pc quotidiano 26 febbraio - Libia continuano gli scontri. il dittatore accerchiato


NUOVI SCONTRI - Sabato mattina la capitale libica si è svegliata in una situazione di calma relativa, ma un giornalista ha detto ad Al Jazeera che un gruppo di attivisti e intellettuali che ha partecipato alle proteste sta creando un coordinamento di oppositori per operare in stretto contatto con i gruppi che controllano Bengasi e la Cirenaica, in modo da portare avanti una lotta organizzata. Ci sono nuovi scontri ad Al Zawiyah, 30 chilometri a ovest di Tripoli: le forze di sicurezza hanno attaccato gli insorti aprendo il fuoco. Sono 50mila le persone che hanno attraversato il confine con la Tunisia per trovare rifugio: in gran parte sono tunisini tornati in patria attraversando via terra il confine. Molti anche gli egiziani, circa 6.500. Secondo il presidente della Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai), Foad Aodi, Gheddafi sarebbe ormai circondato: «In base alle informazioni che raccogliamo dalle nostre fonti a Tripoli, controlla ormai solo la zona intorno alla sua residenza-caserma di Bab Al-Azizia. Ci sono ancora segnalazioni di spari in città da parte delle milizie vicine al colonnello».

pc quotidiano 26 febbraio - Processo Thyssenkrupp: udienza del 25 febbraio


PROCESSO THYSSENKRUPP: UDIENZA DEL 25 FEBBRAIO

(ricevo, e pubblico, per gentile concessione di Elena di Agenda Rossa)

Torino 25 febbraio 2011 - 23° Udienza Thyssenkrupp

pubblicata da Elena Saita il giorno venerdì 25 febbraio 2011 alle ore 17.16

Tribunale Bruno Caccia - Maxiaula 1

Chiesta l'assoluzione degli imputati ...

Ore 9.40 entra la Corte... il Presidente fa l'appello e alle 9.45 l'Avvocato Audisio inizia...

Ricapitola a grandi linee tutta la situazione:

Lo stabilimento di Torino non veniva dismesso MA trasferito a Terni (n.d.r.: differenza ?)

L'imputato Herald Hestenhan al momento del fatto era il Datore di Lavoro

L'imputato aveva delegato il direttore di Stabilimento di Torino in materia di sicurezza

L'imputato aveva l'obbligo della corretta valutazione del Rischio

Si domanda se la valutazione sia stata fatta correttamente e, in base a quanto da lui detto nell'udienza precedente si risponde di Si, sia per lo stabilimento di Terni che per quello di Torino.

Ricorda tutta la mole di Documenti/Rapporti/Valutazioni sia interni sia di Organi Istituzionali Esterni Competenti e preposti alla sicurezza, (Asl, Regione) Studi di Consulenza compresi ... che è stata prodotta. Che la sola ''mole'' dimostra quanta attenzione fosse posta al problema! (n.d.r.. sulla carta... si in effetti ... intanto però sono morti in 7 e nonostante la mole di carta il certificato OBBLIGATORIO dei Vigili del Fuoco la Multinazione Thyssen, NON LO AVEVA ... ma di carta tanta... tantissima!)

Insiste sul fatto che la linea 5 fosse una lavorazione a ''freddo'' e che quindi non ci fossero fonti di calore tali da presupporre la necessità di un impianto di rilevazione/spegnimento automatico.

Ricorda che la linea era semiautomatica e che la centratura del nastro per evitare gli sfregamenti era manuale. C'erano 5 operai sull'impianto... dovevano controllare! Ammette, bontà sua, che avrebbero potuto esserci anche altre fonti di innesco...

Fa l'esempio dell'aula ... e dice che, nonostante il materiale elettrico presente, si riferisce al microfono in cui parla, non c'è l'impianto di rilevazione/spegnimento automatico di incendio. (A me sembra di averlo visto l'impianto di rilevazione fumi... ma sono solo una mamma, magari mi sbaglio!)

Dice che vorrebbe che tutti entrassero anche solo virtualmente nello stabilimento e sostiene che sarebbe impossibile mettere l'impianto di spegnimento ovunque!

Ribadisce per l'ennesima volta che nessuno voleva rottamare la linea 5 ma che sarebbe stata trasferita a Terni! (n.d.r.: non capisco il motivo per cui insista su una cosa simile? Ma chi lo ha mai messo in dubbio? Certo che la linea doveva arrivare integra a Terni e chi dice il contrario? I PM sostengono che certe ''accortezze'' a Torino non si sono nemmeno prese in considerazione in funzione del fatto che la linea andava a Terni! Di questo stiamo parlando... mica di ''rottamare'' la linea? Mah...)

Ricorda che i sindacati presenti non hanno mai segnalato anomalie, ma che erano interessati solo a tenere il posti di lavoro! (n.d.r.: che strano vero? Data la situazione avrebbero dovuto fare gli schizzinosi invece! Dire che c'era un casino di carta e di olio per terra ad esempio?) Parla di una documentazione ASL, requisita dai PM, in cui si parla di rischio esplosione ma che detta documentazione NON è stata mai inoltrata all'Amministratore Delegato, ma solo a Salerno e ai suoi diretti collaboratori.

E continua a parlare di carte... carte che giustificano... carte che provano... carte che dimostrano.... (n.d.r.: grrr ma qualcuno è mai andato a lavorare? Le ''carte''... contro qualcuno che il coil lo caricava a mano? Le ''carte'' ... contro qualcuno che spegneva quasi giornalmente un incendio? Le ''carte''... contro qualcuno che faceva un turno dietro l'altro... alla ''faccia del personale'' in numero più che sufficiente!)

Parla delle ultime ispezioni ASL in cui si evince un difetto della valutazione del rischio ma che viene inviata ad Estenhan solo a dicembre del 2007! Parla di errore macroscopico della valutazione in quanto nel verbale ASL si parla carta intrisa di Kerosene! Materiale altamente infiammabile!

(n.d.r.: Ma chi cavolo assumono all'ASL? Chi è il pirla che afferma che gli olii di laminazione sono Kerosene? Gli olii di laminazione SONO altamente infiammabili, MA dire che è Kerosene equivale a fornire su di un piatto d'argento una motivazione per la difesa! Che paese di incompetenti!)

Se non altro ammette che i PM hanno ''cassato'' l'errore e hanno parlato giustamente di olii di laminazione... ma intanto il ''tarlo'' è seminato!

(n.d.r.: devo dire, con rammarico, che l'avvocato Audisio è molto bravo nel suo ''mestiere''! Lo preferirei stipendiato dallo Stato... detto tra noi... mi darebbe più sicurezza per quanto riguarda il pagamento delle tasse!)

Riferendosi all'incendio del 2006 a Krepheld in Germania, vengono stanziati 46,5 mio di Euro per la prevenzione, di cui 16,7 mio tra Terni e Torino spalmati su tre anni.

La parte spettante a Torino è di 1,5 mio di euro che si decide verranno utilizzati per le modifiche necessarie per ottenere il Certificato Anti incendio dei Vigili del Fuoco! (n.d.r.: mai avuto!) Aggiunge che l'importo di 1,5 Mio viene aumentato a 2,3 Mio, nel dettaglio 800 mila per la linea di decapaggio della linea 5. (Sostituzione dei coperchi di plastica contenenti l'acido) detto miglioramento avrebbe ridotto le franchigie assicurative!

Poi aggiunge... ammesso che si fosse fatto... avrebbe cambiato qualche cosa? Non ha nulla a che vedere con l'incidente! (n.d.r.: infatti! Se invece di pensare a ridurre le franchigie assicurative avessero fatto qualche cosa per salvaguardare la vita degli operai, forse sarebbe stato meglio!)

Ricapitolando Herald Esenhan non è responsabile perchè ha delegato Salerno.

Per quanto riguarda poi gli imputati Prignitz e Pucci, ritiene che non siano assolutamente responsabili della sicurezza in quanto si occupano uno della Direzione Commerciale e l'altro della Direzione Finanza.

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Audisio chiede una pausa, sono le 11,45

In aula durante la pausa

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Ore 12,45 l'udienza riprende. Audisio esordisce ringraziando la Corte per l'attenzione con cui segue il suo lavoro. Lavoro che gli è costato molta fatica... e che l'attenzione costante della corte lo premia! (n.d.r.: bene siamo tutti contenti che Audisio sia felice!)

