sabato 18 ottobre 2014

pc 18 ottobre . Giannini a Palermo. Polizia carica gli studenti


gianniniapalermoparte1È iniziata presto la giornata di contestazione degli studenti palermitani al Ministro dell'Istruzione Giannini. Mentre alle tre e mezza, è prevista la sua partecipazione alla “Repubblica delle idee”, la convention del partito-Repubblica, contro cui è già annunciata una manifestazione a piazza Massimo a partire dalle due e mezza, verso mezzogiorno si è tenuta la sua visita presso il Liceo Psicopedagogico Statale Regina Margherita.
Nonostante l'imponenza delle misure di sicurezza e la quantità di celere e guardia di finanza a controllare le stradine che circondano l'edificio scolastico, gli studenti che ogni giorno camminano su quelle strade sono riusciti ad avvicinarsi fin quasi all'ingresso principale della scuola. Una scuola che frequentano quotidianamente, e che oggi era riservata a docenti e studenti conniventi con il Ministro, il suo partito, e i suoi propositi che porteranno a un sempre maggior ingresso di privati all'interno dei consigli d'istituto e ad un accentramento di potere nelle mani di presidi sceriffo.
Una volta giunti nei pressi dell'ingresso, però, la reazione di polizia e guardia di finanza è stata brutale e si è scagliata sulle teste degli studenti che sono stati tenuti fuori dalla loro scuola al costo di due teste spaccate curate da un'ambulanza vicino la piazza, e di uno studente della scuola fermato dalla questura.
“Gravissimo - dichiarava Maria, del Collettivo del Regina Margherita, prima della manifestazione di stamattina - che all’interno della nostra scuola non ci sia permesso di entrare e partecipare all’incontro. Infatti solo ad una ristretta delegazione, munita di pass, di studenti e professori selezionati dalla preside sarà consentito partecipare. Questo per evitare l’imbarazzo del ministro rispetto ad eventuali contestazioni degli studenti”. Oggi, infatti, l'ingresso alla scuola era filtrato da polizia e digos che controllavano la presenza del pass al collo dei passanti e garantivano ai politicanti di turno, che l'ingresso fosse riservato a personaggi loro graditi, piuttosto che ai reali studenti. Una passerella in bello stile, organizzata tentando di tenere fuori dai luoghi che vivono quotidianamente gli studenti che avrebbero potuto far saltare il banco non soltanto al Ministro, ma anche agli esponenti del Pd presenti ed al dirigente scolastico Pia Blandano, sempre pronta a chinarsi agli interessi dei partiti di governo e a escludere gli studenti dalla vita scolastica, fino a negare loro le assemblee.
“È’ inaccettabile - continua il collettivo - che, mentre nella nostra città le scuole cadono a pezzi, in questi giorni la nostra scuola sia stata un cantiere con decine di operai al lavoro, con pulizie straordinarie e muri imbiancati, solo per rifare l’immagine della scuola davanti agli occhi della Ministra”. Il tutto mentre ieri si è diffusa la notizia della presenza di una polvere blu che ha provocato dei malori agli studenti del Danilo Dolci e mentre giorno per giorno, gli studenti dello stesso Regina Margherita si trovano costretti a frequentare classi di oltre trenta studenti sparse per cinque plessi differenti.
“Quello che è accaduto questa mattina è la riconferma che il Governo Renzi sia interessato solo a tutelare la propria immagine , rilanciando proclami, ma continuando a portare avanti le solite politiche di tagli e aziendalizzazione ai danni dell’istruzione pubblica già vessata da anni presunte riforme. Rilanciamo come studenti del Margherita – conclude Maria - la nostra partecipazione insieme con gli studenti delle altre scuole di Palermo e lavoratori della scuola- alla mobilitazione per oggi pomeriggio alle 14.30 al concentramento di Piazza Verdi, per ricordare al Ministro Giannini quali sono le vere condizioni delle scuole a Palermo e che non si possono fare passerelle indisturbati in una città disastrata come Palermo senza pagarne un prezzo politico”.

pc 18 ottobre - CONTRO IL CORTEO RAZZISTA E FASCISTA DELLE LEGA, VOLANTINO DI PROLETARI COMUNISTI MILANO

CONTRO RAZZISMO, FASCISMO ANTIFASCISMO MILITANTE!
E LOTTA A TUTTO CAMPO CONTRO IL GOVERNO RENZI!

Il corteo promosso a Milano dalla Lega con lo slogan Stop invasione, Basta immigrazione rappresenta la prova generale di piazza della saldatura delle forze xenofobe, razziste, fasciste. Un vento reazionario che attraversa l’intera Europa. In preparazione della campagna per le elezioni comunali si delineano gli schieramenti e ogni “pezzo” cerca la sua visibilità: vedi il protagonismo mass mediatico di Salvini, la manifestazione del NCD di La Russa in stazione centrale contro i rifugiati, le dichiarazioni di vari esponenti tesi a dimostrare la “barbarie” dei musulmani rispetto una supposta superiore civiltà e valori occidentali.

Abbiamo già assistito a vili aggressioni ad immigrati, sino ad uccisioni: ogni campagna di criminalizzazione fomenta e “giustifica”, spande a piene mani razzismo. Le parole d’ordine “prima gli italiani”, le campagne che vedono gli immigrati come “favoriti” nell’assegnazione di case, come beneficiari di aiuti, alimentano in perfetto stile populista odio razziale, soprattutto in questa fase di crisi e distolgono l’attenzione delle masse popolari dalle politiche che dal governo vedono il peggioramento delle condizioni di vita, tagli a sanità, scuola e ai servizi in generale. Giusto contrapporre un corteo e contrastare questa feccia. Ma ciò non basta. Quello che deve muovere profondamente gli antirazzisti, gli antifascisti è la chiarezza che occorre un movimento Reale in grado di contrastare quotidianamente le molteplici forme in cui essi si manifestano.

Ciò vuol dire che non si può prescindere dalla lotta a tutto campo al governo - Moderno Fascista - Renzi che avanza come un carro armato nelle sue politiche al servizio del capitale e contro lavoratori, occupanti di case, immigrati, giovani, donne. Così come nel rafforzamento pratico e legislativo dello Stato di Polizia e nell’interventismo imperialista in tutti gli scacchieri caldi del mondo. Per questo occorrono iniziative permanenti contro la Repressione, il Fascismo e il Razzismo, contro l’interventismo imperialista del governo. Occorre sviluppare solidarietà internazionalista con le lotte proletarie e dei popoli oppressi in armi, dalla Palestina al Kurdistan, dal Brasile alla Turchia, all’India e per questo bisogna strenuamente lavorare.

Su questo accumulare forza, costruire unità, realizzare esperienze avanzate, costruire il partito nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse.

