sabato 12 ottobre 2013

pc 12 ottobre - a Taranto presidio delle donne contro il femminicidio - Mfpr risponde in piazza alla nuova legge






Riuscita ieri sera l'iniziativa di informazione/organizzazione delle compagne del MFPR di Taranto, fatta in una strada popolare e popolosa della città, con al centro l'avvio della preparazione dello sciopero delle donne del 25 novembre, ma anche la denuncia/controinformazione del decreto sul femminicidio.
Grandi striscioni, cartelli che prendevano tutto un isolato, volantinaggio e banchetto organizzativo. C'è stata molta attenzione.

Il presidio l'abbiamo voluto dedicare a Ilaria (uccisa a Statte (TA) dal fidanzato) e a tutte le donne immigrate, morte per la "strage di Stato" a Lampedusa.

Durante l'iniziativa tante ragazze, tante donne si sono avvicinate al banchetto dove abbiamo raccolto in meno di due ore decine e decine di nominativi di donne, studentesse che hanno lasciato i loro riferimenti perchè
vogliono partecipare alla costruzione a Taranto dello sciopero delle donne, sui posti di lavoro, nelle scuole, nei quartieri - decidendo insieme le varie forme di iniziative.
Molto forte è stata la denuncia che veniva da questa ragazze, donne dello Stato, del governo, della magistratura che nulla fa contro gli assassini, stupratori, ed è responsabile dell'insieme delle condizioni di oppressione delle donne.

Verso la fine del presidio, si è fatta un momento di discussione con le compagne che avevano contribuito al presidio per cominciare a vedere quali posti di lavoro, quale scuole, e quartieri toccare per preparare lo sciopero delle donne, per coinvolgere il maggior numero di lavoratrici, studentesse, casalinghe, ecc., e non per fare iniziative solo di compagne, femministe, già, come si dice, "addette ai lavori".
Per questo ci si è date appuntamento ai primi di novembre.

Le compagne del MFPR di Taranto
12.10.13

pc 12 ottobre - E' FINALMENTE CREPATO QUEL MAIALE DI PRIEBKE!

Finalmente è arrivata una notizia che tutti gli antifascisti attendevano da tempo: il capitano delle Schutzstaffeln Erich Priebke, uno dei peggiori maiali fascisti tedeschi della storia, è crepato.
Aveva cent'anni, il boia schifoso delle Fosse Ardeatine: alla fine della seconda guerra mondiale scappò - grazie ai documenti falsi rilasciatigli dalla curia genovese, all'epoca guidata dal cardinale Giuseppe Siri - in Argentina; visse indisturbato a Bariloche fino al 1994, quando venne 'scovato' (ma non si può credere che per cinquant'anni nessuno abbia mai saputo dove stesse) e portato in Italia per essere processato per crimini di guerra.
Fu condannato all'ergastolo, ma il verme non fece neppure un giorno di galera; anzi: nonostante fosse ufficialmente agli arresti domiciliari, girava indisturbato per Roma - munito persino di scorta pagata dagli italiani - prendendo, con la sua sola presenza in libertà, per il c... milioni di italiani onesti e rispettosi della Costituzione nata dalla guerra di liberazione dal fascismo italiano e da quello tedesco.
Venerdì undici ottobre si è tolto dai coglioni: nessuno lo rimpiangerà.
Genova, 12 ottobre 2013

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova
http://pennatagliente.wordpress.com

pc 12 ottobe - mobilitarsi contro i fascisti a Ravenna

Forza Nuova: «Presto manifestazione
alla moschea». Striscione: indagini Digos

...proletari comunisti: «Mobilitiamoci contro i fascisti»

«Nessun gesto villano ma solo la ferma contrarietà a una cultura e religione con cui non potrà mai esserci reciprocità. Presto manifesteremo davanti alla moschea». Non arretra di un passo Desideria Raggi, responsabile provinciale di Forza Nuova a Ravenna, dopo il blitz nella notte tra il 9 e il 10 ottobre quando sulla recinzione della moschea inaugurata cinque giorni prima è stato appeso lo striscione “Lepanto ce l'ha insegnato, l'Islam va fermato».

Era stato l'architetto iracheno Ahmed Basel, presidente del Centro di cultura e studi islamici della Romagna che ha costruito l'edificio, a definire «atto villano» quello compiuto dalla formazione di estrema destra..

E come spesso accaduto in passato in occasione di altre iniziative rivendicate da Forza Nuova, il clima comincia a scaldarsi. È il circolo dei proletari comunisti di Ravenna a proporre «una mobilitazione dal basso, antifascista, antirazzista, popolare, militante, per fermare queste continue provocazioni che mirano ad aizzare l'odio xenofobo da parte di questa organizzazione neofascista».
Sull'episodio sono in corso accertamenti da parte della Digos che invierà in merito una segnalazione alla procura della Repubblica: al momento non è escluso che possano essere ravvisabili ipotesi di reato.

venerdì 11 ottobre 2013

pc 11 ottobre - Lampedusa tragedia infinita.. si rovescia barcone con 250 migranti: avvistate vittime







Lampedusa, si rovescia barcone con 250 migranti: avvistate vittime

Incidente a 70 miglia dall'isola, sul posto tre unità della Marina che hanno già recuperato alcuni naufraghi. Già avvistate delle vittime. Intanto si aggrava il bilancio dell'incidente della settimana scorsa: sono 328 i corpi recuperati
Un barcone con 250 persone a bordo si è rovesciato al largo di Lampedusa. Il dramma a circa 70 miglia a sud est dell'isola. L'imbarcazione - secondo fonti della Marina Militare - è stata individuata dall'elicottero della nave Lybra, in servizio di perlustrazione nel canale di Sicilia. Sul luogo del naufragio si stanno ora dirigendo la stessa nave Lybra con le altre due unitè Chimera ed Espero.

Le autorità maltesi stanno coordinando i soccorsi e hanno chiesto aiuto anche al comando generale delle Capitanerie di porto in Italia. La Marina militare riferisce di avere già notato delle vittime nella zona del naufragio. Diversi migranti finiti in acqua sono stati recuperati dall'elicottero.

Intanto continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime accertate del naufragio dell'altra settimana. . Sono stati recuperati oggi dai sommozzatori altri cadaveri nei pressi del barcone. E' salito così a 328 il numero dei migranti morti.

pc11 ottobre - manifestazioni studentesche in tutta italia - cariche poliziesche a milano

Una lunga mattinata cominciata con un minuto di silenzio per i morti di Lampedusa e proseguita con scontri, fumogeni e lanci di uova contro le sedi delle banche. Circa 3mila studenti sono scesi in piazza a Milano per chiedere migliori condizioni per gli edifici scolastici. Partito da largo Cairoli, il corteo è arrivato davanti alla sede della Provincia in via Donizetti (blindata per l'occasione), dove i giovani hanno tentato di sfondare il cordone delle forze dell'ordine. Per due volte la testa della manifestazione ha provato a superare gli agenti, venendo sempre respinta dagli scudi (sono partiti anche alcuni colpi di manganello). Pochi minuti dopo, un gruppo si è diviso dal corteo principale e si è diretto alla sede distaccata del ministero dei Trasporti, in via del Vecchio Politecnico, dove una decina di studenti è riuscita a salire ai piani alti e a srotolare uno striscione. L'episodio più violento si è registrato davanti al tribunale: un gruppo di anarchici che si è staccato dal corteo ha gettato due bombe carta. Il corteo principale è arrivato fino in via Melchiorre Gioia, a 200 metri da Palazzo Lombardia: qui i giovani (sia delle superiori sia universitari) si sono fermati davanti a un cordone di polizia e hanno organizzato un'assemblea a chiusura della manifestazione (Luca De Vito)

pc 11 ottobre - le masse popolari della siria e del mondo arabo non possono essere pedine utilizzate deigli imperialisti e dei regimi arabi, assad compreso al loro servizio


