IL
“SALUTO ROSSO” DEI MAOISTI INDIANI AI COMPAGNI RIVOLUZIONARI
CADUTI NELLA LOTTA.
Avanzare
con risoluta determinazione nel sentiero della guerra popolare per
realizzare gli scopi dei nostri grandi martiri!
Comprendiamo
e schiacciamo la politica dell’inganno del nemico e salvaguardiamo
la direzione e le nostre forze soggettive!
Rafforziamo
il Partito e avanziamo nella guerra popolare!
Appello
del CC del PCI (Maoista) al Partito, ai comandi e ai combattenti
dell’Esercito Popolare-EPGL e alle masse rivoluzionarie a celebrare
con spirito rivoluzionario una “Settimana della Memoria dei
Martiri” dal 28 luglio al 3 agosto 2012.
Cari
compagni,
nella
lotta fino all’estremo sacrificio per la vittoria della Rivoluzione
di Nuova Democrazia in India lungo la via della guerra popolare di
lunga durata mostrataci dai fondatori del nostro partito, dai nostri
grandi dirigenti e martiri, Compagno Charu Mazumdar e Compagno Kanhai
Chatterji, per la instaurazione del socialismo fino al comunismo, più
di 150 degne figlie e figli del proletariato e masse hanno dato le
loro vite inestimabili. Molti di loro hanno perso la vita in falsi
scontri armati, assassinati dalle forze armate governative. Il
Comitato Centrale del nostro Partito rende il suo umile e rosso
omaggio a tutti i nostri amati martiri e si dedica ancora una volta
al conseguimento dei loro obiettivi. Il CC chiama il Partito, l’EPGL,
i Comitati Popolari Rivoluzionari (CRP), le organizzazioni di massa e
le masse rivoluzionarie a celebrare con spirito rivoluzionario la
Settimana della Memoria dei Martiri, per i nostri amati martiri, dal
28 Luglio al 3 Agosto 2012, per tenere alto il loro sacrificio e
ribadire il nostro impegno a realizzare i loro obiettivi. Celebriamo
queste giornate di memoria rivoluzionaria per rendere omaggio ai
martiri mentre abbiamo ancora vivo il loro ricordo, per impegnarci
ancora alla realizzazione dei loro sogni e avanzare per raggiungere
le nostre mete, riempiendo i nostri cuori del loro esempio. Giorni,
allo stesso tempo, pieni di dolore smisurato, di esempio immortale e
responsabilità imprescindibili.
Superiamo
ogni tipo di difficoltà e ostacoli creati dalle classi nemiche per
impedirci di celebrare la Settimana della Memoria dei Martiri come
un’occasione rivoluzionaria per imparare dalle loro vite e dalla
loro pratica ispiratrici e dedicarci a portare i loro alti scopi,
superando anche il nostro dolore. Teniamo alta la bandiera rossa che
ci hanno lasciato questi valorosi combattenti che hanno dato la vita
in battaglia, puntiamo i nostri fucili contro i nemici e avanziamo
con la massima determinazione nella oppressiva per le masse. I nostri
amati martiri hanno dato la vita combattendo valorosamente contro di
essa. La maggior parte di loro ha perso la vita difendendo le
conquiste della guerra popolare, del popolo, del partito e
dell'esercito popolare, difendendo ed espandendo le nuove emergenti
zone di guerriglia e sostenendo gli organi del nuovo potere
democratico nelle zone di guerriglia e nelle basi guerrigliere. Hanno
combattuto valorosamente il nemico e dato la vita, aggiungendo nuovi
capitoli alla storia della guerra popolare. Alcuni compagni sono
morti per incidenti e malattie, caduti principalmente per la mancanza
di assistenza medica per la repressione del nemico. Altri sono morti
a causa della torture per mano del nemico e in carcere. Comunque
siano morti, l’esempio, la pratica disinteressata e il sacrificio
di tutti questi martiri hanno lo scopo di liberare il popolo del
nostro paese e le masse oppresse del mondo da ogni tipo di
sfruttamento e oppressione. Ecco perché il loro martirio è più
alto dell'Himalaya e merita di essere ricordato.
Quest'anno
la Settimana della Memoria dei Martiri
ci reca il
dolore
insopportabile
e
supremo di
un
grande
martire,
dirigente
della rivoluzione
indiana,
comandante
della
guerra
popolare,
membro
del nostro
Politburo
e
amato
dirigente delle
masse oppresse,
il compagno
Mallojula
Koteswara
Rao,
alias
Kishenji,
assassinato
in
un
falso
scontro il
24
Novembre 2011,
caduto nella trappola tesagli dai servizi segreti e dai governi dello
Stato centrale
e
del
Bengala.
Questo
barbaro assassinio
da
parte della cricca
guerra popolare!
Le
classi dominanti reazionarie indiane, col massimo sostegno, guida e
aiuti di ogni tipo degli imperialisti, in particolare gli
imperialisti USA, stanno portando avanti in tutto il paese e su più
fronti l'Operazione Green Hunt, che nella sua seconda fase sta
diventando sempre più mortale, terribile e
Sonia-Manmohan-Chidambaram
Pranab
Mukherji-Jairam
Ramesh,
cricca
fascista
della classe
dominante, in combutta col
primo
ministro
del
Bengala Occidentale
Mamta
Banerji,
ha
causato
una
perdita
immensa
per
il movimento
rivoluzionario
indiano.
