martedì 12 febbraio 2019

pc 12 febbraio - LA MANIFESTAZIONE A ROMA DI CGIL, CISL, UIL - Un commento

La manifestazione di Cgil, Cisl, Uil ha raccolto 200mila persone. Un numero sicuramente significativo. Non sappiamo ancora, però, quante e quali fabbriche erano presenti, ma sicuramente poche, mentre il grosso dei manifestanti era formato da realtà di lavoro precarie, da pensionanti o pensionati.
La partecipazione in termini di quantità è stata quindi positiva e la manifestazione è servita ad unire e a rendere visibili tante realtà di lavoratori, lavoratrici di cui si parla al massimo solo quando arrivano ai licenziamenti; realtà che quindi insieme potrebbero essere una forza significativa contro i padroni e la politica del governo ingannapopolo di Salvini/Di Maio, se fosse indirizzata verso la lotta vera.

Ma, qui finiscono i fatti oggettivamente positivi e le potenzialità che ci potrebbero essere.

Le parole d’ordini, i cartelli, i contenuti della manifestazione sono stati fondamentalmente basati sulla richiesta di aprire un confronto con il governo fascio-populista. Quindi una potenzialità che viene sprecata e indirizzata nell’illusione che questo governo debba ascoltare, un governo che bisogna innanzitutto combattere per rovesciarlo anche per il suo carattere illegittimo e anticostituzionale rispetto ai diritti democratici e dei lavoratori e masse popolari.
Gli interventi, anche con toni duri fatti dai leader sindacali, in particolare quello del nuovo segretario della Cgil, Landini (ma anche la Furlan questa
volta si è lanciata addirittura nella difesa dei migranti e nella critica su questo al governo), al di là appunto dei toni sono stati di fatto un appello al governo a “guardare a questa piazza”.
La manifestazione è stata “rinforzata”, dalle presenze del PD e sinistra parlamentare, che non sanno dove “mettere bottone”, e usano le masse per il tentativo di ripresa elettorale – con il PD che cerca di far dimenticare di essere stato al governo fino allo scorso anno e di aver fatto il jobs act contro i lavoratori, la legge Minniti contro i migranti, ecc. ecc.

Ma la manifestazione di sabato scorso è stata soprattutto (al di là del peso numerico delle presenze dei rappresentanti del mondo imprenditoriale) l'ufficializzazione del “patto per il lavoro”, dell’unità sindacati/padronato, annunciata qualche settimana prima da Boccia e dai segreti di Cgil, Cisl, Uil.
Questa unità vede un terreno in particolare, quello della realizzazione delle Grandi opere, a partire dalla Tav, su cui le posizioni di Boccia, delle aziende, di Landini, della Furlan, della Uil vanno nella stessa direzione.
Sotto il caschetto giallo nel corteo c'erano sia imprenditori che delegati e lavoratori.

I lavoratori diventano, e non è la prima volta nella storia, una massa utile, di manovra per gli interessi del padronato, della borghesia in genere. Alla fine, i padroni perseguiranno e realizzeranno i loro profitti, i lavoratori realizzeranno sfruttamento, a “termine”, salari sempre ridotti (salvo qualche briciola in più ad una ristretta fascia di aristocrazia operaia -ma sempre più ristretta oggi).

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