Scontro tra Usa e Cina sul petrolio del Medio Oriente

Scontro tra Usa e Cina sul petrolio del Medio Oriente La Cina sta superando gli Stati uniti come principale acquirente di petrolio del Medio Oriente, ed ovviamente le tensioni diplomatiche tra i due giganti aumentano nel quadro di una situazione di scontro nella regione causata dalla crisi siriana e dalle sanzioni occidentali a Teheran, che pure in queste ore gli Stati Uniti si sono detti intenzionati a ridurre in cambio delle aperture da parte del presidente Rohani.
Stando a quanto riportato oggi dal quotidiano statunitense Wall Street Journal, Pechino ha sorpassato Washington come importatore del greggio del golfo Persico ormai diversi anni fa, ma quest'anno diventerà l'acquirente numero uno del petrolio esportato dall'insieme dei paesi aderenti all’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec). Uno sviluppo che ha inasprito le tensioni perché sono ancora le forze armate degli Stati Uniti a “garantire la sicurezza” dei carichi di greggio diretti dal Medio Oriente verso la Cina, in cambio della quale però Pechino rifiuta di sostenere la politica di Obama su Siria e Iran.
Per anni, ricorda oggi rancoroso il Wsj, la Cina e gli altri paesi hanno beneficiato dei miliardi di dollari spesi da Washington per controllare lo Stretto di Hormuz e le altre zone instabili del Medio Oriente, e garantire il traffico mondiale di petrolio. Certo non per fare un favore al gigante asiatico o ad altri paesi emergenti, che anzi Washington guarda sempre con più sospetto. Il problema, hanno riferito alcune fonti al Wsj, è che recentemente Pechino avrebbe chiesto rassicurazioni sulla continuazione di questo impegno da parte di Washington, dal momento che la Cina non disporrebbe della forza militare capace di fare altrettanto. In cambio di questa richiesta – tutta da confermare – l’amministrazione statunitense avrebbe fatto capire ai cinesi che in cambio della protezione militare Washington richiede una maggiore accondiscendenza nei confronti dei suoi obiettivi in Medio Oriente.
Da parte sua, contattato dal Wsj, il ministero degli Esteri di Pechino ha dichiarato in una nota che il traffico petrolifero tra Cina e Medio Oriente è "vantaggioso per entrambe le parti e nel rispetto delle leggi commerciali internazionali", aggiungendo che Pechino punta alla prosperità economica, alla pace e alla stabilità della regione. Al di la di qualche piccolo aggiustamento, Pechino non sembra intenzionata a mutare la propria posizione sul Medio Oriente, che insieme all'attivismo diplomatico e militare russo ha impedito agli Stati Uniti e alla Francia di poter scatenare l'ennesima aggressione militare, questa volta contro la Siria. E i rimbrotti del governo cinese nei confronti dell'amministrazione Obama dei giorni scorsi in merito al disastroso braccio di ferro coi repubblicani sul cosiddetto shutdown dimostra quanto siano cambiate le cose da quando l'amministrazione cinese evitava di esprimere posizioni sulle politiche e le scelte occidentali.

Oltretutto, fanno notare alcuni analisti, i ricatti statunitensi nei confronti della Cina sulla sicurezza del petrolio in Medio Oriente potrebbero avere un effetto boomerang, convincendo Pechino che sia arrivato il momento di dotarsi di un proprio meccanismo di difesa dei convogli che portano il greggio verso l'Asia senza più sottostare al controllo di Washington. E comunque il greggio non necessariamente deve viaggiare per mare, come dimostrano i crescenti progretti per aumentare il flusso di oro nero via terra passando, tra l'altro, per paesi fuori dall'area di influenza statunitense.

pc 11 ottobre - Ravenna: ancora i fasci di FN contro gli immigrati. Striscioni appesi davanti alla Moschea. Basta impunità! Tolleranza zero contro i fascisti e i razzisti e chi li protegge!



I compagni del circolo di proletari comunisti di Ravenna esprimono la propria solidarietà alla comunità islamica di Ravenna colpita dal blitz fascista alla moschea da parte di Forza Nuova che lo ha rivendicato apertamente con comunicati ai giornali.
Allo stesso tempo lanciamo un appello per una mobilitazione dal basso, antifascista, antirazzista, popolare, militante, per fermare queste continue provocazioni che mirano ad aizzare l'odio xenofobo da parte di questa organizzazione neofascista, che gode di un'impunità proprio da parte di quelle stesse istituzioni, in particolare le autorità di pubblica sicurezza, che li hanno protetti nei fatti, le stesse che hanno, invece, attuato provvedimenti repressivi nei confronti degli antifascisti scesi in piazza in occasione di altre iniziative da parte di Forza Nuova (con fermi, fogli di via, avvisi orali da parte della Questura di Ravenna). La stessa solerzia, Questura e Prefettura non l'hanno di certo usata per reprimere gli autori del blitz con manichini insanguinati in occasione della presenza del ministro Kyenge a fine luglio a Cervia oppure gli autori delle teste di maiale lasciate nel cantiere oppure la violenza squadrista nei confronti di giovani antifascisti.
Questa impunità e queste protezioni di cui godono i fascisti vanno fermate e va messa in campo una risposta di piazza.
Ribadiamo la necessità di una mobilitazione antifascista militante in città che dica chiaramente e con i fatti: Tolleranza zero contro i fascisti e razzisti!


circolo proletari comunisti-Ravenna
ravros@libero.it


pc 11 ottobre - LO STATO A DIFESA DEL CONDANNATO BERLUSCONI!

Che a partire dal re Travicello, Napolitano, stanno cercando di evitargli il carcere è giorno per giorno sempre più chiaro. E chiaramente devono criminalizzare l'indignazione e rabbia popolare e condannare chi giustamente si organizza per assediarli e cacciare.
Massima SOLIDARIETA' ai compagni di Torino.
LA VOSTRA REPRESSIONE ALIMENTA LA NOSTRA RIBELLIONE!

proletari comunisti
11 ottobre 2013

Torino. 14 anni per aver contestato Berlusconi
Sono 14 gli anni complessivi a cui oggi (giovedì 10 ottobre, ndr) il tribunale di Torino ha condannato 7 compagni che il 21 marzo 2011, insieme ad un migliaio di persone, assediarono l’hotel super lusso di proprietà della famiglia Ligresti, Hotel Principi di Piemonte, che per l’occasione ospitava un’iniziativa a sostegno del candidato sindaco di centro destra Coppola. L’iniziativa, nata sui social network e rapidamente diffusasi nel tessuto cittadino, prese il nome di No Berlusconi Night,  poiché proprio l’allora Presidente del Consiglio, in piena campagna elettorale, era giunto in visita a Torino per sostenere il candidato della sua coalizione. Berlusconi, in piena fase “bunga bunga” e fresco dell’assenso ai bombardamenti in Libia, si presentò a Torino convinto di animare semplicemente una cena (del costo di 500 euro in su a partecipante... alla faccia della crisi!) per finanziare la campagna elettorale e si ritrovò, invece, una composizione molto variegata di soggetti sociali e politici che contestarono la sua presenza. Una serata in cui la sempre maggiore pressione attorno al cordone sanitario costruito dalla Questura a difesa dell’hotel determinò cariche e tentativi di disperdere la protesta. Se oggi ripensiamo a quella giornata, continuiamo ad esserne soddisfatti. Sarà perché oramai da anni osserviamo magistrati e varie coalizione politiche che si affannano nel far arretrare di qualche posizione Berlusconi (additato da loro come l’unico problema di questo paese altrimenti virtuoso) ma che poi, quando si arriva al dunque, arretrano poiché lo status quo e anche il mantenimento dei loro privilegi sta più a cuore di tutto il resto. Tarantelle fini a se stesse, che tengono col fiato sospeso una buona parte della popolazione per giorni, mesi ed anni,  grazie soprattutto all’animazione fatta dai media di stato, a cui sarebbero preferibili tante contestazioni come quella del 21 marzo 2011, che costrinse Berlusconi e i super imprenditori/finanzieri/faccendieri/uomini da poltrone a starsene chiusi nell’hotel super lusso difesi dalla polizia. Tornando ad oggi,  il tribunale di Torino ha asseverato una realtà ormai incontestabile: il dissenso sociale,in qualsiasi forma, va criminalizzato e perseguitato. Non che non ce ne fossimo accorti, se da parte della magistratura arrivano chiari i segnali di un cambio di rotta, dall’altra anche la determinazione di chi le piazze le vive  è amplificata poiché  tanta è  la voglia di interrompere questo teatrino che costa un caro prezzo ad una fascia troppo ampia di popolazione. Che la magistratura si sia ritagliata un ruolo politico di primo piano in questa fase è oramai indubbio e il prolungato mandato a Caselli che a 72 anni si vede rinnovare  la sua ben pagata posizione a capo della Procura torinese  fino ai 76 ne è il più chiaro esempio. Oggi Giorgio, Ennio, Marco, Anton, Brando, Ismail e Mauri sono condannati da chi si erge a presunto nemico di Berlusconi ma  che se in gioco vede la possibilità di perdere privilegi e potere, allora fa il suo sporco lavoro, dando anche pene spropositate rispetto l’entità del presunto reato. Una classica manifestazione di contestazione ad un premier imbarazzante in un paese in piena crisi economica, dunque, diventa Il mezzo di una condanna esemplare. Per concludere e strappare un sorriso riportiamo il commento di uno degli imputati, colui che ha preso la condanna maggiore ossia 5 anni e 2 mesi : “Anche stanotte dormirò tranquillo, meglio una bella condanna che un bel funerale! Dopotutto,  sono orgoglioso di aver ricevuto una condanna addirittura superiore a quella presa da Berlusconi pochi giorni fa e sabato pomeriggio sarò alla manifestazione contro i razzisti della lega”.
Non saranno i Tribunali e gli inquisitori ad indicare la strada ai movimenti e a tutti coloro che quotidianamente lottano.
da Infoaut


