sabato 16 novembre 2013

pc 16 novembre - "Fiume in piena" grande manifestazione contro i rifiuti tossici della camorra, dello Stato , del capitale .. una sola vera soluzione .. la rivoluzione


"Siamo centomila
Il corteo "Fiume in piena" è arrivato in piazza Plebiscito. Mentre il gonfalone del Comune di Napoli viene allontato, e i suoi portatori invitati a tenersi distante dalle prime file, prende la parola Nino D'Angelo, che ha guidato il corteo insieme a don Maurizio Patriciello: "Il fatto stesso che tutta queste gente sia qui, che non si sia fatta fermare dalla pioggia, è la prova di quanto siamo tutti esasperati". 
Dopo due ore di marcia sono arrivati a piazza del Plebiscito. Gli organizzatori della manifestazione parlano di 100mila partecipanti
Presenti in coda al corteo alcuni gonfaloni, tra i quali quelli del Comune di Napoli, di Agerola e di Caivano. Tanti gli striscioni, molti dei quali accompagnati dalle foto di persone, in molti casi bambini, stroncati dal tumore nella cosiddetta Terra dei fuochi.
Il corteo partito sotto la pioggia da piazza Garibaldi a Napoli. In piazza sono scese decine di migliaia di persone provenienti da ogni angolo della Regione per dire no al biocidio. I manifestanti chiedono l'immediata bonifica delle terre campane inquinate dagli sversamenti illegali di rifiuti tossici e nocivi.

pc 16 novembre - Operai ex Fiat di Termini Imerese in assemblea straordinaria nella sede dello Slai cobas per il sindacato di classe Palermo

Basta con la cassa integrazione, è stato affermato con forza da tutti. E' una via senza uscita che porta solo ad una lenta agonia. Vogliamo la riapertura della fabbrica.
È con queste parole che un gruppo di operai ex Fiat di Termini Imerese, attualmente in cassa integrazione in deroga, che si è riunito ieri presso la nostra sede, a chiusura della giornata del 15 novembre, ha aperto questa prima assemblea al fine di fare il punto sulla situazione della vertenza.
E' stato detto innanzi tutto che tenere una fabbrica come quella di Termini Imerese chiusa, ma niente affatto smantellata e con i macchinari tenuti in condizioni pienamente operative, è una grave offesa agli operai che l'hanno di fatto costruita e portata avanti fino a questi anni, permettendo alla Fiat di fare miliardi di profitti; un'offesa alla disoccupazione dilagante, soprattutto giovanile, e dimostra un disinteresse vergognoso del padrone e del suo amministratore delegato Marchionne e delle Istituzioni locali a cominciare dalla Regione Siciliana con a capo Crocetta.
Anni di effettivo abbandono e connivenza dei sindacati confederali, che hanno costantemente creato e alimentato una divisione artificiosa tra gli operai, hanno portato alla situazione attuale.


Ciò che importa e deve importare agli operai, è stato detto, è l'urgenza di mettere fine ad una cassa integrazione infinita, con la brutta prospettiva della mobilità, per quelli che ci rientrerebbero, e del licenziamento, e di organizzare una lotta capace di rimettere al centro dell'interesse e dell'attenzione di tutti la condizione degli operai che, riprendendosi la propria capacità di mobilitazione e protagonismo, hanno deciso di convocare una assemblea per giovedì 21 novembre prossimo alle ore 16 presso la nostra sede con l'obiettivo di:
  • informare e convocare altri operai;
  • formare un gruppo stabile e più grande possibile di operai che faccia sentire la propria voce per una riorganizzazione dal basso e combattiva necessaria per affrontare al meglio padroni e istituzioni
  • elaborare una piattaforma di lotta a lunga scadenza
Si tratta di un primo passo, di una sfida importante e, come per tutte le sfide, perché si arrivi all'obbiettivo, ci vuole coraggio e determinazione per non farsi distrarre da chi mantenendoci in questa condizione ostacola in tutti i modi una vera soluzione.


Slai Cobas per il sindacato di classe
Via G. Del Duca 4 Palermo
tel fax 091-20 36 86 – 338.7708110

cobas_slai_palermo@libero.it

pc 16 novembre - Studenti in piazza caricati brutalmente. La repressione non ci fermerà!

...oltre 4000 studenti sono scesi in piazza contro strutture fatiscenti, la TAV, la devastazione dei territori, per il diritto alla casa, per il diritto ad un'istruzione accessibile a tutti, contro un futuro di sfruttamento!
Il corteo partito da P.zza Del Gesù ha proseguito per la provincia con obiettivo l’Assessorato alle Politiche Ambientali. Qui, in avvicinamento al corteo di domani contro il biocidio e gli inceneritori, si è voluta fare un’azione di sanzionamento al palazzo, durante la quale gli studenti hanno subito svariate cariche.
Ancora più grave è che nel momento in cui gli studenti sono stati costretti a rifugiarsi nell'università, la polizia in assetto antisommossa li ha rincorsi anche all’interno della Facoltà di Giurisprudenza dove sono continuate cariche e pestaggi.
Molti sono gli studenti feriti. Due sono stati fermati, portati in questura e successivamente  all'ospedale Loreto Mare di Napoli viste le loro gravi condizioni provocate dalle forti percosse ricevute durante le cariche e durante una vera e propria "caccia all'uomo".
Il corteo, ricompattato, si è diretto poi verso la Questura per chiedere il rilascio dei compagni. Uno è stato rilasciato, l'altro dovrebbe essere rilasciato a breve.
Nonostante la composizione del corteo fosse in prevalenza di studenti di scuole superiori, le rivendicazioni dei manifestanti hanno ricevuto l’unica risposta di sempre: repressione violenta e indistinta. Lo scopo è quello di intimidire e scoraggiare chi prova a manifestare il proprio disagio in una fase di crisi acuta che pesa sempre di più sulle spalle di chi è privato dei servizi e dei diritti che dovrebbero essere, al contrario, gratuiti e garantiti.
Noi non abbiamo paura della loro repressione, per questo domani saremo di nuovo in piazza domani per opporci al biociodio e alla costruzione dell’inceneritore a Giugliano.
Appena verranno liberati i compagni arrestati ci sarà la conferenza stampa al rettorato della Federico II.
TUTTI LIBERI!

pc 16 novembre - dietro ogni aggressione alle donne, dietro ogni violenza e femminicidio c'è sempre un fascista, una mentalità fascista, e dietro ogni mentalità fascista vi è il sistema capitalista che li cova e produce - per questo bisosgna sostenere con forza la lotta delle donne contro stupri e femminicidio 25 novembre sciopero delle donne



Foggia, pestano a sangue due prostitute. Uno degli aggressori è un fascista

Foggia, pestano a sangue due prostitute. Uno degli aggressori è un fascista
Mentre erano in auto sulla Statale 16, nei pressi del deposito della TNT, quattro balordi foggiani, di cui due ancora in corso di identificazione, hanno notato due prostitute romene. A quel punto si sono fermati, sono scesi e le hanno aggredite con spranghe di ferro, piedi di porco e bastoni. Il pestaggio non si è fermato neanche quando una delle due ragazze – di 21 e 22 anni – ha urlato di essere incinta e al quinto mese di gravidanza. Addirittura la ragazza è stata letteralmente trascinata per la strada e buttata nel falò che le due avevano acceso sul bordo della statale per riscaldarsi e richiamare l’attenzione dei clienti. Per fortuna un automobilista di passaggio ha allertato i carabinieri che sono intervenuti ed hanno bloccato due degli aggressori, Matteo Dedda e Vittorio Zingaro, entrambi 24enni, mentre fuggivano a piedi lungo la statale. Altri due sono sfuggiti all’arresto e sono ora ricercati.
Per la stampa locale si tratta ‘solo’ di un gesto di violenza gratuita segno del degrado in cui sarebbe precipitata la città pugliese. Ma a ben guardare uno dei due, Vittorio Zingaro, è un frequentatore di Casa Pound e dei circoli locali dell’estrema destra. Sarà interessante capire le simpatie degli altri aggressori non ancora individuati.