Ricorda che la contestata omissione di apparecchiatura per rilevare e spegnere l'incendio non esiste in quanto nessuno lo aveva chiesto per la zona di imbocco... La legge impone di intervenire sulle cause e non sugli effetti! Quindi nessuno ha violato nulla! (n.d.r.: mi sembra di impazzire!)

L'imputazione contestata ad Estenhan di Omicidio e incendio doloso

in quanto:

accusato di non aver valutato correttamente il rischio

non aver addestrato correttamente il personale

non aver fatto installare l'impianto di rilevazione/spegnimento

in quanto la linea doveva essere trasferita.

Ribadisce che Estenhan non sapeva... che aveva delegato... e che in base ai costi di pulizia (aumentati rispetto al passato) il carico fuoco secondo lui era eliminato regolarmente! (n.d.r.: - le imprese appaltatrici della pulizia - rimozione olio/carta - costavano, ma non per questo, venivano tutti i giorni - non c'era più personale Thyssen pagato per le pulizia in loco durante la lavorazione, dovevano farla gli operai stessi).

Parla ancora citando la bellissima lezione magistrale dell'Avvocato Coppi inerente alla giurisdizione del dolo... ma alla fine conclude che qui non ci sono responsabili alla fin dei fini... e tirando le fila chiede, ben conscio che quanto sta per dire non riscuoterà la simpatia dei parenti delle vittime, l'assoluzione dell'imputato in quanto ha adempiuto correttamente a tutti gli obblighi previsti dalla legge!

Come pronuncia queste parole la mamma di Santino sbotta con un: ''proprio per niente''!

Audisio prosegue augurandosi che la corte non tenga conto del dolore ma delle risultanze probatorie, si lamenta di un dolore espresso in modo a volte scorretto!

(n.d.r.: mi domando se c'è un modo ''corretto'' per esprimere lo strazio di una mamma che ha perso il proprio ''bambino'' bruciato vivo in una multinazionale dell'acciaio! )

Audisio chiede l'assoluzione anche per Prignitz e Pucci in quanto non hanno commesso il fatto. (Non avevano obblighi)

Tornando alla responsabilità dell'A.D. si augura che la Corte applichi la giustizia con buon senso, e anche ammesso che l'A.D. abbia peccato di troppa fiducia nel delegato, la Corte tenga presente la sua buona fede.

Per quanto riguarda il danno che alcuni dipendenti Thyssen dicono di aver subito chiede che ci sia la prova documentata di tali danni.

Per la Regione Piemonte che ha chiesto il danno di 6 mio di Euro, ricorda il Mulino Cordero... e dice che un caso molto simile a questo il Comune e la provincia hanno chiesto un euro simbolico! Non vuole dare suggerimenti alla Corte ma si chiede il motivo di tale discrepanza! Torna ovviamente a parlare di processo mediatico!

(n.d.r.: mentre parla io lo guardo e tra me penso... ce ne fossero di più di processi mediatici... starebbero tutti più attenti! Ma che la ''gente'' si stia finalmente svegliando? Speriamo in bene!)

Torna a buttare il ''tarlo'' sui sindacati, dice che sia Fiom, Fim e Uil erano in Thyssen... come mai non erano attenti alla sicurezza... ma si occupavano solo di tenere i posti di lavoro? (n.d.r.: vorrei rispondergli urlando: ''Ma pensa un pò come mai pirla''? Ma non posso, in compenso la caramella alla menta che ho in bocca mi va di traverso e mi vengono le lacrime agli occhi!)

Parla di Medicina Democratica che chiede dei danni e Audisio ribadisce che questi danni devono essere dimostrati.

Per quanto riguarda i parenti congiunti delle vittime chiede che il danno venga quantificato in separata sede e non in questo processo.

Conclude chiedendo l'assoluzione per Estenhan in quanto il fatto non costituisce reato e per Prignz e Pucci in quanto il fatto non sussiste.

Il PM Laura Longo consegna alla Corte due memorie.

La Corte fissa le prossime udienze:

8 aprile per i PM e le parti civili - con l'obbligo di esaurire in questa sede

13 aprile per la Difesa

15 conclusioni

Date ravvicinate in modo da consentire alla Corte di potersi riunire in Camera di Consiglio non troppo avanti nel tempo.

Ore 14.30 l'udienza viene tolta.

Torino, 25 febbraio 2011

Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

pc quotidiano 26 febbraio - Lavora al buio e precipita in un pozzo...Ancora morti sul lavoro nelle ferrovie...

ancora IN MARCIA !

GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908

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FS: LAVORA AL BUIO E PRECIPITA IN UN POZZO, MUORE OPERAIO SU LINEA ROMA NAPOLI

DI NOTTE NON SI TAGLIANO ALBERI SU UN BURRONE FERROVIARIO PIENO DI INSIDIE !

UN GIOVANE OPERAIO RUMENO, DI 26 ANNI, CHE LAVORAVA PER UN APPALTO FS, E' MORTO STANOTTE, A CISTERNA DI LATINA, MENTRE ERA IMPEGNATO IN LAVORI DI DISBOSCAMENTO DELLA LINEA ROMA-NAPOLI, PRECIPITANDO IN UN

PROFONDO POZZO NEI PRESSI DELLA MASSICIATA FERROVIARIA,

L'INCIDENTE E' AVVENUTO POCO DOPO LA MEZZANOTTE MA I VIGILI DEL FUOCO DEL NUCLEO SPELEOLOGICO SONO RIUSCITI A RECUPERARNE IL CADAVERE SOLO IN MATTINATA

DALLE PRIME RICOSTRUZIONI AQUISITE SUL POSTO, SEMBRA CHE LA SQUADRA, COMPOSTA DI TRE PERSONE, FOSSE STATA INCARICATA DI DISBOSCARE DURANTE LA NOTTE LE PARETI DELLA LINEA FERROVIARIA PER EVITARE, DI RALLENTARE LA CIRCOLAZIONE DEI CONVOGLI

UNA LAVORAZIONE GIA' ESTRAMAMENTE RISCHIOSA DI GIORNO CHE E' DIVENUTA

ESTREMAMENTE PIU' PERICOLOSA, DATA LA SCARSA VISIBILITA', LA CONFORMAZIONE DEL TERRENO E LA PRESENZA DI INSIDIE COME IL POZZO

ALLA DIRIGENZA DI RFI CHIEDIAMO CHIAREZZA SUL CONTRATTO DI APPALTO, SULLA VALUTAZIONE DEI RISCHI ED IL PIANO DI SICUREZZA

RESTIAMO SCONCERTATI COME SIA POSSIBILE COMMISSIONARE LAVORI COSI' RISCHIOSI, DI NOTTE E SENZA AVER ADOTTATO TUTTE LE ADEGUATE MISURE DI PREVENZIONE ED I CONTROLLI SULL'ADEGUATEZZA E L'ORGANIZZAZIONE DELLE DITTE ESECUTRICI

PER RFI DI ROMA, QUELLO DI STANOTTE E' IL QUINTO INFORTUNIO MORTALE IN POCHI ANNI

CREDIAMO SIA GIUNTO IL MOMENTO DA PARTE DELLE ISTITUZIONI, E DELLA MAGISTRATURA IN PARTICOLARE, CHIEDERE IL CONTO ALLE IMPRESE CHE SUBORDINANO A PURI CALCOLI ECONOMICI ANCHE LE PIU' SEMPLICI MISURE DI SICUREZZA DETTATE DAL BUON SENSO:

DI NOTTE NON SI TAGLIANO ALBERI SU UN BURRONE FERROVIARIO PIENO DI INSIDIE !

