ORE 13.54 - STUDENTI IN PIAZZA CON FAZZOLETTI BIANCHI
In piazza, davanti ai Comuni, con fazzoletti bianchi e striscioni che avvertono "qualsiasi cosa farete, non ci fermerete": è questa la risposta degli studenti all'attentato di stamani a Brindisi. "Siamo scossi, pieni di dolore e rabbia per ciò che è accaduto", dicono l'Unione degli universitari e la Rete degli studenti che hanno promosso la mobilitazione. "Vogliamo reagire subito non possiamo stare zitti" concludono le due associazioni invitando gli studenti a scendere in piazza oggi pomeriggio in tutto il Paese.
sabato 19 maggio 2012
pc 19 maggio - orribile bomba mafiosa a brindisi
Una giovane studentessa dilaniata, un'altra in pericolo di vita, altri feriti è il tremendo bilancio di un attentato questa mattina a una scuola di Brindisi, per pochi minuti non è stata una strage. Famiglie e popolazione gettate nel dolore, angoscia e preoccupazione.
La mano mafioso-criminale sembra indubbia guardando ai diversi indizi - il nome e il ruolo della scuola intestata a Falcone e impegnata in attività antimafia, l'arrivo della carovana antimafia, i recenti arresti a Mesagne nell'ambito della sacra corona unita; anche se si tratta di una attentato di dimensioni e impatto che ricordano le iniziative più efferate dello
stragismo mafioso, che possono apparire fuori portata per dimensioni e ideazione della criminalità locale..
Serviranno altri elementi per trarre una valutazione più ampia.
Certo è che il tessuto criminal-mafioso ha sempre goduto a livello nazionale e anche in questa città di protezione e appoggi di tipo politico e istituzionale e che quindi anche di questo livello vanno denunciate responsabilità.
Indegne e strumentali ci paiono le reazioni di Napolitano, Monti, Governo e di alcuni esponenti politici che non pronunciano la parola mafia e parlanodi terrorismo ed eversione, per inserire questo orribile attentato nella campagna di criminalizzazzione e di Stato di polizia che stanno sviluppando, e ciò fa intendere che vogliano usare in maniera sciacallesca anche questo attentato per proseguirla.
Proletari comunisti è oggi pomeriggio a Brindisi per portare solidarietà testimonianza e impegno agli studenti e alle masse popolari colpite.
proletari comunisti - circolo di taranto
ro.red@libero.it
19 maggio 2012
La mano mafioso-criminale sembra indubbia guardando ai diversi indizi - il nome e il ruolo della scuola intestata a Falcone e impegnata in attività antimafia, l'arrivo della carovana antimafia, i recenti arresti a Mesagne nell'ambito della sacra corona unita; anche se si tratta di una attentato di dimensioni e impatto che ricordano le iniziative più efferate dello
stragismo mafioso, che possono apparire fuori portata per dimensioni e ideazione della criminalità locale..
Serviranno altri elementi per trarre una valutazione più ampia.
Certo è che il tessuto criminal-mafioso ha sempre goduto a livello nazionale e anche in questa città di protezione e appoggi di tipo politico e istituzionale e che quindi anche di questo livello vanno denunciate responsabilità.
Indegne e strumentali ci paiono le reazioni di Napolitano, Monti, Governo e di alcuni esponenti politici che non pronunciano la parola mafia e parlanodi terrorismo ed eversione, per inserire questo orribile attentato nella campagna di criminalizzazzione e di Stato di polizia che stanno sviluppando, e ciò fa intendere che vogliano usare in maniera sciacallesca anche questo attentato per proseguirla.
Proletari comunisti è oggi pomeriggio a Brindisi per portare solidarietà testimonianza e impegno agli studenti e alle masse popolari colpite.
proletari comunisti - circolo di taranto
ro.red@libero.it
19 maggio 2012
pc 19 maggio - Trieste: in ferie il vicequestore fascista, indagati altri due poliziotti
Venerdì 18 Maggio 2012
di Marco Santopadre da Contropiano
Nessun provvedimento contro il vicequestore accusato di sequestro di persona e omicidio colposo, che si è messo in ferie. Altri due poliziotti indagati per la morte, in un commissariato di Trieste, della giovane Alina.
Nuovi sviluppi sul caso del vicequestore di Trieste Carlo Baffi, indagato per sequestro di persona e omicidio colposo in relazione alla morte di una ragazza ucraina che si sarebbe suicidata all’interno di una stanza del commissariato di Opicina (una frazione del capoluogo friulano) mentre era in stato di fermo illegale e senza che gli agenti di guardia intervenissero per salvare la 32enne.
Da ieri mattina Carlo Baffi non è più responsabile dell’ufficio immigrazione della Questura di Trieste. Non potrà, almeno per ora, sfoggiare né il busto di Mussolini né la targa ‘Ufficio Epurazioni’ ben visibili finora a chiunque accedesse al suo ufficio.
Ma il dirigente di Pubblica Sicurezza accusato di reati gravissimi e dalle evidenti tendenze fasciste e razziste non è stato rimosso dal suo incarico. No, si è messo in «congedo ordinario», cioè in ferie. Nessun intervento da parte dei suoi superiori, quindi. E paradossalmente sarà lui stesso a decidere quando tornare in servizio. «Baffi ha ritenuto, ed è il minimo che potesse fare, di prendere qualche giorno di riposo» commenta come se nulla fosse il questore di Trieste, Giuseppe Padulano.
Eppure il dirigente non è accusato solo del sequestro di Alina e di omicidio colposo per non aver impedito il suo ‘suicidio’. Ma anche di aver perseguitato altri 49 cittadini stranieri, un numero che si desume dai documenti che sono stati sequestrati a Baffi durante le perquisizioni dei giorni scorsi ma che potrebbero essere anche più alti.
«Il dottor Baffi si trova a casa a Trieste per cercare di definire al meglio la sua linea difensiva. Non lavora. Deve studiare gli atti che lo riguardano in vista delle inevitabili contestazioni da parte della procura», ha dichiarato ai giornali locali il suo difensore Paolo Pacileo dopo che nei giorni scorsi aveva chiesto al Tribunale del riesame di Trieste di annullare il verbale di sequestro dei libri e dell’altro materiale prelevato mercoledì dell’altra settimana a casa di Carlo Baffi. Una prova importante, perché dimostra che l’azione criminale e continuata nel tempo del suo cliente è da considerarsi conseguente alla sua ideologia razzista e xenofoba, formatasi su letture di testi della ‘tradizione’ fascista e nazista e antisemita: da Julius Streicher ad Adolf Hitler a Julius Evola. A casa sua i colleghi hanno trovato una biblioteca assai vasta di testi politici di estrema destra e di libelli razzisti e antisemiti risalenti anche al ventennio e al Terzo Reich. E qualche libro di Marx o Lenin, che secondo il suo legale dimostrerebbe che tutti i testi erano stati raccolti da Baffi esclusivamente per motivi professionali. Una normale collezione per chi ha lavorato nella Digos, come hanno scritto in un comunicato di solidarietà col vicequestore quelli dell’l'Associazione nazionale dei funzionari di polizia.
Un dirigente di Polizia deve conoscere cosa pensano e scrivono gli estremisti di destra e di sinistra...
Ma a quanto pare il vicequestore di Trieste si è premurato di mettere in pratica solo gli ‘insegnamenti’ di chi professa la discriminazione razziale e la persecuzione del diverso, dello straniero. E che la tesi difensiva dei suoi difensori non regga lo dimostrano il ritratto del Duce e la targa con su scritto ‘ufficio epurazione’ di cui sopra. Una chiara identità politica fascista che Baffi si è premurato di riprodurre ampiamente anche nella sua abitazione: addirittura nel suo bagno i finanzieri hanno trovato un manifesto fascista e in una nicchia una copia del libro di Adolf Hitler, il Mein Kampf.
Insomma per ora il vicequestore rimane a piede libero, in ferie. Però nel frattempo l’inchiesta diretta dal pm Massimo De Bortoli si è allargata anche a due poliziotti, in servizio al commissariato di Opicina, incaricati della vigilanza dei monitor a circuito chiuso nelle ore in cui Alina Bonar Diachuk era stata illegalmente imprigionata e decise di togliersi la vita. Nei loro confronti è stato emesso un avviso di garanzia per “violata consegna” e “omicidio colposo”. “Alina – scrive Cinzia Gubbini su 'Il Manifesto' - aveva patteggiato una pena il 13 aprile, ed era stata scarcerata il 14, un sabato. Il suo avvocato le aveva spiegato che sarebbe stata lasciata libera anche se avrebbe ricevuto un decreto di espulsione perché nel fine settimana non ci sono i tempi tecnici per la sentenza del giudice di pace e il decreto prefettizio. Invece la ragazza è stata prelevata da una volante della polizia, portata in commissariato, e lì rinchiusa in attesa del lunedì. Uno zelo non richiesto, lesivo della libertà personale poiché per essere detenuti è necessario un vaglio giurisdizionale”. Un sistema ampiamente collaudato e non un episodio a sé.
Finora 3 indagati, e il sospetto che gli altri colleghi sapessero e tollerassero le tremende attività della squadraccia guidata da Baffi. Ma il questore Padulano nega l’evidenza: «Se ci sono profili di illegittimità nella nostra azione, ce ne prenderemo la responsabilità. Ma non si dica che questa è la questura degli orrori, perché non è vero. E lo dimostrano gli attestati di stima che stiamo ricevendo in queste ore difficili». Attestati di stima che però Padulano non elenca e che, casomai, dimostrano quanto siano marci gli apparati giudiziari di questo paese.
E anche in città lo sdegno per quanto accadeva da mesi non ha dilagato. Martedì circa duecento persone - Occupy Trieste, centri sociali, Fiom, Sel, Rifondazione comunista, qualche associazione antirazzista – hanno manifestato in rappresentanza della ‘città degna’, per chiedere verità e giustizia sulla vicenda.
Ma Trieste, si sa, è “terra di frontiera” e, come si è giustificato Padulano, combattere l’immigrazione clandestina con le leggi e gli strumenti a disposizione è complicato...
pc 19 maggio - assemblea a ravenna -con i NOTAV contro la CMC
Mercoledì sera a Ravenna si è svolto un incontro che aveva per tema la TAV e il rapporto tra democrazia e grandi opere, organizzata da alcuni comitati di supporto alla sinistra di palazzo, Dopolundiciottobre, Legambiente e Associazione naturista ravennate, con gli interventi di Ivan Cicconi (autore del "libro nero dell'alta velocità"), di Claudio Cancelli (ex docente del politecnico di Torino) e di Luigi Robaldo (imprenditore attivista No Tav).
Per gli organizzatori l'obiettivo era quello di costruire il dialogo tra due istanze inconciliabili come le ragioni (infinite, che riguardano i bisogni popolari) del movimento NO TAV, con l'unico motivo che spinge a devastare ambienti e popolazioni e scaricarne i costi sui lavoratori e masse, il motivo del profitto, da parte della CMC. Solo un breve cenno alla schedatura davanti al cs Spartaco per un'assemblea No Tav ma nessuna denuncia dello stato di polizia che avanza a Ravenna con divieti con motivazioni risibili, dalle manifestazioni davanti alla CMC, a quelle per la verità e giustizia per l'immigrato tunisino ucciso da un carabiniere, a quelle contro FN. Tutto questo si è tradotto in denunce, fermi, avvisi orali e fogli di via. Proprio grazie ai fogli di via non sono potuti intervenire a questa assemblea i compagni dell'area anarchica di Forlì e Cesena. Ma alla sinistra "radical chic" tutto questo non ha suscitato alcuna reazione.
Il primo intervento, quello di Cicconi, ha denunciato le bugie intorno ai costi di questa gigantesca opera speculativa scaricati su lavoratori e masse popolari: la prima bugia è il finanziamento dei privati, in realtà è truffa ai danni di cittadini, perchè in realtà la TAV è inutile e costa 12 miliardi di euro di debito pubblico.
Per 15 anni hanno raccontato la bugia del finanziamento privato poi svelata dalla Finanziaria 2007.
Con la Tav Italia ha fatto scelta strategica sbagliata. E' come se si fosse deciso di realizzare nuova autostrada Bo-Mi per fare transitare automobili da Formula1.
Solo 17% passeggeri treni prende biglietti a lunga percorrenza ma finora spesi 92 miliardi di euro. Già nel 1997 i numeri di passeggeri sulla linea Torino-Lione dimezzano le stime di sei anni prima.
Dalmazia, Ungheria, Portogallo non hanno progetti Tav. Il Corridoio5 non dipende da Italia.
I cantieri in ValSusa finora sono stati solo per insediamenti militari a protezione del vero cantiere non ancora aperto.
Spero che lavori Tav non partano...
E' intervenuto Cancelli sulla falsa democrazia ma autentica dittatura che era alla base degli incontri tra la comunità montana e i rappresentanti dei vari governi e dei "tecnici" asserviti al profitto, che mascherava la sostanza autoritaria di scelte che non hanno mai ammesso il dissenso: si poteva intervenire per modificare il tracciato ma di mettere in discussione l'opera neanche a parlarne.
Con spirito conciliatorio proprio di certa sinistra gli organizzatori hanno gestito l'iniziativa come fossimo ad un talk show, ricordando di intervenire sempre in maniera "civile", di fronte ad uno spiegamento di forze repressive spropositato, con la polizia che ispezionava persino i bagni pubblici della sala comunale, anche loro lì per mantenere sui binari "civili" il confronto, ma soprattutto per garantire la parola all'ad della CMC, Foschini, capofila del consorzio di aziende pronte alla speculazione della TAV, che ha avuto il coraggio di intervenire parlando di etica della sua impresa, ovviamente partendo da lontano, tema tanto caro agli organizzatori perchè sono le comuni "radici ideologiche" ex PCI, arrivando a dire che hanno settemila famiglie che dipendono da loro, che operano nella legalità e rispettano le leggi italiane: "a noi interessa solo che le cose si possano fare. Se quella roba si può fare noi la facciamo" e che le "grandi opere non facilitano infiltrazioni mafiose. Lavoriamo in Sicilia senza la mafia", "la mafia si infiltra dove non c'è lavoro e non dove il lavoro arriva anche grazie ai nostri cantieri" ,"non ci chiediamo a cosa serve un'opera che facciamo. A noi importa fare il lavoro, con l'etica della sicurezza" (alludeva a quella garantita dalle truppe d'occupazione in Val Susa?) .
