pc 12 dicembre - Firenze, alla Leopolda gli ignobili mostri di Renzi, in piazza operai, lavoratori, migranti, giovani, donne del popolo - due società che si devono scontrare con tutti i mezzi necessari - proletari comunisti-PCm Italia

«Scuola, Jobs act e privatizzazioni: queste riforme sono da cialtroni»: è uno degli slogan simbolo della manifestazione contro «Renzi e le politiche di devastazione e sfruttamento del governo e del Pd»,  Il corteo, al quale prendono parte migliaia di manifestanti, è partito da piazza San Lorenzo e ha sfilato attraverso il centro cittadino per concludersi in via Prato  ad alcune centinaia di metri dal luogo dove è in corso la kermesse renziana, in quanto non è stata concessa ai manifestanti l’autorizzazione per portare la loro contestazione direttamente davanti ai cancelli dell’ex stazione Leopolda.
I manifestanti hanno superato il blocco delle transenne e solo il cordone delle forze dell’ordine impedisce loro di avvicinarsi alla Leopolda. In assetto antisommossa le forze dell’ordine stanno cercando di evitare che il corteo prosegua verso la zona dove è in corso di svolgimento la kermesse renziana.


pc 12 dicembre - La Lega nord di Maroni e Salvini razzisti corrotti e parassiti che usano i soldi pubblici per fini privati


La collaboratrice di Maroni con lui
a Tokyo «solo per piacere personale»

L’ex dg di Expo, braccio destro di Sala, condannato in primo grado a quattro mesi. L’ad a verbale: «Dai soci continue richieste, io medio tra quelle accettabili o da rispedire al mittente»

di Luigi Ferrarella





Quando nel maggio 2014 il leghista Roberto Maroni ha premuto sul braccio destro di Giuseppe Sala e direttore generale di «Expo 2015 spa», Christian Malangone, affinché la società pagasse aereo e hotel accanto a Maroni per la collaboratrice Maria Grazia Paturzo nella poi annullata trasferta a Tokyo, l’ha fatto «strumentalizzando la sua qualità di presidente della Regione Lombardia per ottenere uno scopo del tutto personale» quale «la compagnia della Paturzo nel viaggio all’estero a spese del privato»: una «partecipazione legata esclusivamente al piacere personale del presidente», con «ingerenza del tutto arbitraria ed esorbitante rispetto al potere conferitogli». In 60 pagine la giudice Chiara Valori motiva i quattro mesi inflitti in primo grado il 20 novembre a Malangone per «induzione indebita a promettere utilità»: pressione che non denunciò, anzi «accettando il ruolo di intermediario e “facilitatore” delle richieste di Maroni in un momento di particolare difficoltà per Expo, a seguito degli arresti e dei ritardi nel cronoprogramma dei lavori». 

pc 12 dicembre - La generazione Leopolda, i giovani reazionari in doppio petto di Renzi, benestanti e al servizio dei padroni... la peggio gioventu da regime di questo fine anno



«C’è una generazione che viene dalla Leopoda e che» oggi «non viene solo da Roma, dalla guida del partito o dal governo, ma anche da territori molto difficili», dice Renzi presentando Ciro Bonaiuto, sindaco di Ercolano e Ottavia Soncini, vice presidente dell’Emilia Romagna , in apertura della kermesse della Leopolda. Renzi ha poi chiesto «un applauso a Dario Nardella, che fa il mestiere più bello del mondo», cioè il sindaco di Firenze. «C’è una generazione di persone nuove che ci mettono la faccia e non solo». «Non vogliamo essere dei numerini ma uomini, non delle bestie che vivacchiano».

pc 12 dicembre - I grillini razzisti dentro - un altro esempio dei nuovi mostri


Donna uccisa a Parma «se l’è cercata». Bufera sulla consigliera del M5S

Rosanna Lau, delegata del sindaco di Civitavecchia, commenta su Facebook il femminicidio di Parma: «Dire che se l’è cercata è il minimo, fosse sopravvissuta l’avrei insultata». E in Rete scoppia la polemica. Poi l’annuncio delle dimissioni

di Annalisa Grandi




Rosanna Lau (Facebook)

«Dire che se l’è cercata è il minimo, se fosse sopravvissuta l’avrei insultata». Queste le parole scritte in un post su Facebook dalla delegata del sindaco di Civitavecchia e consigliera del Movimento 5 Stelle Rosanna Lau. La donna che a suo dire «se l’è cercata» è Alessia Della Pia, 39enne disoccupata brutalmente picchiata e uccisa a Parma. Il compagno, il tunisino 27enne Mohamed Jella con precedenti per droga e rapina, è ricercato per il suo omicidio.