pc 11 ottobre - OPERA STRATEGICA? NO, EXPO 2015 E' UN'OPERA DEL MALAFFARE!

I loschi affari di imprese, Lega Coop, mafia e governo, conditi da contratti ultra precari, non rispetto delle normative su Salute e Sicurezza, devastazione ambientale e ruberie varie, camuffati da pompose parole quali Sviluppo-Superamento della Crisi-Nutrire il Pianeta, imposti con la Repressione e Criminalizzazione di chi si oppone questo è
di seguito un intervento del collettivo di San Precario, del sito stampoantimafioso.it e relativa mappa e infine articolo del Fatto Quotidiano
Lo scorso maggio Manutencoop Facility Management spa, società leader nel settore dei servizi alle imprese, ha vinto l’appalto per la gestione del campo base in uso alle maestranze di Expo 2015. L’appalto, del valore di oltre 4 milioni di euro, riguarda la gestione degli alloggi, pulizia, vigilanza armata e non armata, manutenzione e coordinamento del campo base. Il gruppo Manutencoop, colosso che nel 2012 ha fatturato complessivamente oltre un miliardo di euro e appartenente alla galassia delle cosiddette Coop rosse, oltre a numerose esternalizzazioni di aziende private è presente in modo massiccio anche in appalti di imprese pubbliche. Infatti è presente all’interno degli ospedali, presso diversi comuni con il servizio di raccolta rifiuti e pulizia strade – fino al 2009 era nel capitale sociale di A.Se.R. spa la società che si occupa della raccolta rifiuti nel Comune di Rho –  e si è aggiudicata una buona fetta del maxiappalto per il servizio di pulizia degli edifici scolastici.
Nei mesi scorsi Auchan S.p.a., azienda della grande distribuzione organizzata (GDO) presente in Italia con più di 50 ipermercati, e Manutencoop Facility Management spa hanno concluso un contratto che sancisce l’esternalizzazione, ossia la cessione, del reparto manutenzione finora gestito internamente da Auchan.
Il trasferimento di ramo d’azienda, che in questo caso ha coinvolto 118 lavoratori sparsi nei vari punti vendita della penisola, è una pratica molto usata dalle aziende così da potersi dedicare al core business alleggerendosi dei lavoratori e diminuendo le voci di spesa. Alcuni di questi lavoratori hanno deciso di impugnare la decisione di esternalizzare il reparto manutenzione appogiandosi al Punto San Precario di Rho principalmente per due motivi: in primo luogo, l’operazione risultava poco chiara per via della trasformazione societaria avvenuta a febbraio 2013 con la quale Auchan ha provveduto a spacchettare l’organico creando il gruppo dei 118 addetti interessati con spostamenti di reparto basati su criteri in alcuni casi discrezionali, senza tener conto delle mansioni fino ad allora svolte, e in qualche caso persino punitivi; in secondo luogo, tutta è avvenuto in un contesto di silenzio assoluto, dove Auchan comunicava a mala pena lo stretto necessario, creando un clima di diffidenza e di sfiducia, che ha spinto un gruppo di lavoratori ad attivarsi per chiarire la loro condizione. Molto spesso, infatti, dietro un’esternalizzazione si nasconde la volontà di lasciare a casa i lavoratori. Così è avvenuto, ad esempio, per i lavoratori di Telecom esternalizzati nel 2004 in Manutencoop Private Sector e Solutions s.p.a. per i quali è stata avviata la procedura di mobilità sulla commessa Telecom.
per il gruppo di lavoratori che si sono attivati è cominciato un periodo caratterizzato da contatti, rigorosamente individuali, con i responsabili dell’azienda che chiedevano lumi sulla vertenza, pressioni e intimidazioni per ritirare le azioni legali (“se perdi la causa, Manutencoop potrebbe licenziarti perchè hai dimostrato di non avere fiducia nell’azienda!”), quindi telefonate e convocazioni in sede per colloqui con i loro avvocati, e infine ricatti e trasferimenti temporanei a centinaia di chilometri da casa.
Durante l’attivo dei rappresentati sindacali della Filcams Cgil del 1° ottobre scorso, San Precario ha volantinato le malefatte di Auchan e Manutencoop a tutti i lavoratori presenti. Prima è stata proibita la diffusione del volantino ai delegati e alle delegate presenti all’interno della Camera del Lavoro, con la scusa che il comunicato non era pertinente con l’ordine del giorno, ma la distribuzione poteva essere fatta nel piazzale antistante.
Successivamente neanche il piazzale era più idoneo, poiché proprietà privata della CGIL, e bisognava spostarsi giù dai gradini, sul marciapiede. Insomma, alla Cgil non bisogna fare sapere quanto è cattiva Manutencoop. Del resto, l’accordo sindacale del 23 luglio scorsorelativo al sito Expo crea un sistema di relazioni sindacali agibile solo dalle organizzazioni firmatarie e prevede l’utilizzo indiscriminato e scorretto di apprendisti, stagisti, lavoratori non salariati (o “volontari”) e lavoratori forzati (ossia i carcerati) per i sei mesi del grandeevento.
Questi sono gli effetti del memorandum del 2007 con il quale già allora Cgil Cisl e Uil si impegnavano a mantenere la ‘pace sociale’ nei sei mesi di Expo e nel periodo precedente relativo alla preparazione dell’evento. In sostanza, Manutencoop non si critica se non lo fanno per primi i confederali e comunque non lo fanno perché giocano tutti assieme la stessa partita nella stessa squadra per Expo 2015. I sindacati confederali, quindi, hanno preventivamente attaccato il megafono al chiodo in nome di Expo 2015 a tutto discapito dei diritti dei lavoratori.
Quali conseguenze? Facciamo un’ipotesi prendendo in considerazione un’altra società che lavora all’interno dei cantieri. Se un domani il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza della Mantovani spa volesse denunciare condizioni di lavoro disumane con turni di 12/13 ore al giorno per accelerare i cantieri – si tratta di un’ipotesi – ovviamente con il mancato rispetto della normativa sulla sicurezza sul lavoro (dato che esiste un orario massimo di lavoro che non potrebbe essere superato neanche con un accordo sindacale) e intendesse denunciare questo stato di cose, la ‘docilità sindacale’ di Cgil Cisl Uil porterebbe all’isolamento di questo lavoratore, il quale non potrebbe svolgere il proprio ruolo di rls. E questo perché se si accetta che società come Manutencoop su altri appalti possano fare come vogliono implicitamente lo si accetta anche all’interno dei cantieri di Expo, con buona pace di tutti i vari protocolli per la sicurezza e i diritti dei lavoratori siglati in questi anni. A questo punto, perché non dovrebbero comportarsi nella stessa maniera anche la Mantovani o la CMC? Tanto, Expo 2015 spa non dice nulla perché questa situazione fa il suo gioco e le permette di arrivare puntuale all’appuntamento del 1° maggio 2015, mentre chi dovrebbe dire qualcosa per tutelare i diritti dei lavoratori non dice nulla perché ha firmato degli accordi in cui si legava le mani da solo.