Il
compagno Koteswarlu era nato nel 1954 da una famiglia piccolo
borghese della città di Peddapally, distretto di Karimnagar, in
Andhra Pradesh. Nei suoi 38 anni di vita rivoluzionaria crebbe da
semplice organizzatore a membro del Politburo e si conquistò un
posto permanente nel cuore delle masse, come dirigente molto
popolare. Sviluppò la sue attività rivoluzionarie in Andhra
Pradesh, Dandakaranya, Bengala e altri Stati indiani del Nord. Come
membro fondamentale dei comitati di Partito superiori (statale e
centrale) che prendono le decisioni che possono trasformare e far
avanzare il movimento, assunse responsabilità importanti e svolse un
grande ruolo. Era creativo e pieno di impegno rivoluzionario. Ebbe un
ruolo esemplare nell’assumere con fermezza la linea del partito e
nel condurre la lotta tra le due linee nel partito contro
l'opportunismo che rialzava la testa nel partito, e nel rafforzare il
partito impartendo educazione ideologica e politica attraverso il
marxismo-leninismo-maoismo. Ebbe un ruolo eccezionale e di grande
ispirazione nello sviluppo delle zone di guerriglia del Nord
Telangana e Dandakaranya, nella prospettiva di svilupparle in basi
d’appoggio; nella costruzione dell'esercito popolare;
nell’estensione e sviluppo del movimento rivoluzionario nel Nord e
nell'Est dell'India; nella costruzione del potere di nuova democrazia
che emergeva in forma embrionale, sviluppando e rafforzando il
partito nel mantenere rapporti di solidarietà con le organizzazioni
rivoluzionarie estere; nello scatenare l'onda della rivolta popolare
del Lalgarh.
Da
dirigente di partito, lavorava giorno e notte per sviluppare la
guerra popolare in tutti i settori in cui ha operato. Dedicò
particolare attenzione alla propaganda rivoluzionaria e alla
pubblicazione di scritti rivoluzionari e riviste per incoraggiare il
popolo indiano ad aderire alla pratica rivoluzionaria, insegnandogli
la politica rivoluzionaria. Dedicò la sua penna alla liberazione
delle masse oppresse, scrivendo articoli, poesie e traduzioni. Il
livello senza precedenti delle reazioni delle masse, dei partiti e
intellettuali rivoluzionari, di vari settori di popolo che dalle
diverse parti del nostro paese e a livello internazionale hanno
duramente condannato il complotto attraverso cui le classi dominanti
indiane lo hanno assassinato, e che gli hanno reso omaggio, lo
definiscono come un grande dirigente. L'odio del nostro partito,
dell’EPGL e delle masse rivoluzionarie contro le classi dominanti
che hanno assassinato il nostro amato dirigente, lo hanno torturato
nel modo più disumano e crudele, si è moltiplicato. Se per il
movimento rivoluzionario indiano la sua perdita è irrimediabile, il
movimento, il partito e l’EPGL, cresciuto grazie al sacrificio di
migliaia di nostri martiri, compreso il compagno Kishenji, le
inestimabili esperienze che ci hanno lasciato e gli ideali che hanno
affermato sono garanzia del fatto che molti altri dirigenti come il
compagno Kishenji si faranno avanti. Teniamo alte le idee e i valori
affermati dal compagno Kishenji nella sua vita, nella lunga pratica
rivoluzionaria e anche nella sua morte. Rendiamole ad ogni passo
parte della nostra pratica e avanziamo.
Nell’ultimo
anno abbiamo
perso
due
dirigenti
di
livello
centrale, uno in Dandakaranya e
l'altro in Nord
Telangana
e
un
compagno
dirigente di Comitato
Regionale
in
Asom.
Il compagno
Harak
(Srikanth),
del
Comitato
Speciale di Zona
(CSZ) del Dandakaranya
Committee
è morto all'età
di
48 anni
il
26 febbraio
2012,
per una grave
malattia
cardiaca.
Il compagno
Gundeti
Sankar
(Seshanna)
della CSZ del Nord
Telangana
è
morto improvvisamente a 47 anni per il morso di un serpente
il
18 marzo
2012.
Il compagno
Srikanth
aveva militato nel partito
Bandiera
Rossa
e
nel 1993 si unì al nostro partito.
Ha
operato nelle aree urbane
e
nella pianura di
Chhattisgarh,
tra
i lavoratori,
i giovani, gli
studenti,
e
nel settore
culturale.
Dal
1998
ha
lavorato
nella
divisione
Gadchiroli
del DK
e
nel 2005 è stato eletto
nel
CSZ del DK.
Ha
diretto il movimento
della divisione
Gadchiroli
fino
alla fine, diventando un dirigente amato
dalla
gente del posto.
Nonostante i malanni dovuti alla
grave malattia
cardiaca,
era
sempre
sorridente
e
l’allegria
che diffondeva conquistava
l'amore
dei
quadri.
Era
redattore della rivista
Prabhat
(organo
politico
di zona
DK)
e
diede il suo contribuito
al
lavoro
della rivista
e
di propaganda.
La
morte
prematura
del compagno
Seshanna,
a
causa del morso di serpente,
mentre
stava
lavorando
instancabilmente
per
rilanciare
il
movimento
del
Nord
Telangana
è
una grave perdita
per
il
partito e
in
particolare
per
il movimento
del NT.
Seshanna
aveva
30
anni
di
esperienza
nel
movimento ed
era cresciuto da compagno di cellula a
dirigente di livello
statale.
Era
un combattente
coraggioso
che
non
ha mai abbandonato il popolo,
neppure sotto il fuoco delle campagne
repressive
del
nemico.
E' stato autore di molti scritti
letterari,
soprattutto
sui martiri.
Ha lavorato
nelle sfere politica,
militare e di
propaganda
e
ha diretto quadri
e
le masse.