Questo clima “civile” è stato rotto dallo Slai cobas per il sindacato di classe che ha chiamato col suo vero nome l'attività della cmc: ricerca del profitto come valore assoluto, per poi continuare sulla denuncia dello stato di polizia in questa città col silenzio complice di istituzioni, politici e mass media, la repressione in Val Susa e abbiamo letto la mozione fatta circolare all'enichem e alla marcegaglia. Certo, via via il tono è stato abbastanza acceso, ma era necessario rompere il clima "civile" asfissiante in quella sala piena di anime morte.
Poi ha preso la parola Comizzoli, leader di RavennaPAC che ha snocciolato i coinvolgimenti della cm ravenna in alcune inchieste giudiziarie.
Gino Maioli, ex presidente cda Ferrovie Emilia Romagna Fer, vedoliano, il nemico numero uno dei pendolari di questa regione.
Ultimo intervento è stato quello che ha annunciato la nascita a Ravenna del coordinamento NoCmc per opporsi a tutta la sua attività per il mondo e alla cementificazione.
Al termine Cicconi ha ricordato alla cmc: "che tristezza sentire parole dell' Ad della cmc che pensa solo a come fare un lavoro e non a cosa fare". "Dopo averlo sentito parlare ho conferma di aver fatto bene a lasciare mondo coop per lavorare altrove". "Forse Cmc dovrebbe riflettere bene su questo cantiere. Serviranno sei o sette anni almeno e si farà solo con una continua presenza di militari sul posto a protezione dei lavoratori. Sarebbe davvero un gesto importante se la coop rinunciasse al lavoro e magari chiedesse i danni a chi ha le responsabilità".
Per gli organizzatori l'obiettivo era quello di costruire il dialogo tra due istanze inconciliabili come le ragioni (infinite, che riguardano i bisogni popolari) del movimento NO TAV, con l'unico motivo che spinge a devastare ambienti e popolazioni e scaricarne i costi sui lavoratori e masse, il motivo del profitto, da parte della CMC. Solo un breve cenno alla schedatura davanti al cs Spartaco per un'assemblea No Tav ma nessuna denuncia dello stato di polizia che avanza a Ravenna con divieti con motivazioni risibili, dalle manifestazioni davanti alla CMC, a quelle per la verità e giustizia per l'immigrato tunisino ucciso da un carabiniere, a quelle contro FN. Tutto questo si è tradotto in denunce, fermi, avvisi orali e fogli di via. Proprio grazie ai fogli di via non sono potuti intervenire a questa assemblea i compagni dell'area anarchica di Forlì e Cesena. Ma alla sinistra "radical chic" tutto questo non ha suscitato alcuna reazione.
Il primo intervento, quello di Cicconi, ha denunciato le bugie intorno ai costi di questa gigantesca opera speculativa scaricati su lavoratori e masse popolari: la prima bugia è il finanziamento dei privati, in realtà è truffa ai danni di cittadini, perchè in realtà la TAV è inutile e costa 12 miliardi di euro di debito pubblico.
Per 15 anni hanno raccontato la bugia del finanziamento privato poi svelata dalla Finanziaria 2007.
Con la Tav Italia ha fatto scelta strategica sbagliata. E' come se si fosse deciso di realizzare nuova autostrada Bo-Mi per fare transitare automobili da Formula1.
Solo 17% passeggeri treni prende biglietti a lunga percorrenza ma finora spesi 92 miliardi di euro. Già nel 1997 i numeri di passeggeri sulla linea Torino-Lione dimezzano le stime di sei anni prima.
Dalmazia, Ungheria, Portogallo non hanno progetti Tav. Il Corridoio5 non dipende da Italia.
I cantieri in ValSusa finora sono stati solo per insediamenti militari a protezione del vero cantiere non ancora aperto.
Spero che lavori Tav non partano...
E' intervenuto Cancelli sulla falsa democrazia ma autentica dittatura che era alla base degli incontri tra la comunità montana e i rappresentanti dei vari governi e dei "tecnici" asserviti al profitto, che mascherava la sostanza autoritaria di scelte che non hanno mai ammesso il dissenso: si poteva intervenire per modificare il tracciato ma di mettere in discussione l'opera neanche a parlarne.
Con spirito conciliatorio proprio di certa sinistra gli organizzatori hanno gestito l'iniziativa come fossimo ad un talk show, ricordando di intervenire sempre in maniera "civile", di fronte ad uno spiegamento di forze repressive spropositato, con la polizia che ispezionava persino i bagni pubblici della sala comunale, anche loro lì per mantenere sui binari "civili" il confronto, ma soprattutto per garantire la parola all'ad della CMC, Foschini, capofila del consorzio di aziende pronte alla speculazione della TAV, che ha avuto il coraggio di intervenire parlando di etica della sua impresa, ovviamente partendo da lontano, tema tanto caro agli organizzatori perchè sono le comuni "radici ideologiche" ex PCI, arrivando a dire che hanno settemila famiglie che dipendono da loro, che operano nella legalità e rispettano le leggi italiane: "a noi interessa solo che le cose si possano fare. Se quella roba si può fare noi la facciamo" e che le "grandi opere non facilitano infiltrazioni mafiose. Lavoriamo in Sicilia senza la mafia", "la mafia si infiltra dove non c'è lavoro e non dove il lavoro arriva anche grazie ai nostri cantieri" ,"non ci chiediamo a cosa serve un'opera che facciamo. A noi importa fare il lavoro, con l'etica della sicurezza" (alludeva a quella garantita dalle truppe d'occupazione in Val Susa?) .
Questo clima “civile” è stato rotto dallo Slai cobas per il sindacato di classe che ha chiamato col suo vero nome l'attività della cmc: ricerca del profitto come valore assoluto, per poi continuare sulla denuncia dello stato di polizia in questa città col silenzio complice di istituzioni, politici e mass media, la repressione in Val Susa e abbiamo letto la mozione fatta circolare all'enichem e alla marcegaglia. Certo, via via il tono è stato abbastanza acceso, ma era necessario rompere il clima "civile" asfissiante in quella sala piena di anime morte.
Poi ha preso la parola Comizzoli, leader di RavennaPAC che ha snocciolato i coinvolgimenti della cm ravenna in alcune inchieste giudiziarie.
Gino Maioli, ex presidente cda Ferrovie Emilia Romagna Fer, vedoliano, il nemico numero uno dei pendolari di questa regione.
Ultimo intervento è stato quello che ha annunciato la nascita a Ravenna del coordinamento NoCmc per opporsi a tutta la sua attività per il mondo e alla cementificazione.
Al termine Cicconi ha ricordato alla cmc: "che tristezza sentire parole dell' Ad della cmc che pensa solo a come fare un lavoro e non a cosa fare". "Dopo averlo sentito parlare ho conferma di aver fatto bene a lasciare mondo coop per lavorare altrove". "Forse Cmc dovrebbe riflettere bene su questo cantiere. Serviranno sei o sette anni almeno e si farà solo con una continua presenza di militari sul posto a protezione dei lavoratori. Sarebbe davvero un gesto importante se la coop rinunciasse al lavoro e magari chiedesse i danni a chi ha le responsabilità".
pc 19 maggio - legge repressiva contro il grande movimento studentesco in Quebec Canada- manifestazione il 22 maggio
in francese in via di traduzione
Canada : Projet de loi de répression contre les étudiants
Le projet de loi déposé jeudi soir par le gouvernement québécois pour briser le mouvement de grève des étudiants. Une association d’étudiants qui organiserait un rassemblement ou lancerait le mot d’ordre de bloquer l’accès à une université risquerait de devoir payer de 25.000 à 125.000 dollars, le double en cas de récidive. Jusqu’ici un individu seul encourrait une amende de 1.000 à 5.000 dollars canadiens.
Le projet de loi prévoit également que les organisateurs de manifestations doivent déclarer aux autorités, au moins huit heures avant le départ, la date, l’heure, la durée, le lieu et l’itinéraire du cortège. Pendant que les députés discutaient le projet de loi à l’assemblée nationale, des milliers de manifestants défilaient, pour la 14e soirée consécutive à Montréal et à Québec. Il expriment ainsi leur opposition à la hausse de 82% des frais de scolarité sur sept ans.
À bas la loi scélérate
Publié par secoursrougecanada le 18 mai 2012
Les actes du gouvernement Charest démontrent que ce dernier n’est plus du tout capable de gouverner normalement l’État bourgeois. La loi spéciale 78 exigeant un retour forcé en classe en août là où il y a encore grève montre que ce dernier a subi une défaite. Jusqu’ici, toutes ses manœuvres impliquant l’utilisation du judicaire n’ont fait que mettre de l’huile sur le feu renforçant le mouvement.
Alors que le 16 mai, lors de la conférence de presse annonçant le dépôt du projet de loi, Charest insistait sur une manœuvre sournoise de suspension du conflit, il annonçait déjà des mesures dissuasives. Par contre, on n’aurait jamais soupçonné qu’il aurait voulu se venger à se point-là des étudiantEs contestataires, les dirigeantEs du mouvement, leurs organisation mais aussi leurs alliés. On parle d’amendes allant de 1000$ à 125 000$ selon qu’on soit un individu, unE dirigeantE, ou un regroupement. On limite le droit de manifestation dès maintenant en voulant s’assurer que les trajets, transports en lien à la manifestation soient transmis 8 heures à l’avance. En pratique, la simple participation à une manifestation non annoncée à l’avance entraîne une amende d’un minimum de 1000$ à un individu y participant.
Le droit de s’organiser pour mener des luttes est aussi sanctionné. Les associations étudiantes accusées de défier la loi pourrait voir la suspension de la perception des cotisations par les établissements d’enseignement; pour chaque jour de défi de la loi, cela entrainerait la suspension d’un semestre de perception obligatoire. Cette disposition n’a pas de fin dans le temps. Formellement, l’association pourrait toujours demander la cotisation à ses membres individuellement mais la loi prévoit que ces derniers ne seraient pas tenus de la payer. La capacité d’organisation de ces associations plus militantes se trouverait entamée.
L’incitation à la désobéissance civile par un tiers peut entraîner pour ce dernier de fortes amendes. L’article 29 de cette loi affirme « Quiconque, par un acte ou une omission, aide ou, par un encouragement, un conseil, un consentement, une autorisation ou un ordre, amène une autre personne à commettre une infraction visée par la présente loi commet lui-même cette infraction… » et conséquemment est passible des mêmes amendes. Les syndicats, les groupes anticapitalistes et marxistes se trouvent dans la mire de cet article.
Par cette mesure, le gouvernement montre sa crainte de voir le mouvement s’élargir. Il montre qu’il a perdu sa capacité de gouverner normalement. Si on se fie à la détermination de la base étudiante, il n’est pas sûr que cette loi résorbe ce que des commentateurs désignent comme une crise sociale. Par contre, elle mettrait les associations étudiantes et ses dirigeantEs dans une position très difficile les encourageant à étouffer le mouvement; en pratique, ils et elles seraient obligés de policer leur base, autrement, ils et elles seraient accusés en vertu de cette loi.
Quand des tyrans imposent des lois et mesures arbitraires, le peuple a le droit de se soulever et de s’en débarrasser. La jeunesse ne doit pas pliée. Tout le monde doit descendre dans la rue contre ce gouvernement pourri et ces lois scélérates. Allons en masse à la manifestation du 22 mai!
infos: secroursrougecanada@yahoo.fr
Canada : Projet de loi de répression contre les étudiants
Le projet de loi déposé jeudi soir par le gouvernement québécois pour briser le mouvement de grève des étudiants. Une association d’étudiants qui organiserait un rassemblement ou lancerait le mot d’ordre de bloquer l’accès à une université risquerait de devoir payer de 25.000 à 125.000 dollars, le double en cas de récidive. Jusqu’ici un individu seul encourrait une amende de 1.000 à 5.000 dollars canadiens.
Le projet de loi prévoit également que les organisateurs de manifestations doivent déclarer aux autorités, au moins huit heures avant le départ, la date, l’heure, la durée, le lieu et l’itinéraire du cortège. Pendant que les députés discutaient le projet de loi à l’assemblée nationale, des milliers de manifestants défilaient, pour la 14e soirée consécutive à Montréal et à Québec. Il expriment ainsi leur opposition à la hausse de 82% des frais de scolarité sur sept ans.
À bas la loi scélérate
Publié par secoursrougecanada le 18 mai 2012
Les actes du gouvernement Charest démontrent que ce dernier n’est plus du tout capable de gouverner normalement l’État bourgeois. La loi spéciale 78 exigeant un retour forcé en classe en août là où il y a encore grève montre que ce dernier a subi une défaite. Jusqu’ici, toutes ses manœuvres impliquant l’utilisation du judicaire n’ont fait que mettre de l’huile sur le feu renforçant le mouvement.
Alors que le 16 mai, lors de la conférence de presse annonçant le dépôt du projet de loi, Charest insistait sur une manœuvre sournoise de suspension du conflit, il annonçait déjà des mesures dissuasives. Par contre, on n’aurait jamais soupçonné qu’il aurait voulu se venger à se point-là des étudiantEs contestataires, les dirigeantEs du mouvement, leurs organisation mais aussi leurs alliés. On parle d’amendes allant de 1000$ à 125 000$ selon qu’on soit un individu, unE dirigeantE, ou un regroupement. On limite le droit de manifestation dès maintenant en voulant s’assurer que les trajets, transports en lien à la manifestation soient transmis 8 heures à l’avance. En pratique, la simple participation à une manifestation non annoncée à l’avance entraîne une amende d’un minimum de 1000$ à un individu y participant.
Le droit de s’organiser pour mener des luttes est aussi sanctionné. Les associations étudiantes accusées de défier la loi pourrait voir la suspension de la perception des cotisations par les établissements d’enseignement; pour chaque jour de défi de la loi, cela entrainerait la suspension d’un semestre de perception obligatoire. Cette disposition n’a pas de fin dans le temps. Formellement, l’association pourrait toujours demander la cotisation à ses membres individuellement mais la loi prévoit que ces derniers ne seraient pas tenus de la payer. La capacité d’organisation de ces associations plus militantes se trouverait entamée.
L’incitation à la désobéissance civile par un tiers peut entraîner pour ce dernier de fortes amendes. L’article 29 de cette loi affirme « Quiconque, par un acte ou une omission, aide ou, par un encouragement, un conseil, un consentement, une autorisation ou un ordre, amène une autre personne à commettre une infraction visée par la présente loi commet lui-même cette infraction… » et conséquemment est passible des mêmes amendes. Les syndicats, les groupes anticapitalistes et marxistes se trouvent dans la mire de cet article.
Par cette mesure, le gouvernement montre sa crainte de voir le mouvement s’élargir. Il montre qu’il a perdu sa capacité de gouverner normalement. Si on se fie à la détermination de la base étudiante, il n’est pas sûr que cette loi résorbe ce que des commentateurs désignent comme une crise sociale. Par contre, elle mettrait les associations étudiantes et ses dirigeantEs dans une position très difficile les encourageant à étouffer le mouvement; en pratique, ils et elles seraient obligés de policer leur base, autrement, ils et elles seraient accusés en vertu de cette loi.
Quand des tyrans imposent des lois et mesures arbitraires, le peuple a le droit de se soulever et de s’en débarrasser. La jeunesse ne doit pas pliée. Tout le monde doit descendre dans la rue contre ce gouvernement pourri et ces lois scélérates. Allons en masse à la manifestation du 22 mai!
infos: secroursrougecanada@yahoo.fr
pc 19 maggio - Né Orlando né Ferrandelli né... Ballottaggio a Palermo iniziative del circolo
Iniziativa del circolo in vista del ballottaggio a Palermo davanti al Comune nell'ambito della campagna di boicottaggio attivo delle elezioni che ha visto anche un intenso volantinaggio tra gli operai in lotta della Fiat di Termini Imerese, gli operai della Fincantieri, i forestali in protesta davanti la Regione Siciliana... ***** ***** ***** ***** ***** Senza diritti, niente voto! Nessuna illusione, mai! Il pericolo per le masse popolari è soprattutto l'illusione! Perché il voto è l'arma della borghesia per ingannare; queste elezioni fanno parte di un sistema che non può dare giustizia agli operai, ai lavoratori, alle donne e ai giovani, cioè a tutti coloro che stanno pagando la crisi. Ballottaggio o non ballottaggio i “programmi” elettorali sono uguali, e li ha già scritti il governo Monti con i tagli alle spese per i servizi, la scuola, la sanità e i tagli ai soldi che vanno ai comuni, provincie e regioni. Usano parole come “alternativa” o “cambio” ma sono solo chiacchiere per ingannare: Orlando o Ferrandelli sono sostenuti dal PD di Bersani il maggiore partito che sostiene in questo momento il governo Monti! Il governo lacrime e sangue! La campagna sul boicottaggio attivo delle elezioni che abbiamo portato avanti in queste settimane è stata in sintonia con tutti quelli che non sono andati a votare o hanno dato un voto di protesta: numeri che messi insieme raggiungono quasi il 45% e cioè quasi la metà di tutti gli aventi diritto; continuiamo perciò coerentemente la nostra attività anche prima del ballottaggio per confermare la nostra posizione, quella dell'unica voce politica davvero differente, quella dell'organizzazione e delle lotte. LAVORO, CASE, SCUOLE, OSPEDALI ...QUESTI SONO PROGRAMMI VERI E questi programmi per i politici, tutti, sono irrealizzabili! E questo vale per chiunque vada a fare il sindaco! Perché non rappresentano la nostra classe, il proletariato. In questa città senza prospettive per le masse popolari il nostro Circolo vuole essere punto di riferimento politico per quelli che come noi prima e dopo le elezioni, con o senza elezioni, devono lottare per difendere i propri diritti: dalla Fiat alla Fincantieri, dalle cooperative sociali agli Ata (che forse avranno ancora a che fare con Orlando che è stato il sindaco che li ha messi nei guai), dalla Gesip, ai forestali agli ex PIP, masse di lavoratori precari (ma sempre più anche di quelli “stabili”), e i disoccupati e i senza casa... Manifestazione davanti al Comune di Palermo Piazza Pretoria Venerdì 18 maggio ore 16 Circolo proletari comunisti Palermo
pc 19 maggio - E' vero la Tav è la "madre" di tutte le preoccupazioni: ma per le popolazioni della Val Susa
top — 18 maggio 2012 07:42
Abbiamo ricevuto una mail che circola da qualche giorno dove con accorato appello, la Responsabile Relazioni Esterne di Confindustria Piemonte chiede il sostegno per l’acquisto del nuovo libro TAV Sì dell’arch. Paolo Foietta e dell’on. Stefano Esposito, con Prefazione di Pierluigi Bersani. Che non fosse una pubblicazione disinteressata lo avevamo capito da tempo, ma che gli sponsor fossero così espliciti…fa un pò specie. Eppure il caro Esposito parla in ogni dove che il ibro lo ha pagato lui e Foietta, che questa è un’operazione verità ecc… Invece scopriamo chi foraggia il libro, chi magari da una mano per tappezzare torino e provincia dei manifesti di propaganda del libro…e via discorrendo. Visto che le cose stanno così volgiamo dare una mano anche noi, e pubblichiamo una nuova copertina del volume qui di fianco e di seguito alleghiamo la (vera email) da Confindustria:
Carissimi,
faccio seguito a quanto già anticipato ad alcuni di voi, per inviarvi in anteprima l’indice del nuovo libro sulle ragioni della Tav a cura dell’arch. Foietta e dell’on. Esposito.
Questo libro spiega attraverso dati e numeri i motivi per realizzare quest’opera di fondamentale importanza per l’Italia e l’Europa.
Gli autori ci hanno chiesto, in virtù del nostro impegno a favore della Tav, di acquistarne alcune copie.
Noi ne acquisteremo 20 per una spesa di 300 euro (Il libro costa 15€); Transpadana farà lo stesso.
Vi chiedo pertanto se siete interessati anche voi a sostenere l’iniziativa: in caso affermativo vi chiedo di indicarmi il numero delle copie che comprereste, segnalandovi che vi contatterà successivamente la casa editrice per la fatturazione.
Grazie mille e saluti
gli allegati:
pc 19 maggio - solidarietà al CS Cartella -attaccato dai fascisti
Ricostruiremo il Cartella, più bello e più grande di prima!
Non ci poteva essere sveglia più triste a buttarci giù dal letto ieri mattina. La notizia che la struttura, che per dieci anni ci ha visto discutere, lavorare, creare, cantare, suonare, crescere, stava andando letteralmente in fumo è stata un pugno allo stomaco, un colpo tremendo. La vista poi di quelle pareti di cemento rimaste in piedi, mentre tutto quello che c’era dentro, sopra, di lato, era stato trasformato in cenere e detriti contorti dal calore, è stato il colpo del definitivo Knock Out.
Ma presto il senso di smarrimento, di confusione, è stato spazzato via dall’incredibile fiume di solidarietà che ci ha sommerso: dal quartiere, dalla città, dall’Italia tutta è stato un continuo chiamare, chiedere, offrire braccia, mezzi, soldi. Un abbraccio talmente caloroso da ridarci immediatamente forza, voglia, combattività. Una vicinanza talmente eterogenea quanto sincera, da essere per noi più legittimante di qualsiasi carta bollata, figlia del riconoscimento del lavoro svolto in questi anni.
“Ricostruire il Cartella, più bello e più grande di prima”, abbiamo detto nel corso di una partecipatissima assemblea, tenutasi ieri pomeriggio, vicino a quelle macerie ancora fumanti. Lo ricostruiremo noi, come abbiamo sempre fatto, con l’aiuto di tutti quelli che sono al nostro fianco, di tutti quelli che dalla Val di Susa a Palermo, dal Friuli alla Puglia, ci stanno dicendo di essere pronti a sostenerci in qualsiasi modo.
Lo ricostruiremo perché non abbiamo alcuna intenzione di arrenderci a chi, con questo vile atto, pensa di poter chiudere la nostra esperienza, e soprattutto distogliere il nostro impegno politico. Se la mano che ha compiuto questo vile atto è facilmente individuabile nella bassa manovalanza fascista e mafiosa, purtroppo sempre numerosa in questa città, la mente è per noi da individuare nella tanto famosa area grigia, in tutti quei gruppi affaristici, di interesse, che considerano questo territorio una enorme speculazione, e le casse pubbliche bancomat privati. Vorrebbero che tutti i nostri sforzi si riversassero sulla difesa degli spazi, sullo scontro ideologico e sull’antifascismo, senza preoccuparci più della privatizzazione dei servizi pubblici, della svendita del territorio a fini speculativi, della tremenda crisi economica e soprattutto sociale in cui versa la nostra città. Se il fine è questo, hanno sbagliato di grosso!
Il Cartella è stato ferito sì, ma è vivo e vegeto.
Stiamo verificando le condizioni per una manifestazione contro ogni tentativo di far chiudere questa esperienza, per la difesa degli spazi sociali, da tenersi sabato 26 maggio.
Stiamo vagliando, insieme ai nostri tecnici e legali, le modalità per avviare al più presto la ricostruzione della struttura fortemente danneggiata, che sarà sostenuta dal lancio di una campagna nazionale di solidarietà.
Nel frattempo, confermiamo tutte le iniziative già programmate, e diamo appuntamento a tutte e tutti per sabato 19 maggio, per la chiusura delle tre giornate contro l’omofobia che l’ArciGay e gli altri promotori hanno deciso di far tenere al Cartella, e i cui proventi andranno nella cassa di solidarietà per la ricostruzione.
"Voi non potete fermare il vento, gli fate solo perdere tempo"
"Potrete tagliare tutti i fiori, ma non fermerete mai la primavera"
http://www.csoacartella.org/
reggiocalabria
pc 19 maggio - parma antifascista denuncia.. la polizia protegge i fascisti
Sabato 12 maggio alcuni gruppi della Parma Antifascista si sono riuniti nel quartiere Montanara, al fianco del Comitato Antifascista, perché, già dal primo pomeriggio, inaspettatamenente, gli abitanti hanno trovato le vie attorno alla sede fascista di CasaPound presidiate da camionette e volanti della polizia; una situazione di militarizzazione che non è sicuramente facile da sopportare e che in quartiere si è già presentata più volte. Già immaginiamo la prevedibile risposta dei camerati: questo disagio è provocato dalle contestazioni continue della Parma Antifascista; ma se l'antifascismo è un valore riconosciuto dalla Costituzione, altrettanto riconosciuto e legittimo dovrebbe essere il dissenso verso chi si dichiara fascista oggi e la volontà popolare di quanti hanno, sin dalla prima comparsa del gruppo in città, sempre svelato la vera natura dei "fascisti del terzo millennio". Natura che sabato si è finalmente dimostrata nella sua interezza.
E' da quando è arrivata la sedicente associazione che il Comitato si è fatto portavoce del disagio dei residenti nel dover sopportare la provocatoria presenza dei fascisti nel quartiere, un quartiere da sempre legato ai valori dell'antifascismo e della condivisione pacifica.
Pensiamo che la volontà popolare dovrebbe essere accolta e presa una volta per tutte in considerazione, non risolta con la militarizzazione.
Una militarizzazione che tra l'altro ha sempre lo scopo di proteggere chi dovrebbe essere dichiarato fuorilegge. Questo è un primo enorme paradosso: le forze dell'ordine, funzionari di questo stato che si dice antifascista, invece di difendere gli abitanti del quartiere, difendono un manipolo di neofascisti. E' un paradosso, ma non ci stupisce: è una brutta storia che dura dagli anni 70, quella delle simpatie fasciste all'interno dei corpi di polizia e la connivenza con diversi apparati dello stato. Questa consapevolezza ci ha portato ad assumerci la responsabilità di difendere e praticare in prima persona una vigilanza costante per una città libera da forme di fascismo e razzismo; antifascismo e antirazzismo, due valori cardine per una convivenza pacifica e libera tra le persone. Lo spazio concesso ai fascisti in questo senso non è solo vergognoso ma anche provocatorio.
Ci preme chiarire che la militarizzazione è iniziata prima dell'arrivo dei rappresentanti del Comitato e che le provocazioni da parte dei fascisti sono iniziate ben prima dell'attacco dei circolo Arci Minerva.
Questo è un secondo paradosso: gli abitanti avevano chiesto ai responsabili delle forze dell'ordine di scortare i fascisti fuori dal quartiere al termine della loro iniziativa, al fine di evitare provocazioni in quartiere, per garantire la sicurezza di tutti i residenti. Anche in questo caso, i tutori dell'ordine hanno invece preferito caricare le persone che si stavano riunendo in solidarietà al Comitato Antifascista e permettere ai fascisti di girare liberamente per le vie del quartiere.
E qui, smentiamo quanto riportato dalla stampa e dai dirigenti della polizia: le forze dell'ordine non si sono MAI allontanate dal quartiere, avendo sempre la situazione sott'occhio; in via Carmignani, dove vi è la sede del Circolo Arci Minerva, sostavano i funzionari della Digos che hanno permesso ai fascisti, armati di tutto punto (catene, cinghie, tirapugni, cutter, bottiglie...) di arrivare fino a pochi metri dal circolo. Non è assolutamente accettabile che le forze dell'ordine abbiano permesso l'attacco di un locale pubblico di quartiere, mettendo in pericolo gli avventori e tutti gli abitanti della via. L'attacco è stato respinto sia dagli antifascisti ancora lì presenti che da molti ragazzi del Circolo Arci Minerva, a cui diamo tutta la nostra solidarietà. Questa resistenza ha impedito che i fascisti arrivassero nel locale e ha tutelato tutte le persone che, impaurite vi si erano rifugiate all'interno. Ci dispiace che l'ospitale Circolo Arci abbia dovuto sopportare una simile situazione, e nei prossimi giorni ci attiveremo per qualsiasi necessità di cui il circolo abbia bisogno.
Durante questo attacco, i dirigenti lì presenti si sono semplicemente limitati ad osservare la scena; le camionette e i celerini sopraggiunti dopo, si sono schierati DIETRO i fascisti, preparandosi ad attaccare chi invece stava di fatto difendendo il circolo. Lo schieramento dei celerini ha ovviamente fatto arretrare tutte le persone a difesa del circolo.
E non è tutto: con rabbia abbiamo osservato tutti i poliziotti farsi da parte per concedere la libera via ai fascisti che si sono allontanati con le mani alzate, si, ma ancora armati di tutto punto. Per questo ci chiediamo che senso abbia la perquisizione della sede dei fascisti all'una di notte, quando i responsabili dell'attacco erano a due passi dai poliziotti mentre lo portavano in atto. Si tratta chiaramente di un pro-forma, che non serve però a giustificare l'operato delle forze dell'ordine. Le forze dell'ordine dovrebbero scusarsi con i gestori del Circolo Minerva e con l'intero quartiere per questa gestione connivente della giornata di sabato.
Molti residenti hanno visto sotto i loro occhi cosa è successo e l'intero andamento dei fatti in via Carmignani; l'unica cosa che può consolarci è che agendo in questo modo i fascisti si sono svelati interamente per quello che sono e non hanno fatto che inimicarsi ancora di più il quartiere Montanara e l'intera città.
Vista la gravità di quanto accaduto, nei prossimi giorni saranno prese tutte le iniziative per denunciare l'attacco fascista, la vergognosa gestione della polizia e per fare in modo che si arrivi una volta per tutte alla chiusura definitiva della sede fascista.
Parma, 14 maggio 2012
Parmantifascista
pc 19 maggio - stato d'emergenza a francoforte
Blockupy: La Polizia sospende la libertá di manifestazione a Francoforte
18 Maggio 2012
Accerchiamenti e arresti fi massa in tutta la cittá - tolti dalla circolazione molti bus diretti per Francoforte - divieti di accesso al centro cittadino rinnovati - il Legal Team introduce un numero di telefono aggiuntivo.
Come era diventato presagibile negli ultimi giorni, la cittá e la Polizia hanno oggi tentato con la massima forza di impedire manifestazioni e presidi della Rete Blockupy a Francoforte. Centinaia di persone sono state ripetutamente accerchiate su diverse piazze di Francoforte - fra l'altro al Römerberg, alla Bockenheimer Warte e alla stazione centrale. Nel corso della giornata la polizia ha messo in stato di fermo preventivo oltre 500 persone e continuato ad attuare la sua pratica di esclusione dei manifestanti dal territorio cittadino di Francoforte per mezzo di fogli di via e divieti di permanenza in parte estesi fino a domenica sera sul territorio cittadino.
Diversi chilometri prima di Francoforte, la polizia ha iniziato a togliere dalla circolazione Bus di manifestanti e a trattenerli fino a sei ore. La sola intenzione di recarsi a Francoforte bastava alla polizia per privare preventivamente delle persone della loro libertá. In mattinata per esempio quattro Bus da Berlino sono stati diretti dalla Polizia a un parcheggio dell' Autobahnmeisterei [ente di manutenzione autostradale]. I passeggeri sono stati completamente perquisiti e fotografati indipendentemente da un sospetto di reato. Molti sono quindi stati direttamente posti in stato di fermo. Alla polizia, per legittimare le sue misure repressive, al posto di fattispecie individuali e standard legali di procedura é bastata una generica presunzione di pericolo. Allo stesso tempo la polizia non aveva preso misure per garantire l'esame giudiziario di tali misure, che secondo la legge deve aver luogo senza alcuna dilazione della privazione di li libertá. Ció dal nostro punto di vista rappresenta un sequestro di persona per abuso d'ufficio.
Nell'insieme, alle autoritá é parso lecito ogni mezzo per la criminalizzazione delle proteste Blockupy. Nonostante il tribunale amministrativo di Francoforte due giorni prima avesse valutato come illeciti i divieti di permanenza emessi alla vigilia di Blockupy, mediante simili ordinanze la polizia non ha esitato a tenere nuovamente lontane dal centro di Francoforte persone in tutta la cittá. Che i nuovi divieti di permanenza in cittá contengano gli stessi errori giuridici contenuti nelle ordinanze ritirate martedí evidentemente non ha disturbato un gran che le autoritá.
Il nostro bilancio dopo un giorno di Blockupy é chiaro: la polizia ha sistematicamente disprezzato il rispetto dei diritti fondamentali dei Manifestanti e delle manifestanti e la tutela giuridica dei quali é stata di fatto resa impossibile, avendo il Tribunale Amministrativo rifiutato, nonostante esppressa sollecitazione, di implementare un servizio di guardia. Ció significa, che le persone interessate sono state private della tutela legale effettiva costituzionalmente garantita (Art. 19. della Costituzione 4° comma). Molte persone interessate non furono informate - o al massimo lo furono incompiutamente - dei loro diritti; a nessuno é stata consegnata una notifica scritta delle possibilità di ricorso. Le notifiche furono lette o prodotte solo in tedesco, sicché molti manifeatanti da altri paesi non erano in grado di comprenderle e quindi di valutare, cosa sarebbe loro accadutocon il trasferimento in un punto di raccolta prigionieri.
Le proteste non si lasciano semplicemente vietare! Lo dimostra il solo fatto che a molte persone é riuscito di radunarsi nonostante lo stato di eccezione a Francoforte senza che lo scenario abbozzato dalla polizia alla vigilia fosse divenuto realtá. Consigliamo alle persone interessate di opporsi alle misure applicate della polizia con tutti i mezzi, come i divieti di permanenza, e a ricorrere alla tutela legale tramite il Tribunale Amministrativo non appena ció sará di nuovo possiile. Sul sito web dell' EA di Francoforte mettiamo a disposizione degli interessati i moduli del caso, in particolare quello relativo alla richiesta urgente di esame.
A causa delle numerose chiamate, che ci hanno finora raggiunti, L'EA Frankfurt oltre al numero telefonico abituale (0160-95657426) ha istituito un secondo numero: 0160-6956331
Persone che hanno a che fare con la repressione della polizia a Francoforte possono contare anche nei prossimi giorni sull'appoggio dell'Ermittlungsausschuss.
Fonte: http://ea-frankfurt.org/pressemitteilung-des-ermittlungsausschuss-frankf...
18 Maggio 2012
Accerchiamenti e arresti fi massa in tutta la cittá - tolti dalla circolazione molti bus diretti per Francoforte - divieti di accesso al centro cittadino rinnovati - il Legal Team introduce un numero di telefono aggiuntivo.
Come era diventato presagibile negli ultimi giorni, la cittá e la Polizia hanno oggi tentato con la massima forza di impedire manifestazioni e presidi della Rete Blockupy a Francoforte. Centinaia di persone sono state ripetutamente accerchiate su diverse piazze di Francoforte - fra l'altro al Römerberg, alla Bockenheimer Warte e alla stazione centrale. Nel corso della giornata la polizia ha messo in stato di fermo preventivo oltre 500 persone e continuato ad attuare la sua pratica di esclusione dei manifestanti dal territorio cittadino di Francoforte per mezzo di fogli di via e divieti di permanenza in parte estesi fino a domenica sera sul territorio cittadino.
Diversi chilometri prima di Francoforte, la polizia ha iniziato a togliere dalla circolazione Bus di manifestanti e a trattenerli fino a sei ore. La sola intenzione di recarsi a Francoforte bastava alla polizia per privare preventivamente delle persone della loro libertá. In mattinata per esempio quattro Bus da Berlino sono stati diretti dalla Polizia a un parcheggio dell' Autobahnmeisterei [ente di manutenzione autostradale]. I passeggeri sono stati completamente perquisiti e fotografati indipendentemente da un sospetto di reato. Molti sono quindi stati direttamente posti in stato di fermo. Alla polizia, per legittimare le sue misure repressive, al posto di fattispecie individuali e standard legali di procedura é bastata una generica presunzione di pericolo. Allo stesso tempo la polizia non aveva preso misure per garantire l'esame giudiziario di tali misure, che secondo la legge deve aver luogo senza alcuna dilazione della privazione di li libertá. Ció dal nostro punto di vista rappresenta un sequestro di persona per abuso d'ufficio.
Nell'insieme, alle autoritá é parso lecito ogni mezzo per la criminalizzazione delle proteste Blockupy. Nonostante il tribunale amministrativo di Francoforte due giorni prima avesse valutato come illeciti i divieti di permanenza emessi alla vigilia di Blockupy, mediante simili ordinanze la polizia non ha esitato a tenere nuovamente lontane dal centro di Francoforte persone in tutta la cittá. Che i nuovi divieti di permanenza in cittá contengano gli stessi errori giuridici contenuti nelle ordinanze ritirate martedí evidentemente non ha disturbato un gran che le autoritá.
Il nostro bilancio dopo un giorno di Blockupy é chiaro: la polizia ha sistematicamente disprezzato il rispetto dei diritti fondamentali dei Manifestanti e delle manifestanti e la tutela giuridica dei quali é stata di fatto resa impossibile, avendo il Tribunale Amministrativo rifiutato, nonostante esppressa sollecitazione, di implementare un servizio di guardia. Ció significa, che le persone interessate sono state private della tutela legale effettiva costituzionalmente garantita (Art. 19. della Costituzione 4° comma). Molte persone interessate non furono informate - o al massimo lo furono incompiutamente - dei loro diritti; a nessuno é stata consegnata una notifica scritta delle possibilità di ricorso. Le notifiche furono lette o prodotte solo in tedesco, sicché molti manifeatanti da altri paesi non erano in grado di comprenderle e quindi di valutare, cosa sarebbe loro accadutocon il trasferimento in un punto di raccolta prigionieri.
Le proteste non si lasciano semplicemente vietare! Lo dimostra il solo fatto che a molte persone é riuscito di radunarsi nonostante lo stato di eccezione a Francoforte senza che lo scenario abbozzato dalla polizia alla vigilia fosse divenuto realtá. Consigliamo alle persone interessate di opporsi alle misure applicate della polizia con tutti i mezzi, come i divieti di permanenza, e a ricorrere alla tutela legale tramite il Tribunale Amministrativo non appena ció sará di nuovo possiile. Sul sito web dell' EA di Francoforte mettiamo a disposizione degli interessati i moduli del caso, in particolare quello relativo alla richiesta urgente di esame.
A causa delle numerose chiamate, che ci hanno finora raggiunti, L'EA Frankfurt oltre al numero telefonico abituale (0160-95657426) ha istituito un secondo numero: 0160-6956331
Persone che hanno a che fare con la repressione della polizia a Francoforte possono contare anche nei prossimi giorni sull'appoggio dell'Ermittlungsausschuss.
Fonte: http://ea-frankfurt.org/pressemitteilung-des-ermittlungsausschuss-frankf...
pc 19 maggio - repressione antinotav a bologna - sosteniamo la proposta di una assemblea regionale a ravenna
[Bologna] Manifestazione No Tav in stazione
89 partecipanti verso il processo
Invasi i primi tre binari, con conseguenti ritardi per i convogli. Sono accusati di manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale
La Digos ha notificato 89 avvisi di fine indagine ad altrettanti partecipanti alla manifestazione contro la Tav in Val di Susa del 27 febbraio scorso. Lo rende noto l'Ansa. Quella sera un centinaio tra studenti universitari e giovani dei centri sociali aveva sfilato in corteo da piazza Nettuno fino alla stazione centrale dove, nonostante la presenza delle forze dell'ordine, un gruppetto di manifestanti era riuscito a raggiungere e invadere i primi tre binari, causando ritardi ad alcuni treni e imbrattando con scritte 'No Tav' le carrozze di un Eurostar.
Gli 89 manifestanti che hanno ricevuto la notifica, provvedimento che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio, sono accusati a vario titolo di manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale.
Per un'assemblea contro la repressione a Ravenna
I gravi provvedimenti repressivi che ci hanno colpito a Ravenna il 16 aprile ci devono trovare uniti per contrastarli.
Avviso orale, fogli di via sono provvedimenti fascisti, non hanno nessun legame con i fatti che ci contestano, sono minacce intimidatorie che perseguono un reato d'opinione che non devono passare.
La libertà di manifestare a Ravenna è in pericolo per responsabilità della Questura, ogni manifestazione è diventata un problema di ordine pubblico e questo clima da stato di polizia ha generato tutti i problemi accaduti in questa città, fino ad arrivare ad autorizzare una manifestazione a FN e vietarla agli antifascisti.
Anche a Bologna lo Stato sta perseguitando i compagni di Fuoriluogo con accuse pesantissime, così come in altre città.
Proponiamo ai compagni colpiti da provvedimenti repressivi, ai compagni del movimento antagonista, rivoluzionario, di organizzare assieme un'iniziativa a Ravenna per il 19 giugno, giornata internazionale di lotta contro la repressione e per la libertà dei prigionieri politici.
proletari comunisti-Ravenna
ravros@libero.it
89 partecipanti verso il processo
Invasi i primi tre binari, con conseguenti ritardi per i convogli. Sono accusati di manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale
La Digos ha notificato 89 avvisi di fine indagine ad altrettanti partecipanti alla manifestazione contro la Tav in Val di Susa del 27 febbraio scorso. Lo rende noto l'Ansa. Quella sera un centinaio tra studenti universitari e giovani dei centri sociali aveva sfilato in corteo da piazza Nettuno fino alla stazione centrale dove, nonostante la presenza delle forze dell'ordine, un gruppetto di manifestanti era riuscito a raggiungere e invadere i primi tre binari, causando ritardi ad alcuni treni e imbrattando con scritte 'No Tav' le carrozze di un Eurostar.
Gli 89 manifestanti che hanno ricevuto la notifica, provvedimento che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio, sono accusati a vario titolo di manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale.
Per un'assemblea contro la repressione a Ravenna
I gravi provvedimenti repressivi che ci hanno colpito a Ravenna il 16 aprile ci devono trovare uniti per contrastarli.
Avviso orale, fogli di via sono provvedimenti fascisti, non hanno nessun legame con i fatti che ci contestano, sono minacce intimidatorie che perseguono un reato d'opinione che non devono passare.
La libertà di manifestare a Ravenna è in pericolo per responsabilità della Questura, ogni manifestazione è diventata un problema di ordine pubblico e questo clima da stato di polizia ha generato tutti i problemi accaduti in questa città, fino ad arrivare ad autorizzare una manifestazione a FN e vietarla agli antifascisti.
Anche a Bologna lo Stato sta perseguitando i compagni di Fuoriluogo con accuse pesantissime, così come in altre città.
Proponiamo ai compagni colpiti da provvedimenti repressivi, ai compagni del movimento antagonista, rivoluzionario, di organizzare assieme un'iniziativa a Ravenna per il 19 giugno, giornata internazionale di lotta contro la repressione e per la libertà dei prigionieri politici.
proletari comunisti-Ravenna
ravros@libero.it
venerdì 18 maggio 2012
pc 18 maggio - protesta a roma all'ambasciata tedesca per occupy frankfurt
Protesta davanti all'ambasciata tedesca
Un centinaio di giovani, studenti e attivisti, sta manifestando in piazza Indipendenza a pochi metri dall'ambasciata tedesca di via San Martino Battaglia. Un presidio organizzato all'indomani dei primi, numerosi arresti avvenuti a Francoforte, la città tedesca scelta dai movimenti europei per manifestare contro le politiche di austerity messe in campo dai governi. Tra i fermati, e poi rilasciati, anche una quindicina di romani dei centri sociali, dell'università La Sapienza e del teatro Valle.
"Smash Bce. Make our Europe against austerity" è lo striscione che i ragazzi espongono in una piazza blindata dalle forze dell'ordine. I manifestanti, in un primo momento costretti a retrocedere sul marciapiede, hanno invaso poi la strada chiusa dalle camionette della polizia bloccando il traffico.
Tanti i cartelli eposti che irridono le modalità di arresto degli attivisti di Francoforte, fermati e identificati ieri dopo il rifiuto di firmare un foglio di rinuncia a manifestare. "Arrestami vivo in una Valle" si legge sul poster tenuto in mano da una occupante del teatro vicino a Torre Argentina. E ancora. "Arrestateci, siamo in due", "Arrestatemi sono bionda finta".
Altri cartelli invece raffigurano la coppia Merkel-Monti sopra la scritta "No all'asse Roma-Berlino". La cancelliera tedesca è raffigurata anche su un altro manifesto su cui è scritto "L'Europa non è tua".
"Stiamo denunciando - spiegano i ragazzi in sit-in - quanto accade a Francoforte con i divieti di sfilare in corteo o presidiare le piazze. E siamo qui anche in sostegno del grande raduno europeo che si svolge proprio nei giorni in cui la crisi si fa più dura, in cui è sempre più prossima l'uscita della Grecia dall'euro. Crediamo che l'uscita dalla crisi possa avvenire solo dal basso, rivendicando diritti universali e ripensando il welfare, e non ispirandosi all'Europa dei profitti e della dittatura della finanza".
(18 maggio 2012)
Un centinaio di giovani, studenti e attivisti, sta manifestando in piazza Indipendenza a pochi metri dall'ambasciata tedesca di via San Martino Battaglia. Un presidio organizzato all'indomani dei primi, numerosi arresti avvenuti a Francoforte, la città tedesca scelta dai movimenti europei per manifestare contro le politiche di austerity messe in campo dai governi. Tra i fermati, e poi rilasciati, anche una quindicina di romani dei centri sociali, dell'università La Sapienza e del teatro Valle.
"Smash Bce. Make our Europe against austerity" è lo striscione che i ragazzi espongono in una piazza blindata dalle forze dell'ordine. I manifestanti, in un primo momento costretti a retrocedere sul marciapiede, hanno invaso poi la strada chiusa dalle camionette della polizia bloccando il traffico.
Tanti i cartelli eposti che irridono le modalità di arresto degli attivisti di Francoforte, fermati e identificati ieri dopo il rifiuto di firmare un foglio di rinuncia a manifestare. "Arrestami vivo in una Valle" si legge sul poster tenuto in mano da una occupante del teatro vicino a Torre Argentina. E ancora. "Arrestateci, siamo in due", "Arrestatemi sono bionda finta".
Altri cartelli invece raffigurano la coppia Merkel-Monti sopra la scritta "No all'asse Roma-Berlino". La cancelliera tedesca è raffigurata anche su un altro manifesto su cui è scritto "L'Europa non è tua".
"Stiamo denunciando - spiegano i ragazzi in sit-in - quanto accade a Francoforte con i divieti di sfilare in corteo o presidiare le piazze. E siamo qui anche in sostegno del grande raduno europeo che si svolge proprio nei giorni in cui la crisi si fa più dura, in cui è sempre più prossima l'uscita della Grecia dall'euro. Crediamo che l'uscita dalla crisi possa avvenire solo dal basso, rivendicando diritti universali e ripensando il welfare, e non ispirandosi all'Europa dei profitti e della dittatura della finanza".
(18 maggio 2012)
pc 18 maggio: IL GOVERNO “TECNICO” IMPAZZISCE... MA QUESTO E' UN BENE!
Ieri il Ministro degli Interni, Cancellieri ha riunito i vertici delle forze di polizia, dei servizi segreti, lo Stato maggiore della Difesa e ha mobilitato gli “intelligence” 007 per controllare gli “obiettivi sensibili” e le situazioni “pericolose”.
Così ha messo tutto insieme: Finmeccanica, Ansaldo, Equitalia, Agenzia delle Entrate – ed ogni altra azienda ad esse riconducibile; e poi carceri, strutture ed aziende legate al nucleare, sedi istituzionali e di governo. E naturalmente, “la madre di tutte le preoccupazione”, la TAV!
Poi siccome l'azione del governo di lacrime e sangue ai proletari, di attacco al lavoro e ai diritti dei lavoratori, di rendere sempre più difficile la vita dei proletari, dei disoccupati, va avanti e andrà ancora più avanti, la Cancellieri ha deciso di mandare nei prossimi giorni anche una circolare ai prefetti per invitarli a un “attento monitoraggio sugli episodi di tensioni sociali connessi alle crisi nel mondo del lavoro”.
Sono penosi ma pericolosi! Sono dei dittatorelli che hanno paura anche di una solo protesta, comunque sia. Il governo Monti, insieme ai suoi colleghi europei ora vedono le stesse loro leggi democratiche come “troppo sovversive” e allora vogliono trasformare la società in uno stato di polizia.
E, si può dire, che ancora sta succedendo, sul fronte della lotta contro il governo e questo Stato, poca cosa...
Questo non fa che mostrare chiaramente che questo governo per scaricare la crisi sui lavoratori, le masse popolari dichiarerà sempre più guerra ad ogni “tensione sociale”, e per questa guerra userà milioni di euro, pagati dai proletari.
Ma questo non può passare indenne. Loro lo sanno. E per questo una ministra come la Cancellieri gira come una moscha impazzita in un bicchiere, mentre il “compassato” Monti, non ce la fa proprio a rimanere freddo e anche alcune sue dichiarazioni sono sempre più isteriche. Andiamo avanti...
Quando ogni stormir di fronda viene vista come una pericolosa sovversione, allora ogni stormir di fronda è sovversione.
pc 18 maggio - operai termini imerese non danno tregua, bloccata l'autostrada
Si fa sempre più dura la protesta dei lavoratori dell'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese. Circa 300 tute blu hanno occupato stamattina l'autostrada Palermo-Catania, all'altezza dello svincolo della zona industriale. La decisione è stata presa dall'assemblea di fabbrica che si è svolta di fronte ai cancelli della fabbrica che il Lingotto ha abbandonato a dicembre.
Gli operai distribuiscono volantini agli automobilisti. Bloccata anche l'auto blu dell'assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, che è sceso dalla vettura, esprimendo solidarietà ai lavoratori che comunque non fanno transitare nessuno. L'autostrada è bloccata in entrambe le direzioni, Russo è diretto verso Catania.
La rabbia degli operai, che protestano da quasi due settimane, sale e si unisce all'angoscia per il futuro, dopo il vertice di ieri sera tra il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, e il presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Il titolare del dicastero ha concesso 15 giorni di tempo a Dr Motor per chiarire la sua posizione finanziaria e dire se è in grado di insediarsi a Termini o bisogna considerare tramontato il progetto.
Passera ieri sera ha riunito anche i vertici nazionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ai quali ha comunicato la convocazione per martedì 4 giugno di un tavolo di confronto con tutte le parti sul futuro dell'ex stabilimento Fiat. "Se il ministero - dice Vincenzo Comella, della Uilm Palermo - non riterrà affidabile Dr Motor, Domenico Arcuri (amministratore delegato di Invitalia, ndr) si dovrà dimettere immediatamente. E' stato lui, alla guida di Invitalia, a dare il via libera alla società dell'imprenditore Di Risio a rilevare lo stabilimento, nonostante i problemi finanziari della società molisana fossero noti fin dall'inizio".
(17 maggio 2012)
Si
pc 18 maggio - francoforte ... cronache di questa mattina
. La cronaca della iniziative di questa mattina. Bloccata l'autostrada, 190 i fermati dalla polizia. Circa 300 manifestanti hanno raggiunto la Bce. Piccoli cortei in giro per la città. Primi scontri nel centro. Si prevede un’altra giornata movimentata.
ore 14.00: Blockupy Frankurt ha convocato per le 16.30 una manifestazione contro le restrizioni del diritto dimanifestare. Si segnala che la polizia ha circondatao e sta identificando i partecipanti al sit-in tra la Gutleutstrasse e la Weserstrasse, gli attivisti sono una cinquantina.
* Il corteo dalla stazione ha raggiunto il palazzo che ospita la sede del sindacato tedesco Dgb. C' è un pò di pausa. Si raccolgono testimonianze sulle cariche della polizia.
* La polizia ha cominciato a tirare i lacrimogeni. Gli scontri si spostano verso la stazione
* Scontri in corso tra la Basilea e la Wilhelm-Strasse Leuschner tra circa 300 attivisti e la polizia che ha usato manganelli. Si assistono a inseguimenti e caccia all’uomo nelle strade circostanti
* I manifestanti che si erano concentrati ed avevano bloccato la Wilhelm Leuschner Strasse/Windmühlstrasse sono aumentati fino a circa 200 persone. Sono partiti in corteo sulla Munster Strasse per proseguire in direzione della BCE . Con loro anche un gruppo di samba. La situazione appare tranquilla. “Ce la sta mettendo veramente tutta!” commenta il giornale locale Frankfurter Rundschau, mentre il giornale ufficiale della capitale finanziaria europea, il Frankfurther Allgemein Zeitung continua a far finta di niente su quello che sta accadendo in città limitandosi a servizi di routine.
* La polizia sostiene di aver effettuato circa 190 fermi tra i manifestanti di Blockocupy nella sola mattinata di oggi
* Gli attivisti di Blockupy hanno bloccato l'autostrada A648 con azioni lampo. Lo svincolo Theodor-Heuss è tutto bloccato. Si è formato un ingorgo con una coda di due chilometri.
* Viene segnalato un lancio di sassi in Untermainkai est. Ci sarebbero dei feriti. Ma le notizie rimbalzano su twitter e non sono sempre verificabili o veritiere.
* I manifestanti che stavano bloccando la Untermainanlage / angolo Wilhelm-Leuschner-Strasse sedendosi per terra, sono stati spostati dalla polizia. In corso assemblea dei manifestanti sotto la Bce per decidere cosa fare. La mediazione dei deputati della Linke ha ottenuto che si potesse fare questa assemblea, ma pesa la minaccia dello sgombero del concentramento da parte della polizia.
* Il deputato del Partito di Sinistra Die Linke al Bundestag, Herbert Behrens sta trattando con la polizia in Willy Brandt Platz. I manifestanti si sono seduti per terra pronti a resistere allosgombero della piazza. Piccoli cortei si aggirano per la città seguiti dalla polizia.
* In piazza Willy Brandt, nei pressi dell'Eurotower della Bce, dove sono concentrati circa 300 manifestanti che sono riusciti ad arrivarci, la polizia si appresta a sgomberare la piazza. I carri con gli idranti sono diventati due e sono già state date le prime due intimazioni a sciogliersi perchè "la manifestazione non è autorizzata".
* La polizia ha rilasciato un'ottantina di attivisti che erano stati fermati oggi alla Stazione Centrale. Il presidio sotto la Bce prosegue. La gente sta cercando di arrivare alla spicciolata o in piccoli cortei.
* Secondo la polizia sarebbero stati effettuati un centinaio di fermi. Sei manifestanti sono stati portati in un centro di detenzione.
* Sono diventati circa 300 i manifestanti a ridosso dell'Eurotower della Bce completamente transennata e presidiata dalla polizia. E' arrivato un carro con gli idranti e la polizia intende spingerli via, verso la Untermarlagen
* Un corteo di un centinaio di manifestanti con un camion amplificato sta cercando di congiungersi a quelli che sono riusciti ad arrivare sotto alla Bce ma è stato bloccato dalla polizia.
* Un centinaio di atttivisti è riuscito a sfuggire all'assedio e hanno raggiunto l'Eurotower, la sede della Banca Centrale Europea. La polizia sta intimando di sciogliere la manifestazione.
* Un altro gruppo inseguito dalla polizia sta andando a bloccare il ponte Untermain mentre è stato bloccato anche il Ponte della Pace.
Questa mattina Francoforte si era svegliata con molte strade della cintura bloccate dagli attivisti anticapitalisti tedeschi ed europei. Ma i blocchi si sono via via spostati verso il centro finanziario della città.
In un paio di casi la polizia ha caricato i manifestanti. In altre parti sta procedendo ad identificare tutti i partecipanti ai blocchi. Nel blocco-corteo vicino alla stazione i manifestanti vengono portati via a gruppi di cento e identificati. Un gruppo di giovani italiani partiti dal campeggio per andare al concentramento alla stazione centrale sono stati fermati addirittura nella metropolitana.
Sono stati intanto rilasciati la settantina di attivisti italiani della piattaforma “Rise Up” che erano stati fermati nel pomeriggio di ieri.
Presidi di solidarietà con gli attivisti fermati o arrestati a Francoforte sono stati convocati per oggi pomeriggio alle ambasciate e ai consolati della Germania a Roma, Milano, Napoli. A Venezia è stato occupato il consolato tedesco. Ieri pomeriggio a Roma c'era stato un blitz solidale alla Banca d'Italia a Roma.
pc 18 maggio - cronache da francoforte 17 maggio - repressione, caccia all'uomo divieti totali, arresti..
Con un atto di repressione preventiva é iniziato il blocco istituzionale della citta di Francoforte. I preparativi sono iniziati verso le 7 del mattino, quando ingenti forze di polizia sono state convogliate verso il sito occupato dal 15 Ottobre da attivisti di Occupy, che in tutti questi mesi hanno portato avanti la loro protesta in modo massimamente pacifico. In vista delle giornate blockupy dal 16 al 20 Maggio, la polizia di Francoforte ha voluto a tutti i costi disporre ed eseguire lo sgombero della pacifica tendopoli per motivi di "pubblica sicurezza". Il numero degli attivisti presenti al momento dell'accerchiamento a seconda delle fonti é stato quantificato tra i 300 e i 500. Gli accampati hanno scelto la resistenza passiva fra canti, balli e spruzzi di tinta da due vasche gonfiabili riempite di colore. Da parte della polizia l'esecuzione dell sgombero é stata veloce e attenta a produrre un'immagine di tolleranza - é di ieri la notizia della figura barbina fatta dalla polizia di francoforte, che dopo aver vietato a quasi 500 attivisti la permanenza in cittá per tutta la durata delle proteste ha poi ritirato il provvedimento a causa dell'inconsistenza delle motivazioni con le quali lo stesso era stato supportato. Nonostante l'ostentata promessa ai presenti che non sarebbe stato arrestato e identificato chi si fosse opposto unicamente stando seduto, le modalitá dello sgombero non lasciano dubbi sulle intenzioni della polizia, a partire dall' ermeticitá dell'accerchiamento e dall'imposizione di bassissimi livelli di tolleranza, che hanno condotto a 13 fermi. Dopo lo sgombero si é formata una manifestazione spontanea, alle 14 é previsto un presidio e alle 15 una conferenza stampa di blockupy. Nel frattempo, il TAR dell'Assia ha proibito qualsiasi manifestazione fino a tutto il venerdí. Proibito anche il rave itinerante previsto in giornata odierna a partire dalle 19. Il partito Die Linke sta impugnando la sentenza davanti alla corte costituzionale, mentre la cittá delle banche, che ha chiuso molte sedi e dato ordine ai suoi impiegati di travestirsi per circolare in cittá vestendo casual si é ormai bloccata da sola ben due volte: l'una per reprimere e togliere voce, con divieti a tutto tondo, soffocamento di spazi, 5000 poliziotti, sorveglianza, controlli, chiusure di stazioni e interruzioni di linee tranviarie allarmismi sfrenati e via dicendo, e l'altra, andando a nascondersi.
Di seguito una breve cronologia basata su cinguettii assortiti raccolti in mattinata in minima parte liberamente ma sempre coscienziosamente tradotti in italiano.
9:19 L'accesso al campo viene negato, cordone di polizia non lascia entrare nessuno. Chi vuole. puó uscire, ma nessuno se ne va. La polizia comunica che non sará denunciato né identificato chi blocca da seduto.
9:21 Prima intimazione di sgombero tramite dichiarazione di scioglimento dell'assembramento. L'accampamento é completamente circondato. Gli stessi poliziotti trovano ridicolo il fatto che l'ingaggio preveda il porto di scudi.
Movimenti di mezzi verso la stazione centrale di francoforte.
9:25 Seconda intimazione di sgombero. Gli acampad@s vengono invitati ad andarsene
9:28 Terza intimazione di sgombero.
9:31 Tanta musica, la gente é serena. Massiccia prsenza della stampa. Si riesce ancora a entrare, Un cittadino non partecipante alla protesta dice al microfono che ha paura - non di blockupy, ma della polizia
9:38 Nonostante le intimazioni di sgombero tutti rimangono nella tendopoli
9:39 Parte lo sgombero - Un membro di Occupy invita polizia e acampad@as ad agire con buon senso
9:41 NESSUNO da seguito all'invito della polizia ad allontanarsi
9:44 La gente si siede per fare blocco. Vasche di plastica piene di tinta. La polizia si attarda
9:47 La polizia entra nella tendopoli
9:50 Gli sbirri si piazzano in mezzo alle tende
9:51 L'accampamento é circondato ermeticamente, ma la polizia aspetta ancora. Gli accampati fanno musica e ballano
9:54 La polizia porta fuori dal campo i primi attivisti
9:55 Chi ha paura degli omini blu? L#accampamento ride e canta
9:57 Alcuni si lasciano portare via. Altri si avvolgono in striscioni per rendere piú difficoltoso il lavoro della polizia
9:59 Leggerissime scaramucce durante lo sgombero. Spruzzi di tinta sui poliziotti
10:00 Il blocco persiste. In ogni angolo viene portata via gente.
10:02 A detta della polizia chi spruzza tinta sui poliziotti verrá denunciato
10:07 Gli slogan sono piú forti degli altoparlanti della polizia
10:15 Nel centro di Francoforte un numero significativo di persone in abbigliamento casual e ventiquattrore o notebookbags
Singoli poliziotti procedono in maniera violenta contro gli accampati
Il network ntv racconta che ci sarebbero giá stati scontri ???
10:21 Diversi media innalzano la pratica dello spruzzo di tinta ad atto di violenza
10: 22 Travisamenti. La polizia minaccia di procedere ad arresti.
Alcuni attivisti continuano con gli spruzzi di tinta.
Piccola scaramuccia
Sembra che uno striscione con la dicitura :Piú indennitá d'ingaggio la polizia lo voglia lasciare appeso. In quel senso, anche loro sarebbero blockupy ;)
10:24 Comunicazione: La polizia non é disposta a tollerare spruzzi di tinta!
10:25 Una truppa d'intervento ha infilato tute simil-imbianchino sopra l'uniforme. Portano via gli attivisti che erano nella vascagonfiabile con la tinta.
10:27 "Troppi cowboy, troppo pochi indiani"
10:28 Primo arresto
10:31 Sbirri indossano tute protettive simil-imbianchino. Forse quelli che perquisiranno la tendopoli
10:32 Gli accampati ancora all'interno del campo sono circa 40, circondati da stampa e polizia
10: 33 Brutta scena: Un attivista circola in bici per la tendopoli. La polizia lo atterra poco cerimoniosamente.
10:36 Atmosfera combattiva durante lo sgombero dell'accampamento. Nessuno ha dato seguito all'intimazione di andarsene volontariamente!
10:40 La polizia esamina la vasca gonfiabile con la tinta.
10:46 Insomma, per sta cosa di portar via la gente la polizia deve esercitarsi ancora un po': la fanno cadere per terra!
10:47 Vien fatta passare un'ambulanza attraverso gli sbarramenti.
10:51 I poliziotti con le tute simil-imbianchino tirano fuori dalla massa pacifici manifestanti
10:52 Arresti in corso
10:54 Direttamente davanti alla streamcam, dei poliziotti torcono coscientemente e in maniera violenta la testa di un pacifico manifestante
10:54 ribadisco: un attivista che era fuori dall'accerchiamento é stato tirato dentro e arrestato
10:55 I poliziotti travestiti con le tute simil-imbianchino tirano fuori dalla massa pacifici manifestanti
La BFE (squadre speciali per l'arresto) é entrata all'interno degli sbarramenti e adesso sta lí insieme alle altre truppe.
10:59 Si prepara lo sgombero della pesona che si é piazzata sul simbolo dell'euro davanti alla bce
11:03 L'accampamenmto é sgomberato
11:09 L'attivista che si era piazzato sul simbolo dell'euro sembra possa restare lí, per il momento. La polizia dice di non avere ancora un piano
11:17 Sgomberato il simbolo dell'euro
11:20 La maggior parte degli attivisti si trova ancora in zona (Willy-Brandt-Platz)
11:21 Vari Tintattivisti sono stati arrestati e portati via
11:27 Non confermato: sarebbero 13 gli attivisti arrestati
11:30 L'attivista che era seduto sul simbolo dell'euro adesso é giú, ma pare non sia stato arrestato.
11:32 Adesso il compito dei polizitti in loco é la sorveglianza del sito
1:34 Alla stazione di Francoforte la gente viene in parte sottoposta a controlli
11:36 Gli arresti sono confermati, non si sa ancora chi siano le persone colpite.
11:38 Massicce limitazioni del traffico alla stazione di Francoforte, non si passa piú
11:57 Nel centro di Francoforte la polizia kontrolla tutte le stazioni della S-Bahn (Metropolitana provinciale).
12:02 Continua la criminalizzazione di blockupy: Il tribunale amministrativo dell'Assia proibisce il "Rave contro la Troika" previsto oggi alle 19.
12:13 La bananizzazione antidemocratica della RFT con Francoforte in testa: Il tribunale amministrativo dell'Assia conferma tutti i divieti di manifestazione per blockupy!
12:14 Manifestazione spontanea dall'accampamento sgomberato alla casa del sindacato
12:19 Il tribunale amministrativo dell'Assia sancisce il divieto totale di manifestazione a tutto il venerdí
12:367 Controlli e fremi immotivati alla stazione centrale di Francoforte
12:40 Ultimi aggiornamenti: 13 arrestati dei quali 11 ancora in stato di fermo
Alle 16 é convocata un'assemblea sulle Mainwiesen (Prati sul Meno) all'altezza del DGB Haus (Casa della Federazione sindacale DGB)
pc 18 maggio - Genova .. un commento alla manifestazione 'antiterrorismo'
LA MAGGIORANZA SILENZIOSA QUESTA VOLTA NON VALE?
Genova, giovedì diciassette maggio: piazza De Ferrari è teatro di una manifestazione contro il terrorismo che mi dà spunto per una polemica con coloro che, quando sentono i numeri delle oceaniche manifestazioni NO TAV in val di Susa, rispondono sempre appellandosi alla presunta 'schiacciante maggioranza silenziosa' per imporre il proprio volere contro un'intera comunità che rifiuta di essere asservita per decenni alle necessità connesse all'opera più inutile, costosa, e devastante, che la storia ricordi.
Se si dovesse usare, come logica imporrebbe, il medesimo metro di giudizio per la pagliacciata di cui sopra, occorrerebbe dedurne che i genovesi sono tutti terroristi o fiancheggiatori di costoro: tanto battage pubblicitario per una parata filo-padronale - a sostegno di un governo che permette, ed anzi incentiva, l'avanzata di quello che sempre più si delinea come un vero regine di fascismo dei padroni per poi raccogliere la bellezza di neppure duemila persone, dovrebbe far riflettere gli organizzatori, ed anche chi in buona fede si è prestato a questo indegno spettacolo di sottomissione, sul grado di esasperazione a cui lorsignori stanno portando la classe operaia.
La lezione da imparare, dalla giornata di cui si sta disquisendo, è che la guerra di classe va combattuta contro i padroni ed i loro comitati di affari, i governi borghesi di qualunque colore essi appaiano; i proletari non devono in alcun modo prestarsi a fare il gioco del nemico: altrimenti finiranno col condannarsi al perdurare in eterno del giogo padronale.
enova, 18 maggio 2012
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova
Genova, giovedì diciassette maggio: piazza De Ferrari è teatro di una manifestazione contro il terrorismo che mi dà spunto per una polemica con coloro che, quando sentono i numeri delle oceaniche manifestazioni NO TAV in val di Susa, rispondono sempre appellandosi alla presunta 'schiacciante maggioranza silenziosa' per imporre il proprio volere contro un'intera comunità che rifiuta di essere asservita per decenni alle necessità connesse all'opera più inutile, costosa, e devastante, che la storia ricordi.
Se si dovesse usare, come logica imporrebbe, il medesimo metro di giudizio per la pagliacciata di cui sopra, occorrerebbe dedurne che i genovesi sono tutti terroristi o fiancheggiatori di costoro: tanto battage pubblicitario per una parata filo-padronale - a sostegno di un governo che permette, ed anzi incentiva, l'avanzata di quello che sempre più si delinea come un vero regine di fascismo dei padroni per poi raccogliere la bellezza di neppure duemila persone, dovrebbe far riflettere gli organizzatori, ed anche chi in buona fede si è prestato a questo indegno spettacolo di sottomissione, sul grado di esasperazione a cui lorsignori stanno portando la classe operaia.
La lezione da imparare, dalla giornata di cui si sta disquisendo, è che la guerra di classe va combattuta contro i padroni ed i loro comitati di affari, i governi borghesi di qualunque colore essi appaiano; i proletari non devono in alcun modo prestarsi a fare il gioco del nemico: altrimenti finiranno col condannarsi al perdurare in eterno del giogo padronale.
enova, 18 maggio 2012
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova
pc 18 maggio - le decisioni del governo in materia di terrorismo sono anticostituzionali e di stampo fascista - vanno respinte con la lotta
il vero terrorismo è equitalia e la politica economica del governo che provoca suicidi, immiserimento e povertà
questo governo va sulla strada della dittatura aperta in conto capitale
10 100 1000 iniziative contro equitalia - via il governo delle tasse della disoccupazione , del carovita e della miseria, della repressione e della protezione di un sistema di corrotti e corruttori
proletari comunisti - PCm Italia
18 maggio 2012
questo governo va sulla strada della dittatura aperta in conto capitale
10 100 1000 iniziative contro equitalia - via il governo delle tasse della disoccupazione , del carovita e della miseria, della repressione e della protezione di un sistema di corrotti e corruttori
proletari comunisti - PCm Italia
18 maggio 2012
pc 18 maggio - india Le accuse per i marò: omicidio e associazione a delinquere - noi siamo contro l'imperialismo italiano
India, marò: presentati i capi d'accusa. De Mistura: incidente involontario
La polizia indiana ha presentato oggi nel tribunale di Kollam il dossier contenente i capi di accusa contro i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone coinvolti nella morte, il 15 febbraio, di due pescatori indiani. Lo riferisce l'agenzia di stampa Pti. La decisione era attesa perché domani si concludeva il periodo di 90 giorni previsto dalla legge indiana per la carcerazione preventiva, dopo il quale scattava la possibilità della libertà dietro cauzione. L'annuncio della presentazione dei documenti da parte del commissario Ajith Kumar, capo del Gruppo speciale investigativo (Sit) incaricato delle indagini sull'incidente, è giunto proprio mentre il sottosegretario de Mistura e la delegazione si trovavano a colloquio con i marò nel carcere di Pujapoora.
E a qualche ora dall'incontro dello stesso De Mistura con il 'chief minister' del Kerala, Oommen Chandy, previsto per l'inizio del pomeriggio. Secondo il quotidiano The Indian Express che sostiene di avere avuto accesso al documento Kumar chiederà il processo di Latorre e Girone in base a quattro sezioni del codice penale: 302 (omicidio); 307 (tentato omicidio); 427 (azioni che hanno comportato danni) e 34 (associazione per delinquere). In aggiunta, dice infine il giornale, nell'elenco delle accuse è indicata anche la violazione della Convenzione internazionale per la repressione di atti illeciti contro la sicurezza della navigazione marittima del 1988 che stabilisce la giurisdizione di uno Stato fino a 200 miglia nautiche dalla costa.
L'arcivescovo di Trivandrum, mons. M. Soosa Pakiam, ha lanciato oggi un appello in cui, riferendosi alla vicenda dei marò e alla morte di due pescatori indiani, ha sostenuto che "in ogni tragedia si deve cercare di trovare qualche opportunità per chi è rimasto, che poi sono le migliaia e migliaia di pescatori che ogni giorno rischiano la vita in mare".
L'arcivescovo di Trivandrum, mons. M. Soosa Pakiam, ha lanciato oggi un appello in cui, riferendosi alla vicenda dei marò e alla morte di due pescatori indiani, ha sostenuto che "in ogni tragedia si deve cercare di trovare qualche opportunità per chi è rimasto, che poi sono le migliaia e migliaia di pescatori che ogni giorno rischiano la vita in mare".
L'appello è stato lanciato durante un incontro con il sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura, in cui è stata esaminata la situazione umana della sfortunata vicenda su entrambi i versanti e si è auspicato che da essa si traggano lezioni utili per il futuro. Mons. Soosa Pakiam ha poi chiesto all'Italia di adoperarsi "affinché a livello mondiale si stabiliscano nuove regole per quello che riguarda la navigazione delle grandi navi nelle zone limitrofe alle acque internazionali dove operano piccole barche di pescatori che si spingono sempre più al largo alla disperata ricerca di pesce sempre più scarso".
Infine l'alto prelato ha espresso apprezzamento per "il gesto umanitario" compiuto dall'Italia nell'aiutare le famiglie delle vittime. Da parte sua De Mistura ha risposto di "avere preso nota dell'appello assicurando che l'Italia opererà, a crisi risolta, affinché simili incidenti non si ripetano più". Il sottosegretario ha infine chiarito che "nella peggiore delle ipotesi in questa vicenda i nostri militari sono incorsi in uno sfortunato, non voluto, incidente, che quindi esclude totalmente la possibilità di omicidio volontario". Nel peggiore dei casi - ha concluso - si tratterebbe di una sospetta uccisione involontaria di persone che essi avevano per errore temuto fossero pirati".
18 maggio 2012
Redazione Tiscali
pc 18 maggio - il sindaco parafascista e corrotto Renzi a firenze contro il CPA
CI FAI o CI SEI? Ce la sta mettendo veramente tutta!!!
Dopo Bogiankino-Morales (1989) e Domenici (2001) ecco che, il sindaco più invidiato dalla destra, Matteo Renzi, vuole essere ricordato per colui che metterà la parola fine all'esperienza politico-culturale del Centro Popolare Autogestito Fi-sud.
L'avversione nei confronti del CPA non può divenire una medaglia da attaccarsi alla giacca, d'altra parte un
vanitoso della risma di Matte non può, e certamente non vuole, essere da meno dei suoi predecessori. Ma il “nostro“ pare che ultimamente soffra d'insonnia perchè non lo fanno giocare a quel giochino che fa tanto innervosire i centrosinistri: LE PRIMARIE.
Per cercare di distrarsi dal senso di frustrazione, cento ne pensa (e quante ne fa?), e come nella migliore tradizione dei prestigiatori, invece che il cappello magico, usa le caramelle di cui ne ha sempre una in bocca: una caramella, un'idea. Ed infatti un giorno si sveglia e si accorge che il futuro di questa città è nel cambiare nome alle strade. Ma in particolare gli rode aver a che fare con i lavoratori ATAF che non ne vogliono sapere di essere merce di scambio per gli interessi economici del mitico Matte.
L'ultima trovata, in ordine di tempo è “LA MANOVRA CHE MEGLIO NON POTEVA ESSERE FATTA“: "non mi fanno giocare alle primarie ed io mi invento un bel bingo"...il BILANCIO-SCOMMESSA (occhio che con le scommesse, prima o poi ci si brucia…)
Si cambiano 13 “destinazione d'uso“ per rendere appettibili, cioè vendibili, beni di PROPRIETA' PUBBLICA e nel frattempo si sta a guardare.C'è però un piccolo particolare: QUESTO GIOCHINO A NOI NON PIACE PER NIENTE.
Appena poco tempo fa avevamo già avuto modo di dirlo: “non mancheremo di far sentire la nostra voce … per contrastare...l'amministrazione", concetto che ci pareva chiaro e di facile comprensione, ma a quanto
pare ci siamo sbagliati. Vedremo di individuare al più presto le forme che possano rendere chiaro quanto avevamo detto, a meno che Matte non si inventi un nuovo balocco : l'innalzamento della tensione(ed anche in questo caso, con la tensione ci si brucia...)Matte…alla prossima
CENTRO POPOLARE AUTOGESTITO FIRENZE-SUD
( Nave a Rovezzano, ex Longinotti, via Villamagna 27 /a )
Dopo Bogiankino-Morales (1989) e Domenici (2001) ecco che, il sindaco più invidiato dalla destra, Matteo Renzi, vuole essere ricordato per colui che metterà la parola fine all'esperienza politico-culturale del Centro Popolare Autogestito Fi-sud.
L'avversione nei confronti del CPA non può divenire una medaglia da attaccarsi alla giacca, d'altra parte un
vanitoso della risma di Matte non può, e certamente non vuole, essere da meno dei suoi predecessori. Ma il “nostro“ pare che ultimamente soffra d'insonnia perchè non lo fanno giocare a quel giochino che fa tanto innervosire i centrosinistri: LE PRIMARIE.
Per cercare di distrarsi dal senso di frustrazione, cento ne pensa (e quante ne fa?), e come nella migliore tradizione dei prestigiatori, invece che il cappello magico, usa le caramelle di cui ne ha sempre una in bocca: una caramella, un'idea. Ed infatti un giorno si sveglia e si accorge che il futuro di questa città è nel cambiare nome alle strade. Ma in particolare gli rode aver a che fare con i lavoratori ATAF che non ne vogliono sapere di essere merce di scambio per gli interessi economici del mitico Matte.
L'ultima trovata, in ordine di tempo è “LA MANOVRA CHE MEGLIO NON POTEVA ESSERE FATTA“: "non mi fanno giocare alle primarie ed io mi invento un bel bingo"...il BILANCIO-SCOMMESSA (occhio che con le scommesse, prima o poi ci si brucia…)
Si cambiano 13 “destinazione d'uso“ per rendere appettibili, cioè vendibili, beni di PROPRIETA' PUBBLICA e nel frattempo si sta a guardare.C'è però un piccolo particolare: QUESTO GIOCHINO A NOI NON PIACE PER NIENTE.
Appena poco tempo fa avevamo già avuto modo di dirlo: “non mancheremo di far sentire la nostra voce … per contrastare...l'amministrazione", concetto che ci pareva chiaro e di facile comprensione, ma a quanto
pare ci siamo sbagliati. Vedremo di individuare al più presto le forme che possano rendere chiaro quanto avevamo detto, a meno che Matte non si inventi un nuovo balocco : l'innalzamento della tensione(ed anche in questo caso, con la tensione ci si brucia...)Matte…alla prossima
CENTRO POPOLARE AUTOGESTITO FIRENZE-SUD
( Nave a Rovezzano, ex Longinotti, via Villamagna 27 /a )
pc 18 maggio: PROCESSO ALLA RETE PER LA SICUREZZA DI RAVENNA... PARLANO LE OPERAIE DELL'AMADORI
In occasione del processo che si tiene oggi, venerdì 18, contro 3 attivisti della Rete per la sicurezza sul lavoro di Ravenna, a seguito della denuncia della UIL della fabbrica Amadori .
PUBBLICHIAMO UNA PARTE DELL'INCHIESTA FATTA TRA LE OPERAIE DELL'AMADORI DALLE LAVORATRICI SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE DI RAVENNA. (essa è parte dell'opuscolo su "la condizione di (in)sicurezza delle lavoratrici).
In essa, si capisce anche molto bene qual'è l'atteggiamento connivente con l'azienda delle OO.SS e Rsu.
Parlano le operaie della Amadori (Cesena).
Dall'inchiesta delle lavoratrici dello Slai Cobas per il sindacato di classe di Ravenna
Confezioniamo a catena parti di pollo in vassoi, di varie misure, e pesi; pieghiamo cosce, cosciotti, poi posizioniamo i vassoi sui nastri trasportatori a diverse altezze.
Siamo in piedi sopra delle pedane che “rompono” la schiena e le gambe, ferme davanti ad un piano di lavoro per confezionare, o davanti ad una macchina a caricare la carne da tagliare.
Le parti dei polli arrivano su un nastro trasportatore in basso; la confezione quando è pronta viene appoggiata su un altro nastro trasportatore in alto che la porta via. Per le persone alte spesso il nastro che trasporta la carne è troppo basso, devono stare piegate in due o con le gambe piegate. Le persone più basse invece devono sempre allungare schiena e braccia per raccogliere la carne.
Il nastro su cui si appoggiano le confezioni sta più in alto delle spalle; le persone basse devono allungare molto le braccia in alto per mettere la confezione.
Sollevo casse da dei “bancali” con altezze variabili che vanno da 1,70 mt a pochi centimetri dal pavimento, per metterle su un nastro trasportatore. La distanza dal nastro è di circa un metro. Nell'altro turno le posizioni si invertono, sollevo le casse per ricostruire il bancale. Le casse sono 40/50, del peso di 20/30 Kg. l'una. Il movimento è continuo, mi alzo e mi abbasso per l'intero turno.
I movimenti sono ripetitivi: allungare le braccia, sollevarle sopra la testa, posizionare i vassoi confezionati; in questi movimenti sono interessate le mani, le braccia, le spalle. A volte siamo costrette a lavorare in posizioni scorrette. Siamo nella stessa posizione per 6 ore. Molte nella stessa postazione da 10 anni.
Quando arrivo a casa sono così stanca, distrutta per i ritmi troppo veloci, e spesso vado solo a letto.
Il lavoro deve essere fatto nel minor tempo possibile, ogni movimento si fa in pochi secondi, in un minuto si fanno diverse confezioni. I tempi negli anni si sono ridotti in quanto è aumentata la velocità del nastro trasportatore; i ritmi di velocità dei nastri sono quasi raddoppiati. Non conosciamo i tempi di lavoro stabiliti, sappiamo solo che si deve andare veloci perchè i capi dicono che non c'è abbastanza resa. Sono aumentati i polli da lavorare: da 4000 lavorati in un'ora nel 2000 siamo passati a 7000 nel 2008
I ritmi sono spesso altissimi, non è raro trovarmi completamente sudata all'interno della cella frigorifera a 3 gradi.
Appena arrivate ci vengono assegnate le postazioni dalla capolinea che urla e sbraita, questo è il benvenuto...
Il lavoro continua cambiando postazione secondo quello che si deve confezionare. Ma l'atmosfera è sempre la stessa, urla, bestemmie, parolacce. Oltre a fare un lavoro pesante a volte devi subire anche offese dai capi.
Sto ferma in piedi nello stesso posto per 6 ore e i miei unici movimenti sono: girare di poco il busto sul lato sinistro e lato destro, alzare ininterrottamente il braccio sinistro per prendere una cassa vuota di cartone che sta all'altezza della spalla sinistra; la faccio passare sopra la testa di una spanna (perchè se non la alzo andrebbe a sbattere sulla macchina etichettatrice) e la appoggio su un banchetto vicino alle gambe, alto 80 cm. Con la mano sinistra raccolgo i piatti che mi arrivano da un piccolo nastro trasportatore lungo 1,80 mt, che è tra me e la persona con cui lavoro in coppia, e con la mano destra regolo la distanza etichetta su un computer, poi metto i piatti dentro la cassa vuota con la mano destra. A fine giornata abbiamo lavorato dalle 1.200 alle 1.400 casse con un totale di 10 mila, 11 mila piatti.
I miei disturbi sono: dito a scatto mano sinistra, infiammazione al tunnel carpale della mano destra, gonfiore, dolore, formicolii, pesantezza alle gambe – il dolore parte dall'anca destra e va giù alla gamba, insopportabile...
Spostando le casse da una pedana mi sono cadute le braccia per il troppo peso e mi si è bloccata la schiena, mi sono state riscontrate due ernie. Sento mancanza di forze a polsi, mani, spalle, colonna vertebrale. E' rimasta intrappolata una parte della mano. Non mi è stata riconosciuta nessuna malattia professionale.
Dall'anno scorso in cui ci sono stati i malori molte hanno avuto sintomi: nausea, gola secca, afonie, trachea irritata, tosse insistente, mal di stomaco, irritazione agli occhi, bruciore alle narici intenso, allergia. Vi sono problemi collegati all'uso sostanze irritanti, quali i disinfettanti; manca l'aria.
Abbiamo riferito la situazione dell'aria all'Asl e hanno risposto che andava tutto bene.
Abbiamo fatto segnalazioni a delegati, Rls decine di volte per le intossicazioni, mi sono sempre sentita rispondere che lì dentro non c'è niente.
PUBBLICHIAMO UNA PARTE DELL'INCHIESTA FATTA TRA LE OPERAIE DELL'AMADORI DALLE LAVORATRICI SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE DI RAVENNA. (essa è parte dell'opuscolo su "la condizione di (in)sicurezza delle lavoratrici).
In essa, si capisce anche molto bene qual'è l'atteggiamento connivente con l'azienda delle OO.SS e Rsu.
Parlano le operaie della Amadori (Cesena).
Dall'inchiesta delle lavoratrici dello Slai Cobas per il sindacato di classe di Ravenna
Confezioniamo a catena parti di pollo in vassoi, di varie misure, e pesi; pieghiamo cosce, cosciotti, poi posizioniamo i vassoi sui nastri trasportatori a diverse altezze.
Siamo in piedi sopra delle pedane che “rompono” la schiena e le gambe, ferme davanti ad un piano di lavoro per confezionare, o davanti ad una macchina a caricare la carne da tagliare.
Le parti dei polli arrivano su un nastro trasportatore in basso; la confezione quando è pronta viene appoggiata su un altro nastro trasportatore in alto che la porta via. Per le persone alte spesso il nastro che trasporta la carne è troppo basso, devono stare piegate in due o con le gambe piegate. Le persone più basse invece devono sempre allungare schiena e braccia per raccogliere la carne.
Il nastro su cui si appoggiano le confezioni sta più in alto delle spalle; le persone basse devono allungare molto le braccia in alto per mettere la confezione.
Sollevo casse da dei “bancali” con altezze variabili che vanno da 1,70 mt a pochi centimetri dal pavimento, per metterle su un nastro trasportatore. La distanza dal nastro è di circa un metro. Nell'altro turno le posizioni si invertono, sollevo le casse per ricostruire il bancale. Le casse sono 40/50, del peso di 20/30 Kg. l'una. Il movimento è continuo, mi alzo e mi abbasso per l'intero turno.
I movimenti sono ripetitivi: allungare le braccia, sollevarle sopra la testa, posizionare i vassoi confezionati; in questi movimenti sono interessate le mani, le braccia, le spalle. A volte siamo costrette a lavorare in posizioni scorrette. Siamo nella stessa posizione per 6 ore. Molte nella stessa postazione da 10 anni.
Quando arrivo a casa sono così stanca, distrutta per i ritmi troppo veloci, e spesso vado solo a letto.
Il lavoro deve essere fatto nel minor tempo possibile, ogni movimento si fa in pochi secondi, in un minuto si fanno diverse confezioni. I tempi negli anni si sono ridotti in quanto è aumentata la velocità del nastro trasportatore; i ritmi di velocità dei nastri sono quasi raddoppiati. Non conosciamo i tempi di lavoro stabiliti, sappiamo solo che si deve andare veloci perchè i capi dicono che non c'è abbastanza resa. Sono aumentati i polli da lavorare: da 4000 lavorati in un'ora nel 2000 siamo passati a 7000 nel 2008
I ritmi sono spesso altissimi, non è raro trovarmi completamente sudata all'interno della cella frigorifera a 3 gradi.
Appena arrivate ci vengono assegnate le postazioni dalla capolinea che urla e sbraita, questo è il benvenuto...
Il lavoro continua cambiando postazione secondo quello che si deve confezionare. Ma l'atmosfera è sempre la stessa, urla, bestemmie, parolacce. Oltre a fare un lavoro pesante a volte devi subire anche offese dai capi.
Sto ferma in piedi nello stesso posto per 6 ore e i miei unici movimenti sono: girare di poco il busto sul lato sinistro e lato destro, alzare ininterrottamente il braccio sinistro per prendere una cassa vuota di cartone che sta all'altezza della spalla sinistra; la faccio passare sopra la testa di una spanna (perchè se non la alzo andrebbe a sbattere sulla macchina etichettatrice) e la appoggio su un banchetto vicino alle gambe, alto 80 cm. Con la mano sinistra raccolgo i piatti che mi arrivano da un piccolo nastro trasportatore lungo 1,80 mt, che è tra me e la persona con cui lavoro in coppia, e con la mano destra regolo la distanza etichetta su un computer, poi metto i piatti dentro la cassa vuota con la mano destra. A fine giornata abbiamo lavorato dalle 1.200 alle 1.400 casse con un totale di 10 mila, 11 mila piatti.
I miei disturbi sono: dito a scatto mano sinistra, infiammazione al tunnel carpale della mano destra, gonfiore, dolore, formicolii, pesantezza alle gambe – il dolore parte dall'anca destra e va giù alla gamba, insopportabile...
Spostando le casse da una pedana mi sono cadute le braccia per il troppo peso e mi si è bloccata la schiena, mi sono state riscontrate due ernie. Sento mancanza di forze a polsi, mani, spalle, colonna vertebrale. E' rimasta intrappolata una parte della mano. Non mi è stata riconosciuta nessuna malattia professionale.
Dall'anno scorso in cui ci sono stati i malori molte hanno avuto sintomi: nausea, gola secca, afonie, trachea irritata, tosse insistente, mal di stomaco, irritazione agli occhi, bruciore alle narici intenso, allergia. Vi sono problemi collegati all'uso sostanze irritanti, quali i disinfettanti; manca l'aria.
Abbiamo riferito la situazione dell'aria all'Asl e hanno risposto che andava tutto bene.
Abbiamo fatto segnalazioni a delegati, Rls decine di volte per le intossicazioni, mi sono sempre sentita rispondere che lì dentro non c'è niente.
giovedì 17 maggio 2012
pc 18 maggio - L'ideologia nazifascista guida i dirigenti delle questure
I poliziotti sono accusati di omicidio colposo e violata consegna: avrebbero dovuto sorvegliare la giovane, che aveva già tentato di togliersi la vita in carcere. Il vicequestore Baffi intanto, a capo dell'ufficio immigrazione, è stato messo in congedo
Nuovi risvolti sul caso della morte di Alina Diachuk, la 32enne ucraina trovata impiccata il 16 aprile a un termosifone della camera di sicurezza del commissariato di Villa Opicina di Trieste. Due poliziotti in servizio al commissariato sono indagati dal pm Massimo De Bortoli, che sta cercando di fare luce sulla vicenda, mentre il vicequestore Carlo Baffi, capo dell’ufficio immigrazione, è stato messo in congedo.
I due agenti sono accusati di omicidio colposo e violata consegna. I poliziotti avrebbero dovuto sorvegliare la giovane, che aveva già tentato di togliersi la vita in carcere, ma nonostante fossero anche coadiuvati da una telecamera di sicurezza non si sono accorti, nei 40 minuti di agonia della donna, di ciò che stava accadendo. Il materiale video è stato visionato dagli inquirenti; si vede chiaramente la donna che si stringe un laccio della felpa al collo e mette in atto l’intento suicida. A trovarla priva di vita altri due agenti dell’immigrazione che erano andati a prenderla per accompagnarla dal Giudice di pace. Il poliziotto in servizio di piantone secondo il regolamento, avrebbe dovuto verificare costantemente quello che accadeva all’interno della stanza dove era stata detenuta l’ucraina, mentre l’altro destinatario di un’informazione di garanzia quel giorno invece era uscito dalla caserma lasciando il collega. Ieri gli investigatori sono andati al commissariato di Opicina dove hanno notificato gli avvisi effettuando contestualmente le relative perquisizioni disposte dal pm De Bortoli.
Il vicequestore Carlo Baffi a capo dell’ufficio immigrazione, indagato sempre per la morte di Diachuck, per omicidio colposo e sequestro di persona, è stato invece messo in congedo dopo diverse pressioni dell’opinione pubblica, fra cui una manifestazione indetta da Occupy Trieste, Sel e Rifondazione comunista a cui hanno partecipato circa 200 persone. Paolo Pacileo, suo avvocato ha presentato un’istanza al Tribunale del Riesame per l’annullamento del verbale di sequestro dei libri e dell’altro materiale prelevato mercoledì scorso a casa di Baffi. Si tratta di una decina di volumi dichiaratamente antisemiti: gli autori sono tra gli altri Julius Streicher, Adolf Hitler e Julius Evola. Gli agenti quel giorno avevano anche sequestrato, poco prima della perquisizione a casa, anche sei proiettili di pistola non denunciati e una copia della targhetta dell’Ufficio immigrazione delle dimensioni di un foglio protocollo. Sulla parte destra della targa posticcia, è inserita una foto di Mussolini. A sinistra si legge in caratteri simili a quelli usati nel Ventennio: “il dirigente dell’ufficio epurazione“. Proprio il ritrovamento di questa targa ha innescato la perquisizione dell’abitazione di Carlo Baffi.
pc 17 maggio - Monti a Bergamo il 26 maggio - si prepara una degna accoglienza
Bergamo – Il Presidente del Consiglio Mario Monti sarà presente a Bergamo sabato 26 maggio in veste di ospite d’onore per il giuramento dei cadetti della Guardia di Finanza. Uno scenario ideale, dopo i blitz a Cortina e nei luoghi frequentati dai Vip, per lanciare il messaggio che questo Governo “vuole far pagare tutti e colpire gli evasori”.
Si tratterebbe, a detta del neoato comitato ADESSO BASTA!, dell’ennesimo tentativo di far passare in secondo piano i sacrifici imposti alla gran parte del paese: a partire dal tragico bilancio della riforma delle pensioni, per finire con la prevista abolizione dell’art. 18.
Ma non tutta Bergamo sembrerebbe accettare la visita del premier passivamente. Per quel giorno è annunciato un corteo cui parteciperanno realtà organizzate dell’opposizione politica, sindacale e sociale al Governo Monti.
Scenderanno in piazza i lavoratori dei sindacati di base che preparano uno sciopero generale per unire quei settori di lavoratori che ancora non considerano persa la battaglia sull’articolo 18 e sulle pensioni. Saranno in piazza i precari, gli studenti, i protagonisti delle lotte per il diritto all’abitare e contro gli sfratti, contro le speculazioni sul territorio, dalla TAV, alla Brebemi, alla Bergamo-Treviglio, e con loro gli attivisti delle campagne contro il pagamento del debito, in collegamento con le iniziative del Global May organizzate in altre parti di Italia e del mondo. In piazza ci saranno anche quei partiti che intendono porsi come alternativa alle derive del Governo di unità nazionale. Una manifestazione di chi non intende continuare a pagare i costi delle politiche dettate dal grande capitale finanziario e industriale e le regole che in diversa misura stanno dettando: dalla BCE fino a Marchionne.
Quello del 26 maggio è uno dei pochi appuntamenti che Mario Monti si concede per apparizioni pubbliche. La scelta non poteva essere più appropriata, per assecondare il disegno che il Governo dei tecnici sta delineando a suon di riforme. Il giuramento dei cadetti delle Fiamme Gialle è di certo di un evento simbolico, che si inserisce nella scia dei blitz nelle “località del lusso”. E’ l’ennesima puntata di un sequel intriso di evidente propaganda e dagli effetti concreti marginali. Ma è una telenovela che ha l’effetto di sviare l’attenzione dai disastri sociali causati dalle scelte politiche di austerity, di tagli, di liberalizzazioni e di smantellamento dei diritti dei lavoratori. Niente di meglio del palco allestito ogni anno in Piazza Vittorio Veneto, dal quale le autorità vedono sfilare gli allievi ufficiali dell’Accademia delle Fiamme Gialle, per amplificare la parola d’ordine della “lotta agli evasori fiscali”. Uno slogan che suona quanto mai ipocrita. Ancor più per il fatto che banchieri, ricchi ed evasori siederanno come ogni anno comodamente indisturbati in tribuna d’onore a godersi lo spettacolo. Se non è una farsa, poco ci manca.
Anche la scelta di tempo dell’evento-vetrina è più che mai azzeccata. La visita di Monti alla sfilata della Finanza giunge in un momento di forte tensione generale sulle scelte politiche di austerity. In numerose città d’Italia si ripetono le azioni contro Equitalia, individuata come il simbolo della linea di rigore voluta dal Governo in carica. Proprio in provincia di Bergamo si è registrato solo pochi giorni fa l’episodio dell’irruzione armata nella sede dell’Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia. Un gesto disperato che ha tuttavia suscitato più di una parola di comprensione e di velata giustificazione, riportate persino dalla stampa locale.
Monti ha bisogno di rilanciare il suo piano e la sua immagine in calo di consensi. E forse anche di ricompattare l’ampio fronte di forze che, apertamente o tacitamente, lo appoggia o quanto meno non lo contrasta. Un fronte che si sta sfilacciando giorno dopo giorno. Perché se sul piano politico manca ancora un’opposizione credibile, sul fronte sindacale si assiste invece ad una serie di “strappi” che rendono evidente i malumori della base e di alcune correnti della CGIL per la posizione conciliante della Camusso verso le riforme del Governo “tecnico”. Il più recente è il dissidio avvenuto a Pontedera il 7 maggio, con numerosi operai e delegati della FIOM Piaggio che hanno prima cercato di prendere la testa del corteo con uno striscione che riportava una parola d’ordine chiara per la difesa dell’art. 18, e poi ha deciso di sfilare separatamente dal resto della manifestazione.
Le braci del malcontento ardono sotto le ceneri dell’austerity. E anche a Bergamo chi ha dato vita a percorsi di opposizione sindacale, politica e sociale alle scelte del Governo Monti ha deciso di scendere in piazza la mattina del 26 maggio. Un corteo che cercherà di riunire quei soggetti che la crisi la stanno pagando concretamente: disoccupati, precari, cassintegrati, lavoratori, studenti, esodati e pensionati. Una manifestazione per rendere evidente la distanza tra il clima di “salvezza nazionale” che PDL-UDC-PD stanno tenendo in piedi e l’umore della gente comune. E per ribadire che nessuna farsa, per quanto ben organizzata, può mascherare il fatto che i costi della crisi sono oggi interamente scaricati su milioni di persone che questa crisi non l’hanno né voluta né provocata.