavoro e salari, e salutate con gioia i tagli ai posti di lavoro degli operai cinesi, russi, ecc., perchè dalla loro "morte" viene la vostra "vita".

Certo, l'aristocrazia operaia da questa guerra dei capitalisti riceve delle briciole, ma gli operai hanno il dovere di non avere la memoria corta. In questi anni, soprattutto dal 2008, non è che i padroni dell'acciaio siano andati poi tanto in rovina, perchè hanno trovato subito il modo di scaricare la loro crisi: in sei anni la siderurgia europea ha perso un quinto della forza lavoro. Sono poi peggiorati i salari, le condizioni di lavoro, i diritti, le condizioni di sicurezza; gli operai da Taranto alla Francia, ecc. anche in questi anni recenti, sono morti per difendere i profitti dei loro padroni.
Coloro che, allora, sono andati in rovina sono gli operai. E anche ora Gozzi, il pres. della Federacciai dice "Le misure di difesa devono essere accompagnate da un piano di riduzione dell'eccesso di capacità europeo, affiancato da misure di accompagnamento sociale"; che, tradotto, significano nuovi migliaia di licenziamenti. E il direttore generale di Eurofer, Alex Eggert, ha aggiunto che sono a rischio 330mila posti di lavoro nel settore dell'acciaio.

I padroni nella guerra economica per l'accaparramento dei mercati, nella contesa interimperialista tra i vari paesi, cercano di salvare i loro interessi, e gli operai non possono essere ingenui strumenti di questa guerra.
Ma soprattutto gli operai non devono permettere di vedersi buttare nel fango l'unica arma potente che hanno: l'unità con i lavoratori degli altri paesi!

pc 20 febbraio - ILVA/ACCIAIO: IL CAPITALE AFFOGA NELLE SUE STESSE CONTRADDIZIONI

Possiamo dire che la questione Ilva è esemplare a livello nazionale, e internazionale, anche perchè è la dimostrazione di come il capitale si incarti da sè stesso e crei contraddizioni irrisolvibili, che solo l'eliminazione da parte dei proletari del suo sistema, può sciogliere.

Gli Usa non volevano che l'Ilva di Taranto chiudesse per frenare la concorrenza sui mercati mondiali della Cina e della Russia (VEDI NOTA 1); ora, però, l'Ilva per non chiudere deve far entrare anche la Cina tra i nuovi acquirenti.
Anche da parte dell'Italia, la contraddizione è evidente: da un lato il governo, tramite il Ministro Guidi si è fatto copromotore della manifestazione a Bruxelles (di cui parliamo in altro articolo) per chiedere più tutele per l'industria dell'acciaio europeo contro la concorrenza cinese; dall'altro si fa venire in casa la Cina, che si vuole prendere l'Ilva non per sostenere la produzione italiana, ma per fare dell'Ilva una postazione verso i mercati dell'Africa e del Medio Oriente dove vendere la sua sovrapproduzione.

Questa contraddizione è amplificata a livello europeo (e mondiale). Anche qui la recessione, provocata dalle stesse leggi interne del capitale e dalla concorrenza tra imperialismi, è conseguente alla sovrapproduzione di acciaio.
Alcuni dati parlano di un calo nel 2015 della produzione mondiale dell'acciaio del 2,8%. Gli Usa anche in questo sono all'avanguardia, nel 2015 hanno avuto un calo di produzione superiore al 10%, in parte legato alla frenata dell'industria petrolifera; segue poi la Cina - con un calo nel 2015 del 2,3% - che resta comunque il paese che produce circa la metà dell'acciaio mondiale e che ora ha "una sovracapacità di 400 milioni di tonnellate, più del doppio della produzione complessiva della UE, che si aggira intorno ai 170 milioni di tonnellate" (da Sole 24 Ore). L'Italia ha avuto un calo del 7,1% (pari a 22 milioni di tonnellate).

E' da tempo che i padroni dell'acciaio europeo lamentano la crisi da sovracapacità produttiva (VEDI NOTA 2). E ora Italia, Germania, Francia, Inghilterra, Belgio, Lussemburgo e Polonia, chiedono a gran voce di prendere "misure forti e veloci antidumping" anche solo - come chiede l'Italia - sulla base del "danno annunciato" e di impedire che alla Cina venga riconosciuto lo status di economia di

pc 20 febbraio - Condannato Cammarata ex sindaco di Palermo a 2 anni...

Alla lunga e interminabile lista degli inquisiti e dei condannati cui difficilmente sfuggono le "autorità" che rappresentano la classe dominante di questo sistema sociale,confermandone uno dei tratti distintivi, ovvero la CORRUZIONE, si aggiungono ogni giorno altri personaggi.
E siccome la corruzione è insita nel sistema, le parole del Presidente Mattarella, che è stato costretto a "denunciare" questa piaga perfino mentre si trovava in visita in Giappone! non servono a niente se non a illudere le masse che ai più alti livelli dello Stato qualcuno se ne sta occupando!


Se Cammarata è l'ultimo in ordine di tempo, è di qualche giorno fa la notizia della condanna di un ex deputato del Pd, Bonomo, poi passato ai rutelliani dell'Api e dopo all'Aps (Gds 16/2/16). Nella stessa vicenda era già stato condannato un altro esponente regionale del Pd, Vitrano, "per questa brutta storia di tangenti e ricatti nel campo delle energie alternative e dei contributi pubblici alle imprese private".



Operaio utilizzato come skipper, due anni all'ex sindaco Cammarata

pc 20 febbraio - Cobas in sciopero alla Bonduelle - BG

Contro il licenziamento politico, per il riconoscimento dei diritti e del sindacato, per il contratto nazionale

Slai Cobas per il sindacato di classe e Si.Cobas al picchetto davanti alla Bonduelle, dove parecchi lavoratori sono in sciopero

Inviato da HTC

pc 20 febbraio - Da Napoli: chiudere casa pound!

Ex OPG Occupato - Je so' pazzo con Mara Sac e Collettivo Autorganizzato Vittorini.
A fine gennaio CasaPound era andata al liceo Vittorini per affermare con la violenza "le sue idee". Voleva spaventare qualcuno di sinistra, sperare magari di far nascere una rissa per diffondere schifo verso chiunque si impegni in politica.
Beh, ci sembra di aver fatto saltare completamente il loro piano! Il Collettivo Autorganizzato Vittorini che esisteva da poco si è rafforzato; per i ragazzi della scuola è diventata un'occasione di dibattito e di crescita. Qui alcune foto per esplicitare la loro posizione contro il fascismo!
La mobilitazione sta avendo i suoi effetti. Ora andiamo avanti per togliere spazio a chi vorrebbe il ritorno a Mussolini e alla dittatura!
‪#‎bastafascismo‬ ‪#‎chiuderecasapound‬

pc 20 febbraio - La teoria del 'nemico principale' di Manlio Dinucci descrive analiticamente bene i piani dell'imperialismo Usa ma si muove dentro il sostegno all'imperialismo russo e sopratutto al nostro nemico interno l'imperialismo europeo e italiano