Il post «incriminato» (Facebook)
Il post «incriminato» (Facebook)
Un ennesimo femminicidio, sul quale la delegata del sindaco di Civitavecchia ha voluto dire la sua: «Una donna italiana quarantenne intreccia una relazione con un tunisino, lui l’ammazza come un cane. Non voglio vedere il suo nome nella lista delle “martiri”. Dire che se l’è cercata è il minimo. Se fosse sopravvissuta l’avrei insultata». 

pc 12 dicembre - Salvini e i genitori protorazzisti - la civiltà degli idioti reazionari genera mostri

Il Natale 2015 è destinato ad essere ricordato per le polemiche tra le aule scolastiche. Questa volta tocca a una canzone cantata nel 2004 allo “Zecchino d’oro” da un bambino palestinese. Quel “Salam”, nella strofa del ritornello di “Una Stella a Betlemme” sta dividendo i genitori della scuola primaria “Collodi” dell’undicesimo circolo di Modena.
La scelta degli insegnanti di far imparare ai bambini questa melodia in occasione della fiaccolata organizzata per il 18 dicembre al parco XXII Aprile, non è piaciuta a qualche papà che ha sollevato il caso: “Avrei preferito che mia figlia intonasse ‘Tu scendi dalle stelle’. Ho letto – spiega un genitore che preferisce restare nell’anonimato – il testo della canzone, credo non sia pertinente al Natale. E’ orecchiabile, è carina. So che “Salam” significa “Pace” ma dobbiamo difendere la nostra cultura. Non sono razzista,  anche se penso che per il 25 dicembre sia scontato che si intonino “Bianco Natale” o “Adeste Fideles” e non “Una stella a Betlemme”. A non piacere è il ritornello: “Salam o mia città, Salam la mia realtà, Salam io ti amerò, Salam ritornerò

pc 12 dicembre - Lo Stato nazisionista di Israele serial killer del popolo palestinese, per conto dell'imperialismo e dei regimi reazionari arabi

 Tre palestinesi uccisi,

odayOday Irsheid, 22 anni, è stato ucciso ieri, raggiunto in pieno petto da un proiettile calibro 22 sparato da soldati israeliani a Ras al Jura. Dania Irsheid, 17 anni, era stata falciata il 25 ottobre da una raffica di mitra, sospettata di nascondere un coltello nella borsa. La scena è sempre quella di Hebron, stessa la famiglia dove una madre in 45 giorni ha perduto una figlia e un figlio. Un destino amaro che ieri ha riempito le pagine dei media elettronici palestinesi. I volti dei due ragazzi sono apparsi centinaia di volte su Facebook e Twitter.
Di Dania si racconta ancora tanto a Hebron. I palestinesi parlano di un’uccisione a sangue freddo, ripetono che non aveva alcuna intenzione ostile verso i soldati che avrebbero fatto fuoco senza pensarci due volte. Il suo caso è tra quelli presi in esame da Amnesty International che nelle settimane passate ha denunciato tante uccisioni “immotivate” di palestinesi da parte delle forze israeliane.
La vicenda di Oday e Dania Irsheid ha segnato una giornata che ha visto l’uccisione di altri due palestinesi e il ferimento di altri 70, 58 dei quali a Gaza. Omar al Hroub, 55 anni, secondo il portavoce militare, avrebbe cercato, nei pressi di Halhul (Hebron), di investire con la sua auto alcuni soldati che hanno reagito facendo fuoco.
ì Circa il 30 per cento dei circa 120 palestinesi morti dal 1 ottobre abitavano nella città cisgiordana o nei villaggi vicini. A Gaza Sami Madhi, 41 anni, è stato ucciso sul colpo da proiettili sparati dalle torrette di sorveglianza israeliane a est di al Burej, durante un corteo di protesta lungo le linee di confine. Ieri migliaia di palestinesi sono scesi in strada in varie città della Cisgiordania contro l’occupazione militare per l’anniversario della fondazione del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (sinistra marxista) e, in anticipo di due giorni sulla data effettiva, di quella del movimento islamico Hamas.

Michele Giorgio Il Manifesto

pc 12 dicembre - Stefano Cucchi - questi carabinieri odiosi assassini, depistatori e criminali sono ancora in servizio!

“Stefano Cucchi fu sottoposto ad un violentissimo pestaggio da parte di Carabinieri”
  • Radio Onda d'Urto
“Stefano Cucchi fu sottoposto ad un violentissimo pestaggio da parte di Carabinieri”
Nella notte tra il 15 ed il 16 ottobre 2009 Stefano Cucchi fu sottoposto ad un violentissimo pestaggio da parte di Carabinieri appartenenti al comando stazione di Roma Appia”.


