martedì 19 marzo 2019

pc 19 marzo - Manovra del popolo - Reddito di cittadinanza - Quota 100 - da proletari comunisti 1 - febbraio 2019

il governo degli ingannapopolo

Il governo Di Maio/Salvini ha realizzato la cosiddetta “Manovra del popolo” e i provvedimenti del Reddito di cittadinanza e di “Quota 100” per i pensionanti, con l’intenzione di proseguire nella campagna elettorale infinita volta a carpire il voto dei proletari e delle masse popolari, e della parte più povera di esse, che gli consenta di rimanere al governo in eterno e consolidarsi sia come “comitato di affari” della borghesia sia come autori di una trasformazione dello Stato, del governo, di tutte le Istituzioni in senso moderno fascista.
Quindi, non si possono vedere questi provvedimenti economici senza legarli al disegno politico generale a cui servono.
Per questo noi comunisti, forze dell’opposizione proletaria e popolare diciamo No alla “manovra del popolo”, come diciamo No a questo Reddito di cittadinanza e a questa modifica della riforma delle pensioni.

Non si può svendere il sostegno ad un governo reazionario, razzista, in mano a Salvini e al ceto politico del M5S, in nome di 4 soldi e “100 balle”. Questo è il primo punto che bisogna affermare nelle fila della classe operaia e delle masse povere.
Il fascismo e tutti i regimi reazionari, compresi quelli ai tempi della Democrazia Cristiana e dei Socialisti hanno sempre contrabbandato il sostegno al loro potere assoluto in cambio di briciole regalate al popolo e fatte passare per “riforme” a suo favore: dal “pane con la tessera”, ai pacchi pasta, alla “social card” per i pensionati, alle “80 euro” di Renzi, si è trattato sempre dello stesso disegno: 4 soldi e false riforme al “popolo plaudente” per ingannarlo e lasciare mano libera alla gestione dello Stato, dell’economia, ai padroni, ai banchieri, agli affaristi, ai faccendieri. E come sono state una miserabile truffa elettorale quelle dei fascisti di ieri, lo sono state e tutti lo abbiamo visto, i provvedimenti demagogici dei governi da Berlusconi a Renzi.
Operai, lavoratori, questa strada l’abbiamo già vista e il risultato è stato sempre più impoverimento, sempre meno salari e pensioni e soprattutto sempre tanta disoccupazione, precarietà, taglio dei servizi sociali, della scuola, della sanità.
Quindi, cos’è la “Manovra del popolo”, il Reddito di cittadinanza, “Quota 100”? Se non l’ultima forma peggiore della politica ingannapopolo dei padroni, delle classi dominanti e dei politicanti ultimi arrivati al potere dei 5stelle e Lega.