Val Susa. La manifestazione No Tav - cronaca

Val Susa. La manifestazione  No Tav
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h 16.15: la testa del corteo, col trattore e i gonfaloni dei comuni della valle, entra alle porte di Susa.
h 16: il corteo si è riversato in buona parte sulla statale 24 ma la coda sta ancora attraversando il ponte sull'autostrada; il colpo d'occhio dà l'idea di quanto è grossa la partecipazione oggi: un vero fiume in piena.
h 15.30: In questo momento il corteo sta attraversando l'autoporto di Susa teatro di importanti cicli di lotta nel periodo delle trivelle, la testimonianza della militarizzazione è tangibile nella presenza di alcune camionette della polizia che presidiano il piazzale dell'autoporto.
h 15.15: Il corteo passa vicino al presidio Gemma delle Alpi che sorge sui terreni dove secondo i progetti del Tav dovrebbe essere costruita la stazione internazionale di Susa. La valle intera grida forte che la militarizzazione non fa paura!

h 15.05: Non si riesce a vedere dal centro del corteo nè la testa nè la coda del lunghissimo serpentone che sta attraversando le strade di Susa. Il popolo No Tav è presente in massa, dalle famiglie ai giovani e studenti del Komitato Giovani No Tav.
h 15: Irene dei Blocchi Precari Metropolitani dal furgone dello spezzone di lotta per la casa rivendica il legame che unisce la lotta contro gli sfratti e l'emergenza abitativa con la lotta No Tav, contro lo spreco folle di soldi pubblici che questa opera rappresenta.
h 14.45: dallo spezzone di lotta per la casa si rilancia verso l'assedio del 20 novembre a Roma: una sola e grande opera: casa e reddito x tutt*!

h 14.30: dai furgoni viene ricordata la figura di Pasquale e dei tant * compagn* che ci hanno lasciati in questi anni: Carlo Giuliani, Edo e Sole, Raul, Renato, Dax e tanti e tante altre...

14.00 - E' iniziata poco fa, in una splendida giornata di sole (le previsioni casualmente prevedevano invece brutto tempo), la manifestazione No Tav in Val Susa.
13.30 - La polizia non ha mancato di far vedere il suo volto peggiore, gli agenti hanno fermato i pullman che salivano in valle e stanno "video-schedando" tutti. Si tratta di una prassi abbastanza "originale", anche se non è certo la prima volta che viene messa in pratica. Ma mai in modo talmente esplicito e intimidatorio. Manca solo il cartello "poi vi veniamo a cercare a casa...". Naturalmente, nelle perquisizioni non hanno trovato alcuna traccia delle "armi pericolose" che si è soliti attribuire ai movimenti sociali d'opposizione.
Alcune migliaia di persone sono già ora nell'area antistante tra la stazione Fs di Susa e piazza d'Armi.
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Ultima modifica il Sabato, 16 Novembr

pc 16 novembre - LE RAGAZZE/DONNE CATTIVE VANNO DAPPERTUTTO PER DIRE: AVANTI VERSO LO SCIOPERO DELLE DONNE

PALERMO
Le giovani compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario hanno ieri 15 novembre partecipato attivamente al corteo nazionale degli studenti, dei senza casa, dei No muos, dei lavoratori Gesip di Palermo... e hanno distribuito centinaia di volantini dello Sciopero delle donne che si terrà il prossimo 25 novembre anche qui a Palermo. 
Il volantinaggio è stato utile ed interessante perché è stato accolto dalle tantissime studentesse,  giovani donne precarie e disoccupate, con grande entusiasmo; abbiamo spiegato i motivi dell'estrema necessità di uno sciopero totale delle donne che tocchi tutti i settori, dalla scuola a qualsiasi settore di lavoro alle casalinghe; abbiamo ascoltato le esperienze "di donna" che ci hanno raccontato e abbiamo discusso sul perché in quanto donne siamo doppiamente oppresse e sfruttate; abbiamo ricordato che uno sciopero delle donne non si è mai tenuto nel nostro paese ma che è ora di scendere in piazza per prendere in mano la nostra lotta, ribadendo che solo noi, scendendo in piazza, possiamo cambiare tutta la nostra vita. 
Le donne che hanno ricevuto il volantino, entusiaste, hanno giustamente dichiarato che non esiste nessun governo, nessuna istituzione che ci ascolta e che è giusto diffondere l'evento dello sciopero per cercare di essere in tante. Diverse giovani hanno espresso la loro volontà di partecipare allo sciopero ed alcune di esse hanno voluto decine di copie per portarle nel proprio posto di lavoro o a scuola.
Questa iniziativa  è parte integrante della campagna di propaganda dello sciopero che in questa settimana e nella prossima abbiamo organizzato. Organizzeremo altri momenti di propaganda ed informazione: volantinaggi nei centri commerciali, nei mercati ed in centro città e "megafonaggi ambulanti" ed itineranti.
Tutta la vita deve cambiare!
Viva lo sciopero delle donne!
Sabina Mfpr Palermo

MILANO

Ieri a Milano la necessità dello sciopero delle donne è stata portata anche a piazza della Scala  dove si è concluso il corteo dei confederali, sotto il palco del comizio conclusivo di Susanna Camusso. Le lavoratrici hanno accolto a tratti anche con commozione la notizia. Una lavoratrice ci ha raccontato delle umiliazioni -non ultima la riforma delle pensioni della Fornero - che la costringe ad essere in carico ai servizi sociali: "dopo una vita di lavoro, in cui mi sono conquistata una dignità di persona, dopo il licenziamento sono ora a carico dei servizi sociali perchè non ho i requisiti per la pensione nè un lavoro che mi consenta di mantenermi". Anche per questo è lo sciopero delle donne!
Centinaia e centinaia di volantini sono andati letteralmente a ruba, anche in distinzione e critica alla Camusso , che ben abbiamo conosciuto a Milano ai tempi della lotta contro gli attacchi al diritto d'aborto, dalla Camusso usata per fini elettorali e di appoggio al governo di centrosinistra di allora, calpestando la volontà di lotta delle migliaia di donne.
Mercoledì scorso volantinaggio e attacchinaggio alla Statale. Positivi i commenti di tante studentesse che hanno colto la portata di questo sciopero.
Giovanna mfpr Milano 


L'AQUILA

Le lavoratrici del Brico io di L'Aquila aderiscono allo sciopero delle donne del 25 novembre, proclamato dallo Slai Cobas per il sindacato di classe.
Sarà però uno sciopero simbolico, indosseremo braccialetti, foulards rossi e pettorine, attaccheremo  striscioni e drappi rossi fuori dal negozio e faremo un annuncio al microfono.
Sembrerà poco o niente, ma non lo è in un'azienda dove non si è mai scioperato, dove nessuno è sindacalizzato, dove i problemi delle/dei singoli lavoratori non hanno mai incontrato la solidarietà concreta e unitaria delle/dei colleghi, dove non si sono mai tenute assemblee di lavoratrici/lavoratori, dove l'ambiente di lavoro e il sistema che lo determina è profondamente maschilista, dove il sorriso è d'obbligo davanti ai clienti, anche se ti alzano le mani e la voce addosso.
Un'azienda, infine, che si prepara a ridefinire contratti, orari e turni di lavoro in ragione delle esigenze commerciali e non nel rispetto dei tempidi vita e di cura delle donne e apre la porta (forse proprio il 25) a "ispezioni poliziesche", pesa nella libera scelta delle lavoratrici.
Pur se timida quindi, questa scelta va valorizzata nello sforzo che le lavoratrici stanno facendo per uscire il 25 novembre, giorno dello sciopero delle donne, dall"apartheid delle commesse"
Luigia, lavoratrie del BricoIo di L'Aquila 