Circolo proletari comunisti Mi/Bg


prolcom.mi@tiscali.it

pc 18 ottobre - VIA IL GOVERNO DELLA SCUOLA AL SERVIZIO DEL CAPITALE! OGGI POMERIGGIO TUTTI IN PIAZZA A PALERMO... MA GLI STUDENTI MEDI GIA' STAMATTINA HANNO INIZIATO

PIAZZA VERDI ORE 15,00  - CONTESTIAMO TUTTI LA MINISTRA GIANNINI 
OSPITE  ALLA DUE GIORNI DELLA REPUBBLICA DELLE IDEE

Il governo Renzi/Giannini, dietro gli annunci e  operazioni mass mediatici sulla scuola da propagandare alle masse popolari come "buona" e "nuova",  in realtà porta avanti un piano ben preciso, in continuità/salto qualitativo, di smantellamento della scuola pubblica da trasformare sempre più a misura della classe dei padroni. E i padroni, la Confindustria, non hanno perso tempo, non solo a ritenere apprezzabile il percorso che il governo ha tracciato sulla scuola ma anzi pressando Renzi per potenziarlo, dettando molto chiaramente le regole che la ministra Giannini non ha esitato a recepire come un arricchimento per il progetto del governo in piena sintonia sulle priorità, quelle appunto della distruzione della scuola pubblica solo e unicamente a vantaggio del Capitale.

Riduzione di un anno del curriculum scolastico che significa letteralmente buttare in mezzo alla strada migliaia di docenti e personale Ata 

Lezioni più pratiche per gli studenti dando maggiore importanza alle competenze trasversali (SE POI ALL'INTERNO DELLE SCUOLA IL DIRITTO ALLO STUDIO NON VIENE GARANTITO NON GLIENE FREGA NULLA, VEDI PER ESEMPIO LA VERGOGNOSA QUESTIONE DEGLI STUDENTI DISABILI PER CUI IL GOVERNO NON STANZIA RISORSE PER I SERVIZI DI ASSISTENZA)

Basta con la centralità del Miur cioe' APRIRE SEMPRE PIU' AI PRIVATI

SEMPRE PIU' STRETTO IL RAPPORTO TRA IMPRESE E E SCUOLA = avviare rapidamente il percorso di sfruttamento capitalistico degli studenti

MANO LIBERE AI DIRIGENTI SCOLASTICI SULLA CHIAMATA DIRETTA DEI DOCENTI (l'Aprea ha insegnato!), “neo padroni” che detteranno legge su chi premiare tra docenti e chi no, cancellando le graduatorie per anzianità...

ma la sostanza di fondo per cui i padroni vogliono una scuola “piu' stimolante” è la semplificazione dell’apprendistato, l’aumento del monte ore per la formazione «on the job», incentivi per l’imprenditore che investe in formazione, tutto pienamente rientrante nel più ampio piano moderno fascista padronale e governativo di attaccare sempre più i diritti conquistati con la lotta di cui il cuore è l'art.18.


A TUTTO QUESTO SI AGGIUNGONO I PESANTI TAGLI CHE IL GOVERNO HA ANNUNCIATO IN QUESTI GIORNI PER IL COMPARTO SCUOLA ALL'INTERNO DELLA LEGGE DI STABILITA' 2015
CHE FINE HANNO FATTO GLI ECLATANTI ANNUNCI DI RENZI SULLA FINE DEL PRECARIATO? SULLA STABILIZZAZIONE DEI PRECARI PERCHE' SI DEVE METTERE FINE ALLA “SUPPLENTITE”?

Oltre al taglio sugli esami di Maturità cioè nessun compenso per i docenti commissari interni, i tagli del governo colpiranno soprattutto sulla questione delle supplenze.
Il personale ATA (di cui guarda caso nella riforma annunciata nel passodopopasso via web NON SE NE FACEVA ALCUNA MENZIONE!) via via sembra destinato ad essere ridimensionato di molto se non addirittura cancellato, sono previsti più di 2020 tagli di unità ATA, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici mentre il personale di ruolo restante dovranno sgobbare sempre di più perchè il governo vuole eliminare le supplenze temporanee. Dal 1 settembre 2015 i dirigenti scolastici infatti non potranno più conferire supplenze brevi al personale amministrativo, salvo le istituzioni scolastiche il cui organico di diritto abbia meno di 3 posti, e se non fosse grave, visti i crescenti carichi di lavoro, ci sarebbe da ridere, il governo infatti giustifica questo taglio con il fatto che essendo avviato il processo di digitalizzazione amministrativa e ponendosi la necessità di acquistare più apparecchi informatici si deve risparmiare sulla chiamata dei supplenti... IL GOVERNO E' “VELOCE” A TAL PUNTO CHE LE MACCHINE, I COMPUTER NELLE SEGRETERIE INIZIERANNO A LAVORARE DA SOLI!!

Lo stesso taglio sulle supplenze è previsto per il personale assistente tecnico mentre per i collaboratori scolastici si potrà prevedere una supplenza, sempre se il ministero manderà le risorse, solo dopo i primi sette giorni di assenza.
Ma lo stop alle supplenze brevi riguarderà dal 2015 anche i docenti perchè "i capi di istituto sono autorizzati a ricorrere alle supplenze brevi  e  saltuarie  solo  per  i  tempi  strettamente  necessari  ad assicurare   il   servizio   scolastico   e   dopo  aver  provveduto, eventualmente  utilizzando spazi di flessibilita' dell'organizzazione dell'orario  didattico,  alla  sostituzione del personale assente con docenti  già  in  servizio nella medesima istituzione scolastica"

IN EFFETTI IL GOVERNO RENZI LA “SUPPLENTITE” LA ELIMINA DAVVERO! E COME? CANCELLANDO I SUPPLENTI IN CARNE E OSSA DA MONDO DELLA SCUOLA! MA NON RINUNCIANDO PERO' AL SUO CONNATURATO POPULISMO, BUTTANDO FUMO NEGLI OCCHI DELLE MASSE POPOLARII! A COSA SERVIRANNO INFATTI LE GRADUATORIE DI TERZA FASCIA DOCENTI E ATA SU CUI IN QUESTI MESI STANNO LAVORANDO TUTTE LE SEGRETERIE DELLE SCUOLE DEL PAESE, VISTO L'IMMANE NUMERO DI DOMANDE PRESENTATE DAI PRECARI, SE NON A FARNE A BREVE SOLO E UNICAMENTE CARTA STRACCIA???
Mentre i lavoratori di ruolo dovranno sostituirsi tra di loro a gratis visto che il governo taglia di altri 30 milioni le risorse per compensi accessori.

Ma non finisce qui! La legge di stabilita' prevede anche lo slittamento del blocco del rinnovo del contratto nazionale fino al 2016 e lo stanziamento per le scuola private di 220 milioni di euro, che si vanno a sommare ad altrettanti stanziati già direttamente dal MIUR, ecco a che cosa servono i TAGLI sulla pelle dei lavoratori!!!

Ribellarsi e lottare contro tutto questo è più che giusto e necessario!

CONTRO IL GOVERNO DELLO SMANTELLAMENTO CLASSISTA DELLA SCUOLA PUBBLICA  AL SERVIZIO DEI PADRONI  - ORGANIZZARSI NELLA LOTTA!

Lavoratori, precari, giovani Slai Cobas per il sindacato di classe Palermo

Palermo, tafferugli al Regina Margherita: studenti contestano il ministro Giannini.