Nonostante
questa sia una
grave
perdita
per
il movimento
del NT
la
storia ha dimostrato
che
questa
terra di
lotte
può dare alla
luce
tanti dirigenti
come
Seshanna.
Quasi
30
compagni
sono
caduti martiri in combattimenti
con
forze
nemiche
nelle Zone Speciali di
Bihar,
Jharkhand,
Nord
Chhattisgarh.
Alcuni
compagni
sono caduti per
mano delle bande armate
contro-rivoluzionarie
come la PLFI
e
la Jan
Jharkhand
Mukti
Parishad.
Come
in
altre
aree
di movimento
rivoluzionario,
anche
in
queste
zone
speciali
le
classi
dominanti
indiane
stanno
intensificando
l'offensiva
militare
in
forme
senza precedenti, realizzando
anche riforme
e
accentuando
la guerra
psicologica,
per intensificare
i loro sforzi per spianare la strada
alla
razzia delle immense risorse minerarie,
forestali
e
idriche
del suolo.
Anche il reazionario
“Piano
d'azione Saranda”
è parte
di ciò.
Gli
adivasi
e
le altre masse
oppresse
stanno
avanzando
lungo
la via rivoluzionaria
sotto
la guida
del
Partito e
dell’EPGL,
combattendo
valorosamente
le
campagne repressive
del
governo.
Tutti
i
compagni
caduti
martiri in
BJ,
come
i compagni
Yogendra
Oraon,
Pancham
Paswan,
Gulach
Munda,
Bhagabat
Marandi,
Sri Krishna
Mahato,
Tapeswar
Ganju,
Anil
Ram
e
altri hanno dato la vita
in
combattimento contro il nemico
per
difendere le ricchezze
naturali
che
appartengono
di diritto solo al popolo e
per difendere il
potere politico
popolare
che lì sta nascendo.
La
repressione
si è intensificata
negli
stati di Bengala,
Orissa
e
di tutto il Nord-Est,
campo d’azione dell’East
Regional
Bureau
del
nostro partito.
Nel
Bengala, oltre all’assassinio del compagno
Kishenji,
altri tre
compagni
sono
stati uccisi
in
falsi scontri
in
Lalgarh.
In
Asom,
dove
la diffusione
del movimento
rivoluzionario
si
sta rafforzando,
esercito, paramilitari
e
polizia
nel
maggio 2012 hanno inscenato un
falso
scontro e
ucciso
a sangue freddo quattro
nostri
compagni.
P.
Chidambaram
che
strillava contro l'espansione del
movimento
maoista
in
Asom
e
dintorni,
ha così placato
la sua sete di
sangue.
Uno
dei
compagni
martiri
è
il compagno
Siddharth
Burgohain,
dirigente del comitato
di Asom.
Gli
altri tre
sono
i compagni
Rajiv
Gogoi,
Arup
Chetia
e
Kamla
Gogoi.
In
precedenza,
il compagno
Pavel,
comandante,
era
caduto martire in
Asom
durante
un'azione
militare.
Queste
perdite
sono
per noi
gravi
per
l’importanza strategica
dei
movimenti
delle
nazionalità
oppresse
e
del movimento
rivoluzionario
del
Nord-Est,
per
il movimento
rivoluzionario
non solo indiano
ma di tutto il Sud Asia.
Tuttavia,
non
c'è dubbio
che
altri dirigenti cresceranno dai popoli del Nord-Est
che
giorno dopo giorno
si
mobilitano
sempre
più
largamente per i
loro diritti,
contro
le grandi dighe
e
le deportazioni, all’interno delle
loro
rivendicazioni
per la liberazione nazionale.
Nel
gennaio 2012, in
uno
scontro
con
la polizia, è caduto il
compagno Mitu
(ACM),
del Comitato
Organizzativo
di area dello Stato di Orissa.
Il compagno
Ungal,
della Compagnia Centrale
Regionale,
è caduto martire
nell’esplosione accidentale
di una mina il
4 gennaio
2012
e
il
compagno
Ravi
è caduto per
malattia
nel
dicembre del 2011
mentre
la sua compagnia stava andando nello stato di Orissa
per
realizzarvi delle
azioni
militari.
In
Dandakaranya,
il comandante
del LGS
Kangerghati,
compagno
Mahesh
è morto
da
eroe
durante
un’imboscata
contro le forze nemiche
l’11
Ottobre 2011
nei
pressi di
Netanar.
Il
16 agosto
2011,
i compagni
Badru,
Gopi,
Akash
e
Ramsai
hanno valorosamente
resistito
alle
forze di polizia
che
li avevano circondati e sono caduti martiri dopo aver ucciso un
nemico.
La
polizia
ha selvaggiamente bombardato
con fitto lancio di granate
la
casa in cui si trovavano e, infine,
l’ha incendiata.
I
compagni
Paklu
e
Mangli
sono
caduti mentre combattevano
coraggiosamente
contro il nemico
in
un’imboscata tesa dall’EPGL vicino
Bhejji
il
26 marzo
2012.
Il
comandante
della squadra d’azione del
West Bastar,
compagno
Pramod
è caduto per mano di
una
guardia
del corpo
nell’attentato
per eliminare il nemico del popolo Rajkumar
Tamo.
Il
compagno
Mangu
Paddam
(Sukku),
del DVC
che
lavorava
per
l'espansione
del
movimento rivoluzionario
nell’India
centrale
nella zona
di
frontiera tra
gli stati di
Chhattisgarh
e Odissa
è
caduto martire in uno scontro con le
forze
nemiche
nel
distretto di
Raigarh
del
Chhattisgarh,
il 27 gennaio 2012.