TARANTOGiovedì scorso le compagne del mfpr si sono recate all'Auchan per far conoscere alle lavoratrici la piattaforma dello sciopero delle donne del 25 novembre.
Arrivate, si decide che due compagne entreranno nell'ipermercato per dare il volantino dello sciopero alle commesse dei negozi della galleria e alle cassiere del supermercato e che una rimanga all'ingresso per darlo alle donne che entrano.
Le lavoratrici mostrano interesse, accolgono bene la proposta di "sciopero delle donne", come una positiva novità che ci vuole! Si lamentano di essere sfruttate in tutti i modi, di non avere diritti a causa anche di contratti farsa, normalmente entrano con contratti di stage, ma fin dal primo giorno lavorano come tutte le altre; di dover lavorare i festivi, dall'8 dicembre si apre il periodo natalizio è per molte praticamente non ci sono più riposi, le aziende non se ne fregano niente dei tuoi problemi con i figli, con la famiglia. Parliamo di fare un'iniziativa di protesta davanti all'Auchan appunto l'8 dicembre, con alcune ci scambiamo i contatti. Altre lavoratrici cassiere dell'Auchan dicono che parleranno con le altre per lo sciopero delle donne e per venire all'iniziativa centrale in piazza Immacolata.
Verso la fine arrivano i vigilanti che cercano di bloccare le compagne dicendo che è vietato volantinare, ma ciò che è peggio è che arrivano a intimorire le commesse a tal punto da farsi consegnare da alcune di loro il volantino, o dicendo di non prenderlo. Un vero e proprio atteggiamento schiavista. Come si permettono di impedire anche che le lavoratrici leggano un volantino! Le aziende non possono e non devono essere padroni anche della vita delle donne!   
Davanti al rifiuto delle compagne di allontanarsi, e al fatto che noi denunciando ad alta voce questo atteggiamento, continuiamo a distribuire il volantino, i vigilanti chiamano la polizia che arriva immediatamente e chiede i documenti alla compagna rimasta a volantinare davanti all'ingresso; un poliziotto con fare arrogante e toni intimidatori la invita a seguirla alla volante dove è costretta a sorbirsi l'indecente e maschilista opinione del poliziotto riguardo alle donne che "...si approfittano delle leggi in loro difesa  per accusare i loro uomini di violenze inesistenti...". 
All'arrivo delle altre compagne agguerrite e incavolate dopo un vivace scambio di parole, i poliziotti si ritirano in buon ordine e continuiamo a dare i volantini alle donne che entrano nel supermercato. 
Decidiamo poi di andare a protestare dal direttore dell 'Auchan, a cui, tra l'altro, nei giorni precedenti era stata inviata l'indizione dello sciopero delle donne; questi è costretto dalla nostra determinazione a riceverci e davanti alle argomentazioni delle compagne sul comportamento vergognosamente antisindacale e per niente democratico tenuto dai vigilanti, viene ridotto ad un imbarazzante silenzio. 
Ce ne andiamo soddisfatte e determinate a ritornare. Convinte più che mai della necessità dello sciopero delle donne e della nostra ribellione a questo sistema fascista, patriarcale, di attacco ai diritti delle lavoratrici, sistema ben rappresentato dal poliziotto arrogante e pronto a reprimere con la repressione ogni  dissenso e ribellione. 
Ma la combattività delle donne si alza forte contro la meschinità dei rappresentanti di questo sistema.
Fiorella, lavoratrice delle pulizie nelle scuole

pc 16 novembre: IL PROLETARIATO NON HA NAZIONE - INTERNAZIONALISMO RIVOLUZIONE!

Sudafrica: i lavoratori assediano le miniere
Ieri pomeriggio centinaia di operai della Amplats, il colosso anglo-americano per l'estrazione del platino in Sudafrica, hanno dato vita a un assedio della miniera. I lavoratori chiedevano che i contratti a tempo determinato venissero convertiti in contratti a tempo indeterminato, in modo da avere un impiego costante. Nonostante il Sudafrica sia un paese ricco di risorse naturali, la disoccupazione affligge un quarto della popolazione. Gli operai si sono trovati alle prime ore del mattino davanti ai cancelli della miniera e in seguito hanno bloccato le strade. La direzione non ha esitato a chiamare la polizia per ristabilire l'ordine e obbligare i lavoratori a cominciare la giornata lavorativa.
Gli agenti si sono presentati in unità massicce e avevano un atteggiamento molto nervoso, sono bastati pochi attimi finché hanno sparato dei colpi d'avvertimento per disperdere il concentramento. In seguito a questa provocazione la rabbia dei lavoratori è esplosa con lanci di pietre contro gli agenti e i camion della miniera.
La giornata di protesta di ieri rientra in un quadro più ampio di mobilitazioni legate al settore estrattivo. Lunedì mattina si è conclusa una protesta durata due giorni alla miniera di Amplats' Dishaba, dove più di 2 mila operai sono scesi nella miniera per contestare la sospensione dal lavoro di un loro compagno. Durante la notte di domenica, la direzione ha deciso di troncare la protesta e ha riportato con la forza i lavoratori in superficie. In seguito, il portavoce della compagnia ha comunicato che non si ha nessuna intenzione a negoziare con gli operai che intraprendono la via delle azioni illegali e a lor dire mettono in pericolo la propria vita e quella degli altri lavoratori, annunciando gravi sanzioni per i fomentatori di tali pratiche (sic!). Queste parole dimostrano ancora una volta il totale menefreghismo e sordità nei confronti delle rivendicazioni portate avanti dagli operai.


pc 16 novembre - Il 25 novembre per la prima volta in Italia lo "sciopero delle donne"!

Uno sciopero contro la guerra di bassa intensità contro le donne, in quanto  donne, fatta di femminicidi e stupri, di uomini che odiano le donne,perpetrati soprattutto nella "sacra famiglia" - in Italia le uccisioni delle
donne stanno diventando una strage delle donne - ogni due giorni una donna muore - peggio che in una guerra vera, e le violenze sessuali grandi e piccole, quotidiane, lo stalking - più di un caso al giorno e spesso si trasforma in omicidio - le molestie sul lavoro, i maltrattamenti delle donne, aumentano e diventano fatti di "ordinaria" oppressione verso le donne.

Uno sciopero delle donne che si estende all'insieme della condizione di doppio sfruttamento e oppressione delle donne da parte di padroni, governo, Stato, Chiesa, che sono la causa di fondo, che creano l'humus, sociale, ideologico, da moderno medioevo in cui maturano i femminicidi contro le donne. Le uccisioni, gli stupri sono il frutto più barbaro di questo putrefatto sistema sociale capitalista

Lo "sciopero delle donne" parte e avrà al centro i posti di lavoro, le operaie, le lavoratrici, ma è giusto parlare di "sciopero totale delle donne", perchè riguarda e chiama tutte le donne proletarie, le studentesse,
le disoccupate, le donne casalinghe dei quartieri, le donne, le compagne in lotta nei movimenti, le immigrate, le femministe, ecc.

E' stata scelta la forma dello "sciopero" per l'intreccio genere e classe che ha la lotta delle donne - perchè tra le donne vi sono le proletarie, che hanno non una ma mille catene da spezzare, ma ci sono anche le borghesi che vogliono solo spazio e potere in questo sistema di sfruttamento e oppressione per la maggioranza; lo "sciopero" per dare un segnale forte,dirompente, di rottura; lo "sciopero" perchè vogliamo una lotta che pesi,
incida concretamente, crei "danni" ai padroni, allo Stato, alla "sacra famiglia": provate voi a stare anche un giorno senza le donne...

Uno sciopero di classe e di genere che vuole denunciare e lottare su tutta la condizione di vita delle donne!

Lo "sciopero delle donne" è un avvenimento "storico" non solo per le donne, ma per l'intera classe proletaria, per il movimento rivoluzionario. Questo sciopero sarà una scintilla che illuminerà il sentiero di lotta di lunga
durata della maggioranza delle donne. E il 25 novembre segna una tappa importante di questo cammino che non può che avere come obiettivo la rivoluzione che per le donne vuol dire "rivoluzione nella rivoluzione", per
rovesciare e trasformare cielo e terra.

Lo "sciopero delle donne" è una parola d'ordine che il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario sta portando avanti da alcuni anni, e che via via, soprattutto negli ultimi mesi e dopo la mobilitazione nazionale fatta dalle compagne del Mfpr il 6 luglio a Roma, ha conquistato consenso e partecipazione.

La sua realizzazione è un avvenimento di impatto, di rottura anche a livello culturale, ideologico.

Perchè lo sciopero delle donne, ponendo una denuncia che riguarda l'insieme delle condizioni della maggioranza delle donne mette in discussione il lavoro e il non lavoro, le discriminazioni che ci sono nei posti di lavoro, il ruolo di oppressione nella famiglia e la famiglia come la vuole questa società borghese, mette in discussione l'idea che si ha delle donne, il ruolo di subordinazione. Cioè vuole mettere in discussione tutto!

Ed è questo che pone e per questo fa paura lo "sciopero delle donne".

Esso non riguarda solo una questione di alcune rivendicazioni, la battaglia delle donne è inevitabilmente a 360°, riguarda il fatto che ci vuole una società totalmente diversa, dei rapporti sociali diversi, dei rapporti
personali diversi; che tutta la vita deve cambiare.