 Aziende, Appalti E Subappalti Di Expo 2015
Articolo di: Sara Manisera and valerioberra il 9 ottobre 2013 in Approfondimenti Commenta
Riportiamo di seguito l’elenco delle aziende titolari di appalti e subappalti di Expo 2015. Cliccando sulle voci delle singole aziende si aprirà una scheda di descrizione. Ad ogni impresa è stato assegnato un colore secondo i propri precedenti giudiziari, dal verde al rosso secondo la gravità dei fatti. La situazione riportata nella tabella e negli articoli ad essa legata è da intendersi aggiornata al 9 ottobre 2013. La redazione è aperta a ricevere ed eventualmente correggere eventuali segnalazioni per qualsiasi errore relativo a persone giuridiche o fisiche citate nel materiale. Le segnalazioni devono essere fatte pervenire all’indirizzo email redazione@stampoantimafioso.it o utilizzando l’apposito modulo nella sezione contatti.
Per ingrandire o rimpicciolire si consiglia di utilizzare la combinazione di tasti ctrl + e ctrl -.
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Expo 2015 sul web i precedenti giudiziari delle aziende appaltatrici
Il sito stampoantimafioso.it ha redatto un elenco delle imprese titolari di appalti e subappalti per i lavori in vista dell'esposizione universale. A ogni società è assegnato un colore - verde, giallo o rosso - in base alla gravità dei suoi guai con la giustizia
Rosso per la Ventura Spa, che si è vista ritirare la certificazione antimafia. Rosso anche per la Ati Tubosider, condannata per avere organizzato un meccanismo anticoncorrenziale. Giallo per la Cmc di Ravenna, sotto inchiesta per turbativa d’asta. Il sito stampoantimafioso.it ha redatto un elenco delle aziende titolari di appalti e subappalti di Expo 2015. A ogni società è assegnato un colore – verde, giallo o rosso – in base alla gravità dei precedenti giudiziari che annovera.
Il progetto di Stampo Antimafioso, di cui è direttore Nando dalla Chiesa, nasce in seno all’Università Statale di Milano. La testata si propone di ”smascherare alcuni luoghi comuni sul fenomeno mafioso, squarciare il velo che ha reso la mafia al nord invisibile per molto tempo sono gli imperativi che guidano le nostre intenzioni”. E in questo senso si muove l’articolo intitolato “Aziende, appalti e subappalti di Expo 2015″: tenere alto il livello di attenzione sulle possibili infiltrazioni della criminalità organizzato in un grande affare come l’esposizione universale che si terrà a Milano.
Tra le aziende appaltatrici, compare la Ventura Spa, che ha ottenuto una concessione di 30 milioni di euro. “Un’informativa interdittiva della prefettura di Milano il 15 gennaio 2013 ha escluso l’azienda messinese dal sito espositivo di Expo 2015 per rischio infiltrazioni mafiose”, si legge nell’articolo. “Sono emerse le frequentazioni con le cosche di Barcellona Pozzo di Gotto per i rapporti segnalati da un collaboratore di giustizia soprattutto a carico di Sebastiano Ventura, 67 anni, fino al 2006 presidente del consiglio d’amministrazione e direttore tecnico della società”. I suoi fratelli sono coinvolti in un’indagine per turbativa d’asta e per questo all’azienda è stato temporaneamente ritirato il certificato antimafia.
Un’altra impresa dagli affari poco limpidi è la Ati Tubosider, del gruppo Gavio. Nel 2012, l’azienda è stata condannata, insieme ad altre sette società, “per aver messo in atto un meccanismo anticoncorrenziale nel mercato delle barriere stradali e autostradali tra il 2003 e il 2007, relative anche a gare pubbliche”: ha dovuto pagare una sanzione di 7 milioni di euro. Non solo. La Tubosider ha versato 110mila ai comitati per l’elezione di Filippo Penati, ex presidente della Provincia di Milano, che vendette il 15% dell’autostrada Milano-Serravalle proprio al gruppo Gavio, un’operazione sulla quale la procura di Monza ha aperto un’inchiesta.


pc 11 ottobre - IL BUE DA DEL CORNUTO ALL'ASINO! LA REGIONE DI MARONI PARTE CIVILE CONTRO IL "COMPARE" FORMIGONI...

La costituzione di parte civile della Regione Lombardia nel procedimento per il cosiddetto scandalo Sanità è l'ennesimo schiaffo sia ai lavoratori degli ospedali, pubblici e privati, e di chi necessita di cure. La Lega mentre sta per attuare i tagli draconiani (in piena continuità con la precedente Giunta formigoniana) cerca di recuperare il malloppo che si erano pappati i "compagni di merende" di CL/Pdl. E' ora che i lavoratori, a partire dallo sciopero del 18 e manifestazione a Roma, si uniscano al di la delle appartenenze per assediare i palazzi del Malaffare e cacciarli a pedate nel culo.

circolo proletari comunisti - Milano

Tangenti sanità lombarda, Regione parte civile contro ex assessore Guarischi
L'inchiesta aveva portato in carcere, lo scorso marzo, anche alcuni imprenditori e l'ex direttore della Padania. Il politico è ritenuto dagli inquirenti il presunto collettore delle mazzette anche per l'ex governatore lombardo Roberto Formigoni
La Regione Lombardia è stata ammessa come parte civile nel processo sulle tangenti nella sanità lombarda. L’inchiesta aveva portato in carcere, lo scorso marzo, l’ex consigliere regionale lombardo, Massimo Gianluca Guarischi, ritenuto dagli inquirenti il presunto collettore delle mazzette anche per l’ex governatore lombardo Roberto Formigoni. Mentre il Celeste è indagato per corruzione e turbativa d’asta in uno stralcio ancora aperto dell’inchiesta, per Guarischi si è aperto il processo a settembre.
Cinque imputati hanno patteggiato la pena la settimana scorsa: i tre imprenditori, Giuseppe Lo Presti (che ha dichiarato che Guarischi gli chiese di comprare regalo per Formigoni) e i figli Salvo Massimiliano e Gianluca, Pierluigi Sbardolini, ex manager dell’ospedale San Paolo di Milano, e Leonardo Boriani, direttore della Padania dal 2006 al 2012. Nell’ambito dei patteggiamenti era stata anche disposta la confisca di una villa in Sardegna del valore di circa 500 mila euro. Il giudice ha inflitto 2 anni e 10 mesi a Giuseppe Lo Presti, 2 anni a Salvo Massimiliano Lo Presti, un anno e 6 mesi a Gianluca Lo Presti, due anni all’ex direttore della ‘Padania’ Leonardo Boriani e due anni e 4 mesi a Pierluigi Sbardolini, ex manager dell’ospedale San Paolo di Milano, anche loro arrestati a marzo.
Nei nuovi atti dell’inchiesta era emerso anche un video nel quale si vede l’ex governatore e attuale senatore del Pdl su ”un gommone” in ”procinto di trainare” sugli ”sci d’acqua” Guarischi, che avrebbe pagato viaggi in Croazia all’allora presidente. Un quadro molto simile, secondo investigatori ed inquirenti, a quello dell’inchiesta sul caso Maugeri che vede Formigoni imputato per associazione per delinquere e corruzione. In quelle indagini gli inquirenti hanno contestato a Formigoni, in cambio di delibere di Giunta favorevoli alla Fondazione Maugeri, viaggi, l’utilizzo di yacht e altri benefit di lusso per circa otto milioni di euro. Nella più recente inchiesta, coordinata dai pm di Milano Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, gli investigatori, invece, avrebbero al momento accertato che Guarischi avrebbe speso circa 65 mila euro per portare in vacanza Formigoni ed altri amici.


