La
situazione all'Ilva. Intervista del blog Tarantocontro a 3 operai
dell'Ilva – di cui due dello Slai cobas Ilva.
Tarantocontro
- Quanti operai sono attualmente in cigs?
Andrea
(del rep. Ofe-Lem, dello Slai cobas Ilva) - La cifra complessiva che
l'Ilva ha annunciato non corrisponde al numero di operai che sta
materialmente in cassintegrazione; una parte sta facendo lo
smaltimento ferie.
Nel
mio reparto, Ofe-Lem, gli operai in ferie forzate attualmente sono 10
su 60 per 15 giorni. Andranno poi altri operai. Chi ha più ferie va
prima. Ora toccherà a me.
La
cassintegrazione e le ferie forzate interessano l'area a freddo.
Nell'area a caldo invece stanno lavorando a pieno ritmo, per esempio
ai Parchi minerali.
Nell'area
a caldo si lavora fino alla produzione di bramme, dopo ci sono i vari
laminatoi; è possibile che le bramme prodotte le stiano stivando,
dato che, ripeto, nell'area a freddo l'attività è ridotta.
Nel
tuo reparto l'attività lavorativa com'è?
Andrea - E'
ridottissima, andiamo ad elemosinare sugli impianti il lavoro per
manutenzione elettrica programmata. La sera si programma il lavoro
per il giorno dopo. Oggi, ad esempio la mia squadra è andata ai
parchi a fare due interruttori e poi c'è stato un intervento
all'area 12. Altre squadre, come la manutenzione elettrica binari,
hanno più lavoro.
Abbiamo
saputo della protesta di operai del TNA1, avvenuta l'altro giorno, ci
racconti cosa è successo.
Antonio
(del TNA1) - In più di 50 lavoratori del TNA1 siamo andati alla
direzione Ilva perchè noi stiamo da mesi sempre in cig, per chiedere
di farci tornare a lavorare, come stanno facendo gli operai del TNA2,
o di ricollocarci in altri reparti come è successo l'anno scorso in
cui l'azienda ci ha trasferito in in acciaieria, ome-mua, batteria.
Quanti
sono gli operai del TNA1 in cigo?
Antonio
- 370 tra TNA1 e arena combinata, abbiamo finito le ferie, ci hanno
anticipato anche le ferie del 2013, dal 31 dicembre hanno fatto
partire la cassintegrazione. Ci hanno confermato la cig fino al 2
marzo.
Perché
gli operai del TNA1 sono stati messi in cig, mentre il TNA2 lavora?
Antonio
- Noi facciamo lo stesso lavoro degli operai del TNA2 che invece
stanno lavorando. La differenza è che il TNA2 avendo impianti più
ampi del TNA1 può trasportare sia i suoi coils che i nostri. In
questo periodo il TNA2 sta prendendo sia le bramme dell'acciaieria 2
che quelle dell'acciaieria 1 che normalmente vengono prese dal TNA1
Come
operai possiamo fare anche noi il lavoro del TNA2, come capacità di
impianti, no. Al TNA1 le bramme sono sequestrate, mentre al TNA2, no.
Piero
(del rep. Acciaieria 1, dello slai cobas Ilva) – Le condizioni di
trattamento devono essere uguali per tutti. Se metti in cig sempre
gli stessi vuol dire che li stai già destinando alla mobilità.
L'azienda poi deve ancora dimostrare che questa cig era necessaria,
visto che non ha avuto neanche la firma della Fiom.
Noi
dell'acciaieria 1 continuiamo a lavorare anche se le colate si sono
un pò ridotte, ora ne facciamo 10/12, ma a volte anche 7/9, rispetto
alle 18, perchè sta arrivando poca ghisa. Mentre all'Acciaieria 2
arriva più ghisa, dato che l'Afo 4 e l'Afo 5 sono più vicini.
Le
bramme dell’Acciaieria che prima le prendeva il TNA1, ora le prende
il TNA2. Dobbiamo poi dire che, siccome l’area Batteria è sotto
sequestro, l’Acciaieria è sotto sequestro, ecc., il TNA2 sta
facendo nei fatti il lavoro su bramme sequestrate.
Antonio
– L’azienda dovrebbe presentare un piano vero, dicendo ora si
ferma questo impianto e poi riprende in questi tempi, poi un altro, e
così via. Invece non viene detto nulla.