Le donne, in particolare le donne proletarie, quando lottano, portano una carica in più, portano la necessità di una battaglia complessiva, che riportano anche nella vita quotidianità.

Lo sciopero delle donne è per le donne. Serve prima di tutto alle donne, perchè trovino la forza per ribellarsi, per non accettare come inevitabile una condizione di oppressione, subordinazione, il loro ruolo nella famiglia;
per essere una realtà di lotta che preoccupi e faccia paura ai padroni, ai governi, allo Stato, agli uomini che odiano le donne.

Ma lo sciopero delle donne, delle lavoratrici serve anche all'interno della intera classe proletaria; esso vuole essere una battaglia di rottura, che richiede una trasformazione anche all'interno dei lavoratori, dei propri
compagni di lavoro, degli uomini delle organizzazioni rivoluzionarie, comuniste, degli organismi e movimenti di lotta.

In questo senso lo sciopero totale delle donne pone nei fatti la necessità della rivoluzione, in cui le donne siano la forza più determinata.

Movimento Femminista Proletario rivoluzionario
mfpr.naz@gmail.com - Novembre 2013

pc 16 novembre - costruire il Partito nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse

E' nel fuoco dei focolai della rivolta generale che si costruisce il partito della rivoluzione, partito comunista combattente politico d'avanguardia della classe operaia, per un nuovo inizio della guerra popolare prolungata; è nel fuoco della rivolta generale che si conquistano e sviluppano le organizzazioni di massa - sindacato di classe, organismi popolari, organizzazione rivoluzionaria della gioventu (red-block), movimento femminista proletario rivoluzionario, uniti in un fronte unito rivoluzionario.
Ogni altra strada è via pacifica e parlamentare che mai ha dato risultati ai proletari e alle masse popolari, ogni altra organizzazione, comunque si definisca, è dogmatico-revisionista riformista e opportunista.
E' questa la strada dei proletari comunisti che costruiscono il Partito Comunista maoista in Italia. 

pc 16 novembre - Nella crisi i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri - serve la rivolta generale


Padroni, Finanza, Banche e il loro governo negano a tanti disoccupati, precari, in particolare al sud, il lavoro per mantenere dignitosamente la famiglia, e tanti ormai sono senza alcun reddito; dilagano licenziamenti e cassaintegrazione nelle fabbriche, attaccano salari e stipendi dei lavoratori e masse popolari rendendo più cari sanità, scuola, casa, servizi sociali e il costo della vita; la salute e la vita è sempre più a rischio, in fabbrica e in particolare in territori inquinati, come Taranto, dove si fanno decreti solo a favore di Riva e nulla per il lavoro, la sicurezza, la salute; mentre trovano subito soldi per spese militari, navi da guerra, aerei F35 e mentre muoiono nelle nostre acque centinaia di immigrati in fuga da fame e guerra.

Si può accettare tutto questo? Si può fare questa vita?
Noi pensiamo che operai, disoccupati, precari, giovani, donne, masse popolari si debbano ribellare, organizzarsi per difendere le condizioni di vita e lottare per il lavoro e la salute con lo sciopero generale e la rivolta generale.

pc 16 novembre - Filippine: Denunciare le forze armate Usa per l'utilizzo della tragedia al fine di giustificare un aumento del dispiegamento di navi da guerra - PCF

Il governo americano è impegnato nell'interventismo sul disastro, sfruttando lo stato supino delle Filippine dopo il supertifone Haiyan, per giustificare il suo dispiegamento di navi da guerra militari interventiste armate a propulsione nucleare, e di truppe armate nelle Filippine.

COMUNICATO STAMPA
CPP Information Bureau
14 novembre 2013

Denunciare le forze armate Usa per l'utilizzo della tragedia al fine di giustificare un aumento del dispiegamento di navi da guerra - PCF

Il Partito Comunista delle Filippine (PCF) denuncia il governo degli USA per l'utilizzo della grave tragedia umana causata dal recente supertifone Yolanda (nome internazionale Haiyan) al fine di giustificare le operazioni per aumentare ulteriormente la presenza delle sue navi militari da guerra e truppe armate nelle Filippine.

"Il governo degli Stati Uniti è impegnato nell'interventismo sul disastro, sfruttando lo stato supino delle Filippine, dopo che è stato colpito dal supertifone Yolanda, al fine di giustificare il suo dispiegamento di navi militari d'intervento armate a propulsione nucleare e truppe armate
nelle Filippine", ha detto il PCF.

"Il PCF e il popolo filippino denunciano il governo Aquino per la spudorata accoglienza delle truppe militari americane a braccia aperte."

Citando notizie di stampa, il PCF ha sottolineato che gli Stati Uniti hanno schierato nelle Filippine non meno di sei navi da guerra tra cui il fiore all'occhiello degli Stati Uniti, la portaerei USS George Washington, che porta con sé almeno 80 caccia a reazione così come elicotteri da guerra e 5.000 soldati di marina. E sarà accompagnata nelle Filippine dalla USS Antietam, USS Cowpens, USS Mustin, dall'incrociatore con missili guidati USS Lasses, e dalla nave di rifornimento USS Charles Drew. Nel frattempo, anche il governo britannico sta inviando la nave da guerra HMS Daring e un Boeing C -17 da trasporto militare.

Il PCF ha sottolineato inoltre che a parte le navi da guerra che stanno facendo vela da Hong Kong e altri porti, personale armato ed equipaggiamenti degli Stati Uniti erano già posizionati a Manila e in altre parti del paese, indicando la presenza continua di truppe armate statunitensi nella capitale nazionale. Ci sono anche notizie che indicano che le strutture dell'aeroporto di Tacloban sono state prese in consegna dai militari degli Stati Uniti. I militari degli Stati Uniti hanno anche approfittato del disastro al fine di ottenere l'accesso all'aeroporto e al porto marittimo di Mactan che è stato a lungo oggetto di negoziati per la maggiore presenza di rotazione degli Stati Uniti nelle Filippine.

Negli ultimi tre anni da quando ha dichiarato la sua politica dell'"Asia pivot", il governo degli Stati Uniti ha aumentato la sua "presenza di rotazione" in vari paesi della regione Asia - Pacifico, con la conseguente militarizzazione delle dispute territoriali e delle relazioni diplomatiche tra i paesi della regione e in aperta violazione della sovranità territoriale delle Filippine e di altri paesi.

"Il governo degli Stati Uniti sta militarizzando la risposta al disastro nelle Filippine, più o meno allo stesso modo in cui ha militarizzato la risposta al disastro di Haiti colpita dal terremoto del 2010", ha affermato il PCF. La prepotente presenza di truppe armate degli Stati Uniti ad Haiti è stata ampiamente denunciata. Il governo degli Stati Uniti da allora ha mantenuto la sua presenza in Haiti.

"Il popolo filippino cerca e dà il benvenuto al sostegno internazionale di fronte alle terribili devastazioni determinate da Yolanda in un vasto corridoio attraverso le isole filippine" , ha detto il PCF. "Tuttavia, sebbene devastato, il popolo filippino ha conservato il proprio senso di dignità nazionale e continuerà a difendere la propria sovranità contro l'interventismo militare straniero."

"Quello di cui le vittime del disastro hanno bisogno urgentemente sono cibo, acqua e supporto medico, non di navi da guerra degli Stati Uniti che portano razioni di emergenza per giustificare la loro presenza armata nelle acque territoriali delle Filippine", ha sottolineato il PCF. "Se il governo degli Stati Uniti fosse davvero interessato a fornire assistenza ai paesi che hanno sofferto per le calamità, allora dovrebbe aumentare i suoi fondi per le organizzazioni civili che si occupano di dare risposte ai disastri e soccorso d'emergenza, non ad ingrassare le sue forze militari internazionali sfruttando la miseria del popolo per giustificare la loro presenza", ha aggiunto il PCF.




venerdì 15 novembre 2013

pc 15 Novembre- 10.000 studenti in piazza, respinta carica dagli studenti e lavoratori


Oggi  15 Novembre a Palermo si è tenuta la manifestazione di studenti e lavoratori con la parola d'ordine “assediamo i palazzi del potere”.
Il corteo do 10.000 studenti è partito alle 9.30 da Piazza Castelnuovo (politeama) dove già i giovani compagni di proletari comunisti stavano volantinando esprimendo massimo sostegno alla grande giornata di lotta. Aggiungendo inoltre che dopo le due grandi giornate di Roma vogliamo portare avanti la lotta con l'assedio ai palazzi del potere e che la borghesia deve vivere con il nostro fiato sul collo costantemente, anche in solidarietà dei senza casa e contro questo governo dei padroni. In tutto questo molti ragazzi hanno chiesto informazioni sul volantino con curiosità. 

