Oday
Irsheid, 22 anni, è stato ucciso ieri, raggiunto in pieno petto da un
proiettile calibro 22 sparato da soldati israeliani a Ras al Jura. Dania
Irsheid, 17 anni, era stata falciata il 25 ottobre da una raffica di
mitra, sospettata di nascondere un coltello nella borsa. La scena è
sempre quella di Hebron, stessa la famiglia dove una madre in 45 giorni
ha perduto una figlia e un figlio. Un destino amaro che ieri ha riempito
le pagine dei media elettronici palestinesi. I volti dei due ragazzi
sono apparsi centinaia di volte su Facebook e Twitter.
Di
Dania si racconta ancora tanto a Hebron. I palestinesi parlano di
un’uccisione a sangue freddo, ripetono che non aveva alcuna intenzione
ostile verso i soldati che avrebbero fatto fuoco senza pensarci due
volte. Il suo caso è tra quelli presi in esame da Amnesty
International che nelle settimane passate ha denunciato tante uccisioni
“immotivate” di palestinesi da parte delle forze israeliane.
La
vicenda di Oday e Dania Irsheid ha segnato una giornata che ha visto
l’uccisione di altri due palestinesi e il ferimento di altri 70, 58 dei
quali a Gaza. Omar al Hroub, 55 anni, secondo il portavoce
militare, avrebbe cercato, nei pressi di Halhul (Hebron), di investire
con la sua auto alcuni soldati che hanno reagito facendo fuoco.
ì Circa il 30 per cento dei circa
120 palestinesi morti dal 1 ottobre abitavano nella città cisgiordana o
nei villaggi vicini. A Gaza Sami Madhi, 41 anni, è stato ucciso
sul colpo da proiettili sparati dalle torrette di sorveglianza
israeliane a est di al Burej, durante un corteo di protesta lungo le
linee di confine. Ieri migliaia di palestinesi sono scesi in
strada in varie città della Cisgiordania contro l’occupazione militare
per l’anniversario della fondazione del Fronte popolare per la
liberazione della Palestina (sinistra marxista) e, in anticipo di due
giorni sulla data effettiva, di quella del movimento islamico Hamas.
Michele Giorgio – Il Manifesto
sabato 12 dicembre 2015
pc 12 dicembre - Firenze, alla Leopolda gli ignobili mostri di Renzi, in piazza operai, lavoratori, migranti, giovani, donne del popolo - due società che si devono scontrare con tutti i mezzi necessari - proletari comunisti-PCm Italia
«Scuola, Jobs act e privatizzazioni: queste riforme sono da cialtroni»: è uno degli slogan simbolo della manifestazione contro «Renzi e le politiche di devastazione e sfruttamento del governo e del Pd», Il corteo, al quale prendono parte migliaia di manifestanti, è partito da piazza San Lorenzo e ha sfilato attraverso il centro cittadino per concludersi in via Prato ad alcune centinaia di metri dal luogo dove è in corso la kermesse renziana, in quanto non è stata concessa ai manifestanti l’autorizzazione per portare la loro contestazione direttamente davanti ai cancelli dell’ex stazione Leopolda.
I manifestanti hanno superato il blocco delle transenne e solo il cordone delle forze dell’ordine impedisce loro di avvicinarsi alla Leopolda. In assetto antisommossa le forze dell’ordine stanno cercando di evitare che il corteo prosegua verso la zona dove è in corso di svolgimento la kermesse renziana.
I manifestanti hanno superato il blocco delle transenne e solo il cordone delle forze dell’ordine impedisce loro di avvicinarsi alla Leopolda. In assetto antisommossa le forze dell’ordine stanno cercando di evitare che il corteo prosegua verso la zona dove è in corso di svolgimento la kermesse renziana.
pc 12 dicembre - La Lega nord di Maroni e Salvini razzisti corrotti e parassiti che usano i soldi pubblici per fini privati
La collaboratrice di Maroni con lui
a Tokyo «solo per piacere personale»
L’ex dg di Expo, braccio destro di Sala, condannato in primo grado a quattro mesi. L’ad a verbale: «Dai soci continue richieste, io medio tra quelle accettabili o da rispedire al mittente»
di Luigi Ferrarella
Quando
nel maggio 2014 il leghista Roberto Maroni ha premuto sul braccio
destro di Giuseppe Sala e direttore generale di «Expo 2015 spa»,
Christian Malangone, affinché
la società pagasse aereo e hotel accanto a Maroni per la collaboratrice
Maria Grazia Paturzo nella poi annullata trasferta a Tokyo, l’ha
fatto «strumentalizzando la sua qualità di presidente della Regione
Lombardia per ottenere uno scopo del tutto personale» quale «la
compagnia della Paturzo nel viaggio all’estero a spese del privato»: una
«partecipazione legata esclusivamente al piacere personale del
presidente», con «ingerenza del tutto arbitraria ed esorbitante rispetto
al potere conferitogli». In 60 pagine la giudice Chiara Valori motiva i
quattro mesi inflitti in primo grado il 20 novembre a Malangone per
«induzione indebita a promettere utilità»: pressione che non denunciò,
anzi «accettando il ruolo di intermediario e “facilitatore” delle
richieste di Maroni in un momento di particolare difficoltà per Expo, a
seguito degli arresti e dei ritardi nel cronoprogramma dei lavori».
pc 12 dicembre - La generazione Leopolda, i giovani reazionari in doppio petto di Renzi, benestanti e al servizio dei padroni... la peggio gioventu da regime di questo fine anno
«C’è una generazione che viene dalla Leopoda e che» oggi «non viene solo da Roma, dalla guida del partito o dal governo, ma anche da territori molto difficili», dice Renzi presentando Ciro Bonaiuto, sindaco di Ercolano e Ottavia Soncini, vice presidente dell’Emilia Romagna , in apertura della kermesse della Leopolda. Renzi ha poi chiesto «un applauso a Dario Nardella, che fa il mestiere più bello del mondo», cioè il sindaco di Firenze. «C’è una generazione di persone nuove che ci mettono la faccia e non solo». «Non vogliamo essere dei numerini ma uomini, non delle bestie che vivacchiano».
pc 12 dicembre - I grillini razzisti dentro - un altro esempio dei nuovi mostri
Donna uccisa a Parma «se l’è cercata». Bufera sulla consigliera del M5S
Rosanna Lau, delegata del sindaco di Civitavecchia, commenta su Facebook il femminicidio di Parma: «Dire che se l’è cercata è il minimo, fosse sopravvissuta l’avrei insultata». E in Rete scoppia la polemica. Poi l’annuncio delle dimissioni
di Annalisa Grandi
«Dire che se l’è cercata è il minimo, se fosse sopravvissuta l’avrei insultata». Queste le parole scritte in un post su Facebook dalla delegata del sindaco di Civitavecchia e consigliera del Movimento 5 Stelle Rosanna Lau. La donna che a suo dire «se l’è cercata» è Alessia Della Pia, 39enne disoccupata brutalmente picchiata e uccisa a Parma. Il compagno, il tunisino 27enne Mohamed Jella con precedenti per droga e rapina, è ricercato per il suo omicidio.