pc 11 ottobre - Strage di Lampedusa... riemerge dal mare il corpo di una giovane madre e del suo piccolo appena partorito


GOVERNO, STATO AL SERVIZIO DELLE GUERRE IMPERIALISTE 
PAGHERETE DAVVERO CARO! PAGHERETE DAVVERO TUTTO!
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Lampedusa, ritrovati i corpi di una mamma e del suo bambino attaccato al cordone ombelicale.
Annegava nel travaglio del parto. La nave affondava in fiamme, la gente gridava, l'acqua saliva e lei era straziata dalle doglie. Forse, per la paura e l'impotenza, ha espulso il suo piccolo più in fretta. La mamma che è riemersa oggi dal mare di Lampedusa con il suo neonato ancora legato al cordone ombelicale è morta sul barcone del naufragio regalando la vita alla morte. Quel bambino, che fluttuava nudo ancorato per il pancino alla mamma morta, il mondo non l'ha proprio visto. E' passato dal tepore del liquido amniotico al gelo del mare. Non ha neppure pianto. E così li hanno trovati nella pancia del relitto. Legati l'una all'altro, come era stato per nove mesi e come sarà per sempre. Quando i sommozzatori hanno preso quei due cadaveri e li hanno issati a bordo, il cordone si è spezzato. Bimbi morti in fondo al mare di Lampedusa ce ne sono - ormai si sa - a decine. La cosa peggiore da vedere, dicevano i sommozzatori ogni volta, risalendo dalle loro missioni di aiuto troppo tardivo. Forse non era ancora la peggiore da vedere. Pietro Bartolo, il medico che ha ricevuto in custodia i due corpi e li ha composti in una bara sola nell'hangar-obitorio di Lampedusa, pensa che oltre quella visione non si possa andare. Le vittime accertate sono fino ad ora 289. Il barcone in fondo al mare ne contiene altre. Le più strazianti, le più innocenti. Sono stati i più forti a guadagnare l'uscita più facilmente. I più inermi, i soli, bambini e donne incinte, quelli rimasti indietro. Forse il peggio non è ancora riemerso dal mare...
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pc 11 ottobre - Documento pervenuto a firma del PCP in italiano

Proletari di tutti i paesi , unitevi!

Viva l’85° anniversario del Partito Comunista del Perù !

"Compagni, questo pugno di uomini che siamo qui, a questo piccolo numero di comunisti qui riuniti oggi ... dobbiamo sentire che cosa significa essere membri del Partito Comunista del Perù, membri di un partito che conduce la guerra popolare, membri di un partito che sta creando un nuovo potere, quando tutti dicevano che era impossibile, perché per noi non esiste l’impossibile ... Domani, quale che sia il luogo dove le nostre vite possono terminare, avremo una gloria , tra le altre, perché già essere comunisti è una gloria, avremo la gloria di aver fatto parte del primo Congresso ... "
Sessione inaugurale del Primo Congresso marxista .
Congresso marxista-leninista - maoista , Gonzalo Pensiero .

“La classe, il popolo, le masse, reclamano di sviluppare guerra popolare per conquistare il potere, la chiave qui è che la classe, il proletariato, le masse reclamano di sviluppare la guerra popolare e non possiamo essere sordi al grido delle masse. La classe, il popolo, le masse , richiedono, reclamano, esigono, necessitano la guerra, noi abbiamo avuto il coraggio di chiamarle a rivelarsi, cosa che facciamo oggi e faremo domani e sempre, fino a quando avremo raggiunto la nostra meta, il comunismo. Noi abbiamo avuto il coraggio di sviluppare la guerra popolare, vittorioso, espansivo e minacciosa, e le masse sono sempre più coscienti di questa necessità, non c'è altra necessità al mondo”
Presidente Gonzalo.

