Come compagne del Movimento
femminista proletario rivoluzionario salutiamo con gioia questa Conferenza a
sostegno della guerra popolare in India e portiamo anche i calorosi saluti
delle donne lavoratrici, precarie, disoccupate, giovani in lotta nelle città
italiane dove siamo presenti.
L'8 marzo di quest'anno, sul
piano internazionale, lo abbiamo dedicato alle migliaia di donne indiane
protagoniste nella lotta rivoluzionaria contro oppressione di classe, di
genere, feudale, di casta, religiosa... donne che sono il cuore nella guerra di
popolo che avanza contro un governo e uno Stato che si definisce "la più grande democrazia
del mondo".
Questo tipo di democrazia è fatta
di oppressione, anche in un paese capitalista e imperialista come il nostro,
l'Italia, che la borghesia al potere considera"civile". Ma lo Stato,
il governo tecnico/dittatoriale di Monti, affiancati dalla Chiesa cattolica,
mostrano quotidianamente tutta la loro inciviltà dichiarando guerra alle masse
proletarie e popolari e doppiamente a noi donne, facendoci violenza in tutti i
modi sia per le condizioni di lavoro che di vita e che vuole portarci indietro,
a quello che definiamo “moderno medioevo”.
Stato, governo, padroni stanno
portando avanti un peggioramento generale scaricando su di noi il taglio dei
servizi sociali, dalla scuola alla sanità, l'aumento del costo della vita,
ricacciandoci in casa, attaccando diritti conquistati con anni di lotte, in
tema di maternità, di libertà di aborto, e trasformandoci in ammortizzatori
sociali in carne e ossa, in un ruolo sempre più subordinato nella famiglia.
In risposta a tutto questo noi
abbiamo detto: “La crisi non la paghiamo, le doppie catene unite spezziamo”!
Più aumenta una condizione di
ritorno all'indietro, più si alimenta e si diffonde un clima/humus reazionario,
maschilista, sessista, moderno fascista che crea il miglior terreno perché ci
siano e aumentino le violenze sessuali sulle donne fino alle uccisioni. In
Italia solo nel 2012 più di 100 donne sono state uccise e la maggior parte delle
uccisioni sono avvenute in famiglia da parte di mariti, fidanzati, padri ecc,
un vero e proprio bollettino di guerra, una guerra di bassa intensità contro le
donne. E' una sorta di violenza preventiva sistemica, che si nutre di un “odio”
verso le donne, in quanto possono pensare, scegliere, ribellarsi, lottare.
La violenza sessuale, le
uccisioni delle donne non fanno che proseguire la discriminazione, il doppio
sfruttamento che oggi va sempre più avanti sul terreno della condizione di vita
e di lavoro generale delle donne.
Non e’ quindi questo Stato
borghese che può difendere noi donne, che può
impedire le violenze sessuali. Questo Stato borghese e’ la causa, non la
soluzione!
Noi lavoriamo perché la lotta
contro le uccisioni e violenza sulle donne diventi una leva importante per
scatenare la furia rivoluzionaria delle donne contro questa società
capitalista, che fa dell'oppressione della donna uno dei suoi puntelli/base,
per rovesciarla.
In questo percorso un passaggio
importante è la proposta/appello per costruire uno sciopero delle donne, uno
sciopero di classe e di genere per il lavoro, il salario, contro gli attacchi
ai diritti delle donne, le discriminazioni, la doppia oppressione, contro le
uccisioni e le violenze sessuali delle donne; uno sciopero che esprima con
forza la nostra ribellione, una novità, una rottura inaspettata contro padroni,
governo, Stato, e il sistema sociale borghese e maschilista. Stiamo lavorando
perché un primo sciopero avvenga per l'8 marzo 2013.
Domani è il 25 novembre, la
giornata internazionale contro la violenza sulla donne, e visto che questa
conferenza cade proprio a ridosso di questa giornata di lotta auspichiamo che
attraverso di essa si crei una sorta di ponte: vogliamo portare da qui, come
compagne del Mfpr, organismo generato del Pcm Italia, a tutte le donne indiane
che fanno la guerra popolare la nostra solidarietà e sostegno. Questo significa
sia far conoscere alle masse proletarie e popolari femminili nel nostro paese
la guerra del popolo indiano e il protagonismo diretto in essa delle tante
compagne e migliaia di donne indiane, sia trovare forza e esempio per fare
avanzare anche nel nostro paese il processo rivoluzionario che veda
protagoniste le donne, in particolare le proletarie.
In queste iniziative di lotta
abbiamo fatto appello alle donne, che si stanno mobilitando in Italia intorno a
questa giornata del 25 novembre, a mandare il loro saluto e solidarietà alle
donne indiane che lottano nella guerra popolare oggi più grande e incisiva che
dà una risposta liberatrice anche alla condizione di dura violenza sessuale e
oppressione, che in India le donne - e nel mondo - subiscono in maniera feroce.
In India molti stupri sono di
guerra, compiuti da militari e paramilitari per reprimere ed annichilire la
rabbia e la forza delle donne. Ma per tantissime donne la violenza e gli stupri
subiti sono diventati una leva per ribellarsi per unirsi alla guerra popolare
trasformandosi, in combattenti in “prima linea” del Partito Comunista maoista
nella lotta rivoluzionaria, per la “rivoluzione nella rivoluzione”; e molte
donne oggi hanno ruoli di dirigenti nella guerra e nel partito, ed esse sono un
forte esempio per le donne in ogni parte del mondo.
“O vincono loro, l'imperialismo,
lo Stato, i governi, i padroni… o vinciamo noi!” abbiamo detto in un'assemblea
nazionale di donne proletarie che si è tenuta a Palermo nell'8 marzo scorso. E
noi dobbiamo per forza vincere, costi quel che costi, perché siamo nel giusto,
perché attraverso la "rivoluzione nella rivoluzione" noi donne
dobbiamo lottare per una nuova società, una società socialista, per una nuova
umanità. E la grande lotta delle compagne e donne indiane questo dice con
forza: non solo di una lotta "per sé" si tratta, ma di una lotta
complessiva che chiami a fare i conti con che tipo di nuova società si vuole
costruire.
Dall'India al mondo intero…
scateniamo la ribellione delle donne come forza poderosa della rivoluzione!
Movimento Femminista Proletario
Rivoluzionario - Italia
Amburgo 24.11.2012