Un
ennesimo femminicidio, sul quale la delegata del sindaco di
Civitavecchia ha voluto dire la sua: «Una donna italiana quarantenne
intreccia una relazione con un tunisino, lui l’ammazza come un cane. Non
voglio vedere il suo nome nella lista delle “martiri”. Dire che se l’è
cercata è il minimo. Se fosse sopravvissuta l’avrei insultata».
pc 12 dicembre - Salvini e i genitori protorazzisti - la civiltà degli idioti reazionari genera mostri
Il Natale 2015 è destinato ad essere
ricordato per le polemiche tra le aule scolastiche. Questa volta tocca
a una canzone cantata nel 2004 allo “Zecchino d’oro” da un bambino palestinese. Quel “Salam”,
nella strofa del ritornello di “Una Stella a Betlemme” sta dividendo i
genitori della scuola primaria “Collodi” dell’undicesimo circolo di Modena.
La scelta degli insegnanti di far imparare ai bambini questa melodia in occasione della fiaccolata organizzata per il 18 dicembre al parco XXII Aprile,
non è piaciuta a qualche papà che ha sollevato il caso: “Avrei
preferito che mia figlia intonasse ‘Tu scendi dalle stelle’. Ho letto –
spiega un genitore che preferisce restare nell’anonimato – il testo
della canzone, credo non sia pertinente al Natale. E’ orecchiabile, è
carina. So che “Salam” significa “Pace” ma dobbiamo difendere la nostra
cultura. Non sono razzista, anche se penso che per il 25
dicembre sia scontato che si intonino “Bianco Natale” o “Adeste Fideles”
e non “Una stella a Betlemme”. A non piacere è il ritornello: “Salam o mia città, Salam la mia realtà, Salam io ti amerò, Salam ritornerò
pc 12 dicembre - Stefano Cucchi - questi carabinieri odiosi assassini, depistatori e criminali sono ancora in servizio!
“Stefano Cucchi fu sottoposto ad un violentissimo pestaggio da parte di Carabinieri”
Lo scrive oggi, venerdì 11 dicembre, la procura di Roma in una richiesta di incidente probatorio per
- Radio Onda d'Urto
“Nella
notte tra il 15 ed il 16 ottobre 2009 Stefano Cucchi fu sottoposto ad
un violentissimo pestaggio da parte di Carabinieri appartenenti al
comando stazione di Roma Appia”.
pc 12 dicembre - La strage di Stato nella controinchiesta che ne smascherò la natura e funzione
Piazza Fontana. La strage è di Stato
- Odradek
Pubblichiamo qui la nota editoriale di Odradek, casa editrice militante che ancora oggi ristampa il libro La strage di Stato, opera collettiva di soli 15 compagni. Un miracolo d'altri tempi.
*****
La strage di piazza Fontana ha cambiato la storia d'Italia. Su questo non esiste praticamente difformità di opinione tra nessuno dei principali o secondari soggetti politici, osservatori, politologi, storici attendibili o contafrottole di bassa lega. Le bombe esplose il 12 dicembre inaugurarono la “strategia delle stragi”, prolungatasi fino al 1980 – quella con il bilancio più alto di vittime, il 2 agosto, alla stazione di Bologna. Tutte incontrovertibilmente stragi di Stato, ovvero stragi compiute da uomini facenti parte direttamente degli apparati più “coperti” dello Stato, oppure da fascisti da loro personalmente organizzati, indirizzati, finanziati, protetti – senza alcuna eccezione – fino al momento di andare in tipografia con questa nuova edizione.
Il libro La strage di Stato ha a sua volta cambiato la storia di questo paese. Non la “mentalità della sinistra”, ma proprio la Storia in senso stretto. Ha infatti impedito che la strage di piazza Fontana raggiungesse il suo scopo: far scattare un “riflesso d'ordine” nel paese, chiudere il biennio rosso '68-'69, rinchiudere nuovamente gli studenti nel ghetto delle scuole e gli operai nell'inferno delle fabbriche, senza più resistenze, contestazioni, antagonismo.
Come è potuto riuscire un libretto scritto da 15 anonimi compagni qualsiasi, alcuni dei quali allora praticamente bambini (con il metro attuale), a fare tanto?
Con l'inchiesta, attenta e non indulgente alle facili suggestioni. Una controinchiesta, più precisamente.
Ma andiamo con ordine.
*****
La strage di piazza Fontana ha cambiato la storia d'Italia. Su questo non esiste praticamente difformità di opinione tra nessuno dei principali o secondari soggetti politici, osservatori, politologi, storici attendibili o contafrottole di bassa lega. Le bombe esplose il 12 dicembre inaugurarono la “strategia delle stragi”, prolungatasi fino al 1980 – quella con il bilancio più alto di vittime, il 2 agosto, alla stazione di Bologna. Tutte incontrovertibilmente stragi di Stato, ovvero stragi compiute da uomini facenti parte direttamente degli apparati più “coperti” dello Stato, oppure da fascisti da loro personalmente organizzati, indirizzati, finanziati, protetti – senza alcuna eccezione – fino al momento di andare in tipografia con questa nuova edizione.
Il libro La strage di Stato ha a sua volta cambiato la storia di questo paese. Non la “mentalità della sinistra”, ma proprio la Storia in senso stretto. Ha infatti impedito che la strage di piazza Fontana raggiungesse il suo scopo: far scattare un “riflesso d'ordine” nel paese, chiudere il biennio rosso '68-'69, rinchiudere nuovamente gli studenti nel ghetto delle scuole e gli operai nell'inferno delle fabbriche, senza più resistenze, contestazioni, antagonismo.
Come è potuto riuscire un libretto scritto da 15 anonimi compagni qualsiasi, alcuni dei quali allora praticamente bambini (con il metro attuale), a fare tanto?
Con l'inchiesta, attenta e non indulgente alle facili suggestioni. Una controinchiesta, più precisamente.
Ma andiamo con ordine.
pc 12 dicembre - Il viaggio MFPR, dopo le operaie della FCA Melfi, la Napoli di Je so' pazzo e di Citta del Sole, e oggi approda a Roma e partecipa alla inaugurazione della libreria Metropolis
pc 12 dicembre - 1969-2015 anniversario della strage di piazza Fontana - nostre parole d'ordini - partecipiamo alle manifestazioni a Milano - sosteniamo le manifestazioni contro il governo in altre città italiane
Non dimenticare!
la strage fu fascista e di Stato!
La strage ci ha insegnato:
lo Stato borghese si abbatte e non si cambia!
proletari comunisti - PCm Italia
12 dicembre 2015
la strage fu fascista e di Stato!
La strage ci ha insegnato:
lo Stato borghese si abbatte e non si cambia!
proletari comunisti - PCm Italia
12 dicembre 2015
pc 12 dicembre - La Francia imperialista gronda sangue, controlla e schiaccia le sue colonie africane e finanzia e arma il terrorismo dei jihadisti di Boko Haram
Riportiamo un
interessante articolo pubblicato ieri dal quotidiano ItaliaOggi, dal
titolo “La Francia è ancora coloniale”,
che analizza il dominio della Francia, appunto, su quei paesi africani che
facevano parte del suo impero coloniale, attraverso il controllo della moneta e
delle riserve d’oro. Spiega, inoltre, il perché della ferocia militare della
Francia in quei paesi che tiene di fatto in guerra permanente per avere sempre la scusa dell’intervento, e
quindi del controllo, militare per garantire spaventosi profitti ai propri
capitalisti. E perché ad ogni tentativo di quei
paesi di liberarsi dalla stretta mortale risponde con l’organizzazione e il sostegno di colpi di stato reazionari.