Aveva combattuto a lungo nell’area
del Nord
Bastar
del DK
e
nell’EPGL e
dalla metà
del
2010 operava nella zona
di
espansione.
È questa
una
grande
perdita
per
il movimento
dell'area
di espansione.
Nel
Nord
Telangana,
i compagni
Sukkal
(ACM)
e Somal
(Militia)
sono
stati uccisi
in
un
falso scontro
a
Charla,
distretto
di
Khammam.
Il
compagno
Sutari
Papa
Rao
(comandante
LGS)
è
caduto in combattimento a Sayannapalli,
distretto
di Khammam.
Nell’ultimo
anno abbiamo perso anche alcune compagne di valore. La compagna
Svarupa (Sunita) da 28 anni al servizio dell’apparato nel comitato
dello stato dell’AP e CC e in DK negli ultimi anni, è morta per un
cancro al seno nel marzo 2012. Una militante clandestina,
disinteressata, che ha servito il popolo, ha protetto i più alti
dirigenti del partito come la pupilla dei suoi occhi durante la sua
lunga militanza nell’apparato. In tutta la sua vita rivoluzionaria
affrontò diversi problemi come la malattia, la perdita dei suoi
compagni di vita, il patriarcato, la solitudine, ecc., ma li superò
grazie all’esempio dei martiri e allo spirito bolscevico di mettere
in pratica l’ideale. Il 20 agosto 2011, la compagna Ramko Hichami
(Ranita) è stata circondata dalle forze nemiche nel villaggio di
Makadchuvva, distretto Gadchiroli di DK, ma non ha esitato un secondo
e con grande coraggio col suo fucile 303 ha eliminato tre commandos
CoBRA/C-60 e ferito altri quattro paramilitari, prima di morire da
eroina. Un battaglione le ha tirato contro migliaia di proiettili,
decine di bombe a mano e colpi di mortaio, che lei ha affrontato con
grande determinazione bloccando per ore il nemico sulle sue posizioni
e infliggendogli gravi perdite. La compagna Ranita era la presidente
dell'Area Chadgaon Janatana Sarkar, una combattente coraggiosa e
figlia amata delle masse oppresse che ha scritto una pagina di
coraggio e il suo nome in lettere rosse nella storia della guerra
popolare e della nascita della società di Nuova Democrazia. Il
31.5.2012 le compagne Sameera, Ameela e Aruna sono cadute in
combattimento contro forze nemiche nell’area di Mainpur al confine
tra Chhattisgarh e Orissa. La compagna Sameera era nata nel distretto
di Nalgonda, in AP. Militava nel plotone di protezione del comitato
di Stato AP ed è stata una valorosa combattente che per anni ha
messo a rischio la sua vita per difendere la direzione del partito.
Dal 2009 ha preso parte al movimento DK e ha lavorato tra le donne
nell’East Bastar. In seguito ha lavorato nell’area LOS di Gobra,
nella divisione Mainpur, diventando segretaria di AC e conquistando
un posto nel cuore delle masse oppresse come una delle dirigenti più
amate. La compagna Aruna era nata in DK ed ebbe lì la formazione di
rivoluzionaria. Era un’importante ACM che aveva conquistato la
fiducia del partito e del popolo del Mainpur. La compagna Ameela era
una grande artista culturale, anche quando era molto impegnata in DK
come attivista del ACM. La divisione Manipur sta giocando un ruolo
cruciale nell’espansione del movimento rivoluzionario nell’India
centrale, fronteggiando perdite irreparabili come questa. Questi
affidabili e amate giovani donne martiri per il partito e il popolo
continueranno a vivere per sempre nei nostri ricordi. I loro nomi
sono scritti in lettere rosse. La compagna Sombari della divisione
Darbha è morta in modo straziante, per le ustioni, durante un'azione
militare. A questa giovane donna combattente è stato reso grande
omaggio da parte del popolo e dei suoi compagni, combattenti
dell’EPGL.
Il
compagno BSA Satyanarayana è stato un leader del movimento della
classe operaia, direttore del giornale operaio “Sramajeevi”,
dirigente e avvocato del popolo e lavorava instancabilmente per la
liberazione dei prigionieri politici. È morto il 22 giugno 2012. I
suoi quasi quarant’anni di pratica rivoluzionaria al servizio dei
diritti dei lavoratori, dei diritti civili e dei prigionieri politici
hanno un valore inestimabile e sono un esempio da emulare per tutti
quelli che si schierano dalla parte degli oppressi. Il nostro CC
rende umile e rosso omaggio alla sua grande memoria.
Nell’ultimo
anno si sono verificati diversi episodi di persone comuni, attivisti
di organizzazioni di massa e degli organi di governo popolare
rivoluzionario morti sotto il fuoco della polizia, per torture mentre
erano in custodia o morti in falsi scontri dopo essere stati
sequestrati dalle loro case e assassinati a sangue freddo. In
particolare, in una sparatoria forsennata che ha ricordato il
massacro di Jallianwalah, nella zona di Basaguda, distretto di
Bijapur in DK il 28.6.2012 le famigerate forze COBRA e la polizia
hanno circondato la folla da ogni lato e ucciso 17 persone inermi tra
cui donne, bambini e ragazzi delle scuole dei villaggi di Sarkinguda,
Penta Raju e Kothaguda. Altre decine di loro sono stati feriti. Due
altri abitanti del vicino villaggio di Imlipenta sono stati uccisi,
portando il totale a 19. Sarà ricordato come un altro esempio della
natura sempre più fascista e della ferocia del nemico. I compagni
Sodi Nani (vice comandante di plotone della milizia), Venjam kelu
(membro della milizia), del villaggio di Madkami Maasa del Chikpal in
Sud Bastar, Podiyami Maasa, l’anziano attivista delle
organizzazioni di massa, compagno Yadav Negi del villaggio Innar
nell’Est Bastar e alcune altre persone sono state assassinati in
falsi scontri o in posti di blocco della polizia in varie zone del
DK. Come parte della Operazione Haka condotta da circa 3000 tra
paramilitari e polizia nella area di Maad, Dunga Dhurva del villaggio
di Toke è stato picchiato a morte. Akali Devi e suo figlio sono
stati uccisi dal fuoco di un mercenario nel villaggio di Tirra,
distretto di Gumla, in Jharkhand.
