sabato 7 marzo 2015

pc 7 marzo - EXPO 2015, UNA TRUFFA MONDIALE PER I PROLETARI


Quanti disoccupati in cerca di lavoro non hanno avuto ricevuto in questo ultimo mese l'offerta di lavorare in EXPO?
Le varie agenzie interinali ci stanno bersagliando di inviti, ma la fregatura è venuta a galla prima del "grande evento" e non tutto l'esercito industriale di riserva ha abboccato, ma è bene ribadirlo: disoccupate e disoccupati attenti al lupo, attenti ad expo, non abboccate alle chiacchiere di mediatori del lavoro, mass media, istituzioni e governo. Vi/ci vogliono schiavi, pagarci con tramezzini e un po' di acqua in bottiglia e soprattutto ci vogliono ZITTI!

Di seguito un utile opuscolo sulla truffa mondiale di expo, sulla fiera del marciume di potere, degli affari, dei debiti, del lavoro non pagato e supersfruttato, della militarizzazione e del controllo statale totale sulle nostre vite. Un opuscolo prodotto da rivoluzione comunista - sezione di Milano "Osvaldo Galmarini"- che può essere usato come vademecum per chi pensa di abboccare o ha già abboccato alle sirene del marcio potere capitalistico.



pc 7 marzo - il nuovo processo Eternit dopo la scandalosa decisione della Cassazione - un'altra occasione di mobilitazione e denuncia

“Eternit Bis, a maggio processo per omicidio all’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny ”

Atteso tra due mesi l’avvio dell’udienza dal gup per 258 casi di morte, causata dalla diffusione d’amianto, tra Casale e Cavagnolo
A maggio si ricomincia: il pm Raffaele Guariniello, ai sindacalisti che lo hanno incontrato a Torino, ha riferito che, molto probabilmente, sarà fissata tra un paio di mesi l’udienza preliminare per il cosiddetto «Eternit Bis», in cui l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny è accusato di omicidio doloso per 258 casi di morte, causata dalla diffusione d’amianto, tra Casale e Cavagnolo.
....nell’«Eternit Bis» sono incluse soltanto alcune delle centinaia di vittime degli ultimi tredici anni (in tutto, circa 500); le restanti saranno inserite in un ulteriore procedimento, «Eternit Ter». Per il «Bis», è probabile, salvo intoppi, che si possa arrivare a conclusione dell’udienza preliminare prima delle ferie estive.

pc 7 marzo - COMMENTO SU "FORMAZIONE OPERAIA": COMPLIMENTI COMPAGNI....

Finalmente credo di aver capito! Complimenti compagni, con questo articolo avete definitivamente sgomberato dalla mente dei lettori più cocciuti e ignoranti come me, certe false teorie ormai cristallizzate anche in chi l'economia politica non la conosce, ma senz'altro nella vita ha sentito parlare di questa legge della domanda e dell'offerta e l'ha assunta come fosse verità assoluta, come una religione millantata per scienza. Io però avrei fatto un altro esempio: al posto degli ombrelli avrei messo le scarpe. Sia perché come le automobili servono per la circolazione delle persone in terraferma, sia perché gli ombrelli si perdono e quindi la loro domanda è sempre superiore all'offerta (e se la teoria fosse scientifica e vera, allora un ombrello dovrebbe costare a chi lo compra ben più di un automobile), sia perchè le scarpe, anche arrangiate e di pezza, uno se le può fare alle brutte anche da sé con poco lavoro, ma per fare un automobile ci vuol ben altro lavoro! Di nuovo complimenti, su pc 5 marzo - "FORMAZIONE OPERAIA" - CONTRO LE TEORIE DEGLI ECONOMISTI AL SERVIZIO DEI PADRONI

pc 7 marzo - PROCESSO ILVA - DAI PM: TUTTI GLI IMPUTATI, COMPRESE LE SOCIETA' ILVA, DEVONO ESSERE RINVIATI A GIUDIZIO!

Nell'udienza di ieri, è continuata la requisitoria dettagliata della Procura contro ognuno degli imputati, e in particolare contro le società Ilva e i Riva, accusati di "associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale". 
E' stato dettagliatamente denunciato il legame continuo Archinà/Pres. della Provincia - Archinà era di casa e stava da "padrone" in Provincia; sono state spiegate le prove della complicità di Vendola (accusato di concussione aggravata, per aver fatto pressioni sull'Arpa perchè fosse meno intransigente nei controlli ambientali), e delle gravi omissioni di Stefano, che non ha fatto quanto gli competeva come autorità sanitaria locale.


Ma la parte anche più toccante è stata quando il PM Raffaele Graziano ha analizzato le due morti operaie, di Claudio Marsella e Francesco Zaccaria. Dai fatti è emerso un feroce atto d'accusa della direzione dell'Ilva, dei Riva. Queste morti sono state il frutto non di un "incidente", ma di un sistema strutturale che, per la produzione e i profitti, non solo non effettuava la manutenzione, ristrutturazione degli impianti, ma evitava anche la valutazione dei rischi e la predisposizione di piani a fronte di emergenze. Questo è emerso ieri in modo plateale nell'assassinio di Zaccaria - dove le gru erano vecchie di 40 anni, e dove, come ha sottolineato più volte il PM, "per miracolo ora non stiamo parlando di due morti". Per non parlare della mancanza di attività formative degli operai in ordine alle misure e dispositivi di emergenza. 
Anche la morte di Marsella è stata conseguenza unicamente di questo sistema, in cui gli operai dovevano lavorare, in condizione di perenne pericolo e senza avere neanche a disposizione le attrezzature minime per far fronte ad un incidente come quello per cui ha perso la vita Marsella. 

I gravi e mortali effetti di questa situazione di permanente rischio venivano invece considerati dalla direzione dell'Ilva come normali nella vita di un'azienda, in cui, tra l'altro, come emerge dall'inchiesta, i controllati e i controllori erano spesso la stessa persona...

Ma su questo, anche ieri il processo ha mostrato la vergogna, l'assurdità che tra gli imputati non vi siano i vertici dei sindacati confederali, che questa situazione di perenne rischio per la vita degli operai non solo l'hanno coperta, ma hanno firmato accordi con l'azienda che peggioravano le condizioni di sicurezza degli operai (vedi l'accordo per il Mof, per la presenza di un solo operaio invece di due, accordo che ha contribuito alla morte di Marsella), o in altri casi hanno detto agli operai di fare comunque il lavoro sia pure in una condizione di pericolo (come è successo mesi fa sempre per le gru). 
NEL PROCESSO VERO E PROPRIO, LE RESPONSABILITA' DI FIM, FIOM, UILM DEVONO VENIR FUORI!

Anche l'interrogatorio richiesto da un imputato, Palmisano, funzionario della Regione, è stato esemplare della posizione del vertice Ilva e dei suoi fiduciari, in primis sempre Archinà, all'insegna del disprezzo più osceno della salute e vita degli operai e degli abitanti di Taranto, così come del menefreghismo, complicità criminale, da parte di funzionari della Regione. Da questo interrogatorio è infatti emerso che "non si poneva neanche" la questione della copertura dei parchi minerali, e che vi era un consenso unanime Ilva/Regione perchè si adottasse solo il "barrieramento" dei parchi (assolutamente inutile per impedire l'inquinamento dei Tamburi e di altri quartieri), con la scusa che per la copertura dei parchi non c'era ancora neanche uno studio di fattibilità. Ma perchè non era stato avviato questo studio? La risposta purtroppo è scontata.

pc 7 marzo - 8 MARZO TARANTO: UN PRESIDIO E SIT-IN ITINERANTE CHE SI E' FATTO MOLTO SENTIRE


Ieri mattina, una grossa squadra di disoccupate, lavoratrici delle pulizie e della Pasquinelli dello slai cobas ha fatto un combattivo ma anche allegro presidio e sit-itinerante, per dire che questo 8 marzo non può non essere per le donne proletarie prima di tutto di denuncia, protesta contro il governo Renzi, le sue ministre e i suoi provvedimenti che peggiorano condizioni di vita, discriminazioni per e sul lavoro, condizione generale di subordinazione e oppressione.