Rende evidente il grande inganno e l’estrema ipocrisia quando “piange” i morti francesi
causati da quegli stessi terroristi che arma e finanzia. Quante “generazioni
Bataclan” hanno visto quei paesi? La “visione del mondo” che parte dai paesi
imperialisti, e qui si ferma, con la creazione ad arte di una “opinione pubblica”
stordita, non permette una visione corretta, scientifica, proletaria dei
rapporti tra paesi e classi nel mondo.
Più in generale, questo
articolo, conferma anche il fatto che spesso l’indipendenza delle ex colonie
inglesi, francesi, spagnole, italiane… sia stata solo formale con la
trasformazione dei vecchi legami in nuovi legami fondamentalmente economici,
politici e militari.
(le sottolineature sono
nostre)
***
venerdì 11 dicembre 2015
pc 11 dicembre - Appello all'opinione pubblica nazionale e internazionale dalla famiglia del prigioniero politico marocchino Hassan Koukou
In via di traduzione
NOUS RELAYONS CE COMMUNIQUÉ TRADUIT PAR LE COMITÉ D’ACTION ET DE SOUTIEN AUX LUTTES DU PEUPLE MAROCAIN. NOUS EXPRIMONS NOTRE SOLIDARITÉ TOTALE AVEC LES PRISONNIERS ET PRISONNIÈRES POLITIQUES AU MAROC.
Rigiriamo
questo comunicato tradotto dal Comitato d’Azione e di Sostegno alle
Lotte del Popolo Marocchino. Esprimiamo la nostra solidarietà totale
con i prigionieri e le prigioniere politiche in Marocco.
Nostro
figlio Hassan Koukou si trova attualmente all’ospedale regionale
della città di Midelt in uno stato critico ed estremamente grave.
Infatti, non riesce più a muoversi e parla con molte difficoltà, e
questo per lo sciopero della fame che ha iniziato e continuato
ininterrottamente dal 13 Novembre 2015 (data dopo la quale non ha
bevuto più acqua ne ha assunto zuccheri) per difendere la sua
dignità e rivendicare i suoi diritti legittimi a proseguire la sua
istruzione, a ricevere delle visite, a essere trattato, a d avere
accesso alla stampa e alle letture, e per ottenere il suo
trasferimento di prigione da Midelt.
Come
sapete, nostro figlio vive in condizioni inumane e molto dure in
questa prigione, l’amministrazione tiene 37 prigionieri nella
stessa cella; fa anche subire ai detenuti tutte le forme di
umiliazione e di tortura a ogni rivendicazione legittima dei
prigionieri come quelle reclamate da nostro figlio per ottenere delle
condizioni favorevoli alla continuazione dei suoi studi (accesso alla
biblioteca, possibilità di ricevere i programmi pubblicati dal
ministero…).
Ricordiamo
che nostro figlio è stato arrestato il 17 Dicembre 2012 ed è stato
condannato a 5 anni di fermo in prigioni. Ha passato i primi due anni
e mezzo dei suoi anni di prigionia nella prigione di Meknes dove
aveva già condotto diversi scioperi della fame (il più lungo si è
sviluppato su un periodo di 110 giorni) per ottenere infine molte
promesse da parte dell’amministrazione penitenziaria, accreditate
da un rappresentante del consiglio nazionale dei diritti dell’uomo,
ma mai mantenute.
Al
contrario! È in quel periodo che nostro figlio è stato mandato a
Midelt per essere separato dai suoi compagni di lotta e perché la
sua situazione detentiva si aggravasse con una negazione totale
dell’insieme dei suoi diritti più elementari.
Noi
facciamo appello oggi all’opinione pubblica nazionale e
internazionale perché tutto sia intrapreso alfine di apportare un
aiuto vitale a nostro figlio, disteso sul suo letto di morte e
obbligato, da un silenzio assoluto e morbido, di tutti gli attori
della società – dai media fino ai cosiddetti difensori dei diritti
dell’uomo.
Noi
dichiariamo che la situazione gravissima e critica nella quale si
trova nostro figlio, incombe interamente sulla delegazione generale
dell’amministrazione penitenziaria in generale e
sull’amministrazione della prigione di Midelt in particolare che
dovrà rispondere un giorno della loro piena e intera responsabilità
di fronte al crimine di non assistenza a una persona in pericolo.
Dichiariamo
anche che nostro figlio è determinate a continuare la sua lotta
legittima e che noi restiamo e resteremo al suo fianco per dargli il
nostro sostegno incondizionato.
Infine,
ci appelliamo a tutte le forze amorevoli e luminose di giustizia, a
tutti i militanti e le militanti, a sostenere nostro figlio e di fare
conoscere più ampiamente la lotta che è in corso e ad organizzare
azioni di sostegno e di solidarietà prima che sia troppo tardi
5
Dicembre 2015
Rigiriamo
questo comunicato tradotto dal Comitato d’Azione e di Sostegno alle
Lotte del Popolo Marocchino. Esprimiamo la nostra solidarietà totale
con i prigionieri e le prigioniere politiche in Marocco.
Nostro
figlio Hassan Koukou si trova attualmente all’ospedale regionale
della città di Midelt in uno stato critico ed estremamente grave.
Infatti, non riesce più a muoversi e parla con molte difficoltà, e
questo per lo sciopero della fame che ha iniziato e continuato
ininterrottamente dal 13 Novembre 2015 (data dopo la quale non ha
bevuto più acqua ne ha assunto zuccheri) per difendere la sua
dignità e rivendicare i suoi diritti legittimi a proseguire la sua
istruzione, a ricevere delle visite, a essere trattato, a d avere
accesso alla stampa e alle letture, e per ottenere il suo
trasferimento di prigione da Midelt.
Come
sapete, nostro figlio vive in condizioni inumane e molto dure in
questa prigione, l’amministrazione tiene 37 prigionieri nella
stessa cella; fa anche subire ai detenuti tutte le forme di
umiliazione e di tortura a ogni rivendicazione legittima dei
prigionieri come quelle reclamate da nostro figlio per ottenere delle
condizioni favorevoli alla continuazione dei suoi studi (accesso alla
biblioteca, possibilità di ricevere i programmi pubblicati dal
ministero…).
Ricordiamo
che nostro figlio è stato arrestato il 17 Dicembre 2012 ed è stato
condannato a 5 anni di fermo in prigioni. Ha passato i primi due anni
e mezzo dei suoi anni di prigionia nella prigione di Meknes dove
aveva già condotto diversi scioperi della fame (il più lungo si è
sviluppato su un periodo di 110 giorni) per ottenere infine molte
promesse da parte dell’amministrazione penitenziaria, accreditate
da un rappresentante del consiglio nazionale dei diritti dell’uomo,
ma mai mantenute.
Al
contrario! È in quel periodo che nostro figlio è stato mandato a
Midelt per essere separato dai suoi compagni di lotta e perché la
sua situazione detentiva si aggravasse con una negazione totale
dell’insieme dei suoi diritti più elementari.