Qual è il nemico principale contro cui fare fronte comune?
di Manlio Dinucci

Subito dopo la fine della guerra fredda, in seguito allo scioglimento del Patto di Varsavia e alla disgregazione dell’Urss, Washington lanciava ad avversari e alleati un inequivocabile messaggio: «Gli Stati uniti rimangono il solo Stato con una forza, una portata e un'influenza in ogni dimensione – politica, economica e militare – realmente globali. Non esiste alcun sostituto alla leadership americana». Sottolineava allo stesso tempo la «fondamentale importanza di preservare la Nato quale canale della influenza e partecipazione statunitensi negli affari europei, impedendo la creazione di dispositivi unicamente europei che minerebbero la struttura di comando dell'Alleanza», ossia il comando Usa.
Oggi 22 dei 28 paesi della Ue, con oltre il 90% della popolazione dell’Unione, fanno parte della

pc 20 febbraio - Padova - Associazione a delinquere per chi difende il diritto alla casa - libertà per i compagni arrestati! Soccorso rosso proletario - info srpitalia@gmail.com

Il 18 febbraio a Padova 4 compagni del Comitato di Lotta per la casa e di RadiAzione sono stati arrestati, 2 sono sottoposti al divieto di dimora nel territorio comunale e 5 agli obblighi di firma più volte alla settimana. L’accusa nei loro confronti è di “associazione a delinquere” per aver impedito in città decine di sfratti a danno di altrettante famiglie in situazione di emergenza abitativa e per aver occupato assieme a queste ultime alcuni appartamenti Ater lasciati vuoti da anni. Tali pratiche vengono, in quest’inchiesta, considerate criminose, a danno di quella legalità rappresentata dal caro affitti, dalle

pc 20 febbraio - Contro la paura e il fascismo - ORE 14.00 STAZIONE DI VENTIMIGLIA


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Cavalcare la “crisi” migratoria è diventato oggi uno strumento per dare sfogo al malcontento generale.
Dilagano stereotipi e pregiudizi.
"Ci rubano casa e lavoro. Portano malattie. Sono tutti terroristi."

Assistiamo alla violenta riemersione di linguaggi e pratiche di discriminazione:controlli su base razziale, intimidazioni, ronde e pestaggi.
Difficile non ricordare una delle pagine più buie della storia del '900.

Questa nuova ondata di razzismo, in nome della sicurezza, limita di fatto la libertà di ognuno.
La spinta a fomentare una nuova guerra tra poveri mira a dividerci e a metterci in competizione per ciò che invece spetta a tutti.
A questa logica non siamo disposti a cedere.

il 20 Febbraio i fascisti di Forza Nuova e il loro segretario nazionale Fiore hanno annunciato una mobilitazione per le ore 16 alla frontiera di Ponte San Ludovico.
Non possiamo permettere che la voce di chi semina odio razzista e fomenta la guerra tra poveri sia l'unica a levarsi in città.
Mentre questi personaggi faranno il loro teatrino mediatico, noi vogliamo essere invece nel cuore di Ventimiglia, in stazione, al fianco dei migranti. Vogliamo far sentire la voce di un'altra Ventimiglia.
Contro vecchi e nuovi fascismi, armiamoci di solidarietà e ospitalità.

Invitiamo tutti quanti a far sentire la propria voce e partecipare.

pc 20 febbraio - Aggressione fascista a Roma Tor Vergata - solidarietà e antifascismo militante!

  • oggi Corteo in memoria di Valerio Verbano alle 16 in Via Monte Bianco.
Francesco Romitoieri mattina, a termine  dell’incontro tra il Direttore Generale e i Rappresentanti degli Studenti in Senato Accademico tenutosi all’interno della facoltà di Giurisprudenza, un esponente dell’associazione neofascista “Sempre Domani”, ha aggredito il Senatore Accademico di Altro Ateneo- Link, Francesco Romito, che difendeva l’altro rappresentante degli studenti coinvolto nell’aggressione.
Lunedì prossimo si sarebbe dovuta tenere, proprio nella facoltà di Giurisprudenza, l’ennesima fantomatica iniziativa culturale di stampo neofascista, e Francesco da diversi giorni era in mobilitazione, insieme ai compagni e alle compagne di Altro Ateneo Link, per evitare che l’iniziativa si tenesse e che l’università pubblica divenisse luogo di propaganda fascista, xenofoba e violenta. Nei giorni scorsi era stato più volte seguito dai gruppi neofascisti nei suoi spostamenti nell’università ed oggi è avvenuto il vile attacco, con calci e pugni. La violenza fascista si è consumata alla presenza della vigilanza, che ha assistito al tutto senza un minimo intervento, nonostante avesse il dovere e la possibilità di intervenire.
Francesco si trova ora nel pronto soccorso di Tor Vergata, sottoposto ad accertamenti, ma le sue condizioni sono tranquille, salvo i punti di sutura, le escoriazioni e i danni subiti e tanta tanta rabbia.

pc 20 febbraio - Un commento per il dibattito - Ankara-Diyarbakir: colpo su colpo

  • infoaut
turchiaL'attacco dell'altra sera contro l'esercito turco ad Ankara ha provocato 28 morti e 61 feriti: un’automba, dice il governatore di Ankara Kiliçdar, è saltata in aria al passaggio di un autobus con a bordo dei militari nel centrale quartiere di Kizilay.
Proprio a pochi passi dal parlamento e dal quartier generale dell'esercito, che dovrebbe essere la zona più controllata della Turchia. Un segnale di come l'imponente sistema militare turco mostri sempre più falle.
Questo attacco potrebbe essere la legittima rappresaglia contro le violenze inaudite a cui da mesi sono sottoposte le popolazioni curde nel sud est della Turchia da parte del governo centrale, compresi i suoi continui attacchi alle unità di difesa curde che combattono l'isis in Siria.
Il Pkk, però, smentisce il suo coinvolgimento: uno dei rappresentanti del Partito dei lavoratori del Kurdistan, Cemil Bayik ha detto:"Non sappiamo chi abbia effettuato l'attacco di Ankara, ma potrebbe trattarsi di un atto di ritorsione per i massacri in Kurdistan".
Anche le YPG siriane naturalmente smentiscono ogni ruolo in questa azione di guerra, come è naturale che sia, vista la demonizzazione di Erdogan nei loro confronti, che ha tutto l'interesse a metterle in cattiva luce con l'Unione europea e gli stati uniti, oltre che quello di incrinare i loro rapporti delle HPG con la Russia, vista l'alleanza in corso.
Il PKK in questi mesi ha privilegiato il combattimento nelle zone curde del Bakur, per non affievolire le aperture che pezzi della sinistra turca hanno mostrato verso il partito HDP nelle ultime elezioni. Ecco perché il PKK ha evitato di colpire nelle grandi città. Dopodiche non possiamo escludere che questo attacco di Ankara sia un'azione di pezzi della sinistra rivoluzionaria turca, che da anni praticano la lotta armata contro il governo turco.
Questa mattina, invece, un'esplosione ha colpito un convoglio militare nel Sud-est della Turchia. Almeno sette soldati turchi sono rimasti uccisi. A far saltare in aria il convoglio militare sulla strada che collega Diyarbakir, la più grande città nel Sud-est a maggioranza curda, al distretto di Lice, è stata una mina fatta detonare a distanza alle 9:40 locaIi probabimente dai militanti del Pkk, che da mesi resistono alla violentissima offensiva turca. Attacchi del genere contro i soldati sono stati compiuti diverse volte negli ultimi mesi nel sud-est della Turchia nel tentativo di rallentare i massacri di cui si rende protagonista l'esercito turco.

pc 20 febbraio - IL SITO "IL PAESE DELLE DONNE" SOSPENDE LA SUA ATTIVITA' - IL COMUNICATO DEL MFPR

(da Tavolo 4)
Abbiamo ricevuto ieri il comunicato che segue dalla redazione de "Il paese delle donne".
Siamo sinceramente dispiaciute che il "paese delle donne" viene sospeso. Abbiamo spesso apprezzato e ritenuto questo sito storico utile e, quindi, la sua sospensione è una perdita oggettiva per il bisogno di corretta informazione che ha il movimento delle donne; anzi, pensiamo che mai come ora ci sia questa necessità, per dare voce non solo alla condizione sempre più da "moderno medioevo" delle donne, ma soprattutto alle loro lotte, alla loro battaglia rivoluzionaria, sul piano nazionale e internazionale, che hanno sempre "una marcia in più" ma che non trovano in generale lo spazio informativo adeguato e corretto. 
Speriamo anche noi che si tratti solo di una pausa.