Durante il presidio in piazza Ramellini mentre venivano diffusi i volantini e riempita tutta la piazza di striscioni e cartelli, lavoratrici e disoccupate hanno fatto interventi di denuncia dei provvedimenti del governo che colpiscono in particolar modo le donne, l'appello alle altre donne ad unirci e organizzarci, raccogliendo le firme per uno sciopero generale che sia una rivolta per far cadere il governo Renzi ma anche interno alla battaglia delle donne perchè "tutta la vita deve cambiare", "tutta questa società deve cambiare".
A questi interventi si sono alternate parole d'ordini e canzoni.
(questa combattiva e forte presidio ha dato fastidio ad un maschietto coatto che è sceso da casa sua - in pigiama... - minacciando di rompere la macchina con le trombe, di buttarsi a mazzate, ecc. ecc.... se n'è dovuto andare con la coda tra le gambe)

All'uscita dal mercato
Verso le 11 è partito il sit-in per tutto il centro città diretto al Comune (che al di là di squallide parole di circostanza non fa niente per le donne disoccupate e, peggio di tutti i padroni, tiene le lavoratrici degli appalti comunali a ore e salari vergognosi).
Ma la prima tappa del sit-in è stato il mercato Fadini, il mercato principale e più grosso di Taranto. Qui le donne sono entrate con striscione, megafono, fischietti, distribuendo a tutte le donne, contente di questa "escursione", i volantini.
Poi, pur se piccolo, il gruppo delle donne si è fatto sentire eccome nelle strade, bloccando il traffico nelle strade del centro e soprattutto vicino e sul ponte girevole, facendo uscire dai negozi le persone, affacciare dalle finestre. E neanche la pioggia in alcuni momenti ha fermato il mini ma vivace corteo, che con fischietti, slogan, "bella ciao", comizi volanti, affissione di locandine per le strade, diffusione del volantino, ha attraversato tutto il centro, particolarmente salutato da studentesse e studenti.

Al Comune, le disoccupate e lavoratrici hanno fatto sentire la loro protesta. In questa occasione, non ci interessavano incontri ipocriti. Rimandiamo i contatti diretti ai prossimi giorni...
Ieri dovevano solo sentire la rabbia e la voglia di lotta delle donne!

Disoccupate e lavoratrici slai cobas per il sindacato di classe - Taranto

DOMENICA ALLE 18 NELLA SEDE SLAI COBAS LE COMPAGNE DEL MOVIMENTO FEMMINISTA PROLETARIO RIVOLUZIONARIO PARLERANNO DELLA LOTTA DELLE DONNE RIVOLUZIONARIE, DA KOBANE ALL'INDIA, DEI NOSTRI INCONTRI CON LE RAGAZZE DELLA GALIZIA E CON LE COMPAGNE TURCHE DELL'ORGANIZZAZIONE "YENI KADIM"

MFPR - Taranto


pc 7 marzo - Tutta la "normale" illegalità della logistica - lo Slai cobas per il sindacato di classe smaschera il sistema neo-schiavista delle cooperative

Il 5 marzo avanti al Tribunale di Bergamo si è tenuta la prima udienza della vicenda che vede coinvolti una ottantina di ex soci-lavoratori della Lombardini, ora LDD.
A fronte della richieste formulate dai lavoratori in questa sede (assunzione diretta a carico di LDD, lesione del diritto di preferenza all’assunzione, nullità dell’appalto tra BeM e le due cooperative, il tutto con conseguente risarcimento del danno). 
Le società convenute hanno sollevato una serie di eccezioni preliminari che comprendono anche l’autenticità delle procure rilasciate dagli stessi ex dipendenti.

Il Giudice, al termine della discussione, si è riservato sul prosieguo della causa.

Fuori dal tribunale il presidio dei lavoratori delle cooperative di facchinaggio organizzati con lo Slai Cobas per il sindacato di classe, che hanno presidiato il Tribunale di Bergamo  per rivendicare il posto di lavoro, ingiustamente scippato grazie al meccanismo dei cambi appalto, subappalto nei magazzini della logistica, legittimati anche nei contratti nazionali di settore firmati da cgil-cisl-uil, che nel nostro paese non prevedono una clausola di salvaguardia per tutti i lavoratori.

Questa situazione di libertà di licenziamento e precarietà a vita che ora è diventata legge con il jobsact di Renzi-Poletti, conferma la necessità per i lavoratori di costruire uno sciopero generale vero che abbia l'obbiettivo la caduta governo contro. 

pc 7 marzo - Imperialismo e questione nazionale - da Pillole comuniste

Dentro il sistema imperialista mondiale ciascun paese imperialista ha caratteristiche generali e caratteristiche particolari.
I comunisti di ogni paese devono conoscere a fondo sia le une che le altre per tracciare la propria linea generale

da Pillole comuniste - 2
25-1-2014

pc 7 marzo - 8 Marzo... la protesta delle donne a Palermo sfida anche la pioggia forte e il vento gelido!

Anche  sotto una forte pioggia battente e il vento gelido che spazzava  ogni cosa oggi le lavoratrici dello Slai cobas per il s. c. -  le precarie delle Coop Sociali, le lavoratrici e puliziere del Policlinico, le lavoratrici della scuola, del Comune, giovani disoccupate e studentesse -  sostenute dalle compagne del
 movimento femminista proletario rivoluzionario, hanno manifestato sotto la sede della Presidenza della Regione in Piazza Indipendenza, come simbolo dei palazzi del potere, per dare un segnale forte verso l'8 marzo di quest'anno! 
Questi sono i palazzi da cui partono le leggi e le iniziative che di fatto peggiorano le condizioni di vita e di lavoro delle donne, come le leggi e i provvedimenti che il governo Renzi ha sformato sin da quando si è insediato che per la maggioranza delle donne significano ancora più precarietà, disoccupazione, discriminazione, oppressione...

Con striscioni e  bandiere le donne in piazza hanno portato tutta la loro ribellione "non ci ricaccerete a casa! Siamo lavoratrici e siamo donne e la nostra doppia lotta contro i vostri provvedimenti reazionari e sessisti non si ferma... verso uno sciopero generale vero! ",
bloccando il traffico lanciando continui slogan " il posto di lavoro non si tocca lo difenderemo con la lotta" " ma quale bonus bebè noi siamo lavoratrici non mere macchine riproduttrici" " tutta la nostra vita deve cambiare!" Mentre la digos filmava illegalmente... traffico in tilt tra solidarietà ma anche incazzatura di alcuni automobilisti che le donne hanno affrontato con molta determinazione e combattività...


E stato diffuso il volantino "8 marzo, donne in lotta contro il governo Renzi" 
Dal palazzo è allora giunta la telefonata della VicePresidente della Regione Mariella Lo Bello,  che faceva sapere alle lavoratrici di essere disponibile ad incontrarle la prossima settimana 

Le lavoratrici, precarie ci andranno ma che la Lo Bello e i vari Palazzi sappiano che niente e nessuno ci fermerà perchè è in gioco tutta la nostra vita e questa nostra vita deve DAVVERO  CAMBIARE!