Compagni,
la
crescente intensificazione della crisi
economica
imperialista
sta colpendo profondamente anche
l'economia
indiana.
Per uscire
dalla
loro
crisi
gli
imperialisti,
in particolare gli
imperialisti americani, e
le
classi compradore
al potere nei
paesi semi-coloniali
e semi-feudali
cercano
di
schiacciare
senza
pietà qualsiasi tipo
di
forza
che
si riveli essere un ostacolo
ai
loro
investimenti,
alla razzia delle
risorse
e
dei mercati.
L'occupazione
dell'Iraq
e
dell'Afghanistan,
l’intervento
diretto
in
Libia
e
i continui interventi in Pakistan
e
Siria,
le minacce verso
l'Iran
e
la Corea del Nord,
il lancio
nelle Filippine
e
in l'India
delle più
reazionarie
operazioni estese a tutto il paese e su
più fronti,
come la Operazione Oplan
Bayanihan
e
l'Operazione Green Hunt,
rispettivamente in Filippine e in India, per
sopprimere
ferocemente
i movimenti
rivoluzionari,
sono
tutti finalizzati
a
realizzare i loro
interessi
economici e politici.
Stati
del centro,
orientali
e
del Nord-Est
dell’India, ricchi di
immense
risorse
minerarie,
forestali
e
idriche, sono in particolare presi di mira.
Nel
tentativo di sopprimere
brutalmente
ogni
tipo di
forza
rivoluzionaria,
democratica
e
patriottica
che
si
opponga
alla rapina indiscriminata delle
risorse di tutto il paese,
allo sfruttamento
e all’oppressione,
le
classi dominanti portano avanti
una
massiccia offensiva
militare
mirata
contro il
nostro partito
che
sta armando
il
popolo, contro l’EPGL e contro gli organi del nuovo potere popolare
rivoluzionario.
Anche
se in
questa
offensiva abbiamo
subito
gravi perdite
in
termini di
dirigenti
e
forza
soggettiva,
nelle
nostre aree
di
forza il movimento rivoluzionario
si mantiene e
sfida
il
nemico,
provocando perdite
alle
forze
nemiche
nel
corso di diverse campagne di contro-offensiva
tattica.
Il
movimento
rivoluzionario
si
sta estendendo in nuove aree e
in
alcune zone cresce all’interno delle zone
di
guerriglia.
Ci
stiamo impegnando
duramente
per
Bolscevizzare
il
partito.
Inoltre,
in particolare, il
nostro partito
sta
denunciando ideologicamente
e
politicamente
il
modello di
falso
sviluppo
delle
classi
dominanti.
In
DK,
BJ,
Bengala
e
AOB
si è
costruito,
anche se in
forma
embrionale, un
modello
di
sviluppo
alternativo.
In
DK
si sono formati e
stanno
lavorando Janatana Sarkars a livello di divisione.
Il
nostro partito
sta
cercando di
combattere
unitariamente
con
i
movimenti di liberazione
nazionali
del
nostro paese e
con gli
altri movimenti
di
masse
e
comunità
oppresse
che si schierano a
loro sostegno.
Dai
tempi dei movimenti
di
Naxalbari
e
Srikakulam
a
oggi,
tutti
i provvedimenti,
le leggi o
le riforme
riguardo
i diritti dei
contadini
poveri
e
degli adivasi
sono
state tutti
decisi
dalle classi dominanti
allo
scopo dichiarato di ridurre
l'influenza
dei
movimenti
maoisti.
A tutt’oggi non
si può discutere di sviluppo
senza
discutere
il
modello
di
sviluppo alternativo
maoista
e
l'alternativa
politica
ed economica
rappresentata
dai
maoisti.
La
ragione
che sta dietro è
il significato della
linea
politica
del
nostro
partito
e
della pratica
della guerra
popolare.
Dato
che il nostro partito,
per
i suoi
immensi
sacrifici
e
la sua corretta
alternativa
politica,
è considerato dalle masse
oppresse
del
nostro paese un
raggio
di speranza,
lo
Stato sta cercando
di
schiacciare
nel
più breve tempo
possibile
il nostro partito
e
la sua direzione.
È per questo che
ricorre alla massiccia offensiva
militare
contro
di noi.
I
successi politici ottenuti, l’avanzata della Guerra popolare,
l’espansione della guerra di guerriglia e del movimento
rivoluzionario, l’istituzione
e sviluppo
del
potere politico
popolare,
il
sostegno
e
la solidarietà
che
la nostra Rivoluzione
di
Nuova Democrazia
(RND)
sta ottenendo nel
nostro paese
e
all'estero
non
sarebbero stati neppure immaginabili senza
il
sacrificio
dei
martiri,
gli
ideali
e
i valori
che
hanno impartito alla società
e
che hanno affermato all'interno del partito.
È grazie all’ispirazione e al grande esempio pratico
dei
compagni
Charu
Mazumdar,
Kanhai
Chatterji
e
delle migliaia di
martiri,
con lo spirito
del
loro sacrificio,
che
il nostro
partito
è
in
grado di superare
ogni
tipo di
situazione
sfavorevole
e
di
avanzare
verso la vittoria della
RND.