Lo scrive oggi, venerdì 11 dicembre, la procura di Roma in una richiesta di incidente probatorio per

pc 12 dicembre - La strage di Stato nella controinchiesta che ne smascherò la natura e funzione


 Piazza Fontana. La strage è di Stato

  • Odradek 

Pubblichiamo qui la nota editoriale di Odradek, casa editrice militante che ancora oggi ristampa il libro La strage di Stato, opera collettiva di soli 15 compagni. Un miracolo d'altri tempi.
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La strage di piazza Fontana ha cambiato la storia d'Italia. Su questo non esiste praticamente difformità di opinione tra nessuno dei principali o secondari soggetti politici, osservatori, politologi, storici attendibili o contafrottole di bassa lega. Le bombe esplose il 12 dicembre inaugurarono la “strategia delle stragi”, prolungatasi fino al 1980 – quella con il bilancio più alto di vittime, il 2 agosto, alla stazione di Bologna. Tutte incontrovertibilmente stragi di Stato, ovvero stragi compiute da uomini facenti parte direttamente degli apparati più “coperti” dello Stato, oppure da fascisti da loro personalmente organizzati, indirizzati, finanziati, protetti – senza alcuna eccezione – fino al momento di andare in tipografia con questa nuova edizione.
Il libro La strage di Stato ha a sua volta cambiato la storia di questo paese. Non la “mentalità della sinistra”, ma proprio la Storia in senso stretto. Ha infatti impedito che la strage di piazza Fontana raggiungesse il suo scopo: far scattare un “riflesso d'ordine” nel paese, chiudere il biennio rosso '68-'69, rinchiudere nuovamente gli studenti nel ghetto delle scuole e gli operai nell'inferno delle fabbriche, senza più resistenze, contestazioni, antagonismo.
Come è potuto riuscire un libretto scritto da 15 anonimi compagni qualsiasi, alcuni dei quali allora praticamente bambini (con il metro attuale), a fare tanto?
Con l'inchiesta, attenta e non indulgente alle facili suggestioni. Una controinchiesta, più precisamente.
Ma andiamo con ordine.

pc 12 dicembre - 1969-2015 anniversario della strage di piazza Fontana - nostre parole d'ordini - partecipiamo alle manifestazioni a Milano - sosteniamo le manifestazioni contro il governo in altre città italiane

Non dimenticare!
la strage fu fascista e di Stato!

La strage ci ha insegnato:
lo Stato borghese si abbatte e non si cambia!

proletari comunisti - PCm Italia
12 dicembre 2015

pc 12 dicembre - La Francia imperialista gronda sangue, controlla e schiaccia le sue colonie africane e finanzia e arma il terrorismo dei jihadisti di Boko Haram

Riportiamo un interessante articolo pubblicato ieri dal quotidiano ItaliaOggi, dal titolo “La Francia è ancora coloniale”, che analizza il dominio della Francia, appunto, su quei paesi africani che facevano parte del suo impero coloniale, attraverso il controllo della moneta e delle riserve d’oro. Spiega, inoltre, il perché della ferocia militare della Francia in quei paesi che tiene di fatto in guerra permanente per avere sempre la scusa dell’intervento, e quindi del controllo, militare per garantire spaventosi profitti ai propri capitalisti. E perché ad ogni tentativo di quei paesi di liberarsi dalla stretta mortale risponde con l’organizzazione e il sostegno di colpi di stato reazionari. Rende evidente il grande inganno e l’estrema ipocrisia quando “piange” i morti francesi causati da quegli stessi terroristi che arma e finanzia. Quante “generazioni Bataclan” hanno visto quei paesi? La “visione del mondo” che parte dai paesi imperialisti, e qui si ferma, con la creazione ad arte di una “opinione pubblica” stordita, non permette una visione corretta, scientifica, proletaria dei rapporti tra paesi e classi nel mondo.

Più in generale, questo articolo, conferma anche il fatto che spesso l’indipendenza delle ex colonie inglesi, francesi, spagnole, italiane… sia stata solo formale con la trasformazione dei vecchi legami in nuovi legami fondamentalmente economici, politici e militari.
(le sottolineature sono nostre)

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venerdì 11 dicembre 2015

pc 11 dicembre - Appello all'opinione pubblica nazionale e internazionale dalla famiglia del prigioniero politico marocchino Hassan Koukou

In via di traduzione

Morocco: Call for national and international opinion from the family of the political prisoner Hassan Koukou
NOUS RELAYONS CE COMMUNIQUÉ TRADUIT PAR LE COMITÉ D’ACTION ET DE SOUTIEN AUX LUTTES DU PEUPLE MAROCAIN. NOUS EXPRIMONS NOTRE SOLIDARITÉ TOTALE AVEC LES PRISONNIERS ET PRISONNIÈRES POLITIQUES AU MAROC.

Morocco: Call for national and international opinion from the family of the political prisoner Hassan Koukou
Rigiriamo questo comunicato tradotto dal Comitato d’Azione e di Sostegno alle Lotte del Popolo Marocchino. Esprimiamo la nostra solidarietà totale con i prigionieri e le prigioniere politiche in Marocco.