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INCIDENTI LAVORO: GIOVANE OPERAIO PRECIPITA DA PONTE E MUORE ERA RUMENO E LAVORAVA SULLA LINEA FERROVIARIA ROMA-NAPOLI (ANSA) - ROMA, 25 FEB - Un operaio, di 25 anni, è precipitato e morto davanti a due colleghi, dopo essere precipitato da un ponte sulla linea ferroviaria Roma-Napoli. È accaduto la notte scorsa a Cisterna di Latina dove il giovane, rumeno, era impegnato in una operazione di disboscamento. L'operaio è precipitato da un'altezza di alcune decine di metri intorno a mezzanotte e soltanto molte ore più tardi il suo corpo è stato recuperato da squadre dei vigili del fuoco e degli specialisti del Soccorso alpino fluviale. Gli agenti del commissariato di Cisterna stanno compiendo indagini per chiarire la dinamica dell'incidente. (ANSA). DO 25-FEB-11 12:46

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SEMPRE OGGI UNA ALTRO GIOVANE OPERAIO, DI 24 ANNI, E' MORTO A

GERMANETO (CATANZAR0) PRECIPITANDO DA UN PONTE IN COSTRUZIONE

SULLA STRADA DI COLEGAMENTO TRA LA STATALE 106 IONICA E LA STRADA DEI DUE MARI

Milano 26 febbraio manifestazione "tanti popoli un'unica lotta" SOSTEGNO ALLE LOTTE ANTIMPERIALISTE E ALLE GUERRE POPOLARI



ABBASSO IL REGIME SANGUINARIO DI GHEDDAFI
SOSTEGNO ALLA RIVOLTA DELLE MASSE LIBICHE E ARABE
NO ALL'INTERVENTO MILITARE DELL'IMPERIALISMO ITALIANO
VIA IL GOVERNO BERLUSCONI COMPLICE DI GHEDDAFI
PER LO SCIOPERO GENERALE

Le rivolte delle masse egiziane, tunisine , di molti paesi arabi e, oggi della Libia contro i regimi corrotti antioperai e antipopolari contro il caro vita, per rivendicare condizioni di vita migliori hanno scoperchiato le condizioni di oppressione per la gran parte della popolazione a questo tutti i regimi hanno risposto sparando sulla folla.

Oggi assistiamo al massacro delle masse libiche, alle giuste rivendicazioni dei giovani che vogliono un futuro decente per il loro popolo e non sono più disposti a tollerare una dittatura più che quarantennale, Gheddafi ha risposto con una repressione sanguinaria con il ricorso a mercenari provenienti dai paesi africani ma anche dall'Europa e dall' Italia, come riferiscono fonti giornalistiche; contro il popolo libico ha scatenato il terrore “casa per casa”, come aveva preannunciato nel suo discorso televisivo, con l'uso degli aerei contro i manifestanti, l'uccisione dei feriti negli ospedali e sparizione di cadaveri per cancellare le prove dell'uso di armi pesanti, oltre all'isolamento mediatico, telefonico per impedire quanto più possibile che questa mattanza venga testimoniata.

“Non voglio disturbare Gheddafi” questa la presa di posizione di Berlusconi alle prime notizie del genocidio in Libia e Maroni preoccupato a creare desolidarizzazione verso le masse arabe in generale, ma verso il popolo libico in particolare, per il “pericolo” invasione di “clandestini”, mostrando, in realtà, di volere la continuità di Gheddafi e degli interessi economici dei padroni italiani in quel paese. Espressi chiaramente dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia "….. l’importante è che il Governo italiano prenda una posizione, tuteli gli interessi delle imprese italiane …..noi esportiamo in Libia circa 2,5 miliardi di euro e importiamo circa 10 miliardi di euro soprattutto di petrolio…Abbiamo molte imprese che lavorano lì.”

Ma nonostante terrore e isolamento le masse libiche hanno continuato la rivolta, liberando una ad una le città, dimostrando di non voler fermarsi, mentre tanti militari si sono rifiutati di sparare, disertando, isolando sempre più Gheddafi e si sono uniti al popolo per rispondere alla violenza del regime e per organizzare la forza necessaria per spazzarlo via.

Al fianco delle masse libiche in rivolta significa in questo paese lottare per la caduta del governo Berlusconi e contro ogni governo dell'imperialismo italiano che è al fianco, oggi, del regime di Gheddafi e domani con ogni governo fantoccio dell'imperialismo USA-Italia.

SOSTEGNO ALLE LOTTE ANTIMPERIALISTE E ALLE GUERRE POPOLARI

venerdì 25 febbraio 2011

pc quotidiano 25 febbraio - Guido e Arturo sono stati liberati!!

Dopo aver rivendicato in queste settimane la liberazione di Guido e Arturo, arrestati in seguito a un'azione contro un treno di scorie nucleari, riceviamo la buona notizia della loro scarcerazione.

Vi giriamo di seguito il loro messaggio dopo l'uscita dal carcere.

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Grazie compas!
Tornati nelle amate vallate alpine, sentiamo l'impellenza di rivolgere due parole di riconoscenza a tutti coloro che hanno partecipato alla mobilitazione di solidarietà sviluppatasi dopo i fatti di Condove ed il nostro arresto, lo scorso 7 febbraio. Comunicati, messaggi, lettere, iniziative, azioni in pieno giorno come al riparo del buio, saluti pirotecnici sotto le mura che ci rinchiudevano... tante facce di quella collettività non rassegnata, solidale e combattiva di cui da sempre, con orgoglio, ci sentiamo parte.
Vi siamo riconoscenti, compagni, per quanto vi abbiamo sentiti vicino nell'abominio delle ore passate in una cella, e alla nostra riconoscenza si affiancano le nostre famiglie e tribù, per tutto l'affettto e la forza con cui li avete abbracciati in queste due settimane.
Nel nostro cuore brillano le lotte di tutti coloro che, in ogni parte del mondo, nessuna gabbia potrà mai mettere a tacere,e davanti a noi tutti continueranno ad aprirsi i sentieri di un mondo libero da diseguaglianze, inquinamento e repressione!
Un abbraccio ribelle dalle Alpi occidentali!
Arturo e Guido

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- EHLINFO - Informazione su Paese Basco e solidarietà con Euskal Herria, dai comitati “Euskal Herriaren Lagunak / Amici e Amiche del Paese Basco”.

pc quotidiano 25 febbraio - L'APPELLO DEI MAOISTI ITALIANI

Abbasso il regime sanguinario di Gheddafi
Sostegno alla rivolta delle masse libiche e arabe
No all'intervento militare dell'imperialismo italiano
Via il governo Berlusconi complice di Gheddafi
Per lo sciopero generale

Proletari comunisti
25.2.11

pc quotidiano 25 febbraio - CON LEMASSE ARABE IN RIVOLTE CONTRO L'IMPERIALISMO ITALIANO

L'appello del Collettivo Autorganizzato Universitario Ist. Orientale Napoli sul sito: www.caunapoli.org

pc quotidiano 25 febbraio - In Afghanistan l'esercito del democratico Obama uccide civili

Il fragore degli spari nei paesi del Maghreb non ci deve fare dimenticare che in Afghanistan e in altri paesi, il presidente degli Stati Uniti Obama, mentre su ciò che succede in Libia si esprime in termini “umanitari e democratici” auspicando il cambio di regime a “favore del popolo”, i suoi democratici aerei da guerra “portano la civiltà” continuando ad uccidere civili inermi… (stralci dalla bbc)

25 FEBBRAIO 2011

Ultimo aggiornamento alle 07:46 GMT

Prova afgana dice che la Nato ha ucciso decine di civili Kunar

Paul Wood

BBC News, Kabul

Gli investigatori del governo afghano hanno detto alla BBC che 65 civili, tra cui 50 donne e bambini, sono stati uccisi in un'operazione della Nato la scorsa settimana.

Ma la forza della Nato, Isaf, dice che i primi risultati mostrano che non sono stati uccisi civili nella provincia di Kunar.

Ha detto che più di 30 insorti sono morti in un raid notturno nella zona.

Domenica, il governatore provinciale ha detto che dei civili sono stati uccisi negli ultimi attacchi aerei a guida NATO in una distante zona montagnosa.