PALERMO. Presidio degli studenti del Regina Margherita di Palermo davanti ai locali della scuola, per contestare la visita del ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini.
Gli studenti hanno tentato di avvicinarsi all'ingresso della scuola ma sono stati respinti dalla guardia di finanza intervenuta con "cariche di alleggerimento". Gli studenti contestano anche la preside Pia Blandano.

"Gravissimo - dichiara Maria Occhione portavoce del Collettivo del Regina Margherita - che all'interno della nostra scuola non ci sia permesso di entrare e partecipare all'incontro. Infatti solo ad una ristretta delegazione, munita di pass, di studenti e professori selezionati dalla preside sarà consentito partecipare. Questo per evitare l'imbarazzo del ministro rispetto ad eventuali contestazioni degli studenti. E' inaccettabile - continua Occhione - che mentre nella nostra città le scuole cadono a pezzi, è solo di ieri l'episodio che ha coinvolto l'istituto Danilo Dolci dove sono state ritrovate polveri azzurre tossiche nelle pareti che hanno provocato danni agli studenti finiti all'ospedale per malori - che in questi giorni la nostra scuola sia stata un cantiere con decine di operai al lavoro, con pulizie straordinarie e muri imbiancati, solo per rifare l'immagine della scuola davanti agli occhi del ministro".

pc 18 ottobre - VIAGGIO NEI LUOGHI DELL'ALLUVIONE: IL BASSO PIEMONTE

Giovedì sedici ottobre: è passata una settimana esatta dall'alluvione che ha colpito Genova, e soltanto tre giorni dall'avvento dello stesso fenomeno nelle zone del Basso Piemonte alessandrino.
Come già tre anni fa, decido di compiere un tour nelle zone colpite da questa catastrofe in-naturale; la prima tappa è proprio nei territori piemontesi: in fondo tutta la stampa borghese si è concentrata sugli avvenimenti che hanno toccato il capoluogo ligure, tralasciando quanto avvenuto nelle altre zone.
Ho  deciso di impiegare almeno due giornate per rendere al meglio possibile gli effetti del diluvio che si è abbattuto sull'alessandrino.
Mi preme precisare che, dalla partenza dalla stazione di Genova Piazza Principe fino al luogo dove sorgono i cantieri del Terzo valico dei Giovi nel quartiere genovese di Trasta - nelle cui prossimità, a causa di una frana dovuta proprio al disboscamento effettuato per realizzare l'imbocco della galleria di valico, il venerdì precedente è deragliato un treno Freccia Bianca - il convoglio procede a passo d'uomo, in modo da non interferire con i lavori tutt'ora presenti nella sede ferroviaria.
Finalmente si arriva nella città dei Campionissimi; non si può fare a meno di notare come il borgo sia diviso in due: la parte alta - quella antica - non ha subito che pochi danni dall'invasione delle acque, mentre in quella bassa i problemi sono ancora evidenti, aggravati dalla mancanza di acqua potabile, nonostante siano già passati alcuni giorni dagli eventi atmosferici.
Raggiunto al telefono, l'ex candidato sindaco Alessandro Molinari mi spiega che il maggiore responsabile della situazione è il rio Gazzo, unico corso d'acqua che attraversa la città, che da molti anni è stato tombinato; non solo, però sottolinea anche le enormi responsabilità di chi da decenni mal governa il Comune.
Lascio Novi Ligure poco più di un'ora dopo, per recarmi al mio paese: Bosio; la corriera che mi conduce a destinazione è costretta a passare in zone fino a poco tempo fa bellissime, ora ridotte a lande di tipo lunare, con melma e frane ovunque.
Giungo a destinazione, e non posso fare a meno di notare che il paesaggio attorno a me è notevolmente mutato rispetto all'ultima mia visita della scorsa settimana: vi sono frane dappertutto e addirittura - nella frazione della Spessa, esattamente in via Regina Margherita angolo via del Campo - si è aperta una voragine alta tre metri tra due villette abitate tutto l'anno; un abitante di quel terreno mi spiega che si tratta del cedimento della rete fognaria a causa del sovraccarico.
Il resto della giornata la trascorro mettendo in ordine gli appunti e visitando alcuni amici pesantemente colpiti dalle innumerevoli frane che circondano il territorio bosiese.
La mattina successiva la sveglia suona alle ore 6:15; la giornata sarà lunga e faticosa, a causa delle località da raggiungere perché simboliche per una determinata valle.
Alle 7:30 arrivo a Gavi: il capoluogo, anch'esso senza acqua potabile, è invaso dal fango a causa delle piogge torrenziali che hanno portato con sé i detriti provenienti dalla collina dove insiste lo storico forte voluto dall'allora Repubblica di Genova.
I danni peggiori si trovano nelle campagne circostanti, invase dall'acqua: qui sono a rischio le coltivazioni, in particolare quelle del pregiato vino bianco che prende il nome dal paese.
Colgo l'occasione per rettificare una notizia da me data nei giorni scorsi; il torrente Lemme non è esondato, si è soltanto ingrossato: questo non gli ha impedito di invadere cantine e box avventatamente costruiti sotto ad abitazioni erette al livello del letto del fiume.
A seguire decido di risalire il corso del torrente, verso il luogo dove si trovano i cantieri del Terzo Valico ferroviario dei Giovi; il tragitto - seppur breve, dalle ore 8:50 alle ore 9:10 - è costellato da parecchi smottamenti di terreno e segni della recente alluvione: sia nel Comune di Carrosio sia, in misura minore, in quello di Voltaggio.
L'ultima tappa, di questa prima parte del viaggio nei luoghi colpiti dalla calamità in-naturale, è la val Borbera: qui i paesi maggiormente colpiti sono Vignole e Borghetto, dove l'enorme massa d'acqua caduta ha creato alcune pericolosissime voragini all'interno della sede stradale; continuando poi il viaggio verso Cabella Ligure - il centro più importante della valle - non mancano allagamenti e frane, ma il tutto è molto più leggero rispetto a quanto accaduto a sud della zona denominata Strette.
Per concludere, dopo aver ascoltato decine di testimonianze, posso tranquillamente affermare che quanto è accaduto ha precise responsabilità: l'incuria del territorio, il famigerato patto di stabilità - che impedisce ai Comuni di sfruttare a pieno le risorse a disposizione - ed i continui tagli ai trasferimenti dal Governo centrale agli Enti locali.
Bosio (Al), 18 ottobre 2014

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com

pc 18 ottobre - TERNI: UNA BUONA GIORNATA... CONTESTATA LA CAMUSSO

(dalla stampa) - Una contestazione così, Susanna Camusso, non se l'aspettava. Era arrivata a Terni per celebrare dal palco la giornata della rabbia e della rivolta contro i tedeschi della ThyssenKrupp che vogliono mutilare le acciaierie. E invece si è beccata una selva di fischi sonori, che non le faranno dormire sonni tranquilli anche in vista della maxi-manifestazione del 25 ottobre. Sorte simile è toccata anche al leader della Uil Luigi Angeletti, subissato di fischi. E qualcuno se l'è presa pure con il sindaco Pd Leopoldo Di Girolamo. La gente, qui, è esasperata. Non vuole cedere, ma forse non sa più di chi fidarsi.