Alle donne che hanno curato, collaborato a "il paese delle donne" e che non vogliono fermarsi, alle lettrici del sito, mettiamo a disposizione il nostro blog "femminismorivoluzionario". Questo blog ha bisogno di apporti, di contributi, in particolare sul fronte teorico, politico, culturale, e quindi saremmo felici se alcune delle vostre energie, la vostra esperienza ci aiutasse in questo.

Un forte saluto e arrivederci a tutte
Le compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario


Il 19/02/2016 15.57, Cristina Papa ha scritto:

Il paese delle donne on line sospende oggi la sua esperienza di sito di informazione

Non è a cuor leggero che facciamo questa scelta.
La redazione si è incontrata e ha discusso del futuro di un sito che, nel bene e nel male, è stato uno strumento di incontro tra diverse anime del femminismo: in molte, se non tutte, abbiamo concordato sul disagio rispetto ad una attività che per quasi 20 anni ha informato quotidianamente sul e dal femminismo in Italia e nel mondo.
Ambiziosamente volevamo scrivere un testo collettivo che desse ragione della nostra scelta: ma troppo diverse sono state le motivazioni che ciascuna di noi ha dato per

pc 20 febbraio - MIGRANTI: IL 28 FEBBRAIO APRE L'HOTSPOT A TARANTO - APPELLO ALLA MOBILITAZIONE

Il governo Renzi, il suo Min. Alfano, anche pressati dalla UE, accelerano i tempi e già il 28 febbraio vogliono aprire ufficialmente l'Hotspot a Taranto.
Cosa sono e a cosa servono queste strutture lo abbiamo denunciato varie volte: i migranti appena sbarcati verrebbero tutti immediatamente identificati, divisi in base solo alla loro nazionalità e la maggioranza verrebbe respinta nei loro paesi d'origine, momentaneamente rinchiusi in strutture tipo Cie, senza dare tempo di presentare domanda di asilo in base alla loro situazione personale, senza garantire l'assistenza con la presenza di un traduttore, anzi approfittando del loro stato di paura, confusione, anche per far firmare documenti a loro incomprensibili; ecc. Una cosa indegna e illegale!
Il Pres. Emiliano, invece di opporsi a questa inciviltà, alimenta allarmismi e falsi timori, parlando di "fenomeno spaventoso" in merito all'arrivo di masse di migranti.

La creazione dell'hotspot a Taranto trasformerebbe una situazione di accoglienza, convivenza in una situazione di creazione ad arte, per i soli interessi economico-politici dell'imperialismo italiano, in collusione e/o contesa, con gli altri paesi imperialisti europei, di forti contrasti, repressione, caccia all'immigrato, con l'inevitabile crezione di un humus razzista.

Occorre ora che i migranti già presenti a Taranto le associazioni, gli antirazzisti, antimperialisti, tutti i democratici di Taranto, i giovani in particolare si mobilitano per impedire l'aperta dell'hotspot.

Rispetto a questa necessaria mobilitazione i migranti sono la prima fila.
Abbiamo visto anche nei mesi scorsi che la lotta in prima persona dei migranti del Bel sit è stata la via giusta e decisiva per ottenere il documento di identità. I migranti, con l'aiuto e l'organizzazione dello Slai cobas per il sindacato di classe si sono uniti, si sono autorganizzati, hanno deciso tutti i passaggi della lotta, E HANNO VINTO!
Oggi occorre riprendere questo tipo di mobilitazione. I migranti non devono delegare, nè hanno bisogno di "italiani che li proteggono", ma hanno bisogno di antirazzisti, antimperialisti, associazioni, sindacati di base che li sostengano, che stiano al loro fianco, che si mettano in gioco contro lo Stato, il governo, la polizia.

IL 28 FEBBRAIO FACCIAMO UN PRIMO PRESIDIO AL PORTO ALLE ORE 10 sulle parole d'ordini: "NO HOTSPOT", "RICONOSCIMENTO DEL DIRITTO D'ASILO A TUTTI I MIGRANTI, INDIPENDENTEMENTE DALLA NAZIONALITA'".

(Dalla GdM) - ROMA - Al Viminale fanno i conti in vista della primavera che potrebbe portare un’impennata degli sbarchi. Attualmente sono quasi 120mila gli immigrati ospitati nelle strutture di accoglienza: possibile che servano ulteriori 30mila posti, in modo da garantirne complessivi 150mila. Su questo ci sarà la settimana prossima un confronto con Regioni e Comuni nella prima riunione del Tavolo immigrazione, dove si metteranno le basi per il Piano accoglienza 2016...

Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, da parte sua, ha fatto presente che «se si chiude il canale balcanico l’Italia verrà investita da un fenomeno spaventoso, credo il Governo ne sia consapevole. Ovviamente poichè dovranno contare sulla nostra collaborazione, noi siamo preoccupati perchè allo Stato il Governo non ci ha fatto capire come intende affrontare questa potenziale emergenza».

Il Viminale sta lavorando su più fronti. Da una parte tornerà alla carica per fare in modo che ogni Regione abbia il suo 'hub', un grande centro di accoglienza da individuare soprattutto nell’ambito delle strutture dismesse della Difesa. Ci sarà poi un nuovo bando per le strutture Sprar. E si proseguirà con gli hotspot, i centri richiesti dall’Europa per identificare chi sbarca: il 28 febbraio - a quanto si apprende - aprirà quello di Taranto, che si aggiungerà alle analoghe strutture già attive a Lampedusa, Pozzallo e Trapani. Seguiranno gli altri due: Porto Empedocle ed Augusta, ma quest’ultimo potrebbe essere spostato.

pc 19 febbraio - Germania – Come è distribuita la ricchezza tra le classi sociali