Gli Afghani - dal presidente Hamid Karzai in giù - credono che nella provincia di Kunar, una indiscriminata potenza di fuoco della Nato abbia ucciso 20 donne, 29 bambini, e più di una dozzina di uomini disarmati…

pc quotidiano 25 febbraio - "Gheddafi spara con armi italiane"

"Gheddafi spara con armi italiane": il dossier che smentisce il governo

Giovedí 24.02.2011 19:11

“Armi italiane alla Libia, Unimondo: “+746% di esportazioni”

“Nel 2009 l’Italia ha triangolato attraverso Malta al regime del colonnello Gheddafi oltre 79 milioni di euro di armi leggere ad uso militare della ditta Beretta. E’ anche con queste armi che l’esercito di Gheddafi sta sparando sulla popolazione”. Questa la denuncia documentata dalla Rete Italiana per il Disarmo e dalla Tavola della Pace che chiedono al governo Berlusconi di rispondere urgentemente in merito. “Si tratta di armi che – come ha confermato direttamente a Rete Disarmo un funzionario del ministero degli Esteri di Malta sono di provenienza italiana, e non hanno mai toccato il suolo maltese. Anche perché (conferma la stessa fonte) nel piccolo stato insulare non sono presenti fabbriche di armi e munizioni”. Il ministero degli Esteri maltese ha precisato poi che “come confermato dall’ambasciata italiana a Tripoli, il destinatario finale della consegna era il governo libico” e siccome nel 2009 non erano attive forme di sanzione verso il regime di Gheddafi “l’autorizzazione al traffico - comprese quelle doganali - sono state rilasciate senza problemi”. Ma, “dalle relazioni della presidenza del Consiglio italiano sull’export di armamenti non risulta alcuna autorizzazione all’esportazione di quelle armi né a Malta né alla Libia, creando quindi un buco impressionante in termini di controllo”. “La notizia è certa e documentata”, afferma Giorgio Beretta di Unimondo e analista della Rete Disarmo.

http://affaritaliani.libero.it/sociale/armi_italiane_in_libia240211.html

pc quotidiano 25 febbraio - Un autista romeno muore d'infarto mentre va a riprendersi il TIR sequestrato dalla polizia

Un altro morto sul lavoro, di lavoro, per il lavoro…

VERSO LO SCIOPERO DEL 1° MARZO


dallo slai cobas per il sindacato di classe di Marghera

pc quotidiano 25 febbraio - IL VENTO DELLA RIBELLIONE ARRIVA ANCHE IN CINA

Cina, censurato anche LinkedIn per zittire gli appelli alla rivolta contro il governo

ultimo aggiornamento: 25 febbraio, ore 12:19

Pechino - (Adnkronos/Dpa) - Da oggi è impossibile collegarsi da Pechino al sito, con il browser che segnala un messaggio di errore. Negli ultimi giorni attivisti per i diritti umani e civili avevano iniziato a lanciare appuntamenti per una manifestazione anti-governo

Pechino, 25 feb. - (Adnkronos/Dpa) - La censura cinese si abbatte anche su LinkedIn, social network dedicato allo scambio tra giovani professionisti, per evitare che ospitasse messaggi e appelli a portare anche in Cina la rivoluzione dei gelsomini.

Da oggi è impossibile collegarsi da Pechino al sito, con il browser che segnale un messaggio di errore, ma alcuni utenti del social network affermano che già da ieri il sito è stato bloccato. Anche su LinkedIn, come su agli altri social network, negli ultimi giorni attivisti per i diritti umani e civili, ispirandosi a quanto sta succedendo nel Nord Africa e in Medio Oriente, avevano iniziato a lanciare appuntamenti per una manifestazione anti-governo da tenersi ogni domenica in decine di città cinesi.

La scorsa domenica a Pechino però all'appuntamento vi erano più poliziotti e giornalisti stranieri che manifestanti. Nonostante questo la capillare censura cinese si è messa all'opera: se si fa una ricerca con il termine 'gelsomino' sui siti autorizzati cinesi - come il microblog Sina Weibo e il clone di Facebook Renren che ha 160 milioni di utenti anche grazie alla benedizione del governo - ad oggi compaiono zero risultati.

Nel timore che gli attivisti, che negli ultimi tempi hanno sviluppato grazie agli hacker dei sistemi per aggirare la Muraglia di fuoco virtuale con cui il governo cinese blocca l'accesso alla maggior parte dei siti occidentali, possano utlizzare Facebook, Twitter e LinkedIn per organizzare dimostrazioni, i siti sono stati bloccati.

pc quotidiano 25 febbraio - SCIOPERO GENERALE, LA CAMUSSO PRENDE TEMPO

“CGIL: Direttivo, mandato a segreteria su prosecuzione mobilitazione

Il Comitato Direttivo [riunito a Roma i giorni 22 e 23 febbraio] ha confermato le iniziative di mobilitazione - la campagna sulle regole per la democrazia e la rappresentanza sindacale e le marce per il lavoro - ha indetto lo sciopero generale e dato mandato alla Segreteria per definire date e modalità dello sciopero generale”. (dal sito della CGIL)

A quanto pare alla Camusso piacciono le marce, ma la musica non è ancora quella dello sciopero generale, che viene sì proposto, ma la cui decisione definitiva viene ancora una volta messa nelle mani della stessa Camusso che deciderà quando lo riterrà opportuno! Dato che “… aveva chiesto la possibilità di decidere quando e come andare allo sciopero generale”.

Infatti, come riporta l’articolo di rassegna.it di oggi, "tecnicamente lo sciopero non è stato ancora proclamato, al contrario di quanto farebbe pensare una lettura disattenta dei giornali”!

Alla ennesima denuncia delle politiche del governo fatta da questo Comitato Direttivo non segue la scelta di una risposta urgente che viene chiesta anche da altri settori dello stesso sindacato…

Cosa aspetta ancora la Camusso? Forse una bella guerra totale così da evitare questa “enorme responsabilità”?

pc quotidiano 25 febbraio - TANTI POPOLI UN'UNICA LOTTA


proletari comunisti aderisce e partecipa

Corteo nazionale

"Tanti popoli un'unica lotta"

Sabato 26 febbraio 2011 ore 15.00 - Piazzale Cordusio - Milano

A conclusione della settimana di solidarietà internazionale con il popolo basco, si terrà un corteo internazionalista per l'affermazione del diritto all'autodeterminazione dei popoli in lotta in tutto il mondo. Una giornata di mobilitazione che traccerà un filo rosso che possa unire i vari popoli in lotta, coniugando la lotta di liberazione e i processi di emancipazione sociale. Un momento forte di mobilitazione che parli di diritti e di autodeterminazione, di solidarietà e di lotta di liberazione dei popoli dallo sfruttamento e dalle catene dell'imperialismo.

pc quotidiano 25 febbraio - Libia, Oggi prevista imponente dimostrazione a Tripoli




i dimostranti anti-regime consolidano le loro posizioni e stringono il cerchio attorno a Tripoli, dove un gruppo di giornalisti italiani è stato fermato a un posto di blocco di miliziani governativi sulla strada dell'aeroporto e uno di loro è stato malmenato. I reporter sono stati poi rilasciati.

In Cirenaica, nell'est, l'opposizione afferma che i principali terminal petroliferi, Ras Lanuf e Marsa El Brega, sono nelle sue mani, anche se ieri Gheddafi ha minacciato l'Occidente di bloccarli.

Intanto, "i ribelli libici che hanno preso il controllo della Cirenaica stanno preparando delle istituzioni indipendenti per gestire l'amministrazione delle città da loro liberate". E' quanto ha affermato l'ex ministro dell'Interno libico, Abdel Fattah Yunis, in un'intervista alla tv satellitare 'al-Arabiya'. "Gli insorti tengono saldamente il controllo del territorio nell'est - ha affermato - e si stanno organizzando per gestire ogni attività in quelle zone".

Per protesta contro il regime di Muammar Gheddafi il procuratore generale libico, Abdelrahman Al-Abbar, ha annunciato le sue dimissioni. In un videomessaggio diffuso dalla tv araba al-Jazeera, il procuratore ha affermato: "Mi dimetto perché non posso accettare che sia stato versato tutto questo sangue del mio popolo".

CONTRO AFFITTOPOLI MILANESE ASSEDIARLI E' GIUSTO

PALAZZO MARINO “OMAGGIATO” DEL LANCIO DI ARANCE-SCARTI ALIMENTARI E DALLE GRIDA “SIETE DEI CORROTTI,DIMISSIONI”

Dopo l’irruzione al PAt il Comitato abitanti S. Siro e cs Cantiere irrompono in Piazza Scala al suono di pentole e casseruole varie. Ragazzi, bambini, occupanti di case, studenti, tutti insieme a tappezzare la linea Maginot di transenne messe a protezione dei corrotti del Comune, così come la fontana e la statua.

Tanti gli striscioni e i messaggi della piazza, “Sanatoria ora!”, “Blocco immediato degli sfratti” “20 ANNI DI GOVERNO B. loro stipendi milionari, pluripoltrone, ville ad Antigua, affittopoli, bunga bunga e magna magna PER NOI NEANCHE LE BRICIOLE! que se vayan todos!” “Consiglio comunale è aperto alla cittadinanza! Vogliamo entrare!” “10.000 morti e Berlusconi è complice dittatori tiranni e mafiosi que se vayan todos Libya wants freedom”.

Il tutto condito da un continuo lancio di arance, “buone e non marce come chi siede sugli scranni del Consiglio”-come sottolineato dai microfoni-, e ortaggi -questi si scarti di mercato-, che raggiungevano il portone d’ingresso, prontamente chiuso dai solerti poliziotti. E un continuo battere di pentole e fischietti, intervallati da slogan e invettive contro Pdl e Lega, Moratti e De Corato, fino a Berlusconi il cui senso si può sintetizzare così: “voi corrotti e ladri e Noi ci Cacceremo via”.

In piena sintonia con le parole d’ordine di questo presidio lo striscione che il circolo proletari comunisti ha portato “solo il vento di una rivolta popolare li caccerà”, unica presenza solidale e visibile con la mobilitazione. Sparsi qua e là militanti di Sinistra Critica, qualche sindacalista di USB e di altri Comitati per il diritto alla casa. La politica di centrosinistra ha lasciato gli scranni del Consiglio ed è scesa in piazza, ma non per solidarizzare coi manifestanti, ma perché allarmata dall’annuncio che si era levato dai microfoni “è un Consiglio aperto e noi adesso entriamo” , che forse un solerte digossino gli aveva comunicato. Forse il solerte digossino che ha dato vita ad una scena esilarante e allo stesso tempo di “fedele” servitore, cioè ha preso in mano una scopa e si è messo a togliere le arance e gli ortaggi piovuti davanti al portone. L’invito di Maiorino (PD) e company di provare a far salire una delegazione che parlasse con l’opposizione è stato rispedito al mittente. E allora si è provato ad entrare e lì la tensione è salita. Il nutrito, esageratamente tanto, numero di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa ha fatto andare i manganelli e accennato ad una carica. Quindici minuti in cui nessuno è scappato e dove i poliziotti e caramba si sono presi “vergognatevi difendete dei Papponi” “andate a prendere la paga ad Arcore”.

Poco dopo il presidio si è sciolto ma con la promessa che “questo è solo l’inizio”. Qualche compagno ha commentato che “non bisogna solo provarci ad entrare, ma bisogna farlo davvero, non è un film”. Giusto ma provare ad assediare, per poi sloggiare, i palazzi del Potere è la strada giusta, e solo unendosi con chi lo fa si costruisce la forza per cacciarli. Basta guardare l’esempio delle masse arabe che si sono ribellate ai Tiranni e non mettersi alla fiestra a fare “le pulci”.

Circolo proletari comunisti Milano

24-02-011

giovedì 24 febbraio 2011

pc quotidiano 24 febbraio - LIBIA continua il massacro ma gli insorti conquistano altre città

Tripoli, 24 feb. (Adnkronos/Ign) - Sempre più drammatica la situazione in Libia dove sono ripresi gli attacchi contro i rivoltosi. Le milizie fedeli al raìs Muammar Gheddafi hanno attaccato questa mattina i rivoltosi che manifestavano nel centro di al-Zawiyah, 40 chilometri a ovest di Tripoli. Sarebbero più di dieci i morti, secondo un testimone in collegamento telefonico con la tv 'al-Jazeera', nei violenti scontri che si sono estesi anche nella periferia della città dove le milizie del colonnello starebbero seminando il terrore.

Anche altre fonti citate dalla tv satellitare 'al-Arabiya' sostengono che si contano numerosi morti e feriti tra i manifestanti. "E' in corso un massacro nella mia città, chiedo alla comunità internazionale di intervenire", afferma un ex ufficiale dell'esercito libico, Ahmad Miqdam.

Gli apparati di sicurezza libici hanno invitato i rivoltosi a consegnare le armi in cambio di un provvedimento di amnistia. Lo riferisce l'emittente satellitare al-Arabyia

Dalla parte dei manifestanti sono passate le truppe dell'esercito libico di stanza ad al-Zawiyah che, riferisce 'al-Jazeera', hanno aperto gli arsenali di armi alle circa 30 mila persone che sono scese in strada oggi in piazza al-Shuhada.

Secondo 'al-Jazeera' sia la città di Zuara, in Tripolitania, che al-Kufra, nel sud della Libia, sono state conquistate dai manifestanti.

Dalla parte di Gheddafi. L'attacco delle sue milizie ad al-Zawiyah è stato condotto dalle brigate dell'esercito libico composte in buona parte dai mercenari provenienti dai paesi africani. Ma secondo la pagina 'Facebook' del sito di opposizione libico 'al-Manara', che da giorni riporta notizie su quanto sta accadendo nel paese arabo, tra i mercenari ci sarebbero anche europei, compresi italiani.

Testimoni riferiscono al New York Times che migliaia di esponenti delle forze paramilitari del raìs sono schierati per le strade di Tripoli, sono in possesso di un gran numero di armi e pronti a sparare contro la popolazione. I miliziani, alcuni in divisa e altri in borghese, hanno anche allestito decine di checkpoint in città, chiedendo a tutti non solo di esibire i documenti, ma anche di esporre sulle auto bandiere libiche e immagini del leader Gheddafi.

Altri attacchi. I fedeli a Gheddafi hanno attaccato oggi anche i manifestanti che da giorni controllano la città di Misurata. Anche qui, annuncia 'al-Arabiya', ci sarebbero diverse vittime. "Le brigate fedeli a Muammar Gheddafi stanno usando le armi pesanti ", afferma un testimone di Misurata in collegamento telefonico con 'al-Jazeera'. "Ci sono aerei militari che sorvolano la città e che sparano raffiche di mitra - dice - mentre le forze di terra hanno lanciato razzi contro i manifestanti. Al momento ci sono diversi morti e feriti ancora in strada".

pc quotidiano 24 febbraio - PROCESSO THYSSENKRUPP: UDIENZA DEL 23 FEBBRAIO

(ricevo, e pubblico, per gentile concessione di Elena di Agenda Rossa)

Torino, 23 febbraio - Processo Thyssen 22° udienza pubblicata da Elena Saita il giorno mercoledì 23 febbraio 2011 alle ore 19.04

Thyssen 22° udienza - Maxiaula 1

Nessuno al presidio all'ingresso del tribunale, strano, di solito i compagni della Colcom sono presenti... sia con i loro striscioni che con lo striscione con le fotografie delle vittime del rogo.

Ore 9,30 entra la corte

Dopo poco inizia l'avvocato Audisio - difensore di Herald Estenhan, Gerald Prigneitz e Marco Pucci.

Inizia dicendo che la situazione del mercato mondiale ha costretto la Thyssen ad ottimizzare e riorganizzare... che l'azienda NON voleva chiudere Torino ma che voleva incrementare la produzione di Terni .

(n.d.r. e per farlo chiudeva Torino e portava tutto a Terni!)

Ricorda che Estenhan era l'A.D. dell'azienda e quindi il datore di lavoro. Per adempiere agli obblighi che la legge prevede in termini di sicurezza era costretto a delegare, in quanto non aveva le conoscenze tecniche per adempiere alla normativa in vigore.

Ricorda che il sistema di deleghe risale a prima della sua assunzione e che quindi si è limitato ad attuare le linee già seguite in precedenza.

Ricorda che il delegato era il direttore di Stabilimento di Torino, Il Signor Salerno e che quest'ultimo aveva una delega a firma congiunta, con un parigrado di Torino, di 1 miliardo - quindi con una autonomia più che sufficiente per garantire interventi connessi alla sicurezza!

Le anomalie riscontrate non dipendono quindi da Estenhan ma dal delegato.

Obbligo di Estenhan era la valutazione del rischio! E qui inizia con le domande auliche: ''Ha Estenhan adempiuto alla valutazione? E se si... lo ha fatto correttamente''?

Chiede di precisare che cosa significa Luogo ad elevato rischio incendio.

Fa un esempio di rischio incendio parlando dell'aula in cui ci troviamo e dice che il tribunale è in ''pericolo'' di incendio MA non a ''rischio''.

Sostiene che alla linea 5 c'era il pericolo, si, ma non il rischio.

E' vero che c'erano flessibili contenenti olio infiammabile a pressione ma che non c'erano fonti di calore in prossimità, quindi non vi era pericolo.

I coils lavorati erano si impregnati di olio di laminazione ''altamente'' infiammabile, ma che dovevano essere sgocciolati... e l'olio che cadeva doveva essere ripulito.

E' vero che c'era carta ma veniva raccolta su appositi rulli e che nel caso si fosse strappata bisognava toglierla manualmente.

Ricorda che vi era una impresa che aveva l'appalto sia per le pulizie che per la raccolta dell'olio e della carta! (n.d.r. non in continuazione ma alcune volte durante la settimana... la pulizia, ultimamente, spettava agli operai durante il turno di lavoro)!

Ricorda che c'era una fotocellula che avrebbe dovuto rilevare la carta strappata... (n.d.r.: ma che non funzionava in quanto su una staffa storta e che bloccava la linea in continuazione - segnalazione di tale anomalia era stata eseguita, ma, dato il pezzo mancante, si era risolto il problema con un catarinfrangente provvisorio che veniva messo e tolto durante la lavorazione).

Motivo di scintille è la frizione tra il coil e la carenatura metallica della linea, ma gli operai dovevano controllare!

La linea 5 è a vista e quindi spettava agli operai tener d'occhio la centratura nella zona incriminata, avrebbero dovuto agire spostando il centratore manualmente. Ricorda che l'ispezione sulla 5 era facile in quanto tutta a livello ''zero''.

Ricorda che tutti gli studi fatti dal 1997 al 2005 il carico incendio è sempre sato di 10/11 Kglegna, ribadisce quindi che c'era pericolo ma NON rischio!

Affronta poi il problema del certificato Anti Incendio che i Vigili del Fuoco devono rilasciare per legge... e qui la faccenda ha dello stupefacente...

Prima di tutto dà nuovamente la colpa a Salerno dicendo che avrebbe dovuto occuparsi meglio della faccenda.

Il gestore dello stabilimento deve redigere un programma di gestione sicurezza e deve adottare un piano di emergenza sia interno che esterno (n.d.r.: ricordiamo che l'incaricato prendeva spunti da una ''rivista specializzata in materia''!)

Per una azienda non a ''rischio'' incendio era sufficiente la redazione e il rispetto di questo programma per avere il certificato dal VVFF; per una azienda ad alto rischio era necessario un organo collegiale che oltre a produrre questo materiale doveva effettuare una valutazione più ampia e rigorosa con organi preposti del comune e dei VVFF. Va avanti a parlare di normative ma il succo del discorso è che dal 1997 al 2003 non si è fatto altro che scrivere programmi sempre più dettagliati, in versioni sempre più aggiornate ... ma evidentemente, invece di attuarli si limitavano allo scriverli in quanto il certificato i VVFF non lo avevano ancora rilasciato!

Ricorda che anche dai controlli effettuati dall'ARPA non sono mai emerse anomalie ( n.d.r. chissà come mai?)

Il dicembre del 2004, finalmente, la Dott.ssa Milena Orso Giacone, (ARPA ?) realizza che, dati gli acidi trattati dall'azienda - la Thyssen diventa a ''rischio''! In base a quest'ultimo, l'iter da seguire per ottenere la certificazione VVFF non è solo l'obbligo di notifica del programma, MA anche quello di gestione della sicurezza.

Salerno pare non faccia nulla per adempiere a questa norma. Ecco quindi che gli viene contestato l'illecito penalmente rilevante.

Tornando all'azienda , Audisio sostiene che la pratica per ottenere la certificazione dei VVFF non è stata sottovalutata dall'azienda ma interrotta per la variazione della normativa stessa! (n.d.r. dal 1997 inizio pratica ... alla ''scoperta degli acidi da parte della Orso Giacone 2004 sono passati 7 anni! Mi domando se un parrucchiere potrebbe permetterselo tutto 'sto tempo...)

Parla ancora ribadendo sempre le stesse cose da mille angolazioni diverse e alla fine conclude che, ammesso e non concesso che il certificato fosse stato rilasciato cosa sarebbe cambiato? Nulla! Quindi che problema c'è? Ovviamente da principe del foro qual'è non usa queste parole, ma il ''succo'' è questo!

Tornando allo stabilimento a ''rischio'' in quanto lavorazioni con acido cloridrico... si domanda se sarebbe stato opportuno installare un sistema di rilevazione/spegnimento incendio... (n.d.r avrei voluto gridare SIIIIII) e conclude dicendo che sarebbe stato inutile! (n.d.r.: sigh...) Che si è preferito invece analizzare ogni pezzetto della linea ed agire in modo tale da evitarlo! (n.d.r.: sorride trionfale... mi chiedo perchè visto che sono morti in 7? Bell'analisi han fatto!)

Ribadisce che non c'era motivo di avere materiale infiammabile attorno... (n.d.r.: ma c'era...) ''Pianta nuovamente il ''tarlo'' del ... se c'era materiale infiammabile in giro... la colpa è di chi non lo ha tolto... visto che gli operai preposti a tale compito non c'erano più - sempre per via dell'ottimizzazione - ma c'era una ditta appaltatrice che faceva le pulizie a cadenza regolare, ma non giornalmente ... sta praticamente dicendo che gli operai non facevano le pulizie durante il turno di lavoro...)

Parla del piano di intervento in caso di incendio, e dice che il personale:

Se è ''formato'' cioè se ha frequentato un corso interviene

Se l'incendio è di palese gravità chiama la squadra di emergenza che chiama a sua volta il responsabile ''emergenza''

Il Responsabile chiama la squadra ''manutentori''

La squadra accorre sul posto, allontana le persone e le mette in sicurezza, fa staccare la corrente e mette in sicurezza l'impianto

si organizza per spegnere il fuoco

se non ne è in grado chiama i Vigili del Fuoco.

Se si fosse agito in questo modo si sarebbe evitata la tragedia!

Quindi? cosa vuol dire? Chi c'era in quel momento? Ci lascia sospesi in questo modo e chiede una pausa, sono le 13.10 siamo tutti stanchi e depressi!

la mamma di Santino esce dicendo: ''sta a vedere che si sono dati fuoco da soli''!"

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vado a prendere un caffè alla 'machinetta' costa 35 cent ma non dà il resto, ho 50 cent... pazienza! Faccio un paio di telefonate e infilo 1.50 per prendere un panino... la macchina ingoia 1,50 e non mi restituisce NULLA! La guardo con schifo e mi deprimo ancora un pò di più.... torno in aula e dò un'occhiata al Fatto Quotidiano.

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Ore 14.45 Audisio riprende la difesa scusandosi con l'eccellentissima Corte per l'attenzione che ha riposto nella analisi della valutazione dei fatti.

Sostiene che tutto quel che è stato valutato sia da organismi interni che esterni è sempre stato considerato in modo positivo e che solo dopo l'incidente sono state mosse delle critiche!

Dice che i PM sostengono che avrebbero ritenuta corretta la valutazione dei rischi effettuata dall'azienda SE la situazione fosse stata ottimale, cosa che NON era.

la difesa sostiene invece che tutto era corretto e tutto procedeva nella norma... anzi essendo ridotta la produzione c'erano ancora meno rischi! Quindi Estenham aveva adempiuto perfettamente al proprio compito!

Ribadisce che nessuno aveva detto di mettere l'impianto di rilevazione/spegnimento incendio automatico quindi? Cosa imputare a 'sti poveretti? Nemmeno quando Estenham è venuto a Torino in visita l'ultima volta non gli è stato detto che le cose non andavano proprio a ''gonfie vele''.

Nemmeno il Pignalosa, che invece di avventarsi contro Estenhan e dirgli che c'erano problemi ... gli ha invece chiesto le ''magliette con il logo''! (n.d.r. : Che depressione che mi viene! Io ho lavorato come segretaria/assistente in Fiat Capogruppo e mi capitava di vedere l' avvocato Agnelli; anche io avevo qualche ''problemino'' in ufficio ma, onestamente, MAI mi sarei osata andar da lui e dirgli guardi che le prese di corrente in ufficio NON sono mica a norma! Oppure che avevo un groviglio di fili elettrici sotto la scrivania! Grrr).

Continua dicendo che Estenhan ha fatto il suo dovere di controllo, che ha delegato un responsabile e che era assolutamente tranquillo... insomma non ha violato proprio nulla!

Sono le 15.30 l'udienza viene riaggiornata a venerdì 25 febbraio!

pc quotidiano 24 febbraio - FINCANTIERI ASSASSINI ASSICURATI

Ai cancelli di Fincantieri di Marghera, martedì 22 mattina, c'era sconforto e schifo, rabbia.

La Rsu ha fatto solo un'ora di sciopero, dalle 16 alle 17 di lunedì, dopo aver dato l'annuncio in mensa durante la pausa di mezzogiorno, della morte di un operaio a Monfalcone, e solo dopo un po' si è venuti a sapere la sua nazionalità. Infatti facendo sciopero dalle 16 alle 17, la gran parte non l'ha nemmeno fatto, perché saldatori e carpentieri e tubisti, alle 16 smontano, chi non fa gli straordinari. La morte di Ismail è avvenuta per mancanza delle più elementari norme di sicurezza. Questo è chiaro. Andare in una conduttura che ha delle vie in caduta, senza imbragatura, significa rischiare la morte, lo capisce un asino. Le condutture, sono progettate in modo da dare la possibilità di imbragature di sicurezza ?

Martedì ci siamo fermati a parlare con molti operai, tutti hanno preso il volantino, uno solo faceva finta di essere male informato, scambiando il nostro appello, che conclude tutti i ns.volantini in Fincantieri, ad unirsi nel Cobas, per "pubblicità", e andandosene frettolosamente nella sua miseria. La sera, alla riunione, sono venuti altri nuovi ad unirsi a noi, altri operai della Eurocoibenti, ed un operaio di una ditta che ancora non conoscevamo, un operaio tubista a cui era stato comunicato il licenziamento dopo che la azienda aveva spedito varie raccomandate all'indirizzo di residenza precedente; questo tipo di trucchi che spesso i padroni stanno usando in questo periodo, anche in altri settori, probabilmente su istruzioni di consulenti del lavoro poco avvezzi al rispetto delle regole democratiche e Costituzionali, le raccomandate multiple nella stessa giornata o all'indirizzo sbagliato, per confondere il lavoratore e creare la situazione del licenziamento disciplinare. Questo operaio era accusato di "scarso rendimento".

Tornando alla questione della vergogna per lo sciopero burla, si sono fermati capannelli, e moltissimi operai si sono letti il volantino con attenzione. In uno di questo capannelli, è venuto fuori che a Monfalcone Bianco avrebbe sostenuto che "tanto" loro sono "assicurati" per "3 MORTI AL GIORNO".

Ci chiediamo, perché non esiste un albo obbligatorio e pubblico delle assicurazioni fatte dalle aziende per danni, infortuni, multe ed altro, riferibili ai rapporti di lavoro subordinato ?

(nota del Cobas per il Sindacato di Classe - appalti Fincantieri Marghera, 24.2.2011)

pc quotidiano 24 febbraio: RIPRENDIAMO LA DENUNCIA FORTE E LA MOBILITAZIONE CONTRO LE VIOLENZE SESSUALI

In questi ultimi mesi si è un po’ abbassata la denuncia degli episodi di uccisione e violenza sessuale contro le donne, anche da parte dei movimenti femministi, benché gli assassinii continuano nelle relazioni familiari e le violenze sessuali in alcune città stanno terribilmente aumentando , come le due ultime violenze accadute a Roma in zone centrali mostrano, fanno emergere sempre più chiaramente il legame diretto tra realtà sociale e violenze.

Roma è diventata una città tutta a rischio, non più solo nelle zone periferiche. Questo degrado generale causato dalle politiche dell’Amministrazione di Alemanno, del governo che a problemi sociali, di condizioni di vita, di città a misura della gente, rispondono con tagli alle spese sociali, ai servizi o interventi repressivi (come su altro fronte gli sgomberi dei campi degli immigrati), non fanno che favorire l’atteggiamento di sopraffazione maschile.
Roma è pericolosa, come altre grandi città, perché viene tolta la socialità, e si attuano interventi che hanno come effetto solo quello di desertificare le città, anche le zone centrali, favorendo di fatto le violenze. In una città come Roma ad aumento di locali, spesso equivoci che si aprono con costi sempre più proibitivi, corrisponde una città sempre più fredda, chiusa.

Le misure di controllo delle città da parte delle Istituzioni (ora come risposta alle violenze aumenteranno la presenza dei poliziotti) creano piuttosto un clima oscurantista, sempre ideale per la coltivazione di idee e pratiche maschiliste, di sopraffazione e quindi hanno un effetto opposto, di incoraggiamento delle violenze sessuali a tutti i livelli.

Per questo anche le violenze di questi giorni non sono casi isolati, invitabilmente sono una violenza a tutte le donne.

Per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa

Lavoratrici e disoccupate Slai cobas per il sindacato di classe Taranto

pc quotidiano 24 febbraio - Allarme morti sul lavoro: a gennaio sono già 50

Allarme morti sul lavoro: a gennaio sono già 50

I dati dell'Osservatorio Vega Engineering di Mestre: escluse le morti in itinere, nel primo mese del 2011 raddoppiati i decessi rispetto al gennaio 2010. Aumenta la mortalità femminile, il sud in testa alla classifica. Più colpiti i quarantenni

di rassegna.it

La strage sul lavoro in Italia continua ogni giorno. Anzi si aggrava. Il 2011 è infatti iniziato nel peggiore dei modi, con 50 croci sul lavoro, quasi due al giorno. Una cifra altissima, che raddoppia il numero dei morti sul lavoro rilevati nello stesso mese dello scorso anno: in tutto il primo semestre del 2010 non si era mai arrivati ad un dato così elevato.

E' questa la prima istantanea scattata dagli esperti dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, e tra l'altro si riferisce solo agli incidenti mortali accaduti in luogo di lavoro ordinario escludendo quindi quelli in itinere e dovuti alla circolazione stradale. La cifra altrimenti sarebbe ancora più eclatante.

Stavolta a indossare la maglia nera non sono più le regioni del Nord, ma quelle del Sud. Sicilia e Campania sono in testa con 7 vittime, seguite dalla Lombardia (6), dall’Emilia Romagna (5) e dal Veneto (4). Accanto ai numeri assoluti, però, appare altrettanto significativo l’indice di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa. I valori più elevati arrivano dalla Valle D’Aosta (35,5 contro una media nazionale di 4,4) insieme alla Basilicata (15,7) e alla Calabria (5,1). Friuli, Molise Marche Toscana e Umbria sono le uniche regioni a non essere state coinvolte nel mese di gennaio.

Nella classifica provinciale in cima ci sono Catania e Napoli, con 4 morti, seguite da Bologna e Milano (3), Matera, Aosta, Savona, Messina, Caserta, Lecce, Verona e Torino (2). Aosta, Matera e Savona, comunque guidano la classifica provinciale per incidenze rispetto alla popolazione lavorativa.

Ancora una volta l’agricoltura è il luogo maggiormente votato alla disgrazia con il 32 per cento delle vittime. Il doppio di quelle rilevate nel settore delle costruzioni (16 per cento). Altrettanto preoccupante il 12 per cento degli eventi mortali registrati nel commercio e attività artigianali e il 10 per cento dei trasporti, magazzinaggi e costruzioni.

Un nuovo dato, invece, emerge nell’indagine delle cause che hanno portato alla morte i lavoratori. La caduta dall’alto non è più in cima alla graduatoria. Nel 24 per cento dei casi, infatti, si è trattato di un decesso per schiacciamento avvenuto in seguito alla caduta di oggetti pesanti. Nel 20 per cento dei casi si è trattato di una caduta dall’alto e per il 16 per cento delle vittime la causa è stata un incidente dovuto al ribaltamento/investimento di un mezzo in movimento. Seguono nella classifica: il contatto con organi lavoratori in movimento (12 per cento), investimento da mezzo semovente (10 per cento) e incendio (6 per cento).

Altrettanto inquietante, secondo Vega Engineering, il dato sulla mortalità femminile: sono già due le vittime. A fine 2010 se ne contavano 17. Un dato, quindi, decisamente superiore alla media. Gli stranieri sono 4 pari all’8 per cento del totale (era il 10 per cento nel 2010). La fascia d’età più colpita, poi, è sempre quella tra i 40 e i 49 anni, ovvero il 36 per cento delle vittime. Il 20 per cento tra i 30 e i 39 e il 18 per cento tra i 60 e i 69 anni. Dai 70 anni in su si rileva l’8 per cento delle vittime.

L'ultimo, ma non meno importante grafico elaborato dagli esperti dell’Osservatorio è quello relativo ai giorni della settimana in cui gli episodi mortali sono stati più frequenti. Si scopre così un’altra novità perché con il nuovo anno i giorni neri cambiano: sono martedì e giovedì. Lo scorso anno il mercoledì e il venerdì. Nel Nordest, invece, sul podio al secondo posto c’è la domenica.

pc quotidiano 24 febbraio - "Non vogliamo la fine di Gheddafi" parola di Lamberto Dini, presidente commissione Esteri del Senato

“I massacri dei civili sono inaccettabili ma non vogliamo la fine di Gheddafi”

Bando alle chiacchiere ufficiali del governo... Questo è parlare chiaro!

In questa intervista riportata dal quotidiano la Repubblica di oggi l’onorevole Lamberto Dini, tanto onorevole quanto lo possono essere i membri di questo governo, da Berlusconi in giù, non si vergogna (come non si vergognò della riforma delle pensioni che porta il suo nome e di tante altre cose) di ammettere cosa pensa davvero il governo di Gheddafi! E anche lui come il resto del governo non è interessato ai morti se non per “evitare l’isolamento internazionale”.

***

stralci...

Domanda: Onorevole Lamberto Dini, lei che è presidente della commissione Esteri del Senato, vuole spiegare perché nei giorni scorsi il premier Berlusconi ha evitato di “disturbare” Gheddafi mentre iniziava il massacro dei manifestanti e, solo adesso, ultimo Paese in Europa, l’Italia condanna le violenze del regime libico?

Risposta: “Siamo stati colti di sorpresa dalla rivolta che si è sviluppata in Cirenaica. Anche Gheddafi non si aspettava la protesta del suo popolo. Non potevamo immaginare quale scontento covasse nel Paese.”

[Chi sta al governo non si aspetta mai quanto scontento cova nel Paese...]

D: Cosa succederà adesso?

R: “Il Paese ‘è diviso in due: la Cirenaica, in mano ai rivoltosi, e la Tripolitania controllata dal regime. Dicono che a Tripoli la situazione sia tranquilla.”

D: Non sembra così: continuano gli scontri. E a Bengasi proseguono i bombardamenti.

[Tocca al giornalista con santa pazienza ricordargli che non è così!]

D: Berlusconi e Frattini hanno evitato di prendere posizione, mentre adesso condannano le violenze, voltando la faccia all’amico libico. L’Italia ora auspica la fine di Gheddafi?

R: “L’Italia non auspica la fine di Gheddafi, non abbiamo ragioni per volere la caduta di un leader che oggi intrattiene buoni rapporti con tutta la comunità internazionale. Certo, la repressione è inaccettabile, e se Gheddafi continua a percorrere questa strada, segnerà la sua fine.”

LIBIA: LE ARMI CHE UCCIDONO IL POPOLO SONO FORNITE PRINCIPALMENTE DALL’ITALIA

armi italiane che sparano in Libya

Libia, se a sparare sono armi italiane

Maurizio Simoncelli*, 22 febbraio 2011, 10:50

Libia, se a sparare sono armi italiane Politica e pace Mentre continuano a pervenire dalla Libia

drammatiche notizie sulla violenta repressione ad opera del regime, appare utile ricordare che

Tripoli è un partner commerciale importante per l'Italia anche nel settore militare. Infatti in questo

paese è diretto circa il 2% delle esportazioni totali dell'Italia, ponendosi come l'undicesimo paese

importatore delle armi italiane

. Tra l'altro, dopo un leggero calo tra il 2005 e il 2007, nel 2008 il valore delle spese militari libiche ha

ricominciato a crescere, raggiungendo la cifra di 1,1 miliardi di dollari nel 2008, aprendo quindi

prospettive interessanti alle esportazioni di armi.

In base ai Rapporti del Presidente del Consiglio dei Ministri sui lineamenti di politica del Governo in

materia di esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, il valore delle

esportazioni di armi italiane alla Libia è in costante crescita a partire dal 2006, anno in cui riprendono

i flussi commerciali tra i due Stati. Le autorizzazioni alle esportazioni italiane in Libia per il 2009 sono

state pari a circa 111,8 milioni di euro, in aumento rispetto ai 93 milioni circa del 2008 (in particolare

bombe, siluri, razzi, aeromobili e apparecchiature elettroniche).

E' utile ricordare che negli ultimi dieci anni diversi sono stati gli accordi stipulati con il regime di

Gheddafi:

• La Agusta Westlands, una società del Gruppo Finmeccanica, ha venduto 10 elicotteri AW109E

Power tra il 2006 e il 2009, per un valore di circa 80 milioni di euro. L'azienda, inoltre, afferma di

avere venduto quasi 20 elicotteri negli ultimi anni, tra cui l'aereo monorotore AW119K per le

missioni mediche di emergenza e il bimotore medio AW139 per le attività di sicurezza generale.

• Joint-venture: la Libyan Italian Advanced Technology Company (LIATEC), posseduta al 50% dalla

Libyan Company for Aviation Industry, al 25% da Finmeccanica e al 25% da Agusta Westlands.

LIATEC offre servizi di manutenzione e addestramento degli equipaggi dei velivoli AW119K, AW109 e

AW139, tra cui servizio di assistenza tecnica, revisioni e fornitura di pezzi di ricambio.

• Nel gennaio 2008 Alenia Aeronautica, un'altra società del Gruppo, ha firmato un accordo con la

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Libia per la fornitura di un ATR-42MP Surveyor, un velivolo adibito al pattugliamento marittimo.

Inoltre, nel contratto, del valore di 31 milioni di euro, sono compresi l'addestramento dei piloti, degli

operatori di sistema, supporto logistico e parti di ricambio.

• Itas srl, una società di La Spezia (secondo il Servizio Studi - Dipartimento affari esteri della

Camera, doc.140-21/05/2010) cura il controllo tecnico e la manutenzione dei missili Otomat,

acquistati a partire degli anni Settanta dal governo di Tripoli. L'Otomat è un missile a lunga gittata

antinave.

• A seguito degli accordi contenuti nel Trattato di Bengasi, nel maggio 2009, la Guardia di Finanza ha

proceduto alla consegna delle prime tre motovedette alla Marina libica per il pattugliamento nel Mar

Mediterraneo, seguite nel febbraio 2010 da altre tre imbarcazioni (da una di queste sono state

sparate raffiche di mitragliatrice contro un peschereccio italiano nel 2010).

La Finmeccanica ha stipulato accordi con società libiche:

• Nel 2009 ha firmato un Memorandum of Understanding per la promozione di attività di

cooperazione strategica con la LIA (Libyan Investment Authority) e con la LAP (la Libya Africa

Investment Portfolio).

• SELEX Sistemi Integrati, società del Gruppo Finmeccanica, ha firmato nell'ottobre 2009 un accordo

del valore di 300 milioni di euro per la realizzazione di un grande sistema di protezione e sicurezza

dei confini.

Solo ora, di fronte alla rivolta popolare che si sta diffondendo nei paesi nordafricani, si scopre che

questi regimi sono illiberali, mentre i governi occidentali li hanno appoggiati a lungo, fornendo

armamenti in cambio di materie prime e opportunamente "distraendosi" sui temi fondamentali del

rispetto dei diritti umani e delle elementari libertà civili conculcate in questi paesi, come nel caso

libico.

fonte:

http://www.paneacqua.eu/notizia.php?id=17023

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