Compagni,
la
situazione oggettiva nel nostro paese
e
nel mondo
diventa
sempre più
favorevole
alla rivoluzione.
Tutti
i tipi di
contraddizioni
sociali
si stanno
acutizzando e fanno sì che il popolo si unisca sempre più
ai movimenti
e
lo porta a
scegliere
la
via
rivoluzionaria.
Se
vogliamo far avanzare la rivoluzione
nel
nostro paese
verso
la vittoria
utilizzando
questa
eccellente
situazione
rivoluzionaria,
allora
dobbiamo
realizzare
i seguenti compiti
immediati
con l'obiettivo
di
assolvere
il
compito centrale
indicato
dal nostro
9°
Congresso, il
Congresso dell’Unità, e cioè
sviluppare
la guerra di guerriglia
in guerra
di movimento e
sviluppare l’EPGL in EPL trasformare il Dandakaranya
e
il Bihar-Jharkhand
in
aree
liberate.
Se
vogliamo
far avanzare
la rivoluzione
verso
la vittoria,
utilizzando l’eccellente
situazione oggettiva,
dobbiamo
migliorare ancor più rapidamente la nostra
situazione
soggettiva.
Evitare
le perdite
delle
nostre forze
soggettive,
in particolare evitare le
perdite
ai livelli superiori della direzione, è
uno dei
compiti
più importanti
che
il nostro partito ha di fronte.
È vero
che
il popolo genera
i capi rivoluzionari
nel corso della rivoluzione. Ma
è altrettanto
vero
che una volta
che
si perdono
questi
capi,
dirigenti che
per decenni hanno maturato
una vasta esperienza
e
hanno guidato il
partito
con
incrollabile
fiducia
nel
popolo
e
nella rivoluzione,
non
è tanto facile generare nuovamente tali dirigenti.
È
un
principio
generale
della
guerra che l’obiettivo
è
preservare le nostre
forze
per
quanto possibile, e
infliggere perdite
alle
forze
nemiche
per quanto possibile. Dobbiamo
assumere seriamente la salvaguardia della nostra direzione,
la riduzione delle
perdite
delle
nostre forze
soggettive
e
la prevenzione
di
perdite
inutili
e
sforzarci di
ottenere
ciò osservando il principio
generale
già detto.
Errori
e
carenze
nello
studio
della
strategia
del
nemico
e
nell’applicare contromisure
tattiche,
comprendendo
le
tattiche
adottate
dal
nemico
di
annientare la nostra direzione e le forze
soggettive,
come parte
della sua strategia,
sono
le
ragioni
delle gravi perdite
che
stiamo subendo.
Per
questo ci deve essere un
cambiamento nei
nostri
metodi
di lavoro,
in
accordo con la situazione oggettiva,
il livello del
movimento
e
i nostri compiti.
I
nostri metodi
di
lavoro
devono
essere migliorati
in
modo che
le
tre armi
magiche
per
la
vittoria
della
rivoluzione
–
il
partito,
l'esercito popolare
e
il
fronte unito - si consolidino e si rafforzino.
Ciò
creerebbe
la
base per
la
riduzione
delle
nostre perdite.
Allo
stesso modo,
dobbiamo bolscevizzare
il
partito
ideologicamente,
politicamente, militarmente
e
organizzativamente
per
preservare le nostre
forze
soggettive
e
rafforzarle.
Aumentare
la nostra
base
di massa
è
fondamentale per
risolvere
tutti i problemi
che
stiamo affrontando
oggi.
Una
forte base
di massa
sarà
anche precondizione fondamentale
per
superare le perdite
che
abbiamo subito.
Dobbiamo
quindi cercare di
sostenere
e costruire una
forte
base
di
massa.
A
questo
scopo
dobbiamo mobilitare
politicamente
il
popolo e
consolidarci.
Dobbiamo
mobilitare
le
masse
in
vari
movimenti
e
lotte,
e in particolare dobbiamo
mobilitare
i
contadini
in forma ampia e militante
in
un movimento
agrario rivoluzionario.
In generale, dobbiamo
mobilitare
attivamente
le
masse
rivoluzionarie
nella
guerra
popolare.
Dobbiamo
mostrare
grande
abilità
nel
battere i
programmi
d'azione
civica,
le finte
riforme,
gli attacchi di
bande
assassine
e
la guerra
a
tradimento che applicano nel quadro della strategia LIC,
mobilitare
strati di classe media
e
gli intellettuali
basandoci
su
operai e
contadini.
Dobbiamo
ulteriormente intensificare la guerra di guerriglia nelle zone del
nostro paese in cui già infuria impetuosamente. Dobbiamo espanderla
a un’area più vasta. Il nemico impiegherà ogni tipo di azione
contro-rivoluzionaria per limitare le nostre zone di guerriglia e le
zone di movimento in aree sempre più piccole per porre fine alla
guerra nel minor tempo possibile (annientandoci o indebolendo
qualitativamente la nostra forza di combattimento). Dobbiamo
sconfiggere i loro sforzi mobilitando ampiamente le masse,
intensificando ed espandendo la guerra di guerriglia, consolidare e
ampliare gli organi di potere del popolo e le basi della guerriglia,
ampliando le aree di guerriglia, sviluppando il movimento passo dopo
passo, sostenendo i successi della guerra popolare ed estendendo la
guerra in modo che continui in forma prolungata.