La distribuzione della ricchezza dal basso verso l’alto, grazie alle politiche di riforma del capitalismo, procede alla grande, non solo in Italia, ma anche in Germania. Il 10 per cento […]
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La distribuzione della ricchezza dal basso verso l’alto, grazie alle politiche di riforma del capitalismo, procede alla grande, non solo in Italia, ma anche in Germania. Il 10 per cento delle famiglie tedesche nel 1998 possedeva 45,1 per cento del patrimonio netto. Nel 2013 (ultimo dato disponibile) tale percentuale era al 51,9 per cento. Un aumento di oltre il sei per cento. Quando quest’anno sarà pubblicato il V rapporto su povertà e ricchezza da parte del Bundesministerium für Arbeit und Soziales, non ci sarà da sorprendersi se tale percentuale di patrimonio sarà ancora maggiore.
Va ricordato che il patrimonio fino a un milione di euro, in Germania, è esentasse. Poi scatta un’inesorabile imposta del cinque per cento. Un’infamia per i risparmiatori tedeschi, certo.
Nel 1998 il 50 per cento delle famiglie tedesche più povere possedeva il 2,9 per cento del patrimonio netto. Nel 2013 si era arrivati all’1 per cento del patrimonio. Ciò significa, secondo i miei sofisticati calcoli statistici, che la loro percentuale di ricchezza si è ridotta di due terzi. Inoltre, ed è un dato che sospetto essere assai significativo dal punto di vista politico, circa il 47 per cento del patrimonio netto è appannaggio del 40 per cento di quella parte di popolazione che in termini sbrigativi possiamo inquadrare nella classe media. Si tratta dello zoccolo sociale (cui va aggiunto il 10 per cento dei ricchi) che consente al sistema politico e sociale tedesco di sentirsi al sicuro, nonostante la tendenza.
Tuttavia le proiezioni statistiche, per quanto importanti, non riescono a mostrare una realtà sociale molto più complessa, laddove la disuguaglianza sociale in Germania è molto più pronunciata di quanto appaia dai nudi numeri. E se ciò vale per i redditi più bassi, vale anche per quelli molto più elevati: è difficile per gli statistici raccogliere dati precisi su redditi da capitale. Anche in Germania. 

pc 19 febbraio - No sfruttamento - no schiavismo - braccianti di cascina Lazzaro Alessandria

È attesa per la sentenza delle prime cause di lavoro intentate dai braccianti di Cascina Lazzaro, che nel 2012 avevano denunciato le proprie condizioni di lavoro. E mentre in aula si discuteva, di fronte al Tribunale di Alessandria il Presidio Permanente faceva sentire la propria voce

PROVINCIA - C'è grande attesa per la sentenza sulle prime cause di lavoro intentate dai braccianti di Cascina Lazzaro, che nell'estate del 2012 avevano denunciato le proprie precarie condizioni di lavoro. L'udienza, che si è tenuta nella giornata di giovedì 18 febbraio, ha visto protagoniste, a quattro anni dai fatti, le prime cinque cause civili. Si tratta di un momento importante, spiegano gli avvocati, un primo passo dopo che il Tribunale di Tortona, all'indomani della denuncia, aveva riconosciuto la ragione ad un bracciante, stabilendo un risarcimento di trentamila euro, ricevuti però solo in minima parte. "I datori di lavoro - spiega l'avvocato Luca Corbellini - risultano infatti nullatenenti, e a nulla sono valsi i tentativi di recuperare denaro. Nel 2013, infatti, all'indomani dell'accensione del mutuo e dell'ipoteca, la fabbrica è stata pignorata prima che gli avvocati chiedessero un sequestro preventivo dei beni".  A rallentare ulteriormente l'iter degli

pc 19 febbraio - EGITTO: "LA BRUTALITA' DELLA POLIZIA DI AL-SISI HA BUSSATO ANCHE ALLA MIA PORTA" - IL RACCONTO DIRETTO DI UNA COMPAGNA UNIVERSITARIA ITALIANA

La mia esperienza in Egitto, sia pur breve, mi ha dato modo di conoscere personalmente la realtà del fascismo del governo di Al-Sisi.
Infatti sin dai primissimi giorni del mio soggiorno al Cairo, la brutalità poliziesca e della repressione fascista contro la popolazione, i giovani in particolare, ha bussato alla mia porta rendendomi partecipe delle frustrazioni e delle violenze che qualsiasi famiglia egiziana (anche le famiglie piccolo-borghesi con un certo ruolo nella società) è costretta a subire.
Il 7 aprile del 2015, alle due del mattino, decine di poliziotti in passamontagna e mitra al braccio circonda l'abitazione della famiglia dalla quale ero ospitata. L'obiettivo è il figlio, uno studente universitario preso di mira perché conosciuto come un giovane sempre presente alle iniziative studentesche, alle occupazioni, alle manifestazioni di piazza organizzate dai collettivi delle università della città.
Questo ragazzo viene ammanettato davanti gli occhi della famiglia e dei miei, la sua stanza viene setacciata, i suoi effetti personali sequestrati (e mai più restituiti), lui viene arrestato preventivamente e detenuto per mesi, mentre le indagini sono in corso. L'accusa è sempre la stessa: potenziale terrorista, pericoloso per la sicurezza del paese.
In quello scenario da film di azione, vengo obbligata a sedermi sul divano e intimata di non muovermi finché è ritenuto opportuno. Il mio passaporto viene controllato, fotografato da un poliziotto e infine restituitomi: so tuttavia che il mio volto, la mia persona saranno sempre sotto controllo. Come Giulio Regeni aveva cominciato a temere per la sua incolumità dopo essere stato fotografato all'assemblea sindacale nel dicembre scorso, io temo per la mia.
Al ragazzo, durante l'interrogatorio, vengono chieste informazioni sul mio conto. Chi è questa ragazza? Cosa fa qui, e cosa faceva a casa tua la notte dell'arresto? Il ragazzo mi protegge, affermando che io sono la sua ragazza e che mi trovo al Cairo per vacanza.
Il giovane viene trattato come prigioniero politico e tenuto in una cella con altri prigionieri politici, con cui condivide l'ingiusto trattamento. La famiglia regolarmente si reca al carcere con la speranza di avere un colloquio col figlio, ma le viene spesso negato.
Il tribunale proroga le indagini ogni quindici giorni, e questo significa per lui (come per tutti i ragazzi arrestati nelle stesse condizioni) aspettare l'ennesima sentenza ogni due settimane.
Tuttavia la storia di questo mio amico è una delle più "fortunate", perlomeno con un "lieto fine": la permanenza al carcere, per lui, dura tre mesi e mezzo. Questo non significa che le indagini siano terminate ma che almeno può abbandonare la cella.
Per migliaia di giovani egiziani, invece, la detenzione diventa una costante della propria vita. Vengo a conoscenza della realtà egiziana dopo quanto accaduto al mio amico: questo è il trattamento che chiunque egiziano si aspetta, sa che potrebbe succedere anche a lui, e per questo spesso si accetta con rassegnazione.

Gli intellettuali egiziani indipendenti affermano che la repressione del governo di Al-Sisi ha raggiunto livelli mai raggiunti dai regimi egiziani precedenti, da Nasser alla contemporaneità. I prigionieri spesso scompaiono nel nulla, alle famiglie non viene concesso di sapere in quale carcere del territorio nazionale si trovino i figli e in molti casi i detenuti subiscono le peggiori torture, come quelle cui Giulio è stato vittima.
Celle anguste, interrogatori violenti, giovani percossi con qualsiasi tipo di mezzo (la parte metallica della cintura scagliata contro gli occhi, gli anfibi contro i genitali). Questo è il "democratico" Egitto di Al-Sisi.
Alcune storie raggiungono i blog, le pagine facebook e twitter, e mi rimangono impresse le storia di Shawkan, un fotoreporter arrestato tre anni fa mentre lavorava in una manifestazione, e quella di Mahienour, anche lei detenuta da diversi anni con l'accusa di essere una militante comunista. Questi sono i giovani che resistono, che mandano lettere all'esterno quando gli è concesso; le loro parole non sono mai di accettazione silenziosa o di rinuncia degli ideali di libertà, ma sono un monito a chi è ancora libero di manifestare e rivoluzionare la società egiziana.