Tutte le donne hanno dedicato questa giornata di lotta in particolare ad una lavoratrice del Policlinico morta di recente per una grave malattia ma sempre in lotta fino agli ultimi giorni della sua vita e in generale a tutte le donne che nel nostro paese e nel mondo lottano contro doppio sfruttamento e oppressione. 

Lavoratori dello Slai hanno espresso al megafono tutta la loro solidarietà alle donne  che " sono il cuore più ribelle nelle lotte".


Lavoratrici, precarie, disoccupate Slai Cobas per il s.c. Palermo
Movimento femminista proletario rivoluzionario 

venerdì 6 marzo 2015

pc 6 marzo - NOTAV stato di polizia e moderno fascismo si danno la mano!

Se un agente prende a calci un notav è solo concitazione e va archiviato
ennio
Sappiamo bene che dei giornali non ci si può fidare e se non avessimo decine di processi aperti con innumerevoli episodi di violenza da parte delle forze dell’ordine ce ne saremmo accorti sicuramente prima ma tant’è…
Stamane la redazione torinese di Repubblica aveva dato notizia di un’archiviazione richiesta da Rinaudo per i fatti di violenza ben documentati dal dossier “operazione Hunter”, in realtà dopo nostra verifica sappiamo che l’archiviazione decretata del gip è quella riferibile al pestaggio avvenuto ai danni di un giovane No Tav torinese in data 19/07/2013.
Stiamo parlando di quella sera ben impressa nella memoria del movimento, in cui quasi tutti i fermati durante l’iniziativa di lotta serale furono picchiati prima di essere arrestati e Marta, la No Tav pisana, fu sessualmente molestata dagli appartenenti delle forze dell’ordine nonostante Rinaudo si rifiuti di ammetterlo.
Quella sera il giovane No Tav in questione, fermato dalla polizia, fu trascinato per metri fino all’interno del cantiere e una volta raggiunto un luogo tranquillo e distante dal luogo da loro definito dei “disordini” fu picchiato da diversi uomini della polizia.
La sfortuna dei questurini torinesi volle che la Rai, per sbaglio, riprese quella scena mandandone in onda sul tg pochi secondi e la procura fu costretta ad aprire un fascicolo, d’ufficio, ai danni del poliziotto che si vedeva chiaramente nell’atto di prendere a calci il ragazzo in stato di fermo e coricato a terra.
In fase di indagini difensive fu chiesto alla stessa il filmato originale che però non fu mai consegnato…perchè? Non è dato sapersi.
In quell’occasione il No Tav fermato fu tradotto in carcere con le costole incrinate e il naso rotto, per essere poi portato in ospedale dal carcere poiché il giudice all’udienza di convalida ne aveva osservato le condizioni pessime di salute.
Nei motivi di archiviazione ritroviamo quanto di peggio si possa pensare, ossia che nonostante l’evidenza del pestaggio non si può dire che il poliziotto indagato l’abbia fatto per volontà vessatoria quanto, piuttosto, perché si trovava a fronteggiare un esteso e grave disordine (ma come, si vede benissimo dal video che il ragazzo è a terra, oramai inerme, circondato da 4 o 5 poliziotti e all’interno dal cantiere, lontano quindi dai luoghi della carica, dopo la quale comunque non ci furono più contatti tra le parti).
Il Gip asserisce inoltre che la frattura costale, documentata dall’ospedale, avrebbe dovuto avere una prognosi superiore di venti giorni per essere rilevante e che sarebbe facoltà del tribunale disporre ulteriori indagini in tal senso, ma visto che ritiene che le costole (e il naso aggiungiamo) al ragazzo non le abbia rotte la polizia al momento dell’arresto (e come si è fratturato quindi? A questo non da risposta…) esse non sono necessarie.
Nessun nesso casuale quindi tra il pestaggio e le lesioni riportate a seguito di esso.
Oggi quindi impariamo tutti una nuova legge: i No Tav le costole e il naso se li rompono da soli!
Però una cosa la diciamo, vergogna infinita per la procura e il tribunale di Torino.

Qui di seguito l’articolo errato, pubblicato prendendo per buone le informazioni di La Repubblica.
Apprendiamo dai giornali che questa mattina è stato archiviato il caso di uno dei poliziotti che partecipò al pestaggio di un notav il 3 luglio al cantiere della Maddalena. Il movimento rese pubblica l’Operazione Hunter dove da immagini e filmati (presenti nei fascicoli della procura ma mai presi in considerazione) si vedevano chiaramente diversi agenti delle forze dell’ordine prendere a calci e bastonate un notav arrestato. Un lungo percorso di omertà e ostruzionismo dalle parti del palazzo di giustizia di Torino che ha man mano respinto e archiviato le posizioni e le responsabilità chiarissime delle forze dell’ordine nel pestaggio.
Oggi su richiesta del solito pm con l’elmetto Padalino arriva l’archiviazione,del giudice delle indagini preliminari Eleonora Pappaletter ,con la motivazione che il fatto “era avvenuto durante i disordini alla Maddalena e il poliziotto non avrebbe ferito il manifestante. Il No Tav era andato in ospedale ed era stato ricoverato per una costola rotta, ma secondo il tribunale tale ferimento sarebbe stato dovuto ad altre ragioni.”
Risultato chiaro e premio per chi esegue con forza quello che evidentemente alla procura non dispiace, e sancisce il fatto che se un agente prende a calci un notav a terra è solo concitazione!
Tra parentesi, uno dei ragazzi che ha subito le violenze delle forze dell’ordine il 3 luglio non solo è stato indagato per il maxiprocesso ma è stato condannato persino ad una pena superiore alle richieste della procura.
Vergogna

pc 6 marzo - L'USB a Bologna usa la categoria del 'fascismo sindacale'... Era ora!



 “No al fascismo sindacale”. Presidio a Bologna contro la Cgil

“No al fascismo sindacale”. Presidio a Bologna contro la Cgil
l'USB ha realizzato un presidio sotto la sede della Camera del Lavoro della Cgil di Bologna per protestare contro l'esclusione della lista del sindacato di base dalle elezioni per il rinnovo delle RSU della SAB, azienda operante all’interno dell'aeroporto bolognese.
Proprio la Cgil ha richiesto l’esclusione in ragione del famigerato accordo del 10 gennaio del 2014 con il quale il padronato e i sindacati confederali hanno blindato la rappresentanza negando ai lavoratori il diritto di organizzarsi e farsi rappresentare da sindacati conflittuali che non accettano il continuo peggioramento di salari e condizioni di lavoro. Il presidio, durante il quale ci sono registrati alcuni momenti di tensione tra gli attivisti dei due sindacati, si è concluso con un incontro che non ha risolto la situazione e ha riconfermato la intollerabile posizione della Cgil. D'altronde negli ultimi anni il sindacato di Susanna Camusso (e Maurizio Landini) ha accettato passivamente lo smantellamento di diritti, welfare e salario, dopo aver firmato accordi che permettono esclusivamente e automaticamente ai sindacati confederali di avere agibilità nei posti di lavoro. La Cgil di Bologna ora chiede il conto di quanto fatto in questi anni a danno dei lavoratori pretendendo di far fuori i propri competitori, con un accanimento particolare nei confronti dell’USB visto che molti dei suoi candidati nelle liste RSU erano fino a poco fa iscritti alla Cgil, sindacato che hanno abbandonato in segno di rottura con una deriva ormai inaccettabile.
Un vero e proprio esempio di "fascismo sindacale", come recitava lo striscione dei manifestanti.
Del quale non c’è troppo da stupirsi, è chiaro il ruolo della Cgil al di là della tardiva e poco più che simbolica "opposizione" di quest'autunno al jobs act (battaglia già dichiarata persa dalla Camusso, senza troppi giri di parole).
Ma la vicenda potrebbe evolvere diversamente. Staremo a vedere.