Nostro figlio Hassan Koukou si trova attualmente all’ospedale regionale della città di Midelt in uno stato critico ed estremamente grave. Infatti, non riesce più a muoversi e parla con molte difficoltà, e questo per lo sciopero della fame che ha iniziato e continuato ininterrottamente dal 13 Novembre 2015 (data dopo la quale non ha bevuto più acqua ne ha assunto zuccheri) per difendere la sua dignità e rivendicare i suoi diritti legittimi a proseguire la sua istruzione, a ricevere delle visite, a essere trattato, a d avere accesso alla stampa e alle letture, e per ottenere il suo trasferimento di prigione da Midelt.

Come sapete, nostro figlio vive in condizioni inumane e molto dure in questa prigione, l’amministrazione tiene 37 prigionieri nella stessa cella; fa anche subire ai detenuti tutte le forme di umiliazione e di tortura a ogni rivendicazione legittima dei prigionieri come quelle reclamate da nostro figlio per ottenere delle condizioni favorevoli alla continuazione dei suoi studi (accesso alla biblioteca, possibilità di ricevere i programmi pubblicati dal ministero…).

Ricordiamo che nostro figlio è stato arrestato il 17 Dicembre 2012 ed è stato condannato a 5 anni di fermo in prigioni. Ha passato i primi due anni e mezzo dei suoi anni di prigionia nella prigione di Meknes dove aveva già condotto diversi scioperi della fame (il più lungo si è sviluppato su un periodo di 110 giorni) per ottenere infine molte promesse da parte dell’amministrazione penitenziaria, accreditate da un rappresentante del consiglio nazionale dei diritti dell’uomo, ma mai mantenute.

Al contrario! È in quel periodo che nostro figlio è stato mandato a Midelt per essere separato dai suoi compagni di lotta e perché la sua situazione detentiva si aggravasse con una negazione totale dell’insieme dei suoi diritti più elementari.

Noi facciamo appello oggi all’opinione pubblica nazionale e internazionale perché tutto sia intrapreso alfine di apportare un aiuto vitale a nostro figlio, disteso sul suo letto di morte e obbligato, da un silenzio assoluto e morbido, di tutti gli attori della società – dai media fino ai cosiddetti difensori dei diritti dell’uomo.

Noi dichiariamo che la situazione gravissima e critica nella quale si trova nostro figlio, incombe interamente sulla delegazione generale dell’amministrazione penitenziaria in generale e sull’amministrazione della prigione di Midelt in particolare che dovrà rispondere un giorno della loro piena e intera responsabilità di fronte al crimine di non assistenza a una persona in pericolo.

Dichiariamo anche che nostro figlio è determinate a continuare la sua lotta legittima e che noi restiamo e resteremo al suo fianco per dargli il nostro sostegno incondizionato.

Infine, ci appelliamo a tutte le forze amorevoli e luminose di giustizia, a tutti i militanti e le militanti, a sostenere nostro figlio e di fare conoscere più ampiamente la lotta che è in corso e ad organizzare azioni di sostegno e di solidarietà prima che sia troppo tardi

5 Dicembre 2015



Morocco: Call for national and international opinion from the family of the political prisoner Hassan Koukou

pc 11 dicembre - Sulle elezioni in Francia - Bloc rouge Francia

Quello che mostra il primo turno delle elezioni regionali

La prima osservazione è che il tasso di astensione, delle schede bianche e nulle ha superato il 50%, ciò prova che la maggioranza della popolazione in Francia non si interessa alle elezioni, ch non crede più alle promesse degli uni o degli altri che sono state sempre tenui, che le elezioni non servono a niente. Questo tasso d’astensione mostra che la popolazione, scioccata dagli attentati, non è pronta a fornire il sostegno alla politica del governo di sinistra, ancor più che a quella della destra. Dietro l’appello all’unità nazionale la borghesia si disintegra.

La seconda osservazione mostra la crescita del FN, nell’insieme del territorio, che diventa elettoralmente il primo partito di Francia (circa il 30% dei suffragi espressi, il 13,5% degli iscritti). Il FN arriva in testa in 6 regioni. A Île de France, la regione più popolata, il FN supera il 20% in 8 città operaie e sfiora il 30% a Tremblay e a Livry-Gargan.

La terza osservazione mostra il calo del PS che non è in testa che in 3 regioni e nelle colonie: Guadalupa, Martinica, Guayana, Reunion, dove gli indipendentisti e la sinistr sono in testa, il FN quasi inesistente. Si nota allo stesso modo il calo di Europa Ecologia-Verdi con il 6,81% mentre si tiene il COP21. Per il Fronte di Sinistra il suo risultato è del 4,15%. La destra non è in testa che in 4 regioni ed essa stessa è in calo.

Il PS ha deciso di ritirarsi a profitto della destra in 3 regioni (Paca, Nord/Pas de Calais, Alsazia). In quest’ultima regione, il capolista rifiuta di obbedire agli ordini e tiene. Quanto ai repubblicani, il partito rifiuta il ritiro o la fusione.

Le politiche di destra come di sinistra sono responsabili dell’aumento del FN. Le misure prese dal governo hanno scavato il letto del fascismo, al punto di riprendere in parte le tesi del FN, sull’immigrazione, la violenza, il terrorismo. L’apparato poliziesco e militare dello stato è stato rinforzato.