"Non dobbiamo continuare a girarci intorno. Dobbiamo formulare gli obiettivi della rivoluzione dentro i movimenti e dentro le iniziative, e cominciare a organizzarci. Se gli interessi della controrivoluzione li unisce, allora l'istinto di sopravvivenza deve unire noi. La rivoluzione è in corso, come la vita e i sogni lo sono. Non si ferma per una persona e presto o tardi, nelle nostre vite o in quelle di chi verrà dopo di noi, la nostra rivoluzione sarà completata... Shaimaa (Shaima el Sabbagh, militante egiziana uccisa alla vigilia dell'anniversario della rivoluzione nel 2015), nel tuo primo anniversario di morte manda i nostri saluti ai nostri angeli, i martiri... Dì loro che siamo ancora pieni di speranze e che le loro prigioni e le loro ingiustizie non hanno fatto altro che aggrapparci di più al nostro sogno e alla nostra rivoluzione" Mahienour El Massry, in occasione del quinto anniversario della rivoluzione.


La storia di Giulio ha riacceso la fiamma della ribellione in Egitto, anche se in forme simboliche ma importanti. Centinaia di egiziani hanno manifestato in memoria di Giulio davanti l'ambasciata italiana al Cairo; il 17 febbraio gli studenti dell'AUC, American University in Cairo, hanno organizzato un sit-in di protesta all'interno della sede universitaria, sotto lo slogan "l'uccisione di Giulio Regeni non è un incidente isolato - la bolla dell'AUC non vi proteggerà"; svariate centinaia di dottori pochi giorni fa hanno bloccato il traffico stradale del viale Qasr el-Einy, adiacente piazza Tahrir, denunciando gli abusi perpetrati dai poliziotti contro di loro all'interno degli ospedali.



Giulio era innamorato dell'Egitto tanto da prendere a cuore la causa dei lavoratori e operai egiziani, fino a perderci la vita per mano di un regime dittatoriale che in pochi anni ha arrestato e, nei casi più terribili, torturato e messo a tacere più di un migliaio di giovani, studenti e artisti. Giulio come Shaimaa... tanti altri ragazzi sono ancora in carcere, come Mahienour, Shawkan. Il silenzio va spezzato e tocca a noi anche in Europa, contrastando i nostri governi che vendono armi al Medio Oriente e stringono patti con i dittatori.

pc 19 febbraio - Oggi a Milano presentazione libro "Ilva la tempesta perfetta"

UN LIBRO DI PARTE. UN LIBRO DI CLASSE X LA CLASSE

AL CENTRO SOCIALE “MICENE”, via Micene,

 San Siro DALLE 19,30

Ilva, i Riva scrivono al commissario europeo: "Abbiamo subito un esproprio ingiusto" 

pc 19 febbraio - Il PD, partito moderno fascista, sponsorizza a Predappio il museo fascista - bisognerà contrastarlo con tutti i mezzi necessari

Predappio: lo schifo del Pd su Mussolini

Che Predappio sia la meta dei nostalgici del fascismo non è una novità.
 Il paese dove è nato il Duce è, da sempre, una tappa del 
percorso di venerazione intorno a Mussolini da parte dei suoi ammiratori.
Altra cosa è quella di portare avanti l’idea di costruire 
un museo del Fascio, interattivo e moderno.
Tutto ciò avviene in una Predappio amministrata da un 
sindaco del PD, Giorgio Frassineti, uno degli sponsorizzatori. 
Ora che la “Casa del Fascio” da proprietà demaniale diventerà 
del Comune, 2100 metri quadrati potranno finalmente coronare 
il sogno del primo cittadino: «dare un contributo alla storia del nostro paese».

pc 19 febbraio - CHI HA PAURA DI "RESISTENZA STORICA"? Udine - la solidarietà di proletari comunisti - PCm Italia


Venerdì, 19 febbraio 2016 
ore 17.30
Sala "Dante" presso l'Hotel Cristallo
Piazzale D'Annunzio, 43 UDINE
La casa editrice Kappa Vu vi invita alla conferenza-stampa
CHI HA PAURA DI "RESISTENZA STORICA"?
Con la partecipazione di Claudia Cernigoi, Marco Barone, Alessandra Kersevan

In questi giorni, in questi mesi, in questi anni, la Kappa Vu e molti Autori della collana Resistenza Storica, siamo oggetto sia sui giornali, sia sul web, di continue diffamazioni con l'epiteto di "negazionisti" o "riduzionisti" , per le nostre ricerche sulle vicende del confine orientale nel corso del '900.
La diffamazione nei nostri confronti si accompagna ad un attacco sempre più scoperto, ormai usuale in occasione del Giorno del Ricordo, contro i partigiani italiani, come sta succedendo ora contro la Divisione Garibaldi-Natisone e i suoi comandanti, Sasso e Vanni.
Durante la conferenza - che indirizziamo in particolare al mondo della stampa, ma a cui tutti sono invitati - metteremo in evidenza quali siano i principi storiografici che ispirano il lavoro di ricerca che come gruppo di Resistenza Storica abbiamo svolto in questi anni, dimostrando anche l'inconsistenza delle argomentazioni di coloro che vorrebbero impedirci di parlare.
La virulenza degli attacchi contro i nostri studi dimostrano che non si tratta soltanto di storia, ma che si sta giocando una partita legata all'attualità , attraverso la riduzione di fatto della libertà  di parola, il restringimento degli spazi di democrazia, l'abitudine al conformismo, la costrizione al pensiero unico dominante. Non solo in quanto ricercatori storici, ma in quanto cittadini italiani ne siamo fortemente preoccupati.
Per tutti questi motivi, pensiamo che discuterne sia importante e vi invitiamo caldamente a partecipare.

pc 19 febbraio - Padova: la Digos contro il movimento di lotta per la casa, 11 provvedimenti restrittivi - massima solidarietà ai compagni arrestati

Padova: la Digos contro il movimento di lotta per la casa, 11 provvedimenti restrittivi


Questa mattina la Digos ha eseguito 11 misure cautelari a carico di altrettanti militanti del collettivo “Lotta per la casa” di Padova, alcuni dei quali vicino al Cpo Gramigna e attivi nell’ambito della Marzolo Occupata. Come detto, complessivamente 11 provvedimenti: 4 ai domiciliari, a due attivisti è stato imposto l’obbligo di dimora a Padova, ai restanti cinque è stato disposto l’obbligo di presentazione alla sede della polizia giudiziaria. 
Oltre alle abitazioni degli attivisti raggiunti dai provvedimenti restrittivi, la Digos ha anche perquisito

pc 19 febbraio - Emergono i segreti di pulcinella... Lo Stato borghese, i suoi uomini, i suoi apparati dietro le stragi fasciste... a partire dalla strage di piazza Fontana


Ventura era un agente Sid e non è mai esistito un "doppio stato"