Nel frattempo una nostra compagna distribuiva il volantino MFPR sullo sciopero delle donne del 25 Novembre alle  giovani studentesse, che con molto interesse si sono documentate sulla questione e hanno apprezzato molto a tal punto che, qualche ragazza ne ha voluto più di uno per volantinarlo anche alle loro amiche o compagne.

Al corteo hanno aderito diverse scuole superiori: Meli, Cannizzaro, Regina Margherita, Benedetto Croce, Ipsia Medi e molte altre; i sindacati di base  hanno partecipato al fianco degli studenti boicottando la piazza filo-padronale di cgil-cisl-uil e i loro figliocci dell’udu futuri sindacalisti in carriera. Quest’ultimi ancora una volta confermano la propria natura infame non perdendo tempo a fine mattinata a “prendere le distanze” dagli scontri avvenuti a piazza indipendenza.


Il corteo ha proseguito per Via Ruggero Settimo incontrando i primi celerini schierati davanti alla Mondadori per difendere la libreria che 2 anni addietro ha ospitato la presentazione di un libro fascista, la dura opposizione del movimento antifascista in quell’occasione è ancora viva nei ricordi della questura.
Arrivati al Teatro Massimo piazza dei sindacati confederali, i giovani studenti gridavano gli slogan del tipo: "Chiediamo diritti, ci danno polizia è questa la loro democrazia" o pure per i sindacati confederali "Uil, Cisl, Cgil li pagano i padroni, contro i lavoratori" e anche "siamo tutti antifascisti" e ovviamente gli studenti ripetevano anche la parola “assedio” più volte.
Durante il corteo abbiamo distribuito anche il volantino sull'India in solidarietà agli studenti e docenti arrestati e colpiti dalla repressione perché sostengono la Guerra Popolare nel proprio paese dove la stessa borghesia criminale italiana, si riferisce a esso come “la più grande democrazia del mondo” quando in realtà è uno stato fascista e questi fatti ne sono la conferma. Alcuni studenti hanno appreso con interesse circa la campagna internazionale di solidarietà e si sono resi disponibili per partecipare attivamente ad essa.
Il corteo è passato dalla cattedrale  e dalla questura per poi infine entrare a piazza indipendenza, e arrivati li il corteo si è fermato davanti la regione che era protetta da due camionette della polizia e una dei carabinieri che fino a quel momento era stata in testa al corteo.
Come al solito il Presidente della Regione Crocetta non ha avuto il coraggio di affrontare i veri problemi di questa città, non incontrando tanti studenti che non hanno un futuro davanti a loro e  i lavoratori che sono o disoccupati o precari con stipendi al minimo, e ha lasciato il lavoro sporco ai servi-mercenari della borghesia.
 Infatti dopo un po’ di proteste e di slogan contro la polizia gli studenti,   sono stati caricati a freddo dai celerini. 


La carica è stata breve grazie alla prontezza di studenti e compagni che hanno tenuto la posizione, nella confusione qualche studente è inciampato e una compagna degli Studenti Medi Palermo è stata presa dalla digos che la teneva ferma mentre un “prode” celerino le dava una manganellata in testa.


Mentre la compagna è stata messa dentro la camionetta gli studenti, i compagni e tutti i lavoratori si sono ricompattati e riposizionati davanti la polizia per chiedere il rilascio immediato della compagna, che è avvenuto pochi minuti dopo grazie alla determinazione e alla rabbia degli studenti che hanno protestato con forza con slogan e qualche lancio di pietre verso la polizia.


Dopo un po’ gli studenti si sono spostati all'università per raggiungere una ex copisteria non più attiva che hanno occupato.
Durante il corteo erano arrivate anche notizie che alcuni lavoratori ed esponenti del movimento per la casa e movimento No Muos hanno occupato l'assessorato alla famiglia e l'assessorato all'ambiente.

Andati via gli studenti, ha avuto luogo un'assemblea dei i lavoratori dello Slai Cobas per il Sindacato di Classe tenuta dal segretario provinciale dove è stato spiegato il perché e l'importanza di questa lotta contro questo governo che il denaro l'ha ma lo gestisce a suo piacimento con l'acquisto di armamenti che al popolo non servono a nulla, perché sono armi che userà se il caso la borghesia contro noi proletari e che dobbiamo assediare questi palazzi e cacciare via questi criminali e che siamo legittimati a fare TUTTO in tutti i sensi, per cambiare questo sistema capitalista basato sul profitto e che questa lotta bisogna trasmetterla ai giovani.
Dopo il compagno a spiegato alle donne anche il perché le donne sono tenute a scioperare il 25 novembre elencando i problemi delle donne in questa società: doppio lavoro, doppia oppressione, salari minori, violenza maschile ecc. Per rivoltare come un calzino questa società.

Anche questo 15 di novembre è stato un giorno di lotta molto importante per continuare ciò che abbiamo iniziato a Roma il 18 e il 19 ottobre, e come al solito le istituzioni rispondono con la repressione per paura che un giorno le masse popolari riescano ad abbattere il governo dei padroni criminali, che fa morire di fame tanti proletari e che lascia tante famiglie senza casa.

Di sicuro la lotta non finisce qua e gli studenti Palermitani con i lavoratori si troveranno di nuovo in lotta con la parola d'ordine di assediare i palazzi del potere. Le masse popolari sono stufe e senza lavoro e soprattutto senza un futuro, non ci resta che lottare concretamente fino alla vittoria per cambiare d'avvero in tutto la società e crearne una nuova.

Per il circolo proletari comunisti

Il compagno Salvo




pc 15 novembre - Ilva: il dialogo amoroso tra Archinà-faccendiere di Riva e Vendola contiene anche altro..."I vostri alleati più importanti sono quelli della Fiom"


Vendola ad Archinà "I vostri alleati più importanti sono quelli della Fiom"

L'audio "Archinà/Vendola" contiene anche altro, a parte le risate: l'asse Vendola-Fiom, che poi significa alleanza con RIVA!

FIM E UILM SONO SERVI PREZZOLATI DI PADRON RIVA PRIMA, DI BONDI OGGI
La FIOM è, per così dire, DIVERSA... l'alleato più importante!

pc 15 novembre - ILVA: Vendola se ne deve andare, così come il sindaco di Taranto - ma gli operai non hanno voce e forza per imporre il loro punto di vista di classe


CONDIVIDI !!Redazione di Operai Contro, Vendola fa sapere allo stragista Riva di essere a disposizione. Vendola ride dei tumori degli operai Questa è la registrazione integrale della conversazione fra il presidente […]

Ilva, Vendola ride al telefono con Archinà: «Scena fantastica»


pc 15 novembre - Grande manifestazione studentesca a Palermo, le battaglie sulla casa e NO Muos partecipano

15 novembre a Palermo: 20.000 studenti, NoMuos e senza casa assediano la città

polly
AGGIORNAMENTI:
ORE 12:10 Ricompattatosi il corteo, con la consapevolezza di aver attraversato e costruito una grande giornata di lotta, non solo studentesca ma metropolitana, si sposta in direzione cittadella universitaria per salutare la nuova occupazione della biblioteca autogestita. In questo momento il corteo si sta per sciogliere.
ORE 11:45 Ripetute sono le cariche della polizia, che non riuscendo ad allontanare e disperdere la piazza, effettua un fermo ai danni di una studentessa. La risposta della piazza è immediata, l'attesa e la difesa lasciano il posto alla determinazione e all'assalto, a una camionetta. Parte qualche lancio di pietre: la studentessa è prontamente rilasciata.
ORE 11:40 Mentre in vari punti della città si stanno svolgendo diverse iniziative di lotta, dall'università all'Assessorato territorio e ambiente, passando per l'occupazione dei senza casa, INIZIA L'ASSEDIO A PIAZZA INDIPENDENZA, al palazzo della Presidenza della Regione siciliana. La polizia schierata a protezione del palazzo mantiene davvero per poco la calma difronte a una marea di manifestanti. Parte la prima carica.
ORE 11:30 Dopo settimane intense in città per quanto riguarda la lotta per la casa, il Comitato di lotta "Prendo casa" ha appena occupato l'Assessorato alla famiglia, al lavoro, alle politiche sociali" per protestare contro l'emergenza abitativa che investe tutto il paese e circa 12.000 famiglie nel capoluogo siciliano.
ORE 11:20 Un gruppo di circa una cinquantina di attivisti No muos non poteva e non voleva di certo mancare in questa giornata; a pochi giorni dal riinizio dei lavori per il completamento dell'impianto che stampa e media comunicano in sordina, i no muos occupano l' "Assesssorato regionale al territorio e ambiente".
ORE 11:10 Mentre il corteo di 20.000 studenti (che non si è lasciato scappare l'occasione di contestare il corteo dei sindacati confederali concentrato a piazza Verdi) è appena sfilato davanti alla cattedrale, gli studenti universitari dopo un corteo all'interno della cittadella universitaria occupano uno spazio riconsegnando una biblioteca autogestita agli studenti. Contro gli edifici che cadono a pezzi (vedi il crollo del tetto della facoltà di scienze politiche in Agosto) riappropriamoci degli spazi universitari. L'università è degli studenti!
ORE 10:30 Il corteo concentratosi a piazza Politeama conta la partecipazione di circa 10.000 studenti delle scuole; il corteo non percorre neppure un chilometro in direzione Quattro canti, snodo centrale del centro storico, che le cifre raddoppiano. Siamo circa 20.000!!

Ci siamo; siamo finalmente giunti al 15 novembre. Quella che si preannuncia è una grande giornata di lotta e una grande giornata per il movimento. Di movimento contro l'austerity e per il diritto a casa e reddito intendiamo parlare, o meglio è proprio una composizione e una giornata di movimento che oggi si vuole riprodurre sulla lunga scia di quanto visto su tutto il piano nazionale dalla giornata romana del 19 Ottobre a oggi.
Se in tutta Italia la mobilitazione di quest'oggi ci si presenta prevalentemente come appuntamento studentesco, quello a cui stiamo assistendo nel capoluogo siciliano raccoglie ed estende la necessità di una ricomposizione sociale che in queste giornate possa effettivamente sollevarsi contro chi vuol decidere sulla nostra pelle dai palazzacci del potere. Oggi il dato rilevante speriamo possa essere non solo la partecipazione di migliaia di studenti medi e universitari che stanno scendendo in piazza contro la scuola azienda degli edifici fatiscenti e del caro libri e trasporti e contro la "nuova" università d'élite; non solo la pretesa dei lavoratori delle partecipate comunali di una stabilità lavorativa; non solo la rivendicazione a possedere un tetto nella capitale europea dell'emergenza casa e disoccupazione 2013, e non solo quella dell'imprescindibilità all'autodeterminazione dei territori come nel caso dei no muos; ma ciò che oggi si vuole e si sta portando in piazza è l'idea che in questo paese esista e cominci a lottare, con tutti i limiti di una ricomposizione ancora acerba, un tessuto sociale variegato ed eterogeneo non più disposto a subire l'impoverimento nella e della crisi, che per chi ci governa è sempre più un'occasione invece per ridefinire rapporti di potere e dominio sullo sfruttamento della collettività a lavoro, ormai logori per le contraddizioni del capitalismo e della speculazione finanziaria.
Nel lungo percorso riappropriativo di casa e reddito (in tutte le sue declinazioni e forme) esploso nella giornata romana di Ottobre, questa di oggi non è che una tappa locale, in cui però la sollevazione dei diversi tessuti sociali in piazza sta già paralizzando il traffico e il flusso di merci e persone con le migliaia di studenti che al momento continuano dalle loro scuole a dirigersi con cortei non autorizzati verso quello generale; e una tappa in cui si punta all'assedio dei palazzi del potere.

Centro off limits per lo sciopero generale: cortei degli studenti, tensione in piazza

Centro off limits per lo sciopero generale:
cortei degli studenti, tensione in piazza

Precari, cassintegrati, studenti e dipendenti della formazione professionale sfilano paralizzando il centro. Momenti di tensione con le forze dell'ordine davanti al Palazzo della Regione. Identificati alcuni studenti. Una ragazza del coordinamento avrebbe preso una manganellata, lancio di pietre.
Migliaia di studenti medi stanno manifestando in corteo a Palermo chiedendo libri di testo a costo zero. Dopo che cortei selvaggi, provenienti dalle diverse scuole della città, hanno paralizzato il traffico cittadino confluendo al concentramento di Piazza Politeama, è poi partito il grande corteo del coordinamento "Studenti Medi Palermo". I giovani indossano le maschere di "V" per vendetta. Momenti di tensione e spintoni davanti al Palazzo della Regione dove alcuni studenti in prima fila sono stati accompagnati all'interno di un blindato per l'identificazione. Una di loro, Bianca Giammanco, avrebbe preso una manganellata, lancio di pietre per protesta.

pc 15 novembre - studenti in piazza ovunque - cariche poliziesche a Bologna,Torino, Palermo e Napoli


Studenti in piazza, cariche a Bologna, Torino, Palermo e Napoli Studenti in piazza, cariche a Bologna, Torino, Palermo e Napoli


12.50 - Si è concluso a Pisa il corteo degli studenti che in mattinata si era incrociato con i picchetti del movimento di lotta per la casa. Al termine della manifestazione alcune decine di attivisti hanno occupato un edificio vuoto, l'ex centro per l'impiego.
12.40 - Sono due gli studenti fermati a Napoli durante le cariche nei pressi dell'Assessorato all'Ambiente. Gli studenti si stanno dirigendo verso la Questura per chiederne l'immediato rilascio.
12.30 - Si è sciolto a Palermo il grande corteo studentesco, che era tornato verso la città universitaria dopo le tre violente cariche contro i manifestanti che stavano assediando la sede della Presidenza della Regione Sicilia in piazza Indipendenza. Alle manganellate degli agenti alcuni studenti hanno risposto lanciando pietre. Prima fermata e poi rilasciata una studentessa.

12.20 - A Bologna mentre un corteo di studenti si dirigeva verso la sede della Provincia accolto da dure cariche dei reparti antisommossa della Polizia, un altro spezzone della manifestazione ha attraversato le vie centro per dirigersi verso l'ex Maternità, occupata tre giorni fa. Il corteo ha fatto una sosta in piazza San Francesco, dove sono stati accesi dei fumogeni e dove della vernice è stata tirata contro la sede della Guardia di finanza. Palloncini pieni di vernice azzurra sono stati lanciati anche contro la sede della Deutsche Bank. Musica e slogan contro la legge di Stabilita e i tagli alla scuola. 
12.15 - Dopo le cariche di questa mattina a Bologna, poi a Torino e Palermo, anche a Napoli gli agenti in tenuta antisommossa hanno usato i manganelli contro gli studenti spesso giovanissimi. "Cariche sotto l'assessorato all'ambiente a Napoli! Uno studente fermato! Il corteo si sta ricompattando e non intende fermarsi! Alla vigilia della manifestazione contro il biocidio e del corteo in Val Susa, le risposte delle istituzioni e della repressione hanno il sapore dei manganelli!" (Cau Napoli)
12.10 - "Loro stampano i biglietti, noi saltiamo il tornello". Con questo slogan decine gli studenti hanno protestato a Roma contro l'azienda che gestisce il servizio pubblico, l'Atac, al centro di numerosi scandali e accusata di non garantire la mobilità a studenti e precari.
12.05 - Blitz di alcune decine di studenti e militanti del centro sociale il Cantiere nella sede milanese di Google. Entrati nell'atrio del palazzo di corso Europa che ospita gli uffici del colosso di Mountain View, i ragazzi hanno tracciato scritte sulle pareti con la vernice spray e tappezzato la sede di cartelli che accusano Google di lucrare sulla privacy degli utenti del web.
1delollis12.00 - A Roma il corteo degli studenti medi è partito più di un'ora fa da Piazza della Repubblica, congiungendosi con gli studenti universitari partiti invece da La Sapienza dopo aver sfilato all'interno della città universitaria. Ora la manifestazione ha raggiunto via dei Fori Imperiali con l'intenzione di procedere verso Piazza Venezia e poi il Senato.
11.50 - Anche a Palermo la polizia ha caricato contro un imponente corteo composto da studenti ed attivisti dei movimenti sociali che dopo numerosi blitz e occupazioni di assessorati stava procedendo verso la sede della Regione in Piazza Indipendenza per contestare le politiche della giunta Crocetta!
11.40 - Sono migliaia gli studenti e le studentesse delle scuole medie e delle facoltà universitarie scesi in piazza nel centro di Napoli. Il corteo studentesco è arrivato in Piazza Borsa. "La volontà degli studenti è quella di ricongiungere le varie lotte che, in tutto il Paese, infiammeranno questo fine settimana! Dalla Val susa che scenderà in corteo domani contro Tav e grandi opere al corteo contro il biocidio a Napoli! Gli striscioni esposti non dimenticano di esprimere tutto il nostro dissenso e la nostra rabbia nei confronti dei Cie, delle stragi di stato come quella recente a Lampedusa, degli sgomberi avvenuti in questi giorni da Torino a Palermo. Potete criminalizzarci, provare a reprimerci, ma non a fermarci!" (dal profilo facebook del Cau)
11.30 - A Palermo il corteo è composto non solo da studenti ma anche da attivisti dei movimenti per il diritto all'abitare. Durante il percorso numerosi manifestanti hanno occupato l'assessorato regionale alla famiglia, alle politiche sociali e al lavoro, chiedendo interventi immediati anche del governo regionale sull'emergenza abitativa. Sempre a Palermo universitari in corteo in viale delle Scienze hanno occupato uno spazio abbandonato con l'intenzione di destinarlo a biblioteca autogestita. Poco prima un altro blitz aveva preso di mira l'assessorato regionale al territorio e all'ambiente in via trinacria al grido di 'No Muos'.
11.20 - A Napoli il corteo studentesco si ingrossa. "Siamo ancora in tanti! Il corteo è quasi sotto la sede della Provincia! Gli interventi degli studenti sono chiari e le richieste precise: no a strutture scolastiche fatiscenti, al caro libri, a tasse universitarie sempre più alte, a una scuola e a un'università sempre più di classe!" (dal profilo facebook del Cau) 
1studentetorino11.15 - Anche a Torino il corteo che si stava dirigendo verso la Provincia per protestare contro le condizioni disastrose dell'edilizia scolastica è stato duramente caricato dalla Polizia in assetto antisommossa. Alcuni studenti feriti e contusi (vedi foto).

11.10 - A Brescia invece effettuato un nuovo passaggio di riappropriazione: al grido di "Casa e reddito per tutti!" viene effettuata una nuova occupazione a scopo abitativo nel quartiere del Carmine, occupazione vede il protagonismo di decine di rifugiati dell'Emergenza NordAfrica e del Comitato contro gli sfratti di Brescia e Provincia. In precedenza proprio la sede della Provincia era stata sanzionata con lanci di uova dal corteo, che sta raggiungendo ora l'occupazione (Fonte Infoaut).

11.00 – A Bologna uno dei cortei degli studenti medi (quello promosso dal CAS) si è diretto verso la sede della Provincia al grido di “contro i tagli alle assemblee di istituto, assediamo la Provincia”. All’arrivo sono stati caricati per ben tre volte dalla polizia, si parla di un ragazzo fermato e di 15 feriti. Il corteo si è poi ricompattato chiedendo il rilascio del fermato: avendolo attenuto si è successivamente diretto per le vie del centro ed ha sfilato sui viali che circondano il centro storico di Bologna bloccando il traffico.
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Sit in Blocco studentesco: tensione con la polizia, due fermati

10.50 - Momenti di tensione a Roma nei pressi di Palazzo Valentini. Un centinaio di militanti dell'organizzazione neofascista Blocco studentesco (legata a Casapound) ha tentato di forzare un cordone di polizia per raggiungere il Campidoglio dopo un sit-in in piazza Santi Apostoli. Dopo qualche tafferuglio gli agenti hanno fermato due neofascisti. Nonostante i fermi la manifestazione si è sciolta.

10.30 - Gli studenti tornano in piazza contro i tagli, contro la legge di stabilità, per il diritto allo studio. E lo fanno con piattaforme, linguaggi e metodi di lotta diversi. In piazza ci sono gli studenti aderenti alla Rete degli Studenti Medi, alla Rete della Conoscenza, all’Unione degli Studenti e a Link, al grido di "Change the way - Invertiamo la marcia!", per difendere l'istruzione pubblica, rivendicare il diritto allo studio, il libero accesso al mondo della cultura, gli investimenti per scuole e università. "Pretendiamo che nella legge di stabilità - spiega Federico Del Giudice, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza - si ragioni prima dei diritti delle persone e poi dei vincoli di bilancio imposti dall'UE".
Nonostante la pioggia, poco dopo l'alba a Roma alcune decine di studenti dell’Udu hanno srotolato uno striscione davanti al ministero dell'istruzione e durante la notte sui muri della città hanno appeso "10 domande" al ministro sul diritto allo studio, su come deve essere la scuola e l’università del futuro.
“Avevate promesso politiche per il futuro dei giovani, investimenti in scuole e università, nuovi posti di lavoro e l’uscita dalla Crisi. Tutte menzogne - scrivono gli studenti in un comunicato - Per rispettare i vincoli di bilancio imposti dall’Unione Europea, state svendendo la nostra salute, il nostro patrimonio pubblico, le nostre borse di studio, il nostro welfare. State rendendo invivibili le città e impossibili le vite di migliaia di pendolari, precari, fuorisede. La nostra generazione non è muta, è la politica che è sorda”.“

Ma in piazza oggi in tutta Italia ci sono anche le reti studentesche antagoniste e i collettivi delle scuole, spesso con piattaforme e rivendicazioni assai più radicali rispetto al pur variegato mondo del ‘sindacalismo’ studentesco. E soprattutto consci che la controparte è da inviduare nei meccanismi dell’integrazione europea, nei diktat di Bruxelles e Francoforte, nella troika e nell’Unione Europea (vedi //www.contropiano.org/politica/item/20302-studenti-in-piazza-in-molte-citta)

pc 15 novembre - a Firenze contestati i sindacalisti confederali

CONTESTAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE CONFEDERALE DI FIRENZE

14 Novembre 2013
VE LA FAREMO PAGARE:
CONTESTAZIONE SOTTO IL PALCO CONTRO
L' "INSIGNIFICANTE" VALORE DELLO SCIOPERO

Stamani mattina allo sciopero dei confederali lo spezzone anticapitalista ha contestato pesantemente i sindacati confederali al comizio finale in piazza Ognissanti a Firenze.
Si è consumato, infatti, da parte delle ben note rappresentanze sindacali, un rito inutile, offensivo, una pantomima ridicola. Uno sciopero di quattro ore che rasenta la presa in giro.
Il 40% dei giovani è senza lavoro e la media nazionale dei disoccupati supera il 12% . Due generazioni senza prospettive che hanno fatte proprie certe rinunce oramai come comandamenti: “non desiderare il posto fisso, lo stipendio a fine mese e la pensione”, senza tralasciare il disagio profondo di chi un lavoro non l’ha più.
Se la cifra degli esodati, si aggira a 400.00 è perché ne ha fatto carne di macello l’enorme potere lobbistico esercitato da Confindustria e sindacati che negli anni, hanno alterato, esercitandone l’influenza perniciosa, le relazioni economiche ad uso, consumo e beneficio di determinate categorie a discapito di TUTTI (il prepensionamento ad esempio, è stato il mezzo che ha consentito a Confindustria e sindacati di scaricare su un “terzo pagante” i costi del mantenimento di un particolare sistema di mercato del lavoro e di relazioni industriali. Così infatti si garantiva al lavoratore “protetto” il diritto allo stipendio e alle aziende di esercitare flessibilità, turnover e riduzione del personale).
Per anni abbiamo dunque assistito a questa vergognosa concertazione tra CGIL, CISL E UIL e Confindustria che ha esautorato la classe lavoratrice, vendendola, depredandola dei diritti, delle possibilità, infrangendo le promesse; aizzandola, in una guerra tra poveri tesa a rendere sterile ogni tipo di confronto, dissenso, protesta.
Uno sciopero miserabile dunque ma con velleità generose che si proponeva addirittura di stabilire “quali azioni mettere in campo per sollecitare il Governo a modificare la legge di stabilità”. Il solito gioco delle tre carte pertanto e con quello stesso sistema politico che foraggia le note e triste sigle e che neanche si provano a fingere di contrastare.
Ma la stanchezza, lo sdegno, la rabbia non la puoi tacitare, occultare, minacciare e infatti, nonostante il servizio d'ordine dei sindacati abbia tentato di impedirci l'ingresso in piazza siamo riusciti ad entrare ed arrivare fin sotto il palco per gridare quello che pensavamo del segretario nazionale della UIL che stava tenendo il comizio finale.
Li è nuovamente intervenuto il servizio d'ordine dei confederali che si è frapposto tra il nostro spezzone e il palco per impedirci di parlare ma non ci siamo fermati, la contestazione è continuata in piazza fintanto che non abbiamo deciso di andarcene ricordando a tutti la manifestazione antifascista che sabato pomeriggio ci sarà a Firenze.
resoconto PCL firenze