La Thyssen vuole depotenziare le acciaierie intorno alle quali si è costruita l'identità della città umbra nell'ultimo secolo e mezzo, e la città dà, una volta di più, una prova enorme di forza e di coesione. Stamattina sono state migliaia le persone che hanno sfilato dai cancelli degli stabilimenti di viale Brin a piazza della Repubblica rispondendo alla chiamata dei sindacati. C'erano i segretari nazionali confederali della Cgil Susanna Camusso e della Uil Luigi Angeletti, mentre Annamaria Furlan della Cisl, che pure è la sigla più forte in azienda, non s'è presentata. Ma soprattutto, per strada e a riempire la piazza, c'era la gente di tutta Terni. Che ai vertici sindacali ha riservato un'accesa contestazione.
Serrande abbassate, cordoni di donne e uomini sui marciapiedi a sostenere in silenzio il fiume di gente. Un corteo che ha qualcosa di funebre e di festoso insieme, come è successo già troppe volte da queste parti. La vicenda dell'Ast, le acciaierie speciali ternane, ormai è annosa. Solo che l'ultimo capitolo è il più drammatico tra quelli scritti finora: 537 licenziamenti annunciati dai vertici della multinazionale tedesca che solo pochi mesi fa si era ripresa l'azienda dai finlandesi della Otokumpu, più tutta una serie di sferzate alle ditte esterne e ai contratti aziendali.
Il governo italiano, quest'estate, ha provato a mediare tra ThyssenKrupp e sindacati, ma senza successo. E proprio il governo è il bersaglio principale dei lavoratori e dei manifestanti...
...Alcune giovani madri reggono uno striscione di solidarietà, con tanto di bimbi e passeggini al seguito. "Ce l'abbiamo col governo, ma anche coi sindacati. Troppo di rado si sono fatti davvero gli interessi dei lavoratori... Senza Ast, perché l'impressione è che questi vogliano smantellare del tutto, diventeremmo una città di pensionati"..."

pc 18 ottobre - CRONACHE SU TORINO, SCONTRI, GROSSA RESISTENZA, ARRESTI VIOLENTI - LA FIOM DA' UNA MANO ALLA REPRESSIONE - MENTRE SI PREPARA IL NUOVO CORTEO DI OGGI

(da Infoaut) 


Ieri 17 ottobre - aggiornamento ore 20.30nel pomeriggio piazza Castello è tornata a riempirsi in occasione dell'appuntamento lanciato per le 17 per continuare a portare la contestazione alle porte del vertice europeo. Intorno alle 18 il presidio si è trasformato in un corteo di circa 500 persone che si è ripreso le vie della città sfidando la militarizzazione soffocante a cui la città è stata sottoposta dalle prime ore del mattino per blindare il Teatro Regio in cui si svolge il summit.
Nel frattempo in piazza sono arrivati aggiornamenti sulle 6 persone fermate questa mattina durante le cariche della polizia: a quanto pare per 3 di loro (tra cui un ragazzino minorenne) è stato convalidato il fermo. Nelle prossime ore si avranno maggiori informazioni sulla loro situazione ma il corteo del pomeriggio si è subito stretto compatto attorno agli arrestati chiedendone l'immediata liberazione. Sul trattamento ricevuto durante l'arresto rimandiamo inoltre a due video che evidenziano bene l'atteggiamento arrogante e infame di polizia e celerini: qui e qui si vede un ragazzino schiacciato a terra per diversi minuti e ammanettato in mezzo alla via, qui il racconto di una delle manifestanti fermate durante il sequestro del furgone e poi rilasciate.
La manifestazione del pomeriggio si è poi conclusa alla Cavallerizza Occupata, uno dei luoghi vivi delle lotte cittadine, rilanciando con forza sulla giornata di mobilitazione di domani.
Appuntamento domani alle 14.30 a Palazzo Nuovo per tornare a contestare i ministri europei!
***
altInizia oggi il vertice dei ministri del lavoro dell'Unione Europea che vede numerosi rappresentanti politici riunirsi al Teatro regio di Torino con sorrisi e abbracci per trovare disperati escamotage e imporre nuovi sacrifici per uscire dalla condizione economica attuale. Il tutto avviene in una Torino colpita da una disoccupazione giovanile del 46%, dove Questura e giornali hanno costruito un clima di tensione già nei giorni precedenti, con una militarizzazione annunciata della zona dove si tiene il vertice in queste ore.
Molti lavoratori sono quindi scesi oggi in piazza per contestare l'ennesimo teatrino in atto, circa 10mila secondo alcune stime. Una manifestazione che ha attraversato le strade del centro città e alla quale si sono uniti diverse centinaia di studenti, giovani precari e disoccupati, partiti da piazza Arbarello, ritrovo annunciato nei giorni scorsi dal coordinamento cittadino contro il Vertice. Dopo aver attraversato la strada centrale, il corteo è arrivato nella centralissima piazza Castello, dove la Fiom ha tenuto il suo comizio, mentre la componente di studenti, precari, disoccupati ha cercato di oltrepassare l'ingente schieramento di forze di polizia togliendo le transenne a protezione della zona. Non appena i manifestanti si sono avvicinati, ne è seguito un fitto lancio di lacrimogeni a freddo, per tentare di disperdere le centinaia di persone presenti in piazza.
Nonostante le ripetute cariche effettuate dalla polizia, la piazza ha resistito con determinazione, mentre la polizia cercava invano di sgomberare l'area. Nel corso di una carica sono state fermate 6 persone, di cui due studenti minorenni. Da segnalare l'atteggiamento dei dirigenti della Fiom che durante le cariche hanno continuato con assoluta indifferenza il loro comizio. Così, mentre una componente della piazza cercava di esprimere la propria rabbia, c'era chi dal palco inneggiava all'unità a parole prendendo contemporaneamente le distanze dalla componente più giovane e determinata della piazza . Eppure, se tra le fila del sindacato c'era chi non si scomponeva per l'operato della polizia in piazza, c'era anche chi, tra le fila dei lavoratori e dello stesso servizio d'ordine della Fiom, ha abbandonato il comizio per restare con chi in piazza Castello voleva dare un segnale forte e determinato".


Fiom di Landini: isoliamo i "violenti" uniamo le forze 

dell'ordine

(Da contropiano)

"Le cariche della polizia sono infatti arrivate fin oltre la metà di piazza Castello, risparmiando in pratica - e nemmeno troppo - soltanto il palco da cui doveva parlare Maurizio Landini, segretario generale della Fiom. Manganellate, lacrimogeni sparati ad altezza d'uomo e qualche petardo lanciato per ritardare l'avanzata dei cordoni degli uomini in divisa si sono così susseguiti anche durante il suo intervento, e Landini, al termine, ha dovuto fare i conti con quanto era avvenuto sotto i suoi occhi. Purtroppo, è avvenuto ripescando parte della vecchia retorica piccista, contro il movimento (perlomeno la parte dei presunti cattivi”); ammodernata però dalla constatazione che la polizia se la prendeva serenamente anche con gli operai in tuta blu e bandiera della Fiom in spalla... “...mi pare vi sia stata una gestione non utile della piazza da parte delle forze dell'ordine che hanno lanciato lacrimogeni su migliaia di persone, in particolare quando sono stati lanciati lacrimogeni in direzione del palco, quando ce n'erano cento da isolare".