In questo 85° anniversario della fondazione del Partito Comunista del Perù, esprimiamo il nostro saluti e riconoscimento al Presidente Gonzalo, capo del Partito e della Rivoluzione, nostra jefatura, ribadiamo il nostro impegno a difenderne la salute e la vita con la guerra popolare, pagando il costo che sarà necessario. Esprimiamo il nostro saluto e subordinazione cosciente e volontaria alla nostra Base di Unità di Partito, fondamento che guida la nostra azione, con il suo triplice contenuto: 1) Ideologia : il marxismo - leninismo-maoismo, Pensiero Gonzalo; 2) il programma comunista; 3) la linea politica generale e il suo centro, la linea militare. Esprimiamo inoltre la nostra subordinazione cosciente e volontaria al Partito Comunista del Perù, avanguardia organizzata del proletariato peruviano, al I Congresso del Partito. Congresso marxista. Congresso marxista-leninista - maoista, pensiero Gonzalo. Al I, II e III Plenum, la cui sintesi magistrale e insuperabile si è plasmata nel vittorioso e audace discorso 24 Settembre 1992 del Presidente Gonzalo, alle decisioni ed eventi successivi ad essi subordinati. In questo che è anche il 25° anniversario del Primo Congresso del Partito, raccogliamo la sfida di incarnare fino in fondo la nostra Base di Unità di Partito e portare avanti la Riorganizzazione Generale, in lotta alla morte contro la linea opportunista di destra revisionista e capitolazioni sta, per mezzo della Guerra che ci porterà a superare il tornante difficile e complesso.
Esprimiamo inoltre la nostra riaffermazione nell'unica via: guerra popolare fino al comunismo! Che nel nostro paese da più di 33 anni rimane contro vento e tempeste, e potenzialmente minacciose si basa sulle eroiche masse del nuovo potere. Salutiamo i militanti, i combattenti e le masse che, nonostante lo squilibrio attuale, persistono e rimangono saldi nei principi e nella linea rossa del Partito, dando battaglia quotidianamente per raggiungere gli obiettivi del partito, in patria e all'estero. Salutiamo l'eroico popolo del Perù e la nuova crescita del movimento popolare e di scioperi, con sempre crescenti giornate di lotta contro il regime fascista, genocida e vendi patria oggi capeggiato da O. Humala (alias capitano Carlos), servo più sfrenato dell’imperialismo principalmente yankee.
Salutiamo il proletariato internazionale, le nazioni oppresse e popoli del mondo che combattono e resistono ai sinistri piani dell'imperialismo, principalmente del gendarme yankee. Yankee go home! Yankee fuori del Medio Oriente ! Viva il popolo arabo! Viva il popolo della Siria! Salutiamo la lotta del movimento comunista internazionale per la formazione di una rinnovata Internazionale Comunista, lo sforzo per la costituzione e ricostituzione di partiti comunisti maoisti militarizzati. Esprimiamo la nostra solidarietà e appoggio alle guerre popolari in India , Turchia e Filippine, che insieme alla Guerra in Perù fanno parte della Nuova Grande Ondata, del fiume rosso che sconfiggerà la Offensiva Generale Controrivoluzionario e la sua creatura, il nuovo revisionismo, le cui teste nero a livello mondiale sono Avakian e Prachanda e, nel nostro paese, la piagnucolante pantegana "Miriam", capo della linea opportunista di destra revisionista e capitolazionista, e il mercenario capitano di ventura Joseph, capo della linea opportunista di sinistra.
Infine esprimiamo la nostra demarcazione e rifiuto del grossolano piano di isolamento, l'infiltrazione e traffico che CIA - SIN hanno montato, l’ "organismo generato" " Base Mantaro Rojo", cercando di fomentare divisioni, disorientamento, confusione e capitolazione nel paese e nel mondo, tergiversando e mentendo sulla reale situazione della jefatura, del partito e della guerra popolare, tutto ciò è servito da base per l’usurpazione della rivista Sol Rojo e del Movimiento Popular Perù. Facciamo appello a depurarci da infiltrati e revisionisti alla pronta riorganizzazione del MPP. Di qui denunciamo chiaramente non esprimono né rappresentano la posizione del Partito Comunista del Perù, ma anzi sono al servizio della Linea Opportunista di Sinistra.
Il nostro partito fu costituito su chiare basi marxiste-leniniste il 7 ottobre 1928 da José Carlos Mariátegui, che diede al partito documenti sostanziali e di programma, dando la sua stessa vita in questo sforzo, lasciando in sospeso il compito del Congresso di Costituzione. Tuttavia, il partito ha subito usurpazioni revisionisti e opportuniste. Abbandonò la linea e la via tracciata da Mariátegui.
Negli anni 40 si iniziano a tenere congressi, il primo, detto di " costituzione" fu guidato dalla linea browderiana della "unità nazionale", dietro il pretesto della lotta contro il fascismo, il secondo e il terza seguirono la stessa scia. Nel 62 si tiene il quarto Congresso, apertamente kruscioviano e revisionista, seguace della via elettorale, che pone " il problemi del fronte come l’essenziale" .
Negli anni 60, il Presidente Gonzalo, a capo della frazione rossa di Ayacucho, assume il compito politico di ricostruzione del partito, assumendo come Base di Unità di partito il "marxismo-leninismo, Pensiero di Mao, linea di Mariátegui e il suo sviluppo” e assumendo la filosofia di lottare e andare contro corrente, da segnalare le lotte condotte contro il revisionismo moderno di Del Prado e soci, contro il liquidazionismo di destra di Paredes e della sua cricca, contro il liquidazionismo di sinistra di "Sergio e i suoi bolscevichi " e contro la linea opportunista destra opposta alla ILA 80.
Avendo il Partito ricostituito, partito di tipo nuovo sotto la guida del Presidente Gonzalo, realizzammo il salto nel ILA-80. L'inizio e lo sviluppo della guerra popolare genereranno l’esercito popolare (oggi Esercito Guerrigliero Popolare, oggi Esercito Popolare di Liberazione) e il Nuovo Potere, attraverso successive e sempre più elevati piani: I - Piano dell’Inizio (maggio-dicembre 1980); II - Piano di espansione (gennaio 1981 - gennaio 1983); III - Piano di Conquistare Basi (maggio 1983 - settembre 1986), IV - Grande piano di sviluppo delle Basi. Piano pilota (dicembre 1986 - maggio 89). Il presidente Mao Tse Tung ci insegna che "tutto nasce dalla canna dei fucili". E cosi nel mezzo della Guerra popolare si realizzato il compito in sospeso del Primo Congresso del Partito. Congresso Marxista. Congresso marxista-leninista - maoista, Gonzalo Pensiero.
Il Congresso è il figlio di due genitori: il Partito e la guerra popolare, quali migliori genitori? Presidente Gonzalo affermò:
" Il Congresso è una vittoria storica che segnerà profondamente per decenni tutto il partito, la guerra popolare e la Rivoluzione mondiale". Pietra miliare vittoriosa e imperitura. E aggiunse : "Che cosa ha reso il Congresso tanto ricco di contenuti da plasmare anni, e anni palpitanti, per il futuro? 1) ha fatto un bilancio e valutato tutto il lungo percorso, l'intera esperienza del partito è stata esaminata più volte. 2) ha stabilito la base di unità del partito, che è il marxismo-leninismo-maoismo, Pensiero Gonzalo, il programma, la Linea politica generale ( ... ) 3) Si ha gettato solide basi per la conquista del potere, e questo è ciò che alcuni compagni temono ".
Nel 1991 il Partito e la guerra popolare hanno raggiunto l'equilibrio strategico, in risposta a ciò, per mantenere il loro sistema nell’Aprile 1992 ci fu il colpo di stato di Fujimori e Montesinos, agente della CIA, con il supporto e la consulenza imperialismo principalmente yankee, per sviluppare la loro Guerra a Bassa Intensità (il Piano Verde 2021, piano fascista 1990-2010- riadattato 2021) per mezzo delle forze armate, instaurando poi un regime fascista, genocida, traditore filo-yankee (Toledo-Garcia) che regge ancor oggi sotto la guida da Humala.
D'altro lato, la via democratica ha iniziato a svolgersi come via popolare di liberazione. Si è avuto il tornante difficile e complesso che impone essenzialmente risolvere il problema della direzione della guerra.
È questo contesto che collochiamo l'emergere e la scissione delle linee revisioniste, prima la linea Opportunista di destra revisionista e capitolazioni sta, che ha propiziato la cattura del Presidente Gonzalo e si è palesata con la bufala degli "accordi di pace", poi la Linea Opportunista di sinistra, che favorì la cattura di Feliciano e si scatenata negli attacchi e le bugie del "Rapporto finale della Commissione Verità e Riconciliazione", queste miserabili, in collusione con SIN – CIA, persistono nei loro piani. La guerra popolare li schiaccerà e cancellerà!
Il Presidente Gonzalo ci ha insegnato : "Il Congresso ci ha dato grandi frutti e prospettive meravigliose nel tempo, prima del Congresso e dopo il Congresso, il Congresso ha deciso la nostra rotta, definendo la linea politica generale; quindi, se si pongono contro la linea si pongono contro il Congresso, e già ne se sono venuti fuori, di quelli che credono ai rinnegato o pagati dall'imperialismo". Quindi questi miserabili negano e rinnegano del Primo Congresso, la base di unità di partito, la linea rossa del Presidente Gonzalo. Può esserci un membro del partito che non si sottopone alla più alta istanza di partito? No, mai. E alla fine la Linea Opportunista di destra revisionista e capitolazioni sta, avendo fallito nel suo tentativo di rovesciare il Primo Congresso, ha ora nel Movadef (organizzazione di fronte) han approvato la sua "nuova linea politica" che presume "nuove condizioni" e si dibatte nelle lotte di gruppi e fazioni del cretinismo parlamentare. Mentre il mercenario Josè e la sua banda ha usurpato il Comitato Regionale Principale e in collusione e conflitto con il Comando Sud degli USA (CIA-forze armate), militarizzano la zona per “combattere i terroristi di Sendero Luminoso" uccidendo compagni e masse e sognando di liquidare la sinistra , utilizzando il terrore bianco contro le masse che ci sostengono.
Popolo peruviano! In questo 85° anniversario del nostro Partito, e 25° anniversario del Primo Congresso, ribadiamo il nostro fermo impegno a impugnare la nostra Base di unità di partito, a portare avanti riorganizzazione generale del Partito, seguendo il cammino dalle campagne alle città, in lotta alla morte contro la linea opportunista di destra revisionista e capitolazionista e la linea opportunista di sinistra, per mezzo della Guerra popolare, per il superamento definitivo del Tornante e dirigersi verso conquista del potere in tutto il paese per stabilire la Repubblica Popolare del Perù, la dittatura del proletariato e raggiungere, attraverso successive rivoluzioni culturali, il comunismo.

VIVA IL PRESIDENTE GONZALO, CAPO DEL PARTITO E DELLA RIVOLUZIONE !
ASSUMERE, DIFENDERE E APPLICARE IL MARXISMO - LENINISMO-MAOISMO, PENSIERO GONZALO, PRINCIPALMENTE PENSIERO GONZALO !
VIVA IL PARTITO COMUNISTA DEL PERU! VIVA L’85° ANNIVERSARIO DELLA SUA COSTITUZIONE!
VIVA IL PRIMO CONGRESSO DEL PARTITO!
VIVA L’INVINCIBILE GUERRA POPOLARE!
VIVA IL MAOISMO! ABBASSO IL REVISIONISMO!