Il secondo turno delle elezioni non cambierà niente alla deriva della destra e della sinistra, il loro calo si va a rafforzare così come la crescita del DN e del razzismo.

Le elezioni una falsa soluzione per stabilire la giustizia sociale!

La democrazia borghese e il fascismo sono due forme di governo che si da la borghesia per mantenere la sua dittatura sul proletariato, l’estorsione del plusvalore che produce il capitale finanziario che domina tutta la produzione attraverso i monopoli sempre più potenti, monopoli che esportano i loro capitali, de localizzano la loro produzione nei paesi dove il costo del lavoro è più vantaggioso che gettano milioni di lavoratori e lavoratrici, rovinano decine di migliaia di piccoli padroni che cadono nel proletariato.

La borghesia si dota di un apparato di stato, una superstruttura per mantenere la sua dittatura.

Nella misura in cui si approfondisce la crisi, la borghesia non può più governare come prima. La crisi colpisce principalmente la classe operaia ma tocca anche la piccola-borghesia. “Le classi media, piccoli industriali, piccoli commercianti, artigiani, contadini, tutti combattono la politica della borghesia per salvare la loro esistenza di classe media dal declino che la minaccia. Non sono quindi rivoluzionari ma conservatori; ancor più sono reazionari: cercano di fare girare all’indietro la ruota della storia. Se sono rivoluzionari, è in considerazione dei loro interessi attuali; abbandonano il loro proprio punto di vista per posizionarsi su quello del proletariato” (Karl Marx, Friedrich Engels - Manifesto del Partito Comunista).

Queste classi minacciate e ugualmente ua parte dei proletari possono seguire i reazionari, seguire il partito fascista.

Non possiamo combattere l’avanzata del fascismo, senza combattere i partiti borghesi e le misure reazionarie che creano il letto del fascismo.

Le elezioni in regime capitalista sono il mezzo per portare al potere l’una o l’altra delle fazioni della borghesia. Diffondere l’illusione che le elezioni possano forzare la borghesia a rinunciare o a mantenere il suo tasso di profitto. Questo non fa che mantenere, prolungare il sistema capitalista e aggravare le condizioni del proletariato e delle masse popolari.

Il FN, da parte sua, assume una sembianza “anti-sistema”, dalla parte dei “dimenticati”.
In realtà, il programma del partito fascista non è di combattere il sistema capitalista, ma di rinforzare la dittatura della borghesia, di rinforzare la dittatura del capitale finanziario, di dividere il proletariato e diffondere le idee reazionarie, razziste, sessiste, nazionaliste, scioviniste, di “ civiltà superiore”, di tradizioni ecc., attraverso i media, l’istruzione, la scuola ecc., si appoggia sui pregiudizi esistenti nel seno stesso del popolo.

Ma non è sufficiente boicottare le elezioni. Il boicottaggio come espressione di rigetto della politica reazionaria della borghesia è giusto. Ma non impedisce la realizzazione della politica reazionaria dei differenti tipi di governo di destra e di di sinistra e la crescita del partito fascista che pretende di opporsi a questa politica.

La sola soluzione, come diciamo: “E’ la rivoluzione”. La borghesia detiene attraverso lo stato il mezzo per mantenere la sua dittatura, che comprende la forza più brutale se necessaria. Bisogna quindi attaccare questo stato, mobilitarsi, battersi contro la dittatura della borghesia, contro il suo apparato di stato, fino alla sua distruzione con la vittoria della rivoluzione proletaria.

Alla dittatura della borghesia succederà quella del proletariato, che distruggerà l’apparato di stato borghese ed edificherà quello del proletariato, ed esproprierà i mezzi di produzione del capitale finanziario che domina tutta l’economia. Sull’esempio della Comune di Parigi, potranno essere eletti a tutti i livelli i lavoratori e le lavoratrici.

Lo stato proletario instituirà delle nuove leggi per organizzare un’economia collettiva, la riorganizzazione dei territori, la razionalizzazione della produzione, la soppressione dei settori parassitari, dannosi, la promozione della scienza al servizio del popolo, la lotta contro l’inquinamento per la promozione accelerata delle energie non inquinanti e di altre soluzioni, la presa in considerazione di proposte progressiste, bloccate e sottomesse oggi alla legge di bronzo del profitto capitalista. Tutto il sistema d’insegnamento, d’educazione, di formazione sarà messo nell’istruzione con questi obiettivi alfine di mettere fine alla separazione tra lavoro manuale e intellettuale. I progressi della scienza, delle tecniche potranno risolvere i problemi molto più rapidamente e accelerare la marcia verso il comunismo nel mondo intero.

Ma per vincere la borghesia e il suo apparato statale, opporsi alle sue misure reazionarie e combattere il fascismo che avanza, dobbiamo stabilire un apparato più potente di quello di cui dispone la borghesia.

