La polemica
Scola: la Chiesa è stata lenta
sulla questione omosessuale
L’arcivescovo di Milano interviene sulla lettera agli insegnanti di religione che invitava a segnalare le scuole dove si trattano temi legati all’omosessualità.
«La Chiesa è stata lenta sulla questione omosessuale». Lo ha detto l’arcivescovo di Milano Angelo Scola a proposito della lettera dell’Ufficio Scolastico della Diocesi di Milano agli insegnanti di religione con l’invito a segnalare le scuole dove si trattano o vogliono trattare temi legati alla omosessualità. «L’ufficio scolastico ha la giusta preoccupazione di aiutare i 6.000 professori di religione della Diocesi a proporre la nostra visione di problemi come quello dell’educazione sessuale - ha detto Scola all’uscita da un incontro su Expo all’interno di Bookcity - Sono certo che l’intendimento del collaboratore della Curia che ha scritto la lettera era di raccogliere elementi per proporre la nostra posizione, sempre in modo rispettoso del concordato».
Il cardinale ha ripetuto che la Curia si è già scusata «per l’inappropriatezza del linguaggio». Nessuna schedatura, insomma, («rimanda a cose spiacevoli», dice il cardinale), ma l’intenzione solo di conoscere. «Una posizione non omofoba, ma da cui non intendiamo recedere di un millimetro, come giusto in società democratica - dice Scola - noi abbiamo qualcosa da dire circa le conseguenze sociali e la questione dei diritti connessi a questo orientamento sessuale».
Nel corso dell’incontro all’Università Statale di Milano con il filosofo Giulio Giorello l’arcivescovo Scola ha avuto modo di ragionare sui temi del suo ultimo libro, `Cosa nutre la vita? Expo 2015´: «assistiamo alla riduzione del cibo a merce: come ha detto Papa Francesco, questo genera la cultura dello scarto ed emargina larga fetta dell’umanità che non può comprare cibo». La speranza del cardinale verso Expo è quindi che il tema della fame nel mondo non sia dimenticato: «il programma Fao per il 2015 è saltato, mi auguro che la Caritas internazionale torni sull’argomento durante l’esposizione».
15 novembre 2014
Scontri, tafferugli, alcuni feriti, traffico impazzito, mezzi pubblici a singhiozzo, cortei, manifestazioni, sit-in: è lo «sciopero generale e sociale» del lavoro pubblico e privato, indetto dai sindacati di base, per dire «no alle politiche del governo Renzi e dell’Unione europea, no al Jobs act, no alla legge di stabilità e al piano di riforma della scuola».
In tante città
italiane hanno sfilato migliaia di manifestanti, studenti, precari,
immigrati, aderenti ai centri sociali, coordinamenti dei lavoratori
autonomi.
A Milano
- dove si è svolta anche la manifestazione organizzata dalla Fiom Cgil - ci sono stati scontri tra manifestanti e polizia
al corteo di studenti e sindacati di base che ha attraversato il centro
città.
A Roma i manifestanti hanno lanciato uova contro il ministero dell'Economia e la sede dell'ambasciata tedesca. Pesanti disagi al traffico in entrambe le città, oltre che per i cortei, anche per lo sciopero del trasporto pubblico locale.
A Napoli boccata la tangenziale.
Cortei e manifestazioni si sono svolte in altre città italiane come Torino, Genova, Padova, Venezia, Trieste, Bologna, Firenze, Pisa, Lucca, Massa Carrara, Cagliari, Terni, Pescara, Napoli, Bari, Taranto, Catania e Palermo, ecc
A Roma i manifestanti hanno lanciato uova contro il ministero dell'Economia e la sede dell'ambasciata tedesca. Pesanti disagi al traffico in entrambe le città, oltre che per i cortei, anche per lo sciopero del trasporto pubblico locale.
A Napoli boccata la tangenziale.
Cortei e manifestazioni si sono svolte in altre città italiane come Torino, Genova, Padova, Venezia, Trieste, Bologna, Firenze, Pisa, Lucca, Massa Carrara, Cagliari, Terni, Pescara, Napoli, Bari, Taranto, Catania e Palermo, ecc