  • stralci da Dante Barontini
Ventura era un agente Sid e non è mai esistito un "doppio stato"
Repubblica presenta l'ultima porcata come una “disobbedienza a Renzi”, che aveva ordinato la desecretazione di molti documenti relativi alle stragi di stato. Non è stato desecretato nulla di utile, con una selezione evidentemente molto accurata di cosa buttar fuori dagli archivi. Non sappiamo (ma non crediamo) se ci sia stato un “sabotaggio” dei servizi rispetto alle direttive del governo, ma il ridicolo – o il criminale – si vede lo stesso. I parenti delle vittime delle stragi e l'ex magistrato Felice Casson, ora deputato del Pd, hanno trovato tra le (poche) carte consegnate loro un solo foglietto interessante, probabilmente “liberato” per errore dagli archivi. Un documento ufficiale in cui si dice che
Giovanni Ventura, fascista infiltrato tra “i sovversivi di sinistra” ai tempi della strage di Piazza

pc 19 febbraio - L'Italia va alla guerra. Appello a una mobilitazione nazionale


L'Italia va alla guerra. Il 12 marzo mobilitiamoci in tutte le città

L'Italia va alla guerra. Il 12 marzo mobilitiamoci in tutte le città
Il nostro paese è in guerra. Questo è il primo fatto chiaro che va denunciato e su cui vogliamo chiamare alla mobilitazione per rompere il muro di bugie della propaganda del circo mediatico di regime.
Siamo in guerra, assieme alla NATO e a tutto il cosiddetto Occidente, da 25 anni. Nonostante i milioni di morti, le devastazioni e le migrazioni bibliche provocate da questi interventi, il nostro come gli altri governi progettano e organizzano nuove imprese militari. Queste nuove imprese sono però inserite in un quadro diverso, nella Grande Crisi che attraversa il mondo da quasi dieci anni, nelle crescenti frizioni che questa crisi sta determinando tra poli e blocchi mondiali. Non sono più semplicemente

pc 19 febbraio - Sergio Romano - corriere della sera - ignobile difensore del regime di Al SISI e del suo complice Renzi

Sergio Romano: l’editorialista di regime
Caro Operai Contro, “Non sapremo mai con certezza che cosa sia realmente accaduto al giovane Giulio Regeni quando è stato fermato dalla polizia egiziana”. Così inizia l’articolo Sergio Romano sul […]


Non sapremo mai con certezza che cosa sia realmente accaduto al giovane Giulio Regeni quando è stato fermato dalla polizia egiziana”. Così inizia l’articolo Sergio Romano sul Corriere della Sera. E prosegue: “se le cose sono andate come è lecito supporre, il nome dei veri responsabili rimarrà un segreto di Stato e le circostanze della morte difficilmente ricostruibili”.
Il perché Sergio Romano lo spiega con una serie di allucinanti e fuorvianti motivazioni ed esempi, nel suo articolo che riportiamo integralmente qui sotto.
In pratica dice: non rompete tanto il cazzo perché Al Sisi, il dittatore sanguinario amico di Renzi, deve combattere l’Isis, e l’ala radicale dei fratelli musulmani, quindi la Polizia egiziana non può andare troppo per il sottile!
Una servile ed agghiacciante giustificazione con la quale Romano, assolve Al Sisi con tutto quello che sta facendo in Egitto, comprese le migliaia di persone egiziane “scomparse”, proprio come Giulio Regeni.
Ma non meno grave il fatto che Sergio Romano, finga anche di ignorare che Giulio Regeni, come dimostra la sua collaborazione con il Manifesto, si occupava del risveglio delle lotte operaie in Egitto,

pc 19 febbraio - Contro la Nato, solidarietà con i migranti nel mar Egeo - PC di Grecia - marxista-leninista

In spagnolo facilmente comprensibile

No a la operaciones de la OTAN en el Egeo

El despliegue de una fuerza naval de la OTAN con apoyo aéreo en el Egeo "para el seguimiento de las olas migratorias", como se afirma en la resolución, constituye un desarrollo peligroso y reaccionario para nuestro pueblo, así como los pueblos de la región.

● Constituye una clara intromisión de la OTAN en la creciente confrontación imperialista y la intervención en Siria y Oriente Medio, un desarrollo muy peligroso en un momento en que se propuso un alto el fuego pero se acompaña de bombardeos continuos y amenazas para la escalada de la guerra .

● Se intensifica el drama de los refugiados, que impulsado por los bombardeos y las matanzas de los imperialistas y sus marionetas en Siria, son satisfechas por los buques de guerra de la OTAN y se convierten en herramientas en los enfrentamientos y los objetivos de las potencias imperialistas y regionales.

● Se abren caminos muy peligrosos para nuestro país y su pueblo, ya que participan directamente en los planes de guerra de la OTAN y, también, porque se abre de nuevo las cuestiones de soberanía en el mar Egeo y los enfrentamientos entre la burguesía turca y griega.

El gobierno de SYRIZA-ANEL después de su "oferta" para una nueva base militar de Estados Unidos y de la OTAN, el nombramiento de los EEUU como un "amigo precioso", y el refuerzo del eje Israel-Egipto respaldados por Estados Unidos para dar un paso adelante en el dirección de profundizar su dependencia.

● Es un paso adelante en la dirección de completo sometimiento a las exigencias de "socios" de la UE (Alemania, Francia) y los "aliados" transatlánticos (EEUU), los halcones de la guerra, los buitres que impulsan a nuestro pueblo en la miseria .

El Partido Comunista de Grecia (marxista-leninista) condena este hecho peligroso y llama a nuestra pueblo para fortalecer su lucha antiimperialista y contra la guerra. Hay que dar a la lucha de nuestro pueblo, de harina características anti-imperialistas. Debemos expresar nuestra solidaridad con los migrantes y refugiados, apuntando a nuestros enemigos comunes. Debemos caminar hacia la creación de un Frente de Resistencia de todos los Pueblos y Luchas contra el asalto del sistema y el régimen de sujeción.FRENTE DE LOS PUEBLOS CONTRA LA GUERRA Y EL IMPERIALSMOEEUU - OTAN - UE - FMI FUERA DE GRECIASOLIDARIDAD CON LOS REFUGIADOS Y MIGRANTES 

 info@kkeml.

pc 19 febbraio - Manifestazione contro razzismo e sfruttamento al tribunale di Alessandria - corrispondenza

ALESSANDRIA, GIOVEDI' 18 FEBBRAIO: PRESIDIO DI SOLIDARIETA' A PALAZZO DI GIUSTIZIA

Giovedì diciotto febbraio, presso il Palazzo di Giustizia di corso Crimea ad Alessandria, si tengono cinque cause di lavoro legate alla vicenda dei quaranta braccianti, di Castelnuovo Scrivia, licenziati dalla ditta “Bruno e Mauro Lazzaro” per aver protestato contro le condizioni disumane in cui erano tenuti dai padroni.
In concomitanza con l’inizio dell’udienza ha luogo, all’esterno del Tribunale, un presidio di sostegno alla lotta dei lavoratori: sono presenti  aderenti al Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia, affiancati da alcuni militanti del locale nodo della Rete nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro e sul territorio, e del Laboratorio anarchico PerlaNera.
Il gruppo di manifestanti si sistema sul marciapiede di fronte al Palazzo di Giustizia: alcuni di loro sorreggono uno striscione nero, con la scritta rossa “Vogliamo giustizia!”; alle loro spalle è fissato agli alberi un drappo bianco con sopra dipinto in rosso “No sfruttamento, No schiavismo”.
Ai lati dell’entrata del Tribunale sono appoggiati due pannelli con fotografie, e ritagli di articoli di stampa, che raccontano per immagini l’andamento di questa battaglia di civiltà; accanto a questi, una ragazza ed un ragazzo distribuiscono decine di copie del dossier che riassume gli avvenimenti della vicenda.
La manifestazione va avanti fino a circa le 11:30, quando Antonio Olivieri – anima del Presidio permanente di Castelmuovo Scrivia – informa che viene sciolta “perché la gente deve andare a lavorare, e le sentenze saranno comunicate soltanto più avanti".
Bosio (Al), 19 febbraio 2016