Noi abbiamo il numero: una grande maggioranza della popolazione del nostro paese ha interesse a un cambiamento rivoluzionario, alla distruzione del sistema capitalista. Noi dobbiamo organizzarci.

Per questo, ci vuole un partito comunista, un partito il cui obiettivo è “ la distruzione da cima a fondo dell’apparato di stato borghese.” (Karl Marx – La Guerra Civile in Francia)

[…] Ci basta questo per centralizzare le numerose lotte locali, che ovunque assumono lo stesso carattere, di una lotta nazionale e di una lotta di classe. Ma tutta la lotta di classe è una lotta politica […]. Questa organizzazione del proletariato in classe, e quindi in partito politico, è senza cessare di distruggere di nuovo dalla concorrenza che si fanno gli operai tra di loro. Ma essa rinasce sempre, e sempre più forte, più ferma, più potente.” (Il Manifesto del Partito Comunista)

La strategia di questo partito è di muovere contro la borghesia una guerra popolare di lunga durata, perché la borghesia non cederà il potere di sua volontà. La guerra popolare di lunga durata, è la guerra del popolo, una guerra su tutti i piani: economica, ideologica, culturale, militare.

La prima fase è difensiva: sul piano economico lo stesso, la lotta di classe per la difesa delle conquiste e per acquisirne di nuove; sul piano ideologico di lotta contro la propaganda della borghesia, del fascismo, della lotta contro il razzismo, le discriminazioni di tutti i tipi, contro il disfattismo e le illusioni riformiste, cosi si va a consolidare il fronte di classe; sul piano culturale, per la promozione e lo sviluppo della cultura popolare.

La lotta delle donne contro le discriminazioni, il patriarcato, il sessismo e di un’importanza particolare, perché le donne sonno una parte preponderante nella lotta rivoluzionaria. Le donne subiscono sempre un’oppressione supplementare rispetto agli uomini; le donne proletarie sono anche quelle che godranno di più dalla rivoluzione.

La costruzione di un largo fronte, anticapitalista/antifascista popolare è necessario non solamente per sviluppare l’unità popolare per la rivoluzione ma anche per difendersi dagli attacchi della repression e dagli attacchi fascisti e razzisti.

La questione della difesa è una questione essenziale perchè la borghesia non cederà mai il potere di sua volontà. Bisogna proteggere, le nostre lotte, i nostri sciopero, le nostre manifestazioni in una prima fase, in seguito, riprendere il vantaggio sulla borghesia, opporsi al suo apparato di stato in vista della presa del potere, rispondere alla violenza reazionaria con la violenza rivoluzionaria. Non farlo, significa andare alla sconfitta politica e alla disfatta, è permettere alla contro rivoluzione di imporsi.

Questi 3 strumenti, il partito, il fronte, la forza combattente si sviluppano per tappe concomitanti, sul terreno della lotta di classe, nelle fabriche e nelle aziende, nei quartieri, a partire dai bisogni concreti dei lavoratori e delle lavoratrici. Passo dopo passo, e si appoggiano sui successi e tirando lezioni di scacci, il modo di maneggiare la guerra popolare si va affinando fino alla vittoria.

RIGGETTIAMO LA VIA DELLA COMPETIZIONE ELETTORALE!
UNIAMOCI E ORGANIZZIAMOCI CONTRO LO STATO CAPITALISTA!
CONTRO LESOLUZIONI MARCE DEI RIFORMISTI, REAZIONARI E FASCISTI!
ABBASSO LA CONCILIAZIONE E LA COLLABORAZIONE DI CLASSE!
VIVA LA LOTTA DEL PROLETARIATO E DELLE MASSE POPOLARI!


pc 11 dicembre - Annidate nelle forze armate, aviazione, marina, esercito, cricche fameliche politico-economiche, militari di corrotti, e arraffasoldi - dalla destra al PD-


tangenti Aeronautica combo 990

Mazzette per l’aggiudicazione di appalti all’interno di diverse basi dell’Aeronautica: 8 le persone arrestate dai carabinieri del Comando Tutela per l’Ambiente e 17 quelle indagate, al termine di un’inchiesta – coordinata dalla procura di Velletri – su un’associazione per delinquere composta da militari, dipendenti civili della Difesa e imprenditori. A spiegare il meccanismo nelle intercettazioni è

pc 11 dicembre - Il governo imperialista Hollande-Valls è il governo della barbarie repressiva, come Sarkozy, peggio di Sarkozy, come Le Pen, peggio di Le Pen - contrastare il governo della guerra e del fascismo di Stato in tutte le forme necessarie


INTERNARE I SOSPETTI PER POI STERMINARLI -  come Guantanamo, come Hitler!