Armare
ulteriormente il popolo per rafforzare il potere politico popolare e
le basi guerrigliere dove le abbiamo costruite, ed espanderle ad
altre aree, è uno dei compiti più importanti che dobbiamo
affrontare. Dobbiamo sviluppare tutti i tipi di agitazione di massa e
lotte di classe, in particolare le lotte per la terra e contro le
deportazioni, armare il popolo che si aggrega in queste lotte e
incoraggiare il popolo a costruire il potere politico popolare,
rifiutando il potere statale delle classi dominanti e stabilire le
aree liberate attraverso la costruzione di un forte esercito
popolare. Per fare ciò e decisivo mobilitare attivamente il popolo
nella guerra popolare.
Il
dispiegamento dell’esercito in Bastar, l’apertura di scuole di
addestramento dell'esercito, l’addestramento speciale di forze di
brigata, la formazione di nuovi battaglioni ogni anno, l’enorme
crescita della spesa militare, la costruzione delle infrastrutture
necessarie per l’impiego della forza aerea, l'acquisto-noleggio e
l'utilizzo di elicotteri e UAV, sono tutti parte della massiccia
offensiva militare multilaterale detta Operazione Green Hunt (OGH).
Il dispiegamento dell'esercito in Bastar non serve solo a cancellare
il movimento esistente ma anche a colpire i movimenti in Andhra
Pradesh, Maharashtra e Orissa, che confinano col Bastar e perfino i
movimenti in Jharkhand, Bihar, e gli altri Stati indiani del Nord ed
Est e i movimenti nell’India meridionale e occidentale, puntando
così ad annientarci in tutto il paese. Ecco perché dobbiamo
produrre uno sforzo particolare per costruire un movimento di massa
vasto e militante nelle nostre aree di movimento, nel paese e
all'estero di opposizione al dispiegamento dell'esercito nelle aree
di movimento e concretamente in Bastar.
Nelle
massicce
operazioni
speciali
recentemente
realizzate
in DK, Jharkhand,
Bihare
Orissa da forze
nemiche
a
livello
Brigata,
sono
stati utilizzati COB,
AOB,
UAV.
Stanno
completando
tutti
i preparativi
per
il loro impiego su una
vasta
scala
(raccolta
di informazioni,
bombardamenti
e
mitragliamenti).
Dobbiamo
mobilitare
su
larga scala
tutti
i settori del popolo
contro
l'uso
di
aerei
e droni.
Dobbiamo
legare
questo
ai
movimenti
che
si stanno opponendo all'uso
dei
droni
a
livello internazionale,
in particolare in paesi
come
Afghanistan,
Pakistan,
Yemen,
Iraq,
Palestina,
ecc.
Dobbiamo
sforzarci di
mobilitare
la solidarietà internazionale
contro il dispiegamento
dell’esercito
e
l'uso dei
droni
nelle
nostre aree
di
movimento.
Infatti,
le
centinaia
di migliaia di
forze
armate,
paramilitari,
forze di polizia e
il numero
di
elicotteri
impiegati
nelle
nostre
aree
di movimento
è
superiore al
numero
di
forze
armate, aerei
o
elicotteri
delle
Forze aeree
della
maggior parte dei
paesi
del mondo.
Dobbiamo
denunciare questo fatto
al
popolo del nostro
paese
e del mondo
e
mobilitarli.
Come
i colonialisti prima del trasferimento del potere nel 1947, oggi i
loro tirapiedi producono leggi brutali quali AFSPA, UAPA, MCOCA,
CSPSA, oltre ad altre leggi draconiane quali il PD Act, l’NSA,
Prevention
of Arms Act, ecc., che negano
il diritto alla vita e gli altri diritti fondamentali del popolo. Si
sono intensificati i preparativi per la formazione del NCTC (National
Counter-Terrorism Centre) che diventerà il più famigerato tra tutte
le istituzioni repressive. Questo è modellato sul NCTC degli Stati
Uniti e sarà costituito e gestito sotto la guida degli imperialisti
americani. Il suo fine è sopprimere completamente chi lotta senza
alcun controllo. Le classi dominanti intendono utilizzare questo come
uno strumento per stabilire un tipo di potere militare, dittatoriale
e di emergenza. Se questa istituzione sarà completata, i diritti
civili perderebbero ogni significato. Ciò diventerebbe un pericolo
non solo per il popolo indiano ma per tutti i popoli del Sud Asia.
L'obiettivo
delle classi dominanti è non solo spazzare via il movimento
rivoluzionario, ma schiacciare brutalmente anche le masse che lottano
per le loro legittime richieste, i movimenti di liberazione nazionale
del popolo del Kashmir e del Nord-Est, ogni tipo di movimento
democratico e i movimenti anti-deportazione. Per questo stanno
adottando leggi draconiane e trasformando il sistema giudiziario in
senso più autoritario e intensificando la loro “guerra contro il
popolo”.
Al
momento uno degli aspetti più importanti dell’azione repressiva
del nemico è arrestare i nostri compagni (dai membri CC ai militanti
del partito, alla gente comune), montare contro di loro false
imputazioni e rinchiuderli tutti in prigione per anni. Vengono loro
inflitte condanne a morte o a vita, i loro appelli sono respinti o,
se anche li vincono, vengono nuovamente arrestati alle porte della
prigione e contro di loro sono mosse nuove accuse. Ai prigionieri
politici sono negati i diritti fondamentali, in particolare
l’assistenza medica, e sono torturati in diversi modi. Dall’altra
parte, sono quotidianamente calpestati i diritti del popolo e si
perpetrano massacri che ricordano quelli Hitleriani. Per questo
costruire e rafforzare un forte e unito movimento per i diritti
civili che riesca a combattere tutto ciò con forza è uno dei
compiti più importanti che abbiamo di fronte.