Per
giunta sta arrivando ad alcuni di noi operai del TNA1 una lettera
dell’INPS, per il tramite dell'Ilva, di "Dichiarazione di
immediata disponibilità ad un percorso di riqualificazione
professionale e all'adesione di una proposta di lavoro congruo",
che noi dobbiamo riconsegnare firmata all'Ufficio personale Ilva. Che
significa? La cosa è preoccupante, è la prima volta che succede.
Piero
– L’azienda dice che c'è crisi – non ha dato neanche i
panettoni a Natale – ma, allora, non dovrebbe dare i premi in soldi
ai capi turno, di 1000 euro a testa, e ai capi area.
Nello
stesso tempo, la maggiorparte degli operai, a cui erano stati
bloccati i tesserini a fine novembre e che avevano avuto la promessa
da Buffo il 27 novembre che quella settimana di fermata sarebbe stata
comunque pagata, non ha ricevuto niente per quei giorni.
La
Procura ha deciso di aprire un conflitto di potere col governo sul
decreto per l'AIA. L'Ilva sta usando questo per parlare di rischio
stipendi. Come è la situazione?
Andrea - Per
quello di dicembre lo stipendio è garantito, anzi l'azienda ha fatto
sapere che lo pagherà il giorno prima, venerdì 11, per "scusarsi"
del ritardo della 13°. Per il prossimo mese invece c'è incertezza.
Che
clima c'è in fabbrica?
Andrea - Tra
gli operai c'è ancora paura perchè non si sa come va a finire. Ci
sono lamentele verso i sindacati confederali, ma ora più per la
gestione delle ferie forzate. I capi sono diventati delle pecorelle,
e rispetto a mesi fa ora si fanno meno sentire.
Sul
fronte sindacale com’è la situazione tra gli operai?
Piero
– devo dire che, purtroppo, nonostante tutto quello che c’è
stato in questi mesi in cui è venuto fuori anche che i sindacati
confederali sono implicati nelle intercettazioni, io vedo rifare
tessere con la Uilm. Manca la cultura dell'operaio di dire ora basta!
Io protesto. Certo, spesso le reiscrizioni ai sindacati confederali,
soprattutto Uilm, sono legate a questioni individuali che hanno gli
operai e che la Uilm risolve. Ma questo non va bene. Per avere la
forza, lo slai cobas deve avere le tessere, perchè il sindacato deve
sapere su quanti contare. I lavoratori si nascondono dietro un dito,
dicono: io mi faccio la tessera, ma poi non partecipano e invece
vogliono anche essere “coperti” anche per comportamenti
sbagliati, e sanno che lo slai cobas questo non lo fa.
L'altro
giorno mentre voi del TNA1 stavate alla direzione sono arrivati i
delegati di fiom e uilm, che cosa vi hanno detto?
Antonio
- Niente, invece si sono presentati anche due della Digos. Noi
volevamo parlare con il direttore dell’Ilva Buffo o qualcun altro
della Direzione, ma i delegati hanno detto che non c'era nessuno.
Piero
- Nel reparto TNA1, mentre gli operai stavano a casa, i lavoratori
delle pulizie continuavano a lavorare; a fronte della iniziativa
degli operai del TNA1, i delegati sindacali hanno parlato con il capo
reparto, e questi ha mandato a casa anche quelli delle pulizie. Alla
fine, quindi, l’intervento dei delegati di Fiom e Uilm, invece che
far rientrare gli operai del TNA1 è servito solo a mettere in cig
anche gli operai delle pulizie.
Alla
fine cosa avete deciso?
Antonio
- I delegati sindacali ci hanno detto di andare a gruppi alla
Prefettura, noi, invece, lunedì prossimo vogliamo tornare alla
Direzione dell’Ilva, l’appuntamento è alle 9.
Noi
chiediamo allo Slai cobas Ilva di venire lunedì e di sostenerci.
Sicuramente
lo Slai cobas Ilva verrà e sosterrà qualsiasi azione
voi vogliate fare, ma la direzione aziendale non li vorrà incontrare
perché non riconosce organizzazioni sindacali alternative ai
confederali e il diritto/libertà dei lavoratori di scegliersi la
loro organizzazione. Cosa fare? Il 27 novembre, i lavoratori
entrarono in massa nello stabilimento e andarono alla Direzione e
così imposero al Direttore Buffo di scendere a parlare con tutti.
Ora servirebbe un’iniziativa simile per costringere i responsabili
dell’Ilva anche questa volta a scendere loro giù per incontrare
gli operai del TNA1 e chi li rappresenta.