(Dalla stampa)


FIOM: "NON ROVINATE MANIFESTAZIONE" "Non permetteremo a nessuno di rovinare la nostra manifestazione. Rivolgo un appello a tutta la piazza". Così Federico Bellono, segretario generale della Fiom torinese, sulle tensioni a Torino. 

LANDINI AGLI STUDENTI: "UNIRE E NON DIVIDERE" «Dico a chi in fondo alla piazza scioccamente va contro le forze dell'ordine che noi dobbiamo unire e non dividere il Paese». 

pc 18 ottobre - LO STUDIO DEL MLM COME ARMA PER I PROLETARI, I GIOVANI PER UN'AUTONOMIA DI LETTURA DELLA REALTA'

Nel circolo proletari comunisti di Taranto

PARLEREMO DELLA BATTAGLIA IN CORSO A KOBANE

le vere ragioni dell'attacco

la grande resistenza in atto da parte dei curdi,
in prima fila le donne

venerdì 17 ottobre 2014

pc 17 ottobre - PILLOLE COMUNISTE, sull'organizzazione

L'organizzazione è realtà impersonale che raccoglie e disciplina completamente le energie e le personalità presenti in essa al fine comune.
Senza organizzazione tutto questo è impossibile

da Pillole Comuniste - 1 
del 27/5/2013

Nessun commento mi sembra necessario a spiegare questa pillola: basti osservare la chimica e la fisica, la natura e la scienza, oltre che la storia, per capire che l'organizzazione è alla base di un sistema sociale, di un ecosistema, della vita stessa all'interno di esso.
L'organizzazione non limita il personale, ma ne supera i limiti. L'organizzazione non spegne le energie delle personalità in essa raccolte, ma le amplifica e le articola al meglio per il fine comune, contro il nemico comune.
E contro il nemico comune occorre opporre l'organizzazione del proletariato.

Anche il nemico comune è una realtà organizzata, anche se oligarchica, ma questa è un'altra pillola...

pc 17 Ottobre - YPG infligge forti perdite all'ISIS che è prossimo a ritirarsi da Kobane!


La valorosa resistenza curda ha quasi cacciato totalmente i miliziani dello Stato Islamico dalla città di Kobane.
Intanto un ex calciatore della nazionale tunsina arruolatosi con lo Stato Islamico è stato ucciso recentemente.
Che la lotta contro i fascio-islamici si estenda in tutti i paesi arabi e musulmani!

Dalla stampa borghese:

KOBANE PRESTO LIBERA - Una comandante curda ha detto alla Bbc di augurarsi che la città di Kobane sarà liberata molto presto, già nei prossimi giorni, dall'assedio delle forze jihadiste. Gli estremisti dello Stato Islamico (Isis) sono stati ricacciati da gran parte della città, secondo Baharin Kandal, ad eccezione didue piccole sacche di resistenza a est di Kobane.  I raid aerei della coalizione a guida Usa hanno dato un contributo fondamentale alla resistenza curda e solo nelle ultime 24 ore ne sono stati effettuati 14. Inoltre il suo gruppo ha ricevuto armi, rifornimenti e anche uomini, ma la comandante non ha voluto specificare come e in che numero.  

EX CALCIATORE TUNISIA UCCISO TRA JIHADISTI - L'ex calciatore della nazionale tunisina Nidhal Selmi, è morto ieri in Siria combattendo nelle file degli jihadisti dello Stato islamico. A renderlo noto, riferisce l'emittente radio Shems, è stata la famiglia del fratello di Selmi, anch'egli in Siria tra i combattenti jihadisti. Nidhal Selmi, nella sua carriera da calciatore professionista, aveva militato nella squadra dell'Etoile sportive del Sahel, una delle formazioni con maggiore seguito sportivo in Tunisia. 

fonte: quotidiano.net

pc 17 ottobre - FUORI E DENTRO IL PROCESSO ILVA

FUORI dall'aula processuale


Presidio dello Slai cobas per il sindacato di classe con la presenza di operai Ilva, tanti lavoratori cimiteriali, Disoccupate organizzate, familiari di lavoratori morti, abitanti dei Tamburi - mentre il presidio è durato per tutta la durata del processo, una gran parte di loro, come parte civile, sono entrati nell'aula del processo, tanti con una pettorina, fatta dallo Slai cobas, con foto di alcuni tra i troppi operai ilva e appalto assassinati e con la scritta "Giustizia, contro i padroni assassini!". La Digos ha cercato di intimidire e di bloccare le pettorine ma tanti lavoratori parte civili le avevano ormai incollate sulle loro magliette.


Ieri a parte lo Slai cobas, gli unici a manifestare sono stati i giovani di Officine Tarantine, che si sono uniti con i lavoratori e i disoccupati slai cobas.


Anche i Disoccupati Organizzati, con una rappresentanza quasi tutta di donne, ha manifestato al presidio di ieri, per portare la loro battaglia pienamente interna alla lotta contro l'Ilva e le Istituzioni, complici prima e immobili adesso per i lavori di bonifica.



Forte è stata la denuncia non solo della politica criminale fatta negli anni da Riva e rappresentanti Istituzionali, ma anche di quella che imperterrita continua oggi, con morti operai, ultimo Angelo Iodice, con morti di bambini per tumore, con una serie di grossi "incidenti" in fabbrica, che mostrano che non si vuole fare alcun risanamento; e con un governo ora più di prima a difendere solo gli interessi dei padroni, vecchi e nuovi.



DENTRO l'aula processuale

Quelli che rompevano un quadro fatto solo di avvocati erano gli operai ilva, i lavoratori cimiteriali, alcuni abitanti dei tamburi organizzati dallo slai cobas, che questa volta erano venuti in tanti; più pochi altri, come i familiari degli operai Ilva Francesco Zaccaria e Claudio Marsella, morti a pochi mesi l'uno dall'altro.
Anche all'interno i lavoratori denunciavano ai giornalisti la situazione grave dal punto di vista della salute che tutt'ora si vive sia all'Ilva che al cimitero, con in più all'Ilva la incertezza del futuro lavorativo; esprimendo insieme una totale sfiducia e critica verso Stato, governo.
Come verso i sindacati confederali.
Questi avrebbero dovuto stare tra gli imputati e invece stavano bellamente a presentarsi come parte civile al processo. Un operaio dell'Ilva si è rivolto con rabbia al dirigente regionale della Uil chiedendo "ma finora dove eravate... che ci fate qui?".