pc 6 marzo - Firenze. Solidarietà di CasaPound al PD contro la lotta per la casa - chiedersi il perche - la categoria di moderno fascismo non vi dice niente?

altMercoledì sono state violentemente sgomberate due occupazioni a scopo abitativo. La sera un corteo del Movimento di Lotta per la casa e di moltissimi e moltissime solidali ha percorso Firenze e si è diretto ad una sede del Partito Democratico, responsabile politico degli sgomberi in vista dell'approvazione della nuova legge regionale sulla casa.
Il giorno seguente arriva al PD la solidarietà da Casa Pound Firenze. Un tentativo neanche poco velato di assicurare la loro fedeltà al potere, contrariamente a quanto fa chi lotta realmente per i propri diritti e la propria dignità. Una strategia pelosa che chiede riconoscimento politico facendo valere la propria compatibilità.
Per documentare l'incondizionata fedeltà ai governanti di ogni risma di seguito riportiamo il comunicato di CasaPound Firenze.

CasaPound Firenze sull'assalto alla sede del PD: "totale ed incondizionata solidarietà al Partito Democratico, Firenze è una città di pace."
In merito all'assalto della sede del PD fiorentino, in via Forlanini, ad opera di alcune decine di militanti del movimento di lotta per la casa CasaPound Firenze intende esprimere la propria totale ed incondizionata solidarietà per un atto di così grave intolleranza, antidemocraticità e di chiusura al dialogo.
"Esprimiamo la nostra totale ed incondizionata solidarietà", precisa in una nota CPI Firenze, "perchè, per dirla con le parole dei segretari metropolitano e cittadino del PD, Fabio Incatasciato e Federico Gianassi, non è possibile che certi comportamenti vengano posti in essere in una città 'da sempre portatrice e interprete in Italia dei valori dell'antifascismo e della pace'".
"Noi di CPI Firenze", prosegue CasaPound Firenze, "viviamo quotidianamente sulla nostra pelle l'intolleranza e l'antidemocraticità di queste persone e quindi nessuno meglio di noi può esprimere vicinanza al PD fiorentino. Anche se è a dir poco ironico che le parole dei due segretari che abbiamo sopra riportato fossero però indirizzate proprio nei confronti di CasaPound e della libreria che l'Associazione il Bargello ha aperto a Firenze, ed ancor più ironico lo è se si pensa che proprio per impedire l'apertura della libreria ci sono stati esponenti istituzionali del PD che si sono presentati ad una manifestazione non autorizzata a braccetto di quei figliol prodighi che ieri sera hanno pensato bene di tentare di dare fuoco alla sede del Partito Democratico".
"Chissà se adesso", conclude la nota, "nel PD, in un barlume di lucidità tra una sassata e un lancio di uova marce intervallato da qualche fumogeno dei loro 'compagni che sbagliano' si renderanno conto che il pericolo per la democrazia e l'ordine pubblico non sta in CasaPound o in una libreria aperta a Coverciano, ma in tutti quei gruppi foraggiati e assistiti dallo stesso Partito Democratico, per il tramite delle giunte comunali, e che non perdono occasione per mordere la mano del padrone alla prima occasione. Chissà se ieri gli assaltatori della sede si ricordavano che Firenze è città medaglia d'oro della resistenza, o forse se lo ricordavano troppo bene?".

Ufficio Stampa di CasaPound Firenze

pc 6 marzo - 14 dicembre, un'Onda che non si processa




14 dicembre, un'Onda che non si processa

Contro la rivolta di piazza del 14 dicembre 2010 le pesanti richieste di condanna arrivate oggi: chiesti per 26 attivisti pene tra i 4 anni e 6 mesi e 4 mesi.
Il 14 dicembre del 2010 decine di migliaia di giovani e precari invadevano Roma per riappropriarsi del loro futuro. Mentre il parlamento confermava la fiducia all'ultimo governo Berlusconi, in piazza esplodeva la rivolta di una generazione dopo due anni di mobilitazione iniziata con la lotta contro la Riforma Gelmini nel 2008. Quel movimento dell'onda che per primo in tutta Europa ha urlato: 'noi la crisi non la paghiamo'. Piazza del Popolo diventava teatro di ore di scontri con le forze dell'ordine. Mentre in migliaia sfidavano lacrimogeni, manganelli e caroselli, altre migliaia applaudivano e incitavano le prime file a resistere. Con un solo respiro e uno solo cuore una generazione intera in quella giornata ha detto no al futuro di povertà e sfruttamento che hanno continuato anche in questi anni a costruire per noi, determinati nel mostrare che il 'Re è nudo', l'abisso tra i palazzi del potere e le nostre vite. Nessuna fuga in avanti, nessuna avanguardia, nessun professionista della guerriglia come piace raccontare a molti media e alla magistratura. Per questo le richieste di condanna arrivate oggi in aula suonano come una vendetta, il tentativo di evitare che giornate come quella del 14 dicembre del 2010 torni a turbare i sogni di chi ci governa.

Comunicato stampa: "14 Dicembre 2010 Nella Piazza del Popolo non lasciamo solo nessuno"
Tre anni e otto mesi. A cinque anni dagli eventi, il paradigma repressivo torinese si ripropone anche a Roma, con l’assurda richiesta da parte della Magistratura capitolina, guidata dalla volontà repressiva del Pm Tescaroli, riguardo alle pene per i fatti del 14 dicembre 2010. A tanto ammontano le richieste dei suddetti Pm, un cumulo di decine di anni di carcere per gli organizzatori dell’imponente manifestazione, culmine di un autunno di proteste contro il governo Berlusconi in fase declinante, che vengono oggi colpiti da richieste fuori dalla realtà.
Spalleggiati in questo senso dal Comune di Roma, unica parte civile ancora in causa con gli organizzatori della mobilitazione, che certifica la sostanziale continuità politica tra l’ex sindaco Alemanno e il nuovo sindaco Marino nonostante i tentativi di smarcarsi dalla precedente amministrazione e nonostante la presenza, nella giunta Marino, di esponenti di Sel che quel giorno erano in piazza con gli accusati di oggi.
Gradiremmo una presa di posizione chiara da parte di tutti coloro che oggi si atteggiano a opposizione del paese ma che favoriscono la sete di vendetta di una Magistratura sempre in prima linea nel colpire il dissenso politico nel paese. E auspichiamo anche un esercizio di memoria storica: mentre si svolgeva quella manifestazione, nelle aule parlamentari la compravendita di voti garantiva la prosecuzione del governo Berlusconi, con i voti della Lega Nord che oggi gioca a fare l’opposizione.
Di fronte a tale scempio accertato della democrazia, gli unici a pagare sono coloro che manifestavano nelle strade di Roma. Da parte nostra non possiamo che rilevare come si sia imposto un modello, quello sperimentato a Torino contro i No Tav, che sta facendo scuola e che sta velocemente venendo applicato nei processi politici del resto del paese. Chiarendo, una volta di più, che non è la giustizia lo scopo di tali richieste, ma una vendetta politica che va al di là di ogni principio giudiziario.

pc 6 marzo - La battaglia del 14 dicembre 2010 - da proletari comunisti di quei giorni

1 - COME PESCI NELL'ACQUA

Studenti, giovani, ragazzi e ragazze, tantissimi, in tutt'Italia, ma anche precari, lavoratori, il 14 dicembre hanno fatto a Roma e in tante altre città una grande battaglia di classe contro il governo Berlusconi, il potere del capitale e lo Stato di polizia. Avevano fatto cortei, blocchi, occupazioni, attacchi ai Palazzi del potere politico ed economico anche nei giorni precedenti. E si preparano anche per i prossimi giorni.