Noi
facciamo appello oggi all’opinione pubblica nazionale e
internazionale perché tutto sia intrapreso alfine di apportare un
aiuto vitale a nostro figlio, disteso sul suo letto di morte e
obbligato, da un silenzio assoluto e morbido, di tutti gli attori
della società – dai media fino ai cosiddetti difensori dei diritti
dell’uomo.
Noi
dichiariamo che la situazione gravissima e critica nella quale si
trova nostro figlio, incombe interamente sulla delegazione generale
dell’amministrazione penitenziaria in generale e
sull’amministrazione della prigione di Midelt in particolare che
dovrà rispondere un giorno della loro piena e intera responsabilità
di fronte al crimine di non assistenza a una persona in pericolo.
Dichiariamo
anche che nostro figlio è determinate a continuare la sua lotta
legittima e che noi restiamo e resteremo al suo fianco per dargli il
nostro sostegno incondizionato.
Infine,
ci appelliamo a tutte le forze amorevoli e luminose di giustizia, a
tutti i militanti e le militanti, a sostenere nostro figlio e di fare
conoscere più ampiamente la lotta che è in corso e ad organizzare
azioni di sostegno e di solidarietà prima che sia troppo tardi
5
Dicembre 2015
pc 11 dicembre - Sulle elezioni in Francia - Bloc rouge Francia
Quello
che mostra il primo turno delle elezioni regionali
La
prima osservazione è che il tasso di astensione, delle schede
bianche e nulle ha superato il 50%, ciò prova che la maggioranza
della popolazione in Francia non si interessa alle elezioni, ch non
crede più alle promesse degli uni o degli altri che sono state
sempre tenui, che le elezioni non servono a niente. Questo tasso
d’astensione mostra che la popolazione, scioccata dagli attentati,
non è pronta a fornire il sostegno alla politica del governo di
sinistra, ancor più che a quella della destra. Dietro l’appello
all’unità nazionale la borghesia si disintegra.
La
seconda osservazione mostra la crescita del FN, nell’insieme del
territorio, che diventa elettoralmente il primo partito di Francia
(circa il 30% dei suffragi espressi, il 13,5% degli iscritti). Il FN
arriva in testa in 6 regioni. A Île de France, la regione più
popolata, il FN supera il 20% in 8 città operaie e sfiora il 30% a
Tremblay e a Livry-Gargan.
La
terza osservazione mostra il calo del PS che non è in testa che in 3
regioni e nelle colonie: Guadalupa, Martinica, Guayana, Reunion, dove
gli indipendentisti e la sinistr sono in testa, il FN quasi
inesistente. Si nota allo stesso modo il calo di Europa
Ecologia-Verdi con il 6,81% mentre si tiene il COP21. Per il Fronte
di Sinistra il suo risultato è del 4,15%. La destra non è in testa
che in 4 regioni ed essa stessa è in calo.
Il
PS ha deciso di ritirarsi a profitto della destra in 3 regioni (Paca,
Nord/Pas de Calais, Alsazia). In quest’ultima regione, il capolista
rifiuta di obbedire agli ordini e tiene. Quanto ai repubblicani, il
partito rifiuta il ritiro o la fusione.
Le
politiche di destra come di sinistra sono responsabili dell’aumento
del FN. Le misure prese dal governo hanno scavato il letto del
fascismo, al punto di riprendere in parte le tesi del FN,
sull’immigrazione, la violenza, il terrorismo. L’apparato
poliziesco e militare dello stato è stato rinforzato.
Il
secondo turno delle elezioni non cambierà niente alla deriva della
destra e della sinistra, il loro calo si va a rafforzare così come
la crescita del DN e del razzismo.
Le
elezioni una falsa soluzione per stabilire la giustizia sociale!
La
democrazia borghese e il fascismo sono due forme di governo che si da
la borghesia per mantenere la sua dittatura sul proletariato,
l’estorsione del plusvalore che produce il capitale finanziario che
domina tutta la produzione attraverso i monopoli sempre più potenti,
monopoli che esportano i loro capitali, de localizzano la loro
produzione nei paesi dove il costo del lavoro è più vantaggioso che
gettano milioni di lavoratori e lavoratrici, rovinano decine di
migliaia di piccoli padroni che cadono nel proletariato.
La
borghesia si dota di un apparato di stato, una superstruttura per
mantenere la sua dittatura.
Nella
misura in cui si approfondisce la crisi, la borghesia non può più
governare come prima. La crisi colpisce principalmente la classe
operaia ma tocca anche la piccola-borghesia. “Le classi media,
piccoli industriali, piccoli commercianti, artigiani, contadini,
tutti combattono la politica della borghesia per salvare la loro
esistenza di classe media dal declino che la minaccia. Non sono
quindi rivoluzionari ma conservatori; ancor più sono reazionari:
cercano di fare girare all’indietro la ruota della storia. Se sono
rivoluzionari, è in considerazione dei loro interessi attuali;
abbandonano il loro proprio punto di vista per posizionarsi su quello
del proletariato” (Karl Marx, Friedrich Engels - Manifesto del
Partito Comunista).
Queste
classi minacciate e ugualmente ua parte dei proletari possono seguire
i reazionari, seguire il partito fascista.
Non
possiamo combattere l’avanzata del fascismo, senza combattere i
partiti borghesi e le misure reazionarie che creano il letto del
fascismo.
Le
elezioni in regime capitalista sono il mezzo per portare al potere
l’una o l’altra delle fazioni della borghesia. Diffondere
l’illusione che le elezioni possano forzare la borghesia a
rinunciare o a mantenere il suo tasso di profitto. Questo non fa che
mantenere, prolungare il sistema capitalista e aggravare le
condizioni del proletariato e delle masse popolari.
Il
FN, da parte sua, assume una sembianza “anti-sistema”, dalla
parte dei “dimenticati”.
In
realtà, il programma del partito fascista non è di combattere il
sistema capitalista, ma di rinforzare la dittatura della borghesia,
di rinforzare la dittatura del capitale finanziario, di dividere il
proletariato e diffondere le idee reazionarie, razziste, sessiste,
nazionaliste, scioviniste, di “ civiltà superiore”, di
tradizioni ecc., attraverso i media, l’istruzione, la scuola ecc.,
si appoggia sui pregiudizi esistenti nel seno stesso del popolo.
Ma
non è sufficiente boicottare le elezioni. Il boicottaggio come
espressione di rigetto della politica reazionaria della borghesia è
giusto. Ma non impedisce la realizzazione della politica reazionaria
dei differenti tipi di governo di destra e di di sinistra e la
crescita del partito fascista che pretende di opporsi a questa
politica.
La
sola soluzione, come diciamo: “E’ la rivoluzione”. La borghesia
detiene attraverso lo stato il mezzo per mantenere la sua dittatura,
che comprende la forza più brutale se necessaria. Bisogna quindi
attaccare questo stato, mobilitarsi, battersi contro la dittatura
della borghesia, contro il suo apparato di stato, fino alla sua
distruzione con la vittoria della rivoluzione proletaria.