Le lunghe ore del processo non sono state, quindi, solo di attesa. Esse sono anche servite agli operai, ai lavoratori cimiteriali, ai familiari degli operai uccisi da Riva, a conoscersi meglio, per trovare più forza nel portare avanti insieme questa battaglia (riportiamo a parte un intervento del padre di Francesco Zaccaria - sul blog tarantocontro).

Altri operai Ilva trovano ora più coraggio a rompere con il clima di paura che l'azienda e i capi creano in fabbrica e chiedono allo slai cobas di costituirsi parte civile; lo stesso stanno facendo alcuni familiari di ragazzini uccisi dall'inquinamento e diventati una sorta di simbolo della battaglia a Taranto.



Poi nell'aula vi erano i "venditori di fumo": Liberi e pensanti e Usb, ma rappresentati (a parte tre del LP) solo dal loro avvocato. Buoni a fare denuncia, buoni anche a criticare gli operai e i cittadini che "non si muovono", ma pronti a lasciar fare e lasciare in pace gli addetti ai lavori, invece di contribuire a fare di questo un processo popolare ai padroni assassini e ai loro servi.
Questi non hanno presentato alcun operaio o cittadino come parte civile ma solo le loro organizzazioni, formatesi da poco più di due anni; perchè il problema è ottenere il riconoscimento in quanto organizzazioni, non mobilitare i lavoratori e gli abitanti dei quartieri inquinati a fare anche del processo un terreno di lotta per pretendere che gli assassini vengano condannati e paghino.
Questa situazione è stata quasi grottescamente rappresentata dall'avvocato (lo stesso sia per i LP che per l'Usb), il quale presentando al giudice le parti sociali dell'USB - a livello nazionale, regionale, provinciale, territoriale, di fabbrica... mancava solo "a livello mondiale" - ha detto che l'Usb "pur essendo nata solo nel 2010 - cosa tra l'altro non vera, essendosi formata in Ilva a fine 2012 e quel pochissimo che c'era sul territorio non si occupava affatto della realtà di rischio costante di vita e salute che gli operai vivevano continuamente in fabbrica - i suoi attivisti avevano, negli anni prima, comunque agito all'interno di precedenti sindacati... (?!)". Della serie: Che c'azzecca? Allora dovevano presentarsi come Fiom, Fim, Uilm? (le organizzazioni dove negli ultimi cinque anni sono stati gli attivisti del Usb dell'Ilva).

Tornando a questioni più serie. Il pool dei 5 avvocati rappresentati dall'Avv. Bonetto di Torino ha presentato unitariamente le parti civili organizzate dallo slai cobas. Portando avanti quel rapporto non personalista e in legame orizzontale/unitario con lo slai cobas, che è e deve essere durante tutto il processo la caratteristica e la diversità in positivo di questa difesa legale.

pc 17 ottobre - Intervista del mfpr ad Asia, compagna dell'ufficio informazioni del Kurdistan in Italia

mfpr: qual'è la situazione adesso a Kobane?

Asia: da 26 giorni (dall'11 ottobre) c'è un attacco molto forte da parte dell'ISIS contro i cittadini di Kobane. Qui vivevano curdi, ma anche arabi e popolazioni di altre culture, ma quando sono iniziati gli attacchi di isis in migliaia sono scappati perchè non c'era la possibilità di rimanere e quando volevano uscire il governo turco non ha lasciato fuggire questa gente, anzi, ha attaccato sul confine e questa gente è rimasta dentro (in trappola). Alcuni comunque sono riusciti a passare in Turchia, ma poi migliaia di persone che volevano rientrare dalla Turchia perchè non volevano perdere la terra e volevano combattere tutti insieme con le forze curde, non sono riusciti a rientrare.
Qui a Kobane la resistenza c'è sempre stata, il popolo kurdo è abituato a resistere e a lottare. A Kobane la lotta non era solo militare, ma ideologica, contro ogni discriminazione e sociale. Da 30-40 anni lottiamo per la libertà, la democrazia e la pace del popolo kurdo, ma anche per i diritti di altri popoli in questo territorio, perciò c'è questa esperienza di resistere, della resistenza, ma non ci aspettavamo un attacco dell'ISIS con tutte queste armi pesanti e perciò le popolazioni non erano molto preparate e non avevano la possibilità di difendersi subito dagli attacchi di queste bande e tantissimi sono stati uccisi.
Ho sentito un compagno che proprio ieri sera mi ha detto che c'è stato un attacco molto forte con armi pesanti che attaccano da fuori, mentre noi abbiamo solo Kalashnikov in mano, mancano le armi e altre cose e fino ad oggi non abbiamo avuto alcun sostegno, neanche militare. Una volta c'è stato un bombardamento della coalizione, ma nei luoghi dove non c'era l'isis e fuori dalla città, solo per dire che sono intervenuti, ma l'isis avanza verso la città. Sappiamo che sinora si sono avvicinati e hanno messo sotto controllo alcune strade vicino al centro.
Quando muore qualcuno delle bande, ISIS subito riceve aiuti militari da parte dell'Iraq e della Siria, perciò anche se ogni giorno hanno delle perdite, sono sempre di più e bene armati
Comunque la resistenza continuerà, non solo a Kobane ma dappertutto, anche in Europa e in Turchia, dove i kurdi stanno manifestando.
In questi giorni in Turchia sono state uccise almeno 40 persone, solo perchè hanno manifestato contro l'isis.
Il governo turco sostiene l'isis, non solo con le armi. "Davanti a un genocidio non dovete far niente, non dovete alzare la voce", questo è il messaggio che manda il governo turco ai kurdi.
Nessuno finora, né il governo turco né altri stati-nazione è stato capace di fermare la resistenza del popolo kurdo e anche di altri popoli, ma non basta, c'è bisogno di aiuti umanitari, la gente è dovuta scappare anche verso l'Iraq e la Turchia e ora vive per strada. Tra pochi mesi verrà l'inverno, alcuni bambini sono morti perchè non hanno niente da poter mangiare.
La situazione è molto critica non solo per il popolo curdo. Questa minaccia dell'isis è un pericolo per tutto il medio oriente, oltre che per l'europa, perchè molti membri dell'isis provengono dall'europa e vi torneranno e molte armi dell'occidente non sono andate in mano alla gente che combatte l'isis, ma in mano ai peshmerga, che sono scappati e scappano via. Anche i governi siriano e iracheno non fanno niente per difendere i propri popoli e intervengono solo quando vengono colpiti i loro interessi.
A Rojava abbiamo applicato da 2-3 anni un modello di autogoverno, libero, democratico, socialista, rispettoso di tutti i popoli. Questo modello, la "rivoluzione di Rojava", è una "rivoluzione senza stato" e indica che la soluzione non viene dagli stati, anche il popolo può costruire il proprio sistema. Questo è importante e questo siamo riusciti a fare, con tulle le popolazioni che vivono in Rojava, non solo kurdi ma anche di altre etnie. Anche donne e anziani partecipano a questo sistema, ci lavorano e lo difendono. Tutti hanno uguali diritti e uguali doveri. In questi giorni sappiamo che anche gli amministratori e le amministratrici dei cantoni hanno dovuto partecipare alla guerra, ai combattimenti, perchè i nostri ministri sono i rappresentati del popolo e devono difendere il popolo in qualsiasi modo.
Perciò adesso chiediamo a tutto il mondo, non un sostegno militare, ma umanitario, perché come popolo kurdo abbiamo iniziato a difenderci da soli, non abbiamo mai avuto il sostegno di nessuno. Abbiamo la forza di difenderci da soli, ma se cadrà la città di Kobane, il governo turco e anche altri governi si divideranno la regione con le armi e questo vuol dire in un certo senso l'inizio di una 3° guerra mondiale. Per questo chiediamo alla comunità internazionale di rompere questo silenzio e di fare qualcosa, non solo per i kurdi, ma per tutta l'umanità.
 

mfpr: i popoli d'europa come possono intervenire per portare questa solidarietà? Come possiamo contribuire?