Stefano Ghio - Rete sicurezza Alessandria/Genova

giovedì 18 febbraio 2016

pc 18 febbraio - FORMAZIONE OPERAIA - COME E QUANDO SORGONO I MONOPOLI

sulla SECONDA PARTE DEL 1° CAPITOLO: 
La concentrazione della produzione e i monopoli - L'IMPERIALISMO DI LENIN -


Lenin delinea come e quando il nuovo capitalismo ha sostituito il vecchio, e colloca questo periodo nel decennio che va a dal 1860 al 1870 e aggiunge che il loro grande periodo di sviluppo è connesso alla grande depressione internazionale degli anni '70.
Una grande depressione che complessivamente dura 22 anni della storia dell'economia europea, con un breve periodo di ascesa nel 1889/1890.

Possiamo dire, con linguaggio di oggi, che nella crisi si sviluppa il passaggio dalla concorrenza al monopolio e che nei brevi periodi di ascesa congiunturali, il monopolio si consolida. "Essi conquistano una sfera dopo l'altra, a partire dall'industria delle lavorazioni di materie prime". Qui Lenin sottolinea come “il grande slancio degli affari verso la fine del secolo e la crisi del 1900/1903 si svolge interamente, almeno nelle industrie minerarie e siderurgiche, per la prima volta sotto il segno dei cartelli”.
Concludendo, nel decennio 1860-1870 i monopoli sono in embrione; dopo lo sviluppo del 1873, vi è un grande sviluppo ma non sono stabili; nell'inizio del nuovo secolo “i cartelli diventano una delle basi della vita economica.Il capitalismo si è trasformato in imperialismo”.

E' da questo periodo, quindi, che tutta la vita economica avviene sotto l'egida dell'imperialismo. E' in questo quadro che si ripartiscono i mercati, è in questo quadro che

pc 18 febbraio - L'8 MARZO DEL FEMMINISMO PROLETARIO RIVOLUZIONARIO!

Che nell'8 marzo al centro delle mobilitazioni siano le donne proletarie, le operaie, le lavoratrici più sfruttate, discriminate, oppresse! Con la forte denuncia delle loro condizioni che ogni giorno vanno peggiorando, ma soprattutto con le lotte, le varie forme di protesta, di ribellione a tutto questo, che anche in questo anno si sono espresse.
Un 8 marzo del femminismo proletario rivoluzionario.

In chiaro legame, continuità con il significato storico di questa data che ha le sue radici nelle operaie sfruttate, in sciopero e uccise dai padroni delle fabbriche, e che è nata nel movimento comunista internazionale che, nel 1921 con Clara Zetkin, decise di adottare l'8 marzo come giornata internazionale delle operaie, poi divenuta giornata di tutto il movimento di lotta delle donne.

In chiaro legame con la battaglia attuale delle donne, a livello nazionale e internazionale, nei paesi imperialisti, come il nostro, e nei paesi oppressi dall'imperialismo; donne sempre in prima fila, dovunque si lotta, contro i padroni, i governi, lo Stato moderno fascista, l'imperialismo, i suoi uomini ed i suoi eserciti stupratori, i regimi reazionari e massacratori, contro “gli uomini che odiano le donne”; per porre fine a questo sistema sociale borghese, in cui la maggioranza delle donne sono doppiamente sfruttate e oppresse, schiacciate nella loro dignità, i loro corpi violentati, uccisi, un sistema che non esita a reprimere con doppia ferocia, con odio e violenza sessista, le donne che si ribellano e combattono in armi.

Un 8 marzo contro il femminismo borghese che vuole invece un misero potere e meschini miglioramenti per sé, mentre sempre più la maggioranza delle donne vive una condizione da “moderno medioevo”.

Le donne proletarie devono prendere nella loro mani la lotta per il loro destino e una vera liberazione, ed essere un riferimento di tutte le donne oppresse, assumendone tutti i bi/sogni.

In questa battaglia, lo sciopero delle donne è un'arma pratica, per tradurre oggi nei fatti il protagonismo delle proletarie, operaie, lavoratrici, disoccupate, immigrate, per unire le loro lotte singole e imporre, far diventare egemone il punto di vista generale, le doppie ragioni delle donne, l'intreccio tra le ragioni di classe e di genere.

Le donne hanno bisogno di autorganizzarsi e lottare in maniera anche separata dal movimento di lotta generale, per darsi forza, coraggio, rompere i freni, pratici e ideologici, le tante forme di oppressione sia esterne, sia familiari, le doppie catene, per scatenare la ribellione delle donne come forza poderosa della rivoluzione dei proletari e dei popoli in ogni parte del mondo.
Chi nega questo, anche se parla di “rivoluzione”, vuole impedire il vento dirompente, di trasformazione, pratico, teorico, ideologico che la “rivoluzione nella rivoluzione” delle donne, la maggioranza delle masse, porta nella battaglia generale.

In questo, lo sciopero delle donne è una tappa importante.

Abbiamo fatto un primo riuscito sciopero delle donne il 25 novembre 2013, in questi 2 anni abbiamo portato avanti l'organizzazione e la mobilitazione delle donne, iniziative verso le fabbriche e posti di lavoro di donne, da Palermo a Taranto, a Milano, a Melfi, ecc. fino alla novità della marcia dell'11 e 12 dicembre; anni in cui sempre più si sono fatte sentire e vedere le lotte, le proteste delle operaie, delle braccianti, delle lavoratrici immigrate, delle precarie.

In questo 8 marzo facciamo un secondo sciopero delle donne, e cominciamo una marcia che via via unisca e arrivi a tutte le realtà delle lavoratrici.

Le donne proletarie in questo 8 marzo rilanciando la loro battaglia e la loro sfida, si uniscono alle donne combattenti, dall'India, alla Palestina, al Kurdistan, alla Turchia, ecc., e sono al fianco delle donne costrette a fuggire dalle guerre, dai regimi assassini.

Infine, diciamo chiaro: Noi siamo contro chi vuole cancellare l'8 marzo.
Lo vogliono cancellare i padroni, il governo perchè giustamente temono che dietro le “mimose” appaia lo spettro della lotta rivoluzionaria delle donne; ma lo vogliono cancellare anche coloro, spesso femministe piccolo borghesi, che irridono questa data storica delle donne e contribuiscono così a cancellare il suo carattere proletario, rosso e rivoluzionario.
Noi invece è questo 8 marzo che rivendichiamo!