E' penoso come il governo, i partiti, tutti, i sindacati confederali, i mass media cerchino di restringere la battaglia del 14 ad alcuni "black blok isolati dalla gente".
Roma è stata assediata per ore ed ore, da Montecitorio a Palazzo Grazioli, al

pc 6 marzo - Giù le mani dai ragazzi del 14 dicembre 2010 - se eseguirete la vostra vendetta di Stato pagherete caro e pagherete tutto - proletari comunisti - PCm Italia


14 dicembre 2010: chieste pesanti condanne per i manifestanti

14 dicembre 2010: chieste pesanti condanne per i manifestanti

14 Dicembre 2010: "Nella Piazza del Popolo non lasciamo solo nessuno"
Tre anni e otto mesi. A cinque anni dagli eventi, il paradigma repressivo torinese si ripropone anche a Roma, con l’assurda richiesta da parte della Magistratura capitolina, guidata dalla volontà repressiva del Pm Tescaroli, riguardo alle pene per i fatti del 14 dicembre 2010. A tanto ammontano le richieste dei suddetti Pm, un cumulo di decine di anni di carcere per gli organizzatori dell’imponente manifestazione, culmine di un autunno di proteste contro il governo Berlusconi in fase declinante, che vengono oggi colpiti da richieste fuori dalla realtà. Spalleggiati in questo senso dal Comune di Roma, unica parte civile ancora in causa con gli organizzatori della mobilitazione, che certifica la sostanziale continuità politica tra l’ex sindaco Alemanno e il nuovo sindaco Marino nonostante i tentativi di smarcarsi dalla precedente amministrazione e nonostante la presenza, nella giunta Marino, di esponenti di Sel che quel giorno erano in piazza con gli accusati di oggi.
G
radiremmo una presa di posizione chiara da parte di tutti coloro che oggi si atteggiano a opposizione del paese ma che favoriscono la sete di vendetta di una Magistratura sempre in prima linea nel colpire il dissenso politico nel paese. E auspichiamo anche un esercizio di memoria storica: mentre si svolgeva quella manifestazione, nelle aule parlamentari la compravendita di voti garantiva la prosecuzione del governo Berlusconi, con i voti della Lega Nord che oggi gioca a fare l’opposizione. Di fronte a tale scempio accertato della democrazia, gli unici a pagare sono coloro che manifestavano nelle strade di Roma. Da parte nostra non possiamo che rilevare come si sia imposto un modello, quello sperimentato a Torino contro i No Tav, che sta facendo scuola e che sta velocemente venendo applicato nei processi politici del resto del paese. Chiarendo, una volta di più, che non è la giustizia lo scopo di tali richieste, ma una vendetta politica che va al di là di ogni principio giudiziario.

pc 6 marzo - Organizzazione internazionale del MCI - da Pillole comuniste

Il movimento comunista internazionale va ricostruito a partire dalla ricostruzione dall'alto della sua organizzazione internazionale, raccogliendo le forze disponibili a far partire l'impresa

da Pillole comuniste - 2
29-12-2013

pc 6 marzo - Il nostro 8 marzo contro il governo Renzi! In piazza con le lavoratrici, precarie, giovani disoccupate

Saremo oggi a fianco delle lavoratrici, precarie, giovani disoccupate che scendono in piazza nella settimana dell' 8 marzo, giornata di lotta storica e di classe. 
Nessuna mera ripetizione ma una tappa importante nel nostro percorso di doppia lotta, di classe e di genere, contro una condizione di doppio sfruttamento e doppia oppressione prodotti da questa società che questo governo, al servizio della classe dominante,  con le sue leggi sempre più reazionarie e sessiste oggi aggrava.
Niente a che fare quindi con la mera riduzione commerciale a "festa della donna" , con gli 8 marzo nel chiuso dei palazzi del potere o da ceto privilegiato del femminismo borghese istituzionale...
Ma doppia lotta e ribbellione, la doppia B nello striscione che domani avremo vuole dare questo senso, perchè come abbiamo gridato nello sciopero delle donne del 25 novembre 2013 "TUTTA LA NOSTRA VITA DEVE VERAMENTE CAMBIARE!"
Rispondiamo all'invito delle lavoratrici e scendiamo tutte in piazza

AL PALAZZO DELLA PRESIDENZA DELLA REGIONE
PIAZZA INDIPENDENZA ORE 15,30
le compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
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Il volantino nazionale che diffonderemo
8 marzo
DONNE, IN LOTTA CONTRO IL GOVERNO RENZI!

   Le leggi e i provvedimenti del governo Renzi nei confronti  della maggioranza delle donne si traducono in un doppio attacco, che unisce licenziamenti, precarietà, mancanza di lavoro a più oppressione nelle condizione di lavoro e di vita.

   Che cosa significa per noi donne una legge come il Jobs Act, per la cui approvazione questo governo si è molto impegnato con tutta una campagna ideologica, mass mediatica per spacciarla come la soluzione a una disoccupazione vergognosa e dilagante nel nostro paese che colpisce in particolare le donne e i giovani?
Con le nuove regole sulle assunzioni che cancellano l’art.18, il governo Renzi ha dato ai padroni la libertà di licenziare, ha legittimato la precarietà permanente, altro che risolvere la disoccupazione! Per le donne in particolare, considerate spesso “spese in più” dai padroni, per via della maternità per esempio, il Jobs Act ne aggrava la condizione lavorativa con una maggiore precarietà, i padroni possono ricorrere a più contratti a termine o non assumere alla scadenza dei tre anni prima del passaggio a tempo indeterminato,  ricacciando a casa la lavoratrice. Nessun provvedimento c'è nel Jobs act per le donne disoccupate, né in termini di possibilità lavorative né di salario garantito. Tutto questo non fa che peggiorare la nostra dipendenza e subordinazione nella famiglia.

pc 6 marzo - Sui vari governi della borghesia

I governi della borghesia hanno sempre una struttura composita ma occorre individuare qual'è la fazione dominante per analizzarne le contraddizioni interne.
 Le contraddizioni interne interagiscono con lo scontro esterno governo-masse ed esse provocano crisi-caduta

Pillole comuniste 1 del 14/08/2013



Il governo Monti - il governo Letta - il governo Renzi, come già in passato il governo Berlusconi e la miriade di governi che li hanno preceduti, pur essendo sempre e unicamente espressione della borghesia, non hanno mai rappresentato la stessa "cosa"!
A partire dai governi della vecchia repubblica (Andreotti-Fanfani- Craxi ecc.) e arrivando a Letta, erano sempre diversi gli interessi specifici che interpretavano e di volta in volta bisognava capire quali dovevano essere le modalità di combattimento a partire dalle parole d'ordine nelle manifestazioni e negli scioperi . ..
Diverso ancora è il modo in cui va combattuto il governo Renzi perchè "esso governo" non rappresenta una sola parte dei padroni ma li rappresenta-difende in toto,
distruggendo le conquiste che la classe operaia aveva ottenuto con lo statuto dei lavoratori.
E' compito dei veri Comunisti, costruire un Partito Comunista di tipo nuovo che sappia innanzitutto parlare alle masse e che abbia la capacità di individuare e analizzare le contraddizioni del potere borghese nei suoi mille volti!