Asia: ci sono diversi modi. In primo luogo ci serve sempre un'attenzione: questa situazione si deve vedere come una situazione che si può vivere ogni giorno e che riguarda tutti, non come è successo nella seconda guerra mondiale con i nazisti. Ognuno di noi può fare qualcosa, si possono raccogliere aiuti, andare sul confine e fare pressione affinché il governo turco, anzichè proteggere ISIS, lasci trasportare i feriti agli ospedali di Turchia.
E' importante anche l'aiuto psicologico, ad esempio i cittadini di Kobane dicevano che volevano avere anche solo un saluto dall'umanità, volevano sapere che il mondo sta vedendo questo genocidio e questo è importante da un punto di vista morale.
E' importante non lasciarli soli, l'isolamento, l'embargo per i popoli del medio oriente, che sono abituati a vivere tutti insieme, fa loro più male dell'ISIS, psicologicamente, socialmente, economicamente, militarmente.
Noi abbiamo fatto una proposta alla comunità internazionale di creare un gruppo, una "coalizione dei popoli", per intervenire lì al confine, come un gruppo della solidarietà, per far attenzione, per opporsi alla guerra, agli interessi degli stati-nazione.
Anche qui in Italia si può fare qualcosa, perchè noi non vediamo che il governo italiano voglia portare la pace in quella regione. Noi crediamo che i popoli, non gli stati-nazione possano cambiare il corso della storia, perciò abbiamo attuato il confederalismo democratico. Se i governi, se gli stati avessero fatto gli interessi dei popoli allora non ci sarebbero state queste guerre. La mentalità degli stati-nazione è falsa, bisogna cambiare questa mentalità, questa ideologia. La guerra dei governi è contro le donne, contro i popoli e le donne sono le prime ad essere colonizzate e schiavizzate. Il potere degli stati nazione è intrinsecamente patriarcale. In questa società le donne è come se non esistessero, ma le donne sono il centro del popolo. Il popolo si organizza secondo la donna oppure secondo la madre e se si vuole difendere il popolo bisogna difendere i diritti, la libertà delle donne prima di tutto. Questo secondo noi è molto importante, perciò nel sistema del Rojava, la partecipazione delle donne è del 40%, quella degli uomini pure e il restante 20% è rimasto così (?), perciò questo sistema può essere un modello per gli altri paesi, oppure per tutto il medio oriente.
In Europa, e ancor di più in medio oriente per l'influenza dell'islam, la donna non viene proprio considerata come persona. questo noi non lo accettiamo. Abbiamo la forza di costruire un altro sistema con la forza del popolo, con la partecipazione del popolo e noi ci siamo riusciti, nonostante la guerra, a partire da ogni aspetto della vita sociale, economica, culturale, fino all'educazione, all'istruzione, alla difesa.
E' possibile anche se è difficile, ma anche la resistenza è una cosa difficile, non possiamo condurre una vita normale, come il popolo palestinese e altri popoli della regione che si devono abituare alla guerra e secondo questo modo di vivere sono costretti anche a rafforzare la psicologia. Questa è una realtà, ma non possiamo dire "non possiamo far niente" e allora che facciamo? rimaniamo così quando ci sfruttano e ci uccidono?
Sappiamo che la difesa è un diritto e si può usare, ma si deve anche usare!

pc 17 ottobre - Torino forte corteo studentesco contro il vertice europeo per lo sviluppo - Isteria e violenze della polizia con resistenza - complicità di fatto con le Forze di polizia dei dirigenti FIOM

Corteo degli studenti di contestazione del vertice europeo 


ANSA
Scontri in piazza Castello a Torino tra studenti e forze dell’ordine
Scontri e alta tensione al corteo degli studenti a Torino alla manifestazione di protesta contro il vertice dei ministri europei del Lavoro che si svolge oggi. Il primo contatto con le forze dell’ordine è avvenuto nella centrale piazza Castello: i dimostranti, con una mossa a sorpresa, hanno rimosso una parte delle transenne che sbarrano la strada verso il Teatro Regio che oggi ospita il vertice europeo sul lavoro. Poi hanno scagliato pomodori contro le forze dell’ordine che hanno risposto con alcuni lacrimogeni. Esplodono bombe carta tra polizia, carabinieri e antagonisti. È almeno di cinque fermati e di tre persone ferite il bilancio provvisorio degli scontri.
La Fiom di Landini di fatto con la polizia contro ì disturbatori
Il segretario della Fiom Landini ha finito il comizio, nonostante il tentativo degli autonomi di coprire la sua voce con musica e comizi alternativi.

Così la racconta la Stampa di Torino
Secondo la versione della questura l’attacco di circa 300 antagonisti di area autonoma e anarchica è arrivato a sorpresa, in coda al corteo, quando la manifestazione Fiom si stava svolgendo in modo pacifico. Tre poliziotti appartenenti al Reparto Mobile di Padova hanno riportato ferite per lo scoppio di bombe carta. Sei autonomi sono stati fermati e portati in questura.  
Anche il vicario del Questore di Torino che si trovava davanti allo schieramento delle forze di polizia per sovrintendere i servizi d’ordine è stato colpito alla gamba sinistra, riportando una lesione giudicata guaribile in non meno di 15 giorni. È confermato che il ministro Poletti incontrerà una delegazione di lavoratori, mentre ormai piazza Castello è sotto il controllo delle forze dell’ordine. Il furgone dei centri sociali sarebbe stato sequestrato dalla polizia. Sono stati lanciati petardi da stadio o bombe carta, bulloni, sanpietrini e pietre. Numerose le cariche e i lanci di lacrimogeni per disperdere gli antagonisti. Adesso l’ora critica si sposta alle 17, quando è probabile che avvengano altri tentativi di sfondamento dei presidi attorno al vertice.