Questo è evidente se si guarda nel merito questi provvedimenti.
Nella “Manovra del popolo” approvata in maniera anti parlamentare, con un parlamento che non ha
avuto neanche il tempo di leggerla e discuterla, abbiamo assistito innanzitutto ad un massiccio ed ulteriore taglio degli investimenti per il lavoro e i servizi sociali; a una accettazione dei diktat della Commissione europea che altri non sono che i diktat dei padroni associati, compreso i padroni italiani che scaricano la crisi sugli operai e le masse popolari mentre difendono profitti e finanze al servizio della contesa globale, la concorrenza sul mercato mondiale.
La “Manovra del popolo” realizza un ulteriore dismissione/privatizzazione del patrimonio pubblico che arriva a stravolgere e far diventare solo oggetto di mercato i centri storici, destinando anch’essi al profitto dei privati, speculatori e commercianti. La manovra prosegue nel blocco delle assunzioni nella Pubblica amministrazione, peggiorando la scuola e la sanità, mentre salvaguarda le assunzioni nelle Forze dell’ordine per riempire sempre di più di polizia le strade e le città.
Tagli alla sanità per i migranti, scaricandola ulteriormente su Comuni e Regioni. Realizza un ennesimo condono fiscale che, sotto la demagogia della “rottamazione” delle cartelle di Equitalia, regala miliardi ai veri grandi evasori.
Taglia in maniera odiosa i fondi Inail per la sicurezza del lavoro a fronte dell’aumento record dei morti sul lavoro, taglia i contributi assicurativi, con un grosso premio alle aziende, si riducono, così,le rendite e gli indennizzi per infortuni e malattie dei lavoratori.
Con lo sblocco delle addizionali Irpef e Imu compensa solo parzialmente il taglio dei trasferimenti agli Enti locali, che sta già producendo un gigantesco aumento delle tasse locali che sembrano mangiarsi in anticipo ogni tipo di crescita, di redditi e pensioni.
Riduce le regole per gli appalti, favorendo la corruzione e le infiltrazioni mafiose. Favorisce in maniera scandalosa corporazioni, quali quella degli Stabilimenti balneari e dei gestori del Demanio pubblico.
Nulla per il lavoro, nulla a sostegno della lotta dei lavoratori contro i licenziamenti, nulla in particolare per il Sud, nessuna tassa sui ricchi ed è risibile il discorso sulla riduzione delle “pensioni d’oro” e degli emolumenti parlamentari”.
Assolutamente inattaccate le spese militari, per gli armamenti, per gli F35 e aperta come non mai la vena infinita degli aiuti ai padroni, la salvaguardia delle banche in crisi, le grandi opere del profitto e della speculazione.
E tutto questo viene giustificato perchè avrebbero reso necessario il Reddito di cittadinanza e l’abolizione della “Riforma Fornero”. A tutt’oggi, nonostante gli infiniti annunci, le intere pagine dei giornali su questi provvedimenti, esistono confusioni, fake news, e numeri truccati.
Si è partiti dalla grande balla dell’”abolizione della povertà” e dei 780 euro al mese che avrebbero toccato milioni di poveri, e si è ridotto il tutto, secondo il linguaggio quanto mai non del popolo del Min. Di Maio “ai fini del rispetto dei limiti di spesa annuali... è ristabilita la compatibilità finanziaria, mediante rimodulazione dell’ammontare del beneficio”, che, tradotto in parole semplice, significa che i soldi stanziati che sembrano essere alla fine solo 6 miliardi non saranno aumentati e se non basteranno si abbasserà l’importo. L’erogazione ha la durata di 18 mesi (rinnovabile per altri 18 dopo un mese di interruzione e se vi sono ancora i requisiti e i... soldi; deve risponde a dei requisiti che ne riduce ampiamente la platea. Ne vengono esclusi i migranti, compreso quelli che non lo sono più, attraverso un limite altissimo di 10 anni di cittadinanza, e gli italiani che hanno lavorato all’estero e poi sono rientrati.
La percezione dei soldi del reddito risponde ad una lunga serie di requisiti. Non si può avere un patrimonio immobiliare di oltre i 30 mila euro, o un reddito familiare superiore a 6mila euro; solo se si abita in affitto il limite va a 9.360 euro; non si deve aver acquistato un auto, una moto negli ultimi 6 anni, né nessun membro del nucleo familiare si deve essere dimesso dal lavoro negli ultimi 12 mesi; il richiedente è obbligato ad iscriversi al sistema informativo generale, a consultarlo giornalmente, seguire corsi di formazione, sostenere colloqui psicoattitudinali, svolgere 8 ore settimanali di lavori, cosiddetti “socialmente utili”, di fatto gratis per i Comuni, Regioni. Il programma prevede che dopo il rifiuto di tre offerte di lavoro “congrue” si perderà il diritto al reddito, per “congrue” si intende accettazione di proposte di lavoro che nei primi è nel raggio di 100Km, nei successivi 6 nei 250Km, dopo su tutto il territorio nazionale. Anzi, Di Maio ha dichiarato che entro un anno il lavoro va accettato anche se fosse il primo proposto, pena la decadenza della Rdc.