Alla
dittatura della borghesia succederà quella del proletariato, che
distruggerà l’apparato di stato borghese ed edificherà quello del
proletariato, ed esproprierà i mezzi di produzione del capitale
finanziario che domina tutta l’economia. Sull’esempio della
Comune di Parigi, potranno essere eletti a tutti i livelli i
lavoratori e le lavoratrici.
Lo
stato proletario instituirà delle nuove leggi per organizzare
un’economia collettiva, la riorganizzazione dei territori, la
razionalizzazione della produzione, la soppressione dei settori
parassitari, dannosi, la promozione della scienza al servizio del
popolo, la lotta contro l’inquinamento per la promozione accelerata
delle energie non inquinanti e di altre soluzioni, la presa in
considerazione di proposte progressiste, bloccate e sottomesse oggi
alla legge di bronzo del profitto capitalista. Tutto il sistema
d’insegnamento, d’educazione, di formazione sarà messo
nell’istruzione con questi obiettivi alfine di mettere fine alla
separazione tra lavoro manuale e intellettuale. I progressi della
scienza, delle tecniche potranno risolvere i problemi molto più
rapidamente e accelerare la marcia verso il comunismo nel mondo
intero.
Ma
per vincere la borghesia e il suo apparato statale, opporsi alle sue
misure reazionarie e combattere il fascismo che avanza, dobbiamo
stabilire un apparato più potente di quello di cui dispone la
borghesia.
Noi
abbiamo il numero: una grande maggioranza della popolazione del
nostro paese ha interesse a un cambiamento rivoluzionario, alla
distruzione del sistema capitalista. Noi dobbiamo organizzarci.
Per
questo, ci vuole un partito comunista, un partito il cui obiettivo è
“ la distruzione da cima a fondo dell’apparato di stato
borghese.” (Karl Marx – La Guerra Civile in Francia)
“[…]
Ci basta questo per centralizzare le numerose lotte locali, che
ovunque assumono lo stesso carattere, di una lotta nazionale e di una
lotta di classe. Ma tutta la lotta di classe è una lotta politica
[…]. Questa organizzazione del proletariato in classe, e quindi in
partito politico, è senza cessare di distruggere di nuovo dalla
concorrenza che si fanno gli operai tra di loro. Ma essa rinasce
sempre, e sempre più forte, più ferma, più potente.” (Il
Manifesto del Partito Comunista)
La
strategia di questo partito è di muovere contro la borghesia una
guerra popolare di lunga durata, perché la borghesia non cederà il
potere di sua volontà. La guerra popolare di lunga durata, è la
guerra del popolo, una guerra su tutti i piani: economica,
ideologica, culturale, militare.
La
prima fase è difensiva: sul piano economico lo stesso, la lotta di
classe per la difesa delle conquiste e per acquisirne di nuove; sul
piano ideologico di lotta contro la propaganda della borghesia, del
fascismo, della lotta contro il razzismo, le discriminazioni di tutti
i tipi, contro il disfattismo e le illusioni riformiste, cosi si va a
consolidare il fronte di classe; sul piano culturale, per la
promozione e lo sviluppo della cultura popolare.
La
lotta delle donne contro le discriminazioni, il patriarcato, il
sessismo e di un’importanza particolare, perché le donne sonno una
parte preponderante nella lotta rivoluzionaria. Le donne subiscono
sempre un’oppressione supplementare rispetto agli uomini; le donne
proletarie sono anche quelle che godranno di più dalla rivoluzione.
La
costruzione di un largo fronte, anticapitalista/antifascista popolare
è necessario non solamente per sviluppare l’unità popolare per la
rivoluzione ma anche per difendersi dagli attacchi della repression e
dagli attacchi fascisti e razzisti.
La
questione della difesa è una questione essenziale perchè la
borghesia non cederà mai il potere di sua volontà. Bisogna
proteggere, le nostre lotte, i nostri sciopero, le nostre
manifestazioni in una prima fase, in seguito, riprendere il vantaggio
sulla borghesia, opporsi al suo apparato di stato in vista della
presa del potere, rispondere alla violenza reazionaria con la
violenza rivoluzionaria. Non farlo, significa andare alla sconfitta
politica e alla disfatta, è permettere alla contro rivoluzione di
imporsi.
Questi
3 strumenti, il partito, il fronte, la forza combattente si
sviluppano per tappe concomitanti, sul terreno della lotta di classe,
nelle fabriche e nelle aziende, nei quartieri, a partire dai bisogni
concreti dei lavoratori e delle lavoratrici. Passo dopo passo, e si
appoggiano sui successi e tirando lezioni di scacci, il modo di
maneggiare la guerra popolare si va affinando fino alla vittoria.
RIGGETTIAMO
LA VIA DELLA COMPETIZIONE ELETTORALE!
UNIAMOCI
E ORGANIZZIAMOCI CONTRO LO STATO CAPITALISTA!
CONTRO
LESOLUZIONI MARCE DEI RIFORMISTI, REAZIONARI E FASCISTI!
ABBASSO
LA CONCILIAZIONE E LA COLLABORAZIONE DI CLASSE!
VIVA
LA LOTTA DEL PROLETARIATO E DELLE MASSE POPOLARI!
Quello
che mostra il primo turno delle elezioni regionali
La
prima osservazione è che il tasso di astensione, delle schede
bianche e nulle ha superato il 50%, ciò prova che la maggioranza
della popolazione in Francia non si interessa alle elezioni, ch non
crede più alle promesse degli uni o degli altri che sono state
sempre tenui, che le elezioni non servono a niente. Questo tasso
d’astensione mostra che la popolazione, scioccata dagli attentati,
non è pronta a fornire il sostegno alla politica del governo di
sinistra, ancor più che a quella della destra. Dietro l’appello
all’unità nazionale la borghesia si disintegra.
La
seconda osservazione mostra la crescita del FN, nell’insieme del
territorio, che diventa elettoralmente il primo partito di Francia
(circa il 30% dei suffragi espressi, il 13,5% degli iscritti). Il FN
arriva in testa in 6 regioni. A Île de France, la regione più
popolata, il FN supera il 20% in 8 città operaie e sfiora il 30% a
Tremblay e a Livry-Gargan.
La
terza osservazione mostra il calo del PS che non è in testa che in 3
regioni e nelle colonie: Guadalupa, Martinica, Guayana, Reunion, dove
gli indipendentisti e la sinistr sono in testa, il FN quasi
inesistente. Si nota allo stesso modo il calo di Europa
Ecologia-Verdi con il 6,81% mentre si tiene il COP21. Per il Fronte
di Sinistra il suo risultato è del 4,15%. La destra non è in testa
che in 4 regioni ed essa stessa è in calo.
Il
PS ha deciso di ritirarsi a profitto della destra in 3 regioni (Paca,
Nord/Pas de Calais, Alsazia). In quest’ultima regione, il capolista
rifiuta di obbedire agli ordini e tiene. Quanto ai repubblicani, il
partito rifiuta il ritiro o la fusione.
Le
politiche di destra come di sinistra sono responsabili dell’aumento
del FN. Le misure prese dal governo hanno scavato il letto del
fascismo, al punto di riprendere in parte le tesi del FN,
sull’immigrazione, la violenza, il terrorismo. L’apparato
poliziesco e militare dello stato è stato rinforzato.