Patetiche e complici con le cariche le dichiarazioni della FIOM
Alla fine della manifestazione il segretario Fiom, Federico Bellono, stigmatizza chi ha cercato di macchiare la manifestazione e annuncia anche che chiederà un immediato incontro al questore perché ritiene che ci sia stato «un eccesso di reazione nella gestione dell’ordine pubblico fino al punto di lanciare lacrimogeni verso il nostro palco».

pc 17 ottobre - Massimo sostegno ai lavoratori della logistica CAAT Torino in lotta - contro sciacalli e speculazioni dei padroni e degli sbirri

Ieri a nel corso dello sciopero dei lavoratori della logistica, al Catt di Grugliasco (Torino), è morto di infarto il mercataro Giuseppe Di Cesare.
I mass media padronali (tutti, tranne poche eccezioni) ne hanno approfittato per gettare fango contro i lavoratori in sciopero, contro il SiCobas e contro i solidali.
Stefano Di Cesare, figlio di Giuseppe, dice: «Non è colpa dei manifestanti». E intanto salta fuori il ritardo della Croce Rossa e la violenza feroce degli sbirri contro lavoratori inermi.

Il figlio dell’ambulante morto al Caat: “Non è colpa dei manifestanti”
Stefano De Cesare ha 22 anni. È il figlio di Giuseppe, l’ambulante di 49 anni ucciso da un infarto al Caat di Grugliasco. Ed è proprio il 22enne, mentre sui giornali e sedi politiche rimbalza la tesi che l’ambulante sia morto d’infarto a causa del litigio con i manifestanti, a togliere ogni dubbio. «Si è trattato di una tragica fatalità – dice – non credo che le persone con cui ha discusso siano responsabili della sua morte. Non ce l’ho con loro. È stata solo una fatalità».
Stefano lavorava col padre al banco di ortufrutta di famiglia in corso Cincinnati a Torino, che un tempo era del nonno. «Siamo una famiglia storica di mercatali, racconta Barbara, sorella di Giuseppe – ci conoscono un po’ dappertutto». Anche per questo ai mercati generali i colleghi di Giuseppe osserveranno un minuto di raccoglimento. Intanto Stefano, che vive a Givoletto con la sua famiglia parla ancora del padre «Papà era un grande lavoratore e ci mancherà tanto», conclude. Parole di cordoglio per Giuseppe De Cesare anche dal sito di riferimento del network antagonista piemontese, infoaut. «Alla famiglia e ai conoscenti della persona che è venuta a mancare, va tutto il nostro cordoglio e la nostra vicinanza per la perdita di una persona cara» scrivono in un editoriale.
Mentre a poche ore dalla morte di Giuseppe De Cesare è polemica sui soccorsi. Il 49enne poteva salvarsi se sul posto ci fosse stato un presidio sanitario? È la domanda che si pongono in molti e in particolare i Si Cobas. Infatti, nonostante la forte presenza delle forze dell’ordine non c’erano ambulanze anche se c’erano già stati dei tafferugli e già un lavoratore aveva avuto un malore.
Non solo. Come fa notare Francesco La Torraca dei Si Cobas, «Al centro del Caat non c’è neanche un presidio sanitario».
Sotto accusa anche l’intervento dell’ambulanza che sarebbe arrivata, secondo i testimoni, ascoltati anche dalla polizia che indaga sugli scontri, con 45 minuti di ritardo. «Non capiamo perché, nonostante la manifestazione in corso e le forze dell’ordine in assetto militare, non ci fosse neppure un’ambulanza. Quella che ha soccorso il povero ambulante è arrivata dopo 45 minuti…»
Ma quest’affermazione viene contestata dal 118 che dal suo ufficio stampa fa sapere che l’ambulanza sarebbe invece arrivata dopo 15 minuti di cui 9 di tragitto.
Tornando alla manifestazione, i Cobas sostengono che i militanti dei centri sociali, finiti sul banco degli imputati sia per Stefano Esposito del Pd e Maurizio Marrone di FdI. Invece La Torraca, punta l’indice verso la polizia «La scorsa notte le forze dell’ordine hanno difeso l’illegalità».
Per quanto riguarda invece i militanti dei centri sociali, La Torraca spiega: «Sono rimasti in disparte, anche perché non ci interessava che diventasse il loro sciopero. La tensione è scoppiata quando è uscito un camion ad alta velocità nonostante lo sciopero. Ma gli antagonisti erano dietro e stavano tranquilli, i protagonisti della manifestazione sono stati i lavoratori. Non ci fossero stati gli antagonisti – conclude – sarebbe successa la stessa cosa se non peggio».


Rassegna stampa
















Il giorno 16 ottobre 2014 15:47, Giuseppe Terrasi ‪<giuseppeterrasi@gmail.com> ha scritto:









pc 17 ottobre - Promossa?

Maggio Maria Leonarda detta Mariella
Deputato nella Legislatura: XVI
Nata a Trapani il 18-06-1956
Diploma scuola superiore
Sindacalista
Eletta nella lista: La Rivoluzione è già iniziata (n.5)
Collegio: Regionale
Iscritto al gruppo:Partito Democratico (PD)        

L'abbiamo vista alla camera del lavoro di Caltanissetta con le lacrime agli occhi, presentare un libro che probabilmente non aveva mai letto e sicuramente non avrebbe letto mai . . . ma era pubblicità e quella conta!
Sempre in occasione della presentazione di una riedizione . . . un bel libro di poesie di Ignazio Buttitta disse di essere una di noi . . . nel suo cuore era una sindacalista che lottava per i lavoratori; peccato dimenticasse in quel momento di essere stata segretaria regionale della cgil!

Nel 2012 appena prima delle elezioni, comunque i giornali dicevano questo: 

La candidatura della leader della Cgil siciliana, Mariella Maggio, in questo schieramento politico (listino bloccato di Crocetta) – là dove dovesse essere confermata – appare assai inopportuna. Non per Crocetta, ma per lo schieramento politico in cui Crocetta milita: il Pd in accoppiata con l’Udc.

E poi

La Cgil siciliana, in questi anni bui della politica siciliana, contrassegnati dal pieno coinvolgimento del Pd nelle peggiori logiche del Governo della Regione e, in generale, della politica siciliana (si pensi alla discutibile gestione della sanità pubblica da parte di Massimo Russo, stigmatizzata, del resto, dallo stesso Crocetta, o al ‘caso’ dell’onorevole Gaspare Vitrano, oggi sotto processo per mazzette), è rimasta correttamente fuori da questi disastri, pendendo le distanze dalle degenerazioni del Governo Lombardo.

E infine

Proprio alla luce del corretto atteggiamento tenuto dalla Cgil siciliana (?) rispetto al consociativismo, alle clientele e al pressoché totale fallimento del Governo Lombardo (la stessa Cgil, proprio in questi giorni, difende i lavoratori dei Comuni siciliani lasciati senza stipendi dal Governo della Regione), stupisce e sconcerta la presenza del leader della Cgil siciliana nel listino di Crocetta e, soprattutto, nella lista del Pd nel collegio di Palermo.
Così facendo, la Cgil siciliana, con una scelta molto discutibile, si rende complice del Governo Lombardo e, segnatamente, del Pd di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia.

Concludendo

Alla luce di tutto questo, la candidatura di Mariella Maggio nel Pd alle elezioni regionali del 28 maggio appare incomprensibile, oltre che profondamente sbagliata. 

Promossa ?
No  - Bocciata!