sabato 22 agosto 2015

pc 22 agosto - Contro il regime fascista turco: partiti maoisti e strategia della guerra popolare

Il regime fascista in Turchia fa strage dei curdi con il pretesto delle operazioni contro il Califfato, sia per affermarsi come potenza regionale dominante nell'area, sia per cercare di realizzare i risultati che le precedenti elezioni non hanno raggiunto all'interno: una dittatura fascista, militare aperta con il voto plebiscitario. Le ultime elezioni non hanno permesso però ad Erdogan di ottenere questo risultato per l'alleanza elettorale tra il movimento democratico progressista turco, scaturito dalla rivolta di Gezi Park, e il movimento di opposizione curdo rappresentato politicamente dalla HDP di Demiltas.
Il regime di Erdogan scatena un'offensiva politico-militare con il pieno sostegno dell'imperialismo americano e la Nato, per arrivare alle nuove elezioni del 1° novembre in condizioni di stravincerle e imporre la dittatura.

Noi appoggiamo tutti i movimenti di massa turco e curdo che resistono sul piano sociale, politico e militare alla marcia del regime. Noi appoggiamo tutte le azioni armate in Kurdistan e nel cuore della Turchia contro lo Stato e le truppe turche.
Noi salutiamo positivamente tutte le forze che vorranno contrastare anche sul piano elettorale il plebiscito a Erdogan del 1° novembre.
Ma la nostra convinzione più solida è che solo i partiti maoisti e la strategia della guerra popolare possano permettere ai proletari e alle masse turche e curde di sconfiggere il disegno capitalista e fascista di Erdogan e l'imperialismo Nato che lo sostiene.

pc 22 agosto - Appoggiamo le iniziative armate contro la dittatura militare di Al Sisi

La dittatura militare di Al Sisi da un lato ha alimentato la trasformazione del movimento dei fratelli mussulmani in movimento militare, che ha aperto una stagione prolungata di risposta militare al regime, dentro cui evidentemente prolifica e si sviluppa la penetrazione dell'Isis – sin dall'inizio avevamo prefigurato uno sviluppo di questo genere quando vi è stato il colpo di Stato militare neo-mubarakiano; dall'altro il regime di Al Sisi ha usato pienamente il pericolo del “terrorismo islamico” per imporre una dittatura militare in tutti i campi, colpendo a 360° tutte le forze democratiche.

Questo fa sì che anche nel movimento di opposizione non islamico si stiano sviluppando forme di resistenza. In questo senso un segnale interessante è che le ultime iniziative armate contro il regime siano state rivendicate da “Egyptian Black Bloc”, che chiedono la libertà per tutti i prigionieri politici accusati di terrorismo – e si tratta di 40mila detenuti, secondo le Ong Human Rights Watch.

Noi appoggiamo pienamente tutte le iniziative armate contro il regime di Al Sisi, ad esclusione di quelle targate Isis.
Noi consideriamo il regime di Al Sisi il puntello principale dell'imperialismo e del sionismo nell'area, e quindi il nemico principale da combattere, anche nell'interesse del popolo palestinese.
Noi consideriamo il regime di Al Sisi il principale strumento dell'imperialismo per reprimere le rivolte arabe, a tutela e a difesa dei regimi reazionari di Tunisia e delle forze reazionarie di Libia, Algeria.
Noi consideriamo il regime di Al Sisi come principale alleato della Arabia Saudita nella repressione delle rivolte in Yemen, Emirati, ecc.

Noi consideriamo il governo italiano di Renzi il principale sostenitore della dittatura militare di Al Sisi, e riteniamo quindi che sia assolutamente necessario attaccare e rovesciare il governo Renzi.

pc 22 agosto - Esercitazione Russia/Cina: i fattori di guerra si accentuano

Una nuova esercitazione militare congiunta Pechino-Mosca è la risposta alle mosse degli americani e del Giappone.
Tutta la politica di Obama di pacifismo a parole e di ricerca di soluzione dei conflitti minori che pur sempre garantiscano all'imperialismo americano la difesa dei suoi interessi, per meglio concentrare le energie militari e geopolitiche sul fronte principale della contesa con Russia e Cina.
In questo quadro l'alleato principale diventano Giappone e India.
L'esercitazione congiunta Pechino-Mosca, la seconda quest'anno, rende chiaro come i fattori di guerra si accentuino. Si tratta della più grande esercitazione condotta insieme da Russia e Cina di tutti i tempi.
Un articolo del Corriere della Sera ne dà i particolari tecnici, ma la questione di sostanza è che le manovre simulano un combattimento antisub e di difesa aereo-navale. E' previsto anche uno sbarco e l'occupazione di un isola – e si sa come attualmente la contesa cino-giapponese riguarda le isole Diaoyu/Senkaku che interessa anche il controllo delle Filippine e Vietnam.
La Russia anche con queste esercitazioni rende concreta la posizione attuale di Mosca “fortemente a favore di soluzioni dettate dalla legge internazionale nel Mar cinese, orientale, meridionale e in ogni altro mare”.
In compenso la Cina appoggia le posizioni russe sull'Ucraina e la Crimea.

Quindi, tutti possono vedere come l'esercitazione in corso fino al 28 agosto sia davvero l'apertura di una nuova fase della contesa interimperialista tra le grandi potenze. 

pc 22 agosto - IL GOVERNO PER L'AUTUNNO: TAGLIO DEI SALARI, NORME ANTISCIOPERO E DIVIETO DEI SINDACATI DI BASE



(Da Sole24ore) - "C'è stato un drastico calo degli accordi che hanno contrattato salario ed un parallelo vertiginoso aumento di quelli che si sono incaricati di gestire le crisi. Questo vuol dire aver discusso temi come la riduzione degli organici, la mobilità, i contratti di solidarietà, la cassa integrazione, la terziarizzazione, la riconversione, la ristrutturazione. 
Nel 2009 la contrattazione del salario ricorreva nel 53% degli accordi ed è scesa progressivamente per arrivare ad un 13% nel 2014, mentre negli stessi anni la contrattazione delle crisi è passata dal 20 al 68%".
«La contrattazione è linfa vitale per la democrazia del nostro paese – dice Gigi Petteni segretario confederale Cisl – e come lo sviluppo delle relazioni industriali è una delle strade migliori per rilanciare la competitività delle imprese e promuovere l’occupazione». 

In questi dati - valutati di fatto positivamente dalle dichiarazioni della Cisl - c'è tutto l'attacco al salario e alla condizione, diritti dei lavoratori già avvenuto in questi anni: il salario è fortemente diminuito; le contrattazioni e gli accordi sindacali sono praticamente da temere per i lavoratori perchè le uniche cose che contrattano sono per le aziende, mentre i lavoratori "ottengono" tagli ai posti di lavoro e ai salari, peggioramento delle condizioni di lavoro.