Il
secondo turno delle elezioni non cambierà niente alla deriva della
destra e della sinistra, il loro calo si va a rafforzare così come
la crescita del DN e del razzismo.
Le
elezioni una falsa soluzione per stabilire la giustizia sociale!
La
democrazia borghese e il fascismo sono due forme di governo che si da
la borghesia per mantenere la sua dittatura sul proletariato,
l’estorsione del plusvalore che produce il capitale finanziario che
domina tutta la produzione attraverso i monopoli sempre più potenti,
monopoli che esportano i loro capitali, de localizzano la loro
produzione nei paesi dove il costo del lavoro è più vantaggioso che
gettano milioni di lavoratori e lavoratrici, rovinano decine di
migliaia di piccoli padroni che cadono nel proletariato.
La
borghesia si dota di un apparato di stato, una superstruttura per
mantenere la sua dittatura.
Nella
misura in cui si approfondisce la crisi, la borghesia non può più
governare come prima. La crisi colpisce principalmente la classe
operaia ma tocca anche la piccola-borghesia. “Le classi media,
piccoli industriali, piccoli commercianti, artigiani, contadini,
tutti combattono la politica della borghesia per salvare la loro
esistenza di classe media dal declino che la minaccia. Non sono
quindi rivoluzionari ma conservatori; ancor più sono reazionari:
cercano di fare girare all’indietro la ruota della storia. Se sono
rivoluzionari, è in considerazione dei loro interessi attuali;
abbandonano il loro proprio punto di vista per posizionarsi su quello
del proletariato” (Karl Marx, Friedrich Engels - Manifesto del
Partito Comunista).
Queste
classi minacciate e ugualmente ua parte dei proletari possono seguire
i reazionari, seguire il partito fascista.
Non
possiamo combattere l’avanzata del fascismo, senza combattere i
partiti borghesi e le misure reazionarie che creano il letto del
fascismo.
Le
elezioni in regime capitalista sono il mezzo per portare al potere
l’una o l’altra delle fazioni della borghesia. Diffondere
l’illusione che le elezioni possano forzare la borghesia a
rinunciare o a mantenere il suo tasso di profitto. Questo non fa che
mantenere, prolungare il sistema capitalista e aggravare le
condizioni del proletariato e delle masse popolari.
Il
FN, da parte sua, assume una sembianza “anti-sistema”, dalla
parte dei “dimenticati”.
In
realtà, il programma del partito fascista non è di combattere il
sistema capitalista, ma di rinforzare la dittatura della borghesia,
di rinforzare la dittatura del capitale finanziario, di dividere il
proletariato e diffondere le idee reazionarie, razziste, sessiste,
nazionaliste, scioviniste, di “ civiltà superiore”, di
tradizioni ecc., attraverso i media, l’istruzione, la scuola ecc.,
si appoggia sui pregiudizi esistenti nel seno stesso del popolo.
Ma
non è sufficiente boicottare le elezioni. Il boicottaggio come
espressione di rigetto della politica reazionaria della borghesia è
giusto. Ma non impedisce la realizzazione della politica reazionaria
dei differenti tipi di governo di destra e di di sinistra e la
crescita del partito fascista che pretende di opporsi a questa
politica.
La
sola soluzione, come diciamo: “E’ la rivoluzione”. La borghesia
detiene attraverso lo stato il mezzo per mantenere la sua dittatura,
che comprende la forza più brutale se necessaria. Bisogna quindi
attaccare questo stato, mobilitarsi, battersi contro la dittatura
della borghesia, contro il suo apparato di stato, fino alla sua
distruzione con la vittoria della rivoluzione proletaria.
Alla
dittatura della borghesia succederà quella del proletariato, che
distruggerà l’apparato di stato borghese ed edificherà quello del
proletariato, ed esproprierà i mezzi di produzione del capitale
finanziario che domina tutta l’economia. Sull’esempio della
Comune di Parigi, potranno essere eletti a tutti i livelli i
lavoratori e le lavoratrici.
Lo
stato proletario instituirà delle nuove leggi per organizzare
un’economia collettiva, la riorganizzazione dei territori, la
razionalizzazione della produzione, la soppressione dei settori
parassitari, dannosi, la promozione della scienza al servizio del
popolo, la lotta contro l’inquinamento per la promozione accelerata
delle energie non inquinanti e di altre soluzioni, la presa in
considerazione di proposte progressiste, bloccate e sottomesse oggi
alla legge di bronzo del profitto capitalista. Tutto il sistema
d’insegnamento, d’educazione, di formazione sarà messo
nell’istruzione con questi obiettivi alfine di mettere fine alla
separazione tra lavoro manuale e intellettuale. I progressi della
scienza, delle tecniche potranno risolvere i problemi molto più
rapidamente e accelerare la marcia verso il comunismo nel mondo
intero.
Ma
per vincere la borghesia e il suo apparato statale, opporsi alle sue
misure reazionarie e combattere il fascismo che avanza, dobbiamo
stabilire un apparato più potente di quello di cui dispone la
borghesia.
Noi
abbiamo il numero: una grande maggioranza della popolazione del
nostro paese ha interesse a un cambiamento rivoluzionario, alla
distruzione del sistema capitalista. Noi dobbiamo organizzarci.
Per
questo, ci vuole un partito comunista, un partito il cui obiettivo è
“ la distruzione da cima a fondo dell’apparato di stato
borghese.” (Karl Marx – La Guerra Civile in Francia)
“[…]
Ci basta questo per centralizzare le numerose lotte locali, che
ovunque assumono lo stesso carattere, di una lotta nazionale e di una
lotta di classe. Ma tutta la lotta di classe è una lotta politica
[…]. Questa organizzazione del proletariato in classe, e quindi in
partito politico, è senza cessare di distruggere di nuovo dalla
concorrenza che si fanno gli operai tra di loro. Ma essa rinasce
sempre, e sempre più forte, più ferma, più potente.” (Il
Manifesto del Partito Comunista)
La
strategia di questo partito è di muovere contro la borghesia una
guerra popolare di lunga durata, perché la borghesia non cederà il
potere di sua volontà. La guerra popolare di lunga durata, è la
guerra del popolo, una guerra su tutti i piani: economica,
ideologica, culturale, militare.
La
prima fase è difensiva: sul piano economico lo stesso, la lotta di
classe per la difesa delle conquiste e per acquisirne di nuove; sul
piano ideologico di lotta contro la propaganda della borghesia, del
fascismo, della lotta contro il razzismo, le discriminazioni di tutti
i tipi, contro il disfattismo e le illusioni riformiste, cosi si va a
consolidare il fronte di classe; sul piano culturale, per la
promozione e lo sviluppo della cultura popolare.
La
lotta delle donne contro le discriminazioni, il patriarcato, il
sessismo e di un’importanza particolare, perché le donne sonno una
parte preponderante nella lotta rivoluzionaria. Le donne subiscono
sempre un’oppressione supplementare rispetto agli uomini; le donne
proletarie sono anche quelle che godranno di più dalla rivoluzione.
La
costruzione di un largo fronte, anticapitalista/antifascista popolare
è necessario non solamente per sviluppare l’unità popolare per la
rivoluzione ma anche per difendersi dagli attacchi della repression e
dagli attacchi fascisti e razzisti.