giovedì 5 marzo 2015

pc 5 marzo - DOMANI PROCESSO ILVA - IL DECRETO RENZI SALVA-ILVA PORTA GIA' I SUOI EFFETTI NEFASTI

Venerdì 6 marzo si torna in tribunale a Taranto – presso caserma dei vigili del fuoco – per la nuova udienza del processo a Riva e complici.
C'è la continuazione degli interventi della Procura per sostenere la richiesta del rinvio a giudizio degli imputati e viene approfondita la parte riguardante le ultime morti sul lavoro in fabbrica:
Claudio Marsella al reparto Mof e Francesco Zaccaria per il crollo della gru al porto.
Anche per queste morti, operai Ilva-lavoratori cimiteriali–cittadini dei Tamburi e PaoloVI si sono costituiti parte civile, cosi’ come lo slai cobas per il sindacato di classe.
Sono parte civile anche i familiari dei due operai morti.
Il padre di Zaccaria è stato ed è in questi tempi assai impegnato per rivendicare giustizia e per contribuire affinchè non ci siano più morti come quella di suo figlio in fabbrica.

Ma per ora, giustizia e risarcimenti si vorrebbero negare ancor prima che il processo vero e proprio cominci, per effetto del decreto Renzi sull’Ilva e per il meccanismo infernale di dichiarazione di insolvenza e amministrazione straordinaria che dovrebbe mettere al riparo aziende Riva e responsabili di esse in questo processo.
L’azione legale dello slai cobas per il sindacato di classe, e delle parti civili da esso organizzate con i loro avvocati Bonetto-Silvestre-Lamanna-Soggia-Ottino in questo processo, mira a far saltare questa ipotesi come ogni manovra della difesa degli imputati e ad andare al processo vero e proprio, dopo la conclusione dell’udienza preliminare, perchè i responsabili di morti, disastro ambientale e pericoli di malattia e morte paghino con le condanne e che ci sia giustizia e risarcimenti attingendo ai patrimoni e alle ricchezze degli imputati e delle aziende di Riva, recuperate dai paradisi fiscali in cui sono state nascoste.

Ma non basta l’azione in tribunale per ottenere giustizia.
All’ombra del clima creato da padroni e dal governo Renzi abbiamo avuto delle gravi sentenze nei tribunali e nella cassazione per altri processi, dall’Eternit alla Thissenkrupp all’Enel di Turbigo, ecc.; mentre lo stesso governo Renzi con il decreto ilva ha stabilito l’impunità in materia di salute e sicurezza in fabbrica e territorio per i commissari nel periodo della amministrazione straordinaria e con la legge sui reati ambientali ha previsto sconti di pena e assoluzioni per quei padroni e altri soggetti responsabili che si 'ravvedono' dopo aver provocato morti e malattie di operai e cittadini.
Dobbiamo lottare nei processi, sui posti di lavoro e nelle piazze contro tutto questo e fare sì che il processo Ilva non faccia la stessa fine.

Per questo – in collaborazione con la Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio – organizziamo due momenti di incontro, discussione e mobilitazione in marzo a Taranto, e a Torino il 20 marzo – teatro dei processi Eternit e e Thyssenkrupp.
Per fare chiarezza sulle questioni, definire piattaforma e linee di azione nazionale con il concorso di tutte le forze che vogliano unirsi su questo fronte, per organizzare iniziative in altre città in maggio e arrivare a una manifestazione nazionale a Taranto quando inizierà il processo vero e proprio.

Slai cobas per il sindacato di classe Taranto - slaicobasta@gmail.com  345301704 - blog: http://tarantocontro.blogspot.com

Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e territorio

pc 5 marzo - INDIA - VIOLENTATA E UCCISA SU BUS NEL 2012, STUPRATORE "COLPA SUA"

(dalla stampa) - Il governo di New Delhi ha vietato la messa in onda di un docufilm prodotto dalla Bbc in cui parla Mukesh Singh, una delle 4 persone condannate per l'accaduto: la ragazza, 21 anni, "non avrebbe dovuto resistere alla violenza", ha detto l'uomo, ma "doveva stare calma perché così si sarebbe salvata" Il ministro dell’Interno, Rajnath Singh: "Il film contiene commenti altamente denigratori e affronto alla dignità delle donne"
di F. Q. | 4 marzo 2015
L’India ha vietato il documentario sullo stupro di gruppo che nel dicembre 2012 a Nuova Delhi costò la vita a una studentessa. La proiezione del film era stata prevista, in India e altri Paesi, per l’8 marzo in occasione del Giorno della donna. Martedì un tribunale ha proibito la trasmissione del filmato nel Paese, disposizione confermata anche mercoledì da una Corte di secondo grado. La decisione è arrivata a causa delle scioccanti dichiarazioni di uno degli stupratori e della presunta violazione delle regole legate a simili opere. Il documentario India’s Daughter, della regista britannica Leslee Udwin, contiene infatti una intervista a Mukesh Singh, condannato a morte per la violenza, e ad altri responsabili: “Non avrebbe dovuto resistere alla violenza sessuale”, dichiara l’uomo di fronte alla telecamera, ma “doveva stare calma perché così si sarebbe salvata”. Singh afferma anche che le donne siano più responsabili degli uomini, nelle violenze sessuali.
Il ministro dell’Interno, Rajnath Singh, nell’annunciare che il film non sarà trasmesso in India ha accusato l’autore di aver violato “le condizioni” al permesso di registrare all’interno del carcere, non mostrando le intere riprese alle autorità penitenziarie. “Il film contiene i commenti di un condannato, altamente denigratori e affronto alla dignità delle donne”, ha detto Singh in Parlamento. Il ministero dell’Interno ha avvertito che i trasgressori saranno pesantemente sanzionati, disponendo un massiccio intervento della polizia per far rispettare il divieto, anche in internet. Il ministro ha convocato nel pomeriggio un vertice urgente a cui sono stati invitati alti responsabili della polizia, della Prefettura e della Direzione carceraria per fare il punto per studiare ogni altra iniziativa necessaria. Lo stesso Singh ha inoltre disposto la comunicazione ufficiale alla Bbc della decisione della giustizia indiana di proibire la trasmissione del documentario, i cui diritti esclusivi in India sono stati acquistati dalla emittente Ndtv.
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La polizia di Delhi ha spiegato che il divieto alla trasmissione è stato richiesto perché le affermazioni dello stupratore potrebbero creare una atmosfera di “paura e tensione“, che rischia di creare rabbia pubblica. La regista si è detta “profondamente rattristata” dal divieto imposto in India, che “mina l’appassionata spinta verso l’uguaglianza di genere“, ma ha sottolineato che nel resto del mondo il film sarà trasmesso come programmato. Ha spiegato di avere ha intervistato il condannato in carcere dopo aver ottenuto tutti i permessi e di aver dato alle autorità la possibilità di vedere tutte le riprese, che non sono però state visionate.
Gli ufficiali hanno poi approvato una versione ridotta, ha aggiunto. Per lo stupro di gruppo su un bus notturno e la morte della studentessa sono stati condannati a morte quattro uomini, ma la loro esecuzione è poi stata sospesa alla Corte suprema. Uno dei quattro si è impiccato in cella, mentre un altro che al momento della violenza era minorenne è stato condannato a tre anni in un carcere minorile.

pc 5 marzo - Appello contro lo sgombero dell'EX-OPG Occupato, proletari comunisti solidarizza