In autunno il governo Renzi, dopo aver dato tanto ai padroni con il Jobs act, andrà avanti su questa strada. Eliminando di fatto la contrattazione nazionale e stabilendo definitivamente come unico tavolo di contrattazione quello aziendale, dove ancora di più si parlerà di produttività, di crisi aziendale, di flessibilità, di piegare i diritti alle esigenze dei padroni, e quando si parlerà di aumenti salariali sarà solo lì dove e se questi potranno essere legati a premi di risultato, per i quali, tra l'altro, sono state fortemente utilizzate le agevolazioni derivanti dalla decontribuzione e dalla detassazione. 
D'altra parte il messaggio che arriva dalle aziende è chiaro: non c’è ricchezza da dividere. Quindi anche la contrattazione aziendale si fa per affrontare difficoltà (dei padroni) o "per cogliere opportunità".
Il contratto collettivo nazionale stabilirà al massimo minimi salariali uguali per tutti, mentre gli aumenti saranno solo legati ai risultati dell'azienda (che dirà sempre che non ci sono...). 

"Secondo Ichino «si dovrebbe arrivare a un sistema in cui il contratto aziendale può sostituire completamente il contratto nazionale, come in Germania». Si tratteranno così in fabbrica non solo i salari ma anche orari di lavoro e livelli di inquadramento"

Certo non può il governo stesso non vedere che così si apre la strada alle vecchie gabbie salariali con divisione tra lavoratori di un'azienda e lavoratori di un'altra, o tra zone economicamente più deboli che hanno contratti più poveri e zone più forti. Ma questo non provoca nessuna perplessità: «Del resto - sostiene Ichino - avere una busta paga da 800 euro a Reggio Calabria significa vivere abbastanza bene mentre con quei soldi a Milano si fa la fame."

E' chiaro però che per attuare la riforma reazionaria della contrattazione che taglia conquiste storiche dei lavoratori, bisogna mettere mano subito al diritto di sciopero.
E' questo è il secondo impegno del governo Renzi per l'autunno. 

"sarà quasi inevitabile, per comune ammissione delle diverse anime della maggioranza di governo, mettere una soglia di sbarramento per il diritto di sciopero: "E' immaginabile - dice Damiano - che si possa stabilire una soglia di approvazione tra il 30 e il 40 per cento dei lavoratori coinvolti". Un referendum per decidere se scioperare o no". 

Un'azione antisciopero che ora si dice dovrà valere per servizi e pubblico impiego, ma che inevitabilmente si estenderà subito nelle fabbriche e posti di lavoro privati, perchè è soprattutto qui che c'è da difendere il profitto dei capitalisti. 

Ma per far passare l'attacco alla contrattazione e al diritto di sciopero, inevitabilmente ci vogliono solo quei sindacati che stanno nelle regole decise da padroni e governo.
Da qui, la terza riforma che il governo farà: la legge della rappresentanza.

"Il nodo principale da sciogliere è quello della rappresentanza: chi e quando ha il diritto di trattare con le controparti e firmare accordi che poi riguardano tutti i dipendenti, che siano o no iscritti ai sindacati? Sull'argomento le proposte del presidente della Commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano e quella del senatore Pietro Ichino, prevedono sostanzialmente una soglia di sbarramento del 5 per cento di rappresentanza per potersi sedere al tavolo delle trattative.
Come si misura? Soprattutto in base ai risultati delle elezioni dei delegati perché molto più difficile è conoscere dalle aziende, attraverso l'Inps, il numero di dipendenti che sono iscritti a questo o quel sindacato. 

Soglia di sbarramento anche per poter firmare un accordo: dovrà essere approvato dal 50 per cento più uno dei lavoratori o dei delegati sindacali".

Su questo nella maggioranza qualcuno propone anche di "tagliare la testa al toro" e di realizzare la contrattazione con un solo sindacato, in rappresentanza degli altri, così ci saranno meno rogne; unica perplessità è che se conta il numero degli iscritti c'è la possibilità che questo sindacato unico sia la Cgil, e questo non va certo bene nè ai padroni, nè al governo, nè soprattutto a Cisl e Uil. 

Sulla legge sulla rappresentanza che vuole fare il governo si è alzata sì qualche voce, disturbata dai metodi del dittatorello Renzi, da parte dei sindacati confederali. Ma la dichiarazione fatta dalla Camusso è la più logica risposta: "Abbiamo già stabilito nel patto con la Confindustria le nuove regole sulla rappresentanza", quindi il governo deve ricalcare quel patto. 

EFFETTIVAMENTE QUESTA VOLTA CAMUSSO HA RAGIONE, QUELLE REGOLE SONO GIA' AMPIAMENTE FASCISTE, CHE BISOGNO C'E' DI FARNE ALTRE?!  

pc 22 agosto - I prigionieri politici del TKP/ML lanciano tre giorni di sciopero della fame contro i massacri dei kurdi, perpetratii dal governo AKP Erdogan

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The TKP/ML prisoners stated: “After the Suruc massacre, assaults which started with shelling of Kandil, continue with massacre of civilians, mass detentions and arrests in Zergele, Silopi and Ağrı. The bodies of YPG/YPJ guerrillas who fought against DAESH in Rojava are hold at the border and not delivered to their families, inhuman actions are carried out against guerrilla’s bodies as in the case of Ekin Wan, and the Kurdish people’s declarations of autonomy and self defense is responded to with the massacre of civilians”
Pointing to the importance of total resistance against the government’s total attacks the prisoners stated “In this manner we call all our people, revolutionaries and democratic people to move reflexively against these assaults, to use all methods of struggle, basically, to escalate the struggle simultaneously with the Kurdish people. Massacres go on, funerals are not allowed, it is unacceptable not to respond to these assaults with all our resources. In this consciousness all TKP/ML TİKKO prisoners are going on hunger strike for three days”
Via New Turkey (editing for clarity by Signalfire)

pc 22 agosto - Usa: perchè serve un nuovo Black Panther Party - 22 agosto 1971 - 2015 ricordando George Jackson

  • Commozione e rabbia nella comunità afroamericana e fra tutti i detenuti rivoluzionari degl stati uniti per la morte di George Jackson, avvenuta il giorno precedente. Il 21 agosto 1971, infatti, nel cortile della prigione San Quentin veniva ucciso a colpi di fucile da un secondino George L. Jackson, field marshal per le prigioni del Black Panther Party.
22 agostoL'omicidio diede il via ad un a feroce campagna di repressione contro il movimento dei neri che coinvolse, fra gli altri, anche la militante comunista Angela Davis.
Nel 1972 vennero pubblicati i testi politici di Jackson che era riuscito a far uscire dal carcere appena una settimana prima della sua morte. La raccolta, dal titolo Blood in my Eye, comprendeva una sere di saggi scritti dopo la morte del fratello minore Jonathan, ucciso dalla polizia mentre cercava di allontanarsi dal tribunale di San Rafael insieme a tre prigionieri liberati poco prima.
"Sono stato in rivolta per tutta la vita" scrisse George Jackson in una sua lettera. La prima rivolta fu il crimine. George Jackson fu arrestato per la prima volta a 14 anni per il furto di una borsetta, Da qui fu un susseguirsi costante di arresti, riformatori e rilasci provvisori. A 18 anni fu arrestato per il furto di 70 dollari da un distributore di benzina; ebbe una condanna a tempo indeterminato: da 1 anno a vita.
Proprio in carcere iniziò la sua maturazione politica:
"...scoprii Marx, Lenin, Trockij, Engels e Mao, e ne fui redento. Durante i primi quattro anni non studiai altro che economia e discipline militari. Conobbi i guerriglieri neri, George "Big Jake" Lewis, e James Carr, W.L. Nolen, Bill Christmas, Terry Gibson e molti, molti altri. Tentammo di trasformare la mentalità del criminale nero nella mentalità del rivoluzionario nero."
Il governo cominciò contro Jackson e gli altri detenuti politicizzati una feroce campagna terroristica fatta di celle di isolamenti, pestaggi, rifiuto di ogni libertà provvisoria. Si cercava inoltre di spingere gli altri detenuti ad ammazzarli; fra i detenuti bianchi girava la voce: «Stangate Jackson, e otterrete qualche ricompensa».
Il 13 gennaio 1970 nel braccio di sorveglianza speciale della prigione di Soledad venne aperto un nuovo cortile per la passeggiata dove furono inviati 6 neri e 8 bianchi. Senza nessun preavviso un secondino aprì il fuoco dalla torre di guardia: tre detenuti neri, tra gli uomini più vicini a Jackson furono uccisi e un bianco rimase ferito.
I neri sopravvissuti dichiararono che uno di loro, ferito, fu lasciato morire dissanguato sul lastricato di cemento. Tre giorni dopo la commissione di inchiesta della contea di Monterey dichiarò che le uccisioni erano giustificate. Meno di un'ora dopo dall'annuncio di questa decisione una guardia fu trovata uccisa. Tutti i detenuti del braccio in cui erano avvenute le uccisioni furono messi in isolamento. Il 28 febbraio Fleeta Drumgo, John Clutchette e George Jackson vennero formalmente accusati del delitto per cui rischiavano la pena di morte.
Il 7 agosto 1970 nel tentativo di far evadere tre detenuti, morì il fratello diciassettenne di Jackson insieme ad altri tre militanti delle Pantere Nere ed al giudice che era stato preso in ostaggio.
Dopo la morte del fratello, Jackson scrisse in una lettera:
Non ho versato una lacrima, sono troppo fiero per farlo. Un bellissimo, bellissimo uomo-bambino con un fucile automatico in mano. Lui sapeva come essere con il popolo. Ho amato Jonathan, ma la sua morte ha solo rafforzato la mia volontà di lottare. Per essere fiero mi basta sapere che era carne della mia carne e sangue del mio sangue.
Gerorge Jackson fu trasferito nel carcere di San Quentin e tenuto in isolamento per lungo tempo.
Terminò di scrivere il libro nell'agosto del 1971. Poco dopo organizzò con gli altri detenuti una rivolta. I cecchini lo colpirono alle spalle, il suo corpo fu rimosso dal cortile della prigione solo verso sera.
"Per lo schiavo, la rivoluzione è un imperativo, è un atto cosciente di disperazione, dettato dall'amore"

pc 22 agosto - Ancora Funerale Mafia capitale. L'opportunismo in malafede della politica - da infoaut


casamonica2Ha indubbiamente destato molta curiosità e tratti di indignazione l'articolo de L'Espresso uscito ieri relativamente alla celebrazione in pompa magna dei funerali del boss dei Casamonica. Un funerale che indubbiamente porta con sé l'ostentazione del potere della famiglia Casamonica così come quello di tutto il suo entourage lobbistico e imprenditoriale, a voler e dover suggellare un senso di ineffabilità e di distacco in relazione alla tempesta mediatica che si è abbattuta e in parte attenuata con le vicende legate a Mafia Capitale, ostentazione ingrandita dalla grossa partecipazione di pubblico al rito.
Tralasciando di tornare sull'aspetto estetico ricercato e foriero di attenzione per chi vede nello sfarzo e nei particolari organizzativi tutta la tracotanza della cerimonia, ci interessa piuttosto andare a sottolineare la trasposizione che è stata fatta dell' evento stesso, per coglierne alcuni elementi di riflessione.casamonica1
Nemmeno ai lettori dell' Espresso (occasionali o abituée?) è sfuggita difatti la forzatura dettata dall'accostamento del funerale in salsa mafiosa e del senso di accondiscendenza totalizzante della parrocchia rispetto a quanto accaduto per la celebrazione dei funerali di Welby nella stessa sede.
Prendiamo il polemico commento finale dell' articolista "Ma noi quelle porte chiuse per Welby nove anni fa le ricordiamo ancora, come ricorderemo che la pietà cristiana secondo qualcuno vale per i boss mafiosi e non per chi lotta per un diritto".
A essere chiamato in causa è in gran parte il senso della pietà religiosa, come se il problema non fosse legato in alcun modo ai rapporti di potere e di possibilità che d'altronde lo stesso funerale ha voluto sottolineare. Forse meno ostentazione sarebbe stata più opportuna, giusto per non far emergere la realtà per quello che é?
casamonica3Forse per chi si riserba ancora di portare il vessillo del giustizialismo e di una società "libera da tutte le mafie" dalla punta del proprio calamaio e nel chiuso del salotto la sfacciataggine del cerimoniale pare dare tanto fastidio, quando de facto l' appellarsi ad una estetica meno in grassetto rivela quanto obsoleta e fondamentalmente priva di incidenza sulla realtà, se non funzionale alla pacificazione sociale, sia tale retorica.
Sono gli stessi lettori che commentano l'articolo a mettere nero su bianco le mancanze di una superficialità discorsiva che espunge l'oggetto dal contesto, trasponendo una indignazione etica a una critica del e nel presente: casamonica5
"fatela vedere ai vostri lettori la foto dei paladini di cooperative e lavoratori tra fascisti e mafiosi. Fate vedere alle persone che Casamonica è in foto con Poletti, Alemanno pd e mezza mafia capitale"
"con Casamonica pranzava poletti, alemanno, senatori e consiglieri regionali e comunali di pd, forza italia e compagnia"

Condita degli elementi contestuali, la flebile condanna mediatica giunta dagli esponenti democratici e rafforzata dall'immancabile presa di parola del rabbonitore Saviano, appare per quello che è: un coup de théâtre per riempire la scena di posizionamenti sul singolo episodio. Solo il M5S affonda il colpo allargando il raggio del discorso e chiedendo a suo modo lo scioglimento del Comune per mafia.
Ma in fondo l'elemento più interessante e' la scrollata di spalle del Prefetto capitolino che dice nemmeno troppo tra le righe (e a ragione!) di non stigmatizzare l'accaduto. Letta in un altro modo: "tra tutte le cose con un peso e una ricaduta sui romani e non solo, questa del funerale è quasi una inezia..."
Probabilmente é la stessa cosa che pensano e mettono a sottacere con la parvenza degli sguardi preoccupati vari esponenti del partito democratico romano e della sinistra riformista attaccata alle poltrone..
casamonica4Nella città reale, frattanto, la polizia si prodiga nello sgomberare con blitz da antologia i venditori "abusivi" al Foro Romano, dando riprova della gerarchia di priorità in comune tra politica e apparati repressivi, volta ad attaccare gli anelli deboli della società.
Cosicché, nella città tristemente nota per sgomberi e magna magna trasversali, il dubbio permea sempre meno sottile: non è che gli unici abusivi pericolosi sono quelli che continuamente parlano di legalità e sicurezza nei giornali e poi la impongono a proprio interesse?

pc 22 agosto - Roma un funerale con il pennacchio, da spernacchiare, responsabilità da perseguire con durezza, una Roma da boicottare


Funerali del padrino. Onorevoli e onoranze coi pennacchi

  • Enrico Campofreda
Funerali del padrino. Onorevoli e onoranze coi pennacchi
Nella vicenda delle esequie di prima classe al boss Casamonica, celebrato come un Padrino con la maiuscola, perlomeno nella sceneggiatura orchestrata con fanfara dal clan tribale in piazza Don Bosco, al Tuscolano, l’unico che tiene botta con una coerenza solidificata da soggettiva fede e faccia di bronzo è il parroco che ha accolto la salma nella sua parrocchia con lo stuolo di chi dava l’estremo saluto al capobastone Vittorio. “Sì, rifarei il funerale di Casamonica. Io faccio il prete, non spettava a me bloccarlo”. L’ha detto e ripetuto don Giancarlo Manieri al manipolo di giornalisti che cercava un ripensamento o almeno un minuscolo dubbio alla facile accoglienza. L’ennesimo don Abbondio

pc 22 agosto - Torino, ai vigili rambo-assassini basta dare un dito e si prendono la mano e ammazzano... quando li cacciano?

Morto per Tso, spunta il manuale per i vigili: "Coercizione solo in caso di pericolosità"

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Nell'inchiesta sul decesso di Andrea Soldi, per il quale sono indagati per omicidio colposo tre agenti municipali e uno psichiatra, la Procura acquisisce un protocollo operativo del 2008 con tanto di illustrazioni: il blocco fisico può avvenire solo per "il tempo strettamente necessario alla somministrazione di un sedativo"
La polizia municipale aveva un preciso protocollo operativo su come intervenire durante il trattamento sanitario obbligatorio. Il testo, con tanto di illustrazioni, è stato acquisito dalla procura di Torino all'interno del fascicolo per la morte di Andrea Soldi, il quarantacinquenne morto dopo un Tso in piazza Umbria. Nelle scorse settimane il pm Raffaele Guariniello aveva indagato i tre vigili e lo

pc 22 agosto - L'IPOCRISIA DELLA LOTTA AL CAPORALATO PER SALVARE LE GRANDI AZIENDE - E ANCHE SAVIANO SALE SULLO STESSO CARRO

In questa strage di braccianti immigrati e italiani, questi soprattutto donne, si sta parlando e puntando il dito sul caporalato, quasi separandolo dalle aziende, fino a – come è successo per l'inchiesta giudiziaria ultratardiva della Procura sulla morte di Paola Clemente di S. Giorgio J. - indagare all'inizio solo l'autista-caporale e solo giorni dopo l'azienda; così nei pochissimi interventi di ministri, Istituzioni locali si parla essenzialmente di adottare provvedimenti contro il caporalato, mentre verso le associazioni delle aziende al massimo la Regione Puglia di Emiliano fa incontri di “collaborazione per debellare insieme il fenomeno”.

E il governo verso le aziende fa anche di più. Invece di porre leggi che impongano il rispetto dei contratti, dei diritti dei lavoratori, i controlli, che perseguano le aziende che traggono grandi profitti dalle condizioni di lavoro schiaviste dei braccianti, il Ministro Martina, come in una commedia delle beffe, sta pensando ad un aiuto alle imprese agricole, anticipando di un anno l'eliminazione totale dell'imposta regionale (Irap).  

Si tratta di una spudorata politica per salvaguardare gli interessi economici delle aziende agricole, ortofrutticole, che sono generalmente grandi società capitaliste.
Ma il caporalato nelle campagne è legato a filo stretto con le aziende, non potrebbe vivere senza le aziende e le aziende non possono e soprattutto non vogliono lavorare senza di loro.
I caporali gli fanno il lavoro “sporco”: di scegliere i braccianti, decidendo chi va a lavorare e chi viene lasciato a casa, di prenderli e portarli nei campi riempendo fino al massimo i bus, di fare da intermediari nei pagamenti ai braccianti detraendo dalla loro paga, non contrattuale, il loro costo di caporali, il costo del viaggio, spesso il costo acqua, ecc., garantisce alle aziende di tenere i braccianti sotto controllo durante il lavoro.

Quindi parlare di leggi contro il caporalato senza leggi contro le aziende è una oscena, ipocrita presa in giro fatta sulle morti dei braccianti, e, bene che vada, un'azione impotente.
La grande lotta degli immigrati di Nardò che portò all'introduzione nel 2011 del reato di caporalato, non è servita a debellare, né a ridurre il caporalato; condizioni di schiavitù, morti sul lavoro avvengono ora come e a volte più di prima; al massimo il primo anello dell'azione del caporale: l'assunzione, viene in alcuni casi fatta dalle agenzie interinali, che agiscono però come una sorta di caporalato ufficiale.

Le Agenzie interinali sono spesso uffici locali di grandi agenzie del nord. Spesso con le agenzie vi è solo un “passaggio” in più della catena, per poi tornare sempre all'anello principale del caporale. (da Repubblica) - “Funziona così: c'è il proprietario terriero che si rivolge a un'agenzia interinale. Per reclutare lavoratori, queste maxi agenzie interinali si appoggiano ad alcuni personaggi locali: lo fanno nel Tarantino, nel Barese, ma anche in Calabria, in Campania, in alcune zone dell'Emilia-Romagna... "In sostanza se vogliamo lavorare, dobbiamo andare da loro ". E cosa chiedono in cambio "loro"? La signora con le dita fa il segno del denaro. Soldi. Percentuali. Non è cambiato niente dunque. Poi questi caporali “...alla minima lamentela o insubordinazione hanno il potere di lasciarli il giorno dopo a casa...
...In Italia il nuovo caporalato - nove miliardi di euro di fatturato, tre che vengono solo dal pomodoro, seicento milioni di contributi evasi secondo la Cgil, in sostanza il narcotraffico dell'agroalimentare - funziona proprio così: i braccianti muoiono di fatica. Con tutte le carte a posto”.

Anche le “belle” voci non si discostano da questo andazzo.
Saviano in una sua intervista su Repubblica invece di attaccare le aziende dice che per debellare il caporalato e il suo legame con la mafia, bisogna dare la “possibilità alle aziende di trarre vantaggio dalle assunzioni e non spingerle ad essere oneste per un comportamento morale... Quindi è necessario assicurare flessibilità nelle assunzioni...”; invece di snmascherare il caporalato legale delle agenzie interinali dice: “costruire dei controlli capillari attraverso agenzie sul territorio in grado di chiamare manodopera ma anche di controllarla sul posto di lavoro … Garantire acqua, un minimo di assistenza e la possibilità di un lavoro in condizioni dignitose: questo è il punto”.
NO, NON E' PROPRIO QUESTO IL PUNTO!

In questi anni, per rispondere alla crisi, sempre più le grandi aziende puntano ad alzare la produttività, che vuol dire alzare i livelli di intensificazione del lavoro e quindi della fatica, ma vuol dire anche un uso più intensivo di fitofarmaci, antiparassitari (spesso concausa delle morti dei braccianti) per avere produzioni più resistenti, prodotti più ricercati sui mercati (ma della serie: belli da fuori e meno gustosi da dentro); puntano a ridurre i costi di lavoro – quindi l'impiego delle donne (buone anche perchè in alcuni lavori, per esempio acinellatura, servono mani più piccole e più accurate) e un sempre più grosso impiego di braccianti immigrati, spesso a nero, che costano poco e sono più ricattabili, e a volte, se vivono (in condizioni bestiali) nelle campagne possono essere sempre a disposizione. Puntano ad elevare i loro guadagni, maledetti e subito.
In questo le morti sono degli “accidenti” da tenere nascosti o al massimo da relativizzare/normalizzare – come ha dichiarato il Sindaco di S. Giorgio Jonico: “Sicuramente con il caldo che ha fatto qualcuno è venuto meno. Quello che mi sento di dire e che c'è una grande difficoltà quest'anno legata al caldo e magari qualche ragazzo si è sentito pure male...".

Ancora una volta, quindi, le Istituzioni, il governo alle morti, alle condizioni di lavoro supersfruttato, vogliono rispondere con qualche parola ipocrita, provvedimenti impotenti e lasciando in pace le aziende (gli stessi ispettorati del lavoro sono stati già negli anni riformati e ora di fatto cancellati all'interno della politica di non disturbare i padroni).

E' bene che il silenzio intorno alla strage nelle campagne si stia rompendo. Ma occorre altro.
Nè bastano le denunce che ora la Cgil sta facendo.

Occorre l'organizzazione e la lotta diretta delle braccianti e dei braccianti, dei migranti. Riprendendo la via delle rivolte dei braccianti immigrati ma non fermandosi.

venerdì 21 agosto 2015

pc 21 agosto - IL SILENZIO SI ROMPE E ALTRE MORTI DI FATICA/SFRUTTAMENTO DI BRACCIANTI VENGONO ALLA LUCE - MA OCCORRE ORA UNA RISPOSTA DI LOTTA!



Un altro caso a Massafra nel Tarantino: 

«Mia moglie, stroncata da un malore 

nei campi

Ai primi di agosto nelle  campagne di Massafra sono venute alla luce le condizioni di lavoro e di vita in un'azienda agricola di lavoratori immigrati che vivevano nella stessa azienda in condizioni disumane, con una parte alloggiata in un vecchio rudere in disuso, privo di bagni, acqua e corrente elettrica, altri accampati all’esterno su materassi sudici o sotto rudimentali coperture sintetiche, in condizioni igieniche vergognose.


Oggi viene fuori, la morte nelle campagne di Ginosa di un'altra bracciante. 

E I SINDACI E GLI ORGANI DI CONTROLLO CONTINUANO A FARE COME LE "TRE SCIMMIETTE". 
QUESTO DEVE FINIRE!!


di ANTONELLO PICCOLO 

MASSAFRA. Si è spenta nel silenzio, Maria Lemma, 39 anni, bracciante agricola di Massafra regolarmente assunta dal suo datore di lavoro, anche lei - come l’altra collega pugliese deceduta - l’ultimo abbraccio ai suoi cari l’ha dato prima che il sole sorgesse, in un venerdì di luglio. Maria non avrebbe mai immaginato che quella tra i vigneti di Ginosa sarebbe stata l’ultima partenza verso la campagna, verso il lavoro nei campi. Un improvviso malore, sotto la calura estiva, implacabile in un luglio da decenni mai così rovente, mentre tagliava l’uva da tavola, destinata ad essere venduta nei mercati del Nord Italia. Poi la corsa disperata in ospedale, al «Giuseppe Moscati» di Taranto

pc 21 agosto - Tsipras sulla strada di Renzi, al servizio del grande capitale europeo e greco, nemico di ogni sinistra reale e popolare, battistrada di Alba dorada e della reazione fascista

Grecia, premier Tsipras si dimette: “Ora voglio mandato forte”. Elezioni il 20 settembre

 Il premier greco Alexis Tsipras rassegna le proprie dimissioni in diretta tv, annunciando che il Paese andrà alle elezioni anticipate, che – secondo alcune fonti – potrebbero già essere indette per il 20 settembre.

Il premier cerca dunque un nuovo “forte mandato” del “popolo sovrano” per continuare l’opera riformatrice della quale rivendica i meriti e per fare uscire la nazione dall’austerità. Una decisione che sembra sostenuta dalle prime reazioni dalla Ue, che auspica un governo forte che porti avanti il programma di riforme.
Il Paese – ricorda l’Ansa – va dunque al quinto voto politico nel giro di poco più di un anno, nel giorno in cui arrivano i primi 13 miliardi dall’Esm, e all’indomani del voto cruciale del Parlamento tedesco che dà il via libera definitivo al mega-prestito da 86 miliardi di euro, in cambio di nuove, stringenti misure di austerità. Una mossa, quella del voto anticipato, che serve a Tsipras a non dare tempo alle opposizioni di organizzarsi, ma soprattutto a evitare che il blocco di Piattaforma di Sinistra interno a Syriza, che ha votato contro gli accordi con i creditori, abbia tempo di compiere la scissione dal partito, consolidarsi e rappresentare una minaccia alle urne

Tsipras, in un clima già da campagna elettorale, si è quindi rivolto ai greci: “Vogliamo un forte mandato, un governo stabile e la solidarietà con la società che vuole le riforme in senso progressista”. La palla passa al presidente della repubblica Prokopis Pavlopoulos. La prassi prevede che il capo dello Stato affidi brevi mandati esplorativi al partito arrivato secondo alle elezioni (Nuova Democrazia) e quindi al terzo (i neonazisti di Alba Dorata) per vedere se è possibile formare un altro governo. Ma ci si aspetta che entrambi rinuncino. La guida ad interim dell’esecutivo che porterà il Paese al voto verrà assunta dal presidente della Corte suprema, signora Vassiliki Thanou.
Intanto l’Europa sembra reagire con favore all’annuncio, pur non entrando nel merito. “Rapide elezioni in Grecia possono essere un modo per ampliare il consenso per il programma Esm di sostegno alla stabilità appena firmato dal premier Tsipras a nome della Grecia”, ha commentato su Twitter Martin Selmayr, il capo gabinetto del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. E per la portavoce dell’esecutivo Ue Annika Breidthardt “un ampio sostegno per il memorandum d’intesa” sul terzo piano di aiuti “e il rispetto degli impegni saranno la chiave per il successo”.

pc 21 agosto - Roma - funerale all'inchiesta e al processo per 'mafia capitale' prima che cominci

Innanzitutto si tratta di una fascio-mafia, poi si tratta di una mafia che comprende Stato - amministrazione romana - apparato di polizia e militari, compreso servizi segreti e pezzi di Vaticano. Questa struttura si combatte con la forza e con le masse. Intanto deve essere alta e costante la denuncia politica e sociale a Roma, in Italia, nel mondo - Cosa che comprende il boicottaggio del Giubileo, della candidatura alle olimpiadi e della città di Roma, vera fogna nazionale anche sul piano turistico.

Casamonica il vero er monnezza
Perchè il prete filomalavitoso non viene sospeso?
perchè i vigili urbani - vero insieme di delinquenti in divisa a Roma - nessuno escluso - non vengono sospesi e licenziati?
Perchè, perchè, perche?

 

Roma, funerali di Vittorio Casamonica


La musica del padrino e l'elicottero che getta petali di rosa sui presenti: è l'ultimo saluto ad uno dei maggiorenti del clan Casamonica. "Hai conquistato Roma ora conquisterai il

pc 21 agosto - I Serial Killers della polizia Usa non si fermano mai - serve in Usa un Black Panther Party che risponda colpo su colpo - ma non è solo un problema USA, ma un problema dei paesi imperialisti e delle forme di guerra al loro interno

USA, la polizia uccide ancora: notte di rivolta a St. Louis


  • Esattamente un anno fa, il 19 agosto, la polizia di St. Louis, Missouri, sparava al 25enne afroamericano Kajieme Powell uccidendolo sul colpo. Powell ha avuto 23 secondi per rendersi conto cosa stava accadendo nel momento in cui due poliziotti gli hanno puntato contro le pistole, dopodiché è stato colpito a morte. L’omicidio avvenne esattamente dieci giorni dopo l’omicidio di Michael Brown a Ferguson (che si trova proprio nella contea di St. Louis), evento scatenante della durissime proteste contro gli abusi di polizia che, nei mesi successivi, contribuirono alla nascita del movimento Black Lives Matter.
  • Nella giornata di ieri le forze di polizia di St. Louis hanno dimostrato come, ad un anno di distanza, niente sia cambiato per le comunità black dell’america obamiana. A cadere sotto i colpi degli agenti questa volta è stato un giovane di appena 18 anni, Mansur Ball-Bey, ucciso proprio nelle ore in cui decine di persone scendevano in strada chiedendo giustizia per l’omicidio di Kajieme Powell – caso sul quale la polizia sta ancora indagando (ma, allo stesso tempo, proteggendo e coprendo i due assassini in divisa). Con la morte di ieri ammontano a 732 le persone uccise dalla polizia statunitense nel solo 2015; un dato in crescita rispetto allo scorso anno e che palesa come, nonostante le rassicurazioni della Casa Bianca e i tentativi di cooptazione, il terrore poliziesco sia – ancora una volta – lo strumento con il quale il potere tenta di controllare e sottomettere la popolazione black.

    Le immediate proteste che sono esplose in seguito alla morte di Mansur Ball-Bey hanno infatti trovato la durissima risposta di esercito e forze dell’ordine, che non hanno esitato a schierarsi in maniera massiccia (“un esercito di occupazione”, lo hanno definito gli attivisti di BLL presenti) nei quartieri attraversati dalle manifestazioni. Si può infatti individuare una controtendenza nell’utilizzo dei mezzi repressivi rispetto allo scorso anno: se a Ferguson e Baltimora i tentativi di monitorare e placare le proteste nei primi giorni erano palesi (anche attraverso l’intercessione di pastori e personalità di rilievo nelle comunità) negli ultimi mesi è palese la volontà di utilizzare subito una linea dura che passa tramite la militarizzazione del territorio, l’utilizzo di gas e l’arresto indiscriminato dei manifestanti.

    Il duro intervento della polizia ha quindi provocato rivolte e riot in diversi quartieri della città, dove delle auto sono state date alle fiamme insieme ad alcune abitazioni disabitate. Il bilancio delle proteste è, infine, di almeno 9 arresti secondo la polizia (ma potrebbero essere molti di più) e numerosi feriti, perlopiù intossicati dai numerosi gas lacrimogeni (di tipologie differenti, come dimostra questa foto) lanciati dagli agenti in assetto antisommossa. Al momento le proteste sembrano essere cessate, ma per la giornata di domani sono previste mobilitazioni anche a Indianapolis, Kansas City e Cleveland, anche se è oramai evidente come il ciclo apertosi lo scorso anno a Ferguson non possa trovare soluzione se non in una mobilitazione costante che riporti l’attenzione sugli abusi quotidiani e sistematici delle forze dell’ordine.

    pc 21 agosto - Il comitato antirazzista vince a Telgate - non dare tregua ai sindaci razzisti

    Telgate (BG). Gli antirazzisti vincono ricorso contro il sindaco

    • Bg Report
    Telgate (BG). Gli antirazzisti vincono ricorso contro il sindaco
    In seguito al ricorso del Comitato antirazzista 500 euro, il tribunale di Bergamo ha dichiarato illegittima, in quanto discriminatoria e razzista, l’iniziativa del sindaco leghista di Telgate Fabrizio Sala, che mediante la delibera 55 del 17 giugno 2014 aveva innalzato la tassa di certificazione idoneità alloggiativa da 100 a 350 euro; il provvedimento colpisce infatti solamente la popolazione di origine straniera, l’unica tenuta a presentare tale documentazione. il tribunale obbliga inoltre il comune di Telgate a restituire la somma di 250 euro a tutti i cittadini che, durante il periodo di efficacia della delibera, hanno versato l’importo aumentato della tassa. Il sindaco Sala, comunque, non è nuovo a iniziative di questo tenore: proprio a Bolgare era stata emanata a dicembre del 2014 un’ordinanza “antiebola”, a tutela della popolazione italiana, poi modificata dallo stesso sindaco a causa delle minacce di ricorso di alcune realtà del territorio.
    da bgreport.org
    Una vittoria importante per il comitato antirazzista, che era nato nel marzo dello scorso anno

    pc 21 agosto - "Swift Response -15”: le più grandi esercitazioni Nato dalla fine della guerra fredda... è l'imperialismo, bellezza!


    “Swift Response-15”: le più grandi esercitazioni Nato dalla fine della guerra fredda
    Secondo il comando delle truppe americane di terra in Europa, sono le più grandi esercitazioni congiunte di truppe e mezzi aviotrasportati della Nato sul vecchio continente dalla fine della guerra fredda. Sono le manovreSwift Response-15” iniziate lo scorso 15 agosto con la partecipazione di 4.800 militari di Bulgaria, Gran Bretagna, Germania, Grecia, Spagna, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo, Francia e, naturalmente, Stati Uniti. Le manovre si svolgeranno, come si può leggere sul sito dell'esercito USA, tra Germania, Romania, Bulgaria e Italia, per concludersi il prossimo 13 settembre.
    La “Swift Response-15”, scrive ancora il vangelo dell'US Army, vedono impegnati in Europa reparti dell'82° Airborne Division per la prima volta dal tempo delle tristemente note operazioni Nato in Kosovo nel 1999. La 1° Brigata della 82° Divisione aviotrasportata è inquadrata nelle forze USA di risposta globale, in grado di essere dislocata in ogni parte del mondo nel giro di 96 ore.
    Le manovre, recita ancora la voce del padrone americano, hanno lo scopo di elevare l'interoperabilità "delle forze di pronto intervento" e sono chiamate a "dimostrare la capacità dell'Alleanza a un rapido schieramento e ad azioni a sostegno della conservazione di un'Europa forte e sicura”. Amen.
    Il culmine della dimostrazione di “forza e sicurezza in Europa” sarà tra pochi giorni, il prossimo 26 agosto, con il lancio di oltre mille uomini e mezzi da guerra prima a Hohenfels,

    giovedì 20 agosto 2015

    pc 20 agosto - Le donne kurde pronte a portare la guerra popolare rivoluzionaria alla vittoria contro il regime turco

    (da infoaut)

    Le donne in prima linea nella resistenza nella città curda di Silvan hanno annunciato di non voler più riconoscere l'autorità dello Stato Turco e di essere pronte a combattere fino a quando la città non sarà liberata.

    A partire dalla città di Silopi, diverse città in tutto il Kurdistan settentrionale (ovvero la regione interna alla Turchia) hanno proclamato l'autogoverno di fronte agli attacchi della polizia. Dopo le città di Cizre, Nusaybin, Yüksekova e Varto, anche Silvan, distretto della provincia di Diyarbakır, ha dichiarato l'autogoverno.

    Nei quartieri di Tekel, Mescid e Konak, la gente di Silvan si è impegnata negli sforzi per scavare trincee, sotto la guida della gioventù del quartiere. Le giovani donne della città hanno assunto un ruolo chiave nello sforzo di tenere la polizia fuori dei quartieri, affrontando i turni di di guardia alle trincee e difendendo le zone amministrate.

    La gioventù ha compreso come dopo le elezioni l'AKP abbia iniziato ad usare tutte le forze disponibili in mano allo Stato al fine di avviare un attacco contro il popolo curdo, includendo un divieto di accesso indiscriminato per mesi al carcere dove è imprigionato il leader del PKK Abdullah Öcalan. Ora è giunto il momento in cui le città si sono sollevate. Arin Amed, che vive nel quartiere Tekel, è una delle donne che ha osservato la nascita della resistenza popolare a Silvan.

    "Silvan non è solo. Come giovani donne, stiamo andando a difendere le aree in cui viviamo fino alla fine. Noi non rinunciamo a questa resistenza fino a quando Silvan non sarà libero", ha detto Arin. "In questo momento, tutti i giovani di Silvan sono in rivolta", ha detto Arin, che sottolinea come i curdi non abbiano più bisogno di riconoscere alcuna delle istituzioni dello Stato turco. "Per tre giorni, siamo stati di guardia nei nostri quartieri, e nessuno sta entrando al loro interno."

    Arin ha voluto aggiungere come fino ad ora le giovani donne a Silvan fossero vissute sotto il dominio della mentalità patriarcale.

    "Le combattenti YPJ a Kobanê, che hanno combattuto contro la più dura delle mentalità patriarcali, sono diventate un esempio per tutto il mondo. Per quanto ci riguarda, vogliamo prepararci alla vittoria con la forza e il morale che abbiamo ottenuto da queste donne", ha detto Arin. "A questo punto, la gente ha bisogno di vedere la propria forza e di portare la guerra popolare rivoluzionaria alla vittoria."

    "Il nostro popolo è passato attraverso un sacco di dolore e pagato un prezzo alto, ma la vittoria contro questa crudeltà è vicina. Una volta che saremo diventati un 'noi', nessuna forza ci potrà fermare", ha concluso.

    pc 20 agosto - CADONO GIU' COME ACININI - E' IL 4° BRACCIANTE IN PUGLIA - CRIMINALI PADRONI, I LORO CAPORALI, ISTITUZIONI E ORGANI DEL NON CONTROLLO - LE SQUALLIDE DICHIARAZIONI DEL SINDACO DI S. GIORGIO J.


    E' tuttora ricoverato in coma nel reparto di rianimazione dell’ospedale "San Carlo" di Potenza il bracciante di 42 anni, Arcangelo De Marco, di San Giorgio Jonico (Taranto), colpito da un malore nelle campagne di Andria, il 5 agosto scorso, mentre lavorava all’acinellatura dell’uva.
    Il bracciante stava lavorando nella stessa zona di campagna, fra Andria e Canosa di Puglia, nel nord-barese, in cui lo scorso mese è morta per un malore un'altra bracciante di San Giorgio Jonico, Paola Clemente, di 49 anni. Arcangelo lavorava per la stessa agenzia interinale per cui lavorava Paola.
    La Cgil teme che «in quelle campagne si usino fitofarmaci pericolosi che fanno sentire male gli operai».
    Nell'arco dell'ultimo mese altri braccianti sono morti: due extracomunitari e Paola, morti letteralmente di fatica, con orari di lavoro spesso estenuanti, anche 12-13 ore al giorno (più quelle di viaggio), con una paga che superava di poco i due euro l'ora per le donne e immigrati. dei soldi che prendono una parte devono darla al caporale.
    Lavoravano, come tanti braccianti, o curvi a raccogliere pomodori o con le braccia e la testa sempre alzate, sotto tendoni spesso coperti di spessi teli di palstica che portano le temperatura di questa estate afosa anche a 50 gradi e che racchiudono le esalazioni dei fitofarmaci che vengono normalmente utilizzati nelle campagne.


    Ancora una volta dobbiamo parlare di morti annunciate, in cui gli assassini e i corresponsabili hanno nomi e cognomi, ma ancora nessuno è stato arrestato.

    - I padroni agricoltori o grandi commercianti che impongono condizioni di lavoro sempre più da schiavismo;
    - i caporalati veri "kapò/dittatori" che decidono chi deve o non deve andare a lavorare, che si fanno pagare dai braccianti, e che dalle donne a volte pretendono insieme al denaro anche prestazioni sessuali;
    - gli organi di controllo che non fanno affatto i controlli dovuti, e che quando li fanno sono di una schifosa superficialità (limitandosi a quello che possono dichiarare sotto ricatto lavorativo, i braccianti durante le ispezioni);
    - le Istituzioni: la Regione Puglia che in questo periodo si limita a fare incontri con le associazioni datoriali, ecc; e che agisce sempre post;
    - la stessa Magistratura che solo su denuncia dopo settimane, dopo che i braccianti morti sono già stati sepolti in fretta e furia, dispone l'autopsia (come per Paola).

    SU QUESTA OMERTA' DELLE ISTITUZIONI, ESEMPLARI SONO LE SQUALLIDE E CRIMINALI DICHIARAZIONI RILASCIATE DAL SINDACO DEL COMUNE DI S. GIORGIO J. (TA) IN CUI VIVEVANO GLI ULTIMI 2 BRACCIANTI, PAOLA E ARCANGELO.

    Questo sindaco, Giorgio Grimaldi, dopo aver transitato per vari partiti:  Italia dei Valori, Unione di Centro, Partito Democratico, è approdato a 'Sinistra Ecologia Liberta'.

    Riportiamo in larga parte le sue dichiarazioni perchè ogni parola rivela la complicità di questo schifoso personaggio:
     "Conosco Arcangelo, gli ho fatto gli auguri di pronta guarigione su facebook. Ma qui non si parla di caporalato. Da quello che mi risulta ci sono centinaia di persone che vanno a lavorare e viaggiano con i pullman, sono tutti attrezzati, tutti ingaggiati, non c'è lavoro nero. Le aziende sono serie e lavorano da anni. Le condizioni in campagna si sa queli sono, se poi è lontano dal paese ci vogliono due ore ad andare e due ore a tornare; quest'anno c'è stata anche un'estate caldissima per cui lavorare in campagna è pesante. Però la Puglia è piena di tendoni non è che li stiamo inventando adesso. Sicuramente con il caldo che ha fatto qualcuno è venuto meno. Quello che mi sento di dire e che c'è una grande difficoltà quest'anno legata al caldo e magari qualche ragazzo si è sentito pure male...". 

    Quindi per questo bastardo:
    con il caldo, è normale che le morti vadano messe in conto...
    il resto va tutto bene e tranquillo...

    MA QUANTO RICEVE O QUALI LEGAMI INTERESSATI HA QUESTO SINDACO CON AGRICOLTORI, AGENZIE INTERINALI, CAPORALI...?

    pc 20 agosto - Contro il regime fascista di Erdogan, contro Isis e imperialismo, sostegno alla lotta armata delle masse turche e kurde

    August marked with effective actions by guerrillas

    comrade
    the spirit of the Kurdish freedom struggle

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    Police intervened in a protest demonstration in Esenler district of İstanbul
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    The KJK has issued a statement calling for support for the Kurdish people’s legitimate demand for self-government. “It is necessary that there be support for our youth, our women and our people, who are trying to realize the principle of local government in spite of the illegitimate, dictatorial, gangster state,” wrote the KJK.

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     YJA STAR commander Kevser Eltürk (nom de guerre Ekin Wan)

    The group New Democratic Woman (YDK) has issued a statement about the incident. “We’re not scared,” began the statement. “Because we know that this state is a murderer, from the villages it has evacuated and the women it has killed under arrest. Because we know that this state is a rapist, from the women whose breasts they have cut up in torture, from the women whose will they tried to break with rape, from the women who were abandoned to sexual torture under arrest and in prison,” said YDK.
    “We know this from your unjust dirty wars, which may not have made us ashamed of our bodies, but have made us ashamed of our humanity. We know this from Shengal, from Kobanê. “We see very well that this misogyny of yours comes from the women fighting concessions on the barricades, in the prisons and on the mountains,” the group said. “And so we are not scared of you, and we are not ashamed of our bodies.”
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    The group Union of Patriotic Revolutionary Young Women (YDGK-H) has called on all women to join the self-defense effort in Kurdistan in revenge for what was done to Ekin Wan. “For years, we have been unashamed of our bodies. For years, this state had tried to scare us with rape, harassment and killing,” said the YDGK-H. “This is how they try to silence women, seize their homes and destroy them. In the face of all of this, we will continue digging our trenches and defending ourselves against the colonial state.” The group announced that they would be seeking revenge for the action. “There will be a settling of accounts with those who did this and with those who ventured to realize this. We know who did this,” said the women. “All YDGK-H units will get revenge on this from every police and special operations officer in Kurdistan.”
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    pc 20 agosto - A un anno da Ferguson i serial killers della polizia imperialista americana continuano a uccidere

    St Louis, un altro nero ucciso dalla polizia: tensione in strada a un anno dalla morte di Kajieme Powell


    A un anno esatto dalla morte di Kajieme Powell, 25enne nero ucciso dalla polizia il 19 agosto 2014, a pochi giorni di distanza dalla morte di Micheal Brown a Ferguson,


    Tensione nelle strade di St.Louis, dove ieri – a un anno esatto dall’uccisione da parte di un poliziotto di un venticinquenne nero – un altro afroamericano è morto per mano di un agente che ha sparato durante una perquisizione. Stando alle prime ricostruzioni, gli agenti di polizia si apprestavano a perquisire un’abitazione quando due uomini si sono dati alla fuga da un ingresso posteriore. secondo la versione della polizia, come sempre menzognere nel tentativo di fermarli ha avuto luogo la sparatoria risultata: in una stradina nei pressi dell’abitazione, uno dei due giovani ha cominciato a sparare contro gli agenti che lo inseguivano, che hanno risposto al fuoco ferendolo a morte. Secondo quanto riferito dalle autorità, sono stati in tutto quattro i colpi esplosi.
    il giovane ucciso è Mansur Ball-Bey, di 18 anni... L’altro giovane, un coetaneo afroamericano, è ancora in fuga.
    L’episodio ha avuto luogo proprio mente si radunava in strada una piccola folla per commemorare la morte di Kajieme Powell, 25enne ucciso da un poliziotto il 19 agosto dello scorso anno, dieci giorni dopo la morte di Michael Brown a Ferguson.

    pc 20 agosto - "RESPINGIMENTI DI MIGRANTI E INVASIONI MILITARI" - UN ARTICOLO DI G. VIALE UTILE, MA CON SOLUZIONI IMPOTENTI CHE NASCONDONO LA EFFETTIVA REALTA'

    Questo utile articolo, che pubblichiamo interamente, di Guido Viale, dice varie cose giuste, ma non vuole analizzare a fondo e chiamare con il suo vero nome la politica di respingimenti e di guerra degli Stati e dei governi europei, che è imperialista, frutto
    inevitabile della natura imperialista dei paesi europei, compresa l'Italia; pertanto, non si tratta di decisioni "insensate, inique, controproducenti", ma di politiche - di oppressione, guerre, difesa degli interessi delle multinazionali del capitale e di regimi, ora "amici" ora da spodestare con gli eserciti imperialisti - coerenti da parte dell'imperialismo verso i popoli del mondo, che certo, producono anche effetti "insensati, iniqui, controproducenti" che gli si ritorcono pure contro, ma che non possono non fare; come sicuramente non possono e non vogliono fare una politica che al posto di "salvare le banche e alimentare le loro speculazioni", desse "lavoro a tutti", e portasse avanti una "conversione ecologica dell’economia ecc.".
    Per questo a nulla valgono impotenti appelli, proposte agli stessi Stati ad attuare soluzioni alternative (sia pur logiche).
    Queste proposte contribuiscono in realtà ad attenuare la denuncia dell'imperialismo europeo, e italiano, e a non porre all'ordine del giorno, come nostra responsabilità, la lotta "senza se e senza ma" contro il nostro imperialismo, come parte fondamentale della necessaria guerra dei popoli nella contraddizione imperialismo/popoli oppressi, come effettivo "aiuto" ai milioni di nostri fratelli e sorelle che arrivano sulle coste europee.
    Un altro aspetto che sicuramente è sbagliato e debole dell'articolo di Viale è una presunta contrapposizione tra forze autoritarie e scopertamente razziste e forze di "sinistra" - riteniamo che si riferisca soprattutto al Pd, dato che i primi vomitano razzismo becero a tutte le ore, ma le altre forze adottano, anch'essi ogni giorno, provvedimenti anti migranti, operazioni Triton, ecc, che producono centinaia di morti in mare e preparano cocretamente dietro le quinte la guerra contro la Libia. 
     
    Aiutiamoli a casa nostra
    Di Guido Viale

    Ecco perché sono insensati, iniqui e controproducenti i respingimenti e le invasioni militari, e perché  invece l’unica proposta ragionevole è un’ospitalità completa, utile per l’oggi e soprattutto per il domani.  

    Profughi e migranti sono due categorie di persone che oggi distingue solo chi vorrebbe ributtarne in mare almeno la metà: fanno la stessa strada, salgono sulle stesse imbarcazioni che sanno già destinate ad affondare, hanno attraversato gli stessi deserti, si sono sottratte alle stesse minacce: morte, miseria, fame, schiavitù sapendo bene che con quel viaggio, che spesso dura anche diversi anni, avrebbero continuato a rischiare la vita e la loro integrità.
    I profughi e i migranti che partono dalla Libia per raggiungere Lampedusa o le coste della Sicilia non sono libici: vengono dalla Siria, o dall’Eritrea, dalla Somalia, dalla Nigeria, dal Niger o da altri paesi subsahariani sconvolti da guerre, dittature o da entrambe le cose. I profughi e i migranti che partono dalla Turchia per raggiungere un’isola greca o il resto