La
questione della difesa è una questione essenziale perchè la
borghesia non cederà mai il potere di sua volontà. Bisogna
proteggere, le nostre lotte, i nostri sciopero, le nostre
manifestazioni in una prima fase, in seguito, riprendere il vantaggio
sulla borghesia, opporsi al suo apparato di stato in vista della
presa del potere, rispondere alla violenza reazionaria con la
violenza rivoluzionaria. Non farlo, significa andare alla sconfitta
politica e alla disfatta, è permettere alla contro rivoluzione di
imporsi.
Questi
3 strumenti, il partito, il fronte, la forza combattente si
sviluppano per tappe concomitanti, sul terreno della lotta di classe,
nelle fabriche e nelle aziende, nei quartieri, a partire dai bisogni
concreti dei lavoratori e delle lavoratrici. Passo dopo passo, e si
appoggiano sui successi e tirando lezioni di scacci, il modo di
maneggiare la guerra popolare si va affinando fino alla vittoria.
RIGGETTIAMO
LA VIA DELLA COMPETIZIONE ELETTORALE!
UNIAMOCI
E ORGANIZZIAMOCI CONTRO LO STATO CAPITALISTA!
CONTRO
LESOLUZIONI MARCE DEI RIFORMISTI, REAZIONARI E FASCISTI!
ABBASSO
LA CONCILIAZIONE E LA COLLABORAZIONE DI CLASSE!
VIVA
LA LOTTA DEL PROLETARIATO E DELLE MASSE POPOLARI!
pc 11 dicembre - Annidate nelle forze armate, aviazione, marina, esercito, cricche fameliche politico-economiche, militari di corrotti, e arraffasoldi - dalla destra al PD-
Mazzette per l’aggiudicazione
di appalti all’interno di diverse basi dell’Aeronautica: 8 le persone
arrestate dai carabinieri del Comando Tutela per l’Ambiente e 17
quelle indagate, al termine di un’inchiesta – coordinata dalla procura
di Velletri – su un’associazione per delinquere composta da militari,
dipendenti civili della Difesa e imprenditori. A spiegare il meccanismo
nelle intercettazioni è
pc 11 dicembre - Il governo imperialista Hollande-Valls è il governo della barbarie repressiva, come Sarkozy, peggio di Sarkozy, come Le Pen, peggio di Le Pen - contrastare il governo della guerra e del fascismo di Stato in tutte le forme necessarie
INTERNARE I SOSPETTI PER POI STERMINARLI - come Guantanamo, come Hitler!
Dal Corriere
Un centro di internamento per migliaia di sospetti islamisti non ancora condannati? Il governo francese sembra non escludere l’idea, a giudicare dal parere di costituzionalità chiesto al Consiglio di Stato. In Francia sono schedate con la lettera «S» le persone sottoposte a controlli «per prevenire minacce gravi alla sicurezza pubblica o alla protezione dello Stato, qualora delle informazioni o degli indizi reali siano stati raccolti a loro carico». Si tratta in totale di circa 20
pc 11 dicembre - Contestazione studentesca a Palermo
Passerella ERSU rovinata: contestazione degli studenti contro il nuovo ISEE
Palermo.Oggi
10 Dicembre, un centinaio di studenti universitari ha contestato la
"Notte bianca dell'Ersu", giornata organizzata dall'Ente regionale per
il diritto allo studio negli Atenei dell'Isola. In particolare gli studenti hanno attuato un vero e proprio blocco del tavolo tecnico sul tema del diritto allo studio e nuovo calcolo ISEE.
Basta pensare alle ricadute che il nuovo calcolo ISEE ha avuto su tantissimi studenti, soprattutto sui detentori di borsa di studio, i quali in base al nuovo calcolo si sono visti detratti del diritto a borse e alloggi. Tanti, troppi studenti non potranno più permettersi di accedere all'Università a causa di spese troppo esose imposte dall'alto. "Basta chiacchiere sul nostro futuro!” è lo striscione che gli studenti oggi hanno esposto allo studentato San Saverio, il luogo dell'incontro, proprio con l'intenzione di rifiutare questa ridicola passerella organizzata dall'ERSU proprio sul tema del diritto allo studio. Diritto che viene oltretutto negato a partire già dagli escludenti test d'ingresso.
Gli studenti hanno interrotto l’incontro irrompendo nell’aula, intonando cori e pressando per intervenire; il tavolo difatti era "aperto" agli studenti, solo per partecipare però, non per intervenire. Sono riusciti a intervenire immediatamente esponendo le ragioni della nostra protesta che si protrae da mesi, che ha come perno il vasto tema del diritto allo studio, e come rivendicazione principale una rimodulazione dei parametri del nuovo calcolo ISEE in base alla specificità siciliana che sta attraversando un periodo di profonda crisi economica. Patetica poi ed oltremodo esagerata la reazione della controparte in causa, che ad un'azione pacifica di protesta degli studenti ha immediatamente risposto chiamando carabinieri e digos per tentare di bloccare - senza risultato - la contestazione che è si è protratta per più di mezz'ora.
Basta pensare alle ricadute che il nuovo calcolo ISEE ha avuto su tantissimi studenti, soprattutto sui detentori di borsa di studio, i quali in base al nuovo calcolo si sono visti detratti del diritto a borse e alloggi. Tanti, troppi studenti non potranno più permettersi di accedere all'Università a causa di spese troppo esose imposte dall'alto. "Basta chiacchiere sul nostro futuro!” è lo striscione che gli studenti oggi hanno esposto allo studentato San Saverio, il luogo dell'incontro, proprio con l'intenzione di rifiutare questa ridicola passerella organizzata dall'ERSU proprio sul tema del diritto allo studio. Diritto che viene oltretutto negato a partire già dagli escludenti test d'ingresso.
Gli studenti hanno interrotto l’incontro irrompendo nell’aula, intonando cori e pressando per intervenire; il tavolo difatti era "aperto" agli studenti, solo per partecipare però, non per intervenire. Sono riusciti a intervenire immediatamente esponendo le ragioni della nostra protesta che si protrae da mesi, che ha come perno il vasto tema del diritto allo studio, e come rivendicazione principale una rimodulazione dei parametri del nuovo calcolo ISEE in base alla specificità siciliana che sta attraversando un periodo di profonda crisi economica. Patetica poi ed oltremodo esagerata la reazione della controparte in causa, che ad un'azione pacifica di protesta degli studenti ha immediatamente risposto chiamando carabinieri e digos per tentare di bloccare - senza risultato - la contestazione che è si è protratta per più di mezz'ora.
pc 11 dicembre - Corteo regionale a Napoli
Migliaia in piazza
I primi provvedimenti dell’amministrazione De Luca sono stati connaturati da un forte segno antiproletario ed antipopolare: una pessima Legge sul riordino dei servizi idrici che di fatto spiana la strada alla totale privatizzazione del ciclo dell’acqua; una annunciata ristrutturazione delle Aziende Partecipate dove già si palesano tagli, processi di privatizzazione di significativi servizi ed un peggioramento della loro qualità ...
pc 11 dicembre - La solidarietà a Mattia da Coordinamento Contro La Buona Scuola - Torino
Ciò che è legale è giusto, ciò che è illegale è anche ingiusto?