Redazione di Operai Contro, al governo Hollande, non basta lo stato di emergenza per 3 mesi. Il governo Francese si è rivolto al Consiglio di Stato con questa domanda: «Può […]

Dal Corriere

Un centro di internamento per migliaia di sospetti islamisti non ancora condannati? Il governo francese sembra non escludere l’idea, a giudicare dal parere di costituzionalità chiesto al Consiglio di Stato. In Francia sono schedate con la lettera «S» le persone sottoposte a controlli «per prevenire minacce gravi alla sicurezza pubblica o alla protezione dello Stato, qualora delle informazioni o degli indizi reali siano stati raccolti a loro carico». Si tratta in totale di circa 20

pc 11 dicembre - Contestazione studentesca a Palermo

Passerella ERSU rovinata: contestazione degli studenti contro il nuovo ISEE

Palermo.Oggi 10 Dicembre, un centinaio di studenti universitari ha contestato la "Notte bianca dell'Ersu", giornata organizzata dall'Ente regionale per il diritto allo studio negli Atenei dell'Isola. In particolare gli studenti hanno attuato un vero e proprio blocco del tavolo tecnico sul tema del diritto isee1 allo studio e nuovo calcolo ISEE.

Basta pensare alle ricadute che il nuovo calcolo ISEE ha avuto su tantissimi studenti, soprattutto sui detentori di borsa di studio, i quali in base al nuovo calcolo si sono visti detratti del diritto a borse e alloggi. Tanti, troppi studenti non potranno più permettersi di accedere all'Università a causa di spese troppo esose imposte dall'alto. "Basta chiacchiere sul nostro futuro!” è lo striscione che gli studenti oggi hanno esposto allo studentato San Saverio, il luogo dell'incontro, proprio con l'intenzione di rifiutare questa ridicola passerella organizzata dall'ERSU proprio sul tema del diritto allo studio. Diritto che viene oltretutto negato a partire già dagli escludenti test d'ingresso.
Gli studenti hanno interrotto l’incontro irrompendo nell’aula, intonando cori e pressando per intervenire; il tavolo difatti era "aperto" agli studenti, solo per partecipare però, non per intervenire. Sono riusciti a intervenire immediatamente esponendo le ragioni della nostra protesta che si protrae da mesi, che ha come perno il vasto tema del diritto allo studio, e come rivendicazione principale una rimodulazione dei parametri del nuovo calcolo ISEE in base alla specificità siciliana che sta attraversando un periodo di profonda crisi economica. Patetica poi ed oltremodo esagerata la reazione della controparte in causa, che ad un'azione pacifica di protesta degli studenti ha immediatamente risposto chiamando carabinieri e digos per tentare di bloccare - senza risultato - la contestazione che è si è protratta per più di mezz'ora.

pc 11 dicembre - Corteo regionale a Napoli


 Migliaia in piazza


Migliaia di persone, lavoratori delle partecipate, disoccupati, comitati per l'acqua e a difesa del territorio, immigrati, studenti, attivisti della campagna per il Reddito Minimo Garantito, sono partiti questa mattina da Piazza Dante diretti alla sede della Regione Campania per mettere sul piatto tutte le vertenze in atto e costringere il nuovo governatore De Luca a cambiare registro.
I primi provvedimenti dell’amministrazione De Luca sono stati connaturati da un forte segno antiproletario ed antipopolare: una pessima Legge sul riordino dei servizi idrici che di fatto spiana la strada alla totale privatizzazione del ciclo dell’acqua; una annunciata ristrutturazione delle Aziende Partecipate dove già si palesano tagli, processi di privatizzazione di significativi servizi ed un peggioramento della loro qualità ...


pc 11 dicembre - La solidarietà a Mattia da Coordinamento Contro La Buona Scuola - Torino

Ciò che è legale è giusto, ciò che è illegale è anche ingiusto?

Iniziare un comunicato di solidarietà con un interrogativo, alla maniera socratica, può apparire insolito, ma da docenti, oggi più che mai, sentiamo la necessità di far emergere il dubbio sulla realtà raccontata ai nostri studenti dai mass media e dai grandi "imbroglioni" del sistema.
I leghisti possono permettersi di gridare parole d'odio contro i migranti nelle piazze d'Italia e ciò è ritenuto legale e quindi giusto. Gruppi di neo-fascisti, spesso armati, possono aggredire gli studenti, anche ferendoli, e possono permettersi di assalire le università, difesi dalle forze dell'ordine e ciò è giusto, ed anche legale, visto che li si lascia fare. Istituzioni e imprenditori lasciano per strada famiglie e bambini, attraverso sfratti e sgomberi, e tutto avviene nella legalità, nella giustizia del più forte e nel silenzio. Se qualcuno, però, prova ad alzare la testa contro tutto questo, a denunciare, ad opporsi, allora commette un' illegalità e perciò va punito dai difensori dell'ordine, della giustizia e della legalità.
Se uno studente combatte il razzismo, lotta contro la privatizzazione dell'istruzione e la conseguente mercificazione della cultura, se prende a modello gli insegnamenti partigiani della partecipazione e dell'impegno per costruire una società più equa per tutte e per tutti, nel sistema attuale commette un illecito che va punito con la repressione e l'intimidazione legali e quindi giuste.
Noi stessi docenti siamo stati concepiti come instrumentum regni per addestrare i futuri sudditi all'ordine e alla disciplina, ma noi siamo prima di tutto difensori del sapere e della conoscenza e, Sapere e Conoscenza non si piegano davanti alle ingiustizie legalizzate. Mattia era con noi, insieme a tante altre studentesse e studenti, in corteo il 13 novembre contro la L.107 "Buona Scuola", per difendere l'istruzione pubblica e il diritto allo studio.
A Mattia va la nostra solidarietà e il nostro impegno per la costruzione di una società liberata dall'abusata equivalenza capitalista "giusto ergo legale/legale allora giusto".