Compagni,
celebriamo
la Settimana della Memoria dei Martiri
con
spirito
rivoluzionario
in
ogni
angolo
del
nostro paese.
Per
sconfiggere
l’offensiva
generale della Operazione Green Hunt, portata avanti
come
parte
della
guerra
LIC
del
nemico.
Solleviamo in questa occasione come nella
nostra vita quotidiana
i
valori,
gli ideali, il sacrificio, il coraggio,
il valore, la dedizione
al
popolo
e
l'impegno che
abbiamo
imparato
dalla
vita
e
dalla pratica
dei
nostri amati martiri.
Propagandiamoli
tra il popolo su vasta scala
e
in modo creativo,
in
diverse forme.
Pubblichiamo
le
storie
della vita
disinteressata
dei
martiri,
costruiamo monumenti
ai martiri
e
rendiamo loro grande omaggio.
Tingiamo
di rosso
le
“colonne
dei martiri”
che
abbiamo costruito
e
abbelliamo
l’area
intorno, in modo
che
il popolo possa
rendere
omaggio
ai
martiri
di
fronte ad
esso,
non solo in
questa
occasione
ma anche
in tutte le
ricorrenze rivoluzionarie dell'anno.
Pubblichiamo
e
diffondiamo diversi tipi di
materiali
di propaganda
sui
martiri
in
forma di
opuscoli,
manifesti, striscioni, cartoline, calendari, ecc.
e
facciamoli circolare largamente
tra le masse.
Nelle
aree
di
movimento
in
tutto il paese
il
popolo continua la
tradizione
rivoluzionaria
di
costruire
colonne
in
memoria dei martiri
in
centinaia
di villaggi.
Tuttavia,
in
diversi casi polizia
e
paramilitari
stanno
distruggendo
completamente
o parzialmente
queste
colonne
o
costringono
la
gente a
distruggerli.
In molti villaggi il popolo si
sta opponendo.
Si
stanno
ricostruendo
le
colonne
distrutte
con
nuova determinazione.
Dobbiamo
elevare
ulteriormente
la
coscienza
del
popolo,
denunciare
la distruzione dei
monumenti ai martiri,
intensificare
in
diverse forme
la
resistenza
per
difenderli,
costruirli e
ricostruirli,
inaugurare
nuove “colonne dei martiri”
in
ogni
villaggio
e
combattere
con coraggio
e
valore
per realizzare le mete dei martiri.
Incontriamo
in questa occasione
le
famiglie,
parenti e
amici
dei
martiri
e
facciamo partecipare alle riunioni e iniziative realizzate in
questa
settimana.
Facciamoli
inaugurare le nuove “colonne
dei
martiri”
e
tenere
discorsi
sulla
vita
dei
martiri
che
diano un esempio.
Incoraggiamoli a portare
avanti
gli
stessi obiettivi
dei
martiri.
Facciamo inchiesta sui
problemi
delle famiglie
dei
martiri,
cerchiamo
di risolverli
e
diamo loro
la
certezza
che
il movimento rivoluzionario
starà
sempre
in loro sostegno.
In
generale,
celebriamo queste
giornate
solenni
e
ispiratrici come
occasioni
per rinnovare il nostro impegno alla realizzazione
degli
obiettivi
dei
martiri.
Con
Saluti rivoluzionari,
il
Comitato Centrale,
PCI
(Maoista)
Brescia, i giudici condannano a futura memoria: la strage la fec
Per il Corriere della Sera, invece, i condannati a futura memoria sono due: "Se fossero ancora vivi - ha scritto qualche giorno fa Mara Rodella - sarebbero gli unici su cui peserebbe una condanna all'ergastolo. E Brescia, 38 anni dopo, potrebbe scrivere due nomi alla voce «colpevoli» per la strage di piazza della Loggia che il 28 maggio del 1974 uccise otto persone e ne ferì 102. Per i giudici della corte d'assise d'appello - presieduta da Enzo Platè - Carlo Digilio (ex agente della Cia) e Marcello Soffiati, entrambi ordinovisti veneti, hanno giocato un ruolo cruciale nell'organizzazione dell'attentato. Hanno operato rispettivamente come artificiere e fattorino della bomba destinata a Brescia. Le conclusioni emergono nelle 600 pagine di motivazioni della sentenza (giudice relatore Massimo Vacchiano) che lo scorso 14 aprile ha assolto Carlo Maria Maggi, medico mestrino a capo di On nel Triveneto (per l'accusa la mente della strage), Delfo Zorzi (a capo della cellula di Mestre), Francesco Delfino (ex generale dei carabinieri) e Maurizio Tramonte (alias «fonte Tritone» dei servizi segreti). L'epilogo dibattimentale conclude - per ora - una vicenda giudiziaria che conta cinque istruttorie e otto fasi di giudizio. L'ultimo capitolo segna a suo modo una svolta storica riannodando anche le trame delle inchieste precedenti".
Per Marco Toresini "i giudici della Corte d'assise d'appello non si sono limitati, come avevano fatto i colleghi di primo grado, a buttare a mare le contraddizioni di un'indagine, ma hanno voluto offrire un contributo alla lettura di quegli eventi armati di ago e filo per cucire assieme storie separate solo da una finzione dettata da necessità processuali (gli ordinovisti veneti a confezionare l'ordigno, i milanesi ad appoggiare l'azione e il bresciano Buzzi a far da basista). Una scelta che farà discutere (i protagonisti della nuova verità, da Digilio a Buzzi, sono morti). Una opzione che dice, però, una cosa importante: la verità era a un soffio già nel 1974. Tanto prossima che l'interrogativo di sempre brucia ancora di più: chi lavorò per renderla inafferrabile?"