lunedì 7 gennaio 2019

pc 7 gennaio - Roma - i topi di fogna di Forza Nuova e Avanguardia Nazionale compagni del fascista Salvini, protetti dalla polizia aggrediscono due giornalisti dell' Espresso

Tpi news
Il giornalista dell’Espresso Federico Marconi e il fotografo Paolo Marchetti sono stati aggrediti il 7 gennaio 2019 al cimitero del Verano, a Roma, dove si teneva la commemorazione dei morti di Acca Larentia, l’omicidio del 1978 in cui persero la vita due attivisti del Fronte della Gioventù.
Tra gli assalitori, spiegano da L’Espresso, c’era anche il capo di Forza Nuova, Giuliano Castellino,
che pur essendo sottoposto al regime di sorveglianza speciale si trovava al cimitero romano, dove c’è l mausoleo in memoria dei due giovani uccisi il 1978.

Intorno alle 14.30 i membri del movimento neofascista Avanguardia Nazionale insieme a Forza Nuova e Fiamme Nere si erano dati appuntamento per commemorare “tutti i camerati assassinati sulla via dell’onore”.
I due giornalisti de L’Espresso erano al Verano per documentare la commemorazione dei neofascisti, come si legge sulla rivista stessa, che ha raccontato quanto accaduto: “Dopo il ‘presente’ di rito dei camerati al Mausoleo alcuni esponenti dell’estrema destra si sono avvicinati a Marchetti. Con spinte e pesanti minacce gli hanno intimato di consegnargli la scheda di memoria della macchina fotografica. L’hanno ottenuta ma non contenti, gli hanno chiesto il documento per identificarlo, senza che le forze dell’ordine intervenissero”.
Poi dalle parole si è passati all’aggressione fisica al grido di “L’Espresso è peggio delle guardie”: alcune persone, tra cui era presente anche il capo di Forza Nuova Roma, Giuliano Castellino, ha accerchiato il giornalista Federico Marconi.

Non contento, il leader di Forza Nuova e uno vecchio militante di Avanguardia Nazionale hanno preso il cellulare e il portafoglio del giornalista per identificarlo e hanno cancellato foto e video della giornata.
Castellino si è avvicinato al cronista e lo ha preso per il collo mentre altri lo hanno spintonato, tirandogli anche un calcio sulle gambe e una serie di schiaffi.
Gli effetti personali non gli sono stati restituiti fino a quando non è intervenuta la Digos.

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