pc 15 novembre - ASSEDIATO IL COMITATO PROVINCIALE DELL’INPS DI VENEZIA

Cobas Appalti Fincantieri Marghera
15-11-2013

Nella giornata dell’inutile e demagogico scioperetto generale della triplice confederale, questa mattina oltre cinquanta operai dell’Eurocoibenti che sono stati messi in CIGS nel marzo 2012 e in mobilità dal marzo 2013,aderenti sia allo slai Cobas per il sindacato di classe che alla CGIL, una parte dei quali hanno ripreso il lavoro in Fincantieri alle dipendenze della Isolfin, hanno assediato dalle ore 8 alle ore 9,30, gli uffici provinciali dell’INPS di Venezia, in quanto sin da giugno stanno chiedendo invano una dichiarazione da parte dell’INPS che documenti i fondi TFR di ciascuno, presso il Fondo tesoreria dell’INPS.
Dal giugno scorso infatti si è riscontrato che gli importi a Fondo tesoreria dichiarati da Eurocoibenti nelle buste paga del TFR, erano diversi da quelli inviati per telematica all’INPS, che l’INPS ci aveva riscontrato per iscritto.
Sin dal giugno scorso i responsabili dell’INPS di Venezia chiedono a quelli di Palermo, che hanno inizialmente attivato una ispezione negli uffici del dr.Passarello consulente dell’Eurocoibenti (attualmente sotto sequestro giudiziario per l’indagine DDA di aprile 2013), che la Eurocoibenti INDICHI la scelta del fondo tesoreria e gli importi le cui specificazioni sono mancanti all’INPS per gli anni 2007-2008, di ciascun lavoratore.
L’INPS ha aperto i cancelli solo alle 9,30, l’incontro della delegazione di massa degli operai, accompagnati dal coordinatore Paolo Dorigo e dagli RSA del Cobas, è durato sino alle ore 11.
Va detto che su questa questione è stata già avviata una denuncia penale da parte nostra, che è in attesa di decisioni da parte del Procuratore.
I lavoratori hanno avuto le spiegazioni da parte dei  responsabili dell’INPS, i quali si sono impegnati a dare notizie definitive entro la settimana prossima.
Una cinquantina circa dei cento operai dell’Eurocoibenti posti in mobilità a marzo, hanno già consegnato deleghe alla ns.O.S. oltre ad una richiesta collettiva controfirmata, di avere riscontro scritto agli importi depositati.
Lo scandalo delle ruberie agli operai continua.
Ma non finisce qui.


pc 15 novembre - India, un popolo in armi, con tante tantissime donne, guidati dal Partito Comunista dell'India maoista e sostenuti in tutto il mondo dal Comitato internazionale di sostegno alla Guerra popolare in India - a fine mese grandi novità anche in Italia !


Il comunicato programma in corso

Il Comitato Internazionale di sostegno alla Guerra Popolare in India nelle riunione del 21 settembre a Milano ha espresso il suo entusiasta appoggio al documento del compagno Ganapathy per la conferenza Internazionale di Amburgo del 24 novembre 2012: “In alto la bandiera dell’internazionalismo proletario!”.
Si è fatto un bilancio molto positivo del successo della Giornata Internazionale di Azione del 1° luglio 2013 in molti paesi in tutto il mondo e sono state decise nuove azioni:
1. dare la massima diffusione in tutte le lingue possibili e studiare il documento di Ganapathy;
2. lo sviluppo sul piano organizzativo e politico in tutti i paesi dei comitati e coordinamenti nazionali di tutte le forze che sostengono la guerra popolare in India con l’obiettivo di sviluppare campagne prolungate nei prossimi sei mesi, sull’esempio del Mese di Solidarietà indetto dal PC delle Filippine;
- la nascita di un nuovo completo sito web internazionale di informazione e controinformazione mondiale con testi tradotti in inglese e spagnolo e nelle lingue originali, pronto per il 25 novembre 2013;
4. il lancio di una nuova campagna internazionale unificata, che parte il 5 ottobre 2013, contro gli attacchi del governo indiano contro il prof. Saibaba, Students for Resistence, artisti e intellettuali. Questa campagna sarà sviluppata in tutte le università, scuole e tra gli intellettuali in ciascun paese;
5. la programmazione di una nuova Giornata Internazionale in solidarietà coi 4000 prigionieri politici maoisti e di organizzazioni popolari e per la liberazione di alcuni dirigenti maoisti. La data sarà decisa dopo il 25 novembre, previa consultazione internazionale;
6. per il 2014 il Comitato Internazionale svilupperà un lavoro pianificato per una delegazione internazionale in India di militanti solidali, intellettuali, personalità etc. per denunciare e opporso alla Operazione Green Hunt e tutte le forme di repressione contro il popolo indiano in lotta per la rivoluzione di nuova democrazia;
7. decisione più importante: per il 10° anniversario della nascita PCI (Maoista) il Comitato Internazionale di sostegno alla Guerra Popolare in India, insieme a tutti le forze maoiste, rivoluzionarie, antimperialiste organizzerà una Seconda Conferenza Internazionale di sostegno. La convocazione di questa nuova conferenza sarà pubblicata nella primavera 2014.
8. il Comitato Internazionale di sostegno alla Guerra Popolare in India sostiene la lotta di liberazione delle Filippine e partecipa a tutte le iniziative di sostegno. Il comitato sostiene tutte le guerre popolari e lotte armayte antimperialiste nel mondo;
9. il Comitato Internazionale afferma che il miglior sostegno alla guerra popolare in India è fare la rivoluzione di nuova democrazia e proletaria in tutti i paesi;
10. il Comitato Internazionale afferma che l’avanzamento dell’unita internazionale dei partiti e organizzazioni comuniste dà più forza al sostegno alla guerra popolare in India in tutto il mondo.

Lal salaam!

Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India
csgpindia@gmail.com
21 settembre 2013

pc 15 novembre - Fassina il ministro di falsa 'sinistra' ma di vera destra contro il reddito di cittadinanza

FASSINA GETTA LA MASCHERA
Ospite della puntata di giovedì quattordici novembre di Servizio Pubblico - insieme con l'economista Alberto Bagnai, ed il sedicente giornalista Franco Bechis, vicedirettore del giornale cloaca denominata Libero - è il viceministro dell'Economia del governo pro tempore: Stefano Fassina.
La serata scorre abbastanza tranquilla finché il conduttore, Michele Santoro, decide di mandare in onda un pezzo di un comizio di  Grillo: nel corso del filmato il comico genovese propone l'istituzione del reddito di cittadinanza per tutti,...
Al ritorno in studio, interviene Fassino; costui, nel tentativo di bocciare senza appello la proposta fa un'affermazione molto pericolosa: secondo questo personaggio, che viene considerato esponente della 'sinistra del Partito (sedicente) Democratico', si tratterebbe di una proposta sbagliata perché il fatto di avere un reddito minimo garantito renderebbe l'individuo schiavo di questo sistema, mentre "la vera libertà viene dal lavoro".
Nessuno dei presenti in studio si permette di contraddire il sedicente democratico: eppure penso che in molti telespettatori, attenti alle parole usate dagli ospiti del programma, sia corso un brivido lungo la schiena.
"Il lavoro rende liberi" - in lingua tedesca "arbeit macht frei" - era il motto scritto sul cancello all'entrata del campo di sterminio di Auschwitz:.. una fraseologia di estrema destra.
Genova, 15 novembre 2013

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova