lunedì 28 gennaio 2019

pc 28 gennaio - IN TUTTE LE INAUGURAZIONI DELL'ANNO GIUDIZIARIO: MESSA SOTTO ACCUSA LA LINEA DI SALVINI

(Da Sole 24 ore) - Alle cerimonie d'inaugurazione dell'anno giudiziario nel mirino decreto sicurezza e misure sui migranti.

Da Torino, "è morta la pietà", a Bari, "il decreto sicurezza darà molto lavoro alla Corte costituzionale", i capi degli uffici giudiziari mettono nel mirino le scelte fatte sui migranti, ma anche un clima che porta a una sempre più accentuata delegittimazione della magistratura. 
la preoccupazione della magistratura è più per le politiche di ordine pubblico che per quelle squisitamente giudiziarie. Più per le scelte fatte in materia di migranti e sicurezza che di prescrizione e anticorruzione. 

il presidente della Corte d'appello piemontese Edoardo Barelli Innocenti citando il torinese Primo Levi sui campi di sterminio, condivide la forte preoccupazione, per un tempo nel quale "se questo è accaduto può accadere di nuovo". E, per il Procuratore generale di Roma Giovanni Salvi "legalità non è solo repressione. Occorre avere piena consapevolezza, ad esempio, della complessità della questione migratoria, che tanto impatto ha sia sulla percezione della sicurezza che sulle attuali politiche securitarie".

il presidente della Corte di appello di Bari, Franco Cassano: "La nostra Costituzione - spiega - assicura allo straniero il diritto d'asilo. La Cassazione aveva indicato nella misura del permesso di soggiorno per ragioni umanitarie la soglia minima di attuazione del principio costituzionale. Il primo articolo del decreto sicurezza, invece, abroga la protezione umanitaria".

E sessanta magistrati emiliano-romagnoli hanno firmato un foglio, distribuito prima dell'inizio della cerimonia di inaugurazione, in cui vengono riportate le parole di don Luigi Ciotti, presidente del Gruppo Abele e di Libera.
"Dobbiamo insorgere quando vengono violati i più elementari diritti umani. Dobbiamo assumerci la nostra responsabilità - si legge - come cittadini e come cristiani. Il primo grande naufragio è quello delle nostre coscienze". 

anche esponenti del Csm. "Allarme e preoccupazione" ha espresso, nel suo discorso a Roma, il consigliere Giuseppe Cascini, sugli attacchi a magistrati per decisioni non gradite "perché mettono a repentaglio valori fondanti dello Stato di diritto, come la soggezione del giudice solo alla legge".

Lo stesso vicepresidente del Csm, David Ermini, intervenuto ad Ancona, dopo avere criticato il rischio di "indebite pressioni" sul lavoro della magistratura soprattutto "se alimentate a livello istituzionale", allarga la preoccupazione a un visione del diritto e del giudice stesso "non come colui che applica la legge ancorandola ai principi generali della Costituzione e dell'ordinamento giuridico, ma piuttosto come il sacerdote, se non il semplice portavoce, del giudizio e della volontà popolare. Il rischio è quello di una delegittimazione sottotraccia.

Nessun commento:

Posta un commento