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

18.2.16

pc 18 febbraio - PIATTAFORMA PER IL NUOVO SCIOPERO DELLE DONNE


Questa piattaforma riprende i punti della piattaforma dello sciopero del 2013, su cui in questi due anni è proseguito il lavoro, in particolare tra le lavoratrici, precarie e disoccupate, e gli obiettivi presenti nelle denunce e mobilitazioni più recenti delle donne proletarie, dalle operaie, alle braccianti, alle lavoratrici immigrate, ecc.
  • Lavoro per tutte le donne
  • Trasformazione a tempo indeterminato dei contratti precari – No Jobs act
  • NO a discriminazioni salariali, pari salario per pari lavoro
  • Meno orario e aumento delle pause
  • Riduzione dei ritmi e dei carichi di lavoro, come difesa anche della nostra salute
  • Riposo sabato e domenica o 2 gg consecutivi nelle aziende a turnazione continua
  • turni che non aggravino la condizione delle donne
  • Condizioni di lavoro e ambienti di lavoro (compreso servizi igienici) a tutela della salute, anche riproduttiva, delle donne e della dignità delle lavoratrici
  • NO al caporalato in agricoltura
  • No all'uso di prodotti tossici durante il lavoro nei campi, strutture mediche vicino ai luoghi di lavoro
  • Allontanamento dai luoghi di lavoro per tutti coloro – capi, padroni, ecc.- responsabili di molestie, ricatti, violenze sessuali, atteggiamenti razzisti
  • Nei passaggi di appalti o ditte, automaticità del passaggio delle lavoratrici con conservazione dei diritti acquisiti – nei rapporti part time, orario non al di sotto di 30 ore settimanali
  • Salario minimo garantito per tutte le donne
  • Divieto di indagine sulla condizione matrimoniale, di maternità, di orientamento sessuale, nelle assunzioni o licenziamenti
  • NO a discriminazioni sul lavoro legate allo stato familiare, di maternità, di razza
  • Diritto di cittadinanza e uguali diritti lavorativi, salariali e normativi per le immigrate
  • Abbassamento dell’età pensionabile delle donne, per il doppio lavoro che fanno
  • Assemblee sindacali retribuite delle donne in più rispetto a quelle stabilite
  • Socializzazione/gratuità dei servizi domestici essenziali, asili, servizi di assistenza per anziani, ecc.
  • Difesa e ampliamento del diritto di aborto, abolizione dell’obiezione di coscienza, consultori laici gestiti e controllati dalle donne
  • Accesso gratuito per le donne ai servizi sanitari
  • Interventi contro i denunciati per violenze, stalking, maltrattamenti - Divieto di permanenza in casa, se familiari o conviventi
  • Procedura d’urgenza nei processi per stupro e femminicidi e accettazione delle parti civili di organizzazioni di donne, con patrocinio gratuito per le donne

pc 18 febbraio - Facebook si arruola e si mette al servizio delle campagne dell'imperialismo sul 'terrorismo' - in Belgio le foto su facebook usate nei tribunali nella criminalizzazione

Internet : Facebook offre la pub aux anti-terroristes

Dans ses plans "anti-terroristes", Facebook propose à présent d’offrir des espaces publicitaires gratuitement à ceux qui "discréditent les discours extrêmistes". Ceux qui partageront des contenus textuels, des images ou des vidéos contre le "terrorisme" pourront recevoir gratuitement 1.000$ de crédit sur la plateforme de pub du réseau social.

Belgique : Les photos de Facebook peuvent être utilisées devant la justice

Ce n’est probablement pas la première fois que la justice belge utilise des photos issues de Facebook lors d’une procédure, mais un tribunal liégeois a du statuer sur la recevabilité de ces données. La Cour d’Appel de Liège a donc décidé d’autoriser l’utilisation de ces photos, dans le cadre d’une affaire d’agression où l’accusé voulait démontrer que le préjudice n’était pas "si important que ça" en utilisant des photos postées sur Facebook deux jours après l’agression. Cela ne sera pas considéré comme une violation de la vie privée.
Les photos de Facebook peuvent être utilisées devant la justice
Les photos de Facebook peuvent être utilisées devant la justice". Ceux qui partageront des contenus textuels, des images ou des vidéos contre le "terrorisme" pourront recevoir gratuitement 1.000$ de crédit sur la plateforme de pub du réseau social.

pc 18 febbraio - Lo Stato nazisionista israeliano uccide 4 bambini palestinesi

Los soldados israelíes que ocupan militarmente los territorios palestinos, disparan a matar a cualquier palestino, principalmente a los niños, si ellos creen o "imaginan" que este chico o chica tiene la intención de atacarlos.
Este pasado domingo, 4 menores palestinos fueron muertos. Una niña palestina de Hebrón fue asesinada por disparos de soldados israelíes. Dicen que tenía la intención de atacarlos.
A su vez, durante la mañana del domingo, otros 3 menores palestinos fueron asesinados por disparos de militares israelíes, dos en la zona de Jenin, al norte de Cisjordania ocupada y el tercero en un CheckPoint en el camino entre Belén y Jerusalén.
Los hechos sucedieron este domingo, cuando dos primos adolescentes de 14 y 15 años identificados por el ministerio de Sanidad palestino como Raed Muhammad Waqed y Marwan Jalid Waqed, según cita la agencia de noticias Maan, se encontraban en las inmediaciones de una carretera al oeste de Yenín.
Según los militares israelíes, los niños lanzaban piedras a los vehículos que transitaban por la vía.
Otro muchacho de 14 años, falleció en forma inmediata, al recibir varios disparos en su pecho. Los soldados israelíes apostados en el CheckPointe Numan al sur de Jerusalén. Los soldados justificaron el asesinato, señalando que el chico tenia la intención de atacarlos con un cuchillo.
 En Hebrón, en las cercanías de la Mezquita de Abraham, una chica de 16 años fue asesinada debido a su supuesta intención de apuñalar a soldados israelíes que patrullaban el sector.
En el video el momento del asesinato de la chica palestina en Hebrón y como los criminales sionistas expulsan a los palestinos que se acercan a socorrer a la niña
Desde los inicio del mes de octubre del año recién pasado a la fecha, unos 176 palestinos, en su mayoría niños, fueron asesinados por disparos directos de soldados israelíes. El argumento principal de estas ejecuciones, es la versión de los militares israelíes sobre una supuesta intención de los palestinos de atacar a los soldados. 
Para los israelíes, resistir la ocupación militar por parte de los palestinos es considerado un acto de terrorismo y por ende matar a “terroristas” es un simple acto de auto defensa.
Fuente: Corresponsal de PalestinaLibre.org desde Jerusalén, Palestin

pc 18 febbraio - Cacciare Maroni e la sua giunta corrotta e ladrona - manifestare alla Regione ORA!

Fabio Rizzi, trovati 15mila euro in casa e 1900 nel congelatore. “Voglio chiarire”

I contanti potrebbero corrispondere ad una tranche della presunta tangente da 50mila euro che sarebbe stata pagata dall’imprenditrice Maria Paola Canegrati a Rizzi e al suo braccio destro Mario Longo attraverso l’emissione di due presunte false fatture

pc 18 febbraio - Cariche e lanci di lacrimogeni contro facchini e solidali alla Bormioli di Fidenza

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In programma era presente un nuovo picchetto che ha visto
la partecipazione oltre che dei licenziati dalla Bormioli anche
di tanti e tante solidali da tutto il Nord Italia; obiettivo del blocco
 era ancora una volta protestare contro i licenziamenti e le
condizioni peggiorative applicate nella fabbrica in seguito
all'ingresso del consorzio Cal al posto di quello precedente Lintel.
Un picchetto di centinaia di persone si è cosi costituito sin dal
primo mattino, bloccando i camion in entrata e in uscita e
determinando una nuova situazione di forte perdita per la
Bormioli, obbligata a rivolgersi alla forza pubblica per sbloccare
la situazione.
La giornata si è però trascinata stancamente senza innalzamento
di tensione fino alle 22: una