Iniziare un comunicato di
solidarietà con un interrogativo, alla maniera socratica, può apparire insolito,
ma da docenti, oggi più che mai, sentiamo la necessità di far emergere il dubbio
sulla realtà raccontata ai nostri studenti dai mass media e dai grandi
"imbroglioni" del sistema.
I leghisti possono
permettersi di gridare parole d'odio contro i migranti nelle piazze d'Italia e
ciò è ritenuto legale e quindi giusto. Gruppi di neo-fascisti, spesso armati,
possono aggredire gli studenti, anche ferendoli, e possono permettersi di
assalire le università, difesi dalle forze dell'ordine e ciò è giusto, ed anche
legale, visto che li si lascia fare. Istituzioni e imprenditori lasciano per
strada famiglie e bambini, attraverso sfratti e sgomberi, e tutto avviene nella
legalità, nella giustizia del più forte e nel silenzio. Se qualcuno, però, prova
ad alzare la testa contro tutto questo, a denunciare, ad opporsi, allora
commette un' illegalità e perciò va punito dai difensori dell'ordine, della
giustizia e della legalità.
Se uno studente combatte
il razzismo, lotta contro la privatizzazione dell'istruzione e la conseguente
mercificazione della cultura, se prende a modello gli insegnamenti partigiani
della partecipazione e dell'impegno per costruire una società più equa per tutte
e per tutti, nel sistema attuale commette un illecito che va punito con la
repressione e l'intimidazione legali e quindi giuste.
Noi stessi docenti siamo
stati concepiti come instrumentum regni per addestrare i futuri sudditi
all'ordine e alla disciplina, ma noi siamo prima di tutto difensori del sapere e
della conoscenza e, Sapere e Conoscenza non si piegano davanti alle ingiustizie
legalizzate. Mattia era con noi, insieme a tante altre studentesse e studenti,
in corteo il 13 novembre contro la L.107 "Buona Scuola", per difendere
l'istruzione pubblica e il diritto allo studio.
A Mattia va la nostra
solidarietà e il nostro impegno per la costruzione di una società liberata
dall'abusata equivalenza capitalista "giusto ergo legale/legale allora
giusto".
Coordinamento Contro La Buona Scuola -
Torino
pc 11 dicembre - Processo Solvay ad Alessandria - manifesto della Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio
IN
TUTTI I TRIBUNALI DAL PROCESSO SOLVAY
al
PROCESSO ILVA TARANTO
vogliamo
condanne vere per i padroni assassini e i loro complici
vogliamo
giustizia e risarcimenti per familiari, lavoratori, popolazioni
non
si muore per il lavoro, da lavoro e da inquinamento
lottiamo
per una rivoluzione politica e sociale che affermi il primato della
vita di operai e cittadini e non il profitto dei padroni.
Vogliamo
uno Stato e una giustizia nelle mani realmente degli operai e del
popolo e non del grande capitale e della finanza.
Costruiamo
insieme e ovunque la
RETE
NAZIONALE PER LA SICUREZZA E SALUTE SUI POSTI DI LAVORO E SUL
TERRITORIO
La Rete nazionale è presente e segue i processi a
Taranto, Palermo,
Milano, Roma, Genova, Bergamo
info-materiali
pc 11 dicembre - Manifesto all'Ilva per il processo ai padroni assassini e complici - slai cobas per il sindacato di classe
Processo
Ilva – si ricomincia dall'inizio
dopo
la tragedia per favore risparmiateci la farsa
Con
rabbia e indignazione i 120 operai ilva, i lavoratori e operatori del
cimitero S. Brunone, i cittadini di tamburi e Paolo VI –
autorganizzati come parti civili dallo slai cobas Taranto e
patrocinati dai legali di Torino Bonetto-Vitale-Pellegrin e dai
legali di Taranto Silvestre-Lamanna-Soggia -
hanno
accolto la notizia proveniente dal Tribunale/SARAM del ritorno
del processo al GUP.
Non
ci pare possibile che per un cavillo legale si debba ricominciare
tutto da capo e fare quindi di questo
maxi-processo
un maxi-scandalo delle lungaggini della giustizia e della impunità
dei responsabili di morti e disastro ambientale per il profitto
E’
possibile che ci sia una volontà di non arrivare fino in fondo al
processo e che dietro vi siano padroni, politici, governo che da sempre
hanno ostacolato il lavoro dei magistrati?
Certamente
non intendiamo scoraggiarci e facciamo appello a tutti i lavoratori e
cittadini a comprendere l’importanza storica e pratica del processo
che abbiamo sempre segnalato e comprendano che senza la
partecipazione popolare nessuno avrà giustizia nè i morti nè i
vivi e l’ilva da tragedia si trasformerà in farsa
Slai
cobas per il sindacato di classe
via
rintone 22 taranto 3475301704 slaicobasta@gmail.com
giovedì 10 dicembre 2015
pc 10 dicembre - Solidarietà con i migranti a Napoli - Je so' pazzo
Ieri
abbiamo passato una bellissima giornata: siamo stati invitati a
partecipare alla "Giornata della Fratellanza tra i popoli" organizzata
dai compagni srilankesi del JVP, una storica organizzazione che in
questa lontana isola dell'Oceano Pacifico porta avanti la lotta per
migliorare le condizioni di vita e di lavoro della gente dello Sri
Lanka.
Abbiamo sentito parlare Nalin, deputato del parlamento regionale di una zona a sud dell'isola, che il giorno prima ci ha tenuto a visitare l'Ex-OPG facendoci un sacco di complimenti e dicendo addirittura che porterà il nostro esempio a casa sua.
Abbiamo sentito parlare Nalin, deputato del parlamento regionale di una zona a sud dell'isola, che il giorno prima ci ha tenuto a visitare l'Ex-OPG facendoci un sacco di complimenti e dicendo addirittura che porterà il nostro esempio a casa sua.
Con Nalin ed altri compagni ci siamo scambiati idee e impressioni sui
nostri rispettivi paesi, sulla situazione della comunità a Napoli e
sulle problematiche che deve affrontare tutti i giorni, sulle lotte che
noi portiamo avanti in città e sulle battaglie che stiamo mettendo in
campo proprio in un quartiere dove la presenza di immigrati, srilankesi e
non, è enorme...
Alla faccia dei razzisti di ogni latitudine, abbiamo passato una bellissima giornata assieme a loro tra musiche e danze tradizionali della loro isola, spettacoli teatrali, interventi politici, tè, dolci, discussioni, riso e piatti tipici (ovviamente piccantissimi!)
Alla faccia di chi ci vuole divisi, la lotta ci unisce!
Dallo Sri Lanka a Materdei, viva la fratellanza tra i popoli!
Alla faccia dei razzisti di ogni latitudine, abbiamo passato una bellissima giornata assieme a loro tra musiche e danze tradizionali della loro isola, spettacoli teatrali, interventi politici, tè, dolci, discussioni, riso e piatti tipici (ovviamente piccantissimi!)
Alla faccia di chi ci vuole divisi, la lotta ci unisce!
Dallo Sri Lanka a Materdei, viva la fratellanza tra i popoli!