Coordinamento Contro La Buona Scuola - Torino

pc 11 dicembre - Processo Solvay ad Alessandria - manifesto della Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio

IN TUTTI I TRIBUNALI DAL PROCESSO SOLVAY
al PROCESSO ILVA TARANTO

vogliamo condanne vere per i padroni assassini e i loro complici
vogliamo giustizia e risarcimenti per familiari, lavoratori, popolazioni
non si muore per il lavoro, da lavoro e da inquinamento
lottiamo per una rivoluzione politica e sociale che affermi il primato della vita di operai e cittadini e non il profitto dei padroni.
Vogliamo uno Stato e una giustizia nelle mani realmente degli operai e del popolo e non del grande capitale e della finanza.

Costruiamo insieme e ovunque la
RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA E SALUTE SUI POSTI DI LAVORO E SUL TERRITORIO

La Rete nazionale è presente e segue i processi a
Taranto, Palermo, Milano, Roma, Genova, Bergamo
info-materiali

pc 11 dicembre - Manifesto all'Ilva per il processo ai padroni assassini e complici - slai cobas per il sindacato di classe

Processo Ilva – si ricomincia dall'inizio
dopo la tragedia per favore risparmiateci la farsa

Con rabbia e indignazione i 120 operai ilva, i lavoratori e operatori del cimitero S. Brunone, i cittadini di tamburi e Paolo VI – autorganizzati come parti civili dallo slai cobas Taranto e patrocinati dai legali di Torino Bonetto-Vitale-Pellegrin e dai legali di Taranto Silvestre-Lamanna-Soggia - 
hanno accolto la notizia proveniente dal Tribunale/SARAM del ritorno del processo al GUP.

Non ci pare possibile che per un cavillo legale si debba ricominciare tutto da capo e fare quindi di questo
maxi-processo un maxi-scandalo delle lungaggini della giustizia e della impunità dei responsabili di morti e disastro ambientale per il profitto
E’ possibile che ci sia una volontà di non arrivare fino in fondo al processo e che dietro vi siano padroni, politici, governo che da sempre hanno ostacolato il lavoro dei magistrati?

Certamente non intendiamo scoraggiarci e facciamo appello a tutti i lavoratori e cittadini a comprendere l’importanza storica e pratica del processo che abbiamo sempre segnalato e comprendano che senza la partecipazione popolare nessuno avrà giustizia nè i morti nè i vivi e l’ilva da tragedia si trasformerà in farsa

Slai cobas per il sindacato di classe
via rintone 22 taranto 3475301704 slaicobasta@gmail.com

giovedì 10 dicembre 2015

pc 10 dicembre - Solidarietà con i migranti a Napoli - Je so' pazzo

Ieri abbiamo passato una bellissima giornata: siamo stati invitati a partecipare alla "Giornata della Fratellanza tra i popoli" organizzata dai compagni srilankesi del JVP, una storica organizzazione che in questa lontana isola dell'Oceano Pacifico porta avanti la lotta per migliorare le condizioni di vita e di lavoro della gente dello Sri Lanka.
Abbiamo sentito parlare Nalin, deputato del parlamento regionale di una zona a sud dell'isola, che il giorno prima ci ha tenuto a visitare l'Ex-OPG facendoci un sacco di complimenti e dicendo addirittura che porterà il nostro esempio a casa sua.
Con Nalin ed altri compagni ci siamo scambiati idee e impressioni sui nostri rispettivi paesi, sulla situazione della comunità a Napoli e sulle problematiche che deve affrontare tutti i giorni, sulle lotte che noi portiamo avanti in città e sulle battaglie che stiamo mettendo in campo proprio in un quartiere dove la presenza di immigrati, srilankesi e non, è enorme...
Alla faccia dei razzisti di ogni latitudine, abbiamo passato una bellissima giornata assieme a loro tra musiche e danze tradizionali della loro isola, spettacoli teatrali, interventi politici, tè, dolci, discussioni, riso e piatti tipici (ovviamente piccantissimi!)
Alla faccia di chi ci vuole divisi, la lotta ci unisce!
Dallo Sri Lanka a Materdei, viva la fratellanza tra i popoli!