Martedì 03 Marzo 2015 17,56 Ex-OPG Occupato "Je so' Pazzo"

Lunedì 2 Marzo decine di studenti, lavoratori, cittadini hanno occupato l’Ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario del quartiere Materdei, nel cuore di Napoli, per restituirlo al quartiere e alla città. Si tratta infatti di un complesso enorme, abbandonato ormai da sette anni, la cui parte immediatamente utilizzabile ha stanze, cortili, terrazzi, un orto, un teatro, un campo di calcetto, insomma: tanti spazi che potrebbero essere utilizzati per attività culturali, sociali, aggregative per bambini, famiglie e per tutti quelli che in questi anni sono stati colpiti dalla crisi.
Stamattina, a solo un giorno dalla riapertura del posto abbandonato e della restituzione alla cittadinanza, agenti della Polizia Penitenziaria e il Direttore Carlo Brunetti, evidentemente nostalgici del carcere che c'era, sono giunti sul posto e fatto irruzione nel complesso minacciando gli occupanti di uno sgombero imminente.
Probabilmente si sentono piuttosto in difficoltà, visto che uno stabile che era in perfette condizioni al momento della chiusura e che era stato affidato per qualche tempo alla loro custodia è stato trovato letteralmente saccheggiato, privato di ogni cosa che poteva avere qualche valore?

A noi non interessa: però pensiamo che non spetti certo alla polizia penitenziaria il servizio pubblico, o che i problemi che incontrano i cittadini possano essere risolti con la violenza. Al contrario: noi pensiamo che le nostre città, già così piene di problemi, abbiamo bisogno di partecipazione dal basso, e non di certo di istituzioni totali.
Vogliamo che luoghi che sono stati, e purtroppo sono ancora, luoghi di sofferenza diventino luoghi di gioia, di accoglienza, di cultura e di divertimento.
“Je so pazzo” è il nome scelto, perché in un mondo dove la normalità è fatta da disoccupazione, precarietà, discriminazioni razziali e di genere e chi più ne ha più ne metta, vogliamo dichiararci pazzi anche noi come Pino, e osare organizzarci per riprendere parola insieme a chiunque voglia farlo con noi per costruire dal basso un’alternativa al mondo grigio e disperato che vediamo quotidianamente.
Chiediamo che la polizia penitenziaria la smetta con le sue minacce e che non ci sia nessun intervento della forza pubblica, ma l’apertura di tavoli di confronto.
Chiediamo che l’Ex-OPG occupato non venga sgomberato, ma che anzi possa essere riaperto e affidato ai cittadini per attività sociali.
Chiediamo che tutti i cittadini e le istituzioni, a qualsiasi livello, prendano posizione contro questo sgombero e contro questo ennesimo spreco del patrimonio pubblico, che potrebbe essere subito messo a disposizione della comunità!

Per firmare
- indicate nome, cognome e "professione"
- scrivete a exopgoccupato@gmail.com
- mandate un messaggio alla pagina Ex OPG Occupato - Je so' pazzo

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prime firme

singoli:

Luisa Morgantini (già Vice Presidente del Parlamento Europeo)
Gaetano di Vaio (cittadino e referente del Sindaco di Napoli per l'individuazione e la valorizzazione dei mestieri di strada)
Dario Stefano Dell'Aquila
Giuseppe De Cristofaro (Senatore)
Peppe Lanzetta (drammaturgo, attore e scrittore)
Valerio Evangelisti (scrittore)
Alberto Prunetti (traduttore e scrittore)
Bebo Storti (attore)
Antonio Biasiucci (fotografo)
Raffaella Mariniello (fotografa)
Sandro Ruotolo (giornalista)
Annamaria Mastrantuoni (Pensionata, Responsabile Area Educativa OPG S. Eframo)
Giuseppe Aragno (compagno - Fondazione Humaniter)
Vicenzo Apicella (fumettista)
Giuseppe Acconcia Giuseppe (giornalista)
Enrico Bartolomei  (docente universitario)
Gabriele Battaglia  (giornalista)
Cinzia Nachira (docente universitaria)
Franco Corleone  (già parlamentare europeo)
Pino Corrias (giornalista)
Fabrizio Geremicca (giornalista)
Francesco Maisto (magistrato di Sorveglianza)
Manlio Dinucci  (scrittore)
Wasim Dahmash (docente di lingua e letteratura araba all’università di Cagliari,  traduttore palestinese)
Maria Nadotti (giornalista, saggista, consulente editoriale e traduttrice)
Tiziana Pesce (figlia del partigiano Giovanni Pesce)
Paolo Rigliano (psichiatra)
Guido Veronesi (docente universitario)
Teresa Capacchione (Presidente Associazione Sergio Piro - psichiatra ASL Napoli 1)
Maria D'Oronzo (centro di relazioni umane di Bologna - antipsichiatria)
Giorgio Antonucci (centro di relazioni umane di Bologna - antipsichiatria)
Salvatore Verde (operatore carcerario)
Paola Staccioli (scrittrice)
Luigi Felaco (consigliere del comune di Napoli)
Vittorio Vasquez (consigliere del comune di Napoli)
Arnaldo Maurino (consigliere del comune di Napoli)
Pietro Rinaldi (consigliere del comune di Napoli)
Ivo Poggiani (consigliere della VIII Municipalità)
Luigi De Matteis (psicologo ASL Napoli 1)
Antonio Mancini (psichiatra, membro dell'Associazione Sergio Piro)
Paolo Ferrero (segretario nazionale Rifondazione Comunista - Sinistra Europea)
Pino De Stasio (Consigliere delegato Pari Opportunità)
Giuseppe Antonio Di Marco (docente - Università Federico II di Napoli)
Francesca Cimmino (psicologa-psicoterapeuta)
Ernesto Rascato (libreria Quarto Stato - Aversa)
Francesco Giordano
Angelo Genovese (docente)
Valeria Pinto (Docente Università "Federico II")
Sergio Manes (Centro Culturale "la Città del Sole")
Studio Coccia
Marcella Raiola (docente)
Daniele Quatrano (consigliere della V municipalità di Napoli)
Marco Capoccetti Boccia (scrittore e storico)
Antonio Mazzella (operaio Ente Autonomo Volturno)
Stefania Fanelli (Sinistra e Libertà - Napoli)
Mario Zazzaro (FPCGIL - sanità privata)
Gemma Mercurio (tecnico di riabilitazione psichiatrica)
Silvia Gabbatore
Delio Salottolo
Viola Sellerino (architetta)
Luca Siciliano
Chiara Tirro (architetto)
Rosachiara Cernuto (disocuppata)
Giuseppe Vollono (docente precario)
Martina Menna (studentessa)
Valeria Battaini (Brescia)
Antonello Nave (Altroteatro Firenze)
Marco Di Renzo
Gemma Gentile
Caterina Modafferi
Aurelia Cirino
Aura Ghezzi
Serena Babbo (disoccupata)
Alessandro Cuntreri (Studente Unisa)
Dario Buffa
Martina Laselva
Francesco Cutolo
Cristiano Carloni
Sara De Carlo (precaria della scuola)
Matthias Moretti
Lorenzo Terrinoni
Clelia Pinto
Daniela Ciaparrone
Luigi Antonioli (artista di strada)
Fabiana piretti (viaggiatrice)
Luciano Lobosco
Auria Giulia
Antonio Ruberto
Oreste Veronesi
Ettore Gallo
Mariarosaria Fiorentino
Salvatore Massimino
Salvatore Di Biase
Michela Danesi
Natascia Testa (studentessa)
Francesco Franzese
Federica Pighetti
Antonella Lovecchio (ricercatrice precaria)
Federico Battaini
Elena Zordan
Roberta Cannavacciuolo
Rosalinda Romano
Manuela Cibellis
Fabio Tirelli (La Rinascita - Comitato territoriale delle vertenze sociali Soccavo-Pianura)
Antonella Pica ( studentessa)
Olha Stolyarchuk  (studentessa)
Mariagabriella De Iulio (avvocato)
Antonio Carillo (Architetto)
Clorinda Attianese (precaria)
Sveva Scognamiglio
Gaetano Grilli (studente)
Salvatore Capuano
Gigliola Izzo
Yasmine Elgamal
Andrea Maioli (visual designer)
Marialilla Carpentineri (donna delle pulizie)
Elisabetta Fenizia (studentessa)
Giovanni Buonanno
Alfredo Giraldi
Pasquale De Laurentis
Laura Sepe
Clorinda Guarino (studente)
Alfredo Mundo (studente)
Paolo Favarin (Operaio - Padova)
Lorenzo De Sabbata
Giuseppe Cerreto (studente universitario)
Vincenzo Capasso (studente)
Raffaele Annunziata (fotografo)
Laura Sepe
Salvatore Capuano
Alfredo Giraldi (attore e burattinaio)
Italo Di Sabato
Ardissono Diego (compagno del PCL e studente Padovano)
Ornella De Zordo (Docente universitaria - Firenze)
Alberto Bausola
Luca Lendaro (studente)
Maddalena Verrone
Viviana Sacco (Lavoratrice a nero)
Luigi Romano (praticante avvocato e precario)
Francesco Basso
Claudia Ceragioli
Silvia Lacatena (Architetto)
Italo Nobile (impiegato)
Ivan Pipicelli (artigiano)
Gerarda Costantina
Chiara Rainaldi
Antonio Orso
Luca Manunza (ricercatore)
Giuseppina Frate
Fabrizio Forte (dottorando in Sistema penale integrato e processo)
Silvana Giannotta
Rosario Nasti
Ferdinando Kaiser
Sissi Contessa
Gaetano Chichierchia
Danilo Marraffino (produzioni audio-visive)
Titti de Simone (infermiera, mamma, donna)
Giuseppe Vollono (docente precario di scuola secondaria di II grado)
Melania Napolano (insegnante)
Benigno Pizzuto (psicologo)
Andrea Dalsasso (Reggio Emilia)
Giulia Solazzo (studentessa)
Andrea Forcillo (sociologo, counselor e operatore di comunità per malati di HIV e AIDS, Coop. Il Millepiedi - Napoli)
Maria Antonietta Garofalo (docente)
Eduardo Danzet (disoccupato)
Gianmarco Russo (studente)
Maddalena Porcelli
Salvatore Palumbo (prete cattolico, in religione: padre Mariano c.r.)
Mattia Esposito (studente)
Maddalena Porcelli
Ciro Riccardi (musicista)
Michele Sisto (compagno del Partito Comunista dei Lavoratori e studente)
Francesca Innocenti (professoressa)
Annamaria Menzione (architetto)
Francesca Ciuffi
Cristina Trombetta (studentessa)
Renata Germoglio (pensionata)
Rignanese Roberto
Amalia Scielzo (architetto)
Giulio Palermo (ricercatore)
Attilio Bruno (disoccupato)
Adriano Cozzolino (dottorando)
Luigi Di Costanzo (architetto disoccupato)
Annalisa Villa (studentessa di medicina)
Carlo Voto (impiegato)
Antonio Voto
Anna Giordano (Studentessa e illustratrice)
Mimmo Soriano (operaio)
Veronica Buizza (psicologo)
Lorenzo Alba (studente disoccupato)
Massimo Fada (educatore)
Fabio Musone (docente di Lettere,  precario)
Roberta Mancini (umana)
Vincenzo Vecchia (Insegnante)
Antonio Voto (architetto)
Tatiana Chignola (CCW Milano)
Francesca Catalano (precaria)
Paola Losito (insegnante di scuola Primaria)
Cristina Falanga (studentessa)
Alessandra Esposito (studente)
Maria Rosaria Greco
Antonio Scognamillo (ricercatore)
Maria Grimaldi (pensionata, Ministero Istruzione)
Nicola Vetrano (avvocato, presidente dell'Associazione Consumatori Utenti della Campania)
Mara Stefanile (filosofa)