Il Reddito verrà versato su una social card, vera “tessera della povertà”, si potranno prelevare in contanti solo 100 euro al mese, il resto va speso in negozi e strutture convenzionate, così si potrà controllare anche il tipo di spesa. Anche i pochi soldi, infatti, non si potranno gestire secondo i propri bisogni. Chi li avrà viene considerato come un subumano, incapace di intendere e di volere, o che si andrebbe a spendere i soldi in “divertimenti”. Le persone vengono di fatto considerate poco più che esseri animali, per cui non devono avere altre esigenze che mangiare e al massimo curarsi, o, come ha detto Di Maio, si potranno fare solo “acquisti che assicurano la sopravvivenza minima dell’individuo...”. Le persone vengono regredite all’”età della pietra”, ai suoi bisogni “primari, l’”uomo evoluto” non è previsto, non deve esistere, costa troppo...
Il meccanismo fatto poi per toglierti i soldi: se non hai consumato nel mese i 100 euro, il mese successivo ti vengono scalati.
Come è scritto sul blog proletari comunisti, il reddito sembra essere istituito con una perversa logica “non per dare ma per non dare”, per fare una campagna falsa, offensiva e ignobile contro i poveri, disoccupati, i giovani, le donne in cerca di lavoro che non trovano; non si era mai visto un provvedimento che unisse misure economiche di sostegno assistenziale a misure repressive, il carcere - fino a 6 mesi di galera.
Questo governo considera tout court le persone che non hanno lavoro e reddito potenziali “scansafatiche”, truffatori. Una logica frutto di una politica che considera ogni misura verso le masse una sorta di danno che il governo s costretto a fare - soprattutto per le promesse elettorali - ma che chi ne dovrebbe beneficiare non ne avrebbe effettivo diritto (perchè se non lavora colpa sua), e va, quindi, controllato e se fa il “furbo” represso come scrive Chiara Saraceno “Sembra che l’idea sia: se sei povero, sei pi brutto e cattivo di un evasore fiscale. Così il Rdc diventa una vessazione quasi peggiore della sua mancanza.
Se il Rdc non in questo modo neanche un sussidio per chi lo riceve, le aziende, le agenzie private invece incasseranno. Il provvedimento, infatti, prevede che se le aziende danno un lavoro, per almeno due anni, e di qualsiasi tipo, a un percettore di Reddito, le mensilità rimanenti alla scadenza dei 18 mesi finiranno nelle sue tasche (della serie: è il disoccupato che si paga una parte del lavoro), per intero se assume tramite i Centri per l’impiego o dovrà dividerli a metà con l’agenzia, se assume da questa.
La demagogia dell’abolizione della Legge Fornero ha partorito una mini riforma interna. Non servirà a niente avere 38 anni di contributi se non si raggiunge l’età, e viceversa, trattandosi di sistema contributivo, gli anni che vengono a mancare si ripercuoteranno sull’importo dell’assegno pensionistico. In cambio di 5 anni di anticipo il taglio dell’assegno viene stimato tra il 5 e il 30% dell’importo lordo. Inoltre vi il ritardo nell’incasso della pensione, che ancora non è chiarissimo; vi è una clausola che penalizza il Pubblico Impiego, dato che ai dipendenti pubblici che andranno in pensione con “Quota 100 o in pensionamento anticipato il trattamento di fine rapporto verrà corrisposto al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione. Per cui sia per avere il Tfr che per avere la pensione ci potranno essere dei vuoti in cui l’unico rimedio previsto dal governo di poter avere in prestito dei soldi dalle banche con i relativi interessi.
Quindi, siamo anche qui di fronte ad una “montagna che ha partorito un topolino.
Inoltre i fondi per le pensioni vengono ancora una volta presi dagli stessi pensionati, una buona parte dei quali non avranno gli adeguamenti previsti, dato che è bloccata la rivalutazione sulla base dell’aumento del costo della vita delle pensioni in essere. “La verità è che per tutti, compreso questo governo quella che resta la vera legge è che la pensione viene ridotta: meno anni di contribuzione, meno valore della pensione. Prima a quota 100 si maturava la pensione piena, mentre ora grazie a Fornero e anti Fornero di facciata, il prepensionamento a spese di chi va in pensione.
Ora, naturalmente, quello che è chiaro per noi, le avanguardie operaie, sindacati che siano realmente tali, deve diventare chiaro per tutti, compresi i famosi percettori di reddito e di pensioni povere, perchè cada l’inganno del governo e ne cada anche il consenso elettorale.
Sono soprattutto gli operai nelle fabbriche e nei posti di lavoro che per primi possono rendersi conto che questo governo resta antioperaio e antipopolare come i precedenti, e per di pi fascista, razzista, e difensore della propria casta. E’ innanzitutto con la lotta generale, e con più scioperi generali che questo governo si può mettere in crisi e far cadere.

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