Piero
– L’azienda non vuole parlare con noi dello Slai cobas, con
l’Usb, e tra un pò non vorrà incontrare neanche la Fiom. Ma
questo non è giusto.
Lo
Slai cobas vuole riprendere l'attività sollevando anche altre
questioni (accordo cambio tuta, livelli, sicurezza). Il 17 è vi sarà
la prima udienza per il cambio tuta. Ci sarà un comunicato
informativo ai lavoratori?
Andrea
- Si, facciamo un comunicato alla fabbrica, perchè gli operai mi
chiedono sulle cause che stiamo facendo sul cambio tuta. Alcuni sono
rassegnati perchè dicono che ormai vi è stato l'accordo e loro
hanno già preso i soldi. Ma se i ricorsi vanno avanti e si vince
sarebbe un segnale importante.
Altra
questione che si avvicina è il problema del rinnovo delle RSU, che
dovrebbe essere intorno a maggio. Lo Slai cobas intende proporre,
innanzitutto a Usb e ad operai che fanno riferimento al Comitato
Liberi e Pensanti una lista unica per le prossime elezioni, in modo
che le diverse aree di operai più combattivi si presentino unite.
L'idea è di associare non tanto e non solo le sigle e organizzazioni
di appartenenza, ma gli operai.
Andrea
- Sono daccordo. E' bene fare una proposta pubblica agli operai in
questo senso.
Piero
– Anch'io sono d’accordo. Facciamo la proposta, e cominciamo a
parlare con il rappresentante dell’Usb.
Ma
per fare avanzare questa proposta non è meglio che gli operai si
parlino tra di loro e si realizzi una riunione?
Andrea
- Per quanto riguarda le riunioni, fuori dall'Ilva fuori dall'orario
lavorativo, è difficile che gli operai vengano. Possiamo farla
all'uscita delle 16 ad una portineria, anche se parteciperanno
all'inizio pochi.
Lanciamo
la proposta per prendere accordi, poi essa deve essere gestita dagli
operai. Rimuovendo gli ostacoli che possono venire da l'Usb che può
volere fare solo una propria lista e dagli operai del Comitato Liberi
e pensanti, il Comitato ora come ora fa un discorso contro i
sindacati tout court.
C'è
un pò di tempo per discutere, e ci dobbiamo impegnare.
Se
non si realizzasse questa lista unitaria, diremmo agli operai perchè
e a causa di chi non c'è stato l'accordo. E noi dello Slai cobas
faremmo una lista nostra. Dobbiamo evitare, come in altre volte e su
altre questioni - sicurezza, cambio tuta, raccolta firma per
anticipare le elezioni Rsu, ecc. - che noi facciamo il lavoro,
spianiamo la strada e poi se ne avvantaggiano gli altri.
La
lista unitaria può essere attrattiva anche per tutti i dissidenti
interni ai sindacati confederali, soprattutto nella fiom, che non
vogliono già iscriversi a un sindacato alternativo?
Andrea
- La lista alternativa è nell'interesse degli operai dell'Ilva. Se
necessario, creeremo una condizione di “mediazione”. Da soli
anche l'Usb non riuscirebbe, perchè vi è ancora la concezione tra i
lavoratori è del delegato sindacale riconosciuto e tutelato, e
questo l'azienda finora lo garantisce solo a quelli dei sindacati
confederali. La stessa vicenda della lotta del Mof che è stata
importante, per come è andata avanti dopo il presidio, non ha ancora
risulto nulla Alla fine, agli occhi degli operai, la situazione è
ancora come prima, l'accordo di novembre 2010 è ancora in piedi ed è
sostenuto dai sindacati confederali, e gli operai vogliono ottenere
qualcosa di concreto. Per questo, operai che si stavano per iscrivere
all'Usb al Mof, e l'ho visto anche nel mio reparto, poi non lo hanno
fatto.
E'
chiaro che se gli operai non cambiano mentalità non cambia la
situazione.
Andrea
- Lo Slai cobas è un'organizzazione sindacale semplice e seria. Come
abbiamo fatto per il 'cambio tuta', anche sulle RSU dobbiamo dire e
proporre la cosa giusta da fare, la lista unitaria e alternativa,
perchè occorre mettere insieme non un gruppo di operai, ma un'intera
area di operai, articolata. Altrimenti non vincerà nessuno, o
meglio, vincerà sempre l'azienda e i sindacati con federali suoi
complici.