Perù, 7 ott 2013
PARTITO COMUNISTA DEL PERU

pc 10 ottobre - Grillo e Casaleggio cavalcano l'onda razzista della cosiddetta "gente" per difendere apertamente il reato di clandestinità e sconfessano i "loro" senatori che avevano presentato l'emendamento per abolirlo.

 Lo dicono apertamente nel loro blog: “Ieri è passato l’emendamento di due portavoce senatori del MoVimento 5 Stelle sull’abolizione del reato di clandestinità. La loro posizione espressa in Commissione Giustizia è del tutto personale. Non è stata discussa in assemblea con gli altri senatori del M5S, non faceva parte del Programma votato da otto milioni e mezzo di elettori, non è mai stata sottoposta ad alcuna verifica formale all’interno. Non siamo d’accordo sia nel metodo che nel merito. Nel metodo perché un portavoce non può arrogarsi una decisione così importante su un problema molto sentito a livello sociale senza consultarsi con nessuno. Il M5S non è nato per creare dei dottor Stranamore in Parlamento senza controllo. Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità, presente in Paesi molto più civili del nostro, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico. Sostituirsi all’opinione pubblica, alla volontà popolare è la pratica comune dei partiti che vogliono “educare” i cittadini, ma non è la nostra. Il M5S e i cittadini che ne fanno parte e che lo hanno votato sono un’unica entità. Nel merito questo emendamento è un invito agli emigranti dell’Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l’Italia. Il messaggio che riceveranno sarà da loro interpretato nel modo più semplice “La clandestinità non è più un reato“. Lampedusa è al collasso e l’Italia non sta tanto bene. Quanti clandestini siamo in grado di accogliere se un italiano su otto non ha i soldi per mangiare?”.
Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio

E siccome nel programma del M5S non c'è traccia della volontà di abrogare la legge razzista Bossi-Fini -mentre, invece, il giullare posizionava tutto il suo movimento contro il diritto di cittadinanza ai figli degli immigrati (e questo è una delle conferme della natura reazionaria di questo neopartito-azienda)-, con la loro"democrazia virtuale" i veri capi chiariscono, ancora una volta, che chi decide realmente sono il giullare ed il "guru", l'"leletto" grillino può solo proporre.......


"Qualche precisazione sul metodo di relazione tra eletti, iscritti e elettori del M5S per la formulazione di nuove leggi.
1. L'eletto portavoce ha come compito l'attuazione del Programma del M5S
2. In caso di nuove leggi di rilevanza sociale non previste dal Programma, come può essere l'abolizione del reato di clandestinità, queste devono essere prima discusse in assemblea dai proponenti e quindi proposte all'approvazione del M5S attraverso il blog
3. In caso di approvazione, i nuovi punti saranno inseriti nel Programma che sarà sottoposto agli elettori nella successiva consultazione elettorale"

pc 10 ottobre - IMMIGRATI: MA DI COSA SI LAMENTANO ITALIA ED EUROPA?

"La UE, prima potenza economica mondiale ha accolto 41mila rifugiati siriani, mentre il piccolo Libano ne ospita 752mila"
Dati Censis: Nel 2012 sono diminuiti i permessi di soggiorno. Se ogni anno, tra il 2008 e il 2010, il numero superava quota 500mila, nel 2012 si sono fermati a 246.760.

Il commissario Barroso è andato a Lampedusa e al di là delle parole di circostanza, cosa ha lasciato? 30 milioni di euro. Non c'è che dire uno sforzo economico sovrumano...
Letta e lo jettatore Alfano, da parte loro, con grande riluttanza hanno "promesso" di mandare a Lampedusa delle tende per non far dormire immigrati, anche i bambini, fuori al freddo, sui materassi bagnati di pioggia...

IGNOBILI!!

pc 10 ottobre - APPROVATO "PACCHETTO SICUREZZA", OH, SCUSATE: NORME SU FEMMINICIDIO...

Le norme sul femminicidio sono passate alla Camera con 343 voti a favore. In realtà queste sono state ficcate dentro un "pacchetto sicurezza" dove c'è anche: l'esercito in Val Susa, lamilitarizzazione del territorio delle grandi opere, il commissariamento delle Province, norme sui furti di rame e sui Vigili del fuoco, e, all'ultimo momento, anche il risarcimento dello Stato dei danni subiti dalle aziende impegnate nella realizzazione della Tav, colpite da atti vandalici e terroristici.
Già questo dà una precisa impronta alle norme sul femminicidio. Ma anche queste norme, nel merito, non solo, in larga parte, non servono a contrastare la guerra di bassa intensità contro le donne, ma sono in contrasto nella loro filosofia e lo saranno ancora di più nella loro applicazione con quanto ha richiesto e richiede il movimento delle donne.
Per questo, nel ripubblicare un commento fatto quest'estate sul decreto femminicidio, diventa ancora più importante la mobilitazione, la lotta delle donne.
Invitiamo tutte ai due appuntamenti di assemblea nazionale a Roma del 18 (ore 17) e del 19 (ore 10,30) in piazza S. Giovanni per discutere insieme su come far diventare effettivamente forte e non solo testimonianza lo SCIOPERO DELLE DONNE del 25 novembre e sulla continuazione della mobilitazione dopo il 25/11.
MFPR

NORME SU FEMMINICIDIO E STALKING O PACCHETTO SICUREZZA?
Non in nostro nome! Fiducia nello Stato non ne abbiamo. No alla delega
Si alla lotta e all'autorganizzazione delle donne.