musica e teatro:

99 Posse
Bebo Storti (attore)
Francesco di Bella
La Maschera
Silicon Dust
Libera Velo
E' Zezi Gruppo Operaio
Massimo Mollo
Ruaportalba
Sab Kuch Milega A.c. Artisti
Finti-Illimani­
Loredana Antonelli (videografa)
Sangue Mostro (gruppo rap)
Pennelli di Vermeer
Massimo Ferrante
Mirvo Bonomi (Direttore Artistica del teatro dell'ortica di Genova)
Gaetano Liguori (musicista)
Valentina Curatoli (attrice)


Collettivi, movimenti e associazioni:

CAU - Collettivo Autorganizzato Universitario (Napoli)
Spazio Me-Ti (Napoli)
SAC - Studenti Autorganizzati Campani
Lab. Politico Kamo (Area Nord - Napoli)
Clash City Workers
Collettivo Studentesco Cavese (Cava de’ Tirreni - SA)
Laboratorio Politico AREA (Cava de' Tirreni - Sa)
Associazione Sergio Piro (Napoli)
Comitato di Lotta per la Salute Mentale - Napoli
Laboratorio Politico Iskra (Napoli)
Comitato Villa Medusa (Napoli)
Collettivo per l'Autogestione (Urbino)
Collettivo antifascista VersuS (Napoli)
Laboratorio Occupato Insurgencia (Napoli)
D.A.D.A. (Napoli)
Mezzocannone 12 Occupato (Napoli)
Osservatorio sulla Repressione
Sapienza Clandestina (Roma)
Studentato Occupato Degage! (Roma)
Spazio Sociale Occupato Ex 51 (Roma)
Spazio Damm (Napoli)
Rete dei Comunisti
L'Asilo - exasilofilangieri.it (Napoli)
Coordinamento Secondo Policlinico (Napoli)
Gardino Liberato di Materdei (Napoli)
Redazione napoletana di Contropiano
Zero81 (Napoli)
Bancarotta 2.0 _ Lido Pola liberato (Napoli)
Mensa Occupata (Napoli)
Comitato Vele Scampia (Napoli)
Lab. Okk. Ska (Napoli)
C.S.O.A. Officina99 (Napoli)
Studenti Federico II (Napoli)
Aula Flex (Napoli)
Partito Comunista dei Lavoratori
Campagna per il diritto all'abitare "Magnammece 'O Pesone" (Napoli)
Comitato Soccavo (Napoli)
Comitato Civico Cambiamo Mugnano  (Napoli)
Comitato Centro Storico  (Napoli)
Comitato art.3 - Operatori Sociali (Napoli)
Centro Culturale "La Città del Sole"  (Napoli)
Link Napoli - Coordinamento Universitario
NapoliScuole - Zona Franca
Presidio di Salute Solidale (Napoli)
Collettivo studentesco universitario - Sempre in Lotta Napoli
Sinistra Classe Rivoluzione Napoli
Collettivo Lanterna Rossa (Genova)
Collettivo Autorganizzato di Scienze Politiche (La Sapienza - Roma)
Collettivo Promakos - Autorganizzati Prenestino (Roma)
Barrios Despiertos (Cordoba, Spagna)
BOOQ BibliOfficinaOccupatadiQuartiere (Palermo)