Il governo Letta sta facendo un'operazione politica truffaldina (in continuità con operazioni simili fatti dal governo Monti e prima da Berlusconi): il provvedimento, presentato da Alfano e approvato dal consiglio dei ministri come decreto contro femminicidio e stalking, contiene tutta un'altra serie di provvedimenti che non hanno nulla a che vedere con il tema ma hanno invece molto a che vedere con l'ordine, la sicurezza e la repressione di altre manifestazioni.
La cosa più eclatante e grave è l'inserimento di misure di rafforzamento della repressione del movimento No Tav, tra cui vi sono tantissime donne, che prevedono una punizione più severa per “l'accesso abusivo” nei cantieri della Tav; tra l'altro anche una vera provocazione, visto che proprio recentemente le forze dell'ordine nel reprimere e arrestare giovani, donne, compagni/e del movimento No Tav, ha usato anche molestie e pesanti offese sessuali verso una donna arrestata, Marta.
Poi vi sono altre misure, sempre all'insegna di più repressione, più presenza delle forze dell'ordine, tra cui: estendere gli arresti differiti nelle manifestazioni sportive; rafforzare e dare maggiore flessibilità (= più compiti) all'impiego dei militari sui territori; ecc.
Quindi se vogliamo parlare delle norme su 'femminicidio e stalking' innanzitutto pretendiamo la cancellazione dal decreto di tutte le altre norme e non permettiamo che in nome delle donne si impone un pacchetto sicurezza da Stato di polizia e moderno fascismo.
In questi termini respingiamo nettamente questo decreto.
LA FILOSOFIA DI FONDO
Ma dobbiamo dire che anche nelle norme su femminicidio e stalking, la logica generale che le guida è all'insegna del potenziamento del ruolo di controllo dello Stato – d'altra parte come potrebbe essere diversamente con un Ministro degli Interni come Alfano, uomo di punta di Berlusconi accusato e condannato  anche per sfruttamento della prostituzione e “utilizzatore finale”, e che ha recentemente chiamato come sua collaboratrice proprio in materia di donne Isabella Rauti, fascista, antiabortista? Questo decreto crea un clima e una politica non di difesa e aumento dei diritti da parte delle donne, non di rispetto per le scelte, la vita, l'autodeterminazione delle donne, non di più libertà, ma di messa sotto controllo e “tutela” delle donne, quindi di minore libertà. Questo rende questo decreto - al di là di singole misure che in parte già erano presenti ma inapplicate, in parte sono inevitabili di fronte a un'emergenza oggettiva – non accettabile anche dal movimento delle donne.
Nella mobilitazione nazionale del 6 luglio a Roma le donne hanno detto: “NO all'intensificazione della presenza/controllo di Forze dell'ordine: polizia, carabinieri, ecc. nelle città, nelle strade – non vogliamo che gli stessi che contro i movimenti sociali, nelle carceri, nei Cie, usano anche stupri e molestie, offese sessuali contro le donne, che ci manganellano nelle lotte, siano messi a “difenderci”; NO a Task force che alimentano un clima securitario, di controllo sociale nelle città che si traduce in minore libertà, meno diritti per le donne; NO alla trasformazione dei processi per stupro in atti d’accusa e indagine sulla “morale” delle donne; NO a consultori o centri confessionali trasformati in luoghi di controllo/repressione delle scelte delle donne...”.
“Uno Stato, che sempre più fa una giustizia sostanzialmente pro-stupratori e ha forze dell'ordine strutturalmente impregnate di maschilismo, fascismo e sessismo e in caso di immigrate anche razzismo, non può difendere le donne! Governi di centro destra come di centro sinistra che continuano ad attaccare le condizioni di vita e di lavoro della maggioranza delle donne, non possono difendere le donne da femminicidi e dagli stupri!”
E, sarà una mera coincidenza, ma proprio negli stessi giorni in cui il governo ha approvato queste norme contro femminicidi e stalking, il Tribunale de L'Aquila ha concesso la libertà di uscire per lavoro (dopo già la condanna vergognosa degli arresti domiciliari) all'ex militare Tuccia stupratore e quasi assassino di “Rosa”.
NEL MERITO
Pur considerando, e su questo sono le donne che lo hanno per prima e sempre denunciato, che le violenze, i femminicidi avvengono soprattutto in famiglia o nelle relazioni personali, questo decreto introduce, oltre l'aggravante se l'autore della violenza è il coniuge anche se separato o divorziato o il partner pure se non convivente, altre aggravanti - se alla violenza assiste un minore di 18 anni o se la donna è incinta – che guardano non alla gravità del reato nei confronti della donna ma di fatto al ruolo delle donne nella famiglia, derubricando oggettivamente le violenze sessuali in tutti gli altri ambiti (posti di lavoro, “strade”, carceri, ecc.) e per le altre donne non inquadrabili nel sistema famiglia – guarda caso, ma, per esempio, queste norme parlano poco di “stupri”.
Altre misure sono necessarie, come: le forze di polizia potranno buttare fuori di casa, con urgenza, il coniuge violento, impedendogli di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla donna; l'arresto obbligatorio in flagranza per maltrattamenti contro familiari e conviventi o per stalking; la corsia preferenziale; il gratuito patrocinio; la protezione dei testimoni; la procedibilità anche su denuncia di terzi; il permesso di soggiorno per motivi umanitari ai cittadini stranieri che subiscano violenze di questo tipo.
MA SU QUESTO LE DONNE NON POSSONO AVERE FIDUCIA E DELEGARE ALLO STATO.
Già ora alcune misure utili vi erano, ma gestite da questo Stato, dalle forze dell'ordine, da questa Magistratura, da centri antiviolenza istituzionali o non vengono applicate o diventano anch'esse strumenti di violenza della volontà delle donne – vedi l'andamento dei processi.
Le donne vengono considerate come “vittime” al massimo da “tutelare” e non come soggetti attivi, principali nella battaglia contro femminicidi e stupri; anzi quando lo sono, con le lotte, le si vuole riportare ad una condizione di “delega” alle istituzioni o le si reprime. Si vuole soffocare, impedire il protagonismo delle donne, la ribellione delle donne, e nascondere che “gli uomini che odiano le donne” sono una reazione oggi anche al fatto che le donne, in quanto donne, vogliano decidere della propria vita.
Quindi, anche là dove, si vogliono introdurre norme utili, SENZA LA LOTTA E L'AUTORGANIZZAZIONE DELLE DONNE, diventano inutili e anche controproducenti.
Per noi donne, anche alcune rivendicazioni necessarie che vogliamo strappare subito o sono gestite e interne alla necessaria “guerra delle donne” contro la “guerra di bassa intensità” che subiamo continuamente, o ci si ritorcono contro.
Solo la lotta delle donne contro “gli uomini, i governi, gli Stati che odiano le donne”, solo l'autorganizzazione delle donne, solo l'unità, la solidarietà delle donne, possono essere una diga contro femminicidi e stupri, possono essere una forza che “fa paura” e esercita, utilizzando anche un'azione diretta, una sorta di “contropotere”.
Tornando alle norme. In alcuni casi vogliono toccare solo alcuni aspetti, ma volutamente restano in superficie, vedi la questione dei processi, in cui si parla di “corsia preferenziale” ma nulla si dice su come vengono svolte le udienze, sulla doppia violenza che vi devono subire le donne, e soprattutto nulla si dice per impedire le scandalose condanne anche di questi ultimi mesi, non considerando esplicitamente le violenze sessuali contro le donne tra i reati più gravi.
In altri casi, la “tutela” diventa uno strumento di oppressione, vedi il divieto del ritiro della querela, che potrà avere come risultato la rinuncia delle donne a farla.
Nel decreto si parla, poi, di potenziare i centri antiviolenza e i servizi di assistenza, formare gli operatori.
Questo nel momento in cui si tagliano le risorse ai centri autogestiti direttamente da associazioni di donne, fa capire, lì dove dalla parole, per ora generiche, si passasse ai fatti, che verrebbero incrementati e finanziati solo i centri istituzionali.
Infine il governo, andando indietro anche alla stessa Convenzione di Istanbul, nulla dice contro le discriminazioni, oppressioni, contro le condizioni di vita che sono alla base delle violenze sessuali e femminicidi.
Il 6 luglio noi abbiamo parlato di: lavoro per tutte le donne; reddito minimo garantito a tutte le donne perchè la dipendenza economica non sia di ostacolo alla rottura di legami familiari; trasformazione a tempo indeterminato dei contratti precari; pari salario a pari lavoro; nessuna persecuzione delle prostitute, diritti di tutte ai servizi sociali e al reddito minimo garantito; divieto di indagine su condizione matrimoniale, di maternità, di orientamento sessuale, per assunzioni o licenziamenti; diritto di cittadinanza e uguali diritti lavorativi, salariali e normativi per le donne immigrate; riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario – abbassamento dell’età pensionabile delle donne, come riconoscimento del doppio lavoro; accesso gratuito per le donne ai servizi sanitari e sociali; socializzazione/gratuità dei servizi domestici essenziali: asili, sanità, servizi di assistenza per anziani; “case” delle donne autogestite, ecc.
Su questo non solo Letta come gli altri che lo hanno preceduto non dice niente, ma i governi sono direttamente responsabili della condizione di doppio sfruttamento e oppressione delle donne.
PER TUTTO QUESTO, QUESTO DECRETO NON SOLO NON DEVE FERMARE, MA DA PIU' RAGIONE A QUANTO ABBIAMO DETTO NELLA MOBILITAZIONE DEL 6 LUGLIO A ROMA:
NON VOGLIAMO DELEGARE, NON ABBIAMO FIDUCIA IN QUESTO STATO.
RIBELLIONE, LOTTA, AUTORGANIZZAZIONE DELLE DONNE.
PER UNA RIVOLUZIONE DI CLASSE E DI GENERE CHE SPAZZI VIA QUESTO SISTEMA SOCIALE CHE E' LA CAUSA NON LA SOLUZIONE DELLA CONDIZIONE DELLE DONNE.
CONTINUIAMO A LAVORARE SEMPRE PIÙ PER UNA GROSSA MANIFESTAZIONE A ROMA IN AUTUNNO E PER LO SCIOPERO DELLE DONNE CONTRO GLI UOMINI, I GOVERNI, I PADRONI, GLI STATI CHE ODIANO LE DONNE.
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario